Salve, sto molto male e bloccato. Chiedo a vli e non ai psichiatri perché qui sopra risposndono poco

19 risposte
Salve, sto molto male e bloccato. Chiedo a vli e non ai psichiatri perché qui sopra risposndono poco e poi vpi siete più sensibili e meno di parte. Io soffro di doc grave e ormai forte appiattimento emotivo. A me è stato prescritto fluovoxamina per doc grave, ma ho paura di prenderli per la sindrome post ssri, quidni sono fermo a una dose minore.

So che comunque, seppur poco stimata, è una percentuale minima quella di coloro che la contraono e che i medici spesso nascondono o non se ne rendono perché pochi la riportano (anche se, mi ha detto il mio medico, se i giovani avessero problemi sessuali così gravi, me lo verrebbero a dire subito), ma se fosse una percentuale veramente significativa (anche 1/3, non potrebbero farne a meno di andare cauti no? Secondo voi un ssri preso da solo, senza antipsicotici, a dosi non massime può essere efficace per la cura del doc?
Il mio doc consiste nel fissarmi che se faccio o non faccio qualcosa, succederà qualcosa di brutto oppure che comunque mi suggestionerò e passerò quello che temo.
Continuamente lotto con me stesso, 24h ore su 24, per ogni singola azione, è come vivere incarcerati.
Questo e poi mi ossessiono anche sulle piccole cose cose.
e non riesco a pensare ad altro.
Quindi sono costretto a pensare a cose mi fanno soffrire Non riesco a fermare il cervello anche se fa fumo.
I pensieri intrusivi mi perseguitano e mi sento letteralmente di impazzire.
Se non faccio qualcosa o non posiziono un oggetto in un certo modo, ssnto un disagio dentro insormontabile.
Anni fa non riuscivo ad uscire dalla mia camera che mi veniva ansia e mi sentivo di scoppiare, o non riuscivo a mettere a caricare il cellulare che mi veniva ansia.
Il mio psichiatra attribuisce ad esso, al doc, anche l'appiattimmento emotivo che sto vivendo, mentre io lo attribuisco anche agli antipsicotici che ho assunto.in particolare a Quetiapina, poi ne ho assunti tanti e per molto tempo.
Già denunciavo un'appiattimento molto molto più blando da quando ho inziato ad usare Quietiapina a dpsi consistenti due anni fa, poi quest'estate ho iniziato a sentirmi sempre più stupido fin quando in pochi giorni ho perso moltissime emozioni e sono diventato un'altra persona praticamente.C'è, il sabato lo presi tranquillamente, la domenica con molti dubbi e lì mi sono potuto condizionare è vero. . È pur vero che era da molto prima che credevo fosse la Quetiapina a rendermi più stupido, ma comunque la prendevo tranquillamente e quella sera lo feci proprio tranquillo all'100%. Perché avrei dovuto ossessiobarmi? Ma poi la mia preoccupazione non era perdere le emozioni, ma rimanere tonto. Smisi tutto per due mesi, ma poi fui costretto a riprendere con l'olanzapina, il fevarin e inziare il depakin che mi ha fatto oggettivamente male portandomi a non riuscire a pensare, a stare male, a non provare emozioni; cosa che passava dopo pochi giorni, fin qundo è rimasta fissa.
Per fortuna le cure degli ultimi mesi hanno migluorato la situazione.
La situazione emozioni è peggiorata nel corso dei mesi in qualche modo.
A novembre vidi delle serie e mi emozioanrono e ne apprezzavo la sceneggiatura e tutto, a febbraio un'altra che attendevo da un anno e ho avuto estrema difficoltà a provare cose.
Le emozioni erano da qualche parte dentro di me, ma non riuscivo a provarle e manifestarle.
Io ho assunto mutabon forte 3 volte al dì per 2 mesi, che mi ha portato dei miglioramenti, poi sospeso per effetti collaterali strani e ripreso un po' gradualmente ultimamente; Ma da quando, tre settimane fa, ho assunto due Mutabon in un giorno, tutto è peggiorato in una maniera spaventosa: ancora più appiattimento; quando vedo qualcosa, un quadro, un immagine faccio fatico a connetermi con essi e non provo alcuna emozione; quando vedo un bel ragazzo o qualcosa che poco prima nonostante tutto mi faceva emozionare niente; più confusione mentale.
Allora ho deciso di staccare tutti gli antipsicotici.
Sono andato recentemente da uno psichiatra che mi ha detto che io mi fisso, e mi ha dato Fevarin, ma comunque anche gli ssri portano appiattimento. Quindi non stiamo la'? Non so se continuare con dosi basse e resistere fino alla psicoterapia di giugno, ma le ossessionk sono ancora forti e mi causano sofferenza.
Quindi non so come uscire da questa matassa.
Vi faccio due domande a cui vorrei risposte dirette al massimo delle vostre conoscenze: 1 è possibile che le ossessioni forti portino ad una situazione cosi' duratura e continuativa?
2 Se il mio appiattimento fosse dovuto del tutto ai farmaci, io non proverei assolutamente niente?
Oppure possono aver colpito solo alcune determinate zone del cervello e altre no?
Perché io praticamente provo (almeno spero ancora oggi) piacere nel mettermi nel letto e dormire, ansia, rabbia, piacere nel mangiare, l'orgasmo lo provo (spero ancora oggi) seppur su emozioni un po' ovattate; ma se uno mi dice qualcosa di brutto o bello poco o niente, se vedo o penso a cose che prima mi facevano rabbrividire il sangue provo indifferenza.
Depressione non credo sia perché col mutabon l'umore era alle stelle.
Sono terrorizzato che sia dovuto ai farmaci e che rimannga così, come ho letto da molte testimonianze di gente luxidissima.
Spero che mi possiate aiutare, al massimo di quello che sapete non essendo medici psichiatri. Sono bloccato e terrorizzato. Grazie mille
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Gentile utente grazie per la sua condivisione.
Sono molto dispiaciuta di sentire che si sente così male. Mi sembra di capire che stia lottando con diversi problemi, tra cui il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC), l'appiattimento emotivo e l'ansia.
Prima di tutto, mi piacerebbe tranquillizzarla riguardo alla sindrome post-SSRI, in quanto la percentuale di pazienti che ne soffrono è estremamente bassa. Inoltre, l'uso degli SSRI a dosi appropriate e sotto controllo medico può essere molto efficace nel trattamento del DOC. Tuttavia, è importante seguire le indicazioni del medico e informarlo di eventuali effetti collaterali o preoccupazioni che si presentino durante il trattamento.
Come psicologa, sono a sua disposizione per discutere i suoi problemi e trovare insieme la migliore soluzione per il suo caso specifico. Se lo desidera, possiamo pianificare una prima consulenza, durante la quale potremo approfondire la sua situazione e stabilire il percorso di cura più appropriato per lei.
Non esiti a contattarmi se ha ulteriori domande o preoccupazioni. Sono qui per aiutarla e sostenerla.
I sintomi che descrive sono coerenti con la diagnosi di disturbo ossessivo compulsivo tuttavia l'etichetta poco rende circa la sua individualità, le consiglio di evitare lei stesso di considerarsi in questi margini irrimediabilmente

Ciò premesso consideri che gli strumenti migliori a disposizione sono i farmaci uniti alla terapia psicologica; è già un passo avanti che sia consapevole che i pensieri ossessivi non corrispondono a realtà e la guarigione sarà completa quando comprenderà la fonte del suo disagio, da qui l'importanza dello Psicologo

Concludo rispondendo alle sue domande: il DOC non trattato o trattato in modo insufficiente non guarisce da solo quindi i sintomi sono persistenti. Anche l'appiattimento emotivo è coerente con la diagnosi ed i farmaci non hanno interagito negativamente sulle sue competenze emotive ma anzi positivamente: le sue ossessioni sono collegate proprio al fatto che lei tende a provare ansia e disagio pr qualche motivo (da capire in terapia) e le ossessioni sono la difesa verso quel disagio; i farmaci riducono i sintomi riducendo indirettamente la sua risposta emotiva ed è per questo che può avere la sensazione di provare meno emozioni, è come se andare a fare la spesa (le ossessioni, la sua risposta emotiva agli stimoli) appesantisse la busta (superasse la sua capacità di sopportazione) ed allora i farmaci, per salvare la busta (ridurre i sintomi), riducessero la spesa (riducessero la sua risposta emotiva agli stimoli); per confronto, la terapia psicologica la aiuterebbe ad irrobustire la busta
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Buongiorno, mi dispiace per la situazione dolorosa che racconta. Riguardo ai farmaci da psicologa non posso darle indicazioni, se non rassicurarla sull'estrema rarità della sindrome da SSRI. Penso che la via migliore sia affidarsi a uno psichiatra con cui lei possa avere un rapporto di fiducia e con cui condividere le sue paure. Parallelamente sono convinta che possa giovare di un percorso psicoterapeutico per approfondire i vissuti emotivi relativi a ciò che racconta. Rimango a disposizione se ha altri dubbi, domande o se vuole intraprendere un percorso. Le auguro il meglio. Dott.ssa Rota
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Gentile, mi dispiace molto per la situazione che riporta. Dal suo racconto, emerge da subito quanto tutto questo abbia un impatto emotivo su di lei e sulla sua vita. Tutti i sintomi che riporta sono coerenti con il Disturbo Ossessivo Compulsivo, anche in questo suo racconto si è esposto molto ed ha fatto emergere molti di quei pensieri ossessivi che le provocano ansia. Mi sento come prima cosa di rispondere alle sue due domande finali. Intanto si, purtroppo è possibile che le ossessioni permangano per molto tempo e provochino malessere in modo così continuativo: se il DOC non trattato o è trattato in modo non efficace, le ossessioni si mantengono, e di conseguenza persistono anche l'ansia ed il malessere. Relativamente alle conseguenze dei farmaci sul suo funzionamento emotivo, la risposta non è così semplice: in generale, a seconda del farmaco, questo potrebbe impattare sulle emozioni, tuttavia il tipo di impatto può cambiare da caso a caso a seconda della situazione. Inoltre, l'appiattimento emotivo è uno dei sintomi del DOC a prescindere dai farmaci, e nel suo caso il mantenimento delle ossessioni ed il perdurare del disturbo possono aver portato un peggioramento a livello emotivo, indipendentemente dai farmaci che anzi hanno come obiettivo, tra gli altri, anche quello di farla riappropriare della sua emotività. Rispetto a questo, tuttavia, le consiglio di seguire le indicazioni dello psichiatra o di contattare il suo medico di fiducia, poichè le sapranno spiegare con dettaglio le loro implicazioni. Mi sento comunque di dirle un'altra cosa: da ciò che scrive, ho notato che è consapevole che le sue ossessioni non corrispondono a realtà, e che anzi tutto questo le genera sofferenza quindi vorrebbe liberarsene. Sembra scontato, ma già l'esserne consapevole e l'essere motivati a mettersi in gioco per superare questo malessere sono elementi fondamentali per arrivare al trattamento. Queste ossessioni pervadono molti aspetti della sua vita, tra cui, se non ho capito male, anche l'aspetto relativo ai farmaci: anche in questo caso, ha paura di prendere fluvoxamina per la sindrome post-ssri, e anche se conosce la percentuale di ciò, comunque questo pensiero c'è sempre. Le faccio una domanda: in quanti le hanno detto che "è una sindrome rarissima, quindi può prendere tranquillamente il farmaco"? Probabilmente in molti. Se glielo dicessi anche io, sarebbe più tranquillo e lo prenderebbe con sicurezza? Probabilmente no. E questo non è strano, è anzi coerente con tutto quello che riporta. Per questo, non le dirò anche io di stare tranquillo/a: le dico anzi che va bene essere preoccupato ed in ansia, ma che può usare questa emozione a suo vantaggio, sfruttarla per cercare un aiuto efficace per lei per riuscire a riprendere in mano la sua vita. Le consiglio, per questo, di iniziare un percorso di tipo psicologico per poter affrontare tutti gli aspetti emotivi, psicologici e comportamentali della problematica che riporta. Questo percorso infatti può aiutarla a comprendere meglio la natura e le implicazioni di tale disturbo, aiutandola a sviluppare una gestione diversa sia delle sue emozioni che dei suoi pensieri. Le consiglio un terapeuta ad orientamento cognitivo-comportamentale, poichè gli studi hanno dimostrato che questa è la terapia psicologica migliore per il trattamento del DOC. Questo potrà anche aiutarla a considerare in modo diverso l'aiuto che possono darle i farmaci e lo psichiatra: questa parte infatti svolge un ruolo molto importante nel trattamento di questa patologia. Inoltre, è stato dimostrato che il trattamento migliore per il DOC consiste nell'unione tra terapia farmacologica e percorso psicologico. Mi rendo conto che è difficile rispondere a tutti i suoi dubbi in queste righe, pertanto può contattarmi in privato nel caso in cui avesse altre domande. Sono inoltre disponibile per colloqui, anche online. Con i migliori auguri, porgo cordiali saluti. Dott.ssa Asya Cappalli
Salve, è stato molto esauriente nel raccontare il disagio causato dal disturbo di cui soffre. Sto seguendo un paziente con DOC al servizio in cui lavoro. Contestualmente assume un antidepressivo (Zoloft) e Xanax al bisogno. Purtroppo la terapia antidepressiva è efficace sul DOC solo a dosaggi alti quindi a mio parere non ha molto senso tentare la dose minima. Così come potrebbe non avere molto senso l'antipsicotico; anche se posso capire l'intenzione di provare a smorzare il disturbo del pensiero con un farmaco di questo tipo, in realtà il DOC non è un vero e proprio disturbo del pensiero anche se presenta aspetti in comune. L'antipsicotico appiattisce ed ottenebra per definizione, quindi se non serve io non lo prenderei. Le consiglio di provare ad aggredire il disturbo una volta per tutte quindi di farsi prescrivere la corretta terapia farmacologica e di affiancare assolutamente un percorso di psicoterapia, in questo modo in prospettiva tra un paio d'anni dovrebbe poter scegliere di sospendere la terapia farmacologica e gestire un disturbo che difficilmente sarà sparito ma verosimilmente potrebbe essersi ridimensionato notevolmente.
Gentile utente di mio dottore,

la problematica da cui è affetto richiede adeguato trattamento farmacologico che solo uno psichiatra può calibrare. Avendo già ricevuto indicazioni in merito la invito a seguire precisamente quando prescritto dal medico e di evitare di modificare in autonomia il dosaggio dei farmaci, in quanto potrebbe esser pericoloso oltre che controproducente. Allo stesso tempo sarebbe opportuno contattasse uno psicoterapeuta, al fine di affiancare al trattamento farmacologico un percorso psicoterapico con lo scopo di poter guardare ad un benessere più a lungo termine. Nella speranza di aver orientato la sua richiesta di aiuto.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve,
Mi dispiace molto per la sua situazione e tutto ciò che le comporta.
Ritengo che per lei sia utile sia una buona terapia farmacologica sia in parallelo iniziare a sradicare questi pensieri, e trattarli come tali. Sarebbe interessante lavorare su questi immaginari interni e comprendere che cosa vogliono da lei. Non ricerchi la causa, ma lo scopo, e potrebbe liberare questi pensieri più che controllarli. Ci vuole molta forza che però traspare dalle sue parole. Se vuole ci sono anche online.
Dott. Matteo Salvucci
Cara utente,
La risposta alla prima domanda è si. Il DOC è strutturato in modo tale da rinforzarsi da solo, una sorta di concetto di circolo vizioso. Ogni volta che lei, per sedare la sua ansia o paura accondiscende a quella voce che le dice di fare, controllare o non fare, o fare un certo numero di volte qualcosa, il disturbo prende vigore. Per quanto riguarda i farmaci, mi sembra di capire, dalle sue parole, che non si fida degli psichiatri da cui è stato sino ad ora. Una buona alleanza terapeutica è necessaria anche quando si tratta di una terapia farmacologica. Ritengo appropriato che se lei riserva poca fiducia negli specialisti che ha consultato ne cerchi di altri. Gli SSRI sono farmaci molto ben gestibili e con rarissimi casi di effetti collaterali. Tuttavia non contano solo i farmaci ma, molto, come questi vengono introdotti nel corpo (in termini di dosaggi di ingresso e di dismissione).
L'appiattimento emotivo altalenante che lei descrive è una conseguenza della stanchezza che prova la sua mente nel restare quasi costantemente concentrata sulle ossessioni e, come la ram di un computer, non riesce a svolgere sempre tutti gli altri lavori che dovrebbe, come, appunto, la regolazione emotiva. Mi sento allo stesso tempo di rassicurarla perché i disturbi di questo tipo si curano molto bene con la psicoterapia, interrompendo il circuito patologico, con una remissione anche abbastanza rapida e totale dei sintomi. La farmacologia può essere un buon alleato in tutto ciò.
Cordiali saluti
Salve, mi dispiace sentire che sta attraversando un momento così difficile e che sta lottando con il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) e l'appiattimento emotivo. Capisco che sia preoccupato per gli effetti collaterali dei farmaci e per la sindrome da sospensione degli SSRI, ma è importante cercare un equilibrio tra i benefici del trattamento e i rischi potenziali.

Riguardo alla sua domanda sulla possibilità che le ossessioni forti portino ad una situazione così duratura e continuativa, è possibile che le ossessioni persistenti e l'ansia associata ad esse possano causare uno stress cronico e influenzare il benessere emotivo a lungo termine. Tuttavia, è importante anche considerare le cause sottostanti del DOC e trattarle in modo adeguato.

Per quanto riguarda la sua domanda sull'appiattimento emotivo, può essere causato da una serie di fattori, tra cui i farmaci antipsicotici. Tuttavia, è possibile che alcune emozioni siano presenti ma non vengano espresse o riconosciute a causa del disturbo. È importante parlare con il suo medico o psichiatra per determinare la causa dell'appiattimento emotivo e trovare il trattamento più efficace.

La terapia farmacologica può essere efficace per il DOC, ma la terapia psicologica, può essere altrettanto importante per aiutare a gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita. È importante anche considerare la possibilità di una terapia combinata, che può includere sia la terapia farmacologica che quella psicologica.

Le consiglio di continuare a parlare con il suo medico o psichiatra per trovare il trattamento più adatto a lei e alla sua situazione. Inoltre, potrebbe essere utile anche appoggiarsi ad un professionista della salute mentale, come uno psicologo, per aiutarla a gestire i sintomi e a migliorare il benessere emotivo.
Rimango a disposizione Dott.ssa Francesca Gottofredi
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Buongiorno, mi dispiace molto per la situazione che descrive. Intanto credo che di fondo lei non abbia fiducia nel prendere farmaci o nell'affidarsi alle cure a lei prescritte, seppure abbiano dato qualche risultato. Sarebbe necessario affiancare un percorso di psicoterapia per l'appiattimento emotivo di cui parla. I farmaci aiutano tanto nella gestione dei sintomi e può succedere che siano così forti da richiedere del tempo.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, mi dispiace per la situazione dolorosa che racconta. Riguardo ai farmaci da psicologa non posso darle indicazioni, se non rassicurarla sull'estrema rarità della sindrome da SSRI. Penso che la via migliore sia affidarsi a uno psichiatra con cui lei possa avere un rapporto di fiducia.
Un percorso psicoterapeutico le serve eventualmente per avere uno spazio con cui condividere ed elaborare i suoi vissuti emotivi. Consiglio entrambe le cose, se vuole uscire dal problema.
Rimango a disposizione.
Dott.ssa Torrisi
Buongiorno,
posso solo immaginare il dolore che prova nella sua specifica situazione. Ognuno di noi sottoposto a qualsiasi sofferenza, sia fisica che psichica cerca di attuare le strategie che ha imparato durante il corso della propria esistenza. A volte non bastano: quando abbiamo la febbre alta per molto tempo la tachipirina è necessaria. Come è necessario qualcuno che comprenda il nostro malessere e che ci nutra con cibo e parole che possano aiutarci ad affrontare la situazione.

Ecco: come nel caso della febbre alta, anche nella sua sofferenza, probabilmente ha bisogno di integrare un farmaco, affidandosi ad un professionista del quale potersi fidare e di un percorso che le dia un supporto emotivo. La terapia integrata (psichiatria e psicoterapia)è funzionale e all'avanguardia, la potrebbe far sentire protetto.

Resto a disposizione. Dott.ssa Anna Rosati
Gentile Utente, grazie per la sua condivisione, ma soprattutto per la fiducia. Comprendo che rimanere a una mera diagnosi medico psichiatrica si insufficiente e poco "calorosa". Chiaramente non posso entrare in merito all'aspetto farmacologico, ma i suoi sintomi, tra cui il DOC, hanno una funzione ben specifica. IL DOC generalmente è un sintomo che contiene l'ansia, e si esprime in varie forme, tutte incentrate al tema del controllo. Posso affermare con certezza che comprendo appieno la situazione in cui si sta trovando, ma le posso anche garantire che con un percorso di terapia e con 'ausilio" dei farmaci, potrà riappropriarsi di se stesso. Ci vuole tanta costanza, tanta fiducia. La invito , pertanto a fare una consulenza online, se le fa piacere.
cordiali saluti,
Dott.ssa Ledda
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Gentile Utente,

ho letto con attenzione il suo messaggio e comprendo quanto stia attraversando in questo momento. Mi dispiace profondamente sentire che sta vivendo un tale livello di sofferenza e ansia. Sono qui per offrirle supporto e informazioni, tuttavia, è fondamentale sottolineare che le mie risposte sono basate sulla mia esperienza come psicologa clinica e non come medico psichiatra.

È evidente che sta affrontando una serie di sfide emotive e cognitive molto complesse legate al disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) e alle terapie farmacologiche che ha utilizzato. È comprensibile che abbia preoccupazioni riguardo agli effetti collaterali dei farmaci, in particolare alla sindrome post-SSRI. È importante sottolineare che ogni persona risponde in modo diverso ai farmaci e che le reazioni avverse sono una possibilità, anche se rare.

Le sue domande sono molto valide, e cercherò di rispondere nel miglior modo possibile:

Le ossessioni forti possono sicuramente influenzare la sua esperienza emotiva e il suo funzionamento quotidiano. Il DOC è caratterizzato da pensieri intrusivi e persistenti che possono portare a notevoli livelli di ansia e disagio. Questo stato ansioso prolungato potrebbe contribuire al suo appiattimento emotivo e alle difficoltà di connessione emotiva.

Riguardo al suo appiattimento emotivo, è possibile che i farmaci abbiano contribuito a influenzare il suo stato emotivo e la sua capacità di provare piacere. Tuttavia, la complessità del coinvolgimento dei farmaci nella sfera emotiva è un argomento che richiede una valutazione approfondita da parte di un medico specialista.

È importante comprendere che sia il DOC che le reazioni ai farmaci sono questioni molto delicate e complesse. Suggerisco vivamente di continuare a cercare il supporto di professionisti qualificati, come psichiatri e psicologi specializzati in disturbi d'ansia e DOC. Un approccio integrato che coinvolge sia la terapia farmacologica che la terapia psicologica potrebbe essere utile per affrontare le sue sfide in modo più completo.

Tuttavia, la mia risposta non sostituisce in alcun modo una consulenza medica professionale. Ti consiglio di condividere apertamente le tue preoccupazioni con un medico specialista, in modo che possa valutare la situazione in base alle tue condizioni specifiche e darti le indicazioni più appropriate.

Ti auguro sinceramente il meglio nel tuo percorso di recupero e di gestione delle tue difficoltà. Se hai ulteriori domande o hai bisogno di supporto, non esitare a rivolgerti a professionisti qualificati e di fiducia.

Con affetto,
Ilaria
Capisco che lei stia attraversando un periodo estremamente difficile, e le sue preoccupazioni sono comprensibili. Posso darle alcune informazioni generali che potrebbero aiutarla a comprendere meglio la situazione.
Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) è una condizione complessa e può manifestarsi in modi diversi da persona a persona. L'uso di farmaci, come la fluvoxamina, è uno degli approcci comuni per trattare il DOC. È comprensibile che lei possa preoccuparsi degli effetti collaterali, compresa la sindrome da sospensione dei SSRI. È importante notare che la sindrome da sospensione è rara, e la maggior parte delle persone tollera bene questi farmaci.
Le sue ossessioni e le sue paure sembrano essere un aspetto significativo del suo DOC. L'ansia associata alle ossessioni può influire sul suo benessere emotivo complessivo, e capisco che lei possa temere l'appiattimento emotivo. È importante comunicare apertamente con il suo psichiatra riguardo a queste preoccupazioni. Potrebbe discutere la possibilità di trovare il giusto equilibrio tra farmacoterapia e terapia psicologica. L'aggiunta, inoltre, di un supporto psicologico può essere utile per affrontare direttamente le ossessioni e le compulsioni legate al DOC.
Per quanto riguarda il suo timore di perdere le emozioni o di sentirle attenuate, è fondamentale considerare che il suo vissuto emotivo potrebbe essere influenzato da una combinazione di fattori, tra cui il DOC, il farmaco e lo stress. Il cambiamento nel vissuto emotivo è un aspetto complesso, e solo uno specialista in psichiatria può valutarlo in modo appropriato.
Inoltre, potrebbe considerare la possibilità di consultare un secondo parere da un altro professionista della salute mentale, preferibilmente uno specializzato in disturbi ossessivo-compulsivi. Questo potrebbe darle una prospettiva più chiara sulla sua situazione e sul trattamento migliore per lei.
Spero che queste informazioni generali le siano state utili, ma la incoraggio vivamente a parlare apertamente con il suo medico riguardo alle sue preoccupazioni e a cercare ulteriori consulenze da specialisti qualificati per il DOC. La comprensione della sua situazione specifica richiede una valutazione approfondita da parte di un professionista esperto.
Buongiorno, buona parte delle domande che ha fatto riguardo alla terapia farmacologica dovrebbe rivolgerle allo psichiatra. Detto questo sono sicuro che, in caso la terapia farmacologica dovesse avere effetti collaterali per lei non tollerabili, il medico la modificherebbe.
Il suo caso, visto il disagio che descrive, necessità di una presa in carico corale, sono contento di sapere che tra poco inizierà la psicoterapia.
Dott. Marco Cenci
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere altre domande, o desiderasse ricevere ulteriori informazioni, non esiti e chiedere.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
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Gentile utente, quello che descrive è davvero difficile da affrontare e capisco come possa essere frustrante vivere perennemente in una condizione di così estrema intensità. Da quello che riporta, sta affrontando una combinazione di sintomi legati al disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), pensieri intrusivi e una difficoltà a gestire le emozioni, insieme a una storia di uso di farmaci psichiatrici, il che rende la situazione ancora più complessa. Provo a rispondere alle sue domande nel modo più diretto e chiaro possibile, tenendo presente che non sono uno psichiatra, ma posso offrirle una prospettiva psicologica: 1. È possibile che le ossessioni forti portino a una situazione così duratura e continuativa? Assolutamente sì. Il DOC può causare un disagio emotivo e mentale molto intenso, al punto da consumare gran parte delle energie mentali di una persona. I pensieri intrusivi e le compulsioni diventano un circolo vizioso dal quale è molto difficile uscire, causando ansia persistente e un senso di perdita di controllo. Questo può portare a una sensazione di blocco o di incarceramento mentale, come lo ha descritto. A lungo andare, la sofferenza psicologica legata al DOC può influenzare anche il modo in cui percepisci le emozioni, portando a quella che viene descritta come anedonia, ovvero la difficoltà a provare piacere o emozioni intense. 2. Se il mio appiattimento fosse dovuto del tutto ai farmaci, io non proverei assolutamente niente? L’effetto dei farmaci può essere variabile e può colpire alcune aree delle emozioni e della cognizione in modo diverso rispetto ad altre. Gli antipsicotici e gli SSRI possono, in alcuni rari casi, portare a un appiattimento emotivo o a una diminuzione della capacità di provare emozioni intense. Tuttavia, il fatto che lei provi ancora piacere in alcune attività, come mangiare o dormire, o sperimenti ancora alcune emozioni, anche se ovattate, suggerisce che non vi sia un completo appiattimento. È importante considerare che la sua esperienza potrebbe essere una combinazione sia di diversi fattori e soprattutto della condizione psicologica di base, come il DOC, che spesso porta a una continua focalizzazione su aspetti ansiogeni, lasciando meno spazio a emozioni positive o neutrali. Il fatto che lei stia seguendo delle cure e che la psicoterapia sia programmata è un passo importante. I pensieri intrusivi e le ossessioni richiedono un approccio mirato. Il percorso terapeutico la aiuterà a lavorare sui tuoi schemi di pensiero, a ridurre l’ansia e il disagio associato alle compulsioni. Nel frattempo, è fondamentale che lei continui a condividere con il suo psichiatra come si sente riguardo ai farmaci e agli effetti che percepisce, in modo che possa aiutarla a trovare la giusta combinazione terapeutica. Se si sente bloccato o terrorizzato, consideri la possibilità di parlarne anche subito con il suo specialista: potrebbe essere utile un confronto più frequente in questa fase di incertezza. Un caro saluto

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