Salve sono qui a scrivere per un problema ricorrente con mia madre, molto accentuato da una mia rela
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Salve sono qui a scrivere per un problema ricorrente con mia madre, molto accentuato da una mia relazione iniziata circa un mese fa con una ragazza che vive dove sono io ma non è del mio paese. Sto vivendo la cosa senza alcuna serenità nonostante tra noi due le cose stiano andando piuttosto bene. Mia mamma è contraria a questa storia e non fa altro che ripetermi quanto io sia debole e potenzialmente vittima delle persone. Il punto è che io ne ho passate tante, e più che delle persone sono stato vittima di me stesso o proprio di mia mamma. Non è forse un rinunciare alla vita se si pensa sempre al marcio del mondo? Ha senso vivere con la costante paura che qualcuno possa farci del male? Non è preferibile vivere nel momento presente con la consapevolezza che tanto potrebbe finire e va benissimo così? Delle volte mi sento come in una gabbia, vorrei mollare tutto, questa relazione, la mia famiglia e andarmene in un paese lontano per non subire questa pressione psicologica tutti i giorni. Perché a nulla servono tutte le rassicurazioni del mondo che le faccio, il rapporto tra me e mia madre si è incrinato nel momento in cui io mi sono cimentato in questa cosa e cambierà solo se io ritornassi ad essere il bravo figlio dedito solo a lei…lei sostiene che qualsiasi mamma farebbe lo stesso ma a 30 anni suonati io mi sento costantemente sotto processo e soprattutto come se mia madre pensasse che io sia un debole vittima del mondo, consigli?
Carissimo ciao e innanzitutto grazie per questa condivisione.
Mi colpisce la tua bravura a leggerti dentro, ti poni delle domande che non è banale riuscire a porsi.
Per risponderti, quello che posso dirti è che può capitare che diventino nostri alcuni pensieri e alcune convinzioni che nostre non sono, ma che ci sono state ripetute molte volte fino a diventare quasi nostre.
Nel tuo caso specifico , mi pare di capire che alcuni timori di tua mamma siano stati frequentemente condivisi con te facendoti sentire debole e fragile - con forse l’obiettivo di tenerti vicino a se ?
Al di là di ciò che ha mosso tua mamma nel condividere con te i suoi pensieri e le sue paure, penso che la cosa su cui potrebbe essere utile concentrarti è proprio il fatto che quelle siano paure e pensieri che appartengono a lei e non a te.
Anche se a volte può essere difficile mantenere il confine tra i suoi pensieri e i tuoi, ciò che è importante è quello che tu ci dici di provare : ci dici di sentirti sereno nella relazione con questa ragazza, questo sentire appartiene a te e non è meno importante di come ciò che tua mamma ti dice ti fa sentire.
Comprendo a pieno da quello che ci hai raccontato la sensazione di essere in una gabbia e la necessita di allontanarsi da tutto, è pesante dover rassicurare qualcuno ci fa sentire fragili.
Credo che tu abbia ottime risorse per comprendere ciò che è importante per te e per prendertene cura e credo che un supporto psicologico, qualora ne sentissi il bisogno, potrebbe esserti di grande aiuto.
Rimango a disposizione per qualsiasi cosa,
Grazie ancora
Dottoressa Carlino Eleonora
Mi colpisce la tua bravura a leggerti dentro, ti poni delle domande che non è banale riuscire a porsi.
Per risponderti, quello che posso dirti è che può capitare che diventino nostri alcuni pensieri e alcune convinzioni che nostre non sono, ma che ci sono state ripetute molte volte fino a diventare quasi nostre.
Nel tuo caso specifico , mi pare di capire che alcuni timori di tua mamma siano stati frequentemente condivisi con te facendoti sentire debole e fragile - con forse l’obiettivo di tenerti vicino a se ?
Al di là di ciò che ha mosso tua mamma nel condividere con te i suoi pensieri e le sue paure, penso che la cosa su cui potrebbe essere utile concentrarti è proprio il fatto che quelle siano paure e pensieri che appartengono a lei e non a te.
Anche se a volte può essere difficile mantenere il confine tra i suoi pensieri e i tuoi, ciò che è importante è quello che tu ci dici di provare : ci dici di sentirti sereno nella relazione con questa ragazza, questo sentire appartiene a te e non è meno importante di come ciò che tua mamma ti dice ti fa sentire.
Comprendo a pieno da quello che ci hai raccontato la sensazione di essere in una gabbia e la necessita di allontanarsi da tutto, è pesante dover rassicurare qualcuno ci fa sentire fragili.
Credo che tu abbia ottime risorse per comprendere ciò che è importante per te e per prendertene cura e credo che un supporto psicologico, qualora ne sentissi il bisogno, potrebbe esserti di grande aiuto.
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Gentile utente, grazie anzitutto per aver qui condiviso...
Mi sembra di capire che sua madre (come tante mamme d'Italia) vive nel ricordo del ragazzino che lei è stato, ma che ormai tende a non essere più...
L'invasione degli spazi dei figli è un tema ricorrente: sta a lei ribadire quelli che sono i suoi confini, della sua vita privata...
E' un suo pieno diritto, anche laddove abitate sotto lo stesso tetto...
Il mio consiglio è quello di proseguire tranquillamente nella relazione con questa ragazza, senza "se" e senza "ma", nella consapevolezza - così come ha giustamente sottilineato - che il futuro non ci è dato saperlo...
Un grande in bocca al lupo!
Dr E. Nola
Mi sembra di capire che sua madre (come tante mamme d'Italia) vive nel ricordo del ragazzino che lei è stato, ma che ormai tende a non essere più...
L'invasione degli spazi dei figli è un tema ricorrente: sta a lei ribadire quelli che sono i suoi confini, della sua vita privata...
E' un suo pieno diritto, anche laddove abitate sotto lo stesso tetto...
Il mio consiglio è quello di proseguire tranquillamente nella relazione con questa ragazza, senza "se" e senza "ma", nella consapevolezza - così come ha giustamente sottilineato - che il futuro non ci è dato saperlo...
Un grande in bocca al lupo!
Dr E. Nola
Buonasera, l'analisi che condivide con noi è assai acuta e realistica. A 30 anni ha sicuramente il diritto di vivere le sue scelte e anche di fare errori, se capita, sganciandosi dalle pressioni di sua madre, che evidentemente non si rende conto di questo suo diritto. Le faccia capire che è un comportamento che, seppur dettato dell'intenzione di aiutarla, è quantomai inopportuno e irrispettoso della sua libertà. Facile non è, per cui se crede chieda un supporto psicologico.Cordialmentw, dr.ssa Daniela Benvenuti
Consiglio: la chiami due o tre volte al giorno sul cellulare chiedendole come sta, se le serve qualcosa, ecc... dopo due o tre settimane di telefonate Sua madre Le dirà di smettere di preoccuparsi per lei, e di pensare alla sua vita.
Un caro saluto
Un caro saluto
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Credo innanzitutto che sia importante che voi possiate instaurare un dialogo schietto e sincero mediante il quale poter condividere pensieri e vissuti emotivi circa la situazione da lei riportata al fine di trovare soluzioni che possano soddisfare le esigenze di tutti. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buon giorno caro, lei ha giuste potenzialità per comprendere e sapere cosa fare e come comportarsi nel mondo, verso se stesso e gli altri. Compiacere sua mamma la porterebbe ad essere un bravo figlio, che rinuncia alla sua spontaneità, libertà ed autonomia.
Dato che ha capacità e possibilità di decidere e scegliere a 30 anni suonati, (come scrive lei) continui, consapevole secondo quello che lei ritiene adeguato ed opportuno senza sentirsi sbagliato.
Saluti, dottoressa Teresita Forlano
Dato che ha capacità e possibilità di decidere e scegliere a 30 anni suonati, (come scrive lei) continui, consapevole secondo quello che lei ritiene adeguato ed opportuno senza sentirsi sbagliato.
Saluti, dottoressa Teresita Forlano
Gentile utente di mio dottore,
le sue difficoltà relazionali con sua madre potrebbero esser affrontate all' interno di un percorso di psicoterapia. Lei sta male in virtù di quanto spesso le viene rimandato e non riesce a trovare una definizione di se come se avvertisse che ci fosse qualcosa ad intralciarla. Ci si potrebbe lavorare, soprattutto sulla possibilità di mettere dei confini.
Resto disponibile ad accogliere la sua domanda di aiuto qualora lo volesse, ricevo anche on-line.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
le sue difficoltà relazionali con sua madre potrebbero esser affrontate all' interno di un percorso di psicoterapia. Lei sta male in virtù di quanto spesso le viene rimandato e non riesce a trovare una definizione di se come se avvertisse che ci fosse qualcosa ad intralciarla. Ci si potrebbe lavorare, soprattutto sulla possibilità di mettere dei confini.
Resto disponibile ad accogliere la sua domanda di aiuto qualora lo volesse, ricevo anche on-line.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, non è ben chiaro il motivo della contrarietà di sua mamma a questa relazione, in ogni caso è evidente che lei debba poter scegliere per la sua vita. Il punto, forse, è che proprio lei dovrebbe liberarsi da questa influenza che definisce "negativa". Come mai sua mamma riesce ad intromettersi così in profondità nella sua vita? La situazione va evidentemente ricalibrata ma non è aspettandosi che sua madre smetta di avere certi atteggiamenti che questo succederà, dovrà iniziare lei a rispondere in modo diverso.
Credo che il suo problema sia la paura del giudizio, a partire da quello di sua madre. Riflettiamo: qualora sua madre "avesse ragione" sull'inconsistenza del suo rapporto, mi spieghi, dove sarebbe il fallimento? Nelle relazioni non esiste "giusto o sbagliato", ma solo esperienze di vita. Perciò, sua madre e chiunque, può "giudicare" da fuori qualsiasi cosa, tanto questo giudizio non può riguardare l'esperienza reale di cui solo lei e la sua compagna sapete. Il problema principale che emerge nella sua lettera, sembra la sensibilità al giudizio degli altri, che lei vive in modo assoluto e pervasivo. Si concentri di più sulle sue cose, sulla sua relazione.
Salve da quello che racconta sembra che abbia ben chiaro qual é la cosa giusta da fare a 30 anni anche se emotivamente sembra legato a sua madte e questo evidentemente la confonde e rende insicuro. Il mio consiglio è quello di provare a fare le cose che ritiene giuste. Anche se qualcosa potesse non andare proprio come si desidera ( cosa che ovviamente non le auguro) come banalmente si dice sbagliando si impara ma questo le permetterebbe di acquisire competenze personali sulla e per la sua vita. Se questo coraggio non dovesse riuscire a trovare da solo si faccia aiutare da un professionista.
Gentile Utente, coltivare i nostri desideri e svincolarci dalla famiglia è già un processo che di per sè genera qualche timore, posso immaginare che nel suo caso il tutto diventi di una complessità ancora maggiore. Sembra che lei abbia chiaro cosa vuole, ma è ostacolato dalla figura di mamma, che da un lato sente esaurirsi la funzione genitoriale e vorrebbe mantenerla nella posizione del figlio, dall'altro le descrive il mondo come un luogo pericoloso, inquinando la vitalità dei suoi slanci, soprattutto in questa nuova relazione. Non so quali esperienze abbiano portato mamma ad avere queste caratteristiche, ma allo stesso tempo non è chiaro davvero cosa trattenga lei che ci scriva. Cosa le impedisce dunque di avere oggi una posizione più attiva? cosa succede se si autorizza a vivere la sua vita in modo libero? cosa la porta a rimanere incastrato nel dolore che mamma le attiva? L'impressione è che lei sia in attesa che mamma allenti la presa, e sicuramente camperemmo meglio, purtroppo però non sappiamo se e quando ciò avverrà, e nel frattempo ci rendiamo imprigionabili. Spero di aver dato un contributo. Un caro saluto
Buonasera, dalle sue parole si percepisce proprio la sana spinta all'emancipazione dal nucleo familiare di origine, che insieme a tante risorse ci tramanda anche delle fatiche. Trovo che lei abbia già molta consapevolezza su di sé e credo che questo sia il primo passo per uscire dalla gabbia nella quale sente di essere. A volte i genitori nel tentativo di proteggere i propri figli, fanno degli sbagli poiché a loro volta hanno dei vissuti irrisolti, mi sento quindi di suggerirle di viversi la relazione con questa ragazza con la consapevolezza che non è suo, il compito di rassicurare sua madre e che lei ha diritto a costruirsi il suo futuro senza sentirsi una debole vittima. Le auguro il meglio, dott.ssa Linden
Buongiorno caro ragazzo, a mio avviso le stai sentendo quella pulsione di vita che la porta a desiderare di scegliere per la sua vita e non per compiacere altri (compresa sua madre). La sua mail lascia emergere molta energia e il mio invito è pertanto di ascoltare ciò che da dentro sta emergendo e avere fiducia che potrà farcela.
Tutti cadiamo e ci rialziamo e non per errori ma perchè facciamo esperienze di vita. Ritrovi fiducia in se stesso.
Io se desidera sono a disposizione per approfondire quanto anticipato sopra. Non esiti a contattarmi anche on line. Cordialità Dott.ssa Alessandra Domigno
Tutti cadiamo e ci rialziamo e non per errori ma perchè facciamo esperienze di vita. Ritrovi fiducia in se stesso.
Io se desidera sono a disposizione per approfondire quanto anticipato sopra. Non esiti a contattarmi anche on line. Cordialità Dott.ssa Alessandra Domigno
Buongiorno, penso che lei stia mettendo in gioco delle parti vitali di sé in una relazione che le dà qualcosa di buono anche rischiando che finisca, aspetto che fa parte della realtà. Il punto è che forse fa fatica a mettere dei confini fra lei e sua madre che probabilmente, senza rendersene conto, tende a tenerla legata a sé. Cerchi un sostegno psicologico per far fronte alla situazione; sicuramente non si possono cambiare gli altri ma si può cambiare visione delle cose e si possono mettere dei paletti più resistenti alle visioni altrui che rendono dubbiosi e insicuri.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve a lei, il suo senso di vivere in una gabbia e voler fuggire, sentirsi spesso sotto processo e giudicato debole e vittima, descrive qualcosa che immagino lei sia molto famigliare: focalizzarsi molto su ciò che pensano gli altri di lei (in particolare sua mamma) piuttosto che su ciò che lei sà di sè...
Ha "detto" chè ne ha passate tante; sono certo che nella sua esperienza di vita ha potuto dimostrare a se stesso di avere le competenze e le risorse per prendersi cura di sè e per fare scelte buone per lei.
Fare i conti con le aspettative degli altri e con i sensi di colpa può non essere facile, ma da quanto scrive è chiaro che è qualcosa che non le piace e di cui vuole finalmente liberarsi, dopo tanti anni...
La strada è quella giusta, l'importante è "tenere la barra dritta" nel considerare anche se stesso nelle relazioni, non solamente l'altro e imparare a riconoscersi il diritto di farlo.
Uno psicoterapeuta può mettere a sua disposizione degli strumenti importanti per riuscire a farlo e a cambiare, per godersi le relazioni che vorrà coltivare.
Resto a disposizione, tanti auguri
Alberto G.
Ha "detto" chè ne ha passate tante; sono certo che nella sua esperienza di vita ha potuto dimostrare a se stesso di avere le competenze e le risorse per prendersi cura di sè e per fare scelte buone per lei.
Fare i conti con le aspettative degli altri e con i sensi di colpa può non essere facile, ma da quanto scrive è chiaro che è qualcosa che non le piace e di cui vuole finalmente liberarsi, dopo tanti anni...
La strada è quella giusta, l'importante è "tenere la barra dritta" nel considerare anche se stesso nelle relazioni, non solamente l'altro e imparare a riconoscersi il diritto di farlo.
Uno psicoterapeuta può mettere a sua disposizione degli strumenti importanti per riuscire a farlo e a cambiare, per godersi le relazioni che vorrà coltivare.
Resto a disposizione, tanti auguri
Alberto G.
Gentilissimo, se lei "rimane vittima e debole" è da proteggere (e tenere chiuso) e chi protegge meglio di una madre? E se non la pensa così è anche ingrato e poi senti in colpa. Un piano perfetto. Ma lei non vuole più essere incastrato, ma vivere i suoi 30 anni e un amore appena nato. (lo difenda dagli attacchi!). Capisco che è stata dura, e che non sia per niente facile sganciarsi. Le ci vorrà molta energia e dovrà fare attenzione a non cadere nei sensi di colpa. Ma ne vale la pena. Cominci con il pensare che non si può aspettare aiuto da sua madre, anzi lotterà contro. Non possiamo cambiare il comportamento di una persona, ma possiamo cambiare il modo a cui reagiamo a quel comportamento. Questo lo pensi almeno 50 volte al giorno...Lei è molto consapevole, e questo è un ottimo punto di partenza, ma deve riconvertire 30 anni di vita. Se si rende conto che da solo è difficile, si faccia aiutare da un supporto psicologico per affrontare questa fase di emancipazione. Se lo merita e se lo deve. Rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Buongiorno, da quanto scritto si nota un grande senso di consapevolezza e le faccio i miei complimenti.
Per darle una risposta più precisa ci sarebbe bisogno di più elementi sul rapporto tra lei e sua madre ma sembra che i suoi bisogni di esplorazione, autonomia e condivisione siano leggermente soffocati dalla presenza di sua madre, la quale a sua volta provoca in lei la sensazione di angoscia che sta attualmente vivendo. I motivi per il suo comportamento possono essere diversi, tra cui la difficoltà a lasciar libero di esplorare il mondo, senza costrizione, da un figlio adulto, per un timore -anche inconsapevole- di essere abbandonata.
Come hanno scritto altri colleghi, cerchi di concentrarsi sulla relazione presente e sulle belle emozioni che emergono da questa; gli atteggiamenti negativi di sua mamma non devono appartenere al figlio e possono essere provocati da timore e una mancata consapevolezza del diritto di lasciare libero il proprio figlio di agire nel mondo.
Le faccio un grande in bocca al lupo.
Dott.ssa chiara Lo Re
Psicologa Psicoterapeuta
Torino e Asti
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Per darle una risposta più precisa ci sarebbe bisogno di più elementi sul rapporto tra lei e sua madre ma sembra che i suoi bisogni di esplorazione, autonomia e condivisione siano leggermente soffocati dalla presenza di sua madre, la quale a sua volta provoca in lei la sensazione di angoscia che sta attualmente vivendo. I motivi per il suo comportamento possono essere diversi, tra cui la difficoltà a lasciar libero di esplorare il mondo, senza costrizione, da un figlio adulto, per un timore -anche inconsapevole- di essere abbandonata.
Come hanno scritto altri colleghi, cerchi di concentrarsi sulla relazione presente e sulle belle emozioni che emergono da questa; gli atteggiamenti negativi di sua mamma non devono appartenere al figlio e possono essere provocati da timore e una mancata consapevolezza del diritto di lasciare libero il proprio figlio di agire nel mondo.
Le faccio un grande in bocca al lupo.
Dott.ssa chiara Lo Re
Psicologa Psicoterapeuta
Torino e Asti
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