Salve, vi scrivo in merito ad un problema che sta lentamente rovinando la mia vita. Ho quasi 26 anni

17 risposte
Salve, vi scrivo in merito ad un problema che sta lentamente rovinando la mia vita. Ho quasi 26 anni e dal 2019 ho l'ossessione di aver bisogno del bagno. In buona sostanza, l'evento scatenante, è stata un'occasione in cui non ero a casa mia e non mi sono sentito bene, finendo in una situazione molto imbarazzante ed umiliante. Le mie attività giornaliere, da allora, sono quasi nulle. Non lavoro, non studio, non esco. Da poco più di un anno, resomi conto ormai dell'insostenibilità del problema ho deciso di rivolgermi ad una psicologa (con approccio Gestaltico) e di tanto in tanto ho anche ricevuto qualche beneficio dalla terapia. Ho preso addirittura l'abitudine ad uscire a fare una passeggiata ogni giorno, per esempio, che di volta in volta ho allungato sempre di più. Ma da quattro mesi circa non solo non ci sono stati più progressi, anzi, ci sono state delle regressioni. Se prima almeno andare in terapia, mi dava lo "slancio" per continuare a lavorare su di me, adesso anche solo il tragitto da casa mia allo studio della mia terapeuta è un problema, infatti un paio di settimane fa ho avuto un vero e proprio attacco di panico mentre andavo allo studio. Non so veramente in che maniera muovermi adesso, da una parte non posso negare che ci siano stati dei benefici nella terapia, dall'altra sembra che io non riesca a rispondere più alla terapia stessa e addirittura non riesco proprio ad andarci per via della distanza da casa mia. Mi interesserebbe molto avere dei consigli a riguardo, grazie!

PS: Già tempo fa ho fatto varie analisi per escludere eventuali cause organiche e non c'era alcuna evidenza che io avessi nulla, i medici che mi hanno seguito hanno liquidato il tutto con una diagnosi di "colon irritabile" e prescrivendomi nei periodi di necessità Colilen per minimo 2 massimo 4 settimane.
Salve, se la può aiutare, ricerchi uno psicoterapeuta che utilizzi anche la tecnica EMDR ... potrebbe esserle d'aiuto. talvolta emozioni bloccate possono condizionare il comportamento. cordiali saluti

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Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
'Ritengo importante che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, quando una psicoterapia attraversa un momento di stallo, come quello che lei ci descrive nella sua mail, la prima cosa da fare è quella di parlarne, in modo aperto e schietto, con il professionista che la sta seguendo. Se questo non dovesse sbloccare la situazione e non dare una nuova spinta al vostro lavoro insieme, vuol dire che tutto quello che poteva dare quel tipo di percorso lo ha dato e che il rapporto terapeutico si è esaurito. Visti i benefeci che comunque aveva ricavato dalla psicoterapia, le suggerisco di rivolgersi ad un altro psicoterapeuta, magari specializzato in un approccio diverso rispetto a quello da lei già sperimentato. Cordiali saluti. Dott.ssa Maria Caterina Boria
Salve, capisco che avere la paura o la fobia verso uno stimolo particolare può diventare difficile da sostenere. Probabilmente la paura di avere delle necessità fisiologiche e connesse al fatto di non avere un bagno nelle vicinanze può avere innescato la fobia verso questa situazione. Quando si ha paura per qualcosa, in maniera istintiva, si ha la predisposizione ad evitarla. Il meccanismo di evitamento non fa altro che mantenere quella paura ed alimentarla. Vi sono dei trattamenti specifici in casi di fobia specifica, che lavorano sui pensieri, sui comportamenti e sulle sensazioni fisiche associate al disagio psicologico. Parli di questo aspetto con la sua terapeuta e sono sicura che le darà le giuste strategie per stare meglio.
Per dubbi e domande, sarà mia premura risponderle.
Buona serata
Dott.ssa Melania Filograna
Gentilissimo,
il colon irritabile ha una forte componente psicosomatica, e i gastroenterologi più che prescriverle colilen o trattamenti simili per regolare l’evacuazione non possono fare….il resto dipende da come lei gestisce le situazioni di stress. È importante lavorare su questo. Spesso situazioni come quella descritta in cui si è sentito imbarazzato, scatenano dei condizionamenti e diventano anche il modo per ‘concentrare’ tutte le proprie paure. Il percorso terapeutico può attraversare momenti di impasse; ne parli in terapia non abbia paura, anzi evidentemente siete arrivati ad un ‘nodo’ difficile da sciogliere su cui vale la pena soffermarsi. Cordiali saluti
Marianna Pasello
Buongiorno, il mio consiglio è di non perdersi d'animo, e di focalizzare l'attenzione sulla terapia che sta seguendo con la collega. Alcuni periodi di regressione sono comprensibili e possono essere legati a condizioni ambientali particolarmente stressanti. Certamente la sua condizione causa molta sofferenza, ma da quello che lei dice, ha trovato dei giovamenti dalla terapia con la collega. Il mio consiglio è di fidarsi di sè stesso e della collega e investire nella terapia! i risultati con pazienza torneranno a essere soddisfacenti! Buona giornata
Gentile utente, i suoi timori sono comprensibili e, come già confermato dai colleghi, questi momenti di impasse sono possibili in un percorso terapeutico. E' importante condividere queste preoccupazioni con la sua terapeuta in modo da trovare insieme le strategie più funzionali che possano aiutarla al momento (cosi come accaduto in passato). Le consiglio di provare a ricordare appunto i momenti in cui è riuscito a star meglio, a uscire e fare le sue passeggiate. Si conceda la possibilità di stare meglio e lasciarsi aiutare dalla collega. Un caro saluto
In ogni processo terapeutico c'è un punto di svolta importantissimo; il paziente ha preso consapevolezza delle sue dinamiche, ha colto le possibilità di cambiamento, ha iniziato effettivamente a fare qualcosa di nuovo e di positivo, SI APRE LA CONCRETA POSSIBILITA' DI CAMBIARE.
In teoria è il motivo per cui il paziente si rivolge al terapeuta ma non necessariamente la persona è disposta a rinunciare al sintomo, in questo caso un quasi completo ritiro sociale.
E' una fase delicata che richiede un lavoro congiunto del paziente e del terapeuta.
Maria Grazia Antinori, Roma
Salve, può accadere durante una terapia di avere un periodo di stallo e addirittura di regresso rispetto ai risultati raggiunti ma è una situazione transitoria e breve. Se la cosa dovesse persistere le suggerisco di parlarne con la sua psicologa senza nessuna remora e timore al fine di individuare una strada alternativa per la risoluzione del problema. La informo per sua tranquillità che il suo disturbo oramai si risolve con terapie piuttosto brevi quindi non si demoralizzi e continui il lavoro su se stesso. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Salve , la terapia può presentare dei momenti di stallo ma è necessario farlo presente al suo terapeuta con chiarezza e onestà e lavorare all'interno del setting per evolvere da questo impasse , in bocca al lupo dott.ssa Marina Pisetzky
Salve,
durante i percorsi di cura è prassi che si verificano momenti di stallo ed è importante parlare con il proprio terapeuta a riguardo partendo proprio da come si sente quando deve uscire da casa per raggiungere lo studio terapeutico. Potrebbe infatti lavorare in un altra direzione o indirizzarla verso un collega con una formazione più inerente alla sua sintomatologia.
Capisco e mi rendo conto di quanto dolorosa ed invalidante sia questa sua condizione. Perciò la invito a continuare a lavorarci per raggiungere appieno il suo obiettivo desiderato. Dott.ssa Violanda Lleshaj
Salve, capisco quanto possa essere invalidante e frustrante il momento che sta vivendo. Se non lo ha fatto ancora, si prenda il permesso di condividere con la sua terapeuta il momento di scoraggiamento che sta vivendo durante l'attuale terapia. Inoltre le consiglio di fare una prima consultazione con un terapeuta che utilizzi la terapia EMDR che è molto efficace per l'elaborazione degli eventi traumatici. Delle volte non è necessario interrompere la terapia attualmente in atto, ma sospendere temporaneamente per poter fare delle sessioni emdr mirate per l'elaborazione dell'evento che lei stesso ha definito umiliante.
Cordiali saluti Jennifer Carafa
Buongiorno ritengo che sia molto importante che ne parli con il suo terapeuta innanzitutto. Capita che la terapia si fermi ed entri in stallo parlarne può essere un momento di nuovo slancio.
Ma il percorso psicoterapico è la strada per gestire le emozioni della paura e dell’ansia , quindi talvolta può essere utile iniziare un percorso nuovo , riprendendo dalle consapevolezze maturate nella prima fase .
Tecniche di terapia cognitivo comportamentale, apprendimento di tecniche di rilassamento, unitamente alla comprensione della funzione inconscia che il suo sintomo possiede, può portarla ad un nuovo equilibrio.
Buongiorno, la ringrazio per averci raccontato i suoi vissuti dolorosi. Sono in accordo con i colleghi che le hanno precedentemente risposto, bisogna comprendere il perché lei stia manifestando un peggioramento dei sintomi e l'unico modo è di confrontarsi con la collega che la sta seguendo per capirne le possibili cause e trovare le strategie più opportune. Per il resto mi sento di incoraggiarla e di proseguire con la terapia. Un caro saluto
Buongiorno,
Le consiglio di parlare con la sua terapeuta delle difficoltà che sta riscontrando in terapia e anche nel recarsi agli appuntamenti previsti, magari chiedendo la possibilità di un consulto online, almeno per questa fase in cui fa fatica ad uscire di casa, per non interrompere il percorso psicoterapeutico che mi sembra le sia stato d'aiuto.
In bocca al lupo! Un caro saluto
Buonasera sarebbe consigliato un percorso di E.M.D.R. di tecniche di rielaborazione e desensibilizzazione di piccoli e grandi traumi.
Buona serata
Dott. Raffaello Di Monte
Dott.sa Luisa Anibaldi
Buongiorno caro
Capisco il suo disagio che a quanto descrive risulta essere invalidante e di ostacolo per le sue attività quotidiane in primis e di conseguenza per il suo benessere psicofisico.
Credo che a questo punto avendo escluso disturbi fisiologici, sia da attribuire ad uno stato di tensione di natura ansiogena.
Ma credo che questo ormai a seguito del suo percorso terapeutico sia chiaro.
Resta il fatto che lei continua a non stare bene e a tratti ha l impressione che il disturbo si esageri e si modifichi presentando ulteriori sintomi.
Credo che la strada della psicoterapia sia la scelta giusta, capire i suoi stato d animo e magari andare più a fondo con i suoi vissuti personali attuali e passati la possa aiutare.
Sono percorsi lunghi e dolorosi, ma a lungo andare daranno i loro risultati tenga duro e cerchi di capire se il suo rapporto con lo psicoterapeuta sia ben saldo in termini di affidamento e fiducia nel suo percorso di cura e guarigione.

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