Salve, sono una ragazza di 22 anni. Vivo in una famiglia che potrei definire tossica. I miei sono se

17 risposte
Salve, sono una ragazza di 22 anni. Vivo in una famiglia che potrei definire tossica. I miei sono separati ma vivono ancora sotto allo stesso tetto. Mio padre soffriva (ancora ora ma meno) da una dipendenza da alcol. Penso sia spinto a farlo per una depressione lieve ma non vuole parlarne per non pesare sui figli. Mia madre è stressata da questa situazione, non riesce a controllare la rabbia e lo stress; sua madre (nonna) é sempre stata anaffettiva e per niente presente verso i suoi confronti, di conseguenza mia madre non riesce molto a controllare le emozioni ed esprimerle. Mio fratello ugualmente ha questi sintomi. Soffre in silenzio e non riesce ad esprimersi. Essendo che i miei sono separati i litigi in casa sono frequenti. Mio padre potrebbe andarsene ma ho paura che possa peggiorare e che aggravi il suo senso di solitudine interiore, compiendo gesta folli (parla spesso di ciò) Vorrei fare qualcosa ma i miei non mi tengono molto in considerazione e non vogliono valutare una psicologa. Cosa faccio? Ci sarebbe altro da dire ma per ora mi fermo.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Cara utente, la sua è una situazione molto complessa da diversi punti di vista ma non deve abbattersi. Stavo per consigliarle una terapia di stampo familiare, ma vista la ritrosia dei suoi familiari forse occorrono dei passi preliminari. Se ne ha la possibilità intraprenda un percorso di psicoterapia affinché questa situazione familiare non la blocchi nei compiti evolutivi che la sua età richiede. La vita per lei deve proseguire, poiché mi sembra già molto consapevole della situazione e questa domanda che lei pone mi fa capire che è in grado di chiedere aiuto. Questo è un ottimo presupposto. Per qualsiasi domanda non esiti a contattarmi. Un caro saluto
Dott. Paolo Di San Diego
Salve, definirei la sua storia grave e triste.
Le darò un suggerimento in controtendenza.
In questi frangenti ci si ammala insieme al sistema tossico nel quale si vive.
Lei non è tenuta in nessun modo a fare il genitore del suo stesso genitore, la invito infatti a chiedersi come mai sente questa esigenza.
Viene da lei, da un sistema ambientale manipolativo, oppure altro?
A volte i sistemi si cristallizzano imprigionando tutti all’interno di un ruolo, e allora mi chiedo se lei ha risorse e voglia di venire via e salvarsi.
Si chiama sano egoismo e non vi è nulla di male in ciò.
Ci faccia una riflessione su, io rimango a disposizione.
Un saluto, dott.ssa Sandra Petralli
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Gentilissima, quello che descrive è un ambiente familiare molto pesante, come lei stessa dice "tossico" Cosa si deve fare quando c'è una fuga di gas? Mettersi in salvo, in modo da non rimanere intossicata. E' quello che lei rischia. Invece ha consapevolezza, lucidità e non a caso scrive qui per chiedere aiuto. Cerchi di concentrarsi su di sè, non in un'ottica egoistica, ma di sano individualismo. Potrebbe intraprendere una psicoterapia di supporto perchè le fornisca gli strumenti per fronteggiare la situazione.
Solo quando si sta bene e fuori dell'ambiente tossico si può eventualmente aiutare gli altri. Non si assuma ruoli che non sono i suoi, i suoi genitori sono più grandi di lei e dovrebbe essere il contrario. Non si salva nessuno e se suo padre rifiuta un possibile aiuto lei non può farci niente. Se proprio vuole tentare l'ultima carta provi a parlare con tutti loro riuniti e proponga una terapia familiare. Se non c'è consenso rimanga sull'opzione della terapia personale. E' giovane e deve costruirsi un futuro, diverso da quello dei suoi e lo deve fare da sola. Le faccio tanti auguri e le mando tanta energia, rimango a disposizione, cordiali saluti, dott.ssa Silvia Ragni
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Salve,
Mi dispiace molto per la situazione difficile in cui ti trovi. Vivere in un ambiente familiare così complesso può essere estremamente stressante e può portare a sentimenti di impotenza. Prima di tutto, è importante riconoscere che non sei responsabile delle scelte e dei comportamenti dei tuoi genitori o di tuo fratello. Anche se desideri aiutare, è essenziale capire i tuoi limiti e proteggere il tuo benessere.

La situazione di tuo padre e la sua lotta con la dipendenza e la depressione possono essere particolarmente preoccupanti. È comprensibile che tu tema che la sua condizione possa peggiorare se dovesse allontanarsi, ma ricorda che la scelta di cercare aiuto è una decisione personale. Se tuo padre non è pronto o disposto a cercare supporto, non è qualcosa che puoi forzare, per quanto tu voglia aiutarlo.

Per quanto riguarda tua madre e tuo fratello, sembra che anche loro stiano affrontando difficoltà emotive significative. La mancanza di una figura materna affettuosa per tua madre può aver influito sulla sua capacità di gestire le emozioni, e questo si riflette nel modo in cui interagisce con te e con il resto della famiglia.

Nel contesto attuale, ci sono alcune cose che potresti considerare:

Prenditi cura di te stessa: È fondamentale che tu ti protegga dal carico emotivo che questa situazione porta con sé. Potresti cercare un sostegno psicologico per te stessa, anche se i tuoi genitori non sono disposti a farlo. Un terapeuta può aiutarti a gestire l'ansia, lo stress e le emozioni che derivano da questa situazione.

Trova uno spazio sicuro: Cerca di creare uno spazio, fisico o emotivo, dove puoi ritirarti quando le cose si fanno troppo pesanti in casa. Potrebbe essere una stanza dove ti senti al sicuro, o magari passare del tempo con amici o fare attività che ti rilassano e ti permettono di distaccarti dal caos familiare.

Comunica i tuoi sentimenti: Se ti senti a tuo agio, prova a parlare apertamente con i tuoi genitori o con tuo fratello riguardo ai tuoi sentimenti. Puoi esprimere preoccupazione per il loro benessere e suggerire, senza insistere troppo, che un aiuto esterno potrebbe giovare a tutti.

Cerca alleati all'esterno: Se hai un parente, un amico di famiglia o un'altra persona di fiducia con cui puoi parlare, considera di farlo. Avere un supporto esterno può fare la differenza e potrebbe essere un modo per alleggerire il peso che stai portando.

Informati sui servizi disponibili: Anche se i tuoi genitori non sono aperti all'idea di un supporto psicologico, potresti comunque informarti sui servizi di supporto disponibili nella tua zona. In caso di emergenze o crisi, sapere chi contattare potrebbe essere molto utile.

Accetta i tuoi limiti: È importante riconoscere che, per quanto tu voglia fare la differenza, ci sono situazioni che non puoi risolvere da sola. Concentrati su ciò che puoi controllare, come il tuo benessere e la tua salute mentale.

Affrontare tutto questo da sola può sembrare opprimente, ma cercare un sostegno per te stessa potrebbe aiutarti a gestire meglio la situazione. Resto a disposizione per ulteriori domande o se vuoi approfondire qualche aspetto specifico.
Buonasera,
una psicoterapia sistemico relazionale (basata sugli schemi familiari e le generazioni), potrebbe aiutarla ad avere delle consapevolezze (che vedo molte ha già!), a ritrovare il suo ruolo di figlia, e ad accettare l'impotenza rispetto alle cose che non si possono cambiare.
Chi va in terapia può cambiare lui stesso se vuole, ma non gli altri! Cambieranno però le sue lenti per vedere gli altri, e avrà modo di accettare i limiti e le fragilità dei genitori che a loro volta sono stati figli (esempio di sua madre con madre anaffettiva).
L'EMDR può aiutarla ad elaborare ricordi traumatici.
Mi rendo a disposizione.
Un caro saluto
Buonasera, situazione complessa la sua dalla quale innanzitutto lei dovrebbe trovare il coraggio di.prendere le distanze. Sembrerebbe che in casa sua non ci si.possa separare e si ri.ane attaccati e disperati. Le consiglio un percorso psicoterapico che possa aiutarla a fare chiarezza e a svincolarsi per trovare la sua strada meno " tossica". Se lo desidera possiamo fare un primo colloquio.on line.
Buongiorno e grazie per la sua condivisione. Più che le parole o i ragionamenti, l'insegnamento migliore che possiamo dare, è l'esempio. Si faccia aiutare lei per prima a gestire una situazione così complessa. I suoi parenti vedranno lei stare meglio e sperimenteranno indirettamente la possibilità di poterlo fare anche loro. Un caro saluto.
Buongiorno, vista la complessità se non riesce a coinvolgere le controparti cominci a da lei. Intraprenda un percorso di psicoterapia in modo da "aggiustare" gli strascichi di questo ambiente tossico come lei lo definisce ed in modo da essere più preparata ad affrontare le difficoltà future. Non si può aiutare chi non vuole essere aiutato ma almeno preserverà se stessa e darà l'esempio.
Gentile Amica,
complimenti per il coraggio che mostra nel chiedersi cosa può fare e nell'aprirsi così! A mio giudizio, i margini di manovra sono molto piccoli, perché i membri della sua famiglia non sembrano interessati a risolvere il problema. So che questo può sembrarle doloroso, ma occorre innanzitutto che si prenda cura di se stessa. Esattamente come in un aereo depressurizzato, chi è più adulto e autonomo deve indossare la maschera per primo e poi farla indossare a chi non può - altrimenti non sarà lucido per aiutare!

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Buongiorno,

la scarsa volontà da parte della sua famiglia a volersi prendere cura del malessere di voi tutti non le preclude la possibilità di intraprendere un percorso di psicoterapia individuale. Potrebbe aiutare lei ad uscire dalla morsa della sofferenza connessa alla situazione in casa, dandole la possibilità di guardare le relazioni familiari da altri unti di vista. Ci pensi.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, di fronte al clima tossico che lei descrive e alla sofferenza che esprime mi sembra necessari che lei si prenda cura innanzitutto di se stessa. Non può salvare i suoi familiari se loro, in questo momento, non lo vogliono. Mi sembra importante che inizi un suo percorso personale, per condividere la sofferenza e sviluppare la sua identità. Eventualmente a disposizione.
Salve, le consiglio di intraprendere una psicoterapia per cautelarsi dallo sviluppare una sintomatologia di qualche tipo dato che, come può, constatare i disturbi psicologici si tramandano di generazione in generazione. Se anche questo non fosse il suo caso, una psicoterapia la aiuterebbe ad affrontare meglio la sua difficile situazione e a prendere decisioni in vista di una maggiore autonomia. Un saluto
Cara, la sua situazione familiare è molto complessa e posso capire il suo livello di malessere e preoccupazione. Colgo nelle sue parole un buon livello di consapevolezza e analisi della situazione e delle dinamiche familiari, risorse molto utili per intraprendere un percorso di tipo psicoterapeutico. Le consiglio pertanto, se ne ha la possibilità, di intraprendere una psicoterapia perchè possa iniziare a prendersi cura di Sè. Vedrà che questo inevitabilmente cambierà gli equilibri all'interno della sua famiglia e non escluderei che con il suo esempio qualcun altro della sua famiglia voglia seguirla nel prendersi cura di Sè. Un caro saluto. Dott.ssa Laura Piras
Buonasera,
Chiamando la Sua situazione familiare tossica, esprime un sentimento di impotenza e rabbia verso una situazione molto grave che Lei vive tutti i giorni.
Il consiglio che Le posso dare è, cercare di parlare del proprio malessere ai genitori e chiedergli se sono disposti ad aiutarLa per uscire da questa situazione tramite una terapia familiare con il Modello Strutturale Integrato, dove si cerca innanzitutto di dare voce alle emozioni come rabbia e paura, e ad insegnare un modo più funzionale di comunicare per arrivare ad una serenità personale e del nucleo familiare.
Altrimenti deve comunque intraprendere un percorso di psicoterapia individuale che La porti ad una autonomia psicologica riuscendo a vedere quali sono le priorità per la Sua vita.
Sono a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Cordiali saluti
Dottoressa Monika Elisabeth Ronge
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Buongiorno,
la sua situazione familiare appare molto complessa. Comprendo pienamente il suo malessere e la sua preoccupazione.
Ovviamente noi non possiamo cambiare nessuno e non possiamo aiutare chi non vuole essere aiutato ma possiamo partire da noi per prenderci cura del nostro malessere e anche per imparare a mettere dei confini. Questa scelta inevitabilmente modificherà anche gli equilibri familiari e forse il suo esempio potrà fare da modello per qualcuno dei suoi familiari. Un caro saluto.
Gentile utente grazie per la condivisione di questo suo disagio. La situazione familiare che descrive è complessa. Da anni mi occupo di famiglie e sarebbe interessante iniziare un percorso terapeutico con l' intero nucleo familiare. Se non fosse possibile le consiglio di iniziare lei stessa un percorso terapeutico che potrebbe esserle utile per separarsi. Cordialità dott. Gaetano Marino

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