Salve, Sono una ragazza adolescente e volevo proporre una questione che mi sta preoccupando da div

21 risposte
Salve,
Sono una ragazza adolescente e volevo proporre una questione che mi sta preoccupando da diverso tempo. Premetto che mi vergogno parecchio a parlarne e ci ho riflettuto molto prima di scrivere questo testo. Attualmente vado in quarta superiore, ma quando andavo in seconda, successe un fatto ha cambiato qualcosa in me. Ci tengo a specificare che io sono una ragazza che ha sempre avuto voti molto alti a scuola e sono molto critica nei confronti di me stessa, tanto da definirmi abbastanza perfezionista. Un giorno, in seconda superiore, la nostra professoressa ci fece registrare un podcast audio in inglese in cui raccontavano una storia. Ero consapevole che in inglese ho sempre avuto la media molto alta, ma l'orale è sempre stato un punto più debole rispetto agli altri (ho sempre avuto 8 e 9, ma la professoressa mi ha sempre detto di lavorare sulla pronuncia comunque). Quel giorno ci fu un cambio di programma ed il giorno in cui si doveva registrare una storia in cui io non dovevo parlare, si decide di fare la mia storia, che io ovviamente non avevo neanche letto. Provai, ma mentre leggevo continuavo a sbagliare è più sbagliavo, più mi saliva l'ansia, tremavo e non capivo più niente. Mi ricordo che avevo tutta l'attenzione addosso perché probabilmente anche la professoressa si accorse di questa strana reazione da parte mia, che non ho mai dato questi problemi. Probabilmente in quel momento, io avevo una delle parti più importanti da interpretare, insieme ad un ragazzo madrelingua inglese e, penso, che io abbia sentito la pressione di essere peggiore di lui. In quel momento mi sono sentita inferiore a tutti, oltre che un peso che non ha fatto altro che rallentare il lavoro. Da quel momento, fino ad oggi, io no riesco più a leggere in inglese in classe. Quando ho un argomento da studiare, me lo preparo bene a casa e poi riesco a parlare, ma leggere qualcosa di nuovo davanti a tutti non riusco proprio, mi sale ansia, il cuore batte forte e tremo. A casa, invece, non ho problemi, anzi, iniziai anche ad ascoltare e capire meglio la musica in inglese proprio per migliorare, ma leggere in in inglese in classe mi mette ancora in difficoltà. Per il resto, a scuola, non ho mai dai altri segni di difficoltà a parlare o altro, a parte qualche caso sporadico, in cui mi veniva una leggera ansia, che, per una persona timida come me, è normale. Non capisco perché quel giorno ha cambiato così tanto questo piccolo aspetto della mia vita scolastica, tanto da pensarci per giorni e vergognarmi continuamente, e vorrei capire se può essere possibile migliorare questi comportamento. Probabilmente il problema è alla radice, ovvero nella mia difficoltà nell'accettare gli errori, che mi crea diversi problemi quotidianamente, ma non mi era mai capitato di non riuscire a superare qualcosa del genere ancora un anno e diversi mesi. Sono consapevole che questo è una problematica anche abbastanza specifica e piccola, motivo per cui mi vergognavo a chiedere, ma mi sono sempre domandata i motivi e le soluzioni di questo.
Grazie mille
Buona giornata
Gentile utente, prima di tutto grazie per aver condiviso con noi questo pezzetto di sé. Non è mai semplice raccontare ad altri cosa ci accade e sentiamo, soprattutto se questa cosa ci fa provare vergogna. Credo che ciò che ti è accaduto sia molto comune, sei una ragazza molto consapevole e capace di grade auto-osservazione. L'episodio che ci hai raccontato ha dentro di sé diversi elementi che per une persona "perfezzionista" , come ti definisci tu, possono aver creato turbamento. L'imprevisto, il confronto con l'atro, l'errore e l'essere al centro dell'attenzione possono aver aumento i tuoi livelli di ansia, facendoti sentire poco in controllo ed in balia degli eventi. Attualmente hai messo in atto comportamenti protettivi e di evitamento per non rischiare di provare più ciò che hai provato quella volta. Ahimè però tale comportamento protettivo potrebbe accentuare la tua ansia in momenti di esposizione di natura simile a quello dell'episodio 0. Esportisi gradualmente potrebbe essere importante per lavorare sull'ansia. Provi a parlarne con i suoi genitori ed eventualmente valutare insieme a loro di svolgere un percorso psicologico. Rimango a tua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo

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Cara, la problematica che descrivi è sì specifica, sembra essere una sorta di ansia situazionale, molto probabilmente derivata proprio da quell'esperienza che racconti, ma come dici bene tu, credo che alla base ci sia un nucleo più profondo. C'è sicuramente margine di miglioramento, bisognerebbe però comprendere meglio i significati di questo "perfezionismo", da che cosa ti difende? A che cosa ti serve? E' un atteggiamento che hai solo in ambito scolastico o anche in altri contesti? E ancora, che cosa hai provato e pensato in classe, mentre leggevi per la registrazione? Ci sono tanti aspetti da esplorare, magari in stanza di terapia. Spero di esserti stata d'aiuto!
Ciao! Non devi vergognarti per quello che stai vivendo, anzi, è davvero coraggioso da parte tua aprirti su una questione che ti preoccupa. Il fatto che quella situazione in seconda superiore ti abbia lasciato una forte sensazione di ansia e insicurezza è comprensibile, soprattutto considerando che sei una persona molto critica con te stessa e perfezionista. Quello che descrivi, infatti, può accadere a chiunque si senta sotto pressione in momenti di confronto con gli altri o quando non si è preparati come si vorrebbe.

Le esperienze che ci mettono a disagio, come quella che hai descritto, possono lasciare delle tracce che si riflettono nel nostro comportamento futuro, specialmente quando le associamo a sensazioni di fallimento o imbarazzo. La paura di fare errori in pubblico o di non essere "perfetti" può diventare una sorta di blocco. La buona notizia è che ci sono modi per affrontare questa ansia e tornare a sentirsi più sicuri.

Accettare gli errori come parte del processo di apprendimento: Essere perfezionisti a volte rende difficile accettare che gli errori sono normali, specialmente in un contesto come l'apprendimento di una lingua straniera. Inizia a cambiare prospettiva: sbagliare è un modo per migliorare. Ogni errore ti avvicina al miglioramento, e non al fallimento.

Desensibilizzazione graduale: Potrebbe aiutarti a tornare a leggere in inglese davanti agli altri in maniera graduale. Potresti iniziare leggendo a voce alta da sola o in piccoli gruppi di persone di cui ti fidi, per poi aumentare pian piano il pubblico o la difficoltà delle situazioni.

Respirazione e gestione dell'ansia: L'ansia che senti è legata a un picco di attivazione fisiologica (cuore che batte forte, tremore). Potresti allenarti con tecniche di respirazione profonda e rilassamento che ti aiutino a gestire meglio quei momenti di ansia.

Esposizione graduale: Ogni volta che eviti una situazione che ti mette ansia, il tuo cervello rafforza l'idea che quella situazione è "pericolosa". Provando a esporsi a poco a poco a quella situazione, in un contesto sicuro e con meno pressione, potresti iniziare a sentire meno paura.

Parlarne con qualcuno di fiducia: A volte condividere quello che provi con qualcuno, magari un insegnante o un compagno di classe, può ridurre la pressione. Sapere che qualcuno è consapevole della tua ansia potrebbe toglierti un po' di quel peso che senti.

Se ti fa piacere, possiamo continuare a parlarne e trovare insieme delle strategie più dettagliate per aiutarti a gestire queste sensazioni.
Buongiorno gentile Utente, la situazione che descrive è comprensibile e comune a molte persone, soprattutto in ambienti scolastici dove le aspettative su se stessi possono essere molto elevate. Quell'episodio che ha vissuto sembra aver scatenato una reazione di ansia legata alla paura di non essere all'altezza e, come ha correttamente intuito, potrebbe essere strettamente collegato alla sua tendenza al perfezionismo e alla difficoltà ad accettare gli errori.

L'ansia che sperimenta durante la lettura in inglese potrebbe essere una risposta del suo corpo e della sua mente a quella sensazione di inadeguatezza vissuta in passato, che ora si ripresenta ogni volta che si trova in una situazione simile. Quando corpo e mente vivono in maniera traumatica un evento rischiano di sviluppare un ipersensibilità agli eventi correlati al trauma.
Il fatto che riesca a leggere tranquillamente a casa indica che il problema non è legato alla sua capacità in sé, ma piuttosto al contesto sociale e alla pressione che avverte.

Ci sono alcune strategie che potrebbero aiutarla a gestire meglio queste situazioni: può provare a riflettere sul fatto che sbagliare fa parte del processo di apprendimento. Nessuno si aspetta la perfezione, e gli errori sono opportunità per migliorare. Iniziare ad accettare i propri errori senza criticarli aspramente è un passo importante verso la riduzione dell'ansia.

Provi a leggere brevi testi in inglese davanti a piccoli gruppi di persone con cui si sente a suo agio, come amici o familiari. Può iniziare con situazioni che percepisce come meno stressanti e poi, gradualmente, esporsi a contesti più simili a quello scolastico.

Prima di leggere in pubblico, spesso è utile dedicare qualche minuto a esercizi di respirazione profonda o tecniche di rilassamento. Questi possono aiutarla a ridurre l'ansia e a sentirsi più calma.

Anche provare a visualizzare se stessa mentre legge in inglese davanti alla classe con sicurezza, può esporla in maniera protetta allo stimolo stressante ed attivante. Inoltre immaginare la scena con un esito positivo può aiutare a ridurre la paura e l'ansia che anticipa l'evento reale.

Le suggerisco anche di prendersi del tempo per notare e apprezzare i piccoli progressi che fa. Ogni passo avanti, anche piccolo, è un segno che sta migliorando e che sta affrontando la situazione.

Infine, il fatto che ci abbia pensato per così tanto tempo e che ne abbia parlato qui è già un grande passo. Se continua a percepire difficoltà, potrebbe valutare la possibilità di parlare con un professionista, come uno psicologo, che può aiutarla a comprendere meglio la radice di questa ansia e a sviluppare ulteriori strategie per gestirla.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di un supporto resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
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Buongiorno,
Questo episodio le è rimasto così chiaro nella memoria perchè è stato molto pesante e coinvolgente a livello emotivo. Vedo che ha già fatto dei collegamenti con alcuni suoi aspetti della personalità che potrebbero aver influito. Lavorare su questi aspetti con l'aiuto di un collega sarebbe secondo me la soluzione migliore per lei e per il suo benessere.
Dott. Marco Cenci
Ciao, grazie mille per aver condiviso la tua esperienza, capisco quanto possa essere difficile parlare di qualcosa che ti mette a disagio. Voglio innanzitutto rassicurarti che quello che stai vivendo è più comune di quanto pensi, e hai fatto un passo importante nel cercare di comprendere la tua situazione.

Quella che descrivi è una reazione di ansia che può manifestarsi in situazioni di forte pressione o aspettative, soprattutto quando ci si sente esposti al giudizio altrui. È normale, soprattutto per una persona perfezionista come te, sentirsi destabilizzata quando qualcosa non va come previsto. Il fatto che tu ti sia trovata in una situazione impreparata e con la pressione di dover fare bene, ha probabilmente innescato una reazione di ansia che, associata a quell’esperienza, ora si ripresenta ogni volta che devi leggere in inglese davanti agli altri.

Questa difficoltà non significa che tu non sia capace, anzi, il fatto che a casa riesci a leggere e migliorare l’inglese dimostra che hai delle ottime competenze. È l’ansia legata a quella specifica situazione che ti blocca in classe, ma questo è qualcosa su cui si può lavorare.

Riconoscere che ci sono emozioni come la paura di sbagliare o il sentirsi sotto pressione è un primo passo per poter migliorare. L’accettazione degli errori è una parte fondamentale del nostro percorso di crescita, e non è qualcosa di facile da acquisire, specialmente quando ci teniamo molto a fare bene.

Ci sono tecniche e strategie che possono aiutarti a gestire meglio l'ansia in situazioni simili, come ad esempio la respirazione consapevole o esercizi di desensibilizzazione graduale, in cui ti esponi progressivamente alla situazione che ti causa ansia, sempre con un supporto adeguato. Parlare con un professionista potrebbe anche aiutarti a esplorare questi aspetti con maggiore profondità, per comprendere meglio le tue emozioni e imparare a gestirle.

Sappi che non sei sola in questo percorso e che chiedere aiuto è un atto di grande forza. Sono sicura che con il tempo e con i giusti strumenti riuscirai a superare questa difficoltà. Non c’è nulla di cui vergognarsi: ognuno di noi ha dei momenti di vulnerabilità, ed è proprio in questi momenti che possiamo crescere e diventare più forti.

Ti auguro una buona giornata e rimango a disposizione per qualsiasi altra domanda o chiarimento.

Un abbraccio.
Buongiorno e brava per aver superato la paura di chiedere! Da quello che scrivi si capisce che sei già molto consapevole delle tue insicurezze. Sicuramente questo evento ha avuto un grosso impatto emotivo, ma ciò che ha scatenato l'ansia, la vergogna, la paura di sbagliare è un funzionamento di fondo che si può affrontare. Sei una ragazza giovane e credo valga la pena affrontare tutto questo in un percorso psicologico in modo da aiutarti a sentirti più sicura a gestire le tue sfide future. Spesso a scuola ci sono degli sportelli d'ascolto che sono un'occasione preziosa per un primo contatto con uno psicologo e che possono eventualmente orientarti, se necessario a ricercare un aiuto sul territorio. Ti auguro di risolvere questa difficoltà e di stare bene. Un caro saluto. SV
Ciao! Prima di tutto, grazie per aver condiviso con me una parte di te che ti preoccupa tanto. È importante riconoscere che la situazione che hai vissuto non è banale, anzi, ha avuto un impatto emotivo forte su di te, e il fatto che ne parli dimostra quanto ci tieni a migliorare.

Quello che descrivi sembra legato a un episodio di ansia da prestazione, probabilmente accentuato dal tuo perfezionismo e dalla pressione che hai sentito in quel momento. È normale che, dopo un'esperienza così stressante, tu ti senta bloccata in situazioni simili, soprattutto perché l'ansia tende a ripresentarsi quando temiamo di rivivere un fallimento.

La buona notizia è che è possibile migliorare. Un percorso di riflessione su come gestisci gli errori e accetti le tue vulnerabilità potrebbe aiutarti. Non è sbagliato volere il massimo da te stessa, ma è anche importante accettare che l'errore fa parte della crescita. Pian piano potresti provare a esporre te stessa a letture in inglese in contesti più sicuri, con meno pressione, per riprendere confidenza.

Per qualsiasi altra domanda sono a disposizione. Dottoressa Rumi Agne
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Ciao, grazie per aver condiviso la tua esperienza. La situazione di disagio che hai vissuto in classe può capitare a molti studenti e studentesse nel loro percorso di studi. Mi sembra di comprendere che a te, ti abbia disturbata particolarmente. Probabilmente è stata una situazione che non ti aspettavi, che non avevi concordato e alla quale non ti eri organizzata per rispondere al meglio, come sei abituata a fare. Sentirsi esposta allo sguardo dell'insegnante e della classe in quella situazione improvvisa può averti creato uno stato intenso di imbarazzo, difficoltà, preoccupazione, paura che può riattivarsi ancora in situazioni simili, anche dopo qualche anno.
La consapevolezza che la tua modalità di reagire a questa specifica situazione racconta qualcosa di come sei tu e della tua storia personale è preziosissima alla tua età. Complimenti! Questa consapevolezza può essere un'ottima base di partenza per un percorso psicologico che ti aiuti a gestire al meglio situazioni simili e l'ansia che ti provocano e che, eventualmente, ti accompagni in una fase importantissima della tua crescita che è quella della tarda adolescenza, in cui affronterai tante e meravigliose sfide, tra cui la conclusione delle scuole secondarie. La tua capacità di riflettere su di te e di chiedere aiuto sono - anche queste - delle ottime premesse per approfittare al meglio di un supporto psicologico. Puoi rivolgerti allo spazio di ascolto psicologico a scuola, se nella tua scuola è presente, oppure ad un professionista sul territorio o online. Se sei ancora minorenne, ricorda che è necessario il consenso dei tuoi genitori. Ti auguro di trovare la soluzione più utile per te. Un caro saluto. TM
Carissima utente, ti ringrazio di aver trovato il coraggio di condividere questa parte di te. Leggendo le tue parole, mi sono proprio sentita in quella classe, in quel vortice tremendo di ansia. Mi chiedo come mai hai questo grande bisogno di perfezionismo. Cosa accadrebbe se, per una volta, tu non fossi perfetta? Dove hai imparato nella tua vita che gli errori sono inaccettabili?
Sarebbe molto interessante poterci riflettere insieme poiché quello che hai riportato non è una "piccola problematica" ma potrebbe portarti a scoprire moltissime cose di te.
Rimango a disposizione. Un caro saluto. Dott.ssa Federica Bertucci
Grazie per aver condiviso questo tuo disagio. Non c’è motivo di sminuire la tua problematica definendola “piccola”. Finché genera una sofferenza, è importante riconoscere il problema, come tu hai fatto, e dargli il valore che si merita. Detto questo, sarà importante andare a capire, insieme a uno psicologo, cosa si cela dietro la tua ansia. Dalle tue parole, si evincono delle aspettative molto alte, e questo può generare ansia da prestazione e un senso di inadeguatezza quando scatta il confronto con gli altri. Se hai il desiderio di trovare uno psicologo, la cosa migliore da fare è comunicarlo ai tuoi genitori: non sei costretta a fornire tutti i dettagli a loro, ma il loro consenso è necessario per iniziare un percorso. Ti auguro il meglio per la tua adolescenza e rimango disponibile sia in studio sia online, dr.ssa Laura Raco
Gentile utente nel mio percorso professionale spesso mi è capitato di incontrare persone che hanno problematiche nel parlare davanti a un pubblico. Spesso le fobie sono sintomi che in realtà sottendono situazioni di altra natura. Spesso il sintomo è protettivo. Le consiglio di iniziare un percorso terapeutico che la aiuti a ritrovare un benessere psicologico. Cordialità dott. Gaetano Marino
Ciao, la tua richiesta non è assolutamente scontata o banale. Qualsiasi evento, pensiero, dubbio che crea una fonte di malessere o disagio psicologico chiede e merita la nostra attenzione quindi ti faccio i miei complimenti per esserti messa in gioco e averci raccontato la tua storia.
Da quello che racconti, c'è già una buona consapevolezza di alcuni aspetti che riguardano te stessa, dici per esempio di sapere di essere perfezionista e di essere molto critica; aspetti che divengono centrali proprio per la comprensione di questo episodio.
Leggo che nonostante una buona media in inglese, il tuo problema è più o meno sempre stato legato alla pronuncia, inoltre il giorno in cui hai dovuto leggere davanti a tutti (senza aver nemmeno ripetuto), avevi davanti a te un ragazzo madrelingua che quindi percepivi come "migliore" (passami il termine), di te.
Tutte queste informazioni insieme, hanno creato in te un surplus di emozioni e sensazioni difficilmente collocabili che in quel momento hanno avuto un grande impatto tanto da esplodere sottoforma di difficoltà nella lettura.
Quello che puoi provare a fare è procedere con una sorta di esposizione graduale alla tua fonte di disagio; prova per esempio a leggere davanti al gruppo di amici o in situazioni sociali che ti metterebbero un po' in ansia ma non tanto da portarti ad un vero disagio forte. Potresti provare a chiedere alla professoressa, per esempio, di leggere solo piccole frasi (se possibile) e non grandi brani. Ad ogni modo, se ti è possibile potresti valutare anche una consulenza psicologica per comprendere meglio la fonte di questo malessere (mi riferisco in particolare alla tua eventuale ricerca di perfezione).
Grazie ancora per aver posto la domanda.
Saluti!
Gentile, non è facile raccontare di sé e di aspetti che generano sofferenza e per questo la ringrazio. Dal suo racconto posso comprendere come sia una ragazza consapevole rispetto a quello che le accade. L'evento descritto è stato inaspettato e questi, talvolta, possono generare ansia, paura e sensazioni di non avere il controllo su quello che sta succedendo. L'inizio di un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla ad esplorare maggiormente questo suo vissuto. Inoltre, l'esposizione graduale potrebbe esser una procedura molto utile nel suo caso. Le consiglio di parlarne con i suoi genitori e di prendere in considerazione l'inizio di un percorso.
Rimango a disposizione nell'eventuale volontà di un colloquio conoscitivo.
Un caro saluto,
Dott.ssa Alice Savoia
Buongiorno, grazie per aver condiviso questa dinamica che le crea delle problematiche, comprendo quando può essere difficile esporsi. Già il fatto di aver scritto e chiesto consiglio qua è da reputare una risorsa, anche rispetto alla situazione che descrive.
Trovo un parallelismo con la sua situazione scolastica, con la difficolta che ha nell’esporsi, in quanto probabilmente sottosta una forte paura. Essendo molto brillante in varie aree, capisco che questa dissonanza e difficoltà che emerge con l’esporsi in lingua inglese le possa creare dei disagi.
Altra risorsa, molto utile, la vedo nel suo livello di comprensione e di introspezione che emerge quando descrive che il problema “è alla radice”, probabilmente nella sua difficoltà ad accettare gli errori. Credo infatti che l’episodio in sé abbia sbloccato tutta una serie di reazioni che stanno avendo delle ripercussioni sul suo stato generale di benessere, che non sono da riferirsi al singolo episodio ma a modalità di gestione delle sfide che le si pongono davanti ogni giorno. Ha sempre avuto ottimi riscontri dall’esterno e anche la difficoltà ad accettare gli errori è sempre riuscita a farla rientrare e gestirla. Queste sono da vedere come risorse di funzionalità presenti, che però ad oggi richiedono un possibile aiuto da una figura esterna al fine di poter riprendere in mano in autonomia la sua vita.
La trovo una situazione risolvibile, andando però ad approfondire varie questioni e modalità di gestione della quotidianità.
Il mio approccio è di orientamento sistemico-relazionale, per spiegarle, la terapia sistemico-relazionale si basa sull’idea che il cambiamento non avviene solo a livello individuale, ma è influenzato e spesso determinato dalle dinamiche all'interno del sistema di relazioni in cui una persona è inserita.
Ritengo che questo approccio potrebbe essere utile per esplorare più a fondo le questioni che sta affrontando e riporta.
Se desidera approfondire questi temi, sono disponibile per un confronto. Le sedute si svolgono online, consentendoci di lavorare insieme indipendentemente da dove si trova.
Spero di esserle stata utile,
Resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Ginevra Pieri
Gentile Utente, questa problematica sembrerebbe tutt’altro che “piccola” considerando il vissuto emotivo che suscita e il modo in cui è stata collegata ad aspetti profondi di sè. È davvero positivo che tu abbia deciso di condividerla, andando così al di là della vergogna, un’emozione che può essere molto potente. Il primo passo per poter gestire meglio le emozioni infatti è proprio poterne parlare, per esplorarle e interrogarsi su queste. Dallo scritto sembra trasparire una certa autoconsapevolezza, un’ottima base per un lavoro più approfondito, magari in uno spazio d’ascolto adeguato, su questa spinta ad essere “perfetta” (perchè devo esserlo?) e alla pressione che questo aggettivo sembra comportare (e se non lo fossi?). Scoprire sè stessi è un viaggio che ripaga. Un caro saluto

Dott.ssa E.B.
Ciao, mi ha fatto molto piacere invece leggere il tuo racconto a dispetto del fatto che dici di aver provato vergogna perché sembra "da poco". Ti posso assicurare che, invece, è qualcosa che vivono molto spesso i ragazzi/e della tua età e in cui si potranno riconoscere. Intanto, da come scrivi, ho l'impressione che tu abbia già una grande capacità di riflettere su di te e sulle tue emozioni e questo è già un grande passo. Mi soffermerei su alcune domande che ancor di più possono aiutarti a capire maggiormente, ad esempio cosa significa per te essere perfezionista, puntare sempre in alto? Che succede quando affronto un "fallimento" o cosa potrebbe succedere deludendo queste aspettative così alte? Il mio consiglio è anche quello di provare a iniziare un percorso psicologico che possa aiutarti a comprendere meglio queste dinamiche, che come riferisci, le riscontri e sono limitanti anche in altri ambiti e contesti.
Un caro saluto e in bocca al lupo!
Se serve, sono qui.
Buongiorno,

prima di tutto, vorrei ringraziarti per il coraggio che hai dimostrato nel condividere una situazione che ti fa sentire vulnerabile. Spesso ci sembra che le nostre preoccupazioni siano "piccole" o "insignificanti", ma in realtà, se hanno un impatto sulla nostra vita quotidiana e sul nostro benessere, meritano attenzione.

Quello che descrivi, quel senso di ansia e disagio legato alla lettura in inglese in classe, è un'esperienza che può essere riconducibile a un evento particolarmente stressante che ha lasciato un segno. Capita spesso che situazioni in cui ci sentiamo sotto pressione e non all'altezza generino una risposta emotiva forte, soprattutto quando siamo persone molto esigenti con noi stesse, come sembri essere tu. Questo è particolarmente vero per chi tende al perfezionismo: l’errore può sembrare qualcosa di intollerabile, e questo può far crescere ansia e paura in situazioni simili.

Vorrei rassicurarti: ciò che provi non è insolito. Si tratta di una reazione che il tuo corpo e la tua mente hanno sviluppato per cercare di "proteggerli" da una situazione percepita come pericolosa. Hai menzionato l'ansia crescente, il battito del cuore che accelera, il tremore: tutti segnali fisici che indicano uno stato di allerta, comune nelle situazioni di ansia da prestazione.

Un aspetto importante su cui riflettere è il legame che hai creato tra quel singolo episodio e le tue prestazioni successive. A volte, quando un’esperienza è vissuta in modo molto negativo, tendiamo a evitare situazioni simili per paura che si ripeta lo stesso scenario. Questo rinforza ulteriormente il circolo dell'ansia.

Ci sono diverse strade che potresti esplorare per affrontare e migliorare questa difficoltà. In primo luogo, lavorare sull'accettazione dell'errore può essere fondamentale: gli errori non solo sono parte del nostro apprendimento, ma ci permettono anche di crescere. Ti invito a riflettere su come vivi l’errore e su quali significati attribuisci ad esso. Proprio il perfezionismo che menzioni può renderti più difficile accettare anche piccoli fallimenti, facendoti sentire come se fossero una minaccia per la tua autostima.

In secondo luogo, ci sono tecniche specifiche per gestire l'ansia, come la respirazione profonda o il rilassamento muscolare, che possono essere molto utili in momenti di particolare tensione. Imparare a riconoscere i segnali fisici dell’ansia e rispondere con tecniche di rilassamento può aiutarti a ridurre la reazione del tuo corpo.

Infine, la gradualità nell’affrontare le tue paure può fare la differenza. Potresti provare, ad esempio, a leggere piccoli brani di inglese prima in contesti più sicuri e meno giudicanti, magari con persone di cui ti fidi. Aumentando gradualmente la difficoltà, potresti riuscire a desensibilizzare la tua mente rispetto alla paura della lettura in pubblico.

Sarebbe utile intraprendere un percorso per comprendere meglio da dove derivano queste paure e, eventualmente, per modificarle. Parlare con uno specialista, come uno paicologo, potrebbe aiutarti a capire meglio le dinamiche interne che contribuiscono a queste difficoltà, e a sviluppare strategie più efficaci per affrontarle.

Non esitare a chiedere aiuto. Le tue preoccupazioni sono valide, e il fatto che tu voglia affrontarle è già un segno di grande maturità e forza.

Un caro saluto,

Dott.ssa Camilla Persico
Gentile utente,
La sua riflessione e consapevolezza sul suo stato emotivo sono molto importanti e indicano già una maturità notevole nell’affrontare i suoi pensieri e sentimenti.
Da quanto descrive, sembra che l'episodio in seconda superiore abbia avuto un forte impatto su di lei, suscitando una reazione d'ansia che ora si ripresenta in situazioni simili, in particolare quando si tratta di leggere in inglese di fronte alla classe. È importante notare che ciò che ha vissuto è del tutto normale e comprensibile, soprattutto considerando la pressione che ha sentito in quel momento e la sua tendenza al perfezionismo.
Il perfezionismo, infatti, può farci vivere gli errori come fallimenti gravi, mentre in realtà gli errori fanno parte del processo di apprendimento e crescita. Il sentirsi "inferiore" o "inadeguata" in quella specifica situazione potrebbe aver innescato un circolo di pensieri negativi che si ripropongono ogni volta che si trova in una situazione simile, creando così un'ansia anticipatoria.
È assolutamente possibile migliorare questo comportamento e affrontare l'ansia che si è instaurata.
Lavorare sull'accettazione degli errori è un passo fondamentale. Gli errori non sono un segno di fallimento, ma un’opportunità per crescere e migliorare. Potrebbe essere utile ricordarsi che tutti sbagliano, anche i più preparati.
Una tecnica che può risultare utile è l'esposizione graduale. Inizi pian piano a leggere in inglese in ambienti che le causano meno ansia (ad esempio, con un piccolo gruppo di amici o con un insegnante in una situazione più intima), fino a sentirsi più a suo agio a farlo in classe.
Imparare tecniche di rilassamento e respirazione può aiutarla a gestire i sintomi fisici dell'ansia, come il battito cardiaco accelerato e il tremore. Queste tecniche possono essere utilizzate nel momento in cui sente l'ansia aumentare.
Visto che ha già individuato alcune difficoltà, come la paura di commettere errori e l'ansia legata alla lettura in pubblico, potrebbe essere utile confrontarsi con un professionista, che potrà aiutarla a comprendere meglio le radici di questi pensieri e sentimenti e lavorare su di essi in maniera mirata.
Vorrei infine rassicurarla che le sue difficoltà sono superabili e che il percorso che sta intraprendendo verso una maggiore consapevolezza di sé è già un ottimo inizio. È importante che non si colpevolizzi per ciò che prova, ma che veda questa esperienza come una sfida da affrontare con gentilezza e pazienza verso se stessa.
Resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento o supporto aggiuntivo.
Un caro saluto,
Dott.ssa Pinella Chionna
Gentile utente, mi sento di dirle che è stata molto brava a riconoscere come, un singolo evento, possa poi influenzare il comportamento e le emozioni provate in situazioni successive, anche a distanza di molto tempo. Quello che ha provato quel giorno, probabilmente, l'ha messa a contatto con la credenza più profonda che ha di se stessa. Acquisire consapevolezza delle nostre fragilità e delle nostre modalità di agire per non sentirci "fragili", può aiutare ad avere un'attivazione più funzionale delle nostre emozioni. Consultare un professionista può aiutare ad apprendere tali consapevolezze. Resto a disposizione.
Saluti, Dott.ssa Vitina Nardozza

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