Salve. Un mio familiare, cardiopatico, di 85 anni, è stato sottoposto ad un intervento per risolvere

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Salve. Un mio familiare, cardiopatico, di 85 anni, è stato sottoposto ad un intervento per risolvere un problema di stenosi carotidea. È stato operato al livello della carotide sinistra, dove l’occlusione si aggirava intorno al 90%, al fine di ridurre i il rischio di ictus ischemico. Il giorno dopo l’intervento, il paziente è stato colpito proprio da ictus ischemico, Il quale ha causato un danno all’emisfero cerebrale sinistro, con conseguenti disturbi del linguaggio. L’ictus ischemico è un rischio di questo tipo di interventi, proprio per il distacco di possibili residui, rischio che però viene esponenzialmente ridotto grazie ad un’operazione di filtraggio ad hoc? Ringrazio e attendo cortesemente risposta.
La stenosi carotidea del 90%, se asintomatica, andrebbe lasciata stare. Normalmente, in questi casi asintomatici si è già creato un circolo collaterale con la vertebrale. Comunque, la stenosi di per sé non è una condizione sufficiente a porre l'indicazione all'intervento. Da tempo si è capito che un'alta condizione è molto più pericolosa: la cosiddetta "placca instabile" o "ulcerata". Significa che l'endotelio della carotide è danneggiato e gli strati sottostanti sono scoperti. Questa condizione provoca l'adesione delle piastrine alla superficie esposta, e si forma un agglomerato molto fragile da cui si possono sfaldare dei piccoli frammenti che vengono trasportati dal flusso ematico fino al cervello, dove provocano appunto un ictus ischemico. Quindi, se esisteva una placca instabile prima dell'intervento, si configurava una forte indicazione alla TEA. Se all'eco doppler non erano presenti placche instabili, ed in assenza di sintomi, l'indicazione avrebbe dovuto essere posta con grande cautela. I filtri vengono in alcuni casi apposti nelle grandi vene addominali, ma non nelle arterie, specialmente se di piccolo calibro come la carotide.

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L'intervento chirurgico per il trattamento della stenosi carotidea rappresenta attualmente il "gold standard'.
Sicuramente è stato proposto il trattamento chirurgico in quanto i benefici erano maggiori dei rischi.
Una delle complicanze perioperatorie è l'ictus.
Con il trattamento endovascolare si posiziona il filtro di protezione ma le complicanze neurologiche sono uguali a quelle della chirurgia.

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