salve sono un ragazzo di 30 anni della Toscana, da molti anni ho sviluppato una forte insicurezza e

19 risposte
salve sono un ragazzo di 30 anni della Toscana, da molti anni ho sviluppato una forte insicurezza e disistima sulla mia mascolinità, un inferiorità maschile assurda che mi porta, pur avendo una compagna da molti anni, molta ansia e depressione con forti sintomi psicosomatici, pensieri di bellezza verso gli altri maschi di che hanno caratteristiche che io non ho...
Ho fatto la TCC, l'analisi freudiana, ho seguito un corso in PNL, yoga e Mindfulness...ho preso farmaci ma non ne esco.
Sapendo che tutto deriva dalla mia infanzia, da una madre "castrante" e da ferite infantili quale terapia mi consigliereste di fare? Junghiana, breve strategica, analisi transazionale?

Io ho bisogno di vivere e non di soffrire cosi tanto da pensare di farla finita

C'è qualche buon terapeuta nella zona Pisa, Pontedera, Empoli che si occupi di questa problematica in modo serio?
leggendo e documentandomi so che devo lavorare sul sentirmi maschio tra i maschi...ma non so come e con chi
Gentilissimo, scrive di avere intrapreso diversi percorsi di terapia, alcuni dei quali come ad esempio la terapia cognitivo comportamentale e l’analisi freudiana potenzialmente efficaci nel lavorare, pur in maniera molto diversa, sul problema che lamenta. La domanda allora diviene, come mai non ha trovato beneficio? Non sappiamo se li abbia interrotti prima del tempo, ne’ eventualmente perché questo sia accaduto. Chiede quali altri metodi terapeutici possano essere utili al suo caso, ne cita alcuni che certamente lo potrebbero essere. Ma credo occorra usare il condizionale, perché prima serve domandarsi se davvero sia pronto ad un percorso di psicoterapia che, per essere efficace, necessita di impegno e reale disponibilità al cambiamento. Se sente che è così si dia fiducia e inizi con serietà uno dei percorsi che cita, si dia la possibilità di stare finalmente bene con se stesso come merita. Un saluto, Marta Corradi

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Gentile utente, dal suo racconto sembra abbastanza consapevole di quali siano i punti di fragilità che la fanno soffrire. Non ci sono approcci migliori o peggiori, o più o meno funzionanti, esiste però l'approccio e la relazione dove lei si sente più a suo agio, caratterizzata da fiducia e dalla sensazione che sia un luogo sicuro dove portare i suoi vissuti. Queste secondo me dovrebbero essere le indicazioni con funzione da bussola per orientarla nella scelta della terapia e del terapeuta.
In bocca al lupo.
Dott.ssa Alessandra Contiero
Gentile utente, mi colpisce la consapevolezza con cui parla dei sui ambiti di fragilità e insicurezza, segno che un lavoro importante è stato fatto con i terapeuti che ha incontrato nel suo percorso di vita. Le tematiche che porta appaiono radicate in profondità dentro di lei e possono richiedere un tempo prolungato per essere affrontate ed elaborate pienamente. Il mio suggerimento è di proseguire il percorso di psicoterapia, con lo stesso o con un altro professionista. Al di là dello specifico orientamento teorico, come saprà dalla sua esperienza pregressa, elemento centrale è la possibilità per lei di sperimentare fiducia nel professionista e sviluppare una alleanza in relazione proprio alle tematiche per lei significative. Cordialmente, Dott.ssa Salustri
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Gentile Utente,
non c'è un approccio più funzionale di un altro, e la scelta dipende molto dalla sensibilità individuale. Ha una storia pregressa caratterizzata da numerosi percorsi terapeutici, che però non sono a quanto pare riusciti ad avere quella continuità che producesse risultati apprezzabili. Non so se questo sia dipeso da una sua scelta o meno, ma è un fattore interferente da non sottovalutare. Il problema che riferisce è che non sente di corrispondere ad un modello ideale di mascolinità che ha appreso nell'arco della crescita, e che giorno dopo giorno le appare più irraggiungibile, sebbene lei stesso fatichi a definire quali aspetti contribuiscano a renderla poco "maschio", qualunque significato questa parola abbia. Tramite questo sito potrà trovare certamente un terapeuta che faccia al suo caso e lavori in zone a lei comode, la incoraggio a contattarlo, ed a concedervi il tempo di scoprire le reali ragioni dietro la sua disistima al di là dell'etichetta di "madre castrante", che in linea teorica ci dice qualcosa di sua madre, ma poco di lei. Un caro augurio di buona fortuna
Buonasera. Ha notato differenza se.il genere del terapeuta influenzi il suo modo di stare in terapia o meglio cosa prova se il terapeuta sia un uomo o una donna? Forse anche questa è una variabile da considerare
Buongiorno, sarebbe utile esplorare con maggiore attenzione la possibilità di affidarsi in una relazione terapeutica, piuttosto che un modello teorico di riferimento. Il percorso di trasformazione e accettazione dei nostri vissuti spesso non è immediato e una buona alleanza terapeutica sostiene, e si pone alla base, della possibilità di cambiamento, al di là del metodo. Spero possa incontrare un professionista con cui creare un legame solido, che la sostenga nel dare un senso alle domande che si pone. Un caro saluto Dott Elisa Galantini
Caro utente, comprendo dalle sue parole che più volte ha provato a "fare qualcosa per sé" ma l'ha fatto davvero? Sarebbe importante capire quanto sono durati i percorsi intrapresi, come si sentiva nella relazione terapeutica. Rifletta se per lei sia più funzionale un uomo o una donna e poi faccia una ricerca, se si troverà a sua agio con quel o quella terapeuta sarà la strada giusta. L'altra riflessione che deve fare è se si sente ora disposto davvero, nel profondo, ad intraprendere un percorso. Infine per ciò che racconta, credo che una psicoterapia psicoanalitica possa essere più adatta.
Rimango a disposizione e le auguro il meglio.
Dott.ssa Federica Leonardi
Buongiorno, credo che il miglior modo per aiutarla sia invitarla a riflettere sul perché ha cambiato così tante terapie e va cercandone altre. Forse, le problematiche sulle quali dice di doversi focalizzare non sono le uniche a creare disagio. Dovrebbe affidarsi ad uno psicoterapeuta di cui si fida e sente di poter intraprendere un percorso, indipendentemente dal suo orientamento. Per riuscire in un lavoro del profondo, e aiutarla a migliorare la sua situazione, è più importante la relazione che instaurata col professionista piuttoto che la sua formazione. La invito, inoltre, a non fossilizzarsi su spiegazioni e tematiche che pensa siano centrali per una risoluzione della sua problematica ma rimanga aperto anche ad altre eventualità, che potrebbero rivelarsi la vera chiave di volta. Rimango disponibile per ulteriori chiarimenti. Un caro saluto
Buongiorno,
Carl Gustav Jung parlava di individuazione: credo che sia proprio questo il punto, ovvero intraprendere un percorso d'individuazione mirato all'espressione di Sé, all'evoluzione verso ciò che Le consentirebbe di sentirsi finalmente In-dividuo In-diviso.
Un caro saluto,
Guido Rutili
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Salve. Da quello che scrive lei ha fatto molti tentativi di intervenire sulle sue problematiche. Si è anche documentato sulle psicoterapie ed ha raggiunto un discreto livello di consapevolezza su quelle che pensa possano essere le sue fragilità. Si dia il tempo per elaborare. Certamente avrà successo!
Le faccio i miei migliori auguri.
Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli.
Gentile utente, ogni psicoterapia, seppur usi diverse tecniche e teorie, ha una sua validità e efficacia. Lei è sicuramente ormai sfiduciato e confuso da tutti questi tentativi. Io le scrivo da Pisa ,se vorrà fare due chiacchiere sarò lieta di accoglierla ed eventualmente indirizzarla verso la Sua strada. Un caro saluto e non si arrenda!
Gentile Utente,
Riporta diversi aspetti di lei che ora sa Individuare e nominare. Per cui mi viene da credere che nei vari percorsi di terapia che ha fatto ha avuto Il beneficio di conoscersi più a fondo e Di avere lavorato su importanti parti di lei. Sarebbe importante capire cosa le ha impedito di sentirsi pienamente soddisfatto e se questi aspetti li ha approfonditi con il suo/suoi terapeuti.
Detto questo, i vari orientamenti di psicoterapia hanno, ognuno a suo modo, la loro validità nella cura di quello che lei cerca. Quello che mi sento di consigliarle è l’approccio al quale sono formata, ossia la psicoterapia della Gestalt, in quanto, essendo un modello corporeo-relazionale, il lavoro terapeutico attenzionerebbe anche il dato corporeo che riporta, nonché la sua valenza e direzione relazionale.
Le auguro di riuscire a trovare, non solo l’orientamento psicoterapeutico, ma anche il/la terapeuta con il/la quale si sente più comodo. Un cordiale saluto. Dr.ssa Marta Fuscà
Buongiorno,capisco la sua preoccupazione, mi sento di suggerirle,se vorrà riprendere un percorso, un approccio di gruppo. Il gruppo è di grande aiuto nell'affrontare le difficoltà di cui lei è ben consapevole e talvolta chi non trova beneficio nella terapia individuale ne ha in una psicoterapia di gruppo in cui si instaurano dinamiche diverse. Cordiali saluti!
Buongiorno! Al di là della tecnica usata credo che la scelta del terapeuta vada oltre la razionalità. Le consiglio di sceglierne uno a lei vicino (non saprei indicarle un nome in zona ma in questo portale troverà sicuramente un nominativo) e valutare quanto a suo agio si sente. Spero di esserle stata utile e le auguro un buon percorso. Si ricordi che il primo passo lo ha già fatto: riconoscere le sue difficoltà e avere la voglia di risolverle. In bocca al lupo
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente , leggendo quanto da lei scritto ho sentito il disagio che vive Attenzionando la sua esperienza ,fatta di tanti percorsi terapeutici ,mi sono chiesta cosa le sia mancato per cambiare nel profondo e godere della sua vita . Forse una relazione terapeutica non interrotta e continuativa che le permetta di assimilare i cambiamenti e farli suoi . Le consiglio dii rivolgersi, ad un terapeuta ,, che lavori preferibilmente anche a livello corporeo relazionale , come ad esempio un terapeuta gestaltista e crescere e cambiare all ,'interno della relazione terapeutica .affidandosi pienamente e fidandosi. di se stesso e dei suoi progressi
cordiali saluti e in bocca al lupo
Dott.ssa Aparo Paola
Gentilissimo utente, dal suo scritto si evidenziano le sue difficoltà ma anche il suo desiderio di risolvere le problematiche che sta descrivendo. Le varie terapie che ha intrapreso vanno considerate un valore aggiunto del suo percorso. Converebbe che lei iniziasse uno percorso psicoterapeutico che ha come base la relazione terapeutica, piuttosto che l'indirizzo. Un'altra riflessione che deve fare è che tipo di terapeuta vorrebbe,un uomo o una donna? Come hanno scritto i colleghi è di fondamentale importanza fidarsi ed affidarsi. Cordiali saluti
Buon giorno gentile utente, un psicoterapia la aiuterà a comprendere molto aspetti della sua vita, a raggiungere nuove consapevolezze rispetto alla situazione che sta vivendo e a ritrovare il benessere. Riguardo i sintomi psicosomatici, il nostro corpo attraverso sintomi come il mal di testa, la gastrite e altro ancora, ci manda dei messaggi su come stiamo vivendo, su quali sono i disagi che stiamo affrontando nella vita attuale e presente. Per cui una psicoterapia la aiuterà a diventare consapevole della sua vita, dei suoi disagi, dei suoi vissuti emotivi e a risolvere anche i disturbi psicomatici le auguri una buona giornata
Gentile utente, la scuola di appartenenza di uno psicoterapeuta rappresenta solo lo strumento con cui opera la relazione, ed è proprio quest'ultima che cura. Forse bisogna spostare l'attenzione sui contenuti piuttosto che la forma e non preoccuparsi di provare con più psicologi perché l'alchimia necessaria affinché si instauri una relazione-cura, può essere difficile da trovare. Cordialità.
Salve, ascolti, si faccia un giro su internet alla ricerca di terapeuti (nella sua zona e non se è disponibile a colloqui on line) e si lasci ispirare dalla foto o da quello che scrivono, lasci stare le teorie di riferimento. Quello che conta è la relazione. Ed è una cosa che si sente, non che si decide prima. Sembra avere le idee chiare su cosa può averla condizionata. E' un punto di partenza. Non si fermi.
In bocca al lupo!

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