Salve,sono un ragazzo di 25 anni,volevo sapere riguardo alla famosa “crisi dei 25 anni”riguardo l’er

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Salve,sono un ragazzo di 25 anni,volevo sapere riguardo alla famosa “crisi dei 25 anni”riguardo l’era che passi dall’adolescenza all’essere adulto,ho letto che sia normale passare dei periodo d’ansia e depressione perché sei cosparso di pensieri riguardo il futuro e le responsabilità….diciamo che io avendo 25 anni sto passando un periodo d’ansia abbastanza forte,non lavorando poi secondo me è anche questo il problema ,però più che altro mi sono fissato che l’ansia dopo un periodo diventi patologica,seguendo uno psichiatra che mi sta facendo fare una terapia mi disse che ho l’umore basso e che sto avendo una sorta di stress….quindi volevo sapere se riferendomi a questa crisi dei 25 anni può anche essere collegata questa cosa e se l’ansia continua può capitare a chiunque
Salve,

È comune sperimentare una crisi a 25 anni, quando si passa dall'adolescenza all'età adulta. In questo periodo, è normale sentirsi sopraffatti dall'ansia e dalle preoccupazioni riguardo al futuro e alle responsabilità crescenti. Non lavorare può amplificare questi sentimenti, contribuendo a un senso generale di incertezza e stress.

È positivo che stia già seguendo una terapia con uno psichiatra, poiché questo può aiutare a gestire l'umore basso e lo stress. La terapia è uno strumento prezioso per affrontare queste sfide e può fare una grande differenza nel suo benessere complessivo.

Se desidera approfondire ulteriormente l'origine psicologica della sua ansia, potrebbe essere utile lavorare anche con un terapeuta psicologo. Questo potrebbe offrirle un ulteriore supporto e nuove strategie per affrontare i suoi sentimenti.

Sono disponibile se desidera esplorare questa opzione e trovare un percorso che la aiuti a gestire meglio la sua ansia e il suo stress.

Cordiali saluti.

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente buonasera,
Le svelo una cosa, non esiste nessuna crisi dei 25 anni! Francamente ha davvero poco senso parlarne, visto che ogni persona vive i 25 anni in modo completamente diverso, in contesti sociali diversi, con livelli educativi diversi, famiglie diverse, con esperienze passate profondamente diverse. Insomma, la generalizzazione è la madre di tutti gli errori, quando si parla di dimensione psicologica individuale.

Altrettanto errato e pericoloso, è pensare che l'ansia e la depressione siano cose normali a quell'età e pertanto facciano parte del vissuto quotidiano dei giovani, al punto da identificarsi (come fa lei) con l'ansia stessa e farne un tratto distintivo della propria vita e del proprio carattere.

Se l'ansia persiste nel corso delle sue giornate e si manifesta con sintomi fastidiosi o invalidanti, parliamo di una sindrome di ansia generalizzata e come tale va affrontata. Non so che tipo di terapia sta seguendo con il professionista da cui è in cura.
Sicuramente un percorso di tipo psicologico potrebbe essere la soluzione migliore, a dispetto di trattamenti farmacologici che hanno solamente potere palliativo, cioè attenuano l'effetto delle conseguenze dello stato d'ansia. Se la causa dell'ansia permane, ed è sempre di natura psicologica o psicofisica, i sintomi saranno sempre presenti e troveranno altre vie per manifestarsi.

L'ansia è generata per lo più dall'incapacità di prevedere o controllare gli eventi futuri, oppure dalla paura che certi eventi possano verificarsi. La maggior parte delle volte questi pericoli e questi eventi minacciosi non esistono, e hanno scarse possibilità di accadere, almeno nella versione più catastrofica che spesso si immagina.
L'ansia è uno schema che la mente utilizza per proteggersi da queste evenienze improbabili, oppure probabili ma imprevedibili. E' uno stato di allerta che ci fa crescere di tensione, preoccupazione, tachicardia, sudorazione (eccetera), preparando il nostro organismo ai due estremi del comportamento reattivo, la fuga o la lotta per la sopravvivenza.
Il tutto accade fondamentalmente in poche frazioni di secondo in sistemi cerebrali che sfuggono al controllo razionale e di fronte a situazioni che hanno ben poco di minaccioso o letale. Quello che la mente interpreta di questo schema sono le conseguenze dello stato di allerta, i sintomi fisici, la stanchezza mentale, la profonda agitazione.

Si riesce a sfuggire al circolo vizioso dell'ansia nel momento in cui si acquisiscono informazioni sulla natura dello schema (tipo contesto, momento della giornata, persone o altri esseri viventi presenti, attività che si sta svolgendo), su cosa lo schema produce a livello fisico e mentale, e quale è la nostra risposta più comune, il nostro modo personale elaborato per uscire dall'ansia (per esempio, con comportamenti gratificanti ma dannosi, ulteriore rimuginazione e preoccupazione, aggressività, chiusura, eccetera).
Queste informazioni sono utili per cominciare a verificare, momento per momento, se l'ansia ha una reale connessione con la realtà, se possiamo gestire la reazione fisica e mentale e se possiamo elaborare strategie alternative migliori per far cessare la presenza dei sintomi.

A questo serve il percorso psicologico. A prendere consapevolezza dei meccanismi dell'ansia e a cominciare a combatterla da dentro, a livello psicologico, con le strategie e i metodi giusti, senza evitare che si presenti ma limitandone al massimo l'effetto e la frequenza di comparsa nel corso della vita quotidiana.
Ci sono molti approcci veramente efficaci per il trattamento dell'ansia.

Spero di esserle stato di aiuto per comprendere meglio la fase che sta attraversando e che può superare con il giusto supporto.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Buonasera. Esiste una materia di psicologia che si chiama psicopatologia del ciclo di vita per l'appunto. Quando si attraversano le fasi di cambiamento e si subiscono pressioni interne o esterne in merito ad aspettative o riconoscimenti la cosa migliore è iniziare con un supporto di tipo psicologico. Se dovesse servire mi trova disponibile,
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L'ansia dipende da come gestiamo ed affrontiamo alcuni problemi della vita. Non è dovuta ad una fase "degli anni 25".
Prova ad affrontarla da solo, se vedi che non riesci, ti consiglio di far riferimento ad uno psicologo che sia in grado di sostenere il superamento di queste problematiche in tempi brevi.
Rimango a disposizione, Dott.ssa Francesca Gottofredi
Gentile utente, la ringrazio per la sua condivisione.
La "crisi dei 25 anni" non è una patologia ma sicuramente quest'età rappresenta una fase della vita spesso legata all'incertezza del futuro e alle responsabilità crescenti.
Per questo è normale provare queste sensazioni durante questa fase di transizione.
Qualora , però, l'ansia e le preoccupazioni diventano difficili da gestire ti consiglio di rivolgerti ad un professionista per comprendere meglio la tua situazione avendo il giusto supporto.
Resto a disposizione, Dott.ssa Francesca Maraio.
Salve, grazie per essersi esposto. Oggi diventa sempre più difficile fare il passaggio dall'adolescenza all'età adulta perché è cambiato l'assetto sociale e antropologico di un tempo e tutto risulta essere più complicato e con così tante strade che si fa fatica a sceglierne una.
E' una fase dove ci si può sentire soli, senza speranze, sfiduciati e perennemente sotto pressione, in un contesto dove tutti gli altri sembrano sempre "più" di noi: più avanti, più spigliati, più autonomi, ecc. Un aspetto importante, credo, sia quello di riuscire a sperimentare di non essere soli, che c'è la possibilità che il mio vissuto, per quanto transitorio o meno, possa trovare un senso per aprire a un futuro, che in questo momento appare sfuocato e incerto.

Un caro saluto. Carmelo Pacino
Buongiorno, dalle sue parole emerge una forte preoccupazione legata alla legittimità della sua condizione. Sebbene stia attraversando un periodo di transizione che comporta una ridefinizione della sua identità, la invito a non sminuire il suo sentire. Le consiglio di esplorare più a fondo la crisi che sta vivendo, identificando i pensieri sul futuro che generano ansia e le responsabilità che la preoccupano. Le suggerisco di farlo con l’aiuto di un professionista, che la potrà supportare nel chiarire i suoi stati d’animo durante questo delicato momento di cambiamento. Se lo desidera, non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, Dott.ssa Francesca Romagnano
Buongiorno, l'età di cui ci parli è sicuramente critica, dal momento che spesso coincide con una fase delle vita in cui si passa dallo status di studente a quello di lavoratore, oppure si compiono delle scelte importanti che riguardano il futuro. Il cambiamento, pertanto, sottopone spesso questi giovani adulti (non parlerei tanto dei "soli" 25 anni, ma di una fascia d'età più ampia) a dei momenti di stress e difficoltà che possono esitare in manifestazioni sintomatologiche quali, tra le più frequenti, l'ansia. Di conseguenza, in questo momento di difficoltà, sicuramente non sei il solo. Detto ciò, ti consiglio di affrontare meglio la questione attraverso un percorso di supporto psicologico che possa lavorare, in parallelo al lavoro dello psichiatra, rispetto ai vissuti ed alle emozioni che stai attraversando. Se lo vorrai, sono a tua disposizione anche online. Saluti, Dott.ssa Cristiana Danese psicologa
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Buongiorno, è normale sperimentare momenti difficili in questa fase di vita. Sicuramente è un periodo di pensieri riguardanti il futuro e di aspettative su quello che secondo noi dovremmo fare, confrontandoci con chi è attorno a noi. Spesso, unito a questo, può esserci il pensiero di essere "fuori tempo" rispetto alle aspettative o la paura di non farcela, e sicuramente ciò può generare ansia. Essersi rivolto ad uno Psichiatra sicuramente è stata un'ottima decisione, le consiglio di affiancare a questo anche un percorso di supporto psicologico per poter indagare meglio queste tematiche. Resto a disposizione.
Dott.ssa Bellintani Silvia
Salve, l'ansia come altre emozioni se viene accolta e ascoltata rivela sempre qualcosa di noi stessi, a volte per paura cerchiamo di evitare certe emozione, quando invece dovremo semplicemente ascoltarle ed accoglierle per ciò che sono.
Forse più che crisi dei 25 anni, stai vivendo il passaggio all'età adulta e può capitare che questa transizione verso una maturità consapevole delle proprie responsabilità generi ansia e preoccupazioni circa il proprio futuro e circa il proprio posto nel mondo, questi sono temi esistenziali, può esserti d'aiuto affrontare questi grandi temi con un professionista.
Se per caso assumi farmaci per alleviare l'ansia, senza fare un lavoro su te stesso il rischio è che i tuoi sintomi si allevino soltanto, mentre entrando nell'ascolto dei tuoi sintomi che sono come dei segnali potrai superare questa transizione, con nuovi strumenti e conoscenza di te.

Se vuoi puoi contattarmi.
Gentili saluti, Dott Omar Saggioro

Buon pomeriggio, da quello che racconta pare stia attraversando un momento in cui ha la sensazione di dover fare un passaggio dalla fase post adolescenziale alla fase di giovane adulto, per cui la crisi che sta vivendo è piuttosto comune e può generare stati di agitazione e ansia così come una deflessione del tono dell'umore. Tutto questo proviene dalle aspettative altrui sul suo conto e della società in generale che lei, come tutti, ha interiorizzato e sono diventate una norma nella quale rientrare. Per venir fuori da questa fase dovrebbe analizzare con l'aiuto di un professionista (se con il suo psichiatra non ha intrapreso anche un percorso di psicoterapia) quali sono i suoi obiettivi sulla base di quello che lei vorrebbe essere di qui a qualche anno, tracciare un percorso provando a prevedere sulla base delle sue risorse quali potrebbero essere gli elementi che può affrontare semplicemente e su quali potrebbe aver bisogno di lavorare di più. Fatto questo lavoro, approfondendo ciò che emergerà, non le resta che iniziare il suo cammino verso la vita adulta accogliendo sia momenti di evoluzione sia momenti di stallo, iniziandoli a vedere come parti inevitabili dello stesso cammino.
Salve. Mi rendo conto della difficoltà che sta affrontando. Ogni fase di cambiamento porta con se' una buona dose di incertezza, che può generare stress e profonda angoscia; l'ansia, in questo senso, è una risposta di attivazione allo stress, che se limitata ad una certa soglia ha un carattere per se' è fisiologico e adattivo. Il fatto che parli di una condizione continuativa e forte, mi fa pensare che la sofferenza che affronta sia piuttosto intensa, e che pertanto richieda di essere ascoltata e presa in carico in uno spazio di ascolto adeguato: può pensare di confrontarsi con lo psichiatra che la segue per valutare se sia il caso di essere supportato oltre che farmacologicamente anche sul piano psicologico, in modo che possa comprendere meglio che significato abbia questa angoscia e come poterla affrontare in maniera funzionale. Nell'augurarle di poter stare meglio, rimango a disposizione in caso di bisogno.
Nella vita ci sono vari momenti di crisi, ma ricordi che La crisi può avere un'accezione positiva legata alla chiarificazione e alla scelta. E' un momento più o meno lungo che rimette in discussione aspetti consolidati e certamente questo può portare con sé fenomeni di ansia perché si perdono alcune certezze, però essendo una fase di maturazione si può acquisire più sicurezza in se stessi. Come ogni passaggio è comunque impegnativo e bisogna cercare di affrontarlo considerandolo un momento importante di crescita.
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Buongiorno,
I 25 anni sono una fase di passaggio, di transizione, attraversata da dubbi circa il futuro e l’aumento delle responsabilità.
Le consiglio di approfondire quanto sta vivendo, da dove potrebbe originare questa ansia e le relative preoccupazioni, la presenza di pensieri ricorrenti, le sue aspettative e paure, le suggerisco di farlo con il supporto di un professionista.

Cordialmente
Dott.ssa Alessia Pisani
Buongiorno Gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso questo momento di difficoltà; la sua è un'età in cui il senso di incertezza e i cambiamenti possono spesso sfociare in sintomi legati ad ansia, stati di forte stress e deflessioni dell'umore, non si tratta di una patologia diagnosticabile con questo nome, ma la “crisi dei 25 anni" o "crisi del quarto di vita” o ancora "crisi del giovane adulto" può essere affrontata lavorando proprio sui i sintomi sopra riportati per rendere più tollerabile la situazione e ad un livello più profondo riorganizzando il senso di sé, quindi a seconda del caso lavorando su autostima, autoefficacia, agency.
Rispetto la sua domanda questi sintomi confermo possano capitare a chiunque e non sono necessariamente patologici, diventano tali se perdurano per troppo tempo, diventando stabili e rigidi.
In virtù di ciò sicuramente le consiglierei una consulenza con un professionista ad indirizzo integrato che le possa dare sostegno e, se emergessero difficoltà, con cui intraprendere un percorso.
Per ulteriori consigli o per intraprendere un percorso di supporto psicologico resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
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Gentilissimo,
come hanno chiarito in precedenza i miei colleghi, nello stato d'arte la così detta 'crisi dei 25 anni' non esiste, e quindi va da sé che diventi difficile poterle dire che relazione c'è tra questa e l'ansia. Nonostante tutto, ciò non implica che questa età possa essere complessa e difficile ma dipende tutto molto dalle persone, i loro caratteri, le loro storie di vita, i supporti che hanno e molto altro. L'ansia è un'emozione comune nella vita di tutti e necessaria come la tristezza, rabbia e altre, l'importante è sapere come gestirla e viverla, oltre che comprendere la causa per cui si vive. Per comprendere questi aspetti è necessario l'aiuto di un professionista psicologo con cui discutere i motivi e momenti in cui nasce o si esprime l'ansia, la frequenza, l'intensità e il disagio che crea e molto altro. Non tutti vivono l'ansia con la stessa intensità e difficoltà, a prescindere dall'età, proprio per via dei fattori elencati sopra che sono unici per ogni persona, oltre magari a non essere gli unici per ciascuno, per cui è difficile dirle che per tutti diventa continua o invalidante. La continuità dell'ansia, la sua intensità e il suo impatto nella vita quotidiana sono elementi importanti da considerare, motivo per cui è importante indagarli tramite l'aiuto di un esperto e comprendere insieme cosa può essere fatto per migliorare la situazione e garantire un maggior benessere.
Spero di averle dato un po' più di chiarezza, per qualsiasi cosa non esiti a contattarmi. Dott.ssa Tommasini
Buongiorno, non credo che i 25 di per sè possano indurre ad una crisi ma nel suo caso mi pare di capire che sia una crisi legata alla spinta alla crescita, all'acquisizione di autonomia. I sintomi che ha non sono da sottovalutare e mi sento di consigliarle il supporto di un'esperto che la accompagni in questo percorso. Sono a disposizione per necessità. un caro saluto Dott.ssa Anna Verrino
Gentile utente, certo provare delle emozioni particolari nelle diverse fasi di sviluppo è fisiologico ma se queste le danno tanta sofferenza è consigliato rivolgersi ad uno psicologo. Se con lo psichiatra ha intrapreso solo la terapia farmacologica, le consiglio di associare anche un supporto psicologico: i farmaci alleviano solo i sintomi, il supporto psicologico serve a capire la causa. Le auguro il meglio! Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo. Resto a disposizione attraverso consulenze online. Dott. Luca Rochdi
Gentile utente, l'ansia come tutte le emozioni caratterizza il vissuto emotivo di ognuno. Come spesso capita, si tende a spaventarsi delle emozioni negative senza tenere a mente che anche queste svolgono un ruolo adattivo (es. la paura ci segnala che siamo in pericolo). Più che con una questione prettamente anagrafica, ciò che descrive sembra avere a che fare con una difficoltà di gestione emotiva. Ne parli con il professionista che la segue, ed eventualmente valuti un percorso psicologico da svolgere in parallelo a quello farmacologico (se per "terapia" intende il farmaco). Resto a disposizione per un colloquio, anche online. Saluti Dr.ssa Oliveri

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