Salve sono un ragazzo di 18 anni e da 4 mesi provo una sensazione di distacco dalla ambiente circost
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Salve sono un ragazzo di 18 anni e da 4 mesi provo una sensazione di distacco dalla ambiente circostante , e’ come se il mio corpo fosse presente nella realtà ma la mia mente fosse dissociata dal mondo esterno.
E’ iniziata all improvviso ricordo solo che una sera ero sul divano e da un momento all'altro mi sono iniziato a sentire distaccato da tutto e da quella sera questa sensazione non è più andata via .
Ormai sono 4 mesi che convivo con questa sensazione ed è davvero difficile andare avanti , sto prendendo anche dei farmaci e sto andando da uno psicologo da 4 mesi ma questa sensazione non sembra andarsene.
Dalla prossima settimana inizierò una terapia di mindfulness con il mio psicologo e spero mi aiuti a guarire perché non ne posso più .
Vorrei avere un parere da qualcuno più esperto di me ne sarei grato . E se secondo voi questa terapia di mindfulness potrebbe essere efficace e potrò tornare a vedere il mondo come prima senza sentirmi distaccato. Grazie per aver letto
E’ iniziata all improvviso ricordo solo che una sera ero sul divano e da un momento all'altro mi sono iniziato a sentire distaccato da tutto e da quella sera questa sensazione non è più andata via .
Ormai sono 4 mesi che convivo con questa sensazione ed è davvero difficile andare avanti , sto prendendo anche dei farmaci e sto andando da uno psicologo da 4 mesi ma questa sensazione non sembra andarsene.
Dalla prossima settimana inizierò una terapia di mindfulness con il mio psicologo e spero mi aiuti a guarire perché non ne posso più .
Vorrei avere un parere da qualcuno più esperto di me ne sarei grato . E se secondo voi questa terapia di mindfulness potrebbe essere efficace e potrò tornare a vedere il mondo come prima senza sentirmi distaccato. Grazie per aver letto
buongiorno, mi spiace molto, sicuramente ha fatto la cosa giusta quindi intraprendere un percorso, si fidi del suo terapeuta, a volte bisogna aver un po' di pazienza per arrivare ad una risoluzione!
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Ciao, grazie per aver condiviso la tua esperienza. Se senti che non c'è beneficio dalla terapia dillo tranquillamente al terapeuta: l'indicatore del tuo benessere è fondamentale nel percorso. Anche rispetto alla mindfulness: se non ne senti beneficio, chiarisci con il terapeuta e, se dovessi continuare a non avvertire beneficio, ti consiglio un cambio terapeuta. Rimango a disposizione, un caro saluto.
Buongiorno. Dalla tua descrizione si percepisce il tuo malessere di fronte a questi sintomi, che sembrano essere sintomi dissociativi, con depersonalizzazione e/o derealizzazione. Il mio consiglio è di fidarti dello psicologo a cui ti sei rivolto: la Mindfulness aiuta proprio ad avere piena consapevolezza del qui e ora e, pertanto, potrebbe essere molto utile nel tuo caso, apportandoti benefici di varia natura. Affidati con fiducia quindi e non perdere la speranza. Ti auguro di stare meglio prima possibile.
Buonasera, continui con il suo percorso, si dia il tempo giusto per cominciare a stare sempre meno peggio, fino ad arrivare a ricominciare a stare bene! Non molli ed esprima le sue perplessità al suo psicologo!
Buongiorno, da quanto scrive il percorso che sta facendo è sufficientemente completo, per cui è opportuno affidarsi al suo psicologo anche in termini di condivisione di dubbi ed incertezze che potrebbero essere motivi di approfondimento o di chiarimento. Gli esercizi di mindfullness possono dare un importante spinta al processo di consapevolezza dei propri stati interni.
Ciao,
quello che descrivi, questo senso di distacco e di “dissociazione” dalla realtà, è un’esperienza che può risultare molto destabilizzante. Si tratta di un fenomeno conosciuto come derealizzazione o depersonalizzazione, due condizioni che possono verificarsi in momenti di forte stress emotivo, ansia o in seguito a esperienze traumatiche, ma che a volte possono presentarsi senza una causa apparente. Anche se possono sembrare sintomi gravi o inspiegabili, esistono spiegazioni psicologiche per queste sensazioni e, soprattutto, esistono percorsi per affrontarle.
Hai fatto bene a rivolgerti a uno psicologo, e il fatto che tu stia seguendo un trattamento farmacologico indica che sei già in un percorso di cura. Tuttavia, è comprensibile che, dopo alcuni mesi senza miglioramenti visibili, tu possa sentirti frustrato e scoraggiato. La derealizzazione e la depersonalizzazione possono essere resistenti al trattamento, richiedendo a volte un approccio combinato e una forte collaborazione tra paziente e terapeuta per individuare le strategie più efficaci.
La terapia di mindfulness, che stai per iniziare, può essere un buon punto di partenza. Questa pratica aiuta a riconnettersi con il momento presente, a osservare le proprie sensazioni senza giudicarle e a ridurre l’impatto delle emozioni negative. Non è una “cura” immediata, ma può diventare uno strumento utile per gestire i sintomi nel lungo periodo. Insieme alla mindfulness, anche approcci terapeutici come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) si sono rivelati utili in alcuni casi per imparare a riconoscere e gestire i pensieri e le percezioni che accompagnano questa esperienza di distacco.
Per quanto riguarda la terapia farmacologica, ti consiglio di parlarne in modo approfondito con il medico che ti ha prescritto i farmaci. A volte, i sintomi di derealizzazione e depersonalizzazione possono essere associati a livelli elevati di ansia o a uno squilibrio nei neurotrasmettitori, e ci sono farmaci che possono aiutare a regolare questi aspetti. Non esitare a chiedere al medico quali effetti puoi aspettarti e in quali tempi, così da avere aspettative realistiche e sentirti più consapevole del percorso che stai seguendo.
Infine, una cosa che può aiutarti nell’autocura è cercare di sviluppare delle routine quotidiane che ti offrano stabilità e continuità. La derealizzazione può farti sentire “estraneo” alla tua vita, e ritrovare dei piccoli momenti di normalità può contribuire a mantenere un ancoraggio alla realtà. Attività fisica regolare, un’alimentazione equilibrata, e momenti di relax senza schermi digitali sono accorgimenti che, se seguiti con costanza, possono dare un piccolo ma importante sostegno al tuo benessere.
Spero che queste indicazioni ti siano utili per orientarti meglio tra le varie opzioni. Continua a essere aperto con il tuo terapeuta e a esplorare le possibilità di trattamento, e ricordati che ogni passo che fai, anche se piccolo, ti sta portando verso una maggiore comprensione di te stesso e dei tuoi sintomi.
Un saluto e in bocca al lupo.
Antonella D'Orlando
quello che descrivi, questo senso di distacco e di “dissociazione” dalla realtà, è un’esperienza che può risultare molto destabilizzante. Si tratta di un fenomeno conosciuto come derealizzazione o depersonalizzazione, due condizioni che possono verificarsi in momenti di forte stress emotivo, ansia o in seguito a esperienze traumatiche, ma che a volte possono presentarsi senza una causa apparente. Anche se possono sembrare sintomi gravi o inspiegabili, esistono spiegazioni psicologiche per queste sensazioni e, soprattutto, esistono percorsi per affrontarle.
Hai fatto bene a rivolgerti a uno psicologo, e il fatto che tu stia seguendo un trattamento farmacologico indica che sei già in un percorso di cura. Tuttavia, è comprensibile che, dopo alcuni mesi senza miglioramenti visibili, tu possa sentirti frustrato e scoraggiato. La derealizzazione e la depersonalizzazione possono essere resistenti al trattamento, richiedendo a volte un approccio combinato e una forte collaborazione tra paziente e terapeuta per individuare le strategie più efficaci.
La terapia di mindfulness, che stai per iniziare, può essere un buon punto di partenza. Questa pratica aiuta a riconnettersi con il momento presente, a osservare le proprie sensazioni senza giudicarle e a ridurre l’impatto delle emozioni negative. Non è una “cura” immediata, ma può diventare uno strumento utile per gestire i sintomi nel lungo periodo. Insieme alla mindfulness, anche approcci terapeutici come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) si sono rivelati utili in alcuni casi per imparare a riconoscere e gestire i pensieri e le percezioni che accompagnano questa esperienza di distacco.
Per quanto riguarda la terapia farmacologica, ti consiglio di parlarne in modo approfondito con il medico che ti ha prescritto i farmaci. A volte, i sintomi di derealizzazione e depersonalizzazione possono essere associati a livelli elevati di ansia o a uno squilibrio nei neurotrasmettitori, e ci sono farmaci che possono aiutare a regolare questi aspetti. Non esitare a chiedere al medico quali effetti puoi aspettarti e in quali tempi, così da avere aspettative realistiche e sentirti più consapevole del percorso che stai seguendo.
Infine, una cosa che può aiutarti nell’autocura è cercare di sviluppare delle routine quotidiane che ti offrano stabilità e continuità. La derealizzazione può farti sentire “estraneo” alla tua vita, e ritrovare dei piccoli momenti di normalità può contribuire a mantenere un ancoraggio alla realtà. Attività fisica regolare, un’alimentazione equilibrata, e momenti di relax senza schermi digitali sono accorgimenti che, se seguiti con costanza, possono dare un piccolo ma importante sostegno al tuo benessere.
Spero che queste indicazioni ti siano utili per orientarti meglio tra le varie opzioni. Continua a essere aperto con il tuo terapeuta e a esplorare le possibilità di trattamento, e ricordati che ogni passo che fai, anche se piccolo, ti sta portando verso una maggiore comprensione di te stesso e dei tuoi sintomi.
Un saluto e in bocca al lupo.
Antonella D'Orlando
Gent.mo, per poterle dare una risposta sulla sua situazione che riferisce è necessaria una approfondita consultazione clinica in cui poter meglio cogliere quanto qui brevemente accenna. La raccolta delle informazioni diretta è imprescindibile per farsi un’idea della sua sofferenza, delle cure farmacologiche in atto e dei tentativi terapeutici finora svolti.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Ciao,
Capisco quanto possa essere difficile convivere con questa sensazione di distacco. Quello che descrivi somiglia a esperienze di derealizzazione o depersonalizzazione, che spesso emergono in risposta a stress o ansia prolungati. È positivo che tu abbia già intrapreso un percorso terapeutico e che stia esplorando la mindfulness: questa pratica può aiutarti a riconnetterti al momento presente e ridurre il senso di distacco.
Tuttavia, è importante dare tempo al processo terapeutico e parlare apertamente con il tuo psicologo dei tuoi progressi, ma anche delle eventuali difficoltà. Se hai dubbi, confrontati con lui su altre strategie che potrebbero integrarsi alla mindfulness.
Non sei solo in questo percorso, e con il giusto supporto è possibile superare questa fase.
Un caro saluto,
Dott. Marco Di Campli, psicologo psicoterapeuta
Capisco quanto possa essere difficile convivere con questa sensazione di distacco. Quello che descrivi somiglia a esperienze di derealizzazione o depersonalizzazione, che spesso emergono in risposta a stress o ansia prolungati. È positivo che tu abbia già intrapreso un percorso terapeutico e che stia esplorando la mindfulness: questa pratica può aiutarti a riconnetterti al momento presente e ridurre il senso di distacco.
Tuttavia, è importante dare tempo al processo terapeutico e parlare apertamente con il tuo psicologo dei tuoi progressi, ma anche delle eventuali difficoltà. Se hai dubbi, confrontati con lui su altre strategie che potrebbero integrarsi alla mindfulness.
Non sei solo in questo percorso, e con il giusto supporto è possibile superare questa fase.
Un caro saluto,
Dott. Marco Di Campli, psicologo psicoterapeuta
Salve,
Mi dispiace innanzitutto per quello che sta vivendo.
La dissociazione è un sintomo comune quando si è vissuto uno/+ eventi traumatici nella vita, è una strategia di difesa del nostro cervello. Sicuramente ci si può lavorare per stare col tempo meglio, ma ci vuole tempo e soprattutto una terapia adeguata condotta da uno/a psicoterapeuta che si occupi di queste tematiche.
Non conosco il/la collega perciò non posso dire se state andando nella giusta direzione insieme. Mi sento di consigliarle di rivolgersi ad un/a collega che si occupi di PTSD e trauma, e che magari faccia EMDR. Sul sito EMDR Italia può trovare i terapeuti in base alla regione e al comune.
Le auguro di stare presto meglio.
Un saluto
Mi dispiace innanzitutto per quello che sta vivendo.
La dissociazione è un sintomo comune quando si è vissuto uno/+ eventi traumatici nella vita, è una strategia di difesa del nostro cervello. Sicuramente ci si può lavorare per stare col tempo meglio, ma ci vuole tempo e soprattutto una terapia adeguata condotta da uno/a psicoterapeuta che si occupi di queste tematiche.
Non conosco il/la collega perciò non posso dire se state andando nella giusta direzione insieme. Mi sento di consigliarle di rivolgersi ad un/a collega che si occupi di PTSD e trauma, e che magari faccia EMDR. Sul sito EMDR Italia può trovare i terapeuti in base alla regione e al comune.
Le auguro di stare presto meglio.
Un saluto
Gentile utente,
La mindfulness può essere un valido strumento per affrontare questa sensazione di distacco poiché aiuta a radicarsi nel presente e a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e del proprio corpo, favorendo una maggiore connessione con le emozioni e il mondo esterno. È utile però continuare a lavorare in terapia per comprendere il significato profondo di questa esperienza, perché spesso queste sensazioni hanno radici più profonde che meritano di essere esplorate. Con pazienza e costanza, unendo mindfulness e lavoro psicoterapeutico, potrebbe riuscire a superare questa fase e sentirsi maggiormente parte della realtà che la circonda.
La mindfulness può essere un valido strumento per affrontare questa sensazione di distacco poiché aiuta a radicarsi nel presente e a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e del proprio corpo, favorendo una maggiore connessione con le emozioni e il mondo esterno. È utile però continuare a lavorare in terapia per comprendere il significato profondo di questa esperienza, perché spesso queste sensazioni hanno radici più profonde che meritano di essere esplorate. Con pazienza e costanza, unendo mindfulness e lavoro psicoterapeutico, potrebbe riuscire a superare questa fase e sentirsi maggiormente parte della realtà che la circonda.
Buongiorno,
chi ha particolari risorse, può fare nelle sua vita, in particolari momenti, esperienza di questa grande facoltà della mente. E' una rirorsa che va usata bene, non guarita- Ma come l'apprendista stregone deve capire come utilizzarla ed anche comprendere bene cosa sta accadendo, in questo momento della sua vita, a lei come persona, chi sta diventando o intende diventare?
Un saluto cordiale
Dott.ssa Marzia Sellini
chi ha particolari risorse, può fare nelle sua vita, in particolari momenti, esperienza di questa grande facoltà della mente. E' una rirorsa che va usata bene, non guarita- Ma come l'apprendista stregone deve capire come utilizzarla ed anche comprendere bene cosa sta accadendo, in questo momento della sua vita, a lei come persona, chi sta diventando o intende diventare?
Un saluto cordiale
Dott.ssa Marzia Sellini
Questa sensazione di distacco che sta vivendo può essere davvero difficile da gestire. La mindfulness potrebbe aiutarla a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e del presente. Ha mai pensato a cosa potrebbe rappresentare questa dissociazione per lei? A volte, esplorare come ci si sente senza cercare una risposta immediata può aprire nuove prospettive
Buonasera, la dissociazione è un’esperienza complessa, che può creare un forte senso di isolamento dalla realtà circostante. È positivo che stia già seguendo un percorso con il suo psicologo e che abbiate deciso di introdurre la mindfulness.
La pratica della mindfulness può effettivamente rivelarsi utile: molte persone trovano che, attraverso di essa, riescono a sviluppare una maggiore consapevolezza del momento presente e a sentirsi più radicate nel proprio corpo. Questo potrebbe aiutarla a ridurre quella sensazione di distacco e a ritrovare un senso di connessione con l’ambiente.
Tuttavia, la mindfulness richiede tempo e pazienza prima di mostrare risultati stabili. La incoraggio a proseguire con questa pratica senza scoraggiarsi se i cambiamenti non saranno immediati. Continui a condividere con il suo psicologo le sue esperienze e progressi, e si conceda il tempo necessario per questo percorso di recupero.
Rimango a disposizione se desidera ulteriori chiarimenti o un altro tipo di supporto.
Le auguro tutto il meglio.
La pratica della mindfulness può effettivamente rivelarsi utile: molte persone trovano che, attraverso di essa, riescono a sviluppare una maggiore consapevolezza del momento presente e a sentirsi più radicate nel proprio corpo. Questo potrebbe aiutarla a ridurre quella sensazione di distacco e a ritrovare un senso di connessione con l’ambiente.
Tuttavia, la mindfulness richiede tempo e pazienza prima di mostrare risultati stabili. La incoraggio a proseguire con questa pratica senza scoraggiarsi se i cambiamenti non saranno immediati. Continui a condividere con il suo psicologo le sue esperienze e progressi, e si conceda il tempo necessario per questo percorso di recupero.
Rimango a disposizione se desidera ulteriori chiarimenti o un altro tipo di supporto.
Le auguro tutto il meglio.
Buonasera,
Sentire la mente distaccata dal corpo è una forte difesa contro qualcosa che spaventa e non si vuole affrontare.
La terapia farmacologica inizialmente può essere di supporto, ma solo una psicoterapia, come quella del Modello Strutturale Integrato, che cerca di indagare sulla causa del distacco e della paura sottostante rende poi di nuovo possibile una comunicazione funzionale e sana tra la mente e il corpo.
Sono a disposizione per qualsiasi chiarimento
Cordiali saluti
Dottoressa Monika Elisabeth Ronge
Sentire la mente distaccata dal corpo è una forte difesa contro qualcosa che spaventa e non si vuole affrontare.
La terapia farmacologica inizialmente può essere di supporto, ma solo una psicoterapia, come quella del Modello Strutturale Integrato, che cerca di indagare sulla causa del distacco e della paura sottostante rende poi di nuovo possibile una comunicazione funzionale e sana tra la mente e il corpo.
Sono a disposizione per qualsiasi chiarimento
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Dottoressa Monika Elisabeth Ronge
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Buonasera, "tornare a guardare il mondo senza sentirsi distaccato" è possibile. Ha appena iniziato il percorso e ha anche un sostegno farmacologico; non ci sono approcci migliori di altri in assoluto, ma conta l'impatto che hanno sul paziente che è un essere umano unico e irripetibile.
Credo che debba attendere ancora qualche mese e discutere eventuali dubbi con chi la segue.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Credo che debba attendere ancora qualche mese e discutere eventuali dubbi con chi la segue.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve, la ringrazio per aver scritto.
Nella prima fase della cura è importante potersi affidare al terapeuta che la segue al quale può portare i suoi dubbi e quesiti, dando tempo al processo terapeutico di indagare meglio il momento di esordio di questa sensazione difensiva di disconnessione e irrealtà che la accompagna. In apparenza può sembrare un momento privo di significato ma generalmente ripercorrerlo aiuta a capire meglio quali pensieri o sensazioni nuove o già note sono sopraggiunte.
Con l’augurio che questo fenomeno possa presto rientrare per rivivere più pienamente l’esperienza, le porgo un cordiale saluto
Nella prima fase della cura è importante potersi affidare al terapeuta che la segue al quale può portare i suoi dubbi e quesiti, dando tempo al processo terapeutico di indagare meglio il momento di esordio di questa sensazione difensiva di disconnessione e irrealtà che la accompagna. In apparenza può sembrare un momento privo di significato ma generalmente ripercorrerlo aiuta a capire meglio quali pensieri o sensazioni nuove o già note sono sopraggiunte.
Con l’augurio che questo fenomeno possa presto rientrare per rivivere più pienamente l’esperienza, le porgo un cordiale saluto
Gentile Amico,
la mindfulness può essere molto efficace nel gestire lo stress, prevenire la depressione e l'ansia, e più in generale nell'aiutarci a entrare più profondamente in contatto con la nostra esperienza, senza giudicarla.
Tuttavia non è chiaro cosa intenda lei per "distacco" - ma sembra riferirsi a un certo stato emotivo: le cose sono meno piacevoli e coinvolgenti, come se le guardasse da una distanza che è tutta emotiva? Se fosse così, il suo distacco avrebbe un nome: l'anedonia. Ed è uno dei sintomi della depressione.
Quali sono le sue emozioni rispetto a questo "distacco"? Com'è se lo esplora senza giudicarlo? questa è mindfulness!
Con i migliori auguri,
dr. Ventura
la mindfulness può essere molto efficace nel gestire lo stress, prevenire la depressione e l'ansia, e più in generale nell'aiutarci a entrare più profondamente in contatto con la nostra esperienza, senza giudicarla.
Tuttavia non è chiaro cosa intenda lei per "distacco" - ma sembra riferirsi a un certo stato emotivo: le cose sono meno piacevoli e coinvolgenti, come se le guardasse da una distanza che è tutta emotiva? Se fosse così, il suo distacco avrebbe un nome: l'anedonia. Ed è uno dei sintomi della depressione.
Quali sono le sue emozioni rispetto a questo "distacco"? Com'è se lo esplora senza giudicarlo? questa è mindfulness!
Con i migliori auguri,
dr. Ventura
Gentile utente di mio dottore,
continui pure i percorsi intrapresi. vedrà che con il tempo potrà migliorare notevolmente la sua qualità della vita.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
continui pure i percorsi intrapresi. vedrà che con il tempo potrà migliorare notevolmente la sua qualità della vita.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongionro, non ci sono sufficienti elementi per capire se si tratti di un disturbo dissociativo puro o sintomo di qualcos'altro. In ogni caso se è seguito da psichiatra e psicologo dovrebbero riuscire ad identificarne la natura ed eventualmente la causa.
Buona sera, le cose di cui parla sono troppo delicate e troppo sottili per poter esprimere giudizi in base a queste poche righe.
Che tipo di farmaci prende, con quale finalità? Cosa la fa esattamente soffrire o le fa più paura di questa situazione? Quanto parla di/socializza questa situazione? In famiglia, con gli amici? Ha ricevuto una diagnosi?
Il percorso di mindfullness mi pare una buona possibilità, ma quali aspettative ha su di esso? E inoltre, cosa ha tentato di fare in questi mesi, a parte farmaci e psicologo, per ridurre questa situazione, intendo nella sua vita quotidiana? Come procede la sua vita, nello studio, famiglia, amicizie, relazioni? In che cosa è cambiata? Se me ne vorrà parlare o scrivere, la ascolterò e risponderò con piacere.
Che tipo di farmaci prende, con quale finalità? Cosa la fa esattamente soffrire o le fa più paura di questa situazione? Quanto parla di/socializza questa situazione? In famiglia, con gli amici? Ha ricevuto una diagnosi?
Il percorso di mindfullness mi pare una buona possibilità, ma quali aspettative ha su di esso? E inoltre, cosa ha tentato di fare in questi mesi, a parte farmaci e psicologo, per ridurre questa situazione, intendo nella sua vita quotidiana? Come procede la sua vita, nello studio, famiglia, amicizie, relazioni? In che cosa è cambiata? Se me ne vorrà parlare o scrivere, la ascolterò e risponderò con piacere.
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