Salve, sono una ragazza di 18 anni e da circa 3 alterno periodi di umore normale a periodi di triste

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Salve, sono una ragazza di 18 anni e da circa 3 alterno periodi di umore normale a periodi di tristezza, che mi hanno portato più volte a tentare il suicidio. Ho anche altri disturbi che occorrono occasionalmente, come la derealizzazione, e mi è anche stato detto da uno psicologo che ho problemi di aggressività. In alcuni periodi ho praticato autolesionismo e ho avuto dei disturbi dell’alimentazione.
Sono stata in cura da alcuni psicologi, ma ho sempre abbandonato la terapia dicendo che gli psicologi non erano adatti a me. Ultimamente ho pensato di riprendere la terapia, anche se mi sorgono dei dubbi: è meglio per me rivolgermi ad uno psicologo o uno psichiatra? Che cosa devo aspettarmi da loro? Ho sempre pensato che avrei ricevuto una diagnosi e che avrei intrapreso un percorso di terapia, ma forse la mia concezione è errata. Grazie in anticipo per le risposte.
Carissima, è stata corretta la scelta di abbandonare la terapia se, in quel momento, non ti sentivi in linea con il professionista così come è una buona risorsa, oggi, riconoscere la volontà e possibilità di riprendere un percorso psicologico.
Personalmente credo che affidarti ad uno Psicologo possa essere sufficiente all'inizio poiché sarà lo stesso eventualmente a decidere di contattare uno Psichiatra per abbinare anche un trattamento farmacologico. Comprendo la volontà di ricevere una diagnosi per poter dare un nome concreto a quanto vivi quotidianamente ma anche attraverso il dialogo, e quindi il percorso psicologico, avrai modo di concretizzare e spiegare il tuo stato d'animo indipendentemente dall'etichetta diagnostica. Non serve una diagnosi per iniziare il percorso psicologico. Infine, da queste figure potrai aspettarti di ricevere comprensione, supporto, fiducia, empatia, accoglienza, trasparenza e tanto altro. Rimango a tua disposizione. Un abbraccio

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Gentile Utente, ritengo che possa essere, utile consultare entrambi i professionisti e intervenire su entrambi i fronti. Il farmaco può darle un sollievo nella fase acuta e poi procedere parallelamente con il percorso psicologico che sul lungo periodo la può aiutare a comprendere e gestire meglio le sue emozioni. Saluti carissimi.
Gentile utente, i sintomi che lei descrive mi sembrano così importanti da richiedere un intervento integrato. Psichiatra e psicoterapeuta non si escludono a vicenda, ed infatti l’approccio integrato di solito è quello efficace. Cosa c’è da aspettarsi dipende anche dall’orientamento, ma è sicuramente fondamentale ricostruire le emozioni ed i pensieri alla base di alcuni comportamenti e della sua personalità. Considerata la giovane età le consiglio di iniziare sin da subito e di parlare con il/la terapeuta scelta del motivo delle precedenti interruzioni, poiché costituisce un importante fattore per i professionisti, per lei è per la relazione terapeutica.
Buona serata.
Buonasera! Le consiglierei di rivolgersi al più presto ad uno psicoterapeuta per un inquadramento clinico della sua situazione. In un secondo momento potrebbe procedere ad una consultazione con uno psichiatra per eventuale supporto farmacologico. Le due figure professionali non si escludono a vicenda ma possono operare in collaborazione, per risultati proficui e più immediati.
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera ritengo necessario intraprendere di fianco alla terapia farmacologica una terapia pisco terapeutica, necessario per affrontare il problema a 360 gradi
Rimango a disposi
In bocca al lupo
Buonasera, ti consiglierei di rivolgersi al più presto ad uno psicoterapeuta per un inquadramento clinico della tua situazione e valutare insieme la possibilità di consultare uno psichiatra per eventuale supporto farmacologico, per risultati proficui e più immediati. Ti consiglio un approccio con ipnosi che lavora molto per riscoprire le tue abilità e magari motivarti a proseguire il percorso.
Per qualsiasi chiarimento sono a tua disposizione. Un caro saluto Antonella
Cara, ciao! Io ti consiglierei un percorso integrato per ottenere la massima efficacia rispetto alle dinamiche che hai descritto. Qualora non ti fosse possibile consultare entrambi i professionisti proporrei un percorso psicologico per imparare a riconoscere, gestire e manifestare le tue emozioni ed i tuoi vissuti per poi eventualmente valutare esigenze farmacologiche.
Per qualsiasi dubbio scrivimi pure, anche in privato.
Un abbraccio e buon tutto!
Eleonora
Gentile utente,
Le sue sofferenze richiedo, a mio parere, l’aiuto di un professionista. Se lo vuole, può inizialmente rivolgersi ad uno psicoterapeuta, il quale, in base a quanto emergerà nella relazione con lui/lei, valuterà di collaborare con uno psichiatra.
Inoltre, le consiglio di esplorare con il terapeuta al quale e se deciderà di rivolgersi, le sue difficoltà nell’iniziare e nel mantenere la relazione terapeutica stessa. Le auguro di trovare la forza ed il coraggio di esprimersi come meglio crede. Un saluto. MF
Buonasera, non sottovaluterei tutti i sintomi che lei descrive nella sua domanda, è chiaro che sia lo psichiatra che lo psicoterapeuta dovrebbero essere interpellati e collaborare insieme. Inizialmente una cura farmacologica potrebbe aiutarla, ma importante è il lavoro psicologico che la potrebbe portare a capire che cosa nascondono tutti i suoi disturbi ed elaborarli per poter riuscire a superarli, elemento molto importanti data la sua giovane età, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Buongiorno. Innanzitutto grazie per aver condiviso la sua esperienza. Mi dispiace stia così male e che nonostante abbia già fatto altre terapie ancora non abbia risolto. La sintomatologia di cui parla è molto forte e disfunzionale quindi capisco come alla sua età possa essere ancora più complicato. Scrive che non le è stata fatta una diagnosi. Questa alle volte serve a farci sentire meno “fuori dal normale”, a farci sentire meno soli ed alieni. Tuttavia la sola diagnosi non basta e come anticipato da altri colleghi, l’approccio integrato è quello più corretto, psicoterapeuta e psichiatra. Può intanto contattare il primo professionista e tramite lui rivolgersi allo psichciatra che le prescriverà dei farmaci utili ad abbassare la sintomatologia così da permetterle di lavorare meglio su ciò che ha attivato tutto, presente e passato. Con il/la terapeuta scelta sarà importante discutere anche delle precedenti interruzioni al fine di creare una buona alleanza terapeutica e di evitare schemi precedentemente attuati. Resto a sua disposizione.
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Buongiorno a lei. Credo, con lei, che una diagnosi sia innanzitutto un buon ansiolitico che ci fa navigare meno nel buio e ci permette di avere un orientamento. Ritengo anche io che un buon inquadramento diagnostico possa indirizzare meglio il trattamento. Di che tipo psichiatrico o psicologico? Un buono psichiatra fa diagnosi e prescrive, qualora lo ritenga opportuno, una terapia farmacologica. Un buon psicoterapeuta aiuta la persona con cui lavora a dare un senso a quella diagnosi (che eventualmente può fare lui stesso), facendo luce sui sintomi, aiutando a comprenderne il senso, riconducendoli al proprio presente e, qualora la coppia paziente - terapeuta lo ritenga opportuno, al proprio passato. Per fare tutto ciò è necessaria una buona alleanza terapeutica, cioè il paziente deve trovare sintonia e fiducia nella persona con cui lavora. Questo è il Golden standard, spesso, nella realtà, si cambiano diversi terapeuti, magari con ognuno di loro si fa un piccolo tratto del percorso, importante e creare un filo che dia continuità alle diverse esperienze. Augurandole buona fortuna, la saluto ricordando che a volte sono le sofferenze a rendere le persone migliori. Dott. Maria Paola Nazzaro
Ciao! Credo tu sia nella posizione di voler risolvere la situazione e quindi è giusto provare nuovamente con una psicoterapia. Il mio consiglio è di rivolgerti ad uno psicoterapeuta e valutare con lui/lei la possibilità di consultare anche uno psichiatra. Descrivi sintomi importanti che senz'altro ti fanno soffrire e che probabilmente condizionano la tua vita che, come per tutti, merita di essere piacevole e ricca di progetti. Coraggio!
Buongiorno gentile utente come le avevo già risposto precedentemente le suggerisco di rivolgersi ad un professionista psicologo per intraprendere un percorso. Circa i suoi dubbi e le sue aspettative le suggerisco di vedere come si trova fin dai primi colloqui con il terapeuta che sceglierà. La qualità delle relazione nella terapia è un fattore predittivo dell'efficacia del trattamento. Generalmente io dopo tre colloqui do una restituzione diagnostica per impostare un percorso di trattamento. Rimango a sua disposizione. Buona giornata
Cara giovane ragazza, sottolineo giovane e cara.
È necessario che intraprenda un percorso serio e profondo.
Sono convinta che troverà i motivi di tanta sofferenza.
18 anni sono davvero troppi pochi per chiudere i conti, tanta vita la aspetta.
Non è semplice no la vita, ma le assicuro che ne vale la pena.

Un caro saluto.
Giada Bruni
Cara utente, ho letto con attenzione il suo racconto, di certo abbastanza ricco di esperienze importanti che hanno segnato diversi passaggi della sua crescita personale. Mi sento di appoggiare e incoraggiare la sua scelta di rivolgersi anche ad uno psichiatra con la possibilità, però, di lavorare in tandem con uno psicologo che sia anche psicoterapeuta, questo pone differenza al trattamento. I suoi dubbi relativi al percorso da intraprendere sono più che legittimi, mi auguro che possa trovare le rassicuzioni e le risposte che sta cercando.
Un caro saluto.
Dott.ssa Nathalie Cusciná
Gentile signorina, io penso che non sia sufficiente averci provato, penso che ciò che ha fatto per questo suo malessere non sia stato sufficiente e che la psicoterapia sia l’unica strada utile seguita, se il suo o sua psicoterapeuta ritiene necessario un accompagnamento farmacologico. Ha bisogno di confrontarsi con qualcuno che le permetta di esprimere meglio se stessa (magari anche la rabbia perché fa parte di noi ) ma senza auto infliggersi punizioni che creano ancora più dolore. Ritengo che sia utile che faccia le sue ricerche per trovare il terapeuta con cui sentirsi a suo agio e condividere con lui i suoi pensieri.
Buona vita
Dott. Stefano Zenaboni
Carissima, comprendo la difficoltà di riuscire a portare avanti un percorso di Psicoterapia che comunque ti è necessario per metterti in discussione e vedere quegli aspetti che ti procurano dolore e rabbia. E' importante che trovi qualcuno che ti sappia capire e comprendere, che sia in grado di sostenerti anche quando sei stanca di proseguire. Non avere paura di affrontare i tuoi reali problemi sottesi al tuo disagio. Sii forte e non ti abbattere. Puoi sempre ricominciare quando ti sentirai pronta. Abbi pazienza con te stessa e ricerca veramente ciò di cui hai bisogno per superare questa tua non voglia di vivere.
Cordiali saluti
Dr.ssa Iolanda Lo Bue
Buongiorno, il mio consiglio è prendere un appuntamento con uno psicologo e psicoterapeuta e con lui valutare la situazione anche in merito all'importanza nel suo caso di portare avanti anche una terapia farmacologica, ovvero intraprendere una relazione di cura anche con uno psichiatra. La differenza sostanziale tra le due figure è questa infatti, l'utlizzo o meno dei farmaci. E' un discorso delicato ma se è interessata mi scriva una mail e le spiego spendendo qualche riga in più. Sul che cosa aspettarsi dipende sicuramente dalla scelta che fa e quello che ci si dovrebbe aspettare da un percorso di psicoterapia è una cura di quello che lei definisce essere un suo male psicologico.
Buona giornata.
Buongiorno,
credo che la cosa fondamentale da ricercare con il terapeuta sia uno spazio relazionale di fiducia. In cui lei possa trovare uno spazio sicuro per esprimere se stessa e permettersi di affidarsi al terapeuta.
I percorsi di psicoterapia sono delle esperienze di cura che richiedono anche sforzo: ci chiedono di riconoscerci.
Di riconoscere anche il dolore, di guardarlo e di lenire le ferite. Si passa attraverso emozioni intense e questo implica costanza.
Il fatto di ricevere una diagnosi, può essere utile per identificare un percorso di cura, ma non serve se diventa un'etichetta in cui identifichiamo noi stessi. Spesso si tende ad identificarsi con la malattia e non parliamo più di noi, ma della malattia diagnosticata. Ecco, la terapia serve a riscoprire noi stessi, non a identificarci in una malattia.
Il lavoro dello psicoterapeuta e dello psichiatra hanno un ambito in comune, ma sono professioni diverse. Il mio consiglio è di affiancare le competenze di uno psichiatra, che può aiutarla a ritrovare un po' di serenità, a quello di uno psicoterapeuta, in modo da iniziare un percorso di sostegno e crescita personale, affinché ciò che la disturba pian piano si trasformi e lasci spazio ad altre emozioni positive e piacevoli.
Cordiali saluti
Giorgia Tolio
Buongiorno, l'adolescenza è un periodo molto delicato del ciclo di vita e spesso la sofferenza che non trova modo di essere elaborata si esprime con disturbi dell'umore o condotte pericolose come l'autolesionismo o i disturbi del comportamento alimentare. La diagnosi è un valido aiuto all'inizio per poter dare nome al proprio dolore e significarlo poi bisogna andare oltre. Io credo che debba essere lo psicoterapeuta a guidarti sull'eventuale consulenza psichiatrica, qualora fosse necessaria. Probabilmente, nelle esperienze precedenti non ti sentivi pronta per esplorare gli aspetti più profondi della tua personalità e della tua sofferenza. Se oggi scrivi in questa piattaforma è probabilmente perché adesso sei più pronta e ti auguro di trovare il terapeuta più adatto a te.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Virginia Salemi
Buon giorno a lei. Ha descritto una situazione di evidente sofferenza che necessita di un lavoro di indagine e approfondimento per il raggiungimento del suo benessere. Io credo che dovrebbe rivolgersi a uno psicoterapeuta che prima di tutto le proponga un accurato percorso di indagine psicodiagnostica al fine di bene capire con lei le aree da trattare. Non me la sento di dare credito alle diagnosi che le sono state affibbiate senza l’ausilio dei test psicologici appropriati. Nel lavoro psicoterapeutico si parla di persone e non di casi clinici. Ciò che è importante è la persona con tutte le sue caratteristiche, risorse e peculiarità al fine del raggiungimento del benessere. Le auguro il meglio. Cordialmente Gian Piero Dott Grandi.
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Buongiorno, sarebbe importante che consultasse uno psichiatra e che intraprendesse una psicoterapia. È un’occasione importante per capire gli aspetti profondi di quello che sente nell’ottica di un maggiore benessere. Cordiali saluti . Flavia Salierno
Buongiorno cara utente, grazie per averci posto il suo quesito, sarebbe più opportuno nel suo caso riuscire a intraprendere un percorso di terapia che veda il lavoro dello psichiatra e dello psicologo connessi.
Da quanto scrive potrebbe essere l'approccio più completo e supportivo.
Rimango a disposizione per qualsiasi altro chiarimento.
Un caro saluto,
Dottoressa Monica Pesenti
Salve carissima. Il percorso di psicoterapia è un processo, dove la relazione tra il paziente e lo psicoterapeuta è fondamentale. La sua riuscita dipende molto dall'alleanza terapeutica, dalla motivazione e dalla fiducia nei confronti del professionista. Ecco perchè la scelta di uno psicoterapeuta è importante e delicata nello stesso tempo.
Dai sintomi che descrivi mi sembra di capire che potrebbe essere utile sia la psicoterapia sia la terapia farmacologica. In questo caso sarebbe utile rivolgersi ad uno psichiatra che può prescriverti la terapia farmacologica e ad uno psicoterapeuta con il quale intraprendere un percorso per aiutarti a conoscerti meglio, a gestire gli stati d'animo e contribuire alla tua crescita personale. Lo psicoterapeuta nella prima fase di solito fa un inquadramento e solo dopo insieme al paziente vengono stabiliti gli obiettivi da raggiungere attraverso il percorso e la frequenza degli incontri. La diagnosi può essere utile non tanto per creare un'etichetta, quanto ad indicare un punto di partenza dal quale attraverso il percorso vengono mobilitate le risorse ed il potenziale della persona.
Ti faccio i miei migliori auguri. Un caro saluto.
Dott.ssa Jarmila Chylova
Buongiorno, non è solo una tristezza portare per ben tre anni a portare più volte a tentare il suicidio.
Per gestire questa aggressività e auto-aggressività nonchè di disturbi alimentari è urgente la figura di uno psicoterapeuta, non solo psicologo, e facilmente anche un supporto psicofarmacologico, che però non è risolutivo delle cause.
Non sottovaluti e dia continuità con chi si trova in sintonia.
Saluti
Dr. Gianpietro Rossi
Carissima, sei giovane, dunque desidero darti del tu.
Mi spiace che sei giunta a livelli di sofferenza tale da tentare il suicidio. Se ti trovassi di nuovo in una simile circostanza respira profondamente, concentrati sull'aria che entra nei tuoi polmoni e in ogni cellula del tuo corpo, prova a pensare che la Vita è in te e puoi trovare una soluzione alle difficoltà. Puoi fare la stessa cosa ogni giorno, per mantenere la calma e consolidare fiducia in te e nel futuro.
Fai bene ad affidarti a qualcuno che possa aiutarti in questo percorso di rinascita. Ti consiglio uno psicologo specializzato in psicoterapia. La figura dello psichiatra può essere utile se specializzato in psicoterapia o per un supporto farmacologico.
Non preoccuparti della diagnosi! Sono solo etichette che rischiano di spaventarti.
Se lo desideri sono disponibile per un colloquio on-line gratuito.
Un caro saluto e buona Vita!
Luciano Cirino
Contatterei in primis uno psicologo psicoterapeuta per inquadrare meglio i disturbi di cui soffre, che quasi certamente la invierà ad un consulto psichiatrico per supporto farmacologico. L'ideale in questi casi è che le due figure, diverse ma complementari, lavorino in tandem per garantire il percorso più idoneo a trattare il suo caso. Cordialmente, dr.ssa Daniela Benvenuti
Salve. I percorsi psicologici non sono tutti uguali. Dipende da chi incontra e dipende anche da lei. Di certo, considerata la sua giovane età le suggerirei di valutare un doppio percorso, sia Psichiatra che Psicoterapeuta. Le auguro di trovare presto una giusta soluzione al suo problema. Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli
Le sue domande sono molto interessanti e la sua storia piena di dubbi. Uno dei processi di terapia è la fiducia verso il propio psicoterapeuta e la capacità di imparare a gestire le proprie paure, ansie e portare tutto al cambiamento.
Chiedere consiglio a uno psichiatra e a uno psicoterapeuta potrebbe essere molto utile per la sua storia.
Faccia buon uso dei consigli che le vengono dati e impari bene a gestire le giornate.
Cordiali saluti.
dott. Michele Dal Bo
Buongiorno. Le consiglio vivamente di affiancare alla terapia farmacologia anche un trattamento terapeutico per rinforzare meglio il suo stato psi.

Cordialità

Massimiliano Trossello
Mi chiedo quanto si fidi - e quanto si sia fidata in passato - degli adulti a lei vicini...
Non posso dirle cosa aspettarsi da un percorso psicoterapeutico - non esiste UNA terapia, le declinazioni sono molteplici- ma lei è sofferente, e da tempo, le occorre un aiuto specialistico.
Si rivolga a uno psicoterapeuta e se si sente accolta non abbandoni, si metta in gioco, non abbia timore di ciò che emergerà.
Gentile utente, lei é molto giovane, ed ha il diritto di avere una vita che sia per lei più serena e soddisfacente possibile.
Le consiglio caldamente di rivolgersi ad uno psicoterapeuta, col quale poi concordare la possibilità di associare una cura farmacologica prescritta da uno psichiatra, ad un lavoro di tipo psicologico. È comprensibile che questo la spaventi, soprattutto a fronte dei precedenti tentativi e fallimenti, ma non rinunci al suo sacrosanto diritto.
In bocca al lupo
Dr.ssa Valentina Magrini
Buongiorno, mi sembra di leggere tra le riga la sua volontà di fare chiarezza. Non conosco la specifica motivazione che l'ha spinta a interrompere i percorsi intrapresi, ma la invito a non sentirsi scoraggiata e a iniziare un nuovo percorso terapeutico. Le suggerisco di far presente al professionista la volontà di avere una diagnosi esplicita, potrebbe essere un ottimo punto di partenza per un percorso psicologico proficuo. In merito alla sua domanda, le posso dire che le due figure professionali non si escludono vicendevolmente: le suggerisco di contattare uno psicologo e di discutere insieme della possibilità di affiancare al trattamento una cura farmacologica. Un saluto. Dott.ssa Alessandra D'Antonio
Gentilissima, descrive una situazione abbastanza complessa, accompagnata da una grande sofferenza. Converebbe che lei si rivolgesse ad uno psicoterapeuta e in seguito ad uno psichiatra per un eventuale supporto farmacologico che potrebbe essere utile in questi casi. Cordiali saluti
Gent non si scoraggi . I sintomi descritti possono essere curati affidandosi a professionisti preparati. Lo psichiatra potrebbe aiutarla a definire una cura farmacologica per stabilizzare il suo umore mentre lo psicologo andrebbe a chiarire il quadro psicodiagnostico e ad avviare un percorso di psicoterapia anche breve, aiutandola a trovare nuovi strumenti per gestire i suoi momenti di criticità. Cordiali saluti dott.ssa Maria Grazia Messaglia
Buongiorno, credo che quando si interrompono dei percorsi, vi siano sempre dei motivi e, seppur fossero legati al non essere pronti, siano assolutamente leciti e rispettabili. Spero, però, che adesso Lei possa trovarsi nel momento giusto per poter affrontare i suoi problemi e per iniziare a prendersi cura di sé. Rivolgersi ad uno psichiatra o ad uno psicoterapeuta come primo step non mi sembra possa fondamentale, l'importante è che lei si rivolga a qualcuno e si affidi ad esso. Sarà il professionista a valutare se e quale altro specialista coinvolgere nel suo percorso. Un caro saluto
Buongiorno, sei molto giovane e mi dispiace leggere che provi tutta questa sofferenza, ma evidentemente avrai i tuoi buoni motivi. Per averti portato a tentare il suicidio questa tristezza deve essere proprio inconsolabile...Io ti consiglio di rivolgerti ad uno psicoterapeuta, che sarebbe uno psicologo che ha fatto un ulteriore scuola di specializzazione quadriennale e può accompagnare le persone in un percorso di lavoro profondo su di sè (psicoterapia) a partire da quello che provano, che gli è accaduto e che vogliono. Lo psichiatra invece si occupa dell'aspetto farmacologico ed è altrettanto importante quando ce n'è necessità. Lo psicoterapeuta se lo ritiene potrà infatti proporti un consulto anche da uno psichiatra per lavorare in squadra. A volte si seguono percorsi integrati e paralleli, per avere una cura della persona a 360 gradi.
Se non ti sei trovata bene fin'ora con gli specialisti a cui ti sei rivolta continua a provare finchè non trovi qualcuno che a pelle ti ispiri. Le relazioni terapeutiche sono un pò come quelle sentimentali...se non ti piace non funziona!
E' importante che ti fai aiutare. Se vuoi stare meglio. Da certe situazioni uscirne da soli è tropo difficile. Non ti arrendere.
Un abbraccio
Dott.ssa Silvia Polizzi Andreeff
Buongiorno, ha già ricevuto molte risposte che la invitano a riprendere un trattamento psicoterapeutico. Come ha visto, ha avuto molta attenzione. Siamo tutti molto interessati a quello che lei ci ha detto.Questa stessa attenzione la può trovare anche nel colloquio diretto con uno psicoterapeuta, anche uno di noi. Non so dove abita e se è facile trovare nella sua zona degli psicoterapeuti. In questo momento di quarantena è più difficile stabilire un colloquio. Comunque, può cominciare a cercare. Per quanto riguarda le sue importanti difficoltà di vita, è necessario che si faccia aiutare, senza porsi, almeno per adesso il problema della sua diagnosi. Vedrà che durante la psicoterapia avrà modo di comprendere meglio quello che le succede e soprattutto imparerà a potersi organizzare in maniera da soffrire un po' meno. E' molto probabile che le possa servire anche l'aiuto di uno psicofarmaco e dunque la consulenza di uno psichiatra. Ma soprattutto, data la sua giovane età, ha bisogno di un accompagnamento sistematico e di lunga durata che possa aiutarla a vivere più serenamente riuscendo a ridimensionare gli stati d'angoscia. Se può aiutarla, mi può contattare per telefono. Cordiali saluti PG
Cara 18enne, mi rivolgo a te in questo modo perché credo che questo dato, la tua maggiore età, possa avere una certa importanza in relazione alla tua riflessione e alle tue richieste. Credo anche che tu abbia delle idee su una possibile diagnosi dovute a letture o a precedenti percorsi terapeutici; un inquadramento clinico con un'etichetta ti aiuterebbe realmente?
Ritengo che le due figure professionali che hai citato non si escludano, anzi possano essere fondamentali per interrompere un malessere che si protrae da troppo tempo e, vista la tua giovane età, tale intervento congiunto possa dare una svolta alla tua vita.
Non resta che fare il passo!
Carissima Utente, sono corretti i dubbi che ci pone. Lo psichiatra è un medico e il suo compito è quello di valutare se la persona necessita di una terapia farmacologica ed eventualmente prescriverla. Lo psicologo (nel suo caso meglio che sia anche psicoterapeuta) invece aiuta la persona a rivolvere i suoi problemi attraverso il dialogo clinico e la relazione. La terapia farmacologica e la psicoterapia non si escludono a vicenda, anzi a volte è utile che siano integrate perché agiscono su due piani diversi: il farmaco aiuta ad alleviare e gestire i sintomi, mentre la psicoterapia consente di lavorare sull’origine della sofferenza emotiva. Data la sua giovane età e l’importanza del malessere che ci ha descritto, mi sembra utile che inizi presto una nuova psicoterapia, abbinata anche al consulto di uno psichiatra. Resto a sua disposizione, dott.ssa Irene Capello
Buonasera, da quello che ci descrive la sua sofferenza è profonda ed entrambi i professionisti, psichiatra e psicologo, potranno aiutarla a ritrovare benessere e serenità, al di là della diagnosi, che mi sembra di capire che per lei sia molto importante. Riguardo la sua domanda, dallo psichiatra, essendo un medico, si dovrà aspettare sicuramente un colloquio e un eventuale prescrizione di farmaci, (in base alla diagnosi), dallo psicologo/psicoterapeuta dovrà aspettarsi dialogo (colloqui) e una relazione in cui si trova suo agio e al sicuro (per questo è importante che lei si trovi bene con il suo psicologo o psicologa). Anche lo psicologo potrà fare una diagnosi. Psicologo/a e Psichiatra possono tranquillamente collaborare, anzi è auspicabile che lo facciano e le spiegheranno il tipo di percorso che pensano di intraprendere con lei, anche in virtù di questa collaborazione. Un saluto caro e un abbraccio. Dott.ssa Sara Strufaldi
Cara buongiorno,
credo che nel suo caso sia opportuno rivolgersi parallelamente sia ad uno psichiatra che ad uno psicologo. Il primo l’aiutera’ a gestire meglio i sintomi, il secondo ad affrontarne le cause.
E’ giovanissima e , da quanto scrive, con delle belle risorse. Grinta!!
Un caro saluto,
dott.ssa Rita Reggimenti
Salve cara, sei davvero giovane per cui assolutamente vale la pena "riprendere la terapia", usando le tue parole. Cosa devi aspettarti? Di ricevere aiuto concreto, per poter imparare a gestire le difficoltà e uscire dai meccanismi viziosi in essere. Mi rivolgerei ad uno psicoterapeuta, di orientamento cognitivo comportamentale; qualora lo ritenesse opportuno, dopo una giusta valutazione, ci penserà lui/lei a consigliarti uno psichiatra, parlandone e spiegandoti bene il tutto.
In bocca al lupo di cuore
Gentile utente,
ipotizzo che, essendo stata minorenne negli ultimi tre anni, non abbia scelto di sua volontà il professionista che avrebbe dovuto seguirla. Credo che sarebbe una cosa buona che potesse affidarsi ad uno psicologo che le ispiri fiducia e adesso che ha raggiunto la maggiore età, forse, è più probabile che possa fare questa scelta in autonomia. Sarà poi lo psicologo a valutare la situazione e ad inviarla eventualmente anche da uno psichiatra.
Se avesse bisogno di un aiuto farmacologico, lo psicologo non può prescriverle nulla, non è un medico; in quel caso servirebbe per forza la figura dello psichiatra, ma rimarrebbe comunque in carico allo psicologo per ciò che riguarda il sostegno psicologico.
Un caro saluto,
Marcella
Carissima, comprendo la sua scelta di abbandonare le precedenti terapie e sono lieta che in questo momento sente l'esigenza di rivolgersi a uno psicologo. Dai sintomi che descrive credo che sia opportuno contattare al piu' presto uno specialista e, inseme, decidere se contattare uno psichiatra. Non le nascondo però, che da una prima lettura, credo sia fondamentale un approccio integrato, quindi un percorso che inclusa sia lo psicologo che lo psichiatra. Un caso saluto, Gaia
Cara ragazza,
mi aggiungo alle già tante persone che ti hanno risposto. Il quadro che descrivi va affrontato con cautela e gradualità, e la formula migliore potrebbe essere nel farti seguire da entrambi. Psicologi e psichiatri lavorano spesso in sinergia, perché eventuali farmaci possono essere prescritti solo dallo psichiatra. Nel tuo caso possono essere di aiuto, perché una mente turbata da emozioni forti fatica a riflettere su sé stessa, e i farmaci possono creare le condizioni di "quiete" necessarie alla terapia. Questo accade quando non riusciamo a regolare le nostre emozioni, è una difficoltà frequente e che dipende dalla storia personale con le figure di riferimento, e lo psicologo può aiutarti, inizialmente facendoti da "contenitore". E' possibile che le oscillazioni che hai vissuto, anche rispetto alla stessa figura dello psicologo, rispondano proprio a momenti in cui eri più o meno turbata dalle emozioni che hai descritto, e che sono fonte di grande dolore per te. Stai chiedendo aiuto, e questa è una gemma di buon funzionamento. Dalle valore, ce la farai. Buona fortuna
Salve, data la sua giovane età la invito a non abbandonare le terapie ma in caso di cambiare professionista. Abbia fiducia in se stessa. Un caro saluto. MMM
Buonasera, penso che chiedere aiuto sia il primo passo verso la guarigione. Le auguro di trovare un professionista col quale costruire un rapporto di fiducia che possa permetterle di esplorare e sciogliere i suoi nodi più importanti. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Salve, credo che lei non abbia mai avuto fiducia in tutti i terapeuti incontrati, forse in prima battuta dovrebbe prendere tempo per capire veramente la strada che vuole percorrere e successivamente cercare un professionista che entri veramente in sintonia con lei, sia uno psichiatra sia uno psicoterapeuta. Le auguro il meglio!!!
Buona giornata. Dott.ssa Claudia Fiorelli
Gentile utente, è fondamentale intraprendere una terapia psicologica e non solo farmacologica.

Cordialmente

Dr Mauro Vargiu
Percepisco che ha passato un periodo difficile e capisco che possa essere difficile decidere quale professionista consultare.

Innanzitutto, mi preme sottolineare che chiedere aiuto è un passo importante per prendersi cura della propria salute. In secondo luogo, la differenza principale tra uno psicologo e uno psichiatra è che il primo lavora in modo prevalentemente terapeutico, mentre il secondo è specializzato in diagnosi e prescrizione di farmaci.
Tuttavia, i due professionisti spesso collaborano insieme per fornire la migliore cura possibile ai pazienti. Il tipo di professionista più adatto a lei dipenderà dalle sue esigenze specifiche e dall’approccio terapeutico a cui si sente maggiormente confortevole.

In entrambi i casi, tutti i professionisti della salute mentale dovrebbero condurre un colloquio e una valutazione per determinare la natura dei suoi sintomi e lo stato di salute mentale, e poi lavorare con te per sviluppare piani di trattamento individualizzati, in base alle sue esigenze e obiettivi personali.

Molti pazienti attraversano un processo graduale di terapia che li aiuta ad acquisire competenze e tecniche finalizzati al benessere complessivo e al miglioramento dell’umore, ma il percorso individuale può variare significativamente e dipendere dalle proprie condizioni e dai propri obiettivi.
Resto a sua disposizione per approfondire in un contesto privato.



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Salve la risposta è diretta, si ad entrambe le figure.
Si rende necessaria una terapia farmacologica che le permetta di tenere sotto controllo la serie di sintomi e disturbi che la affliggono.
Lo psicoterapeuta le è necessario per lavorare invece sulle cause alla radice dei suoi problemi.
Saluti dott.ssa Sandra Petralli

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