Salve, sono un ragazzo di 28 anni e da quando mi sono trasferito in Francia (6 mesi fa) per lavoro s
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Salve, sono un ragazzo di 28 anni e da quando mi sono trasferito in Francia (6 mesi fa) per lavoro soffro di una importante ansia anticipatoria prima di dover uscire, che si acuisce quando so di dover uscire con altre persone.
La mia paura enorme è quella di avere un attacco di panico (mai avuto) che sia ingestibile e che quindi dia inizio all'evitamento fobico, che sarebbe terribile da affrontare da solo in un altro Paese!
Questa mia ansia anticipatoria si concretizza nei rimugini che faccio per tutto il giorno a casa da solo, perché poi esco di casa e faccio ciò che devo fare. Solo che mentre esco l'angoscia non mi molla del tutto mai...sono sempre lì a controllare ogni cosa che avviene nel mio corpo, a controllare la mia vista, aspettando una depersonalizzazione che non sono certo di aver avuto (immagino che già questo sia un elemento per affermare di no, visto che se ce l'hai avuta penso che lo sai...) che da quando ho letto cos'è su Internet temo più del Covid! (Lo so, faccio questo enorme errore di cercare le cose su Internet...). Ogni tanto qualche sintomo reale ce l'ho (qualche giramento di testa, vertigini...) e tendo a soffrire soprattutto i locali al chiuso, per il chiasso che c'è e la quantità di gente!
Sono in terapia cognitivo-comportamentale da 3 mesi circa, e il mio psicologo continua a sostenere che io un attacco di panico non lo avrò mai. Ma la mia ipocondria da ansia (esatto, temo di essere un ipocondriaco per le malattie umorali e mentali) non trova assolutamente pace!
Eppure è strano; ho affrontato ogni situazione anche più volte (prendere l'aereo, andare in questi locali al chiuso, vivere da solo che è una cosa che faccio da mesi ormai) eppure il cervello continua a tenermi aggrappato lì. Il massimo impatto che ha avuto nella mia vita è che io non organizzo praticamente più le uscite, sono sempre gli altri a doverle organizzare per me. Questo perché io preferirò sempre stare in casa piuttosto che uscire e affrontare quest'angoscia, che per quanto sia limitatamente debilitante (dato che nessuno dall'esterno la coglie) io sento che c'è!
Il mio psicologo sostiene che io non abbia bisogno di farmaci ma soltanto della terapia. Io sono da una parte felice di ciò, perché non voglio assolutamente prenderli i farmaci (io vado in ansia anche quando mi spruzzo lo spray per il naso, per dire...e ogni volta dopo una dose di vaccino sono in ansia totale!) ma dall'altra ho paura che questa condizione possa non trovare mai sollievo senza. Dall'altra ancora, temo addirittura di peggiorare i sintomi se inizio a prendere i farmaci.
Comunque, la grande costante è la sovra-osservazione di ciò che accade nel mio corpo, e voi capite bene che quella è una trappola. Inizio ad esempio ad osservarmi le mani, e iniziando a dedicargli grande attenzione inizio a sentire il formicolio (e lì arriva l'ansia). Poi controllo il cuore, sento che ho la tachicardia (poi mi misuro i battiti e non la ho affatto...). Inizio a dedicare attenzione alle gambe e allora lì le sento insensibili. E a quel punto, inizio a dedicare troppa attenzione alla mia vista e lì è come se "forzassi" la depersonalizzazione.
Il mio psicologo mi prende "quasi" in giro, sostenendo che io stia facendo un enorme lavoro nell'ingigantire il problema. Ed io, come i bravi ipocondriaci, ho iniziato a mettere in dubbio le sue competenze!
Le ho messe così in dubbio che, senza dire nulla a lui, ho consultato uno Psichiatra. Lui invece mi prescrive Zoloft e EN all'occorrenza, che io non ho assolutamente alcuna intenzione di prendere.
La mia domanda è questa: si può sconfiggere una problematica di questo tipo senza l'uso di farmaci? O quelli sono sempre necessari?
Vi ringrazio in anticipo!
La mia paura enorme è quella di avere un attacco di panico (mai avuto) che sia ingestibile e che quindi dia inizio all'evitamento fobico, che sarebbe terribile da affrontare da solo in un altro Paese!
Questa mia ansia anticipatoria si concretizza nei rimugini che faccio per tutto il giorno a casa da solo, perché poi esco di casa e faccio ciò che devo fare. Solo che mentre esco l'angoscia non mi molla del tutto mai...sono sempre lì a controllare ogni cosa che avviene nel mio corpo, a controllare la mia vista, aspettando una depersonalizzazione che non sono certo di aver avuto (immagino che già questo sia un elemento per affermare di no, visto che se ce l'hai avuta penso che lo sai...) che da quando ho letto cos'è su Internet temo più del Covid! (Lo so, faccio questo enorme errore di cercare le cose su Internet...). Ogni tanto qualche sintomo reale ce l'ho (qualche giramento di testa, vertigini...) e tendo a soffrire soprattutto i locali al chiuso, per il chiasso che c'è e la quantità di gente!
Sono in terapia cognitivo-comportamentale da 3 mesi circa, e il mio psicologo continua a sostenere che io un attacco di panico non lo avrò mai. Ma la mia ipocondria da ansia (esatto, temo di essere un ipocondriaco per le malattie umorali e mentali) non trova assolutamente pace!
Eppure è strano; ho affrontato ogni situazione anche più volte (prendere l'aereo, andare in questi locali al chiuso, vivere da solo che è una cosa che faccio da mesi ormai) eppure il cervello continua a tenermi aggrappato lì. Il massimo impatto che ha avuto nella mia vita è che io non organizzo praticamente più le uscite, sono sempre gli altri a doverle organizzare per me. Questo perché io preferirò sempre stare in casa piuttosto che uscire e affrontare quest'angoscia, che per quanto sia limitatamente debilitante (dato che nessuno dall'esterno la coglie) io sento che c'è!
Il mio psicologo sostiene che io non abbia bisogno di farmaci ma soltanto della terapia. Io sono da una parte felice di ciò, perché non voglio assolutamente prenderli i farmaci (io vado in ansia anche quando mi spruzzo lo spray per il naso, per dire...e ogni volta dopo una dose di vaccino sono in ansia totale!) ma dall'altra ho paura che questa condizione possa non trovare mai sollievo senza. Dall'altra ancora, temo addirittura di peggiorare i sintomi se inizio a prendere i farmaci.
Comunque, la grande costante è la sovra-osservazione di ciò che accade nel mio corpo, e voi capite bene che quella è una trappola. Inizio ad esempio ad osservarmi le mani, e iniziando a dedicargli grande attenzione inizio a sentire il formicolio (e lì arriva l'ansia). Poi controllo il cuore, sento che ho la tachicardia (poi mi misuro i battiti e non la ho affatto...). Inizio a dedicare attenzione alle gambe e allora lì le sento insensibili. E a quel punto, inizio a dedicare troppa attenzione alla mia vista e lì è come se "forzassi" la depersonalizzazione.
Il mio psicologo mi prende "quasi" in giro, sostenendo che io stia facendo un enorme lavoro nell'ingigantire il problema. Ed io, come i bravi ipocondriaci, ho iniziato a mettere in dubbio le sue competenze!
Le ho messe così in dubbio che, senza dire nulla a lui, ho consultato uno Psichiatra. Lui invece mi prescrive Zoloft e EN all'occorrenza, che io non ho assolutamente alcuna intenzione di prendere.
La mia domanda è questa: si può sconfiggere una problematica di questo tipo senza l'uso di farmaci? O quelli sono sempre necessari?
Vi ringrazio in anticipo!
Buongiorno,
alla sue ultime domando le vorrei dire che si potrebbe superare (sconfiggere non ê la parola piú adatta a questo tipo di situazione perché non è una lotta) questo tipo di problema senza farmaci, ne ho tanta esperienza al riguardo, ma per trovare un po' di sollievo si potrebbe prendere temporaneamente dei farmaci, in questo periodo piú acuto, peró io credo che lei preferisce fare senza.
Senza dubbio lei deve lavorare tanto su se stesso, imparare tanto a calmarsi, a rilassarsi, e lavorare tanto su questo bisogno così forte di controllo di tutto.
Vivere all'estero è spesso un'esperienza faticosa ed è importante farsi aiutare.
Non mollare con la psicoterapia.
Ci sono se ha bisogno di aiuto.
In bocca al lupo!
alla sue ultime domando le vorrei dire che si potrebbe superare (sconfiggere non ê la parola piú adatta a questo tipo di situazione perché non è una lotta) questo tipo di problema senza farmaci, ne ho tanta esperienza al riguardo, ma per trovare un po' di sollievo si potrebbe prendere temporaneamente dei farmaci, in questo periodo piú acuto, peró io credo che lei preferisce fare senza.
Senza dubbio lei deve lavorare tanto su se stesso, imparare tanto a calmarsi, a rilassarsi, e lavorare tanto su questo bisogno così forte di controllo di tutto.
Vivere all'estero è spesso un'esperienza faticosa ed è importante farsi aiutare.
Non mollare con la psicoterapia.
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Salve, sono d’accordo con la Dott.ssa Diaz, i farmaci potrebbero aiutarla ma per un breve periodo. Per quanto riguarda l’utilizzo dei farmaci si confronti sempre con il suo medico di fiducia, eventualmente potrebbe esporre le sue preoccupazioni. Buona giornata. Dott. Fiori
Buongiorno, i farmaci possono essere un aiuto, per i quali confrontarsi con uno psichiatra, ma non sono sicuramente "la cura". Il percorso di psicoterapia che sta intraprendendo invece può essere davvero un punto di svolta, per comprendere meglio la sua storia e dare un nuovo significato ai suoi sintomi. Le consiglio di parlare apertamente con il suo terapeuta anche rispetto alle paure che sta provando rispetto alla validità del percorso terapeutico, perché ciò potrà rafforzare ulteriormente il legame terapeutico e la fiducia che può accordare al suo terapeuta.
La psicoterapia può essere molto faticosa, soprattutto nelle fasi iniziali, ma è anche un meraviglioso momento di cambiamento. È stato molto coraggioso a mettersi in gioco in questo percorso; ci vuole anche tempo e pazienza per osservarsi in un modo nuovo.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti. Le auguro una buona giornata,
Dott.ssa Annalisa Bonaiti
La psicoterapia può essere molto faticosa, soprattutto nelle fasi iniziali, ma è anche un meraviglioso momento di cambiamento. È stato molto coraggioso a mettersi in gioco in questo percorso; ci vuole anche tempo e pazienza per osservarsi in un modo nuovo.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti. Le auguro una buona giornata,
Dott.ssa Annalisa Bonaiti
Buongiorno, l'ansia anticipatoria o il disturbo da attacchi di panico, si può curare efficacemente sia con la terapia farmacologica che le ha prescritto il medico che con la psicoterapia che con entrambi. Le linee guida suggeriscono l'utilizzo di entrambi gli approcci per ottenere risultati veloci, sicuri e stabili. Ovviamente non è obbligato a curarsi, si tratta di una scelta. Continuare però a tormentarsi sul perché e sul per come senza iniziare una terapia farmacologica e senza intraprendere una psicoterapia significa solo aspettare che i sintomi combinino sempre più confusione nella vita. Quindi, prenda una decisione e inizi a curarsi!!!
in bocca al lupo!
in bocca al lupo!
Buongiorno,
Come suggerito dai colleghi la combinazione farmaci e psicoterapia, in fase iniziale, possono essere un aiuto.
Esprima al suo terapeuta i suoi dubbi, in modo da continuare il percorso con più serenità.
Come suggerito dai colleghi la combinazione farmaci e psicoterapia, in fase iniziale, possono essere un aiuto.
Esprima al suo terapeuta i suoi dubbi, in modo da continuare il percorso con più serenità.
Caro utente, come le hanno consigliato anche gli altri colleghi, la combinazione di terapia farmacologica (per un tempo limitato) e psicoterapia possono essere un valido aiuto per diventare maggiormente consapevole di ciò che le sta accadendo e darle la spinta per modificare la modalità ansiogena, che tanta sofferenza le sta creando in questo problema.
Perché la terapia possa funzionare, è importante che lei possa parlare onestamente con la sua terapeuta, rendendola partecipe dei suoi dubbi. Anche questo fa parte del lavoro. La invito inoltre ad esplorare con lei quale sia la paura che giace dietro la sua ansia e se il trasferimento in Francia (momento che lei identifica come momento di insorgenza dei suoi sintomi) fosse realmente voluto oppure no. Un caro saluto, dott.ssa Marinella Balocco
Perché la terapia possa funzionare, è importante che lei possa parlare onestamente con la sua terapeuta, rendendola partecipe dei suoi dubbi. Anche questo fa parte del lavoro. La invito inoltre ad esplorare con lei quale sia la paura che giace dietro la sua ansia e se il trasferimento in Francia (momento che lei identifica come momento di insorgenza dei suoi sintomi) fosse realmente voluto oppure no. Un caro saluto, dott.ssa Marinella Balocco
Buonasera, da quanto ha scritto penso che un aiuto farmacologico possa esserle di aiuto in questo momento, perché con il carico di ansia che riporta anche la terapia ne può risentire. Andare ad abbassare il livello di ansia le potra' permettere di dedicarsi in pieno alla terapia e ad affrontare ciò che è dietro al sintomo. Appena starà meglio niente poi le vieterà, sentendo prima il suo psichiatra, di diminuire i farmaci e poi arrivare a toglierli; sono solo un aiuto in questo periodo per permetterle di stare un po' meglio. Spero di esserle stata di aiuto. Un saluto
Buongiorno,
direi che è espertissimo nella lettura di sintomi e sindromi varie in internet, probabilmente ha buone ragioni per farlo. Per quel che ha lei non servono farmaci, ora non proseguirò qui a garantirle il successo della sua anticipazione. Se vuol consultarmi online, può contattarmi tramite la piattaforma.
Un saluto cordiale
Marzia Sellini
direi che è espertissimo nella lettura di sintomi e sindromi varie in internet, probabilmente ha buone ragioni per farlo. Per quel che ha lei non servono farmaci, ora non proseguirò qui a garantirle il successo della sua anticipazione. Se vuol consultarmi online, può contattarmi tramite la piattaforma.
Un saluto cordiale
Marzia Sellini
Buongiorno, per l'ansia è consigliata la terapia cognitivo comportamentale.
Cerchi uno psicologo qui sul portale che possa aiutarla in tal senso.
dott Tealdi
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Salve, credo che potrebbe giovarle parlare col suo terapista del contatto con lo psichiatra e della terapia prescritta. Penso anche che in alcune situazioni i farmaci siano una buona base da cui partire per risolvere un problema.; difatti il farmaco può dare una base di tranquillità necessaria per costruire un funzionale percorso psicoterapico.
Salve, in risposta alla sua domanda le confermo con assoluta certezza che la sua problematica può essere risolta. L'uso dei farmaci è l'ultima ratio e forse può essere evitata col giusto percorso terapeutico. Le consiglio di analizzare se il suo psicologo goda della sua completa fiducia, cosa di cui sono certo sia assolutamente meritevole, altrimenti le consiglio di rivolgersi a un altro psicoterapeuta per non perdere tempo prezioso per entrambi. Saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno, ho letto la sua accorata lettera e la sua richiesta di aiuto, in cui si sente la fatica e direi anche l'angoscia che sta vivendo in questo momento. Mi spiace molto!
Sono dell'idea che i farmaci possano aiutare per placare l'ansia nei momenti più difficili, sicuramente accompagnati da un lavoro psicoterapeutico, che lei ha già cominciato. Dice che è da tre mesi in psicoterapia: provi ad affrontare tutti i suoi dubbi con lo psicoterapeuta, solitamente ci vuole del tempo perché si crei quella fiducia necessaria all'avvio del processo di cura!
Le auguro di riuscire al più presto a placare l'ansia e a trovare benessere!
Sono dell'idea che i farmaci possano aiutare per placare l'ansia nei momenti più difficili, sicuramente accompagnati da un lavoro psicoterapeutico, che lei ha già cominciato. Dice che è da tre mesi in psicoterapia: provi ad affrontare tutti i suoi dubbi con lo psicoterapeuta, solitamente ci vuole del tempo perché si crei quella fiducia necessaria all'avvio del processo di cura!
Le auguro di riuscire al più presto a placare l'ansia e a trovare benessere!
La risposta alla sua domanda è assolutamente SI! Tuttavia è importante che lei chieda senza troppo rimandare una valutazione psico diagnostica e successivamente un piano psicoterapeutico. Nel frattempo le suggerisco di ascoltare il Podcast Le Stanze della Paura, disponibile gratuitamente su Google, Spotify, Pocket Cast, Breaker e di seguire la pagina Facebook Le Stanze della Paura Podcast. Troverà molte informazioni sui disturbi d'ansia e sulle diverse forme attraverso le quali l'ansia si esprime e strumenti per l'auto aiuto (veda espisodi 5, 9, 10, 14 ) che potrà utilizzare immediatamente per alleviare la sofferenza psicologica. Buona giornata, Bruno Ramondetti
Buonasera, i farmaci possono essere considerati una stampella nel processo di cambiamento e guarigione, in affiancamento a un percorso di psicoterapia
Buona serata
Dott.Sa Luisa Anibaldi
Dott. Raffaello Di monte
Buona serata
Dott.Sa Luisa Anibaldi
Dott. Raffaello Di monte
Ciao, da quello che hai descritto mi sembra che nel fondo ci sia in te una grande sfiducia. Sfiducia negli altri (nonostante tu ti sia "affidato" ad uno psicologo, cerchi conferme da altri specialisti) e sfiducia nel tuo corpo. Che spesso sono lo specchio di una più grande e profonda invalidazione: non ti fidi di te.
In questi casi è molto difficile uscire dal loop dei pensieri circolari, perché per quanto possano essere scomodi, sono comunque una base a cui tu ti aggrappi. Una base, certo, con poca consistenza (sono pur sempre solo pensieri), ma alle volte sono meglio di niente.
Perché tu possa uscire da questa situazione così difficile, mi sembra che sia necessario ricostruire prima di tutto un rapporto di fiducia con te. Sapere chi sei, quali sono i tuoi valori, per cosa ti svegli la mattina e cominci la giornata, ecc.
Sei alla ricerca di un percorso di cui fidarti: fidati del tuo istinto e, quando finisci la ricerca, abbandona un po' di resistenze e segui quella strada.
In bocca al lupo.
In questi casi è molto difficile uscire dal loop dei pensieri circolari, perché per quanto possano essere scomodi, sono comunque una base a cui tu ti aggrappi. Una base, certo, con poca consistenza (sono pur sempre solo pensieri), ma alle volte sono meglio di niente.
Perché tu possa uscire da questa situazione così difficile, mi sembra che sia necessario ricostruire prima di tutto un rapporto di fiducia con te. Sapere chi sei, quali sono i tuoi valori, per cosa ti svegli la mattina e cominci la giornata, ecc.
Sei alla ricerca di un percorso di cui fidarti: fidati del tuo istinto e, quando finisci la ricerca, abbandona un po' di resistenze e segui quella strada.
In bocca al lupo.
Gentile utente, per come lavoro io, se percepisco che il paziente non necessiti di uno psichiatra condivido questo mio pensiero con lui, però penso che sia lui a dover decidere cosa prendere o cosa non prendere e se andare anche da uno psichiatra se lo ritiene opportuno. Vorrei soltanto che quello che fa e decide fosse condiviso con me terapeuta, anche perché paga il mio consulto perché venga mantenuta la massima trasparenza nella relazione terapeutica. Cordialità dott. Gaetano Marino
Salve,
Le comprendo molto bene, la situazione che descrive è decisamente difficile, ma fortunatamente esistono modalità terapeutiche molto efficaci per affrontarla. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) che sta seguendo è sicuramente una delle più efficaci per l'ansia anticipatoria e i disturbi correlati, come l'ipocondria e la paura degli attacchi di panico. In particolare, la Terapia Breve Strategica potrebbe essere utile nel suo caso, poiché si concentra su interventi mirati e rapidi per interrompere i circoli viziosi che perpetuano il suo stato di ansia. Questa terapia lavora sulla modificazione dei comportamenti disfunzionali e sulla riduzione dei pensieri ossessivi, aiutando a sviluppare un approccio più realistico rispetto alle proprie paure.
La sua paura di dover prendere farmaci è comprensibile, e molti pazienti riescono a gestire situazioni simili senza farmaci, grazie all'approccio terapeutico. Tuttavia, è importante considerare che se la sua ansia dovesse persistere o peggiorare, un trattamento farmacologico potrebbe comunque essere una valida opzione complementare, sempre sotto il controllo del suo psicologo o psichiatra. L’obiettivo principale, però, dovrebbe essere quello di ridurre gradualmente la sovra-osservazione dei suoi sintomi e affrontare direttamente le situazioni ansiogene, come suggerisce la terapia. Le consiglio di continuare a lavorare con il suo psicologo, esplorando anche la possibilità di integrare tecniche di desensibilizzazione per ridurre l'ansia anticipatoria e migliorare la sua qualità di vita.
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