Salve, sono un ragazzo di 24 anni. Soffro di varie ansie. Non ho amici, non esco di casa, non ho sfo

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Salve, sono un ragazzo di 24 anni. Soffro di varie ansie. Non ho amici, non esco di casa, non ho sfoghi e attività che mi tengono impegnato. Soffro di scarsa autostima e senso di inadeguatezza/incapacità. Le mie ansie sono più che alto di natura prestazionale: una delle mie ansie ricorrenti ad esempio riguarda la guida, non riesco a mettermi al volante pur avendo la patente, principalmente perché come attività mi ha sempre generato una sensazione di stress dalla scuola guida e questo mi ha portato a percepire questa attività come un qualcosa di difficoltoso e che evito per paura di commettere errori o incidenti. Le poche volte che l'ho fatto, al primo sbaglio mi buttavo giù perché provavo vergogna. Da qui scaturisce il mio senso di rinuncia alla guida con la conseguenza che questo mi porta ad evitare le uscite e mi blocca la vita sociale. Inoltre, ho sperimentato di recente forte ansia e umore basso, quando ho cominciato uno stage di lavoro ad aprile, poi interrotto poco prima della sua conclusione perché il lavoro mi faceva sentire inadeguato e poco capace. Provavo un senso costante di ansia e di inadeguatezza rispetto a quelle che erano le mie task, nonostante non fossero particolarmente complicati da svolgere, perché avevo sempre paura di sbagliare. Avvertivo un forte senso di confusione quando dovevo fare più cose, una dopo l altra, che finiva per bloccarmi e rallentarmi facendomi sentire ulteriormente incapace.
La frustrazione causata dal mio senso di inadeguatezza e incapacità a lavoro mi hanno portato ad avere delle vere e proprie crisi di nervi con episodi in cui ho quasi perso il controllo e mi sono abbandonato a gesti impulsivi e in un caso autolesivi. Stesse crisi di nervi che ho comunque sperimentato in altre situazioni stressanti, ma qui più amplificate e ricorrenti per la natura prolungata dell'impegno lavorativo. Ad esempio, a seguito di una dimenticanza a lavoro da parte mia sono entrato nel panico e ho cominciato ad avere le palpitazioni e un senso di agitazione che è durato per molte ore e che mi ha portato ad abbandonare la mia postazione per circa mezz'ora. Per quanto riguarda la sfera sociale e ricreativa, ho anche l'ansia di uscire con i miei coetanei perché sento di non avere molto da dire e sento di non essere abbastanza interessante o alla pari con i miei coetanei per esperienze e vissuto, essendo stato per diverso tempo molto isolato. La sensazione che sento in questi contesti è più che altro di vergogna e imbarazzo forse più che di ansia, magari legata appunto a una scarsa autostima. Non so bene da quando siano cominciati i miei problemi di autostima, ma credo siano legati al mio aspetto fisico soprattutto da bambino( mangiavo male ed ero considerato "brutto"), all'aver subito del bullismo da piccolo( cori e prese in giro alle elementari e in qualche caso, seppur raro, mi sono state alzare le mani addosso). L'ansia è una condizione che mi porto avanti da adolescente, avevo il terrore di andare male a scuola e fare una brutta impressione ai miei genitori, ai miei compagni e ai professori, il che mi portava a sentire un peso sulle mie spalle costante che mi impediva magari di uscire e di avere una vita sociale e sportiva ricca. All'università la situazione non è migliorata e da quando ho abbandonato definitivamente gli studi l'estate scorsa, purtroppo, è ulteriormente peggiorata. Passando ancora più tempo chiuso in casa, sono caduto ancora più vittima dei miei pensieri negativi e delle mie ansie e paure, sperimentando ad esempio, per un periodo più o meno lungo, un'ansia acuta per il mio stato di salute legata a un ricordo traumatico risalente alla mia adolescenza. La mia routine quotidiana si basa sul passare molto tempo a distrarmi come meglio posso davanti al telefono, con i social network per cercare di non rimuginare troppo sulla mia vita. A volte mi viene l'ansia anche per delle cose stupide come uscire da solo per fare delle piccole commissioni. Mi crea ad esempio disagio entrare in un negozio da solo. Ho la sensazione di vivere in una prigione creata da me stesso, dalle mie paure, dal mio senso di frustrazione e di inadeguatezza, di non riuscire a vivere la vita che vorrei avere. Vedere gli altri che vanno avanti con le loro vite mi crea rabbia sia nei confronti di me stesso che del mondo intero. Ho paura del confronto con gli altri perché non mi sento all'altezza. Non provo più nulla se non una sensazione generale di tristezza mista a rabbia perenne. Mi sento giù e non sento di avere la forza per risollevarmi da solo,non vedo vie di uscita e questo mi ha portato a rivolgermi di nuovo alla psicoterapia, dopo un primo approccio già sperimentato fino a ottobre 2022, ma fallito perché non riuscivo a fare ciò che la mia psicologa mi chiedeva di fare. Per mesi avevo rinunciato a cercare di farmi aiutare, ma ultimamente la vita per me è diventata insostenibile, non riesco più a ignorare la mia condizione e ho perso la voglia di vivere, anche se il pensiero della morte mi terrorizza perché se morissi sentirei di non aver mai vissuto appieno. Per questo motivo da fine maggio ho ripreso un percorso di psicoterapia, stavolta con una psicoterapeuta diversa. Il pensiero di rimanere nella mia condizione per ancora molto tempo mi deprime e credo sia stato questo il motore che mi ha spinto a cercare aiuto, oltre alla promessa fatta ai miei genitori dopo le crisi di ansia avute per lo stage. Il punto è che ho paura di fallire nel mio percorso perché mi sento bloccato dopo anni che vivo una vita che non mi piace, tra le mie ansie invalidanti come quella di guidare e quelle relative alla sfera sociale, fino a un percorso di studi portato a termine solo in parte ma che non mi ha mai entusiasmato e un contatto umano e sociale quasi del tutto assenti. Tutta queste sensazione negative che provo a volte mi fanno dubitare del fatto che io possa farcela e dell'utilità del percorso che sto intraprendendo. Non vedo al momento possibilità di uscirne e questo mi terrorizza. Inoltre ho difficoltà ad aprirmi con la mia psicologa perché mi vergogno di parlare dei miei problemi. Cosa potrei fare?
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Buongiorno, le faccio i complimenti perchè è stato molto bravo nel descrivere le difficoltà e le sensazioni che prova e sembra averle focalizzate bene. Affidandosi alla terapia potrà risolvere i vari blocchi che la ostacolano. Come ha già ben descritto il concetto centrale è la paura del fallimento che di fatto le impedisce di vivere e rischia di invalidare anche la psicoterapia. Le consiglierei un approccio psicodinamico che è meno prescrittivo ed entra meno in conflitto con questa caratteristica che dovrà rimuovere totalmente, come dicevo, perchè irrealistica. Pretendere di non fallire è come pretendere di non respirare, e noi impariamo e cresciamo per tentativi ed errori. Se non si commettono errori non si vive. Ha descritto anche aspetti traumatici che nel caso potrebbero essere trattati con sedute di EMDR
Salve, stando alle sue parole sembra una situazione senza uscita. Non può e non deve essere così! Nel lavoro psicoterapeutico l'essenziale è che terapeuta e paziente lavorino in sinergia, pensi che il terapeuta non giudica, ma aiuta le persone a superare il disagio, di qualunque natura sia. Parli apertamente con la professionista delle sue difficoltà, solo in questo modo potrà trarre giovamento dal percorso intrapreso. Coraggio, non demorda! Dr.ssa Daniela Benvenuti
Salve, la prigione che si é creato da solo é il risultato dei suoi evitamenti. Ogni evitamento rinforzerà la sua prigione.da cui prima o poi non riuscirà più a uscire.
Come primo atto per evadere, pensi che ogni evitamento peggiorerà la situazione.
Buona evasione
Buonasera, da ciò che ha scritto emerge la voglia di vivere appieno la sua vita e questa è una grande risorsa, che l'ha portata a richiedere un nuovo aiuto. Per lei sarebbe utile una terapia che nutra i suoi bisogni e non le prescriva qualcosa che si sforzerebbe di fare, fra l'altro con grande frustrazione nel non riuscirci. Serve ricostruire le sue certezze e il suo valore personale e ciò avviene anche solo nella relazione con la sua terapeuta. Se non riesce a dirle apertamente le sue difficoltà, cosa che per altro trovo normale in base a ciò che lei ha scritto, può comunque dirle che fa fatica a dire tutto. Valuti anche, insieme al professionista che la tratta, se sia il caso di affiancare una terapia farmacologica previa visita psichiatrica.
La strada verso il cambiamento l'ha imboccata, ora prosegua e perseveri: i risultati arriveranno.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve,

Prima di tutto, voglio dire che ho ammirato il coraggio e la sincerità con cui ha condiviso i suoi pensieri e le sue emozioni. Capisco che stia attraversando un momento molto difficile e che le ansie, le paure e il senso di inadeguatezza stiano avendo un forte impatto sulla sua vita.

È comprensibile che tutto ciò che sta vivendo le sembri travolgente e spaventoso, ma è importante ricordare che è possibile trovare una via d'uscita e ottenere il sostegno di cui ha bisogno. Anche se sembra difficile al momento, è importante tenere presente che il percorso verso il benessere richiede tempo, impegno e pazienza.

Ecco alcune considerazioni che potrebbero aiutarla:

1. Continuare con la psicoterapia: È molto positivo che abbia intrapreso un percorso di psicoterapia con una nuova psicologa. Lavorare con uno psicoterapeuta può essere un'opportunità per esplorare e affrontare i problemi profondi che sta affrontando. Non tema di aprirsi con il professionista, poiché questo è un passo essenziale per ottenere il sostegno di cui ha bisogno. Ricordi che lo psicoterapeuta è lì per aiutarla senza giudizio.

2. La guarigione richiede tempo e non è un percorso lineare. È normale avere alti e bassi, quindi si dia il permesso di prendersi il tempo di lavorare su se stesso e di imparare a praticare l'auto-compassione. Riconosca che è normale avere momenti difficili e non si giudichi troppo duramente.

3. Affrontare le paure in modo graduale: Riguardo alla paura della guida, consideri di affrontarla in modo graduale. Potrebbe iniziare con brevi e semplici tragitti, eventualmente con un amico o un parente fidato al suo fianco. Ricordi che l'esposizione graduale alle situazioni temute può aiutare a ridurre l'ansia e ad acquisire fiducia.

4. Attività e interessi: Cerchi di impegnarsi in attività che le piacciono e che la interessano. Questo potrebbe aiutarla a distogliere la mente dalle ansie e a sentire un senso di realizzazione personale.

5. Supporto sociale: Potrebbe essere utile cercare il supporto di gruppi di sostegno o di altre persone che affrontano problemi simili. Condividere le esperienze con gli altri può essere rassicurante e di supporto.

6. Fidarsi del percorso: Anche se ora sente incertezza riguardo al suo percorso di guarigione, mantenga la fiducia nel fatto che il processo terapeutico e il suo impegno verso il benessere possono portare a progressi significativi nel tempo.

7. Valutare i successi: Prenda nota dei piccoli successi e dei progressi che fa lungo il percorso. Riconoscere le conquiste, anche se piccole, può dare forza e motivazione per continuare.

8. Considerare la possibilità di consulenza psichiatrica: In alcuni casi, la valutazione da parte di uno psichiatra può essere utile per esaminare se ci sia una componente biologica coinvolta nei suoi sintomi e stabilire se sia appropriata una terapia farmacologica aggiuntiva.

Ricordi che il processo di guarigione è un viaggio individuale e unico. Cerchi di essere gentile con se stesso e di prendersi cura della propria salute mentale. Lavorare con uno psicoterapeuta può fornire uno spazio sicuro per esplorare e affrontare le sfide che sta incontrando, in modo da poter sviluppare strategie per affrontarle in modo più sano ed efficace.

Spero sinceramente che trovi il sostegno e la forza per affrontare le sue ansie e superare i momenti difficili che sta attraversando. La guarigione è possibile, e si merita di vivere una vita soddisfacente e appagante.

La invito inoltre a condividere maggiormente col professionista che la sta seguendo i suoi dubbi e le sue incertezze, sono sicuro che un feedback potrà migliorare la relazione tra di voi :)

Rimango a disposizione per un consulto, anche online
Vittorio M Longo
Buonasera, se ho capito bene va già da una psicologa?come mai non le parla dei suoi problemi? Perché credo che a fronte di quanto ha esposto, un trattamento psicoterapico sia necessario e risolutivo. Un caro saluto
Salve,
Leggendo le sue parole,che descrivono le paure, i suoi vissuti interni, le emozioni e la fatica che tutto ciò comporta nel quotidiano, non posso far a meno di ammirarla per come ha saputo mettersi ' a nudo' qui. Con estrema sincerità e coraggio. Non la conosco, ma nel leggerla mi permetta di dirle che a 24 anni esser cosciente delle molte cose che le stanno impedendo di vivere appieno la sua vita è già una gran cosa, che le deve dar ancor più lo stimolo per non mollare. È semplice e immediato? No. È possibile iniziare ad affrontare le sue ansie e a rivedere l'idea che ha di se stesso? Si. Perché temere di non farcela? Perché probabilmente è molto stanco e si sa, quando si sta male, come traspare dalle sue parole, a volte si desidererebbe una bacchetta magica. Seguo diverse persone con difficoltà molto simili alle sue. Non è solo. Prosegua passo dopo passo, incontro dopo incontro, spieghi le sue difficoltà alla terapeuta, la aiuterà a capire che non è lì per giudicarla ma per creare alleanza. Ha saputo chiedere aiuto, ne sia orgoglioso. Ora non demorda, è sulla strada giusta. Forza. Le auguro di iniziare a vivere serenamente la sua vita, vedrà che accadrà. Un caro saluto, dott. ssa Alessandra Cacco
Buongiorno e grazie per la dua condivisione. Sono certa che se facesse leggere alla collega che la segue, questo suo prezioso e preciso scritto, riuscireste certamente a gettare le basi per il vostro lavoro di aquadra. A volte ci vuole pazienza e coraggio, ma i risultati arrivano. E in questo caso il gioco vale certamente la candela:) un caro saluto:)
Buongiorno,

i disturbi d'ansia possono esser trattati attraverso l'ausilio combinato di psicoterapia e farmacoterapia. Continui pure il percorso intrapreso e si affidi alla collega, allo stesso tempo valuti la possibilità di un consulto psichiatrico; quest'ultimo potrebbe aiutarla qualora non riuscisse proprio a liberarsi dalla morsa dei suoi sintomi.

Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, ho letto con attenzione quanto da lei riportato e mi dispiace per il ritiro che sta vivendo dovuto ai suoi attacchi di ansia che stanno pervadendo più sfere di vita. Comprendo lo sconforto che l'accompagna ma altrettanto leggo il desiderio di andar oltre e ricostruire una buona vita per lei. Capisco che le sue ansie la portino a bloccarsi anche con la sua psicoterapeuta ma questo è uno scoglio che deve cercare di affrontare e parlarne con la sua psicoterapeuta con un po' di coraggio; cerchi di dar fiducia alla psicoterapeuta e dar fiducia al suo percorso. Cordialità Dott.ssa Alessandra Domigno
Ciao, mi dispiace sentire che stai attraversando un periodo così difficile, ma è positivo che tu abbia cercato aiuto attraverso la psicoterapia.
Se posso darti un consiglio, continua la terapia: è un passo molto importante che hai già intrapreso. Continua a lavorare con la tua psicoterapeuta e cerca di superare la vergogna di parlare dei tuoi problemi. La terapia può aiutarti a esplorare le radici dei tuoi pensieri e sentimenti negativi e a sviluppare strategie per affrontarli in modo più sano.
Sii paziente con te stesso: il percorso può richiedere del tempo, ed è normale avere alti e bassi durante il processo. Non ti giudicare troppo duramente e ricorda che è ok chiedere aiuto quando ne hai bisogno.
Affronta le tue ansie gradualmente: le tue ansie, come quella legata alla guida o alle interazioni sociali, possono essere affrontate un passo alla volta con l'aiuto del tuo terapeuta. Potete lavorare insieme su strategie di esposizione graduale per affrontare queste paure in modo controllato.

Saluti,

Dott.ssa Alessia Nastasi
Buongiorno,
È normale che, anche nel percorso di psicoterapia, le capiti di vivere le stesse insicurezze che sperimenta nel quotidiano.
Probabilmente teme di poter deludere anche la psicoterapeuta? Questo è un aspetto importante del suo disagio e le consiglio di parlarne apertamente con la sua terapeuta per approfondire le cause.
Buonasera, arriva tutta la sua angoscia e fatica per una strada che appare senza via d'uscita. Le sue 'diverse ansie' sono un vero e proprio disturbo perché sono già bagaglio di esperienze negative e le impediscono, ancora, di vivere i suoi 24 anni e di immaginare un futuro diverso: tristezza e rabbia sono risposte purtroppo conseguenti ad un senso di impotenza e di inefficacia. Affidarsi ad un terapeuta è una strategia giusta e può essere risolutiva; affidarsi. La motivazione al cambiamento è uno degli altri ingredienti necessari al processo di cambiamento terapeutico. Le auguro di svelarsi e di riuscire a parlare anche del suo senso di vergogna poi la strada non sarà in discesa ma vedrà comunque il suo orizzonte. Un caro saluto. Maria dr. Zaupa
Buongiorno,
la sua sofferenza, il suo malessere sono davvero palpabili. Per prima cosa la vorrei confortare nel dirle che c'è sicuramente un alto margine di miglioramento sintomatologico che in questo momento ha il sopravvento e non le vivere con serenità la vita e le normali azioni quotidiane.
Pe questo motivo le suggerirei di contattare, in accordo con la sua psicoterapeuta, un medico per la somministrazione di farmaci adeguati che le servono per ridurre l'ansia e la tristezza. Non abbia timore di assumere farmaci specializzati all'equilibrio dell'umore e alla riduzione dell'ansia. I trattamenti servono per rimettere in equilibrio il suo benessere legato a una ridotta produzione di serotonina e dopamina. L'approccio psicoterapeuta più adeguato potrebbe essere quello psicoanalitico per risolvere definitivamente alcune problematiche che ha sviluppato fin da bambino.
Un caro saluto
Camilla Lenti
Salve, mi dispiace per quello che sta vivendo. La sensazione che mi ha dato, leggendo la sua lettera dettagliata e precisa, è di immobilità, un'immobilità che porta ad altra immobilità. Isolamento, che ogni giorno di più ti allontana dal mondo. Mi colpisce una cosa: lei ha scritto una lunga e sincera lettera, però dice di non riuscire ad aprirsi con la sua psicologa. Come mai qui si e lì no? Lei ha bisogno di comunicare, di aprirsi senza sentirsi giudicato, senza dover avere delle prestazioni. E' una persona profonda, spaventata. Lo ha detto alla psicologa che prova vergogna con lei? Da lì deve partire. Se non sente abbastanza empatica la persona cambi terapeuta, ma muova la sua situazione, la vitalizzi. E valuti una consulenza con uno psichiatra per eventuale terapia farmacologica. Si voglia bene, ha un momento di difficoltà ma ha diritto a stare bene. Rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Gentile utente grazie per la condivisione di questo suo disagio. Da anni mi occupo di problematiche di ansia e di attacchi di panico e leggendo il suo racconto mi colpisce quello che scrive rispetto al periodo di stage iniziato che corrisponde al primo attacco di ansia che corrisponde al primo ingresso nel mondo del lavoro e al primo processo di separazione. Quello che le consiglio è di iniziare un percorso terapeutico che possa renderla consapevole dei due aspetti descritti. Cordialità dott. Gaetano Marino
Buonasera, capisco che si trovi in una situazione molto difficile e comprendo quanto possa essere opprimente sentire di essere bloccato da ansie e paure, che rendono ogni passo avanti un'impresa quasi impossibile.
Ha fatto molto bene a cercare aiuto e a intraprendere un nuovo percorso di psicoterapia. Questa scelta dimostra una grande forza e il desiderio di cambiare la sua situazione, anche se al momento non vede una via d'uscita.
Non deve fare tutto da solo e non deve riuscire a "risolvere" ogni problema subito. La terapia richiede tempo, ma può aiutarla a costruire la consapevolezza e gli strumenti necessari per affrontare queste difficoltà. La cosa più importante è che ha già preso una decisione fondamentale: ha cercato aiuto e sta lavorando per cambiare la sua vita.
Non esiti a esprimere i suoi dubbi e timori alla sua terapeuta: il suo supporto sarà prezioso per affrontare queste sfide insieme.
d.ssa Raileanu

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