Salve sono una ragazza di 29 anni che ha una sorella di 23 anni che da circa 4 anni sta in cura per

17 risposte
Salve sono una ragazza di 29 anni che ha una sorella di 23 anni che da circa 4 anni sta in cura per disturbi alimentari e depressione ultimamente mentre parlavano mi ha detto che la sua vita sembra come se fosse finita il giorno in cui si è ammalata di questa e che tutti sembrano aver perso la speranza con lei sopratutto i nostri genitori che non l 'hanno mai né appoggiata né voluta in quanto le ricordano sempre che doveva essere abortita. Io personalmente non mi sono arresa ma sembra che lei non lo veda la mia domanda w cone posso fare per farla di nuovo iniziare a vivere e farle capire che io non mi sono arresa con lei?
Buongiorno,
mi spiace per la situazione che si trova ad affrontare.
Quando sale la nebbia nel percorso diventa difficile persino il passo più semplice e ci sentiamo disorientati, a volte tristi, altri stremati. E' proprio questo momento di crisi che può trasformarsi nell'opportunità di crescita e di comprensione di se stessi, purché si abbia una guida che ci accompagni in questo viaggio di comprensione di sè: ogni Dante ha diritto al suo Virgilio, come ogni Arianna ha diritto al suo filo rosso... Insomma, anche sua sorella potrà avere l'opportunità di non essere sola in questo viaggio alla ricerca della sua chiarezza interiore.
Può trasformarsi in un'opportunità a patto che venga seguita da un professionista che possa prendersi cura del suo disturbo.
A presto

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Salve, il fatto che sua sorella abbia cercato aiuto è buon segno per comprendere anche che lei non la sta mollando. Continui a starle accanto, ad accoglierla e a validarla nella sua emotività .
Inoltre, le suggerisco di intraprendere un percorso di psicoterapia poichè probabilmente questo avrà impattato anche su di lei.

Resto a disposizione per eventuali dubbi
Cordiali saluti
Dott.ssa Daniela Chieppa
Buongiorno, mi spiace molto per quello che sta, e che state entrambe, vivendo. Risponderei dividendo la domanda in due parti: lei può far capire a sua sorella che non tutti hanno perso la speranza nei suoi confronti visto che lei non si è arresa, e questo può farlo dicendoglielo come lo ha scritto qui. Non è in suo potere però farla "di nuovo iniziare a vivere" perché questo può solo metterlo in atto sua sorella, anche se certamente il sostegno di chi la ama e degli specialisti che la conoscono risulta fondamentale in questo processo.
Vorrei aggiungere che già il fatto che sua sorella ne abbia parlato con lei è un segno di fiducia nei suoi confronti e una richiesta di sostegno.
Valuti di intraprendere a sua volta un percorso di psicoterapia: essere familiari di chi vive situazioni così dolorose non è facile e può diventare assorbente e responsabilizzante. Penso che sia importante che anche lei abbia uno spazio in cui condividere le sue preoccupazioni, i suoi vissuti, i suoi dubbi, e i suoi sentimenti, sicuramente chiedere qui è un primo passo ma merita uno spazio di ascolto più dedicato e approfondito.
Resto a disposizione.
Un saluto, dott.ssa Dinicastro.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.

Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.

Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.

 Resto a disposizione, anche online.

Cordialmente, dott FDL
Salve,
da quello che scrive mi sembra che nella sua famiglia ci siano tanti motivi di sofferenza. Lei ci parla della sofferenza di sua sorella ma, forse, anche lei, date le circostanze, è attraversata dal dolore e dall'insoddisfazione. La invito a pensare sua sorella non come una persona malata ma come la persona più sensibile della sua famiglia che manifesta con la sua sintomatologia la sofferenza con la quale il resto della famiglia sembra convivere più facilmente, o riesca a nasconderla, negare.
Se i suoi genitori pensano di poter attribuire a sua sorella la resposabilità del loro errore: " sopratutto i nostri genitori che non l 'hanno mai né appoggiata né voluta in quanto le ricordano sempre che doveva essere abortita." allora penso che soprattutto loro dovrebbero, in tutta onestà, fermarsi a riflettere e decidere quale respossabilità assumere nei confronti di sua sorella, che senza la loro accoglienza amorevole è in evidenti difficoltà ad acquisire a sua volta funzioni di responsabilità nei riguardi dei suoi bisogni nutrizionali e relazionali: è depressa.
Capisco il suo sconforto perchè sente di dover essere lei a fare per sua sorella quello che non hanno fatto i suoi genitori: occuparsi resposnabilimente della sofferenza della loro famiglia.
Ogni individuo si sviluppa in relazione al contesto nel quale nasce e cresce, se si sente non desiderato e amato impara a non desiderare e amarsi.
Buonasera gentile utente, mi dispiace molto sentire la difficile situazione in cui si trova tua sorella, i disturbi alimentari e la depressione sono condizioni gravi che possono avere un impatto devastante sulla vita di una persona oltre a quello che i tuoi genitori le ricordano sempre. La cosa più importante è farle capire che le sei sempre vicino, ma soprattutto incoraggiala a cercare un aiuto professionale, uno psicoterapeuta può aiutarla a prendersi cura di se stessa e anche con il tuo supporto, tua sorella potrà ritrovare una vita felice. Resto a disposizione per qualsiasi informazione, sono disponibile anche per terapie online, un affettuoso saluto, D.ssa Cristina Sinno
Buongiorno, sono dispiaciuta per la situazione che state vivendo entrambe. È fondamentale che sua sorella, oltre la terapia, trovi della sicurezza emotiva anche all'interno del nucleo famigliare. Purtroppo, quando si soffre di questi disturbi, è come se la persona indossi degli occhiali con delle lenti nere, distorcendo la rappresentazione di sé, della realtà e della percezione di ciò che gli altri possano pensare di lei. Il terapeuta dovrebbe lavorare in questa direzione, aggiustando il processo "rotto" dei suoi schemi interni e aiutarla a riconnettersi con sé e il suo corpo. Purtroppo il percorso non è semplice, sua sorella potrebbe essere su un'altalena psicoemotiva, con periodi in cui sta meglio e altri in cui non trova soluzioni a vulnerabilità e fragilità. Consiglio anche a lei di intraprendere un percorso terapeutico, in quanto gestire una situazione del genere, molto complessa, anche vivendo con genitori noncuranti e/o svalutanti potrebbe compromettere il suo equilibrio interiore. Resto a disposizione anche per ulteriori domande.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Lo Re
Psicologa Psicoterapeuta
Torino e Asti
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buonasera, intanto grazie per aver condiviso quest'esperienza personale e delicata. Intanto c'è da dire che sua sorella è riuscita comunque già da qualche anno a seguire un percorso e ricevere aiuto, nonostante l'ambiente familiare sia problematico e non di supporto. Immagino che lei si senta un po' addosso la responsabilità di "salvarla", pur sapendo che non è un suo compito e che non ha potere in questo. Le consiglierei di farle sentire sempre il suo affetto e la sua vicinanza e il suo sostegno. Glielo ripeta spesso. E' una situazione molto complessa e più di questo, non credo che lei possa fare. E' possibile che in un contesto familiare così e in una situazione così difficile, possa anche lei aver bisogno di un supporto psicologico, non esiti a chiedere aiuto, nel caso. Un caro saluto.
Buonasera, per prima cosa è fondamentale che lei si arrenda a sé stessa, e al fatto che tanto più lei proverà ad adoperarsi per sua sorella, tanto più confermerà il ruolo di figlia "suprema" rispetto al suo di figlia "problematica". Utilizzo due espressioni che non condivido, ma lo faccio al fine di mostrare i due ruoli che state ricoprendo. Raccomando una terapia di tipo familiare che coinvolga i vostri genitori e lei e sua sorella insieme.

Resto a disposizione per le sue necessità.

Dott. Festa Simone
Buongiorno, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Dalle sue parole emerge come il disturbo di sua sorella ha un forte impatto emotivo sui familiari e su di Lei. Pertanto potrebbe essere utile che anche Lei iniziasse un percorso di sostegno psicologico. Resto a disposizione dott.ssa Elena Epilotti
Buonasera,
Essere un figlio non desiderato, che doveva essere "abortito", come scrive lei è una consapevolezza che può essere devastante.
Non so se sua sorella sia in cura, ma Credo che una psicoterapia intensiva, assieme ad una terapia farmacologica potrebbe essere fortemente necessaria.
Un caro saluto
Dott.ssa Cristina Villa
Buongiorno,

nelle famiglie in cui vi è la presenza di un figlio sintomatico con un disturbo alimentare è opportuno che quest'ultima possa esser seguita attraverso un percorso di terapia familiare proprio perché la sofferenza è tale da coinvolgere tutti i membri del sistema.
Mi sembra che sua sorella sia già in cura presso un servizio; sarebbe opportuno che anche voi come famiglia insieme con lei possiate esser seguiti; qualora questo non avvenga già la invito a parlare coi suoi di tale possibilità, ne varrebbe della salute mentale di ciascuno di voi.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, mi dispiace molto per quanto riporta in merito alla condizione di sua sorella. Cadere nei sintomi di un disturbo alimentare può essere estremamente doloroso e portare spesso anche a sintomi depressivi. Il malessere che si genera nella persona porta spesso a sofferenza e fatica da parte dei familiari che non sempre riescono da soli a trovare i modi giusti per essere di sostegno al pz. Per questo è sempre molto importante affiancare alla terapia personale della persona affetta da tali patologie, una terapia rivolta ai familiari. I familiari di una persona che ha un problema di salute mentale possono spesso sentirsi sopraffatti dalla fatica e dal senso di impotenza che si sperimenta, soffrendo molto nel non sapere come gestire al meglio la situazione. Per questa ragione prima ancora di dirle come dovrebbe aiutare sua sorella, le consiglio di dare importanza alla sofferenza che si sta alimentando in lei e allo stress di tale contesto, valutando un percorso di terapia di sostegno che possa dare in primis sostegno a lei e che possa quindi portarla ad essere più forte per sostenere come vorrebbe, le difficoltà che sta vivendo sua sorella.
Buongiorno, la sensazione di essere rifiutata dai propri genitori non è facile da digerire e probabilmente è una delle principali cause del suo malessere. Sarà proprio questo uno dei fulcri da affrontare in terapia. Quello che può fare lei è non adoperarsi in dimostrazioni spontanee che facciano capire quanto sua sorella conti per lei perchè non saranno mai abbastanza. Può invece cogliere l'occasione di mostrarle vicinanza quando ne avrà bisogno. In ogni caso queste cose non possono sostituire il lavoro che dovrà fare in psicoterapia.
Buongiorno, sicuramente una terapia familiare può essere utile per migliorare le dinamiche relazionali nel suo contesto familiare. Potrete così prendere consapevolezza e capire quali sono le problematiche che determinano i vari attriti. Il suo sostegno può essere importante attraverso una presenza costante e vicina a sua sorella, ed anche lo svolgere alcune attività insieme potrebbe far rinascere un 'interesse, un modo per ''fare'' e poter così farla allontanare da possibili pensieri negativi e ripetitivi. Buona giornata
Buonasera mi dispiace per quello che sta vivendo. Immagino la sua preoccupazione per sua sorella e il suo desiderio di lottare per lei. Chi soffre di un disturbo psicologico ha bisogno di sentire il supporto e l 'affetto di qualcuno che creda in loro. Continui a supportarla cosi come sta facendo e se non esisti anche lei se ritiene opportuno a cercare supporto e sostegno. Non è facile stare accanto a chi soffre. Coraggio, resto a disposizione un saluto Dott.ssa Valentina Biddau
Buonasera, non conosco la storia personale di sua sorella e della sua famiglia ma probabilmente il sentirsi "non voluta" può essere correlato ai suoi disturbi. L'amore che ha per sua sorella può creare vicinanza e già questo è un bel gesto di aiuto. Credo che oltre a dirle che per lei è una persona importante, che è una parte importante della sua famiglia e incoraggiarla nella cura, può starle semplicemente vicino il più possibile. Non so se è seguita da una clinica specializzata ma se così fosse, spesso al loro interno viene fornito sostegno ai familiari dei pazienti, può chiedere un supporto: le sarebbe di grande aiuto. In bocca al lupo per tutto. Cordiali saluti Dott.ssa Valeria Randisi

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