Salve, uno scompenso cardiaco può essere provocato da ischemia intestinale di prob origine venosa? O
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risposte
Salve, uno scompenso cardiaco può essere provocato da ischemia intestinale di prob origine venosa? O può essere il contrario? Grazie.
Gentile utente,
Lo scompenso cardiaco è una sindrome complessa che in ultima istanza determina un’incapacità del cuore di far fronte alle esigenze metaboliche dell’organismo.
Le cause possono essere molteplici, ma le più comuni sono di natura ischemica, valvolare, infiammatoria o degenerativa.
Una volta che il cuore accusa un danno di questa natura, si mettono in atto dei meccanismi si dice ‘’contro-regolatori’’, ovvero un compenso che il sistema cardiocircolatorio trova per far fronte alle esigenze di circolo nonostante l’insufficienza cardiaca.
Questa condizione di compenso, raggiunta a fatica, può venire meno in tutte quelle condizioni anche di natura non cardiologica che rappresentano un insulto acuto.
Tra queste vi sono le infezioni, le malattie oncologiche, quelle infiammatorie a carico di qualunque organo o apparato.
Nel paziente con insufficienza cardiaca, pertanto, un evento trombotico (come l’ischemia intestinale venosa) puó determinare un’instabilizzazione del quadro cardiocircolatorio e dunque una riacutizzazione dello scompenso.
È anche possibile il contrario, ovviamente: sappiamo che i malati con scompenso cardiaco hanno spesso dei fattori di rischio associati che aumentano il rischio trombotico. In questo caso non parlerei di causa, ma di associazione appunto.
In ogni caso il trattamento di un’ischemia intestinale non cambia: essa rappresenta una potenziale emergenza medico-chirurgica, e come tale va trattata.
Lo scompenso cardiaco che si associa peggiora purtroppo la prognosi agendo da fattore aggravante il quadro clinico generale, di cui è necessario tenere presente nella valutazione clinica e chirurgica.
Un caro saluto
Filippo Pasca
Lo scompenso cardiaco è una sindrome complessa che in ultima istanza determina un’incapacità del cuore di far fronte alle esigenze metaboliche dell’organismo.
Le cause possono essere molteplici, ma le più comuni sono di natura ischemica, valvolare, infiammatoria o degenerativa.
Una volta che il cuore accusa un danno di questa natura, si mettono in atto dei meccanismi si dice ‘’contro-regolatori’’, ovvero un compenso che il sistema cardiocircolatorio trova per far fronte alle esigenze di circolo nonostante l’insufficienza cardiaca.
Questa condizione di compenso, raggiunta a fatica, può venire meno in tutte quelle condizioni anche di natura non cardiologica che rappresentano un insulto acuto.
Tra queste vi sono le infezioni, le malattie oncologiche, quelle infiammatorie a carico di qualunque organo o apparato.
Nel paziente con insufficienza cardiaca, pertanto, un evento trombotico (come l’ischemia intestinale venosa) puó determinare un’instabilizzazione del quadro cardiocircolatorio e dunque una riacutizzazione dello scompenso.
È anche possibile il contrario, ovviamente: sappiamo che i malati con scompenso cardiaco hanno spesso dei fattori di rischio associati che aumentano il rischio trombotico. In questo caso non parlerei di causa, ma di associazione appunto.
In ogni caso il trattamento di un’ischemia intestinale non cambia: essa rappresenta una potenziale emergenza medico-chirurgica, e come tale va trattata.
Lo scompenso cardiaco che si associa peggiora purtroppo la prognosi agendo da fattore aggravante il quadro clinico generale, di cui è necessario tenere presente nella valutazione clinica e chirurgica.
Un caro saluto
Filippo Pasca
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