Salve sono un ragazzo di 21 anni e da circa 1 anno e mezzo soffro di colon irritabile. Ho iniziato u
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Salve sono un ragazzo di 21 anni e da circa 1 anno e mezzo soffro di colon irritabile. Ho iniziato una dieta basata su un largo consumo di carboidrati (pane e pasta, senza esagerare, snack come cracker pane tostato o taralli) proteine (carne bianca tra cui pollo e tacchino e carne rossa come manzo e vitello, inoltre anche pesce e qualche crostaceo, come vongole e telline) eliminando completamente cibi ricchi di grassi come dolci o snack salati come patatine, e anche il cibo fast food, o salse particolari come ketchup e maionese. Mangio frutta e verdura, tra cui insalata, finocchio, ortaggi come patate(solo ed esclusivamente bollite) e carote, e consumo spesso succhi di frutta come quello di melograno e arancia. Bevo molta acqua(eliminate totalmente bevande gassate)e una volta al giorno consumo tisane come finocchio e zenzero e limone. Ma nonostante tutto non riesco ad avere un quadro chiaro degli alimenti da consumare, e di una dieta che mi aiuti a contrastare questa patologia. Spesso mangio pasta integrale al pomodoro, o preferibilmente in bianco senza ne olio ne burro. A colazione consumo delle fette biscottate, senza bere nulla, per poi bere acqua a metà mattinata. C'è un quadro generale per trattare questo disturbo dell'intestino? Magari tornando a mangiare qualcosa da tempo... e in maniera meno ferrea. Attendo risposta!!!
Salve, sono una dietista specializzata in disturbi gastrointestinali e ciò che di solito consiglio ai miei pazienti è la dieta Low Fodmap (da fare per circa 1-2 mesi), un protocollo dietetico nel quale si riducono fibre e alimenti ricchi di fodmaps (fruttani, fruttosio, lattosio, mannitolo ecc.). I fodmaps si trovano in moltissimi alimenti in particolar modo in tanta verdura, frutta, alimenti integrali e con glutine, latticini e derivati con lattosio, fonti di fruttosio come miele, sciroppi ed edulcoranti naturali come l'eritritolo. Probabilmente già da tempo aveva una disbiosi intestinale che è peggiorata con il cambio ferreo di dieta, il mio consiglio è quello di prenotare una consulenza per poter valutare in modo approfondito come agire. Bisogna farsi tante domande e provare a trovare le risposte per sapere come intervenire senza peggiorare la situazione, analizzando il quadro completo. Spero di essere stata di aiuto, dottoressa Maria Luz Viloria.
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Fodmap: acronimo inglese che sta per Fermentabili, Oligosaccaridi (fruttani e galattani), Disaccaridi (lattosio), Monosaccaridi (fruttosio) e polioli (zuccheri come sorbitolo, mannitolo, xilitolo), ovvero un gruppo di carboidrati che a livello del lume intestinale vengono scarsamente assorbiti e fermentati facilmente dai batteri intestinali. L'alimentazione a basso contenuto in Fodmap sembra quindi essere una soluzione per tutti i disagi ricorrenti intestinali, in associazione a un corretto stile di vita e a quotidiano movimento e attività fisica.
Distinti saluti
Dr Luca Agostini
Distinti saluti
Dr Luca Agostini
Buongiorno,
La sindrome dell'intestino irritabile (IBS) può presentare diverse manifestazioni (gonfiore addominale, costipazione o diarrea), per ciascuna delle quali ci saranno degli accorgimenti ad hoc da seguire.
In generale, è consigliabile anzitutto moderare l'assunzione di FODMAP, tramite la scelta di prodotti senza lattosio (se non tollerato), il consumo di acqua anziché bevande zuccherate/succhi di frutta, evitando l'utilizzo di aglio e cipolla e preferendo uva, ananas e arance alle mele come frutta fresca. Con la remissione dei sintomi si procederà con una progressiva normalizzazione del piano alimentare.
Qualora non si osservassero degli effetti significativi, potrebbe essere opportuno eliminare – per poi reintrodurre gradualmente – gli alimenti ricchi di FODMAP, personalizzando poi l'alimentazione con i cibi che sono ben tollerati.
Un'alimentazione di questo tipo non andrebbe effettuata in assenza di IBS o, comunque, in cronico, pena il rischio di carenze nutrizionali e squilibri del microbiota intestinale (dal momento che alcuni FODMAP sono il nutrimento dei microrganismi benefici che popolano il nostro intestino).
Le consiglio dunque di rivolgersi a un nutrizionista e a un gastroenterologo per valutare il miglior approccio per la sua salute.
Con l'augurio di un felice anno nuovo la saluto cordialmente,
Dott. Nicolò Gallo Curcio
Biologo nutrizionista
La sindrome dell'intestino irritabile (IBS) può presentare diverse manifestazioni (gonfiore addominale, costipazione o diarrea), per ciascuna delle quali ci saranno degli accorgimenti ad hoc da seguire.
In generale, è consigliabile anzitutto moderare l'assunzione di FODMAP, tramite la scelta di prodotti senza lattosio (se non tollerato), il consumo di acqua anziché bevande zuccherate/succhi di frutta, evitando l'utilizzo di aglio e cipolla e preferendo uva, ananas e arance alle mele come frutta fresca. Con la remissione dei sintomi si procederà con una progressiva normalizzazione del piano alimentare.
Qualora non si osservassero degli effetti significativi, potrebbe essere opportuno eliminare – per poi reintrodurre gradualmente – gli alimenti ricchi di FODMAP, personalizzando poi l'alimentazione con i cibi che sono ben tollerati.
Un'alimentazione di questo tipo non andrebbe effettuata in assenza di IBS o, comunque, in cronico, pena il rischio di carenze nutrizionali e squilibri del microbiota intestinale (dal momento che alcuni FODMAP sono il nutrimento dei microrganismi benefici che popolano il nostro intestino).
Le consiglio dunque di rivolgersi a un nutrizionista e a un gastroenterologo per valutare il miglior approccio per la sua salute.
Con l'augurio di un felice anno nuovo la saluto cordialmente,
Dott. Nicolò Gallo Curcio
Biologo nutrizionista
Salve, le consiglio di rivolgersi a un nutrizionista che possa seguirla al meglio per impostare un protocollo low foodmap più adatto a lei. Cordiali saluti
Salve,
Il discorso è un po complesso.
Consiglio visita nutrizionale per affrontare la situazione al meglio.
A disposizione
Dott Stefano Carrara
Biologo nutrizionista e massaggi per il benessere
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Salve, in questi casi è fondamentale adottare un protocollo specifico a basso contenuto di alimenti ricchi di Fodmap (zuccheri scarsamente assorbiti a livello intestinale e, pertanto, responsabili dei sintomi tipici del colon irritabile). Successivamente sarà possibile procedere con la fase di individualizzazione dove, grazie alla continua comunicazione paziente-nutrizionista, si vanno a reinserire in maniera specifica e graduale alcuni degli alimenti temporaneamente sospesi nella fase precedente. Questo al fine di capire quali sono gli alimenti che provocano maggiore fastidio per poter poi elaborare un piano strettamente cucito sulle esigenze personali. Ognuno di noi è diverso ed è quindi fondamentale affidarsi a degli specialisti del settore. Mi trova a disposizione se ha bisogno di aiuto. Un caro saluto, Dott.ssa Francesca De Biase
L'aver iniziato a selezionare alcuni alimenti può essere sicuramente un fattore positivo, in quanto dimostra che ha iniziato a prendere consapevolezza sulle risposte che il cibo da al suo corpo. Tuttavia questo potrebbe portare a carenze nutrizionali e ad una nutrizione non equilibrata nei vari componenti.
Sarebbe senz'altro utile rivolgersi ad un professionista di cui ha fiducia per poter iniziare un protocollo nutrizionale specifico e che possa essere modulato a seconda dei periodi acuti o meno dei sintomi.
Cari saluti, dott.ssa Alessandra Malimpensa
Sarebbe senz'altro utile rivolgersi ad un professionista di cui ha fiducia per poter iniziare un protocollo nutrizionale specifico e che possa essere modulato a seconda dei periodi acuti o meno dei sintomi.
Cari saluti, dott.ssa Alessandra Malimpensa
Buonasera, il trattamento nutrizionale per il colon irritabile prevede un protocollo a basso contenuto di FODMAP. I FODMAP sono zuccheri a corta catena, scarsamente o per nulla assorbibili a livello intestinale. Inoltre, sono rapidamente fermentati dai batteri residenti nel colon, generando gas. Tutto ciò causa aumento del volume del contenuto intestinale, la parete dell’intestino si dilata e stimola e i nervi presenti: ciò causa dolore.
Nonostante lei abbia iniziato a selezionare determinati alimenti, probabilmente anche in base ai suoi livelli di tollerabilità, la invito a rivolgersi ad uno specialista ed evitare i fai-da-te, spesso controproducenti.
La dieta Low-FODMAP non va considerata una dieta di esclusione, ma di sostituzione di cibi ad alto contenuto di FODMAP con quelli a basso contenuto.
Solitamente comprende tre fasi, concordate ed elaborate sotto la guida di un professionista in maniera estremamente personalizzata per ciascun paziente. La prima fase prevede una forte riduzione dei FODMAP, la seconda, una progressiva reintroduzione di singoli alimenti contenenti FODMAP una o più volte alla settimana, per testare la soglia di tolleranza del paziente. In questa fase si verificano i tipi e le quantità settimanali di cibo tollerati dal paziente, senza che avverta disturbi. Questo servirà come punto di partenza per la terza fase, che il paziente impara a gestire in maniera autonoma.
Non è una dieta che può essere protratta molto a lungo nel tempo o comunque senza il controllo di uno specialista per via delle carenze nutrizionali e del possibile squilibrio della flora batterica intestinale che fa seguito al piano alimentare stesso.
Resto a disposizione per maggiori informazioni, Dott.ssa Valentina Pavone.
Nonostante lei abbia iniziato a selezionare determinati alimenti, probabilmente anche in base ai suoi livelli di tollerabilità, la invito a rivolgersi ad uno specialista ed evitare i fai-da-te, spesso controproducenti.
La dieta Low-FODMAP non va considerata una dieta di esclusione, ma di sostituzione di cibi ad alto contenuto di FODMAP con quelli a basso contenuto.
Solitamente comprende tre fasi, concordate ed elaborate sotto la guida di un professionista in maniera estremamente personalizzata per ciascun paziente. La prima fase prevede una forte riduzione dei FODMAP, la seconda, una progressiva reintroduzione di singoli alimenti contenenti FODMAP una o più volte alla settimana, per testare la soglia di tolleranza del paziente. In questa fase si verificano i tipi e le quantità settimanali di cibo tollerati dal paziente, senza che avverta disturbi. Questo servirà come punto di partenza per la terza fase, che il paziente impara a gestire in maniera autonoma.
Non è una dieta che può essere protratta molto a lungo nel tempo o comunque senza il controllo di uno specialista per via delle carenze nutrizionali e del possibile squilibrio della flora batterica intestinale che fa seguito al piano alimentare stesso.
Resto a disposizione per maggiori informazioni, Dott.ssa Valentina Pavone.
Gentilissimo,
generalmente per disturbi intestinali correlati a Sindrome del Colon Irritabile il protocollo alimentare di elezione è quello Low FODMAPs che prevede una riduzione sostanziale di alcuni zuccheri a catena corta contenuti in alcune tipologia di frutta, verdura e cereali, che determinano una iperfermentazione intestinale provocando i sintomi tipici del colon irritabile. Dal momento che si tratta di un protocollo terapeutico va seguito sotto la guida di un professionista che lo imposti in base alle sue esigenze nutrizionali e che le consigli eventualmente un supporto di integrazione con probiotici.
In bocca al lupo e un caro saluto
Dott.ssa serena Guidotti
generalmente per disturbi intestinali correlati a Sindrome del Colon Irritabile il protocollo alimentare di elezione è quello Low FODMAPs che prevede una riduzione sostanziale di alcuni zuccheri a catena corta contenuti in alcune tipologia di frutta, verdura e cereali, che determinano una iperfermentazione intestinale provocando i sintomi tipici del colon irritabile. Dal momento che si tratta di un protocollo terapeutico va seguito sotto la guida di un professionista che lo imposti in base alle sue esigenze nutrizionali e che le consigli eventualmente un supporto di integrazione con probiotici.
In bocca al lupo e un caro saluto
Dott.ssa serena Guidotti
Buonasera
solo dal tipo di dieta che sta facendo non si può evincere che ha cercato di fare il meglio per trovarsi punto e a capo, spesso il colon irritabile non dipende solo dalla disbiosi intestinale che l'accompagna da tempo ma anche da fattori psicologici, nei momenti di forte stress, tensione, ansia etc., il suo intestino si fa sentire. Ci sono dei protocolli specifici sia per quanto riguarda gli alimenti sia per l'uso di probiotici. Una valutazione di primo acchitto e in questa sede non è auspicabile, lo è invece una visita in presenza del professionista che le può porre alcune domande per poter inquadrare il problema e aiutarla a risolverlo. Sia fiducioso ti trovare la persona giusta che le svolta la vita.
Sono a disposizione Saluti dott.ssa Filomena Acanfora
solo dal tipo di dieta che sta facendo non si può evincere che ha cercato di fare il meglio per trovarsi punto e a capo, spesso il colon irritabile non dipende solo dalla disbiosi intestinale che l'accompagna da tempo ma anche da fattori psicologici, nei momenti di forte stress, tensione, ansia etc., il suo intestino si fa sentire. Ci sono dei protocolli specifici sia per quanto riguarda gli alimenti sia per l'uso di probiotici. Una valutazione di primo acchitto e in questa sede non è auspicabile, lo è invece una visita in presenza del professionista che le può porre alcune domande per poter inquadrare il problema e aiutarla a risolverlo. Sia fiducioso ti trovare la persona giusta che le svolta la vita.
Sono a disposizione Saluti dott.ssa Filomena Acanfora
Salve! Generalmente in presenza di colon irritabile è preferibile seguire una dieta a basso contenuto di FODMAPs, in cui vengono esclusi una serie di alimenti tra cui alcuni frutti, alcune verdure, il latte, i formaggi contenenti lattosio, il miele, i cereali integrali, i legumi e i dolcificanti per poi introdurli nuovamente con una certa gradualità e soprattutto non tutti insieme. Si tratta però di linee guida generali! Andrebbe studiato il suo caso in maniera specifica perché non tutti i pazienti affetti da colon irritabile presentano la stessa sintomatologia o la stessa tolleranza agli alimenti "esclusi". Resto a disposizione, Dott.ssa Alessandra Guidobaldi
Buonasera, la sindrome del colon irritabile è una condizione molto più comune di quanto si pensa e ci sono dei protocolli specifici per andare ad alleviare i sintomi fastidiosi tipici.
Eliminare tutti gli alimenti e fare una colazione povera non risolveranno il problema, anzi in alcuni casi possono essere proprio le fette biscottate ad arrecare fastidio. La terapia non prevede una dieta ferrea, al contrario una dieta molto varia dove poter alternare i vari alimenti in base a una lista ben precisa. Si può convivere benissimo con questa sindrome in modo sostenibile e non pesante nel tempo
Eliminare tutti gli alimenti e fare una colazione povera non risolveranno il problema, anzi in alcuni casi possono essere proprio le fette biscottate ad arrecare fastidio. La terapia non prevede una dieta ferrea, al contrario una dieta molto varia dove poter alternare i vari alimenti in base a una lista ben precisa. Si può convivere benissimo con questa sindrome in modo sostenibile e non pesante nel tempo
Buongiorno, la sindrome del colon irritabile andrebbe gestita mediante una dieta a ridotto contenuto di FODMAP. Pertanto si inizia con una dieta ad esclusione, dove appunto vengono eliminati, inizialmente, tutti quegli alimenti che contengono elevate quantità di FODMAP. Successivamente, se i sintomi migliorano, si inizia a reintrodurre gradualmente, tutti gli alimenti. In questo modo, si riesce a capire la tolleranza del nostro corpo verso gli alimenti. Si deve capire anche l'associazione tra gli alimenti e il metodo di cottura dell'alimento.
E' un percorso un pò lungo però fondamentale per sistemare i sintomi che porta la sindrome dell'intestino irritabile. Le consiglio pertanto di rivolgersi ad un professionista, in modo tale che possa guidarti in questo percorso. Rimango a disposizione, Dott.ssa Alessia Barbatosta.
E' un percorso un pò lungo però fondamentale per sistemare i sintomi che porta la sindrome dell'intestino irritabile. Le consiglio pertanto di rivolgersi ad un professionista, in modo tale che possa guidarti in questo percorso. Rimango a disposizione, Dott.ssa Alessia Barbatosta.
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