Salve, sono un ragazzo di età compresa fra i 19 e i 23 anni (non fornirò l'eta precisa). Dopo un

20 risposte
Salve,
sono un ragazzo di età compresa fra i 19 e i 23 anni (non fornirò l'eta precisa).

Dopo una serie di mesi, trascorsi a riflettere su me stesso, sulla vita, sulle relazioni con gli altri, insomma, un periodo molto introspettivo.

(Cerco di descrivere il passato, fino a qualche mese fa...)
Sono sempre stato molto insicuro di me stesso da che io ricordi, termini come "credo", "penso che", in ogni mio discorso.
Con il mondo sempre molto silenzioso, con il timore di sbagliare o di dire cose non utili (devo dire, probabilmente deriva dal fatto di sentirsi inutili), sempre definito come uno di poche parole, sono sempre stato molto restio a mostrare le mie emozioni.
Molto "pauroso" dal punto di vista relazionale e con molta difficoltà nel gettarmi in nuove conoscenze spontaneamente.
Ovviamente, le persone percependo questo individuo come timido e silenzioso, ma anche paradossalmente così poco emotivo non possono far altro che lasciarlo stare, quasi come fossi io a voler essere lasciato in pace.
In effetti la difficoltà nel relazionarmi con gli altri, mi portava a comportarmi in modo molto impacciato quelle pochè volte nelle quali capitava soprattutto con persone che non ho mai avuto modo di osservare prima, cosa che peggiora ulteriormente la situazione.
Forse anche una sorta di chiusura tale da non permettermi di essere empatico dal punto di vista emotivo verso le persone.

(Cerco di descrivere i cambiamenti e il presente...)
Ho conosciuto alcune persone che hanno sia direttamente che indirettamente influenzato il mio modo di vedere le persone.
Probabilmente la mia autostima è cresciuta in maniera vertiginosa rispetto a prima.
Ho imprarato a lasciar andare le emozioni, anche se ancora alle volte le reprimo pensando che sono sbagliate (so che dovrei evitare di farlo, ma poichè ho paura delle reazioni che gli altri potrebbero avere, reprimo comunque).
Sono molto procrastinatore e tendo a rimandare alcuni impegni.
Rimane come costante il fatto di non "sapere che cosa dire", ed è cambiato di poco rispetto a prima, semplicemente perchè ho meno difficoltà a parlare di me stesso.


(In famiglia)
L'unico luogo dove non è avvenuto alcun cambiamento.
Quando mi trovo nel luogo in cui sono cresciuto, o comunque in famiglia, aspetti tendono a ripresentarsi come se non fossero mai spariti.
Nel nucleo famigliare più stretto, invece, ero e sono l'opposto di come mi comporto con la maggiorparte del resto del mio mondo:
arrogante, sempre sulla soglia tra calma e rabbia, impongo le mie idee, poca compassione, mi sento più ascoltato è compatito da parte di uno sconosciuto che da mia madre o da mio padre ad esempio.
Non mi sento ascoltato, e non credo che mi abbiano mai chiesto come sto (non come avrei voluto).
Non credo abbiano mai avuto la pazienza di mettersi ad ascoltare i miei timori, dubbi, paure, si è sempre stati solo su argomenti un po' più pratici (lavoro, studio...)
Ho subito un trauma in famiglia da bambino, e sono andato da uno psicologo per due brevi periodi, non specificherò cosa ha causato il trauma (situazioni che non conosco bene neanchè io, in effetti molti aspetti del passato non li ricordo molto bene) ma il verdetto fu che avevo paura di perdere mia madre.

Il problema è già presente con mia madre, non ne parliamo proprio con mio padre.

Vorrei un parere su ciò che ho esposto, e magari anche qualche consiglio.

Grazie.


P.S
Siccome non so qual'è la gravità della mia situazione, ho specificato solo "psicologo" come specializzazione, se magari pensate possa rientrare meglio in un altra categoria.
Salve, capisco che stia vivendo un percorso di riflessione e crescita personale, cercando di comprendere meglio se stesso e le sue relazioni con gli altri. È incoraggiante notare che la sua autostima è cresciuta e che ha imparato a lasciar andare le emozioni, anche se a volte le reprime ancora per paura delle reazioni degli altri. È un processo che richiede tempo e impegno, quindi continui ad essere paziente con te stesso mentre progredisce.

Quando si tratta di relazioni familiari, può essere complicato affrontare i modelli di comportamento che si sono sviluppati nel corso degli anni. È comprensibile che alcuni aspetti del suo comportamento possano essere diversi con la famiglia rispetto alle altre persone. Tuttavia, è importante cercare di lavorare su una comunicazione più aperta e compassionevole con i membri della famiglia, se questo è qualcosa che desidera migliorare. Potrebbe essere utile cercare il supporto di uno psicologo o di uno psicoterapeuta che possa aiutare a esplorare le dinamiche familiari e offrire strumenti e strategie per migliorare le relazioni con i familiari.

Per quanto riguarda il trauma che ha vissuto da bambino, è comprensibile che abbia avuto un impatto duraturo sulla sua vita e sulle sue relazioni. Consultare uno psicologo specializzato in traumi potrebbe essere un'opzione da considerare per affrontare in modo più specifico questi aspetti della sua esperienza e lavorare su una guarigione emotiva più approfondita.

Infine, mi permetto di sottolineare l'importanza di prendersi cura del proprio benessere emotivo nel processo di autocomprensione e crescita personale. Cerchi di mantenere uno stile di vita sano, dedicando tempo alle attività che lo appassionano, cercando il sostegno di amici fidati e, se necessario, cercando un supporto professionale adeguato.

Ricordi che ogni persona è unica e le esperienze personali possono variare. Pertanto, le mie risposte sono di natura generale e potrebbe essere utile consultare uno specialista che possa valutare la sua situazione specifica in modo più dettagliato.
Spero che la mia risposta le sia stata utile e le abbia fornito le informazioni di cui aveva bisogno. Se desiderasse condividere la sua esperienza e lasciare una recensione sul mio profilo, sarebbe molto apprezzato. Le recensioni positive mi aiutano a migliorare e a fornire supporto a più persone come lei.
Inoltre, se avesse ulteriori domande o desidera approfondire l'argomento in modo più dettagliato, la invito a contattarmi tramite chat privata. Sarà un piacere rispondere alle sue domande e fornirle ulteriori informazioni su ciò di cui ha bisogno.
Grazie ancora per aver condiviso la sua situazione con me, e spero di sentirla presto!
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Gentile, percepisco la sofferenza che esprime, mi dispiace davvero per la situazione che riporta e mi rendo conto di quanto possa essere complicato conviverci. La prima cosa che mi sento di consigliarle è un consulto psicologico, anche online, che possa aiutarla ad affrontare il disagio espresso al fine di ritagliarsi uno spazio per comprendere meglio ciò che prova e cosa potrà farla stare meglio, elaborare i pensieri e i vissuti emotivi rivolgendosi ad un esperto con un approccio che si basi sull’accoglienza e ciò che è utile per la persona, valorizzando le sue risorse personali, aiutandola così a divenire artefice del racconto della propria vita, dando al corpo lo spazio e l’ascolto che merita. Iniziare un percorso per sentirsi meglio richiede coraggio, ma è già un importante passo iniziale verso il cambiamento. Resto a disposizione per ulteriori indicazioni e ad incontrarla. Cordiali saluti dott. Paolo Notarangelo
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, mi dispiace per ciò che racconta, sembra un vissuto molto doloroso. Noi tendiamo a riproporre nelle relazioni con gli altri ciò che abbiamo imparato nella relazione con i nostri genitori, nonostante poi nel pratico ci sembri di comportarci in modo diverso. Penso che possa essere utile per lei prendersi cura di questo aspetto, di questa sensazione di sentirsi inutili, invisibili e non apprezzati. In terapia possiamo fare esperienza di una relazione sana che, gradualmente, potremo trasferire nelle relazioni con gli altri. Rimango a disposizione se ha altri dubbi, domande o se vuole intraprendere un percorso insieme. Le auguro il meglio. Dott.ssa Rota
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"Nulla di nuovo sotto questo cielo se non il dimenticato" diceva Santayana ed è la primissima cosa che mi è venuta in mente leggendo la tua domanda (ti do del tu vista la giovane età).
Hai descritto in modo esemplare le varie difficoltà in cui può inciampare e farsi male un ragazzo non ancora divenuto uomo, e mi pare proprio che con il range di età che hai scritto ci siamo splendidamente.
La tua peculiarità, per quello che ho letto, è l'utilizzo spropositato della logica, il pensare pensare e pensare, il riflettere e poi elaborare, il ragionare e ancora ragionare e poi valutare. Ma ahimè, la logica da sola non funziona, anzi, a volte ci ingabbia ancora di più in comportamenti che non ci fanno migliorare/stare bene. Aggiungo solo questo: finché non cederai una parte della logica all'emotività, pensare pensare pensare creerà solo altri pensieri, e non soluzioni.
Gentile Utente,
da quanto racconta sembra dimostrare una capacità di auto-osservazione decisamente importanti, ne testimonia il fatto che ha imparato ad ascoltare e lasciar fluire le proprie emozioni e i suoi vissuti. Le questioni del passato sono sempre dietro l'angolo perché vogliono venir fuori. Le sue capacità di ascoltarsi e mettersi in gioco possono trarre un grande slancio se portate in un percorso psicologico. Sono certo che qui può trovare il professionista più adatto a lei. Mi permetto di darle un consiglio: lo psicologo è un po' come le scarpe, deve provare quello he va meglio per lei al fine di fare un buon cammino.
spero di esserle stato utile.
cordiali saluti
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Ciao, grazie per aver condiviso la tua esperienza. Sembra che tu abbia avuto un periodo di introspezione molto utile per capire meglio te stesso e le tue relazioni con gli altri. È normale avere insicurezze e paure, specialmente quando si tratta di relazioni interpersonali, e sembra che tu stia lavorando per superare queste difficoltà.

È positivo che tu abbia incontrato alcune persone che ti hanno aiutato a vedere le cose in modo diverso e che la tua autostima sia cresciuta. Tuttavia, sembra che ci siano ancora alcune sfide che stai affrontando, come la procrastinazione e la difficoltà a comunicare con gli altri.

Il fatto che tu ti senta a disagio con la tua famiglia è un'altra sfida da affrontare. Potrebbe essere utile parlare con uno psicologo di questo aspetto e di come puoi migliorare la tua comunicazione e la tua relazione con i membri della tua famiglia.

Per quanto riguarda il tuo trauma infantile, è importante che tu comprenda come questo possa influire sul tuo comportamento e sulle tue emozioni. Potrebbe essere utile parlare di questo con uno psicologo esperto in traumi e cercare di elaborare questi eventi per superarli.

In generale, sono felice che tu stia cercando di affrontare queste sfide e di migliorare la tua vita. Continua a lavorare su te stesso e non esitare a cercare aiuto professionale se ne hai bisogno.
Gentile utente di mio dottore,

lei porta qui svariate tematiche che meriterebbero uno spazio più ampio di ascolto ed elaborazione. Sarebbe importante iniziasse un percorso di psicoterapia, al fine di potersi prendere cura degli aspetti in questo momento fonte di particolare disagio.
Nel caso resto disponibile ad accogliere la sua richiesta di aiuto.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile ragazzo,
lei stesso parla di insicurezza, di paure, di difficoltà a instaurare conversazioni, di facilità a reprimere emozioni. Sono sintomi tipici di chi impronta maggiormente le relazioni con gli altri sulla paura e la diffidenza piuttosto che sulla fiducia. D'altra parte gli altri possono essere un aiuto e l'uomo è un animale sociale come diceva Aristotele, ma possono anche essere una minaccia. Vivere troppo su questo secondo versante però ovviamente ostacola i rapporti sociali e la spontaneità. La famiglia è generalmente l'ambiente sociale in cui si apprendono o si strutturano modelli di comportamento che si perpetuano anche in età adulta, ma con quest'ultima nascono occasioni per cambiarli. Una di esse è sicuramente la psicoterapia che le consiglio non solo per migliorare sicurezza e rapporti sociali, ma anche per migliorare i rapporti familiari i quali altrimenti saranno sempre una sorta di pesante zavorra che le rende il vivere meno gratificante.
Ciao,
leggendo il tuo vissuto , hai fatto un viaggio della tua storia di vita che sicuramente ti ha aiutato a fare chiarezza. La mia indicazione è quella di iniziare un percorso di supporto anche online in modo da lavorare sui diversi aspetti che tu hai condiviso.

Rimango a disposizione
Dott.ssa Margherita M.
Buongiorno e grazie per la condivisione di un vissuto così personale, immagino non sia semplice riflettere su questioni così complesse; nonostante ciò e la giovane età sicuramente è presente una buona capacità introspettiva con cui ha interrogato il suo passato e le sue relazioni, aree dove sembra ci siano delle vulnerabilità. Sembrano emergere bisogni fondamentali dalla sua narrazione: di essere compreso, di esprimersi liberamente con l'Altro, di non giudicarsi in modo intransigente. Rispetto alla sua domanda sulla gravità della situazione sicuramente non ci si può esprimere con così limitati elementi, ma questi bisogni appaiono come fondamentali per vivere liberamente e in modo soddisfacente la sua vita quindi potrebbero meritare un approfondimento nel setting adeguato. Può trovare probabilmente giovamento dall'iniziare un percorso con uno psicologo o psicoterapeuta, rimango personalmente a disposizione per informazioni e orientamento, cordialmente,

Dott.ssa Beatrice Priori
Salve,
La cosa più importante l'ha già fatta, chiedere aiuto. E nonostante le difficoltà che riporta in realtà affidarsi e chiedere aiuto è già un passo adulto. Ritengo che sia normale alla sua età avere questi pensieri e ragionamenti, ma che sembrano più "pesanti" per lei. Ritengo che un percorso con psicologo o psicoterapeuta potrebbe aiutarla a trovare la sua via e canalizzare questa energia che sembra possedere davvero.
Se vuole ci sono anche online.
Salve, quanto ha esposto merita diverse riflessioni, innanzitutto l'eccessivo atteggiamento giudicante che ha verso se stesso, la difficoltà a sperimentarsi considerando la sua giovane età, proseguendo con tutti i timori legati ad esprimersi pienamente nella sua individualità. A mio avviso sarebbe necessario un percorso di psicoterapia che La motivi e La sostenga a far emergere con maggiore sicurezza la sua personalità. La nostra migliore versione si manifesta quando ci si libera delle inutili sovrastrutture che appesantiscono la nostra esistenza. Ad Maiora.
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Buongiorno. Grazie per aver condiviso il suo vissuto e le sue riflessioni. E' sicuramente molto difficile condividere contenuti così personali e profondi. Però vorrei sottolineare che ritengo la sua capacità introspettiva un'importante risorsa personale. Le eventuali vulnerabilità, che sembrano derivare da alcuni bisogni comuni a tutti, che purtroppo al momento non sente soddisfatti (come sentirsi compreso, sentirsi non giudicato, accolto e sicuro nella relazione con l'altro) potrebbero
probabilmente essere affrontate in un percorso con uno psicologo o psicoterapeuta. Rimango personalmente a disposizione per informazioni e orientamento, cordialmente, Dott.ssa Cerri Eleonora
Ciao caro, ti ringrazio per aver condiviso il modo in cui ti senti. Mentre leggevo mi sono immediatamente chiesta: che cosa ha determinato il cambiamento di cui parli? Cosa credi ti abbia portato a sbloccarti leggermente e a vivere in modo meno frenato? Ci sono state esperienze particolari che hai vissuto o è stato un tuo puro cambiamento interiore? Potrebbe essere interessante cogliere questo aspetto, magari anche per continuare a lavorare su questa trasformazione che tu sembri desiderare. Rispetto ai tuoi genitori pensavo al fatto che forse anche con loro ti sei comportato portandoli a non riuscirsi ad avvicinarsi a te come vorresti, credi che riusciresti pian piano a mostrarti in modo più trasparente a loro? Potrebbe essere interessante il modo in cui reagirebbero.. forse troveresti in loro il sostegno che forse fino ad ora non hai sentito di avere. Spero che la tua crescita continui verso le direzioni che ti facciano stare meglio, e credo che iniziare un percorso terapeutico potrebbe aiutarti a comprendere meglio ciò che stai vivendo e a superare le situazioni che senti ancora rigide. Resto a disposizione per eventuali necessità.
Buongiorno, credo che lei abbia sentito, crescendo, le crepe di un'autostima che ha faticato a svilupparsi in modo appropriato all'interno del nucleo familiare di origine. Quelle "fratture" ora si fanno sentire e anche se nel mondo esterno è riuscito a riparare qualche aspetto, esse perdurano nell'ambiente di origine. Direi che sarebbe opportuno riprendere un percorso di psicoterapia che si basi su una buona alleanza terapeutica e un proficuo scambio relazionale che nutra le parti più bisognose.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Grazie per aver condiviso la tua situazione. Sembra che tu abbia fatto una notevole riflessione sulla tua vita, il che è un passo importante verso il miglioramento della tua situazione emotiva e relazionale. E' evidente che hai sperimentato cambiamenti positivi in alcune aree, come la crescita dell'autostima e la maggiore apertura emotiva.

Tuttavia, sembra che tu stia ancora affrontando alcune sfide legate alla comunicazione e alle relazioni, specialmente con la tua famiglia. È importante ricordare che ciascuno di noi ha la propria unicità e le proprie sfide da superare. La tua storia con uno psicologo in passato suggerisce che sei aperto a cercare aiuto professionale, il che è un passo positivo.

Un professionista della salute mentale, come uno psicologo o uno psicoterapeuta, potrebbe aiutarti a esplorare ulteriormente i tuoi pensieri, sentimenti e comportamenti, nonché a identificare le radici delle tue sfide relazionali e comunicative. Lavorare con un professionista può darti gli strumenti e le strategie necessarie per affrontare queste difficoltà in modo più efficace.

Non è possibile fare una diagnosi o dare consigli specifici senza una valutazione più dettagliata, ma cerchiamo di fornire alcune indicazioni generali:

Continua a lavorare su te stesso: La consapevolezza di te stesso è il primo passo verso il cambiamento. Continua a riflettere su come ti senti e come interagisci con gli altri.
Considera la consulenza professionale: Un professionista della salute mentale può aiutarti a esplorare ulteriormente le tue sfide e a sviluppare strategie per affrontarle. Potresti cercare uno specialista in psicologia o psicoterapia.
Comunicazione aperta: Cerca di aprirti di più con le persone a cui tieni, specialmente con la tua famiglia. Comunicare i tuoi sentimenti e le tue preoccupazioni può aiutare a migliorare le relazioni.
Lavora sulla tua autostima: L'autostima è fondamentale per le relazioni e per il benessere emotivo. Considera la possibilità di lavorare su strategie per migliorare la tua autostima e la tua fiducia in te stesso.
Ricorda che il cambiamento richiede tempo e sforzo. Se decidi di cercare aiuto professionale, scegli un professionista che ti metta a tuo agio e con cui ti senti a tuo agio. Sarà un percorso personale e unico, ma con il sostegno giusto, puoi lavorare per migliorare le tue relazioni e il tuo benessere emotivo.
Gentile utente, mi dispiace per le difficoltà relazionali e sociali che sta vivendo. Penso che lei abbia tante risorse emotive, cognitive e sociali. Deve solo imparare a vederle, riconoscerle e utilizzarle.
Le suggerisco di cercare uno spazio psicoterapeutico che la possa sostenere in questa direzione.
Ricevo anche online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Del Giudice Genoveffa
Grazie per aver condiviso la tua esperienza. È evidente che hai già fatto passi importanti verso la tua crescita personale, ma restano delle difficoltà, soprattutto legate alla tua famiglia e alle emozioni represse. Le dinamiche familiari irrisolte e il trauma del passato potrebbero influenzare il modo in cui ti relazioni con gli altri e con te stesso.
Un percorso psicologico più continuativo potrebbe aiutarti ad elaborare meglio il passato e a esprimere le tue emozioni senza paura. Lavorare sulla procrastinazione e sull'autenticità delle tue emozioni ti permetterà di migliorare le relazioni e il tuo benessere. Hai già dimostrato grande introspezione, ora potrebbe essere utile approfondire questo percorso con l'aiuto di uno specialista.
Ricevo anche online, un saluto ,
dott.ssa Roberta Micheletti
Caro ragazzo, le difficoltà che provi a relazionarti col mondo vanno ricercate nelle relazioni che hai coi tuoi genitori. Se nel nucleo famigliare non ti sei sentito accolto, compreso in quello che sei veramente ne deriva che tutte le nuove relazioni siano influenzate da questi vissuti. Il procrastinare, la bassa autostima, la paura di esporsi, il sentirsi inutile o inadeguato sono tutti segnali che ci dicono che ci sono ancora ferite aperte che non ti fanno entrare nel mondo nel modo giusto.
Sei un ragazzo che riflette, cerca delle nuove prospettive per risolversi: questi sono indizi che ci dicono che potresti affrontare un percorso terapeutico trovandone giovamento. Portare equilibrio e guarigione nelle relazioni coi tuoi genitori ti aiuterà a sentirti più capace anche all'esterno e creerà lo spazio interiore per prendere consapevolezza di quello che sei tu veramente coi tuoi punti di forza e anche di fragilità (presenti in ciascuno di noi). Forza, sei giovane, ce la farai! Un abbraccio, dott.ssa Barbara Merciari

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