Salve, sono sotto controllo specialistico psichiatrico.Solo che volevo un parere diverso.A presc

17 risposte
Salve, sono sotto controllo specialistico psichiatrico.
Solo che volevo un parere diverso.
A prescindere che quando soffro di ansia normalmente ho problemi gastrointestinali (anche senza medicinali), ma avevo notato questo peggiormanento di pancia gonfia, rumorosa e feci acquose.
Comunque in concomitanza assumo anche cipralex 12 gocce al dì che mi hanno fatto stare bene per circa 20 giorni( solo dopo due mesi dall assunzione, )ora è una settimana che è ritornata non forte come prima ma nausea, disturbo di stomaco , un pò di inappetenza ,con qualche conato di vomito ogni tanto. Secondo voi?
Buonasera. La sua situazione appare come una conferma dell'ipotesi sempre più accreditata dell'asse intestino cervello. Sono sempre più numerose le ricerche sul ruolo centrale in molti disturbi neurologici, psichiatrici e non solo del microbiota, cioè della popolazione di microrganismi che abitano il nostro intestino. Squilibri nella composizione del microbiota sarebbero all'origine di numerose malattie. Ansia e depressione si possono curare con accorgimenti dietetici e integratori specifici.
Se le interessa, mi risponda e le darò indicazioni più precise.
Cordiali saluti
Giorgio Piola

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Buonasera. Concordo con il collega rispetto all'associazione dei sintomi neurovegetativi. Tuttavia lei, tra le righe, mi pare chieda un parere anche non legato soltanto all'organicita' della depressione. Può monitorare questi sintomi con una sorta di diario settimanale in cui annotare quando compaiono e se, tante volte, si associno a qualche evento o pensiero particolare. In tal modo potrà riferire meglio allo specialista anche in termini di attribuzione delle cause e gestione del sintomo.
Buonasera. Concordo con i colleghi e mi sento di consigliarle una consultazione con uno psicologo specializzato in psicoterapia.
Di solito i sintomi neurovegetativi sono la risposta organica a pensieri ricorrenti, disagi, dinamiche conflittuali, ricordi traumatici ma anche alla depressione . Una terapia integrata tra Psicoterapia e farmacologia non può che giovarle.
Un cordiale saluto
Buongiorno,
secondo me oltre la terapia farmacologica dovrebbe prendere in considerazione una consultazione psicoterapeutica per valutare la componente psicologica dei suoi disturbi. Alla luce della presenza di manifestazioni somatiche gastrointestinali che compromettono la qualità della sua vita. Forse è in latenza questa ipotesi visto che si pone la domanda di un altro parere, non esiti a farlo penso ne avrebbe beneficio. Nella mia pratica professionale mi capita spesso di vedere persone con i suoi stessi problemi.
Un cordiale saluto
Elisabetta Ciaccia
Gentile Signora, la sua richiesta è molto chiara 'vuole un parere diverso' precisando che è già seguita farmacologicamente; dunque dentro di Lei ha già la risposta, una psicoterapia sarebbe la scelta giusta per andare ad affacciarsi dietro alla sintomatologia che così ben descrive.
Cordialmente.
Buongiorno,
le suggerisco di proseguire con la terapia farmacologica che le è stato prescritta ma come sottolineano i colleghi di prendere in considerazione di accompagnarla a un trattamento psicoterapeutico. Mente e corpo non sono entità separate pertanto è importante occuparsi di entrambe. La pratica della mindfulness per gestire lo stress potrebbe essere di grande aiuto nel suo caso.

Se desidera altre informazioni non esiti a contattarmi.
Cordiali saluti
Grazia Esposito Malara
Buongiorno, le consiglio di affiancare alla terapia farmacologica anche una psicoterapia che l'aiuti a capire l'origine di questo disturbo d'ansia e a gestirlo il meglio possibile. Cordiali Saluti
La psicoanalisi ha un ruolo molto valido e funzionale nella ricerca delle cause del suo malessere apparentemente solo fisico e nella creazione di un pensiero che faccia da ponte tra mente e corpo in modo non auto-distruttivo.
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Buongiorno, concordo con i colleghi di psoseguire con la terapia farmacologica affincandola ad un percoso di sostegno psicologico o una psicoterapia.
Salve, ho letto attentamente la sua lettera. I suoi disturbi gastrointestinali potrebbero essere una conversione di un sintomo. Lei dovrebbe, come già consigliato da i miei colleghi, andare ad indagare cosa c'è dietro ai suoi sintomi e perchè così tanta ansia. Faccia un percorso terapeutico per poter elaborare il suo vissuto. La saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli
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salve,
la Sua problematica, come lei avrà compreso, non risiede esclusivamente, nel disturbo organico, che altro non è che la manifestazione somatica del suo stato d'ansia. Quindi, oltre ad una terapia farmacologica, che cura i sintomi, ma alla quale spesso si adatta, riportandola a cambiare o ad aumentarne il dosaggio, le consiglierei un percorso psicoterapeutico, incentrato suile cause, accompagnato da tecniche di rilassamento che possono aiutarla a cominciare a percepire il proprio corpo in modo sano.
cordiali saluti
Dott. Michele Ippolito
Salve, la sua problematica è complessa perché associa sintomi psichici a sintomi più di tipo organico. E come tale va esaminata. Direi che dal punto di vista farmacologico è ben seguito, forse in lei adesso nasce il bisogno di essere preso in carico da un punto di vista più globale, meno come un corpo che soffre e più come una persona che vive e soffre! Le consiglio, se è così, di rivolgersi con fiducia a uno psicologo/psicoterapeuta. Tante care cose.
Salve, l'ansia non viene vissuta solamente come quella spiacevole sensazione di paura, quando l'ansia che si prova è un ansia che ha radici in età più tenera, è un ansia verso la quale non si hanno degli strumenti maturi per gestirla. Si incanala allora nella muscolatura liscia, organi interni, creando delle situazioni spiacevoli e disabilitanti. L' ansia e le emozioni sono un attivazione fisiologica che poi diventa psicologica. Se non fa i conti con le emozioni che le producono questo subbuglio, rischioa di dover saltare da un farmaco ad un altro e col rischio di dover convivere con una parte di lei che ha l'unico modo di esprimersi nell'ansia. Per delucidazioni mi contatti anche in privato.
Concordo con i miei colleghi, valuti l idea di un supporto psicologico.
Salve, spesso, nei primi colloqui con pazienti ansiosi, al fine di definire meglio come l'ansia si comporta e ci attanaglia, riporto una strategia che gli indonesiani utilizzavano in passato per catturare le scimmie. Questi, si dotavano di trappole, di forma cubica e, su un lato, presentavano una sorta di cono introflesso, molto simili alle nasse utilizzate per catturare i pesci. All'interno venivano posizionate esche fatte di pezzetti di frutta che attraevano le scimmie e le spingevano a ficcare la zampa nel cono per agguantare l'esca. In tal modo, la scimmia restava bloccata dal momento che il volume della zampa aumentava per via del pezzo di frutta che stringeva... l'unico modo per potersi liberare era "lasciare" l'esca per poter estrarre la zampa. Proprio allo stesso modo agisce l'ansia per la quale l'esca è rappresentata dal pensiero angosciante, più lo stringiamo e maggiormente ci sentiremo in trappola, senza vie d'uscita, con tutti i sintomi ad essa correlati.
Questa, si presta ad essere solo una grossolana e primaria indicazione per ovviare, distraendosi, all'insinuarsi di pensieri e sintomi tipici dell'ansia. Potrebbe però ottenere un maggiore benessere affiancando alla farmacoterapia un percorso psicoterapico. Cordialità.
Buongiorno, mi sembra di comprendere che lo stato ansioso stia perdurando nel tempo. Le suggerisco di valutare la possibilità di iniziare un percorso psicologico. In particolar modo, vi sono numerose ricerche che mettono in evidenza come un supporto psicologico sia efficace per il quadro sintomatologico da lei descritto. Le persone posseggono due canali comunicativi, verbale e corporeo. E' possibile che la mancata elaborazione, su un piano verbale, di alcuni vissuti emotivi o conflitti attivi il canale comunicativo corporeo, il quale si esprime attraverso problemi fisici e somatizzazioni. Sono a disposizione per eventuali chiarimenti. Un saluto. Dott.ssa Alessandra D'Antonio
gentile utente, i farmaci che sta assumendo possono aiutarla a rendere meno intensi i sintomi ma è necessario un percorso psicoterapeutico che la aiuti a consapevolizzare le cause della sua ansia e imparare col tempo a gestirla

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