Salve, sono un ragazz* di 18 anni e circa a 13 anni e mezzo ho iniziato a soffrire di disturbi alime

21 risposte
Salve, sono un ragazz* di 18 anni e circa a 13 anni e mezzo ho iniziato a soffrire di disturbi alimentari (anoressia). Non è mai stata trattata anche se ci ho provato (con crisi isteriche in ospedale cercando di farmi visitare senza mia madre attorno ma lei non me lo concedeva) e alla fine ho ricominciato a mangiare e si è sistemato quasi tutto. Però spesso ho ancora nella testa quei pattern restrittivi, senza accorgermi penso alle calorie del cibo che sto mangiando, penso al fatto che dovrei dimagrire e ritorno alle vecchie abitudini, nonostante mangi le giuste quantità. È possibile guarire definitivamente dai disturbi alimentari o sarà qualcosa che mi porterò sempre dietro?
E ha senso andare da un nutrizionista e chiedere una dieta fatta apposta per trovare l'equilibrio giusto (soffrendo di anemia sideropenica) oppure mi farebbe ossessionare ancora di più? Grazie mille.
Buongiorno gentile Utente, grazie per aver condiviso una parte così importante della sua esperienza. Capisco quanto possa essere difficile convivere con i disturbi alimentari, e il fatto che stia cercando risposte e supporto è già un passo enorme verso il benessere.

Riguardo alla sua domanda sulla possibilità di guarire dai disturbi alimentari, è possibile, ma spesso è un percorso che può richiedere tempo e supporto adeguato. I disturbi alimentari non riguardano solo il comportamento legato al cibo, ma sono spesso collegati a fattori emotivi e psicologici profondi. Anche se ha ripreso a mangiare normalmente, è comprensibile che i pensieri legati al controllo del cibo e al corpo possano ancora essere presenti, queste abitudini mentali sono dure da sradicare e possono persistere anche dopo che il comportamento alimentare è migliorato.

La guarigione definitiva è possibile, ma richiede il giusto supporto, che può includere una combinazione di terapia psicologica (come la terapia cognitivo-comportamentale, molto efficace per i disturbi alimentari) e un approccio alimentare equilibrato. È normale che ci siano delle ricadute o pensieri ricorrenti, ma con il tempo e il giusto aiuto, questi possono essere gestiti meglio e diventare meno influenti, rimanendo pensieri e basta.

Per quanto riguarda l'idea di consultare un nutrizionista, può essere molto utile, ma è importante trovare un professionista esperto in disturbi alimentari. Un nutrizionista che comprenda le dinamiche di questi disturbi saprà lavorare con te in modo da non accentuare l’ossessione per il cibo, ma piuttosto aiutarti a trovare un equilibrio nutrizionale che ti faccia sentire bene fisicamente e mentalmente, senza focalizzarti troppo sulle calorie o sul controllo del peso.

Considerando che soffri di anemia sideropenica, un nutrizionista potrebbe certamente aiutarti a costruire una dieta che ti permetta di migliorare la tua salute, ma è essenziale che tu possa affrontare questo percorso senza aumentare la pressione o l’ossessione per il cibo.

Se non l'hai già fatto, ti consiglio vivamente di cercare un supporto psicologico per lavorare sui tuoi pensieri legati al cibo e al controllo del peso in modo profondo e sostenibile.

Se scegli di andare da un nutrizionista, cerca qualcuno che sia in sintonia con il tuo percorso di guarigione e che adotti un approccio non focalizzato su calorie e restrizioni, ma su un'alimentazione equilibrata che rispetti il tuo corpo e le tue esigenze nutrizionali.

Inoltre sarà fondamentale imparare a riconoscere i pensieri restrittivi quando si presentano, ma anche imparare a non punirsi per questo: essere gentili con se stessi fa parte del processo di guarigione.

Molte persone che hanno affrontato disturbi alimentari hanno vissuto esperienze simili a lei e con il giusto supporto si può trovare un equilibrio. È possibile avere una relazione sana con il cibo e con il proprio corpo nel tempo, anche se ci sono momenti difficili lungo il percorso.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di intraprendere un percorso di supporto psicologico resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
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Gentile cliente, i disturbi alimentari hanno spesso origine multifattoriale, ossia non vi è una sola causa che porta al loro sviluppo.
E' possibile gestire un disturbo alimentare lavorando da più punti di vista e col tempo sì, guarire.
Ad esempio, seguire un percorso di psicoterapia (individuale e/o famigliare) e al contempo farsi seguire da uno specialista della nutrizione potrebbe essere ottimale sia per migliorare il problema alimentare in sè e per sè (e gestire quello dell'anemia), sia per lavorare su quelli che sono questi ''pattern'' disfunzionali, che comprendono sia i comportamenti restrittivi, sia i pensieri distorti riguardanti il corpo ed il rapporto con il cibo. Sarebbe importante capirne una presunta origine per evitare che lo stesso tipo di pensiero (chiamiamolo ''ossessivo'') si ripresenti più avanti in contesti diversi. Ci si può rivolgere a centri clinici specializzati per una presa in carico completa, altrimenti si possono contattare privatamente psicoterapeuta e nutrizionista.
Un saluto
Buongiorno,
innanzitutto vorrei ringraziarla per aver condiviso con noi parte della sua storia, mi rendo conto che deve essere molto difficile.
è difficile e frustrante convivere con un disturbo alimentare, soprattutto perché si cerca una spiegazione unica al problema, ma sfortunatamente la soluzione non è unica. L'origine del disturbo alimentare non è una sola, per questo motivo non è facile trovare la risposta. Ma questo non ci deve scoraggiare, perché è possibile riuscire a gestire il disturbo, e quindi lavorare sulle varie cause che lo hanno portato alla luce. Con un buon percorso è possibile uscirne.
Per quanto riguarda il nutrizionista, può sicuramente aiutarla a gestire le problematiche legate al disturbo alimentare, ma salvo restando che non deve diventare la sua ossessione. Esistono dei centri clinici specifici che la potrebbero aiutare ad affrontare il problema in toto: sia dal punto di vista alimentare che psicologico.
Resto a disposizione,
un saluto
Carissima, apprezzo molto la tua sincerità e il fatto che esprima dei dubbi sulle tue paure. I disturbi alimentari sono un grande capitolo, più che focalizzarti sulla paura di portartelo dietro tutta la vita mi chiederei, cosa guadagno nel fare questo? Anche il più disfunzionale comportamento ci porta sempre dei vantaggi e mi fermerei a riflettere su questo. Perchè poi magari succede che la problematica si sposta su qualcos'altro. E allora non è più il comportamento in se ad essere problematico bensì un qualcosa ancora più radicato e antico che ci porta a sfociarlo in altri modi (il sintomo). Quindi più che da una nutrizionista ti consiglierei di intraprendere un percorso psicologico per esplorare il tuo vissuto (o, eventualmente entrambe le figure). Ti auguro il meglio, rimango a disposizione, un caro saluto, Dott.ssa Roberta Evangelista
Incontrando molte ragazze che hanno sofferto o soffrono di disturbi alimentari magari superati sul piano del cibo e del peso corporeo, quello che osservo è che l'aspetto più difficile da modificare è l'atteggiamento verso la vita, lo stilo anoressico o bulico non è solo verso il cibo ma lo si riconosce nella qualità delle relazioni affettive. Naturalmente questo rende difficile la vita e spesso è causa di solitudine, infelicità ed isolamento affettivo.
Il rapporto con il cibo è solo un sintomo.
Maria Grazia Antinori, Roma
Buon pomeriggio,
spiacente per quanto scrivere, la relazione con il cibo va ben oltre la mera alimentazione. Per evitare che pensieri e sensazioni possano alimentare un'ossessione Le consiglio un affiancamento con un terapeuta breve strategico che potrà utilizzare protocolli specifici per la sua situazione ed eventualmente collaborare con altri professionisti.
Un saluto
Buon pomeriggio, grazie per aver condiviso la tua esperienza. Se avverti che la tematica in qualche modo si ripresenta nella tua esistenza magari potrebbe essere utile un percorso psicologico, in cui poter comprendere quali modi di fare esperienza e di incontrare il modo e l'altro attivano quei pattern più "restrittivi" di cui ti accorgi. Il disturbo alimentare, come altre tipologie di sofferenza psichica, non si presenta nel "silenzio e vuoto" dell'esistenza, ma può essere contestualizzato alla luce dei modi fare esperienza di sè, del mondo e degli altri (inteso nella relazione). Affiancare alla figura del terapeuta quella del nutrizionista può sicuramente essere un aiuto in più, che però puoi valutare insieme al professionista e alle considerazioni che emergeranno nel percorso. Spero di essere stata d'aiuto. Un caro saluto.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, capisco che non sia stato semplice affrontare il disturbo alimentare e giungere ad una fase stabile. Come dice bene lei, è importante cambiare quei pattern di pensieri e di convinzioni profonde tipici del disturbo alimentare come ad esempio il bisogno assoluto di controllo sul cibo. Un percorso di psicoterapia potrebbe fornirle degli strumenti proprio per ristrutturare dei modi di pensare che non sono utili e non aiutano la persona a stare bene.
Personalmente utilizzo un protocollo cognitivo-comportamentale per affrontare in psicoterapia i disturbi alimentari e sostengo la persona a diventare un bravo terapeuta di se stesso grazie all'utilizzo di metodi e tecniche terapeutiche.
Le auguro una buona giornata
Dott.ssa Melania Filograna
Buonasera, ti ringrazio per aver condiviso la tua esperienza. Dai disturbi del comportamento alimentare si può guarire, ma vorrei soffermarmi sul fatto che i DCA sono solo il sintomo di un dolore più profondo, che va ben oltre il rapporto con il cibo e il proprio peso corporeo. Eliminare il sintomo non significa eliminare quella sofferenza. Quindi è importante poter intraprendere un percorso per indagare le cause che hanno portato allo sviluppo di un disturbo del comportamento alimentare, per poter poi aspirare ad una guarigione.
E' altresì normale che in alcuni momenti della vita, soprattutto se particolarmente stressanti e difficili, possano ripresentarsi quei pattern tipici di un DCA. Per questi motivi consiglio un approccio integrato con uno psicologo e un nutrizionista.
Ti auguro il meglio e rimango a disposizione. Un caro saluto.
Dott.ssa Martina Virgilio
Salve, come detto l'origine dell'anoressia è multifattoriale, per cui va affrontata su più fronti. Il nutrizionista la può aiutare. Può contattare i singoli professionisti oppure rivolgersi ad un centro specializzato. Cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
Gentile utente buonasera,

i disturbi della nutrizione e dell'alimentazione possono essere legati a diversi fattori. Per affrontarli le consiglio di rivolgersi ad una struttura con equipe specializzata così che possa essere seguita al meglio da professionisti specifici per ogni ambito di interesse.
Rimango a disposizione nel caso dovesse avere bisogno di qualche informazione. Cordiali saluti
Dott.ssa Martina Rossetti
Buonasera, capisco quanto possa essere difficile convivere con i residui di un disturbo alimentare come l'anoressia, soprattutto considerando il percorso che ha già intrapreso. È importante sapere che molte persone possono guarire completamente dai disturbi alimentari, ma il percorso non è lineare e richiede spesso il supporto giusto.

La tendenza a ritornare a pensieri restrittivi o al conteggio delle calorie può essere un segnale che ci sono ancora alcuni aspetti non completamente risolti. Il fatto che se ne renda conto è già un passo positivo, ma potrebbe essere utile affrontare questi pensieri con un supporto psicologico.

Andare da un nutrizionista potrebbe essere utile, specialmente per la gestione dell'anemia e per stabilire un regime alimentare sano ed equilibrato. Tuttavia, è fondamentale che questo percorso venga affiancato da un supporto psicologico, come un terapeuta specializzato nei disturbi alimentari. Questo può aiutare a evitare che una concentrazione eccessiva sul cibo e sulla dieta si trasformi in un'ulteriore ossessione.
Un percorso combinato di supporto psicologico e nutrizionale può aiutarla a trovare un equilibrio e a costruire un rapporto più sereno con il cibo.
Rimango a disposizione se desidera approfondire.
Ciao,
capisco bene la difficoltà, soprattutto della presenza di mamma Durant Ele visite, ma a volte i medici lo devono fare.
Certo che si può uscire da questo loop, ci vuole tempo, desiderio di farcela ed un valido lavoro di terapia.
Il rapporto col cibo ha motivazioni profonde e molto radicate nel tempo, potremmo parlarne insieme.
Un caro saluto
Lavinia
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Gentile utente, i disturbi della nutrizione e dell'alimentazione possono essere legati a diversi fattori. Per affrontarli le consiglio di rivolgersi ad una struttura con equipe specializzata così che possa essere seguita al meglio da professionisti specifici per ogni ambito di interesse. Rimango a disposizione nel caso dovesse avere bisogno di qualche informazione.
Certamente si può guarire. Affidati ad un percorso psicoterapeutico. Ora con la maggiore età potrai essere solo nel parlare durante le visite. buona fortuna
Ciao, grazie per aver condiviso la tua esperienza. È comprensibile che, anche se hai ripreso un’alimentazione regolare, i pensieri legati al controllo del cibo e alle calorie possano persistere. I disturbi alimentari, come l'anoressia, possono lasciare tracce profonde nei nostri schemi mentali, ma la buona notizia è che è possibile guarire definitivamente. Questo richiede tempo e un percorso di lavoro su te stess che può includere la terapia psicologica, in cui affrontare non solo i comportamenti legati al cibo, ma anche le emozioni e i pensieri che li alimentano.

Riguardo alla nutrizione, consultare un nutrizionista potrebbe essere utile, soprattutto per gestire l'anemia, ma è fondamentale che tu ti senta sicur di poter affrontare questo percorso senza che diventi fonte di ulteriore stress. Potrebbe essere benefico affrontare questo con uno specialista che abbia esperienza con disturbi alimentari, così da sviluppare un piano alimentare che ti aiuti a trovare un equilibrio senza alimentare ossessioni.

Ti consiglierei di valutare anche l'idea di parlare con uno psicologo esperto in disturbi alimentari, in modo da poter affrontare questi pensieri restrittivi e ritrovare un rapporto sereno con il cibo. La guarigione è possibile e meriti il supporto giusto per raggiungerla.
Gentile Utente, La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza. Riconosco quanto possa essere complesso e difficile affrontare i pensieri legati ai disturbi alimentari, specialmente dopo averli vissuti per un periodo così prolungato. I disturbi alimentari, come l’anoressia, non riguardano solo il comportamento alimentare, ma coinvolgono anche aspetti emotivi e psicologici profondi. Anche se lei ha ripreso a mangiare regolarmente, è comprensibile che alcune abitudini mentali, come il pensare alle calorie o sentirsi spinta a restrizioni, possano persistere. È molto comune che, anche dopo una fase acuta di disturbo, alcune persone continuino a fare i conti con pensieri ossessivi o restrittivi. Un percorso terapeutico con uno specialista in disturbi alimentari potrebbe aiutarla a esplorare e trasformare questi schemi mentali che ancora permangono, fornendo strumenti per gestirli senza che diventino limitanti. Per quanto riguarda la domanda sul nutrizionista, è importante riflettere su quale sia il suo obiettivo principale. Se si tratta di trovare un equilibrio nutrizionale, soprattutto a fronte di condizioni di salute come l’anemia, un nutrizionista specializzato potrebbe essere una risorsa preziosa. Tuttavia, se la sua preoccupazione è che seguire un piano alimentare possa riattivare l’ossessione per il cibo e le calorie, potrebbe essere utile combinare l’approccio nutrizionale con un supporto psicologico. Questo approccio integrato potrebbe aiutarla a costruire un rapporto più sano e bilanciato con il cibo, evitando che diventi un nuovo motivo di ansia o controllo.
In definitiva, il percorso verso il benessere è personale e può variare da persona a persona, ma con il giusto sostegno è certamente possibile andare oltre questi pensieri e raggiungere un equilibrio duraturo.
Se desidera un supporto in questo processo, sono a disposizione per accompagnarla.
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Gentile Utente, grazie per essersi aperto con noi.
I disturbi alimentari sono spesso un sintomo di un disagio molto più profondo, spesso causato da diversi elementi. L'alimentazione ha per noi un legame molto profondo sia rispetto agli affetti, sia rispetto ad un bisogno più o meno velato di guadagnare controllo sulla nostra vita.
Sono felice che dopo un periodo, diciamo, maggiormente di "crisi" lei ora stia nuovamente mangiando, tuttavia le consiglio vivamente di pensare ad intraprendere un percorso psicologico di supporto per provare a comprendere ed elaborare queste cause profonde. Questo aspetto è estremamente importante, soprattutto se lei si sente ancora a rischio per questa tipologia di comportamenti e pensieri "ossessivi". E' possibile guarire, ma spesso c'è bisogno di un aiuto.
Riguardo la figura di un dietista, sicuramente non dovrebbe limitarsi se ha bisogno di un supporto per la sua anemia; allo stesso tempo il dover pensare nuovamente con maggior attenzione o "dedizione" a quello che mangia potrebbe essere un trigger per questo disagio momentaneamente, relativamente, assopito. Il fatto che lei stess* sia preoccupata al riguardo mi sembra un possibile campanello di allarme.
Il mio consiglio è quello di iniziare a ricercare un supporto psicologico che possa accompagnarla in maniera parallela alla dieta, per poter avere uno spazio in cui aprirsi ed esplorare sia problemi passati, ma anche per potersi confidare e trovare supporto rispetto a questa nuova situazione.
Le auguro di trovare la serenità che cerca, un caro saluto.
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Gentile utente, ci tengo a ringraziarla per aver condiviso la sua esperienza. La guarigione dai disturbi alimentari è un percorso complesso e che richiede tempo. Ritengo sia importante ricevere supporto da un professionista in situazioni in cui si fatica a uscirne in autonomia. La tendenza a restringere e altre abitudini possono riemergere, magari in situazioni di stress o cambiamento. Andare da un nutrizionista potrebbe essere utile, tuttavia, è importante anche in contemporanea ricevere un supporto psicologico per analizzare quei pensieri e quelle preoccupazioni che definisce "ossessivi". Se ha bisogno di ulteriori informazioni o consigli, rimango a disposizione.
Dott.ssa Margherita Raffaelli



Buongiorno,
Prima di lavorare sull'aspetto nutrizionale sarebbe opportuno, secondo me, lavorare sugli aspetti psicologici e relazionali che hanno causato i suoi disturbi passati.
Dott. Marco Cenci

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