Salve, sto attraversando un periodo (che ormai dura da qualche anno) di profonda distruzione interio
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Salve, sto attraversando un periodo (che ormai dura da qualche anno) di profonda distruzione interiore. Il mio compagno, ora marito, fa uso di cocaina. Prima accadeva solo di rado, poi le cose sono peggiorate. Ogni volta mi dice che è l'ultima e lui vuole cambiare, ma alla fine ci ricasca sempre. Prima me ne fregavo, poi mi arrabbiavo, andavo via, ma adesso, dopo l'ultima delusione, non ho più la forza di fare nulla. Sta buttando la sua vita, i suoi affetti, non si sta godendo la vita splendida che ha. Io ho iniziato ad avere attacchi di panico, di rabbia, crisi in generale e questo senso di impotenza che pesa come un macigno mi sta distruggendo. Vorrei aiutarlo ma il problema è più grande di me e tutte le volte mi convinco anche che possiamo riuscire a superare tutto da soli ma non è cosi. Dice bugie, si inventa cose, è addirittura arrivato a prendermi i soldi dalla borsa. Il giorno dopo l'assunzione invece ritorna il ragazzo di sempre ed io mi trovo in una situazione assurda. Non ne parlo con nessuno perché mi vergogno e questa cosa mi uccide dentro. Vorrei solo gridare e vorrei capisse tutto il male che sto sopportando, ma la droga sembra essere più importante di tutto....ora come ora non so se sono io la persona giusta per aiutarlo o se lui in realtà non ha ancora al 100% la volontà di voler cambiare. Ma le persone con dipendenza ce l'hanno una volontà ??? O sono solo convinti di averla? Perché io ci credo più di lui forse. Ma adesso siamo una famiglia, devo esserci io al suo fianco oppure farmi da parte e riprendere la mia integrità mentale? Dovrei avvisare i genitori e dargli questo dispiacere??? Io non so piu che fare. Scusatemi per il tempo che vi ho sottratto
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
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Gentilissima, il suo racconto descrive con precisione alcune delle caratteristiche principali della relazione affettiva con una persona tossicodipendente. Chi ne fa uso oscilla tra lucidità, craving e ricadute, sempre più frequenti. Mentre il partner reagisce secondo le proprie risorse e aspettative: di solito, l'iniziale 'fregarsene' lascia spazio alla rabbia, poi alla frustrazione, che può portare appunto anche ad allontanarci. E' però il legame stesso e la responsabilità percepita a farci tornare, sempre più scarichi energeticamente perchè progressivamente disillusi, impotenti. La fase nella quale mi pare sia ora credo sia fondamentale: scrive di non sapere più che fare, ma allo stesso tempo riconosce che il non concedersi di parlarne, anche coi suoi suoceri, le sia sempre più dannoso. Possiamo pensare che la lealtà nei confronti di chi ci fa del male, seppur indirettamente, lo protegga e protegga allo stesso tempo il nostro sentirci 'famiglia'. Se lei ne ha scritto qui, forse è arrivato il momento di interrompere il loop di frustrazione e sofferenza che troppo a lungo ha sopportato e di cui si è vergognata e si vergogna. Innanzitutto chiedendo una mano! Alle persone che le sono vicino, a un professionista. Perchè no, a entrambi.
Gentile utente mi rammarico per la sua sofferenza l' accurata descrizione rientra, purtroppo, nel quadro di un soggetto dipendente da una sostanza. Lei non deve vergognarsi ma credo sia giunto il momento di prendere, come ha già intuito, provvedimenti seri e chiedere aiuto sia ai genitori sia ad una struttura o psicoterapeuta; queste situazioni necessitano di tutti gli aiuti possibili per evitare che anche Lei soccomba nel panico e nel dolore. Una persona tossicodipendente avrà come priorità la droga e senza ausili non sarà in grado di uscirne.
Buongiorno. Ha descritto molto efficacemente cos'è e quali sono gli effetti della dipendenza da cocaina sul diretto interessato e sui suoi familiari stretti. A costo di sembrare drastico, le consiglio di porre dei paletti precisi e di "imporre" una cura medico psichiatra, prima che la situazione si aggravi ulteriormente. Eviti anche di porsi comunque nella posizione della "crocerossina" e di pensare davvero alla sua integrità psicofisica.
Cordiali saluti.
Cordiali saluti.
Buongiorno, nel suo racconto di quello che sta attraversando emerge tutta la sua sofferenza, paura, indecisione di come muoversi; purtroppo, è la descrizione di chi vive con un soggetto dipendente da una sostanza. Sicuramente non deve vergognarsi ne avere sensi di colpa, ma come ha già intuito, chiedere aiuto sia per se stessa che per suo marito. Queste situazioni necessitano di tutti gli aiuti possibili.
Buongiorno, la dipendenza da sostanze nasconde un profondo disagio e una grande sofferenza, da qui il bisogno di assumere la sostanza diventa la priorità nella persona dipendente proprio per "alleviare " il dolore. Per uscire da questa situazione che sta travolgendo la vostra famiglia è indispensabile e urgente un intervento professionale. Lei ha già compreso che la situazione è arrivata al limite. Rivolgetevi al più presto a personale specializzato. Vi faccio i miei auguri
Salve, lavorando anche in u servizio per le dipendenze comprendo benissimo il suo stato d’animo. Suo marito ha sviluppato una dipendenza da sostanze e anche se ha la volontà di smettere, il periodo di craving (cioè il momento in cui sente forte l’astinenza tanto da fare di tutto per ricercare la sostanza di cui è dipendente) è molto forte da annullare qualsiasi cosa. Sicuramente l’aiuto è necessario per suo marito, che oltre ad intraprendere una psicoterapia per riuscire a gestire il craving e comprendere come il significato che ha per lui la cocaina, è importante che si rivolga ad un serd (servizio per le dipendenze). Fondamentale anche per lei un sostegno psicologico, che può essere sia individuale che in gruppo. Le consiglio i gruppi di auto mutuo aiuto per familiari di dipendenti. So che quello che sto scrivendo può essere emotivamente forte, ma il primo passo per affrontare una situazione di dipendenza è vederla per quello che è realmente. Se vuole rimango a disposizione per un confronto, anche on line. Dott.sa Brunella Ieva
Dietro la tossicodipendenza c'è in genere un problema psicologico legato a relazioni difficili e/o condizioni esistenziali di disagio delle quali il diretto interessato e parenti ed affini non hanno chiara consapevolezza. Pertanto occorre l'intervento di uno psicoterapeuta che aiuti la persona, e se serve i suoi familiari, a risolverlo. Ovviamente però occorre anche il desiderio del soggetto di uscire dalla dipendenza e la disponibilità a farsi aiutare dallo psicologo e da eventuali altri soggetti dedicati allo scopo.
Gentilissima, comprendo la sua sofferenza e la sua difficlotà, il mio consiglio è quello di farsi aiutare lei, purtroppo sull'altro non abbiamo potere ma abbiamo molto potere su noi stessi.
Comprendere le motivazioni profonde che la spingono a stare in una relazione cosi piena di dolore è fondamentale per lei innanzitutto, poi magari il suo percorso avrà delle conseguenze anche su suo marito, ma non può partire da lui, deve partire da sè stessa. Prima di poter pensare di prenderci cura dell'altro dobbiamo essere capaci di prenderci cura di noi stessi: è fondamentale.
Per cui il mio consiglio è quello di rivolgersi ad un terapeuta esperto in dipendenze affettive e farsi aiutare.
La abbraccio.
Comprendere le motivazioni profonde che la spingono a stare in una relazione cosi piena di dolore è fondamentale per lei innanzitutto, poi magari il suo percorso avrà delle conseguenze anche su suo marito, ma non può partire da lui, deve partire da sè stessa. Prima di poter pensare di prenderci cura dell'altro dobbiamo essere capaci di prenderci cura di noi stessi: è fondamentale.
Per cui il mio consiglio è quello di rivolgersi ad un terapeuta esperto in dipendenze affettive e farsi aiutare.
La abbraccio.
Buongiorno, non si possono dare qui vere risposte esaustive perché sono argomenti da approfondire. Certamente le consiglio di fissare un appuntamento con uno psicoterapeuta per sé. Anche suo marito ha bisogno di aiuto che non può essere solo il suo.
Sono cose troppo importanti e serie per poterle affrontare alla leggera.
Cordiali saluti.
Dr Elena Santomartino
Sono cose troppo importanti e serie per poterle affrontare alla leggera.
Cordiali saluti.
Dr Elena Santomartino
Salve, comprendo i sentimenti complessi che sta attraversando, il vedere il proprio marito cambiare, assumere atteggiamenti sempre più contraddittori che fanno arrabbiare e sperimentare alternati momenti di speranza a momenti di profonda delusione.
La tossicodipendenza è disturbo complesso che per essere trattato non ha bisogno solo di forza di volontà, che è necessaria, ma di interventi specialistici mirati (psicologici, sociali e tal volta anche psichiatrici). Certe volte ci si blocca nell'idea che se ci fosse la volontà per non consumare, si riuscirebbe a smettere, ma è una idea non realistica! E' importante che in modo fermo ma empatico porti suo marito a prendersi cura del suo disturbo, attraverso un supporto psichiatrico/psicologico (tal volta sono necessari dei farmaci per la gestione dell'astinenza), o meglio ancora un accesso ad un SerT. Tali servizi sono specialistici per le dipendenze e offrono un supporto ideale per tossicodipendenti e i loro familiari (ai quali possono fare consulenze psicologiche per aiutare a gestire comportamenti dei parenti). Come le è stato già scritto è fondamentale che non sia lei ad assumere il ruolo di curante di suo marito, ma che rimanga ferma sul fatto che suo marito si deve curare.
E' quindi importante che le valuti anche un consulto personale, per approfondire i suoi stati d'animo e avere un supporto in questo momento molto difficile.
La tossicodipendenza è disturbo complesso che per essere trattato non ha bisogno solo di forza di volontà, che è necessaria, ma di interventi specialistici mirati (psicologici, sociali e tal volta anche psichiatrici). Certe volte ci si blocca nell'idea che se ci fosse la volontà per non consumare, si riuscirebbe a smettere, ma è una idea non realistica! E' importante che in modo fermo ma empatico porti suo marito a prendersi cura del suo disturbo, attraverso un supporto psichiatrico/psicologico (tal volta sono necessari dei farmaci per la gestione dell'astinenza), o meglio ancora un accesso ad un SerT. Tali servizi sono specialistici per le dipendenze e offrono un supporto ideale per tossicodipendenti e i loro familiari (ai quali possono fare consulenze psicologiche per aiutare a gestire comportamenti dei parenti). Come le è stato già scritto è fondamentale che non sia lei ad assumere il ruolo di curante di suo marito, ma che rimanga ferma sul fatto che suo marito si deve curare.
E' quindi importante che le valuti anche un consulto personale, per approfondire i suoi stati d'animo e avere un supporto in questo momento molto difficile.
Salve, mi dispiace per il la sofferenza che sta riportando.
Le suggerisco di iniziare a ritagliarsi un momento per se’ per lavorare in psicoterapia per aiutarla a gestire momenti che descrive sopra con suo marito, inoltre sarebbe necessario, coinvolgere altri familiari per sentire meno il peso ed esserle di supporto,
Resto a disposizione per eventuali dubbi
Cordiali saluti
Dott.ssa Daniela Chieppa
Le suggerisco di iniziare a ritagliarsi un momento per se’ per lavorare in psicoterapia per aiutarla a gestire momenti che descrive sopra con suo marito, inoltre sarebbe necessario, coinvolgere altri familiari per sentire meno il peso ed esserle di supporto,
Resto a disposizione per eventuali dubbi
Cordiali saluti
Dott.ssa Daniela Chieppa
Salve, lei non deve vergognarsi di niente anzi deve essere fiera di se stessa per l'attenzione che ha verso il suo compagno. Il problema delle tossicodipendenze è molto serio e lei deve chiedere l'aiuto ai suoi parenti e a una struttura adeguata . Deve chiedere aiuto perché da sola non può gestire la situazione che sicuramente peggiorerà nel corso del tempo. Saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Emerge molto chiaramente la sua sofferenza ma anche la sua stanchezza, emotiva e fisica. Emerge chiaramente anche il circolo vizioso in cui è immerso suo marito e lei, di conseguenza. L'amore che prova per lui, la vergogna che sente nonché le fasi in cui lui sembra "il ragazzo di sempre" la confondono ulteriormente impedendole di fare ciò che le consiglio vivamente di fare: chiedere aiuto, innanzitutto per se stessa (e per prendere in carico i disagi emotivi che descrive) ma anche per suo marito che deve essere supportato nel percorso di disintossicazione, che è lungo e difficile. Ovviamente è molto importante che suo marito sia motivato nell'intraprenderlo e che si attivi una rete di professionisti diversi che lo sostenga. Rimango a disposizione, cari saluti, d.ssa Paola Pellegrino
Gentile utente, dalle sue righe si percepisce una grande sofferenza e disperazione e io vorrei ringraziarla per averla condivisa con noi.
Lei ha descritto alla perfezione un soggetto dipendente da sostante, come già sa ma sicuramente trova difficile rendere tale pensiero reale e affidandosi alla parte di quest'uomo che promette e ritorna il ragazzo di sempre.
Io le consiglio di agire subito e rivolgersi a delle strutture che possono aiutarlo, mettendo anche al corrente il resto dei familiari per il semplice motivo di aiutarlo concretamente.
Non dimentichi inoltre di sé stessa e consideri anche lei un percorso psicologico per affrontare questa difficile situazione.
Un caro saluto
Dott.ssa Veronica Guidi
Lei ha descritto alla perfezione un soggetto dipendente da sostante, come già sa ma sicuramente trova difficile rendere tale pensiero reale e affidandosi alla parte di quest'uomo che promette e ritorna il ragazzo di sempre.
Io le consiglio di agire subito e rivolgersi a delle strutture che possono aiutarlo, mettendo anche al corrente il resto dei familiari per il semplice motivo di aiutarlo concretamente.
Non dimentichi inoltre di sé stessa e consideri anche lei un percorso psicologico per affrontare questa difficile situazione.
Un caro saluto
Dott.ssa Veronica Guidi
Salve, pensi che neanche uno psicoterapeuta smanicato potrebbe risolvere da solo questa situazione.
Occorre un lavoro di equipe, come quelli che si trovano nelle migliori strutture di recupero per tossicodipendenti.
L’unica cosa che potrebbe tentare e di fargli fare qualche seduta da uno psicoterapeuta in modo da permettergli di ammettere di non poter farcela da solo.
Però se lui non vuole inizi a valutare possibilità diverse per se stessa.
In altre parole, o affogare in due o mettersi in salvo per poter dare una mano da fuori.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Occorre un lavoro di equipe, come quelli che si trovano nelle migliori strutture di recupero per tossicodipendenti.
L’unica cosa che potrebbe tentare e di fargli fare qualche seduta da uno psicoterapeuta in modo da permettergli di ammettere di non poter farcela da solo.
Però se lui non vuole inizi a valutare possibilità diverse per se stessa.
In altre parole, o affogare in due o mettersi in salvo per poter dare una mano da fuori.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Gentile signora, ha fatto bene a rompere il suo isolamento e a scrivere qui. Da soli in queste situazioni si va solo nella disperazione più cupa. Lei sta toccando con mano il problema della dipendenza di un familiare, che arriva a prenderti i soldi in tasca. Suo marito non è in sè in quei momenti, è in preda ad uno stato biochimico alterato che toglie qualsiasi inibizione. E' fondamentale che si curi in un centro specializzato dove un equipe multidisciplinare si occuperà di lui e coinvolgerà voi familiari. Se lei lo "protegge" mantenendo il silenzio, danneggia lui e e se stessa. Venendo proprio a lei, sarebbe importante che si facesse seguire da uno/una psicoterapeuta sia come forma di sostegno psicologico, sia per acquisire strumenti comportamentale e relazionali con suo marito in modo da aiutarlo al meglio in questa situazione. Ora la priorità è senz'altro indirizzare lui in un centro, ma allo stesso tempo aiutare lei a reggere la situazione e nel tempo decidere cosa fare. Rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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