Salve, sono una giovane donna con un passato molto difficile e doloroso che tuttora mi fa stare molt
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Salve, sono una giovane donna con un passato molto difficile e doloroso che tuttora mi fa stare molto male e a cui imputo tutti i miei insuccessi. Negli ultimi anni ho iniziato a soffrire di ansia e depressione. Sono stata in psicoterapia un anno con la stessa psicoterapeuta ma non mi è stato di alcun aiuto. A volte c’era una mia resistenza a parlare di me a una sconosciuta; altre volte però, anche quando parlavo e le dicevo chiaramente come stavo, lei non faceva nulla per aiutarmi. Ascoltava in modo passivo, diceva l’ansia va ascoltata perché mi sta portando da qualche parte. . . E nel frattempo stavo sempre peggio. A quel punto ho interrotto la psicoterapia, ho provato un altro paio di psicoterapeute, ma se a pelle non mi stanno simpatiche metto subito un muro tra me e loro e mi rifiuto di raccontare di me. È un meccanismo che mi scatta inconsapevolmente e contro cui non posso fare nulla se non assecondarlo perché mi ammutolisco e non riesco a dire nulla. Il punto è che continuo a stare male, mi trovo in un momento molto difficile, anche lavorativamente, soffro di depressione, ma non so più a chi rivolgermi e cosa fare per stare meglio. Ho detto all’ultima psicologa che forse non riesco più a parlare in psicoterapia perché non ho più fiducia sulla possibilità di stare meglio. La sua risposta è stata che se voglio stare in psicoterapia con lei devo avere almeno un po’ di fiducia. Ma, mi chiedo, uno psicologo non dovrebbe dare supporto proprio quando manca nel paziente la fiducia nella vita? Non dovrebbe aiutarlo a ritrovare proprio questa fiducia che è alla base della vita? E cosa potrei fare per affrontare la situazione? Grazie per le risposte che mi darete
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Credo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione di materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza.
Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, dott FDL
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Buongiorno gentile utente. La risposta che le ha fornito l'ultima psicologa che ha consultato (avere almeno un pò di fiducia) non è fuori luogo: il rapporto tra paziente e psicoterapeuta si basa su un'alleanza terapeutica, che si costruisce nel corso del tempo.
Il mio suggerimento è quello di rivolgersi nuovamente ad uno psicoterapeuta, AFFIDANDOSI, rinunciando ad una modalità impulsiva, che la porta ad abbandonare ogni volta la psicoterapia e rinunciando anche ad una sua presumibile tendenza al controllo (il terapeuta deve essere simpatico; la sua resistenza se un terapeuta non le piace "a pelle"). Sarebbe fondamentale approfondire le dinamiche che alimentano la resistenza che ha descritto e che - non è da escludere - possano avere radici nel suo passato travagliato, doloroso e a cui imputa i suoi insuccessi. Riprovi a mettersi in discussione: potrà ricavarne un successo inaspettato!
Cordialmente. Dott.ssa Marina Ceruti
Il mio suggerimento è quello di rivolgersi nuovamente ad uno psicoterapeuta, AFFIDANDOSI, rinunciando ad una modalità impulsiva, che la porta ad abbandonare ogni volta la psicoterapia e rinunciando anche ad una sua presumibile tendenza al controllo (il terapeuta deve essere simpatico; la sua resistenza se un terapeuta non le piace "a pelle"). Sarebbe fondamentale approfondire le dinamiche che alimentano la resistenza che ha descritto e che - non è da escludere - possano avere radici nel suo passato travagliato, doloroso e a cui imputa i suoi insuccessi. Riprovi a mettersi in discussione: potrà ricavarne un successo inaspettato!
Cordialmente. Dott.ssa Marina Ceruti
Gentile utente, spesso passati dolorosi ci "sequestrano" in un tempo-spazio che non ci fa percepire appieno il presente. Il cervello viaggia molto veloce sul richiamo di memorie spiacevoli e lo fa per "difenderci" ma questo non deve oltrepassare dei limiti altrimenti noi filtriamo tutto con un sistema che non ci aiuta a cercare nuovi sbocchi e nuovi spunti per affrancarci dalla situazione. La fiducia è senz'altro un elemento propedeutico in ogni relazione, a maggior ragione con "un perfetto sconosciuto"... Dal mio punto di vista questo è possibile se si crea da parte di entrambi un canale reciproco: il paziente richiede un supporto e il terapeuta, attraverso il proprio operato si "guadagna" la fiducia. In una finalità in comune: quella di lavorare assieme per raggiungere lo scopo, ovvero il ripristino di risorse e benessere, si realizza quella sensazione "a pelle" come lei cita, perché entrano in gioco tante risorse che si concretizzano nella spontaneità e nel piacere di stare insieme uscendo e dallo studio "caricati" e arricchiti di nuovi strumenti... continui la sua ricerca, sono certa che troverà la persona con cui potrà sintonizzarsi...
cordialmente, Dr: Maria Torlini
cordialmente, Dr: Maria Torlini
Salve, la ringrazio per aver utilizzato questo portale per porre la sua questione.
La richiesta di cura nasce da una speranza rivolta al terapeuta. Il terapeuta a sua volta genera la possibilità che questa speranza diventi una reale possibilità Queste inizialmente sono le aspettative, poi si concretizza la relazione con il procedere delle sedute. E' possibile che sia difficile affidarsi e fidarsi. E' possibile che non tutti i tipi di psicoterapia siano adatti a tutti i tipi di persone. Forse per lei serve un approccio meno passivo e più supportivo. Inoltre esiste la variabile umana, a volte la relazione non scatta in modo soddisfacente perché semplicemente le caratteristiche del terapeuta non sono quelle giuste.
Non demorda, continui la sua ricerca, non sbaglia a porsi questo dubbio. Infondo la psicoterapia è una relazione molto particolare e intima che deve essere su misura.
Un buon percorso di psicoterapia in genere migliora la condizione di disagio che ci ha descritto e permette di valutare come proseguire per rimettere in moto la propria esistenza in una direzione più soddisfacente.
Se ha necessità di approfondimento non esiti a contattarmi o scrivermi.
Qualora decidesse di fare un percorso psicologico le sedute possono avvenire anche online.
Un saluto
Dott.ssa Camilla Ballerini
La richiesta di cura nasce da una speranza rivolta al terapeuta. Il terapeuta a sua volta genera la possibilità che questa speranza diventi una reale possibilità Queste inizialmente sono le aspettative, poi si concretizza la relazione con il procedere delle sedute. E' possibile che sia difficile affidarsi e fidarsi. E' possibile che non tutti i tipi di psicoterapia siano adatti a tutti i tipi di persone. Forse per lei serve un approccio meno passivo e più supportivo. Inoltre esiste la variabile umana, a volte la relazione non scatta in modo soddisfacente perché semplicemente le caratteristiche del terapeuta non sono quelle giuste.
Non demorda, continui la sua ricerca, non sbaglia a porsi questo dubbio. Infondo la psicoterapia è una relazione molto particolare e intima che deve essere su misura.
Un buon percorso di psicoterapia in genere migliora la condizione di disagio che ci ha descritto e permette di valutare come proseguire per rimettere in moto la propria esistenza in una direzione più soddisfacente.
Se ha necessità di approfondimento non esiti a contattarmi o scrivermi.
Qualora decidesse di fare un percorso psicologico le sedute possono avvenire anche online.
Un saluto
Dott.ssa Camilla Ballerini
Salve. Ha centrato un punto fondamentale della psicoterapia: la fiducia. Una buona psicoterapia si basa su un rapporto di fiducia che permette di creare una relazione terapeutica che porta a stabilire l'alleanza terapeutica che serve per affrontare insieme le difficoltà. Non avviene con tutti. Forse lei non ha ancora trovato la persona giusta per lei, dico persona e non professionista, perché professionisti capaci siamo tutti, ma ognuno deve trovare la persona che gli ispira fiducia. Nella mia esperienza, per poter fare un buon lavoro che stimola la fiducia in sé che mette in contatto con l'energia e la vitalità che aiutano a liberarsi dal blocco che impedisce di vivere serenamente, è necessario che si stabilisca un rapporto di fiducia tra me e chi si rivolge a me. Continui a cercare e si fidi di lei e della sua capacità di scegliere la persona che le ispira fiducia. Distinti saluti
Gent.ma, purtroppo esperienze molto dolorose e drammatiche possono generare profonde difficoltà sia nel sentimento di sé che nell’affidarsi ad altri. Per quanto possa essere complicato, una psicoterapia può tuttavia aiutare a ricostruire un senso di fiducia, sebbene occorra prendere in considerazione che anche il lavoro psicoterapeutico potrà essere esso stesso esposto a turbolenze emotive, magari contrassegnate da sfiducia, diffidenza o critica che portano a desiderare di svalutare, chiudere, interrompere o vanificare. Non è certo possibile valutare da qui la sua situazione, ma da come descrive la sua esperienza potrebbe tentare una nuova psicoterapia, tenendo però presente che potrebbe essere necessario un consistente periodo di tempo. SG
Gentile utente, trovare lo specialista che si adatta a noi non è sempre semplice. Tuttavia il tema della fiducia è centrale, non le si chiede di avere fiducia nella vita, ma nella terapia. Psicologo e paziente lavorano insime per arrivare a quelli che sono i suoi obbiettivi terapeutici.
Quello che mi sento di dirle è di riconsiderare l'inizio di un percorso condividendo fin da subito le cose che non hanno per lei funzionato e cosa invece ha funzionato nelle terapie precedenti; così da iniziare un percorso aperto e sincero.
Rimango a sua disposizione per qualsiasi necessità
Dott.ssa Alessia D’Angelo
Quello che mi sento di dirle è di riconsiderare l'inizio di un percorso condividendo fin da subito le cose che non hanno per lei funzionato e cosa invece ha funzionato nelle terapie precedenti; così da iniziare un percorso aperto e sincero.
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Dott.ssa Alessia D’Angelo
Salve, forse è proprio la mancanza di fiducia la sua problematica principale, mancanza di fiducia in sé e negli altri. Sicuramente potrebbe farsi aiutare anche farmacologicamente da uno psichiatra e poi sicuramente trovare una psicoterapeuta che le ispiri fiducia e alla quale affidarsi. Resto a disposizione per un consulto on line. Cordiali saluti
Mi dispiace molto caro utente del suo momento di forte disagio, direi di stallo. Prima di una psicoterapia si fa sempre una valutazione clinica in cui si evidenziano quali sono i bisogni, gli obiettivi che si vogliono raggiungere e la compliance al trattamento. Una psicoterapia "felice" la si costruisce insieme
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Gentile utente, è tanto difficile fidarsi e affidarsi quanti più dolorosa è la propria storia. La strada della terapia, per prendersi cura di sè e della propria storia, è una strada faticosa. E' stata coraggiosa a provarci e a riprovarci poi una seconda volta. Potrebbe risultarle frustrante sentirselo dire, ma vale la pena provarci di nuovo, magari partendo proprio da come ha vissuto le due precedenti esperienze di terapia. Cordiali saluti, Dott.ssa Francesca Froiio
Buonasera, è vero, quando si chiede aiuto ci si aspetta di trovare una soluzione. È vero anche che tra psicoterapeuta e paziente ci deve essere empatia, anche simpatia. Però è vero anche che, almeno un po', si deve essere in grado di aprirsi e fidarsi, in questo il professionista dovrebbe essere di aiuto ed accogliere anche le resistenze, magari partendo proprio da queste. Io le consiglio di non rinunciare, si dia un'altra possibilità e vedrà che troverà la persona in grado di farla aprire e quindi di aiutarla.
Rimanendo a disposizione la saluto
Claudia m
Rimanendo a disposizione la saluto
Claudia m
Ciao
posso solo aggiungere alle tue giustissime riflessioni che, oltre alla fiducia nel terapeuta e nel percorso, è necessario che il terapeuta rimandi alla persona la sua profonda fiducia nelle capacità della persona stessa di riuscire a ritrovare la "propria bussola" attraverso il confronto ed il dialogo costruttivo che avvengono durante gli incontri.
Se vuoi sono disponibile a spiegarti meglio cosa intendo e puoi chiamarmi per ogni ulteriore chiarimento.
dott.ssa Letizia Muzi
posso solo aggiungere alle tue giustissime riflessioni che, oltre alla fiducia nel terapeuta e nel percorso, è necessario che il terapeuta rimandi alla persona la sua profonda fiducia nelle capacità della persona stessa di riuscire a ritrovare la "propria bussola" attraverso il confronto ed il dialogo costruttivo che avvengono durante gli incontri.
Se vuoi sono disponibile a spiegarti meglio cosa intendo e puoi chiamarmi per ogni ulteriore chiarimento.
dott.ssa Letizia Muzi
Buongiorno, quello che mi sento di dirle innanzittutto è di non perdere le speranze, uscire dalla sua sofferenza è possibile. Le consiglierei di riflettere sulla sua motivazione al cambiamento della sua situazione. Spesso, infatti, si ha il timore di uscire dalla propria sofferenza perché è qualcosa che è familiare rispetto a qualcosa che se anche garantisce maggior benessere ed equilibrio, non è conosciuto e non ci si è abituati a pensare a se stessi e al proprio stile di vita in un altro modo. Potrebbe essere uno dei motivi per il quale manifesta resistenza spostando la questione sul sentire a pelle la simpatia o meno con il professionista. In una relazione psicoterapeuta è richiesta una collaborazione da parte del paziente, infatti, la relazione di fiducia si costruisce nel corso degli incontri, purtroppo in un paio di sedute è difficile che questo accada, richiede del tempo. Sta al terapeuta, inoltre, aumentare questa fiducia e senso di speranza in chi chiede il suo aiuto. La invito a non scoraggiarsi e a provare a trovare un professionista che possa aiutarla a stare bene. Cordiali Saluti
Salve, le sue domande sono lecite. Le assicuro supportato da tutta la mia lunga vita dedicata alla psicologia che il supporto terapeutico è fondamentale e risolutivo per i problemi che la stanno affliggendo. Può accadere di non riuscire a stabilire un rapporto di fiducia con il proprio psicologo ma questo non deve essere motivo per scoraggiarsi. Scelga con attenzione la persona a cui rivolgersi ben sicura che abbia gli strumenti necessari per aiutarla. La invito a guardare con ottimismo il domani e son certo troverà uno psicologo che la aiuterà . Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Gentile utente, grazie per la domanda. Capisco che non è sempre così immediato e naturale aprirsi con una persona che non si conosce, seppur è lì per aiutarci. In un percorso psicologico la relazione e alleanza terapeuta è il 70% del processo. Oltre ad una buona relazione con il proprio terapeuta, è importante avere la motivazione a continuare il processo di cambiamento, anche se complicato e a tratti doloroso. Come dico spesso ai miei pazienti quando li vedo demotivati, le battute di arresto fanno parte per percorso e non è come il gioco dell'oca che si torna indietro nei progressi. Anche le "battute di arresto" apparenti fanno parte del percorso e spesso sono proprio quelle che portano a un modo diverso di vedere le cose, situazioni e persone.
Spero di averle dato uno spunto di riflessione, per eventuali domande sarà mia premura rispondere.
Buona giornata
Spero di averle dato uno spunto di riflessione, per eventuali domande sarà mia premura rispondere.
Buona giornata
Gentile utente,
l'alleanza terapeutica, come tutte le relazioni sane ed equilibrate, si costruisce con un rapporto di reciproca fiducia. Se la fiducia non è reciproca, difficilmente si può proseguire. La fiducia, non è detto che nasca "a pelle", anzi, spesso e volentieri va costruita reciprocamente. Credo che per lei il tema della fiducia sia centrale. Non demorda, dia una possibilità alla terapia, potrà certamente aiutarla.
Cordialmente, EP
l'alleanza terapeutica, come tutte le relazioni sane ed equilibrate, si costruisce con un rapporto di reciproca fiducia. Se la fiducia non è reciproca, difficilmente si può proseguire. La fiducia, non è detto che nasca "a pelle", anzi, spesso e volentieri va costruita reciprocamente. Credo che per lei il tema della fiducia sia centrale. Non demorda, dia una possibilità alla terapia, potrà certamente aiutarla.
Cordialmente, EP
La fiducia è un elemento che sta alla base del percorso terapeutico. E' un processo, però, che richiede tempo, per cui non è necessario sentire di avere fiducia completa fin da subito. Ricorda che avere dubbi riguardo al percorso è legittimo e parlarne rafforzerà la relazione terapeutica e di conseguenza la tua motivazione. Quindi cerca di esprimere i tuoi dubbi e le tue incertezza non appena capisci che stai faticando a parlare di certe cose. Ciò non significa parlare subito di tutto, ma essere chiara sul fatto che ci sono alcuni argomenti di cui, al momento, non te la senti di parlare. Un professionista accetterà i tuoi limiti e i tuoi tempi ma sarà anche felice di chiarire questi aspetti con te e di guidarti verso un ambiente più sicuro e di fiducia.
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