Salve, sono un po’ in dubbio su una cosa e vorrei avere un parere da una persona esperta. Il mio com

17 risposte
Salve, sono un po’ in dubbio su una cosa e vorrei avere un parere da una persona esperta. Il mio compagno in passato ha avuto problemi di gioco d’azzardo, arrivando anche a fare dei debiti. Quando ci siamo conosciuti e io ho scoperto questo vizio che aveva, ho espresso chiaramente il mio disaccordo e volevo smettesse, lui mi ha detto che avrebbe smesso ecc ecc… io ingenuamente ho dato fiducia e ho creduto alla sua parola, ma da qualche giorno ho scoperto che questo vizio non l’ha mai abbandonato… gioca cifre importanti e in modo continuativo arrivando a consumare quasi tutto il suo stipendio così.. lo fa tramite giochi casino online non fisicamente . Mi ha mentito e mi ha nascosto questa cosa, mettendo adesso in crisi la mia fiducia nei suoi confronti e il nostro rapporto… mi ha detto che ha avuto una ricaduta perché sentiva delle mancanze, e giocando le colmava e si sentiva appagato… riconosce di avere questa dipendenza ed è pronto ad affrontarla per cercare di eliminarla mettendo tutto il suo impegno e la sua forza di volontà, e che ha bisogno anche del mio supporto… momentaneamente non vuole aiuto da una persona esperta del settore, non vuole fare un percorso, e si rivolgerà ad uno specialista solo se vedrà di non riuscirci da solo. Io non sono molto d’accordo su questa cosa perché potrebbe ricaderci in qualsiasi momento, essendo che lo ha già fatto, e poi sicuramente non si risolverà in poco tempo.. mi ha dato anche la sua disponibilità nel gestire insieme i suoi soldi, i suoi movimenti, aprendo una carta e tenendola io, così da essere frenato e controllato, ed ha anche chiuso tutti i suoi conti gioco online… io apprezzo queste dimostrazioni che ha iniziato a darmi, ma sono troppo dubbiosa ed insicura, quindi la mia domanda è: questo problema può essere affrontato e risolto anche in autonomia con tutte le accortezze possibili, o necessita obbligatoriamente di un percorso psicologico per uscirne del tutto? Grazie
Buongiorno,
mi dispiace per il momento difficile che sta vivendo: è molto difficile rispondere alla sua domanda, e la certezza di risolvere il problema del suo compagno non si avrebbe nemmeno se lui si mettesse in gioco in una terapia.

Allo stesso modo non si può escludere che lui possa arrivare a migliorare in autonomia, dipende da moltissimi fattori.

Cordialmente,
Dott. Giacomo Caiani

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Buongiorno,
le sue reazioni e i suoi dubbi sono del tutto normali e comprensibili in una situazione come quella riportata.
Il Gioco d'Azzardo Patologico è una dipendenza a tutti gli effetti, e come tale va presa in carico da Servizi specializzati. Spesso ci vuole del tempo perchè si diventi consapevoli di aver bisogno d'aiuto e si mettono in atto strategie per cercare di risolvere "da soli", che tuttavia non si rivelano efficaci.
Le consiglio vivamente di informarsi sui Servizi disponibili sul territorio.
Se il suo compagno vorrà intraprendere un percorso in una struttura specializzata, Lei gli potrà essere di grande supporto (molto più che diventando il suo 'controllore' delle carte di credito). Le dipendenze sono molto insidiose e se vi lasciate aiutare le probabilità di riuscire sono senza dubbio maggiori. Avere una rete di supporto a cui rivolgersi aiuta moltissimo. Ricordi che non siete soli.
Un caro saluto
Cara Utente,
innanzitutto la ringrazio per aver condiviso qua i suoi dubbi.
È molto difficile rispondere alla sua domanda, non abbiamo certezze, però ciò che sappiamo è che il gioco d’azzardo purtroppo è una vera e propria dipendenza e deve essere, perciò, trattata come tale.
Provo a spiegarle perché è una dipendenza.
Dal punto di vista comportamentale la dipendenza dal gioco d’azzardo può essere spiegata attraverso i meccanismi del condizionamento classico o di quello operante. Nel primo caso il comportamento di gioco è spiegato dal fatto che gli stimoli ambientali che caratterizzano le situazioni di gioco (luci intermittenti, volume alto, tintinnio delle monete) diventano in maniera rapida stimoli condizionati, ovvero inducono il desiderio di giocare.
Il condizionamento operante, invece, spiega come il comportamento dipendente di gioco sia rinforzato in maniera positiva da conseguenze quali il denaro, stimoli sociali, beni materiali (come ad esempio le bevande gratuite) o stimoli ambientali. Inoltre le vincite sono intermittenti (a volte si vince a volte si perde) e disposte in maniera variabile: questo programma di rinforzo è molto resistente e produce dipendenza.
Oltre al rinforzo positivo entrano in gioco anche meccanismi di rinforzo negativo: la gratificazione indotta dal gioco allevia gli stati d’animo negativi, come la noia, l’ansia e la depressione.

Spero di esserle stata di aiuto,
Dott.ssa Giada Valmonte
Gentile Sig.ra il percorso di uscita da una dipendenza quale quella del gioco d'azzardo è lungo e richiede un forte investimento motivazionale. Un percorso psicoterapeutico efficace non può essere obbligatorio; se non c'è la ferma volontà del suo compagno ad intraprenderlo potrebbe risultare poco remunerativo in termini di efficacia. A mio parere, se decide di affrontare la problematica in autonomia, potranno anche esserci dei momentanei miglioramenti, ma poche possibilità di uscirne fuori definitivamente.
Gentile utente, ahimè non esiste una risposta alla sua domanda. Sicuramente la consapevolezza del problema e la volontà di affrontarlo è un primo passo fondamentale.
In bocca al lupo, Dott.ssa Ramona Borla
Buonasera. La decisione del suo compagno di affrontare in autonomia il problema della dipendenza dal gioco potrebbe derivare da una sua paura di affrontare la realtà della dipendenza, dal timore del giudizio altrui o per una sfiducia nei confronti di una terapia. La dipendenza può avere numerose cause e conseguenze, può anche essere una strategia maladattiva che utilizza per gestire emozioni, sensazioni e pensieri frustranti o spiacevoli o per colmare un senso di "vuoto", ma che in realtà gli si ritorce contro. Per tali ragioni servirebbe sicuramente un supporto terapeutico o può rivolgersi a servizi sul territorio che lo aiutino in questo senso.
Un grande in bocca al lupo per tutto.
Dott.ssa Chiara Lo Re
Psicologa Psicoterapeuta
Torino e Asti
consulenze online
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile Utente, il proposito di suo marito di superare da solo questa difficoltà può essere motivato da un desiderio inconscio di non affrontare le radici del problema, dalla vergogna di confrontarsi con i molteplici aspetti del suo disturbo che coinvolge sé ed i propri cari, dalla sopravvalutazione delle proprie risorse, dalla minimizzazione del problema.
Ritengo che senza un aiuto appropriato sia molto improbabile che suo marito superi questa dipendenza, seppur non è possibile escludere con certezza questa possibilità.
Buongiorno, mi dispiace per la situazione che lei e suo marito state affrontando e comprendo la vostra difficoltà. Una dipendenza come quella del gioco d'azzardo crea dei circoli che a volte la sola forza di volontà non permette di rompere. Tuttavia, sicuramente la motivazione è un ottimo inizio dal quale partire. Nessuno può essere a conoscenza dell'andamento di tale difficoltà. Il mio consiglio è quello informarvi presso i centri specializzati del vostro territorio per acquisire conoscenze più specifiche ed avere un maggiore raggio di scelta su come procedere, in linea con i propri bisogni.
Le auguro di trovare presto un periodo di serenità.

Dott.ssa Enrica Capriati
Purtroppo i Gioco d'Azzardo patologico è una condizione psicologica molto più complessa di un semplice vizio. Le dinamiche interne che si creano sono molto articolate e simili a quelle legate all'uso di sostanze e possono portare la persona a delle distorsioni cognitive tali per cui pensa di poter risolvere il problema economico rincorrendo le perdite con altre giocate o poter controllare il proprio gioco gli esiti dello stesso e i fattori che influenzano le vincite, annullando la motivazione al cambiamento. Sono frequenti anche bugie, manipolazioni e omissioni nei racconti. Purtroppo l'approccio specialistico dei centri specifici è molto importante nei casi più gravi, in alternativa può essere utile anche un intervento privato individuale. La partecipazione del partner agli incontri non è esclusa e può essere invece molto utile, soprattutto nella fase iniziale.
Buongiorno, è comprensibile che lei abbia dei dubbi e delle perplessità. Il gioco d'azzardo patologico è appunto una vera e propria patologia e andrebbe trattata in centri specializzati ( che sicuramente saranno presenti anche nella sua zona). Tuttavia è fondamentale che il suo ragazzo sia motivato ad iniziare un percorso terapeutico, affinché questo sia efficace. Pertanto non è possibile stabilire a priori se riuscirà ad uscirne da solo o con un aiuto esterno.
Un caro saluto
Gentilissima,
Una dipendenza come il disturbo da gioco d’azzardo (che è il sintomo) ha bisogno di essere ri-letto e compreso affinché l’altro abbia le risorse necessarie per farvi fronte.
Alla stessa stregua potrebbe essere interessante fare un percorso di coppia proprio per comprendere come questa dipendenza ha intaccato gli equilibri della stessa (le due difficoltà e paure), percorso con delle convocazioni singole per entrambi per monitorare la criticità che ognuno porta nel relazione.
Una dipendenza spesso cela un bisogno di riempire un vuoto, quindi bisognerebbe capire come riempire in maniera più funzionale questo vuoto e come aiutare il suo partner a non sentirsi sotto osservazione da lei… perché altrimenti potrebbe generarsi quel fastidioso legame mamma che controlla e figlio che vuole trasgredire al controllo.
Sono a vostra, sue, disposizione anche online per un confronto.
Dott.ssa Teresa Colaiacovo
Gentilissima Utente,
penso di poter comprendere i dubbi e le incertezze che la tormentano al momento, tuttavia una risposta certa alla sua domanda non c'è. Come è stato già detto più volte Il gioco d'azzardo patologico è un disturbo mentale a tutti gli effetti e come tale va trattato, in tal senso rivolgersi a centri specialistici potrebbe essere la scelta più efficace.
Faccio a lei ed al suo compagno i miei migliori auguri
Un caro saluto
Mauro Fadda
Gentilissima, mi spiace per queste difficoltà.
Da quanto riporta, l’impressione è che il Suo partner stia tentando di agire sulla problematica riportata attraverso il contenimento dell’impulso, ed eventualmente l’essere controllato da qualcun altro - tanto che Le ha proposto in affidamento le proprie finanze. Molte persone sono portate a pensare, intuitivamente, che trattenendosi, non compiendo più qualcosa che le ossessiona, allora poco per volta questa idea si estinguerà, verrà meno e resteranno liberi dall’impulso. Purtroppo non sempre è così, specialmente quando si ha a che fare con il gioco d’azzardo: qui l’impulso consiste nell’eccitazione che si prova davanti al rischio della perdita, il brivido di vedere tutto andare in fumo. Quella da gioco d’azzardo è ritenuta una dipendenza (sempre che sia il caso del Suo partner, qui su internet non abbiamo la possibilità di fare una diagnosi) nella quale il controllo del comportamento è compromesso. La gestione delle proprie finanze per conto terzi ne è spesso una conseguenza inevitabile, ma questa implica anche una ridefinizione degli equilibri di coppia sfavorevole alla stessa e potenzialmente deleteria. Un contesto simile metterebbe il suo compagno nella condizione di “agire nell’ombra” nel momento in cui sentisse irrefrenabile l’impulso di giocare d’azzardo, compromettendo ancora di più la fiducia reciproca – intaccata proprio da questo stesso comportamento.
Il Suo partner ammette in modo aperto la difficoltà sperimentata, e riconosce che è collegata ad alcune mancanze provate e momenti di difficoltà personale. Si tratta di elementi positivi, predisponenti ad un percorso terapeutico. Una psicoterapia sarebbe un contesto nel quale riuscire ad entrare in contatto con queste mancanze percepite, e trovare modi nuovi per viverle, comprenderle. Questa via sarebbe certamente più risolutiva rispetto a pratiche esclusivamente contenitive, che tralascerebbero questi aspetti.
Sperando di aver fatto cosa gradita, Le auguro il meglio
Dott. Giuseppe Virgilio
Salve, comprendo la situazione difficile che vi ritrovate ad affrontare e che purtroppo la dipendenza dal gap causa.
Il suggerimento che posso darle e’ quello di rimandare al suo compagno che ha necessariamente bisogno di aiutarlo, forse accompagnarlo ad un percorso che prevede anche la sua collaborazione per avere maggiori indicazioni su come sostenerlo potrebbe essere un buon punt di partenza.
Buone le strategie per tenerlo lontano dal denaro ma dietro a questa dipendenza non c è solo il “cattivo” rapporto con il denaro ma le difficoltà emotive che il soggetto vive e agisce in modo disfunzionale.
Resto a disposizione per eventuali dubbi o approfondimenti.
Cordiali saluti
Dottoressa Daniela Chieppa
La ringrazio per aver condiviso le sue difficoltà, immagino possa non essere sempre un passo semplice. 
Riconosco che sta attraversando un momento molto difficile e voglio che sappia che non è sol* in questo percorso. Il disagio che sta sperimentando è significativo e merita tutta l'attenzione e la cura possibili.
La sua domanda è importante, ha un contenuto rilevante, prezioso per amplificare delle riflessioni. Rispondere in questa modalità rischierebbe di semplificare troppo o banalizzare una preziosa opportunità di conoscenza di sé.

La incoraggio vivamente a considerare l'opportunità di iniziare un percorso psicologico. Un professionista qualificato può offrirle supporto e strumenti preziosi per affrontare e superare le difficoltà che sta vivendo. Fare questo passo può rappresentare un importante atto di amore e cura verso se stesso e il suo benessere.

Le invio un caro saluto.
Gentilissima, i suoi dubbi sono più che legittimi e motivati. Non è possibile dare una risposta certa alla sua domanda, perchè ogni persona è una realtà a sè. Certo è che è già difficile uscire dalla dipendenza se si è seguiti da un servizio, figuriamoci da soli. Va anche valutato se il suo compagno non se la "stia raccontando", magari anche in buona fede, per mettere a tacere sensi di colpa. Perchè non va ad informarsi al SERD della sua zona e sente come funziona? Così intanto ha delle informazioni. Questo la rende più preparata. Lei ha giustamente parlato di fiducia, il suo compagno vuole farle gestire i conti: la situazione ora è molto sbilanciata e lei ha un momento di difficoltà. Se il suo compagno non accetta di farsi seguire, potrebbe prendere lei un supporto psicologico per essere aiutata a gestire questa situazione problematica e nel contempo occuparsi di sè e di quello che vorrà fare . Rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni

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