Salve, sono una ragazza di 31 anni fidanzata da 3 con un ragazzo di 26.. scrivo per avere un consi
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Salve,
sono una ragazza di 31 anni fidanzata da 3 con un ragazzo di 26.. scrivo per avere un consiglio da esperti del settore.
Circa 2 anni fa il mio ragazzo ha avuto una miocardite ed è stato ricoverato in ospedale per diversi giorni. Dopo circa un anno da quell'episodio, durante una normalissima spesa al supermercato, ha iniziato a manifestare sintomi quali: confusione generale, gambe molli, difficoltà respiratoria, tachicardia e pressione alta. I controlli effettuati in quell'occasione e durante l'ultimo anno (ripetuti in maniera quasi ossessiva da lui) fortunatamente non hanno portato alla diagnosi di alcuna malattia fisica; tutti gli specialisti concordano sulla possibilità di uno stato ansioso che sfocia in attacchi di panico.
Dopo tanti discorsi fatti e moltissima pazienza da parte mia, sono riuscita a convincerlo nel sentire il parere di un neurologo, lo stesso che gli ha prescritto delle gocce di tranquillante da assumere prima di andare a dormire e in occasione dei presunti attacchi di panico e di procedere con un consulto con uno psicoterapeuta.
MI chiedo dunque se, per la Vs esperienza, l'assunzione di tranquillanti è necessaria oppure si potrebbe evitare?!
Personalmente ho paura di un'eventuale dipendenza dagli stessi e dalla possibilità che il mio fidanzato possa non reagire nel giusto modo.
Vorrei poter affrontare i progetti di vita che abbiamo, con la giusta determinazione.
Grazie
sono una ragazza di 31 anni fidanzata da 3 con un ragazzo di 26.. scrivo per avere un consiglio da esperti del settore.
Circa 2 anni fa il mio ragazzo ha avuto una miocardite ed è stato ricoverato in ospedale per diversi giorni. Dopo circa un anno da quell'episodio, durante una normalissima spesa al supermercato, ha iniziato a manifestare sintomi quali: confusione generale, gambe molli, difficoltà respiratoria, tachicardia e pressione alta. I controlli effettuati in quell'occasione e durante l'ultimo anno (ripetuti in maniera quasi ossessiva da lui) fortunatamente non hanno portato alla diagnosi di alcuna malattia fisica; tutti gli specialisti concordano sulla possibilità di uno stato ansioso che sfocia in attacchi di panico.
Dopo tanti discorsi fatti e moltissima pazienza da parte mia, sono riuscita a convincerlo nel sentire il parere di un neurologo, lo stesso che gli ha prescritto delle gocce di tranquillante da assumere prima di andare a dormire e in occasione dei presunti attacchi di panico e di procedere con un consulto con uno psicoterapeuta.
MI chiedo dunque se, per la Vs esperienza, l'assunzione di tranquillanti è necessaria oppure si potrebbe evitare?!
Personalmente ho paura di un'eventuale dipendenza dagli stessi e dalla possibilità che il mio fidanzato possa non reagire nel giusto modo.
Vorrei poter affrontare i progetti di vita che abbiamo, con la giusta determinazione.
Grazie
Salve, per quanto riguarda l'utilizzo dei farmaci rivolga questa domanda al suo medico di fiducia. Inoltre, il suo partner ha mai pensato di intraprendere un percorso di psicoterapia?
Buona serata.
Dott. Fiori
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Gli ansiolitici, purtroppo, portano ad assuefazione ma questo non vuol dire che per un periodo il suo ragazzo li possa prendere per avere sollievo dagli attacchi di panico che sono tremendi. Sicuramente sono come prendere un analgesico per il mal di testa :dopo l'effetto il mal di testa torna se non si sconfigge la radice del problema. Per questo motivo è opportuno fare un percorso di psicoterapia per capire e risolvere le problematiche che ci sono dietro al sintomo ansioso. Ci vuole un po' di pazienza e comprensione ma sono cose che si possono superare. Un in bocca al lupo, Dr.ssa Vanessa Ferri
Salve, assumere l'ansiolitico può aiutare il suo ragazzo a trattare il sintomo, cioè l'attacco di panico. Naturalmente un percorso psicoterapeutico adeguato secondo me è indispensabile per individuare le cause profonde che stanno dietro al sintomo, per poterle superare e giungere al cambiamento. Un caro saluto, dr.ssa Daniela Benvenuti
Buongiorno,direi che il suo fidanzato ha subìto un trauma psicologico dopo la miocardite tutto quello che ha comportato.Ora è rimasta la paura che un evento di questo genere possa riprodursi nei momenti più impesati.Gli ansiolitici sono utili ma non risolutivi,sono sintomatici.Per eliminare questi attacchi di panico sarebbe più utile un percorso psicologico che lo aiuti a superare il disturbo post traumatico da stress ,questa è la diagnosi Un cordiale saluto Dottssa Luciana Harari
Cara utente,
grazie per aver condiviso con noi. Non deve essere facile affrontare questi eventi anche come compagna.
Per quanto riguarda gli ansiolitici in questo caso possono essere una stampella ma devono essere accompagnati da un percorso psicoterapeutico che abbia la finalità di individuare l’origine della sintomatologia ansiosa ed elaborarla. I farmaci se assunti in modo corretto non portano alla dipendenza e possono rappresentare un valido aiuto. Ma soli non bastano perché il sintomo potrebbe ripresentarsi. La psicoterapia è necessaria.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti.
Un caro saluto.
Dott.ssa Francesca Tardio
grazie per aver condiviso con noi. Non deve essere facile affrontare questi eventi anche come compagna.
Per quanto riguarda gli ansiolitici in questo caso possono essere una stampella ma devono essere accompagnati da un percorso psicoterapeutico che abbia la finalità di individuare l’origine della sintomatologia ansiosa ed elaborarla. I farmaci se assunti in modo corretto non portano alla dipendenza e possono rappresentare un valido aiuto. Ma soli non bastano perché il sintomo potrebbe ripresentarsi. La psicoterapia è necessaria.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti.
Un caro saluto.
Dott.ssa Francesca Tardio
Gentile utente, comprendo le sue preoccupazioni ma le posso dire che se è seguito da uno psicoterapeuta, con il tempo potrebbe anche non avere più necessità dei farmaci.
In bocca al lupo
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
In bocca al lupo
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Ottimo affidarsi alla psicoterapia. Come medico. credo che sia sempre il caso di non assumere psicofarmaci chimici, se non strettamente necessari. La medicina naturale offre ottime e innocue possibilità: Fitoterapia, Omeopatia, Fiori di Bach e Nutraceutica. Cordiali saluti.
Buonasera, dalla sua domanda si percepisce che a causa della sua malattia, il suo ragazzo ha subito un trauma che non è riuscito ad elaborare e gli procura gli attacchi di panico. Inizialmente per poter superare il sintomo potrebbe prendere dei psicofarmaci, sempre sotto controllo medico. In seguito dovrebbe intraprendere un percorso terapeutico per elaborare la causa dei suoi attacchi di panico, la terapia EMDR è adatta per l'elaborazione dei traumi, questo approccio psicoterapeutico lavora proprio sui ricordi immagazzinati in modo disfunzionali. Ho avuto molti successi con i miei pazienti con attacchi di panico, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Gentile utente, lo specialista neurologo ( psichiatra?) correttamente ha indicato anche un percorso psicoterapeutico.
Gli ansiolitici possono creare assuefazione e di fatto pur risolvendo al momento lo stato ansioso non ne curano le cause.
Un percorso psicoterapeutico svolto da uno psicologo specializzato in psicoterapia, permetterebbe invece al suo ragazzo di affrontare le dinamiche che sottendono al disturbo e sciogliere quei nodi critici che lo ‘giustificano’.
Gli ansiolitici possono creare assuefazione e di fatto pur risolvendo al momento lo stato ansioso non ne curano le cause.
Un percorso psicoterapeutico svolto da uno psicologo specializzato in psicoterapia, permetterebbe invece al suo ragazzo di affrontare le dinamiche che sottendono al disturbo e sciogliere quei nodi critici che lo ‘giustificano’.
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Gentile utente di mio dottore,
per il disturbo da attacchi di panico è opportuno un approccio di tipo integrato, farmacoterapia più psicoterapia. I farmaci consentirebbero un ridimensionamento della sintomatologia nel presente consentendo al suo ragazzo di poter svolgere regolarmente le attività quotidiane, la psicoterapia invece guarderebbe ad un benessere piu a lungo termine.
Mediante un percorso psicoterapico potrebbe approfondire le funzioni relazionali del sintomo e comprendere come meglio ricondurre la sintomatologia espressa.
Nella speranza di aver orientato la sua domanda attraverso questo poche righe.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
per il disturbo da attacchi di panico è opportuno un approccio di tipo integrato, farmacoterapia più psicoterapia. I farmaci consentirebbero un ridimensionamento della sintomatologia nel presente consentendo al suo ragazzo di poter svolgere regolarmente le attività quotidiane, la psicoterapia invece guarderebbe ad un benessere piu a lungo termine.
Mediante un percorso psicoterapico potrebbe approfondire le funzioni relazionali del sintomo e comprendere come meglio ricondurre la sintomatologia espressa.
Nella speranza di aver orientato la sua domanda attraverso questo poche righe.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve,
la situazione vissuta dal suo ragazzo è comprensibile: ha avuto una miocardite e i sintomi che prova gli hanno fatto temere ci fosse un'altra malattia in corso. Assumere degli ansiolitici e iniziare il percorso psicoterapeutico sarebbe un'ottima prassi, anche nell'ottica di togliere - se possibile - il farmaco al procedere della psicoterapia; ovviamente da valutarsi all'interno del percorso di terapia. Tuttavia, andare da uno psicoterapeuta, al netto del suo giustificato interesse, è una scelta che può essere presa solo dal suo compagno. Nel caso - l'avrà sicuramente già fatto - ma riprovi a comunicargli che a lei sta a cuore che lui possa vedere assieme anche ad uno specialista psicoterapeuta questi disagi che gli capitano.
Tutti noi non siamo in contatto con alcune nostre parti; alcune persone hanno più timore di altre ad avvicinarsi a letture di tipo psicologico.
Un augurio di risolvere
la situazione vissuta dal suo ragazzo è comprensibile: ha avuto una miocardite e i sintomi che prova gli hanno fatto temere ci fosse un'altra malattia in corso. Assumere degli ansiolitici e iniziare il percorso psicoterapeutico sarebbe un'ottima prassi, anche nell'ottica di togliere - se possibile - il farmaco al procedere della psicoterapia; ovviamente da valutarsi all'interno del percorso di terapia. Tuttavia, andare da uno psicoterapeuta, al netto del suo giustificato interesse, è una scelta che può essere presa solo dal suo compagno. Nel caso - l'avrà sicuramente già fatto - ma riprovi a comunicargli che a lei sta a cuore che lui possa vedere assieme anche ad uno specialista psicoterapeuta questi disagi che gli capitano.
Tutti noi non siamo in contatto con alcune nostre parti; alcune persone hanno più timore di altre ad avvicinarsi a letture di tipo psicologico.
Un augurio di risolvere
Gentile Signora, purtroppo la situazione che descrive può essere dovute a due diverse cause, una di tipo organico e una di tipo psicologico. E' sicuramente una buona prassi prima escludere la componente organica e poi lavorare su quella psicologica. La questione sulla dipendenza dai farmaci è un settore di competenza medica e questa domanda dovrebbe essere rivolta allo specialista che ha consigliato quel farmaco. Sicuramente lo conoscerà molto bene e saprà darvi le necessarie informazioni. La sola indicazione dell'uso di uno psicofarmaco non permette una lettura più approfondita di questa sua richiesta, L'approccio psicoterapeutico è una delle possibilità che ha a disposizione. Solitamente in queste condizioni porta a dei cambiamenti che durano nel tempo, ovviamente non è possibile prevedere il futuro ma gli studi indicano una stabilità dei risultati ottenuti ma, le ripeto, queste sono solo indicazioni di tipo generale e teorico che devono trovare riscontro nella specifica situazione della persona che manifesta un disagio e nella persona che collabora con lui per trovare una possibilità di cambiamento. Un cordiale saluto
Salve, i colleghi hanno già dato molte indicazioni che ritengo valide, il mio contributo è per lei che pone domande per il suo compagno e non per sé, credo che possa essere utile anche per lei interrogarsi sui vissuti che questa vicenda le suscita e come gestirsi al meglio per la vostra storia.
Massimiliano
Massimiliano
Buongiorno,
le dico che per esperienza personale lo “scontro” psicologico con una miocardite richiede sicuramente un confronto interno di tipo psicoterapico, soprattutto se il suo compagno precedentemente era in buona salute, e se l’evento evoca fantasmi interni che il cervello poi “traduce” in attacchi ansiosi acuti. Quindi: non si concentri tanto sull’assunzione di un miorilassante, quanto sulla capacità che il suo partner possiede nel farsi aiutare in un lavoro di elaborazione psichica....in bocca al lupo!
le dico che per esperienza personale lo “scontro” psicologico con una miocardite richiede sicuramente un confronto interno di tipo psicoterapico, soprattutto se il suo compagno precedentemente era in buona salute, e se l’evento evoca fantasmi interni che il cervello poi “traduce” in attacchi ansiosi acuti. Quindi: non si concentri tanto sull’assunzione di un miorilassante, quanto sulla capacità che il suo partner possiede nel farsi aiutare in un lavoro di elaborazione psichica....in bocca al lupo!
Buongiorno, la miocardite potrebbe aver causato un trauma psicologico non elaborato, spesso infatti corpo e psiche hanno tempi di guarigione differenti. La terapia farmacologica potrebbe aiutare il suo fidanzato a tenere a bada la sintomatologia ma non aiutarlo ad affrontare le cause del suo malessere. Pertanto il suggerimento è di valutare la possibilità di chiedere un consulto psicologico.
Inoltre, il problema oltre a coinvolgere in prima persona il suo fidanzato, indubbiamente coinvolge emotivamente anche lei. Parla di paura e si sta interrogando sul suo futuro. Valuti la possibilità di affrontare i vissuti determinati dall'accaduto, questo potrebbe aiutarla a sostenere meglio anche il suo partner e giovare pertanto al vostro rapporto.
Saluti
Inoltre, il problema oltre a coinvolgere in prima persona il suo fidanzato, indubbiamente coinvolge emotivamente anche lei. Parla di paura e si sta interrogando sul suo futuro. Valuti la possibilità di affrontare i vissuti determinati dall'accaduto, questo potrebbe aiutarla a sostenere meglio anche il suo partner e giovare pertanto al vostro rapporto.
Saluti
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Gentile signora, mi dispiace per questa sua preoccupazione più che comprensibile. Spero vivamente che il suo fidanzato intraprenda il percorso da lei suggerito. Potrà iniziarlo continuando a prendere le gocce e in accordo col suo neurologo queste potranno essere tolte gradualmente fino alla loro completa sospensione (se lo specialista lo ritiene opportuno ovviamente). In genere si può intraprendere un percorso terapeutico sostenuti da un farmaco che viene via via scalato, evitando così che si inneschi una dipendenza dallo stesso.
Spero di esserle stata utile.
Buona giornata,
Rosella Pettinari
Spero di esserle stata utile.
Buona giornata,
Rosella Pettinari
I tranquillanti possono essere utili, ma non sono mai curativi.
Un processo di crescita ed ampiamento della propria dimensione emozionale e cognitiva avviane in tutta 'altro modo e passa attraverso l'individuazione del proprio sè.
Personalmente ritengo sia un errore agire subito con i farmaci che è un intervento più drastico e finalizzato al momento. La psicoterapia, mira a un rafforzamento e sviluppo dell'intero individuo , che è in realtà e il reale processo curativo. L'approccio farmacologico dovrebbe subentrare dopo quello terapeutico una volta accertato che non vi è nulla di patologico (o in certe situazione essere concomitante ) ma mai invertire la gradualità della cura.
Cordiali saluti
Dott.ssa Helen Fioretti
Un processo di crescita ed ampiamento della propria dimensione emozionale e cognitiva avviane in tutta 'altro modo e passa attraverso l'individuazione del proprio sè.
Personalmente ritengo sia un errore agire subito con i farmaci che è un intervento più drastico e finalizzato al momento. La psicoterapia, mira a un rafforzamento e sviluppo dell'intero individuo , che è in realtà e il reale processo curativo. L'approccio farmacologico dovrebbe subentrare dopo quello terapeutico una volta accertato che non vi è nulla di patologico (o in certe situazione essere concomitante ) ma mai invertire la gradualità della cura.
Cordiali saluti
Dott.ssa Helen Fioretti
buongiorno
l assunzione di un farmaco e l eventuale dippendenza da esso è un tema da affrontare con il medico curante, tuttavia l'ansia come gli attacchi di panico possono essere affrontati anche con percorsi psicoterapici, e la gestione degli attacchi in se se il paziente ne ha le capacità, possono gestirsi con lavori corporei. dipende sempre dal paziente dalla sua consapevolezza e dalla sua volontà di affrontare la problematica. se deciderà di fare un percorso ne gioverà a entrambi sicuramente.
dottoressa alessandra stella
l assunzione di un farmaco e l eventuale dippendenza da esso è un tema da affrontare con il medico curante, tuttavia l'ansia come gli attacchi di panico possono essere affrontati anche con percorsi psicoterapici, e la gestione degli attacchi in se se il paziente ne ha le capacità, possono gestirsi con lavori corporei. dipende sempre dal paziente dalla sua consapevolezza e dalla sua volontà di affrontare la problematica. se deciderà di fare un percorso ne gioverà a entrambi sicuramente.
dottoressa alessandra stella
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