Salve, sono una ragazza di 33 anni. Il 24/01 ho subito un incidente in bici, riportando una frattu
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Salve, sono una ragazza di 33 anni.
Il 24/01 ho subito un incidente in bici, riportando una frattura scomposta prossimale al piatto tibiale, trattata d'urgenza con fissatore esterno.
In data 27/01, hanno proceduto all'operazione definitiva con installazione di mezzi di sintesi: 4 placche e una vite al ginocchio.
Il 06/02, all'uscita dall'ospedale, l'indicazione era quella di deambulare senza carico per 50 gg e cominciare fisioterapia per rinforzo isometrico muscolare e recupero graduale della flessione del ginocchio.
A causa dei tempi della sanità pubblica, ho cominciato la fisioterapia seguita solo il 04/03.
Il 21/03, dopo il controllo periodico, mi è stato concesso il carico sfiorante, continuando a portare il tutore articolato (libero), e di fare fisioterapia anche in acqua.
Il 05/04 lascio il centro per trasferimento nella mia regione d'origine; sono riuscita a riacquistare la flessione a 90° Attiva/95° Passiva ed estinzione a 0, e un discreto rafforzamento del quadricipite.
Il 15/04 comincio fisioterapista in acqua e in sala, presso un altro centro.
Continuo con carico sfiorante (con tutore) fino alla visita successiva.
Il 03/05 effettuo rx di controllo: mezzi di sintesi in sede, parziali fenomeni di consolidamento in evoluzione, ispessimento dei tessuti molli.
Dalla radio, il polpaccio risulta purtroppo ancora molto sgonfio.
Il 15/05, il nuovo ortopedico mi radarguisce, dicendo che sono indietro con la guarigione, che rischio la decalcificazione dell'osso; mi dice di togliere assolutamente il tutore (che fino ad allora ho continuato a tenere sotto consiglio del chirurgo, il quale voleva evitare rischi di distorsione del ginocchio) e di usare una sola stampella, di passare quindi al carico parziale.
Tolgo il tutore, quindi comincio a camminare con una sola stampella, messa al lato opposto rispetto alla gamba malata.
Ho camminato così per circa una settimana, a casa ho fatto 2 min di camminata ogni mezz'ora: di tanto in tanto, se metto il piede in un determinato modo, sento dolore a livello della frattura; all'inizio inoltre sentivo leggero dolore alla caviglia (ho applicato artiglio del diavolo).
Da ieri ho notato che il malleolo esterno è gonfio ma non più dolorante.
A tal proposito vorrei chiedere agli ortopedici esperti presenti se sono davvero molto indietro con il processo di guarigione. Se così fosse è recuperabile?
Rischio qualcosa ad insistere ora dopo mesi di cautela?
Il gonfiore alla caviglia, a questo punto, è normale?
È stata un'esperienza orribile, e lo è ancora... Anche se noto i miglioramenti, vivo costantemente nello sconforto pensando alle possibili complicanze e al fatto che dovrò vivere una vita, per forza di cose, limitata.
Il 24/01 ho subito un incidente in bici, riportando una frattura scomposta prossimale al piatto tibiale, trattata d'urgenza con fissatore esterno.
In data 27/01, hanno proceduto all'operazione definitiva con installazione di mezzi di sintesi: 4 placche e una vite al ginocchio.
Il 06/02, all'uscita dall'ospedale, l'indicazione era quella di deambulare senza carico per 50 gg e cominciare fisioterapia per rinforzo isometrico muscolare e recupero graduale della flessione del ginocchio.
A causa dei tempi della sanità pubblica, ho cominciato la fisioterapia seguita solo il 04/03.
Il 21/03, dopo il controllo periodico, mi è stato concesso il carico sfiorante, continuando a portare il tutore articolato (libero), e di fare fisioterapia anche in acqua.
Il 05/04 lascio il centro per trasferimento nella mia regione d'origine; sono riuscita a riacquistare la flessione a 90° Attiva/95° Passiva ed estinzione a 0, e un discreto rafforzamento del quadricipite.
Il 15/04 comincio fisioterapista in acqua e in sala, presso un altro centro.
Continuo con carico sfiorante (con tutore) fino alla visita successiva.
Il 03/05 effettuo rx di controllo: mezzi di sintesi in sede, parziali fenomeni di consolidamento in evoluzione, ispessimento dei tessuti molli.
Dalla radio, il polpaccio risulta purtroppo ancora molto sgonfio.
Il 15/05, il nuovo ortopedico mi radarguisce, dicendo che sono indietro con la guarigione, che rischio la decalcificazione dell'osso; mi dice di togliere assolutamente il tutore (che fino ad allora ho continuato a tenere sotto consiglio del chirurgo, il quale voleva evitare rischi di distorsione del ginocchio) e di usare una sola stampella, di passare quindi al carico parziale.
Tolgo il tutore, quindi comincio a camminare con una sola stampella, messa al lato opposto rispetto alla gamba malata.
Ho camminato così per circa una settimana, a casa ho fatto 2 min di camminata ogni mezz'ora: di tanto in tanto, se metto il piede in un determinato modo, sento dolore a livello della frattura; all'inizio inoltre sentivo leggero dolore alla caviglia (ho applicato artiglio del diavolo).
Da ieri ho notato che il malleolo esterno è gonfio ma non più dolorante.
A tal proposito vorrei chiedere agli ortopedici esperti presenti se sono davvero molto indietro con il processo di guarigione. Se così fosse è recuperabile?
Rischio qualcosa ad insistere ora dopo mesi di cautela?
Il gonfiore alla caviglia, a questo punto, è normale?
È stata un'esperienza orribile, e lo è ancora... Anche se noto i miglioramenti, vivo costantemente nello sconforto pensando alle possibili complicanze e al fatto che dovrò vivere una vita, per forza di cose, limitata.
Se ho capito bene ha iniziato il carico completo intorno ai 100 giorni post intervento: un tempo giusto. Continui con kinesiterapia e stretching per il recupero dell'articolarità e funzionalità del ginocchio e dell'arto in generale. Può ancora migliorare, pur ammettendo che degli esiti post traumatici dovranno obbligatoriamente esserci.
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