Salve, sono una ragazza e ultimamente sto vivendo una situazione non bella.. premetto che sono segui

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Salve, sono una ragazza e ultimamente sto vivendo una situazione non bella.. premetto che sono seguita da uno psicologo e ho fatto diverse visite da psichiatri. Tutto è iniziato a gennaio, quando ho iniziato ad avere ansia (prima volta in vita mia) ed avevo perennemente questo umore triste, mi capitava di piangere spesso ma di non capire cosa mi stesse accadendo. Nel frattempo, mandavo avanti una relazione di quasi 3 anni con una persona che aveva degli atteggiamenti un po’ strani, aveva scatti d’ira, si innervosiva tanto per le cose più superficiali, quando si arrabbiava urlava con un tono di voce per me esagerato, negli ultimi tempi era diventato troppo possessivo e geloso (una volta mi ha fatto una scenata sotto lo studio dello psicologo perché avevo fatto ritardo e non l’avevo avvisato, dubitando di ciò che stessi realmente facendo in seduta) e ci sono stati un paio di episodi in cui mi ha preso per il colletto della maglia. Ho tenuto dentro di me tutto questo, non parlandone con la mia famiglia per timore che cambiassero opinione su di lui. Andando avanti con le sedute, nel giro di pochi mesi, sono arrivata alla conclusione che probabilmente il mio malessere era lui, non riuscivo a mettere fine alla relazione fino a che un giorno ho trovato il coraggio, mi sono aperta con la mia famiglia e ho messo fine alla relazione. Il giorno in cui abbiamo parlato, prima di incontrarlo, ho avuto la notizia di una ragazza che si era impiccata e da quel momento in poi per me questa notizia è diventata un’ossessione.. ricordo che quando lui mi diceva tutte le cose che avrebbe fatto senza di me e una volta ritornato nella sua città, io dentro di me pensavo “e se facessi la fine di quella ragazza?”. È stato un pensiero fisso per giorni e giorni, ad oggi si è depotenziato ma c’è ancora.. ho iniziato a pensare “chissà se quel giorno ci sarò ancora” o ad oggi se penso ad eventi futuri vedo tutto nero, come se non riuscirò a far niente. Ho iniziato per prima ad avere paura di perdere il controllo e buttarmi dal balcone, poi dei treni e di qualsiasi cosa con la quale potessi farmi del male.. dai ponti allo sportello delle auto.. ho passato dei mesi bruttissimi, al mattino mi alzavo angosciata, agitata ed esasperata.. l’ansia c’era e c’è ancora oggi e tuttora non riesco a badare alla mia mente, produce tanti pensieri negativi e il pensiero va sempre al fatto di potermi togliere la vita e la cosa che mi spaventa è che a volte l’ansia è così tanta da avere l’urto del vomito e da non farmi capire se è un’ossessione o una cosa che voglio realmente.. ad oggi sono sempre accompagnata da qualcuno perché nella mia mente è scattato il meccanismo secondo il qualche se sono con qualcuno ed io dovessi iniziare a scappare o correre verso una stazione o un ponte qualcuno mi fermerebbe.. non so più cosa significa vivere, non mi riconosco più neanche quando mi guardo allo specchio.. non capisco perché nonostante io abbia avuto il coraggio di chiudere una relazione tossica e non abbia mai provato a farmi del male, non riesco a superare tutta questa situazione ma mi perseguitano solo questi pensieri brutti secondo i quali succederà qualcosa di brutto e non riuscirò mai più ad essere felice e tornare una persona “normale”..
Buongiorno,
mi spiace per il momento di difficoltà che sta vivendo: l'aver posto fine alla sua relazione, soprattutto con le caratteristiche con cui lei la descrive, è stato probabilmente un passo positivo e doveroso per lei per stare meglio, ma è possibile che per come lei è strutturata il "rimanere da sola" sia una situazione difficile da gestire.
Chiaramente quello che le dico si basa sulle poche righe che ha scritto e ogni cosa meriterebbe un approfondimento. Per questa ragione le consiglio, visto che è già seguita, di approfondire il suo disagio attuale in terapia.

Cordialmente
Dott. Giacomo Caiani

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Salve,
Mi dispiace molto per la sofferenza che sta vivendo in questo momento così difficile. È evidente che ha fatto passi importanti, come riconoscere la tossicità della relazione in cui si trovava e trovare il coraggio di chiuderla, il che dimostra una grande forza e capacità di prendersi cura di sé. Tuttavia, comprendo quanto sia frustrante e angosciante affrontare ora questi pensieri intrusivi, l’ansia e il timore di perdere il controllo.

È naturale che dopo una relazione tossica e con delle dinamiche abusive, il cervello e il corpo rimangano in uno stato di allerta e confusione. L’ansia e i pensieri ossessivi che sta descrivendo possono essere una manifestazione di questo stress accumulato. Gli episodi di pensieri autolesionistici e di paura di perdere il controllo sono tipici del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) o di ansie post-traumatiche, soprattutto se collegati a situazioni di grande pressione emotiva.

Il fatto che abbia paura di fare del male a sé stessa ma che allo stesso tempo non lo desideri davvero è un segnale che i suoi pensieri rientrano in una categoria ossessiva, dove la mente è intrappolata in un ciclo di preoccupazioni che non riflettono le sue vere intenzioni. Il disagio e l'angoscia che prova dimostrano che non vuole realmente fare del male a sé stessa, ma che i pensieri intrusivi la stanno tormentando.

La cosa fondamentale, e che sta già facendo, è non rimanere da sola. Parlare apertamente con il suo psicologo o psichiatra di questi pensieri è essenziale per ricevere il giusto supporto, che può includere sia terapia cognitivo-comportamentale (che è molto efficace per i pensieri ossessivi) sia, se necessario, un aiuto farmacologico specifico per l'ansia o il DOC.

Nel frattempo, non perda di vista il fatto che ogni giorno che passa e che riesce a superare queste paure è un passo avanti verso la guarigione. La invito a essere gentile con sé stessa, a non giudicarsi troppo duramente per i pensieri che sta avendo, perché sono una manifestazione della sofferenza, non della sua volontà.

Ha già dimostrato un'incredibile forza, e sono convinta che con il giusto supporto possa ritrovare la serenità e la fiducia in sé stessa. Se ha bisogno di parlare, non esiti a contattarmi.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Ciao, mi dispiace molto per la difficile situazione che stai attraversando. È comprensibile che, nonostante il coraggio di chiudere una relazione tormentata e difficile, tu ti senta ancora intrappolata in pensieri angoscianti e in preda all'ansia. Da quello che descrivi, i pensieri intrusivi e il senso di perdita di controllo sembrano averti profondamente scossa, ed è normale sentirsi disorientati e spaventati da queste emozioni così intense. Il fatto che tu sia già seguita da uno psicologo e abbia consultato psichiatri è un passo molto importante, e ti incoraggerei a continuare a condividere apertamente con loro questi pensieri e paure, in modo che possano aiutarti a trovare strategie per affrontarli. Non sei sola in questo percorso, e con il giusto supporto potrai ritrovare stabilità e serenità.

Ti abbraccio, la dottoressa Agne Rumi
Buongiorno, mi dispiace molto per il malessere che sta vivendo. Spesso è difficile fare una scelta come quella che ha compiuto di rompere una relazione dalle dinamiche nocive e nonostante sia consapevole che era ciò che le serviva, a volte alterare un proprio equilibrio o modificare una propria comfort zone, può essere destabilizzante e rendere incerto tutta una serie di punti fermi, come noi stessi, la vita e il futuro che si danno solitamente per assodato. Le consiglio di parlarne con lo psicologo che la segue ed eventualmente con lo psichiatra di riferimento. In questi casi può essere utile trovare un modo per non assecondare i rimuginio ossessivo, piuttosto è importante comprendere quale emozione lo sta alimentando e cosa può aiutarla a sentirsi più sicura e meno in balia delle proprie paure.
Un caro saluto,
Dott.ssa Matilde Ciaccia
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Carissima, hai fatto un passo molto coraggioso nel riconoscere e uscire da una relazione che ti stava facendo del male, ma il percorso verso il benessere non è sempre lineare. Spesso, quando ci liberiamo di qualcosa di tossico, il nostro mondo interiore può sembrare caotico, come se i pensieri e le paure emergessero in modo più intenso. È normale avere momenti di confusione e smarrimento dopo una rottura così difficile, soprattutto se accompagnata da una fase di fragilità emotiva. Quello che stai descrivendo riguarda un forte turbamento emotivo e mentale, che si manifesta sotto forma di pensieri ossessivi e ansia. Questi pensieri non riflettono la tua volontà, ma piuttosto la paura di perdere il controllo. Essere accompagnata da qualcuno è una forma di sicurezza che ti stai offrendo in questo momento. Nonostante tutto, stai cercando di proteggerti e questo è già un segnale di profondo desiderio di vita e di ripresa. Continua a farti seguire dal tuo psicologo e a condividere ciò che provi con chi ti è più vicino. Le emozioni, per quanto intense, sono qualcosa che può essere compreso e trasformato, anche se al momento può sembrare difficile. Non sei sola in questo percorso, e anche se adesso sembra tutto buio, la tua volontà di affrontare e comprendere ciò che stai vivendo è già un passo fondamentale. Un caro saluto
Buonasera,
Capisco quanto questo momento possa essere estremamente difficile e doloroso, e voglio riconoscere la tua grande forza nell’affrontarlo e nel chiedere aiuto. Hai vissuto una relazione che ti ha provocato molta sofferenza e, anche dopo aver preso la decisione coraggiosa di chiuderla, ti trovi a combattere con pensieri intrusivi e ansia che sembrano opprimerti. È normale sentirsi confusi e spaventati di fronte a queste emozioni intense, soprattutto quando sembra che l’ansia prenda il controllo dei tuoi pensieri e del tuo corpo. Dal punto di vista della terapia cognitivo-comportamentale (CBT), è importante ricordare che questi pensieri ossessivi, per quanto spaventosi, non riflettono ciò che desideri veramente. Il fatto che ti creino tanta paura dimostra quanto non siano in linea con chi sei realmente. Questi pensieri intrusivi fanno parte di un ciclo d’ansia che il tuo cervello, in modo automatico, sta producendo. So che può sembrare impossibile in questo momento, ma con gli strumenti giusti puoi imparare a ridurre il loro impatto e riprendere il controllo. Una parte importante del percorso è imparare a non combattere direttamente questi pensieri, ma ad accettarli per quello che sono: solo pensieri, non realtà. Tecniche CBT come la ristrutturazione cognitiva ti aiuteranno a sfidare i pensieri negativi e a vedere le situazioni in modo più equilibrato. L’esposizione graduale può essere un modo per affrontare le tue paure, ad esempio imparando pian piano a stare da sola senza sentirti in pericolo. La tua ansia, e i sintomi fisici che descrivi, sono un segnale di quanto il tuo corpo stia rispondendo al livello di stress che hai vissuto, soprattutto considerando la relazione difficile che hai lasciato alle spalle. Prenditi il tempo necessario per lavorare su questo con il supporto del tuo terapeuta. Non è strano che, nonostante tu abbia fatto un grande passo avanti chiudendo quella relazione, ti senta ancora intrappolata da questi pensieri. Ricorda che non sei sola in questo percorso, e il fatto che tu stia continuando a cercare aiuto dimostra la tua volontà di guarire. Non c’è una "normalità" che devi necessariamente raggiungere subito; il tuo percorso è unico e ci vuole tempo, ma puoi superare questi momenti difficili. Con il giusto supporto e un po' alla volta, riuscirai a ritrovare te stessa e a sentirti più forte. Dott. Andrea Boggero
Buonasera,
È comprensibile che, dopo aver affrontato una relazione che si è rivelata tossica e dopo aver trovato il coraggio di uscirne, ora stia vivendo un periodo così buio. A volte, anche quando riusciamo a liberarci da una fonte di malessere, le conseguenze emotive e psicologiche di quella situazione possono continuare a perseguitarci. I pensieri ossessivi e le paure riguardo al perdere il controllo sono molto comuni in situazioni di forte stress e ansia, soprattutto quando si è vissuta una relazione caratterizzata da dinamiche manipolative e di controllo, come sembra essere stato il suo caso.

Le reazioni che descrive – come l'ansia, l'angoscia e il timore di perdere il controllo – possono essere sintomi di un disturbo d'ansia o di un disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), in cui i pensieri intrusivi sono vissuti come minacciosi e molto difficili da controllare. La buona notizia è che esistono approcci terapeutici che possono aiutarla a gestire questi pensieri e a ridurre la paura che essi rappresentano. Uno degli aspetti più importanti è ricordare che il fatto che questi pensieri le causino tanta ansia è proprio un segno che non sono desiderati, ma piuttosto una manifestazione di una sofferenza interna che richiede attenzione e cura.

Il lavoro che ha fatto finora, sia con lo psicologo che con lo psichiatra, è già un passo importante nella giusta direzione. Potrebbe anche esplorare un approccio basato sulle metodologie attive, come lo psicodramma, che le permetterebbe di esprimere e rielaborare le emozioni in un contesto sicuro e protetto, lavorando anche attraverso il corpo e il movimento per dare un senso alle sue paure e al suo vissuto. Inoltre, il supporto della sua famiglia è un punto di forza molto importante, e il fatto che si senta meglio quando accompagnata da qualcuno indica che ha bisogno di sentirsi al sicuro e protetta.

Non si colpevolizzi per non riuscire ancora a "tornare alla normalità": il percorso di guarigione richiede tempo, e ciascuno ha i propri tempi. Le consiglio di continuare a cercare il supporto dei professionisti e di lavorare insieme per trovare l'approccio più adatto a lei. Se vuole esplorare un percorso di tipo diverso, che includa anche una componente attiva e esperienziale, sono disponibile per affiancarla e aiutarla a superare questo momento difficile.
d.ssa Raileanu
Salve, lei ha fatto una scelta importante ai fini di ritrovare benessere, ma a quanto pare non ci sta riuscendo.
Le faccio notare che lei è uscita da una condizione di alto livello di maltrattamenti e che potrebbe all’interno di una condizione psichica dov’è il trauma la fa ancora da padrone.
Mi auguro che faccia ancora psicoterapia, quando abbiamo immagazzinato la condizione di vittima occorre tempo per liberarsi dagli effetti a posteriori di tutto quello che è successo.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno, brava che è riuscita a chiudere la relazione e che si faccia supportare da quante più persone care e professionisti che possano darle una mano quando ha bisogno.
Credo che questi pensieri ossessivi di fare del male a se stessa quando in realtà non vuole sono da approfondire in terapia, in quanto è possibile che una parte di lei voglia ancora bene a lui e lo stia proteggendo spostando su se stessa le paure quando è possibile che in realtà lei abbia paura di lui , che lui possa farle del male ma non può ammetterlo a se stessa perché una parte di lei lo vede ancora come uno che lei ama o ha amato. Ecco secondo me il conflitto che genera questi stati ansiosi.
Approfondisca questi aspetti con il suo terapeuta e non abbia paura di sé stessa. Tutte queste emozioni e sintomi che lei prova sono solo una forma di protezione che le causano allerta, hanno sempre un senso e la maggior parte delle volte è protettivo. Se la situazione è particolarmente grave si può rivolgere a un centro di aiuto per la violenza e li la aiuteranno a gestire la situazione in altri modi.
Salve gentile Utente, sono molto dispiaciuto per la sofferenza che sta vivendo e le difficoltà che sta affrontando. Da ciò che racconta, sembra che abbia già fatto passi molto coraggiosi, come affrontare e chiudere una relazione tossica e condividere la sua esperienza con la famiglia. Nonostante ciò, il dolore e l’ansia sembrano persistere e influenzare fortemente la sua vita quotidiana, creando pensieri angoscianti legati alla paura di perdere il controllo e compiere gesti estremi.

Innanzitutto, è importante sottolineare che questi pensieri, per quanto spaventosi e disturbanti, non necessariamente rappresentano un desiderio reale di farsi del male. Spesso possono essere espressione di un profondo stato di ansia e disagio, e non un’indicazione di qualcosa che si desidera fare. Quando l’ansia è molto intensa, può generare pensieri intrusivi e ossessivi, che sono difficili da gestire e possono sembrare incontrollabili. In effetti, sembra che si stia confrontando con una forma di ansia o ossessione che sta alimentando questi pensieri, e il fatto che si spaventi e si preoccupi per la loro presenza è un chiaro segno che non vuole davvero farsi del male.

La paura di perdere il controllo, di non essere più la persona che era prima, o di non poter tornare alla normalità è un’esperienza comune in situazioni di forte ansia e stress. Lei sta vivendo un periodo di transizione emotiva e mentale, e questo può spiegare perché il malessere persista anche dopo aver preso decisioni importanti come chiudere una relazione tossica.

Le potrei suggerire alcuni aspetti su cui riflettere e che potrebbe esplorare con il suo terapeuta:

1) I pensieri che sta descrivendo potrebbero essere legati a una forma di pensiero ossessivo, dove l'ansia si concentra su situazioni estreme e su scenari catastrofici. Il fatto che le facciano paura e le causino disagio è un segno che questi pensieri sono sintomi di un disturbo e non desideri reali.

2) La paura che descrive, di correre verso stazioni o ponti, è probabilmente collegata all’ansia e all’incertezza. Sentirsi accompagnata da qualcuno in questi momenti potrebbe darle una temporanea sensazione di sicurezza, ma lavorare sulla gestione dell’ansia potrebbe aiutarla a sentirsi più in controllo della situazione.

3) La fine di una relazione tossica, anche se una decisione giusta e salutare, può scatenare emozioni complesse, come il senso di vuoto, di perdita o di smarrimento. Questo periodo di transizione potrebbe essere la radice di alcuni dei suoi sentimenti attuali, e parlare di queste emozioni potrebbe aiutarla a elaborarle.

4) Esistono tecniche specifiche per affrontare e ridurre l'ansia, come la mindfulness, la respirazione profonda o la terapia cognitivo-comportamentale. Potrebbe essere utile esplorare queste tecniche con il supporto del suo terapeuta per ritrovare maggiore stabilità emotiva e ridurre l’intensità dei pensieri negativi.

Le consiglio di continuare il percorso con il suo psicologo e di non esitare a discutere apertamente di questi pensieri e delle sue paure. Con il giusto supporto, è possibile lavorare su questi pensieri intrusivi e sull’ansia, trovando un modo per gestirli in maniera più efficace.

È comprensibile che in questo momento si senta spaventata e confusa, ma con il tempo e il giusto sostegno potrà ritrovare una maggiore serenità e tornare a vivere la sua vita in maniera più leggera.

Le auguro tanta forza e coraggio, e se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
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Buongiorno,
Mi dispiace per il momento di difficoltà che sta vivendo. E' un'ottima cosa che sia riuscita a chiudere una relazione disfunzionale. Per quando difficile il suo percorso di risalita inizia da qui.
Dott. Marco Cenci
Gentile utente leggo davvero tanto disagio e sofferenza in quello che scrive. Quello che mi sento di dirle è di non demordere e di continuare a seguire il suo percorso terapeutico. Sicuramente è stato un passo importante quello di riuscire ad uscire da questa relazione tossica, ma immagino ci sia ancora strada da fare. Cordialità dott. Gaetano Marino
Gentile utente, la situazione che ha descritto racchiude tanta fatica e tanta sofferenza che meritano di essere ascoltate.
Non ci sono elementi sufficienti per poter fare una diagnosi, ci sono elementi che fanno pensare al disturbo d'ansia e altri elementi che fanno pensare al doc (disturbo ossessivo compulsivo). Nel doc si effettuano dei rituali (compulsioni) per agire sulle ossessioni (pensieri), bisognerebbe capire se la paura viene in qualche modo ritualizzata a seguito delle ossessioni. Per quanto riguarda l'ansia comprendo quanto possa essere difficile e invalidante la sua situazione. Quando l'ansia si presenta come eccessiva, intacca la qualità della nostra vita e del nostro funzionamento ed è quindi importante trovarvi una soluzione. Il sintomo è un indicatore prezioso perchè ci informa che qualcosa non va. Togliere l'ansia o il sintomo senza capirne l'origine e quindi la causa sarebbe una soluzione solo a breve termine e, pertanto, inefficace a lungo termine. E' importante trattare il sintomo come prezioso, sia che si tratti di ansia o attacchi di panico, per contestualizzare l'origine del problema e trovare una soluzione a lungo termine. Sarebbe quindi opportuno cercare un sostegno psicologico al fine di individuare gli elementi che hanno contribuito all'insorgere del suo malessere e porvi rimedio. Le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia; l'approccio cognitivo-comportamentale propone i trattamenti e le tecniche più efficaci per la gestione dell'ansia e del doc. Le auguro il meglio e resto a disposizione. Dott.ssa Arianna Savastio
Carissima, dalla narrazione si percepisce la situazione angosciosa che stai vivendo. In alcuni periodi il nostro inconscio ci sollecita ad affrontare ed elaborare emozioni inespresse. L'ansia ed i pensieri intrusivi di ideazione suicidaria sono sintomi che creano molto disagio ma se opportunamente elaborati attraverso un supporto psicologico possono aprire al proprio mondo interiore. Molto probabilmente ciò che hai vissuto nella relazione ha rievocato in te paure e sentimenti non elaborati. Ti consiglio di farti supportare da uno specialista e concederti uno spazio di riflessione per te stessa. Vedo particolarmente indicato nel tuo caso l'intervento con tecnica di esperienza immaginativa: una sorta di sogno ad occhi aperti che si avvale dell'immaginario e del simbolo. Questa tecnica indicata in caso di blocchi emotivi stati ansiosi e ipercontrollo aiuta a vivere le emozioni insostenibili attraverso uno scenario simbolico in modo da sbloccare e risolvere anche perché non è un percorso che si compie soli ma insieme allo psicologo che partecipa emotivamente e trascrive tutto ciò che stai vivendo e narrando nella sequenza associativa di immagini. Spero di esserle stata d'aiuto, Una caro saluto. Sono a disposizione per necessità. Dott.ssa Anna Verrino
Gentile utente, prima di tutto ti ringrazio per aver condiviso il tuo vissuto. Comprendo come la situazione che stai vivendo sia per te motivo di importante sofferenza. Prima di tutto mi congratulo con te per aver avuto il coraggio di interrompere una relazione che, nonostante le sue difficoltà, posso immaginare non deve essere stato facile lasciare andare. Mi pare di capire che tu abbia una storia importante di difficoltà psicologiche, per cui mi è impossibile offrirti una diagnosi od una interpretazione specifica della tua situazione sulla base delle sole informazioni che hai condiviso. Sarebbe infatti necessario uno studio approfondito della tua storia di vita. Mi limito qui a dire che avere pensieri suicidari non implica necessariamente essere destinati o spinti a metterli in atto: ogni fantasia ha una diversa funzione e un diverso significato nell'assetto psichico della persona. Può essere, per esempio, un tentativo della tua mente di generare un'illusione di controllo rispetto alla situazione di ansia che hai descritto, attraverso un processo del tipo: "se volessi, potrei". In ogni caso, è certamente indicatore di un malessere che necessita di essere attenzionato con dovuta cura. Per cui ti incoraggio ad astenerti dal giudicarti per avere certi pensieri e ti invito piuttosto a cercare il supporto di un professionista che possa accompagnarti in un percorso che ti permetta di andare alla radice di questi disagi e risolverli. Per quanto difficile ti appaia la situazione, non perdere speranza in un futuro migliore: una via c'è. Bisogna solo compiere il primo passo. Spero di averti dato una risposta utile e rimango a disposizione in caso volessi pormi ulteriori domande o prenotare un primo colloquio gratuito. Un caro saluto, Dott. Alessandro Pittari

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