Salve. Sono una ragazza di 22 anni e da qualche anno soffro di pensieri intrusivi/ossessivi. Princi

17 risposte
Salve.
Sono una ragazza di 22 anni e da qualche anno soffro di pensieri intrusivi/ossessivi. Principalmente, tendo a fare dei controlli nella mia abitazione ripetuti almeno 4 volte per ognuno, e a volte tendo ad avere pensieri aggressivi. Ad oggi è un mese che non effettuo più compulsioni, tranne in situazioni di estrema ansia. Non mi sono resa mai conto del mio problema, tranne in quest'ultimo periodo, dove ho iniziato a riscontrare problemi durante il mio stage di lavoro, dopo aver terminato la magistrale. Sono fidanzata da 5 anni, e durante lo stage ho iniziato ad avere un'estrema paura di poter tradire il mio fidanzato. A stage concluso ho deciso di non accettare l'offerta di lavoro, portandomi ad evitare quella situazione. Purtroppo dopo quell'episodio, la mia paura non si è fermata, anzi è diventata più forte. Ad oggi continuo ad avere pensieri intrusivi sia da doc da relazione, sia da doc aggressivo. Cerco di non dare peso a questi pensieri, di non avere paura e di affrontare le situazioni, però i pensieri continuano e mi creano uno stato di angoscia, a volte ritengo di non essere più me stessa, il tutto accompagnato anche da un dialogo interno molto negativo e senso di colpa. Ne ho parlato anche con la mia famiglia ed il mio compagno, ma mi sono sentita molto incompresa. Oltre alla terapia, quali potrebbero essere le soluzioni?
Vi ringrazio e vi auguro un buon lavoro.
Buonasera. Mi dispiace per le difficoltà che sperimenta e che condivide, e per il fatto che dopo averne parlato con la sua famiglia e con il suo compagno si sia sentita incompresa. Personalmente credo sia proprio attraverso un percorso di psicoterapia che potrebbe permettersi la possibilità di trasformare alcuni aspetti della relazione con se stessa e con gli altri, esplorando e dando voce ai propri sentimenti ed ai propri pensieri, in modo di poter cogliere i significati più profondi di questi aspetti di sé e costruire gradualmente modalità relazionali che siano maggiormente soddisfacenti per se stessa. Un saluto, Dott. Felice Schettini
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Cara, sembra che i sintomi siano peggiorati nel tempo e che compromettano la sua quotidianità portandola ad evitare anche opportunità lavorative e di crescita per il suo futuro e quindi compiere scelte guidate dalla sua ansia. E' importante che se ne sia accorta del peggioramento e abbia riflettuto sulle cause e cercato delle strategie per farvi fronte. Certamente cercare di evitare è un buon modo per andare contro le sue credenze e sperimentare che ce la può fare, tuttavia la difficoltà seria in cui si trova mi fa pensare che la terapia psicologica sia l'unica soluzione. Gliela suggerisco anche per fatto che sono diversi anni che ne soffre e intervenendo può evitare che il disturbo si cronicizzi nel tempo e diventi invalidante.
Unita alla terapia, nel caso in cui lo specialista lo ritenga necessaro potrebbe beneficiare di un supporto farmacologico per attenuare l'ansia o l'umore basso se presente.
A volte cercare il conforto dei familiari, per quanto ci vogliano bene può non bastare e rischia di farci sentire ancora più soli e alieni nella nostra condizione.
Cordialmente,
Dott.ssa Magliocca Sara
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve, mi dispiace per le difficoltà che sta attraversando.
I pensieri intrusivi sono pensieri che si presentano in modo indesiderato e possono essere certamente disturbanti o angoscianti. È importante ricordare però che i pensieri intrusivi non definiscono chi è lei come persona e che può imparare a gestirli in modo efficace.
Oltre la terapia psicologica e l'aiuto farmacologico quando necessario, potrebbe essere utile coinvolgere le persone significative della sua vita nel suo percorso.
Una comunicazione aperta e onesta riguardo ai suoi pensieri e soprattutto alle sue difficoltà può aiutare a creare una maggiore comprensione e supporto reciproco.
Ricordi che ogni percorso terapeutico è unico e richiede tempo e impegno. È importante cercare un professionista qualificato con cui lavorare per affrontare le difficoltà di relazione in modo efficace.
Cari saluti
dott.ssa Di Memmo






Cara utente! Posso capire quanto può essere limitante avere questi pensieri e quest'ansia nella vita quotidiana.
A volte le persone che ci stanno più vicino non riescono ad accoglierci nella difficoltà che si sta vivendo, per questo dovrebbe iniziare un percorso psicologico, che sia un professionista ad aiutarla e accompagnarla
Un abbraccio
Dott.ssa M Eugenia Michel
Gentile utente, immagino che sia molto doloroso e complicato convivere con i pensieri che ha descritto, l'unico modo per poterne uscire è intraprendere un percorso terapeutico per potersi liberare del malessere e ritrovare l'armonia. Questo percorso richiede impegno e sicuramente il percorso terapeutico la coinvolgerà per un certo periodo di tempo, ma le permetterà di poter vivere meglio successivamente.
A volte chi ci sta vicino, come parenti, fidanzato ed amici non ha le adeguate competenze per poterci aiutare nel migliore dei modi, magari avendo le migliori intenzioni, inoltre non ha il necessario distacco per poter davvero essere di supporto.
Saluti, dottoressa Sara Vassileva
Buongiorno, oltre alla psicoterapia può consultare un medico psichiatra e valutare anche una terapia farmacologica.
Un caro saluto
Dott.ssa Cristina Villa
Salve, come mai ci parla di DOC? Qualcuno l'ha diagnosticata ? Nel caso positivo l'unica strada da percorrere è una terapia psicologica supportata da un percorso farmacologico. In caso diverso contatti uno psicologo che con lei potrà valutare cosa accade e le sue emozioni e decidere cosa fare . Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno,
dalla descrizione delle sue difficoltà sembra essere la psicoterapia lo strumento principale per riuscire a stare meglio e vivere più serenamente nelle varie aree della sua vita quali lavoro, relazioni, famiglia.
Mi domando come mai chieda alternative a questo strumento.
In bocca al lupo
Dott.ssa Ciconi
Buongiorno, oltre alla terapia psicologica, solitamente, quando il disturbo risulta invalidante viene accostato un supporto farmacologico con antidepressivo (uno in particolare, non uno qualunque). Questo migliorando il suo umore di base e attenuando le ossessioni le permette di trarre maggior profitto dal percorso psicoterapeutico che altrimenti rischia di essere percepito con frustrazione.
Buongiorno,

le manifestazioni di cui parla sembrerebbero riconducibili ad un disturbo d'ansia importante. I disturbi d'ansia sono curabili mediante l'ausilio combinato della farmacoterapia e della psicoterapia. Contatti quanto prima uno specialista, inizi quanto prima un percorso di psicoterapia, potrà così col tempo star meglio.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Purtroppo non ci sono soluzioni alternative alla terapia. Consiglio di contattare al più presto uno specialista: sei molto giovane e prima si interviene prima ti libererai dalla schiavitù del DOC. Inoltre la giovane età implica che la patologia è meno strutturata, ha avuto meno tempo per rinforzarsi. Purtroppo ogni evitamento la nutrirà, e se non intervieni si cronicizza. Parlo di patologia propria perché di questo si tratta, mi dispiace che non ti sia sentita accolta parlandone in famiglia, ma non si deve fare confusione: non è un semplice comportamento negativo che con la "buona volontà" scompare. Quindi non ne hai alcuna colpa, ma puoi risolverlo se ti fai aiutare. Se ti occorressero ulteriori informazioni, resto a disposizione, anche online.
Dr. Barbara Civera
Gentile Amica,

il disturbo ossessivo compulsivo è una delle condizioni più invalidanti che si possano presentare: rinchiude la vita in una gabbia angusta, fatta di paure e dubbi.
Se ne può uscire, con una buona terapia cognitivo comportamentale che aiuti il paziente a cambiare il suo punto di vista su se stesso, le sue emozioni e i suoi pensieri. Alla base di questo disturbo, infatti, sembra esserci una eccessiva responsabilità, che investe ambiti su cui non abbiamo alcun controllo, come i nostri pensieri o le nostre emozioni.

Le auguro di risolvere presto e bene!
cordialmente
dr. Ventura
Cara utente, penso di poter immaginare il disagio che sta sperimentando e posso comprendere come l’evitare alcune situazioni le sia sembrata l’unica strategia possibile per far fronte all’ansia e a una situazione che sembrava sfuggire dal suo controllo. Mi sembra di capire da ciò che scrive che lei stessa si sia accorta di come, in realtà, l’evitare certe situazioni non abbia risolto il problema ma che addirittura le paure siano aumentate. Parlarne con i familiari o le persone vicine a volte può essere naturale e al tempo stesso frustrante per le risposte che riceviamo. Dalle sue parole mi sembra che in qualche modo lei escluda la terapia come modalità di aiuto e comprendo come possano esserci timori o dubbi rispetto all’idea di iniziare un percorso. Non posso sapere quali siano i suoi, posso dirle che nella mia esperienza anche un colloquio conoscitivo può aiutare a chiarirsi le idee e a riflettere insieme, uscendo dalla solitudine che a volte emozioni e pensieri a cui fatichiamo a dare senso possono farci sperimentare. Le auguro di trovare ciò di cui ha bisogno.
Buongiorno, credo che a volte bisogna prendere coscienza che la solo forza di volontà e la sua grande risorsa di "tappare" e dirigere i suoi pensieri e le sue compulsioni non può bastare. Credo sia utile per lei iniziare un percorso che metta in luce ciò che si cela dietro a tutto ciò. Credo che abbia fatto tutto il necessario per uscire da questo tunnel terribile ed ora è forse giunto il momento di chiedere una mano. Aspettare ancora potrebbe solo acuire il suo malessere.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve, dalla conclusione del racconto desumo che non sia ancora in terapia.
Le manifestazioni sintomatologiche raccontate non sono altro che la punta dell’ iceberg, sotto però si agita tutto un mondo che chiede di essere ascoltato.
I suoi tentativi di controllo non sono altro che una forma di repressione di tutto ciò.
Per cui, oltre alla terapia non c’è altro che la terapia e il farmaco aggiungo,che le toglierà il sintomo lì per li. Alla sospensione del farmaco potrebbe riemergere tutto quello che c’era prima se non curato dallo psicologo.
Saluti, dott.ssaSandra Petralli
Gentile utente, mi dispiace per le difficoltà che sta vivendo.
Il mio suggerimento è quello di dare ascolto e prendersi cura dei suoi vissuti di paura, angoscia e senso di colpa cercando l'aiuto di un* psicoterapeuta.

Ricevo anche online.
Un caro saluto,
dott.ssa Del Giudice Genoveffa

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