Salve, sono un uomo omosessuale di 35 anni e scrivo questo messaggio per avere un parere. Fino all'e

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Salve, sono un uomo omosessuale di 35 anni e scrivo questo messaggio per avere un parere. Fino all'età di 30 anni ho dovuto reprimere me stesso sia per ragioni culturali che religiose, in determinate confessioni evangeliche chi è omosessuale come me è costretto a intraprendere un percorso di liberazione dal "demone" dell'omosessualità che costringe ad avere rapporti "contro natura con lo stesso sesso e riappropriarmi dell'identità di uomo che il diavolo mi ha rubato". Dopo anni di preghiere giorno e notte senza che quegli istinti andassero via, dopo essermi sentito dire che quelli come me meritano di essere bruciati vivi o peggio, ho deciso di lasciare quella comunità e sentirmi libero di amare ed essere amato. Si AMARE, uso questo termine perchè è la cosa che più desidero al mondo, vivere una relazione sentimentale e amorosa. Non mi è mai interessato il sesso fine a se stesso, anzi proprio mi disgusta, quello che io ricerco in una relazione di coppia tra due persone (senza terzi) è la completezza tra la parte fisico-sessuale e sentimentale. Qual'è pertanto il problema che voglio porvi.....il problema (e se è un problema lascio deciderlo a voi) è il rapporto che ho con il sesso. Io ho sempre vissuto il rapporto sessuale con responsabilità, ovvero sia per rapporti orali che anali (sono prevalentemente attivo ma in amore non ho ruoli) uso rigorosamente il preservativo, non voglio sentire ragioni, almeno fino a quando non ho una relazione amorosa stabile, faccio le analisi per le MST e solo allora non uso il preservativo. Il problema è che questa mia forma di rispetto che ho sia per gli altri che per me non viene vista come tale, e molte volte è motivo di rifiuto da parte degli altri. Ma io non riesco assolutamente a vivermi un rapporto serenamente senza, anzi ..... in due soli unici rapporti che ho avuto nella mia vita, una volta che mi è stato praticato un rapporto orale senza preservativo da una persona che, da quello che mi diceva, sembrava seria e pulita e invece ho scoperto poi che non usava protezione con altri, l'ansia che ho avuto è stata tale che non sono riuscito a continuare il rapporto. Mi chiedo: ma sono io l'esagerato o gli altri troppo superficiali? Sono sempre cresciuto con gli insegnamenti che reputo rispettosi e corretti, che il rischio c'è non solo con i rapporti anali ma anche orali. Credo fortemente che il mio modo di approcciare sia rispettoso, ma alla lunga questi continui rifiuti per questo motivo fa aumentare in me quella solitudine che ho vissuto in tutti gli anni che reprimevo me stesso e ciò mi pesa come un macigno. Ringrazio chi risponderà e chiedo scusa se mi sono dilungato troppo.
Buongiorno,
Ho letto attentamente quello che ha riportato e le assicuro che quello che lei descrive è estremamente comune nella comunità omosessuale. Da medico queer, che lavora come sessuologo e ha avuto una buona esperienza in centri IST, le posso assicurare che l'esperienza che descrive è molto comune. Non tutti si ritrovano nel sesso consumistico delle dating apps, che non voglio demonizzare, ma che ritengo non vadano bene per tutti. Rispetto alle protezioni sessuali non ritengo lei sia esagerato. E nemmeno che gli altri siano per forza, per questo motivo superficiali (sebbene una diffusa mancanza di educazione sessuale). In centro IST si sottolinea sempre l'importanza di scegliere il rischio sessuale giusto per se stessi. Il rischio per lei può essere diverso da quello di altre persone. Ognuno di noi ha la responsabilità su di sé e, seppure lodevole, nessuno ci incarica della protezione degli altri. Spesso dico ai miei pazienti che questo è un effetto collaterale. Però, è lecito per una persona informata scegliere di usare il condom, usare la PrEP, entrambi i metodi o nessuno e scegliere quali metodi usare in quali rapporti. L'importante è che ognuno sia assertivo e rispettoso: se vogliamo fare sesso con una persona che ci chiede il preservativo allora dobbiamo rispettare questa volontà e non forzare. In generale nei miei percorsi sessuologici esploro diverse modalità per approcciarsi alla comunità omosessuale, per evitare di sentire quello che si chiama stress intraminoranza e capire come mantenere le proprie posizioni nonostante la pressione a non usare precauzioni o a spingere solo sul sesso occasionale, senza creazione di relazioni.

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Buonasera, la sua prudenza e senso di responsabilità sicuramente le verrebbero confermati negli ambulatori delle Infezioni Sessualmente Trasmesse (I.S.T.). Da quello che riporta ha vissuto prima l'isolamento e le pressioni della comunità religiosa, successivamente quando è riuscito a vivere liberamente la sua sessualità si ritrova a sperimentare la solitudine e il rifiuto di chi in una dimensione ludica approccia il sesso in modo rischioso per salute sessuale mentre lei è alla ricerca di una relazione di coppia stabile. Le suggerisco di intraprendere un percorso psicoterapeutico per elaborare le fatiche emotive precedenti e attuali, mentre si muove verso quello che desidera come aspirazione affettiva. Cordiali saluti. Dr.ssa Lorena Ferrero
Buon giorno Lei ha posto molti quesiti sia a se stesso che a chi leggendo le sue parole, possa darle delle risposte, le risposte non ci sono, c è solo la possibilità che lei inizia un percorso Psicoterapeutico in cui poter trovare quella che è la sua domanda di aiuto e proporla ad un professionista che sappia raccoglierla insieme a Lei.Buon tutto Dr.Maura Rossi Parroni
Caro Utente,
leggo quello che scrive e la sua domanda finale "sono io l'esagerato o gli altri superficiali?". Mi sento di dirle che non sono due posizioni opposte: è legittimo che ogni persona possa scegliere consapevolmente se esporsi a rischi o meno. E' legittimo che lei pretenda come rispetto verso se stesso e verso il partner l'utilizzo di protezioni (che si tratti di condom, di profilassi pre esposizione, etc). E dall'altro lato, è legittimo che altre persone possano scegliere liberamente di non utilizzare protezioni consapevoli dei rischi in cui incorrono. Sono d'accordo con lei rispetto alla difficoltà nel trovarsi in una posizione dove spesso l'uso di protezioni è evitato, ma le posso assicurare che si tratta di un problema riscontrato non solo nella comunità LGBTQIA+, ma anche in quella etero.
Alla base il problema è la scarsa informazione ed educazione rispetto alle malattie sessualmente trasmissibili ed ai rischi seri in cui si può incorrere.
Esistono delle realtà di sottocomunità dove il rispetto verso un certo tipo di sessualità è un valore, dove le persone fanno analisi e controlli, e dove la comunicazione etica è alla base del dialogo (no è no), la invito a non darsi per vinto: provi a cercare, si inserisca in gruppi di dialogo, partecipi ai munch della sua città (spesso si tratta di realtà bdsm dove si seguono regole più definite e rispettate anche a livello comunicativo). Se necessitasse di sostegno, non esiti a contattare me o qualche collega che sia familiare a questo tipo di gruppi ed alla comunità queer. Un caro saluto, dr.ssa Elisabetta Gennaro

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