Salve, sono una donna di 42 anni. Purtroppo ho la tendenza a utilizzare il cibo in modo improprio, a

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Salve, sono una donna di 42 anni. Purtroppo ho la tendenza a utilizzare il cibo in modo improprio, attraverso delle abbuffate. Nel corso della mia vita sono riuscita a perdere peso ma sempre poi recuperandolo. In particolare, negli ultimi 6 mesi mi sono sottoposta a dei cicli di PMA poi falliti... pur iniziando il primo ciclo prendendomi cura del mio corpo, sono sempre sfociata negli eccessi anche a causa degli esiti negativi delle stimolazioni ormonali. Ho preso molto peso e questo mi fa sentire a disagio, non bene nella mia pelle. Nonostante ciò è come se non riuscissi a smettere/fermarmi. Sto seguendo un percorso psicologico ma onestamente non vedo miglioramenti in questo senso...mi sono chiesta se non si tratti del terapeuta giusto per me, se non mi "applico" abbastanza oppure se avrei bisogno di altro. Mi chiedevo se l'approccio emdr possa fare al mio caso oppure se ci sono altre tecniche più calzanti ad affrontare ciò che mi è stato inquadrato come un atteggiamento non conclamato ma "in direzione" del binge eating disorder. Grazie a chi potrà darmi lumi/consigli.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.

Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.

Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.

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Cordialmente, dott FDL

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Buona sera. capisco il suo disagio. In genere la terapia cognitiva comportamentale ottiene ottimi risultati nel lavorare con situazioni simili alla sua. Le permetterebbe si concentrarsi oltre che sul problema anche sui pensieri che stanno alla base di questi comportamenti. Quindi cosa pensa prima, durante e dopo la messa in atto, e tramite anche ad una ricostruzione di questi pensieri e il lavoro sul comportamento in se modificarli entrambi.
Lavorando anche sulla propria autostima e permettendole di prendersi cura di se in modo diverso, i ripetuti tentativi e il non sentirsi bene con se stessa come accennava, probabilmente intacca anche questo aspetto.
Spero di esserle stato utile, e resto a disposizione anche online nel caso avesse bisogno altro o anche solo per un consulto.
Cordialmente, Dott. Antonino Genova
Rispondo esclusivamente sulla base del racconto che ha riportato qui- al di fuori del quale c’è la verità della sua relazione terapeutica. Un (dis)equilibrio che si è strutturato nel tempo, richiede del tempo per muoversi in una diversa direzione. Inoltre, ogni variazione seppur minima dal precedente equilibrio può scatenare forti resistenze, che si manifestano in una certa frustrazione, nell’insicurezza di non essere all’altezza, di non fare abbastanza. Forse la sua frustrazione attuale può essere il segno che, timidamente, si sta muovendo qualcosa.
Buongiorno. Cambiare terapeuta può sortire degli effetti positivi. Magari cerchi qualcuno specializzato nelle problematiche affini alla sua. Se sensibile all'ipnosi anche quella può essere una buona strada. Purtroppo si va a tentativi e nella nostra unicità ognuno trova la direzione migliore in qualcosa di differente. Coraggio, le auguro di ritrovarsi al più presto.
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Capisco quanto possa essere difficile gestire il rapporto con il cibo, soprattutto in un periodo così stressante e doloroso come quello dei cicli di PMA.

È positivo che stia seguendo un percorso psicologico, anche se al momento non vede miglioramenti in questo specifico ambito. È comprensibile che possa sentirsi frustrata e che sorgano dubbi sul tipo di terapia che sta seguendo o sull'efficacia del terapeuta.

Prima di considerare un cambiamento o l'aggiunta di un'altra terapia, potrebbe essere utile discutere apertamente con il suo attuale terapeuta delle sue preoccupazioni e dei suoi obiettivi specifici riguardo al rapporto con il cibo. Il terapeuta potrebbe adattare l'approccio per affrontare meglio questi aspetti o collaborare con altri professionisti per offrirle un supporto più completo.

L'EMDR può essere utile per affrontare traumi e stress, ma potrebbe non essere la tecnica principale per problemi legati al binge eating. Altri approcci come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) o la terapia dialettico-comportamentale (DBT) sono spesso utilizzati con successo per i disturbi alimentari.

La invito a riflettere con calma e a parlare apertamente con il suo terapeuta delle possibili strade da intraprendere. È importante trovare un approccio che si adatti alle sue esigenze specifiche.

Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o supporto.
Gentile signora,
Innanzitutto, grazie per aver condiviso con noi questo piccolo sprazzo della sua vita. Come le hanno già suggerito diversi colleghi, una terapia cognitivo-completamente è sicuramente quella che in questa situazione fa al caso suo. Una delle metodologie utilizzate è l’ABC (antecedente-pensiero/comportamento-conseguenza). Questa tecnica potrebbe essere estremamente utile a capire il pensiero che si cela dietro al comportamento: quale è l’antecedente, ossia l’A? Che tipo di pensiero si sviluppa in lei? Quale è la conseguenza. Lavorando su questo, si può essere in grado di capire quali sono i suoi nuclei primari disfunzionali che sottostanno al comportamento dell’abbuffata. L’EMDR si usa per lo più per il trattamento dei traumi. Se lei ritiene di avere avuto esperienze traumatiche nella sua vita che non sono state risolte, tale tecnica può esserle di grande aiuto.
Parli col suo terapeuta, si confronti. Così facendo rafforzerà (o se ancora non c’è, creerà) l’alleanza terapeutica tra voi due risolvendo ogni dubbio. Se questi dovessero persistere, mi rendo disponibile per un consulto.
Un caro saluto,
Dott.ssa Veronica Pacifici
Gentilissima, sicuramente prendersi cura del proprio corpo in senso generale può essere una buona cosa, ma si ricordi che il corpo riflette come stiamo vivendo dentro di noi. E' lo specchio reale del punto più profondo di noi stessi (anche di quello che non ci accorgiamo alla coscienza). Ecco perché è così importante il colloquio psicologico, magari ad indirizzo umanistico esistenziale, cioè quello spazio intimo e personale che le permetterà di ritrovarsi ed essere se stessa, approfondendo il suo passato e il suo presente, che danno forma al suo futuro. Altrettanto importante è la scelta del Tecnico per accompagnarla in questo viaggio, deve sentirsi a suo agio e nelle condizioni di potersi aprire con la/il Professionista che ha scelto o sceglierà, ma allo stesso avere pazienza con lei stessa, è un prendersi per mano e capire la direzione della nuova strada da intraprendere.

Cordialità
Dott. Maurizio Di Benedetto
Buongiorno,
Cambiare terapeuta è una possibilità che deve essere pensata con calma e ponderazione. Ovviamente nessuno dei terapeuti iscritti a questo portale può dare un giudizio in tal senso aprioristicamente senza prima avere eventuali altri elementi.
Le posso però dire che mi sono occupata di disturbi alimentari per anni e che la risoluzione sintomatica necessita solitamente di tempi piuttosto lunghi. Il problema come lei ha ben spiegato non è perdere peso, ma piuttosto non utilizzare i soliti schemi delle abbuffate davanti alle frustrazioni della vita. Lo spostamento dall' abbuffata ad "altro" non è immediato, ma possibile.
Valuti con calma la questione della terapia, magari condividendo i suoi dubbi col terapeuta che la segue e non perda fiducia in sé stessa e nel fatto che la situazione possa cambiare.
Un caro saluto
Dott.ssa Cristina Villa
Buongiorno! È un grande passo riconoscere che lei ha dei comportamenti alimentari che le causano disagio e cercare aiuto per affrontarli. È importante essere gentili con se stessa durante questo processo.

Il percorso che lei ha intrapreso con il sostegno di un terapeuta è fondamentale, anche se capisco che potrebbe sentirsi frustrata dalla mancanza di progressi evidenti. Tuttavia, è normale che i cambiamenti richiedano tempo e pazienza.

L'EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è una tecnica terapeutica che si è dimostrata efficace nel trattare disturbi legati a traumi o esperienze difficili, ma potrebbe essere utile anche per affrontare i comportamenti legati al binge eating disorder. Potrebbe essere una buona idea discutere di questa opzione con il suo terapeuta attuale per valutare se potrebbe essere adatta al suo caso specifico.

Inoltre, potrebbe considerare di integrare il suo percorso terapeutico con altre forme di sostegno, come un nutrizionista specializzato nel trattamento dei disturbi alimentari. Un approccio multidisciplinare potrebbe fornirle gli strumenti necessari per affrontare in modo più efficace i suoi comportamenti alimentari disfunzionali.

Infine, è importante essere gentili con se stessa e ricordarsi che il percorso verso il benessere emotivo e fisico può essere un viaggio lungo e complesso. Continui a cercare il supporto di cui ha bisogno e non esiti a esplorare diverse opzioni fino a trovare quella giusta per lei.
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Gentilissima Utente,
mi dispiace profondamente sentire del suo dolore e delle frustrazioni che ha attraversato e che sta ancora attraversando, tuttavia dalle sue parole traspare una certa consapevolezza delle proprie difficoltà che rappresenta già di per sè una risorsa preziosa. Non conoscendo specificatamente l'approccio EMDR non mi sento di dare un giudizio riguarda la sua efficacia nel trattare i problemi di cui lei soffre, tuttavia come è stato già detto la terapia cognitivo-comportamentale, e certe sue precise declinazioni quali la terapia dialettico-comportamentale, hanno dimostrato di ottenere buoni risultati in questi ambiti.
Ciò che mi sento di suggerirle è di condividere i suoi dubbi e le sue incertezze con il/la Collega con cui ha iniziato il percorso e prendere poi una decisione consapevole in tal senso.
Le faccio i miei migliori auguri
Un caro saluto
Mauro Fadda
Buongiorno,
continui pure il percorso intrapreso, vedrà che con il tempo ritroverà la serenità persa.

Cordialmente
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, se da un lato può (deve) cercare l'approccio terapeutico migliore per lei deve stare attenta a non scappare dalla terapia e lavorare sulle sue difese e resistenze al cambiamento. Quindi cerchi di agire dopo una attenta valutazione della situazione e la cosa da cui partire è portare le sue perplessità al/alla terapeuta. Il suo problema non è tanto una questione di peso quanto un cattivo rapporto col cibo emerso dalle sue caratteristiche di personalità. Ecco perchè le diete servono a poco o niente.
Cara,
per rispondere alla sua domanda in modo preciso avrei bisogno di uteriori informazioni. Da quanto tempo sta seguendo questo percorso e quale/i approcci vengono utilizzati?
Spesso dietro alle abbuffate ci sono difficoltà nella gestione delle emozioni. Sta lavorando su questi aspetti?
Per quanto riguarda l'EMDR viene utilizzato in primis per il trattamento dei traumi. Se volesse approfondire può prenotarsi per una prima consulenza gratuita. Un caro saluto
Dott.ssa Vita
Buongiorno, grazie per aver condiviso questo momento così delicato su questa piattaforma.
Il percorso psicoterapeutico, talvolta richiede un po' di tempo prima della risoluzione del problema. Se lei si trova bene con la sua psicoterapeuta e si fida, direi che è già nella direzione giusta, ciò non toglie che è importante la condivisione dei suoi dubbi con la sua dottoressa, in modo tale da poter strutturare insieme un percorso che risponda al meglio alle sue esigenze.
Quello che lei sta vivendo oltre ad essere complesso sembra anche molto doloroso, modificare il rapporto che lei ha con il cibo richiede tempo e pazienza; è importante esplorare che cosa il cibo rappresenta per lei, il significato che esso assume ed approfondire i suoi vissuti legati ad esso.
Resto a disposizione, cordiali saluti
Dott.ssa Erika Castagneri
Buongiorno,
Se ha dei dubbi sulla sua terapia le consiglio di confontarsi con il professionista che la sta seguendo. L'EMDR è una tecnica tra tante, non ne esistono di migliori o di peggiori ma solo di più calzanti o meno alle esigenze del paziente.
Dott. Marco Cenci
Grazie per la condivisione di questa parte della tua vita. Non occorre ripetere ciò che altri colleghi hanno già condiviso. Aggiungo solo che la fiducia che puoi dare a te stessa è ciò che ti fa capire nel profondo chi sei. E se sei nel posto giusto con la persona giusta per te. In qualsiasi ambito di vita. Ti auguro il meglio. Dott.ssa Simona Vanetti
Gentile utente, grazie per aver condiviso un momento non solo delicato, ma anche doloroso come la PMA. Per poterle dare risposte precise servono più elementi, ma sicuramente il fatto che lei si sia già rivolta ad uno specialista è un atto di coraggio da non sottovalutare. Non ha specificato da quanto tempo ha intrapreso questo percorso psicologico, ma la questione "tempo" è soggettiva, in quanto non sempre i risultati sperati si raggiungono in breve tempo. Se però ha dei dubbi o non si sente a suo agio con il professionista che ha individuato, le consiglio di affrontare l'argomento con lui, in modo tale da avere un confronto costruttivo, e decidere insieme se è il caso di rivolgersi ad un altro professionista, che magari tratta problematiche affini alle sue.
Saluti,
Dott.ssa D'Alessandro Jessica
I Disturbi del Comportamento Alimentare vanno trattati in Centri Ospedalieri Specializzati, si informi se nella Sua zona di residenza esiste un Centro di questo tipo. Per quello che riguarda il Suo percorso terapeutico è importante si crei una sintonia con il terapeuta, una "alleanza terapeutica" che permetta di far evolvere la situazione patologica in senso positivo. Sa Lei se il percorso psicologico che segue le è utile, nessuno può decidere al Suo posto. Cordiali saluti. Dott.ssa Rosa Genovese
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Salve, capisco quanto possa essere difficile gestire il rapporto con il cibo, soprattutto in un periodo così stressante e doloroso come quello dei cicli di PMA. È positivo che stia seguendo un percorso psicologico, anche se al momento non vede miglioramenti in questo specifico ambito. È comprensibile che possa sentirsi frustrata e che sorgano dubbi sul tipo di terapia che sta seguendo o sull'efficacia del terapeuta. Prima di considerare un cambiamento o l'aggiunta di un'altra terapia, potrebbe essere utile discutere apertamente con il suo attuale terapeuta delle sue preoccupazioni e dei suoi obiettivi specifici riguardo al rapporto con il cibo. Il terapeuta potrebbe adattare l'approccio per affrontare meglio questi aspetti o collaborare con altri professionisti per offrirle un supporto più completo È importante comprendere quale comportamento si sviluppa in lei prima di mangiare o quale pensiero la sovrasta. E mentre mangia e subito dopo? Lavorando su questo, si può essere in grado di capire quali sono i suoi nuclei primari disfunzionali che sottostanno al comportamento dell’abbuffata. L’EMDR si usa per lo più per il trattamento dei traumi. Se lei ritiene di avere avuto esperienze traumatiche nella sua vita che non sono state risolte, tale tecnica può esserle di grande aiuto. Parli col suo terapeuta, si confronti. Così facendo rafforzerà (o se ancora non c’è, creerà) l’alleanza terapeutica tra voi due risolvendo ogni dubbio. Se questi dovessero persistere, mi rendo disponibile per un consulto. Lavorando anche sulla propria autostima e permettendole di prendersi cura di se in modo diverso, poichè i ripetuti tentativi e il non sentirsi bene con se stessa come accennava, probabilmente intaccano anche questo aspetto. Spero di esserle stata utile, e resto a disposizione anche online nel caso avesse bisogno altro o anche solo per un consulto
Gentilissima,
per rispondere alla sua domanda: l'EMDR è un trattamento specifico per traumi vissuti, dunque a meno che lei non abbia vissuto un trauma non sarebbe producente. Da ciò che riferisce sembrerebbe esserci un disagio notevole riferito al suo corpo, sarebbe da approfondirlo per comprendere cosa è la causa di questo disagio, come si manifesta e in che momenti. Il percorso psicologico è consigliabile nel momento di un disagio, nel momento in cui, invece, diventi invalidante nella sua vita si può considerare la terapia. Consideri che per comprendere questa differenza ci vuole del tempo, non solo per lei ma anche per la relazione che ha col suo psicologo. Ciò implica che bisogna dare il tempo per esteriorizzare le proprie emozioni, dubbi, insicurezze, vissuti e del tempo non solo per comprenderle ma per accettarle. Il lavoro psicologico implica un lungo lavoro su di sé, la cui durata cambia moltissimo da persona a persona, da relazione terapeutica a relazione terapeutica, tanto che non si può dire che entro un tot di tempo le cose cambieranno. Parlare in modo trasparente col suo psicologo di questi dubbi l'aiuterà a comprendere cosa effettivamente le rende difficile in questo momento fare un passo avanti. Esteriorizzi le sue perplessità e condivida con lui/lei le frustrazioni, perchè anche questo è un lavoro terapeutico da fare in due col proprio terapeuta.
Spero di averle dato un po' più di chiarezza, per qualsiasi cosa non esitare a contattarmi. Dott.ssa Tommasini
Salve,

Innanzitutto, è importante riconoscere che il suo percorso psicologico attuale rappresenta un passo significativo verso la comprensione e la gestione del suo rapporto con il cibo. Tuttavia, non sempre il primo approccio terapeutico che proviamo è quello che si rivela più efficace per noi. È assolutamente legittimo considerare se il terapeuta o il metodo che sta seguendo siano quelli più adatti alle sue esigenze.

L'EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è una tecnica terapeutica che si è dimostrata efficace nel trattare una varietà di disturbi legati al trauma e all'ansia. Può essere utile per affrontare le radici emotive e psicologiche delle abbuffate, specialmente se queste sono legate a traumi o esperienze emotivamente significative.

Oltre all'EMDR, ci sono altri approcci che potrebbero rivelarsi utili nel suo caso:

1. Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT): Questo tipo di terapia è spesso utilizzato per trattare i disturbi alimentari e può aiutare a identificare e modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali legati al cibo.

2. Terapia Dialettico-Comportamentale (DBT): La DBT è efficace nel trattamento dei comportamenti impulsivi e può aiutare a sviluppare migliori strategie di regolazione emotiva.

3. Mindfulness e Alimentazione Consapevole: Pratiche di mindfulness possono aiutare a diventare più consapevoli delle proprie abitudini alimentari e a sviluppare un rapporto più sano con il cibo.

4. Gruppi di Supporto: Partecipare a gruppi di supporto per persone con disturbi alimentari può offrire un senso di comunità e comprensione, oltre a strategie pratiche per affrontare le abbuffate.

5. Supporto Nutrizionale: Lavorare con un nutrizionista specializzato in disturbi alimentari può fornire indicazioni pratiche per una gestione più equilibrata e consapevole dell'alimentazione.

Riguardo al suo attuale percorso terapeutico, potrebbe essere utile discutere apertamente con il suo terapeuta delle sue preoccupazioni e della possibilità di integrare altre tecniche nel trattamento. Un buon terapeuta sarà aperto a discutere diverse opzioni e, se necessario, a collaborare con altri professionisti per offrirle il supporto più adeguato.

È anche importante essere gentile con se stessa durante questo percorso. Il cambiamento richiede tempo e pazienza, e ogni piccolo passo verso una migliore gestione del cibo è significativo.

Rimango a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento o supporto.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Camilla Persico
Buongiorno, può private con l'emdr che dà ottimi e rapidi risultati in molte situazioni di disagio psicologico. Non si arrenda e si rivolga ad un centro di cura per questi disordini alimentari, lì ci sono equipe di medici differenti che collaborano per la salute del paziente. Non demorda! Guarire si può.
In bocca al lupo, di cuore.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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