salve, sono Marta sono borderline la mia vita non ha senso forse non ce l’ha mai avuto mi sento semp
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salve, sono Marta sono borderline la mia vita non ha senso forse non ce l’ha mai avuto mi sento sempre fuori posto, i miei genitori non mi capiscono e sono oppressivi sono arrabbiati e frustrati per il loro lavoro e se la prendono con me, a nessuno importa dei problemi degli altri e aglk altri non importa dei miei, ho ansia quando vado a fare sport ( danza) e a volte anche a scuola, la mia psicologa al momento dice che se non voglio farmi aiutare non puo aiutarmi e che dopo un messaggio che le ho scritto non posso piu farlo e se ho problemi di ansia forse o attacchi di panico devo andare al pronto soccorso o chiamare il 118 ma io ovviamente non posso farlo e devo respirare ma io non ce la faccio piu e bere o avere relazioni impossibili o tossiche è l’unica cosa che a volte mi fa provare qualcosa, il senso di vuoto è sempre piu forte. ho 17 anni e vorrei porre fine alla mia vita ma non avrei mai il coraggio di farlo. Vado dalla psicologa per cercare una risposta che forse neanche esiste. Quando mi piace una persona è sempre qualcuno con cui sarebbe impossibile avere qualcosa (per esempio mamme) e penso che questo stato in cui mi trovo rimarro per sempre e che staró sempre male non so piu che fare scusate ma non posso scrivere a nessuno quindi scrivo qua.
Ciao Marta,
mi dispiace molto che tu stia così male e soprattutto che non ti senta aiutata da nessuno.
Suppongo che di questa tua percezione ne abbia parlato con la tua terapeuta, perchè sai, a volte, in un percorso terapeutico capitano i momenti di stasi e la cosa più opportuna sarebbe trasformarli in opportunità di crescita per raggiungere gli obiettivi prefissati assieme. ma soprattutto non perdere fiducia in te o nella vita, starai meglio, basta trovare la chiave giusta per liberarsi dall'ansia e vedrai che si apriranno molte porte per te.
Un caro saluto
Dott.ssa Laura Bova
mi dispiace molto che tu stia così male e soprattutto che non ti senta aiutata da nessuno.
Suppongo che di questa tua percezione ne abbia parlato con la tua terapeuta, perchè sai, a volte, in un percorso terapeutico capitano i momenti di stasi e la cosa più opportuna sarebbe trasformarli in opportunità di crescita per raggiungere gli obiettivi prefissati assieme. ma soprattutto non perdere fiducia in te o nella vita, starai meglio, basta trovare la chiave giusta per liberarsi dall'ansia e vedrai che si apriranno molte porte per te.
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Salve Marta,
Mi dispiace molto sapere che stai attraversando un momento così difficile e che ti senti sopraffatta dal senso di vuoto e dalla frustrazione. È importante che tu sappia che non sei sola e che ci sono vie per trovare aiuto e migliorare la tua situazione.
La tua esperienza di sentirti fuori posto e di avere difficoltà a trovare significato nella vita, insieme all’ansia e al senso di vuoto che descrivi, sono segnali che possono essere affrontati con il supporto giusto. La psicoterapia può sicuramente offrire uno spazio per esplorare queste sensazioni e lavorare su strategie per migliorare il tuo benessere.
Tuttavia, in situazioni di intensa sofferenza emotiva e quando i sintomi sono gravi, come nel tuo caso, può essere utile considerare anche il supporto farmacologico. I farmaci possono aiutare a gestire i sintomi di ansia e depressione e a migliorare il tuo stato d’animo complessivo. Ti consiglio di parlare con uno psichiatra o un medico specializzato che possa valutare la tua situazione e offrirti una possibile integrazione alla terapia psicologica. Questo può essere un passo importante per aiutarti a trovare un equilibrio e a iniziare a sentirti meglio.
Nel frattempo, se hai pensieri di autolesionismo o di suicidio, è fondamentale che tu cerchi aiuto immediato. Anche se non puoi contattare il pronto soccorso direttamente, ci sono linee telefoniche e servizi di supporto che possono offrirti assistenza 24 ore su 24. Parlare con qualcuno può fare una grande differenza.
Se vuoi, sono disponibile come terapeuta ad approfondire le tue necessità ed eventuali dubbi. Non devi affrontare tutto questo da sola. Esplorare sia la psicoterapia che il supporto farmacologico potrebbe offrirti un approccio più completo e personalizzato per il tuo benessere.
Mi dispiace molto sapere che stai attraversando un momento così difficile e che ti senti sopraffatta dal senso di vuoto e dalla frustrazione. È importante che tu sappia che non sei sola e che ci sono vie per trovare aiuto e migliorare la tua situazione.
La tua esperienza di sentirti fuori posto e di avere difficoltà a trovare significato nella vita, insieme all’ansia e al senso di vuoto che descrivi, sono segnali che possono essere affrontati con il supporto giusto. La psicoterapia può sicuramente offrire uno spazio per esplorare queste sensazioni e lavorare su strategie per migliorare il tuo benessere.
Tuttavia, in situazioni di intensa sofferenza emotiva e quando i sintomi sono gravi, come nel tuo caso, può essere utile considerare anche il supporto farmacologico. I farmaci possono aiutare a gestire i sintomi di ansia e depressione e a migliorare il tuo stato d’animo complessivo. Ti consiglio di parlare con uno psichiatra o un medico specializzato che possa valutare la tua situazione e offrirti una possibile integrazione alla terapia psicologica. Questo può essere un passo importante per aiutarti a trovare un equilibrio e a iniziare a sentirti meglio.
Nel frattempo, se hai pensieri di autolesionismo o di suicidio, è fondamentale che tu cerchi aiuto immediato. Anche se non puoi contattare il pronto soccorso direttamente, ci sono linee telefoniche e servizi di supporto che possono offrirti assistenza 24 ore su 24. Parlare con qualcuno può fare una grande differenza.
Se vuoi, sono disponibile come terapeuta ad approfondire le tue necessità ed eventuali dubbi. Non devi affrontare tutto questo da sola. Esplorare sia la psicoterapia che il supporto farmacologico potrebbe offrirti un approccio più completo e personalizzato per il tuo benessere.
Salve Maria, hai fatto bene a scrivere qua. Non dici da quanto vai in terapia. mi dispiace per il tormento che vivi. Quello che mi sento di dirti da qui, è di continuare ad andare dalla psicologa, anche se ti sembra che non serve, anche se in questo momento sei inaiutabile, come dice lei. Comunicale il tuo disagio, mantieni aperto il dialogo.
Ti è stato proposto un aiuto farmacologico? E' importante che i tuoi malesseri siano tenuti sotto controllo. Ti faccio molti auguri, dott.ssa Silvia Ragni
Ti è stato proposto un aiuto farmacologico? E' importante che i tuoi malesseri siano tenuti sotto controllo. Ti faccio molti auguri, dott.ssa Silvia Ragni
Ciao Marta, hai fatto bene a scrivere qui e a tirare fuori tutta questa sofferenza. Leggendo il tuo messaggio mi sono venute in mente un paio di cose che potrebbero aiutarti a cambiare la prospettiva, anche solo di un pochetto. Pensando alla mia esperienza con gli adolescenti (ma anche alla mia adolescenza!) ho capito con il tempo che alla tua età sentire di aver trovato il proprio posto nel mondo sia la cosa più importante di tutte: come dici tu, dare un senso alla vita. Una cosa che ti posso assicurare è che puoi ricercare e trovare il senso in molte cose, come lo studio, il lavoro, ma anche lo sport, una passione e nelle piccole cose. L'importante è andare avanti e continuare a cercare quel significato (anche in quei giorni in cui ci svegliamo e vorremmo proprio gettare la spugna perché tutto è noioso o pesante da gestire). Anche confrontarti con la tua psicologa su questo tema e su questi argomenti dolorosi potrebbe aiutarti ad avvicinarti alla risposta! Non ho capito bene dal tuo messaggio in che rapporto sei rimasta con lei, ma se mi permetti di darti un consiglio, non smettere di vederla e affidati alla sua cura, è uno dei modi migliori che hai per trovare una soluzione per stare meglio e raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissata. Ti faccio un in bocca al lupo!
Buongiorno Gentile Marta, grazie per aver trovato la forza di condividere ciò che sta vivendo. Da quello che descrive, sembra che stia attraversando un momento molto difficile e che si senta sopraffatta da una serie di emozioni intense e contrastanti. Prima di tutto, voglio dirle che non è sola in questo, anche se può sembrare così. Le sue parole riflettono un forte desiderio di essere compresa, di essere ascoltata, e di trovare un senso o una via d'uscita dal dolore che sta provando.
Comprendo quanto possa essere frustrante sentirsi intrappolata in un ciclo di pensieri ed emozioni che sembrano non avere fine, e quanto possa essere difficile sentirsi incompresi da chi ci è più vicino, come i suoi genitori. Le relazioni difficili con i propri cari possono intensificare la sensazione di solitudine e farle pensare che il suo dolore non sia visto o validato.
Riguardo alla sua esperienza con la psicologa, mi rendo conto che può essere sconfortante sentirsi dire che non si può essere aiutati se non si è disposti a farsi aiutare. Il percorso terapeutico può essere impegnativo, specialmente quando si combatte con il senso di vuoto e la disperazione. Tuttavia, è importante ricordare che ogni piccolo passo che fa, anche solo aprirsi come ha fatto oggi, è un passo verso la possibilità di stare meglio.
Il disturbo borderline di personalità può portare a provare emozioni molto intense, come un senso di vuoto, rabbia, ansia, e relazioni tumultuose. È anche comune sentirsi attratti da situazioni o persone che sembrano "impossibili" o inaccessibili, perché questo può generare un’intensità emotiva che in qualche modo riempie quel vuoto. Ma queste emozioni possono essere difficili da gestire e farla sentire intrappolata in un circolo vizioso.
Vorrei invitarla a riflettere su un paio di aspetti: ha menzionato di non avere il coraggio di porre fine alla sua vita, e questo mi dice che, nonostante tutto il dolore, una parte di lei vuole trovare un modo per sentirsi meglio, un modo per vivere in modo diverso. Questo è un segnale molto importante e positivo. C'è una parte di lei che spera ancora in un cambiamento, e questa parte merita di essere ascoltata.
Per quanto riguarda l'ansia e gli attacchi di panico, comprendo quanto possano essere paralizzanti. Quando si trova in quei momenti, potrebbe essere utile provare delle tecniche di radicamento o di respirazione lenta, per ancorarsi al presente e distogliere la mente dai pensieri intrusivi. Questi metodi possono aiutare a ridurre l'intensità dell'ansia, anche se non sempre è facile.
Riguardo alle sue relazioni e alle sue esperienze emotive, sarà utile esplorare all'interno di un percorsa cosa cerca in queste dinamiche, quali bisogni o emozioni stanno cercando di soddisfare. Questo potrebbe darle delle nuove prospettive per comprendere meglio se stessa e per capire cosa realmente desidera.
Marta, nonostante le difficoltà, voglio incoraggiarla a non perdere la speranza. Il suo dolore è reale e valido, ma non definisce tutto ciò che è o tutto ciò che sarà. Il cambiamento è possibile, e ci sono modi per affrontare questo percorso con supporto, empatia e comprensione. Non esiti a cercare aiuto quando ne sente il bisogno, e ricordi che non è mai sola in questo cammino.
Se avesse bisogno di ulteriori consigli o desiderasse intraprendere un percorso di supporto psicologico resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
Comprendo quanto possa essere frustrante sentirsi intrappolata in un ciclo di pensieri ed emozioni che sembrano non avere fine, e quanto possa essere difficile sentirsi incompresi da chi ci è più vicino, come i suoi genitori. Le relazioni difficili con i propri cari possono intensificare la sensazione di solitudine e farle pensare che il suo dolore non sia visto o validato.
Riguardo alla sua esperienza con la psicologa, mi rendo conto che può essere sconfortante sentirsi dire che non si può essere aiutati se non si è disposti a farsi aiutare. Il percorso terapeutico può essere impegnativo, specialmente quando si combatte con il senso di vuoto e la disperazione. Tuttavia, è importante ricordare che ogni piccolo passo che fa, anche solo aprirsi come ha fatto oggi, è un passo verso la possibilità di stare meglio.
Il disturbo borderline di personalità può portare a provare emozioni molto intense, come un senso di vuoto, rabbia, ansia, e relazioni tumultuose. È anche comune sentirsi attratti da situazioni o persone che sembrano "impossibili" o inaccessibili, perché questo può generare un’intensità emotiva che in qualche modo riempie quel vuoto. Ma queste emozioni possono essere difficili da gestire e farla sentire intrappolata in un circolo vizioso.
Vorrei invitarla a riflettere su un paio di aspetti: ha menzionato di non avere il coraggio di porre fine alla sua vita, e questo mi dice che, nonostante tutto il dolore, una parte di lei vuole trovare un modo per sentirsi meglio, un modo per vivere in modo diverso. Questo è un segnale molto importante e positivo. C'è una parte di lei che spera ancora in un cambiamento, e questa parte merita di essere ascoltata.
Per quanto riguarda l'ansia e gli attacchi di panico, comprendo quanto possano essere paralizzanti. Quando si trova in quei momenti, potrebbe essere utile provare delle tecniche di radicamento o di respirazione lenta, per ancorarsi al presente e distogliere la mente dai pensieri intrusivi. Questi metodi possono aiutare a ridurre l'intensità dell'ansia, anche se non sempre è facile.
Riguardo alle sue relazioni e alle sue esperienze emotive, sarà utile esplorare all'interno di un percorsa cosa cerca in queste dinamiche, quali bisogni o emozioni stanno cercando di soddisfare. Questo potrebbe darle delle nuove prospettive per comprendere meglio se stessa e per capire cosa realmente desidera.
Marta, nonostante le difficoltà, voglio incoraggiarla a non perdere la speranza. Il suo dolore è reale e valido, ma non definisce tutto ciò che è o tutto ciò che sarà. Il cambiamento è possibile, e ci sono modi per affrontare questo percorso con supporto, empatia e comprensione. Non esiti a cercare aiuto quando ne sente il bisogno, e ricordi che non è mai sola in questo cammino.
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Dott. Luca Vocino
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Salve Marta, la tua psicologa ti ha dato una chiave di lettura importante, cerca di coglierne gli elementi importanti ed apri un dialogo diverso con lei.In questo modo potrai tentare di uscire dalla situazione spinosa nella quale ti trovi.
Valuta inoltre la possibilità di abbinare una terapia farmacologica alla psicoterapia in modo da poter stare meglio.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Valuta inoltre la possibilità di abbinare una terapia farmacologica alla psicoterapia in modo da poter stare meglio.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Salve Marta, mi dispiace sentire che stai passando un periodo difficile e che ti senti: "sopraffatta dall'ansia e dal senso di vuoto", sintomi entrambi di un disturbo di personalità. Hai fatto bene a scrivere qua, non sentirti malata: hai una patologia che puoi contrastare iniziando, sin d'ora un percorso psicoterapeutico parallello a uno farmacologico necessari per superare i sintomi che avverti e gli atteggiamenti autolesionistici. Se vorrai, sarei lieta di seguirti nel percorso psicoterapeutico.
Ciao Marta, mi dispiace molto sentire che stai attraversando un momento così difficile. È importante che tu sappia che non sei sola e che ci sono persone che possono aiutarti. Anche se può sembrare che nessuno capisca o si preoccupi, ci sono risorse e persone pronte a supportarti.
Parlare con un professionista è un passo importante, ma capisco che possa essere frustrante quando sembra che non ci sia una soluzione immediata. La tua psicologa ha ragione nel dire che è importante voler ricevere aiuto, ma è anche fondamentale che tu senta di avere un supporto continuo.
Per quanto riguarda l'ansia e gli attacchi di panico, ci sono tecniche di respirazione e rilassamento che possono aiutarti a gestire questi momenti. Anche se può sembrare difficile, cercare di praticare queste tecniche regolarmente può fare una differenza nel tempo.
Ricorda che chiedere aiuto è un segno di forza, non di debolezza. Se mai ti senti in pericolo immediato, non esitare a contattare il pronto soccorso o il 118. La tua sicurezza è la cosa più importante.
Se vuoi, possiamo parlare di alcune strategie che potrebbero aiutarti a gestire meglio questi sentimenti.
Parlare con un professionista è un passo importante, ma capisco che possa essere frustrante quando sembra che non ci sia una soluzione immediata. La tua psicologa ha ragione nel dire che è importante voler ricevere aiuto, ma è anche fondamentale che tu senta di avere un supporto continuo.
Per quanto riguarda l'ansia e gli attacchi di panico, ci sono tecniche di respirazione e rilassamento che possono aiutarti a gestire questi momenti. Anche se può sembrare difficile, cercare di praticare queste tecniche regolarmente può fare una differenza nel tempo.
Ricorda che chiedere aiuto è un segno di forza, non di debolezza. Se mai ti senti in pericolo immediato, non esitare a contattare il pronto soccorso o il 118. La tua sicurezza è la cosa più importante.
Se vuoi, possiamo parlare di alcune strategie che potrebbero aiutarti a gestire meglio questi sentimenti.
Salve Marta,
mi dispiace molto per il momento che sta attraversando, immagino sia molto difficile per lei.
Ha pensato, magari accordandosi prima con la sua terapeuta, di integrare al percorso di psicoterapia anche un percorso psichiatrico? Forse in questo momento così difficile potrebbe agevolarla.
Resto a disposizione, buona giornata.
mi dispiace molto per il momento che sta attraversando, immagino sia molto difficile per lei.
Ha pensato, magari accordandosi prima con la sua terapeuta, di integrare al percorso di psicoterapia anche un percorso psichiatrico? Forse in questo momento così difficile potrebbe agevolarla.
Resto a disposizione, buona giornata.
Mi dispiace tantissimo Marta, capisco che avere un funzionamento bordeline è come vivere sulle montagne russe, ma stai già facendo la cosa giusta. Comprendo che la terapia psicologica possa essere lenta e che i progressi sembrano non arrivare mai, ma se troverai la forza di affidarti piano piano potrai percepire di più il senso della tua vita e padroneggiare meglio le tue emozioni
Buongiorno Marta,
il senso di vuoto, l'impossibilità di trovare strategie non distruttive per sedare alcune sensazioni intollerabili e provare a sentire qualcosa, il senso di solitudine e abbandono che descrivi capisco che siano molto difficili da gestire e possano sembrare inaffrontabili e assolute. Ti assicuro che per quanto doloroso e faticoso con la psicoterapia e magari con un supporto farmacologico nei periodi di sofferenza più acuta è possibile non sentirsi più così e costruire strategie sane per trovare un modo nuovo di rapportarti con te stessa, con gli altri e per costruire un senso di te che abbia valore e che possa farti trovare il tuo posto nel mondo e avere una vita piena e gratificante. Non demordere e cerca dei professionisti di cui possa imparare con il tempo a fidarti.
il senso di vuoto, l'impossibilità di trovare strategie non distruttive per sedare alcune sensazioni intollerabili e provare a sentire qualcosa, il senso di solitudine e abbandono che descrivi capisco che siano molto difficili da gestire e possano sembrare inaffrontabili e assolute. Ti assicuro che per quanto doloroso e faticoso con la psicoterapia e magari con un supporto farmacologico nei periodi di sofferenza più acuta è possibile non sentirsi più così e costruire strategie sane per trovare un modo nuovo di rapportarti con te stessa, con gli altri e per costruire un senso di te che abbia valore e che possa farti trovare il tuo posto nel mondo e avere una vita piena e gratificante. Non demordere e cerca dei professionisti di cui possa imparare con il tempo a fidarti.
Cara Marta, dalle tue parole mi arrivano molta sofferenza e senso di smarrimento. Mi dispiace che una ragazza così giovane possa sentirsi così. Se posso provare a darti dei consigli, (anche se chiaramente è difficile sbilanciarsi leggendo solo poche righe), ti direi innanzitutto di cercare di non identificarti con la tua malattia. Tu sei Marta, una ragazza di 17 anni che sta affrontando delle difficoltà. Questo potrebbe già essere un punto di partenza per riuscire a comprenderti meglio. In secondo luogo, come anche i miei colleghi hanno suggerito, ti consiglio di non abbandonare la terapia ma piuttosto di parlare apertamente con la tua terapeuta anche del vostro rapporto e di ciò che senti giusto e sbagliato. Sarà sicuramente in grado di comprenderti e darti la giusta chiave di lettura rispetto ad alcune dinamiche di comportamento.
Per quanto riguarda la tua famiglia, ti posso dire che molto spesso è difficile essere compresi ed essere visti soprattutto dalle persone a noi più vicine. Ti consiglio però di rivolgerti anche alle tue amiche di scuola, di danza o ad una sola persona coetanea di cui potresti fidarti e sentirti a tuo agio: a volte il malessere è condiviso!
Ti mando tanta forza,
dott.ssa Ludovica Artuso
Per quanto riguarda la tua famiglia, ti posso dire che molto spesso è difficile essere compresi ed essere visti soprattutto dalle persone a noi più vicine. Ti consiglio però di rivolgerti anche alle tue amiche di scuola, di danza o ad una sola persona coetanea di cui potresti fidarti e sentirti a tuo agio: a volte il malessere è condiviso!
Ti mando tanta forza,
dott.ssa Ludovica Artuso
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve Marta, dal tuo messaggio traspare ogni emozione che descrivi.
Ti vorrei rispondere raccontandoti una leggenda giapponese che riporta:" Se ti senti come se stessi perdendo tutto, ricordati che gli alberi perdono le loro foglie ogni anno ma rimangono in piedi puntando verso l'alto, in attesa dell'arrivo di giorni migliori".
Se non stai ricevendo il supporto di cui necessiti, non significa che questo non sia possibile o non esista.
Insisti nel cercare aiuto e supporto, se vorrai, ti offro il mio da professionista e persona.
Un saluto! Dott.ssa Agnese Compagnucci
Ti vorrei rispondere raccontandoti una leggenda giapponese che riporta:" Se ti senti come se stessi perdendo tutto, ricordati che gli alberi perdono le loro foglie ogni anno ma rimangono in piedi puntando verso l'alto, in attesa dell'arrivo di giorni migliori".
Se non stai ricevendo il supporto di cui necessiti, non significa che questo non sia possibile o non esista.
Insisti nel cercare aiuto e supporto, se vorrai, ti offro il mio da professionista e persona.
Un saluto! Dott.ssa Agnese Compagnucci
Ciao Marta, prima di tutto grazie per aver avuto il coraggio di condividere con questo forum i tuoi malesseri, non è così semplice come sembra sentirli, riconoscerli e condividerli con qualcuno.
Mi sento di invitarti ad usare lo stesso coraggio anche nella tua terapia e aprirti ancor di più con la tua terapeuta dal momento in cui è l'unica porta che ti sembra essere aperta.
In tale fase di vita, trovare il proprio posto nel mondo è forse il lavoro più duro da affrontare, ma sono sicura che dentro te, hai tanta forza che ti aiuta a ricollocarti in un posto più comodo.
Per qualsiasi cosa resto a tua disposizione.
Un caloroso abbraccio.
Mi sento di invitarti ad usare lo stesso coraggio anche nella tua terapia e aprirti ancor di più con la tua terapeuta dal momento in cui è l'unica porta che ti sembra essere aperta.
In tale fase di vita, trovare il proprio posto nel mondo è forse il lavoro più duro da affrontare, ma sono sicura che dentro te, hai tanta forza che ti aiuta a ricollocarti in un posto più comodo.
Per qualsiasi cosa resto a tua disposizione.
Un caloroso abbraccio.
Buonasera Marta, so che adesso ti sembra impossibile pensare a qualcosa di positivo. Non prenderti su te stessa il carico di tutta questa sofferenza. Cerca di trovare la forza di farti aiutare, da uno specialista di cui ti fidi. Questo, unito eventualmente a un consulto con uno psichiatra che possa sostenerti anche nel caso di un supporto farmacologico, nel caso tu ne abbia bisogno, può veramente aiutarti a risollevarti. Sei così giovane che hai tutto il tempo per trovare una terapia adatta a te e sentirti meglio, te lo assicuto. Un caro saluto, Dtt.ssa Rossella Messina
Salve Marta, ritengo importante ringraziarti per aver condiviso il tuo dolore e delusione per quanto ti sta accadendo.
Se vorrai seguirmi proverò a fare una riflessione su come poterti muovere per migliorare la tua situazione. Mi spiace non poter conoscere ulteriori dettagli, ma comprendo l’esigenza di sintetizzare a beneficio di una panoramica che descriva al meglio il tuo estremo disagio.
Il primo passo è certamente quello di rintracciare uno psichiatra che possa offrirti un’appoggio farmacologico ad hoc per come stai soggettivamente (non sempre si possono prescrivere terapie standard) rispetto alla diagnosi.
Mi rendo conto della banalità con cui può suonare questa frase, ma credimi, non sei sola. La cosa importante è osservare e affrontare la situazione da più prospettive.
Da quanto mi dici, in prima battuta, sarebbe proficuo prendere in considerazione una terapia familiare in cui poter svolgere anche delle sedute singolarmente. È fondamentale che la famiglia acquisisca gli strumenti per gestirsi in modo più funzionale rispetto a quanto abbia mai fatto fino ad ora.
Immagino che la viva la tua quotidianità con estrema instabilità; ciò che prima era bello e attrattivo, poco dopo diventa brutto, quando non pericoloso, e tutto in un’arco di tempo spesso molto breve.
Immagino abbia un profondo bisogno di sentirti costantemente “in bilico”; oscillando tra considerazioni positive ad estremamente negative in riferimento alle persone o alle situazioni. Purtroppo la tua stabilità è proprio nell’instabilità e fuggi da tutto ciò che ti appare troppo strutturato e definito, costringendoti ad una costante battaglia nei riguardi di un mondo, al contrario stabile, che fatica a starti dietro e comprenderti nei tuoi comportamenti.
Immagino che anche la tua identità personale segua il medesimo percorso, facendoti sentire costantemente o quasi, smarrita in te stessa, mettendo in estrema difficoltà qualunque partner o figura affettivamente rilevante, che potrebbe trovarsi spesso nella condizione di non saper letteralmente come comportarsi.
Il tuo riferimento sul porre fine alla tua vita è probabilmente dovuto allo sgretolamento che percepisci, soprattuto in famiglia, innescato probabilmente da una miscela di senso di vuoto e forte impulsività che ti spinge quasi senza compromessi a formulare questo tipo di pensieri.
Il tuo intraprendere relazioni impossibili, o peggio tossiche, è dovuto all’attrazione inconsapevole (inconscia) per tutto ciò che potrebbe essere traumatizzante, ricalcando in questo modo dinamiche, probabilmente anch’esse traumatiche, in cui sei suppongo cresciuta (ecco la necessità di una terapia famigliare).
Immagino che in te ci sia probabilmente una fortissima paura nel legarti affettivamente con qualcuno, e l’unico modo che hai per gestire questa dirompente paura è quella di stare in un non-legame con le persone che ti circondano, condizione peraltro molto difficile da mantenere.
Il vuoto di cui parli, mi suggerisce che in te ci sia in realtà un “troppo pieno” al momento ingestibile, proprio a causa di una difficoltà di mettere limiti e creare confini sia all’interno che all’esterno del tuo mondo affettivo. La causa più probabile di questa estrema difficoltà risiede nelle dinamiche familiari in cui potrebbero non esserci stati dei ruoli ben definiti, quanto piuttosto una sorta di approssimazione densa di eccessi e non di rado, bruschi passaggi.
Il mio intento non è quello di criminalizzare la tua famiglia, ma quello di restituirti una complessità che possa confortarti. Con la collaborazione della tua famiglia e il tuo impegno attivo, questa condizione di estremo disagio può certamente migliorare e restituirti un presente e un futuro finalmente sereni.
Se vorrai seguirmi proverò a fare una riflessione su come poterti muovere per migliorare la tua situazione. Mi spiace non poter conoscere ulteriori dettagli, ma comprendo l’esigenza di sintetizzare a beneficio di una panoramica che descriva al meglio il tuo estremo disagio.
Il primo passo è certamente quello di rintracciare uno psichiatra che possa offrirti un’appoggio farmacologico ad hoc per come stai soggettivamente (non sempre si possono prescrivere terapie standard) rispetto alla diagnosi.
Mi rendo conto della banalità con cui può suonare questa frase, ma credimi, non sei sola. La cosa importante è osservare e affrontare la situazione da più prospettive.
Da quanto mi dici, in prima battuta, sarebbe proficuo prendere in considerazione una terapia familiare in cui poter svolgere anche delle sedute singolarmente. È fondamentale che la famiglia acquisisca gli strumenti per gestirsi in modo più funzionale rispetto a quanto abbia mai fatto fino ad ora.
Immagino che la viva la tua quotidianità con estrema instabilità; ciò che prima era bello e attrattivo, poco dopo diventa brutto, quando non pericoloso, e tutto in un’arco di tempo spesso molto breve.
Immagino abbia un profondo bisogno di sentirti costantemente “in bilico”; oscillando tra considerazioni positive ad estremamente negative in riferimento alle persone o alle situazioni. Purtroppo la tua stabilità è proprio nell’instabilità e fuggi da tutto ciò che ti appare troppo strutturato e definito, costringendoti ad una costante battaglia nei riguardi di un mondo, al contrario stabile, che fatica a starti dietro e comprenderti nei tuoi comportamenti.
Immagino che anche la tua identità personale segua il medesimo percorso, facendoti sentire costantemente o quasi, smarrita in te stessa, mettendo in estrema difficoltà qualunque partner o figura affettivamente rilevante, che potrebbe trovarsi spesso nella condizione di non saper letteralmente come comportarsi.
Il tuo riferimento sul porre fine alla tua vita è probabilmente dovuto allo sgretolamento che percepisci, soprattuto in famiglia, innescato probabilmente da una miscela di senso di vuoto e forte impulsività che ti spinge quasi senza compromessi a formulare questo tipo di pensieri.
Il tuo intraprendere relazioni impossibili, o peggio tossiche, è dovuto all’attrazione inconsapevole (inconscia) per tutto ciò che potrebbe essere traumatizzante, ricalcando in questo modo dinamiche, probabilmente anch’esse traumatiche, in cui sei suppongo cresciuta (ecco la necessità di una terapia famigliare).
Immagino che in te ci sia probabilmente una fortissima paura nel legarti affettivamente con qualcuno, e l’unico modo che hai per gestire questa dirompente paura è quella di stare in un non-legame con le persone che ti circondano, condizione peraltro molto difficile da mantenere.
Il vuoto di cui parli, mi suggerisce che in te ci sia in realtà un “troppo pieno” al momento ingestibile, proprio a causa di una difficoltà di mettere limiti e creare confini sia all’interno che all’esterno del tuo mondo affettivo. La causa più probabile di questa estrema difficoltà risiede nelle dinamiche familiari in cui potrebbero non esserci stati dei ruoli ben definiti, quanto piuttosto una sorta di approssimazione densa di eccessi e non di rado, bruschi passaggi.
Il mio intento non è quello di criminalizzare la tua famiglia, ma quello di restituirti una complessità che possa confortarti. Con la collaborazione della tua famiglia e il tuo impegno attivo, questa condizione di estremo disagio può certamente migliorare e restituirti un presente e un futuro finalmente sereni.
Ciao Marta, hai fatto bene a scrivere, fallo ancora se ne senti il bisogno
Mi dispiace molto per il disagio che stai vivendo nella tua famiglia e per il fatto di non sentirti compresa da nessuno. Credo che tu abbia bisogno attraverso la terapia di poter fare un'esperienza di relazione diversa, che possa insegnarti che se hai bisogno di chiedere aiuto puoi farlo, se hai bisogno di appoggiarti puoi farlo senza che l'altro se ne vada o si giri dell'altra parte
Sarebbe utile approfondire il tema delle emozioni che dici di non riuscire a sentire e imparare qualche tecnica di respirazione che possa aiutarti nei momenti di panico.
La tua situazione non rimarrà tale se avrai voglia e modo di lavorarci, spero di esserti stata d'aiuto.
Mi dispiace molto per il disagio che stai vivendo nella tua famiglia e per il fatto di non sentirti compresa da nessuno. Credo che tu abbia bisogno attraverso la terapia di poter fare un'esperienza di relazione diversa, che possa insegnarti che se hai bisogno di chiedere aiuto puoi farlo, se hai bisogno di appoggiarti puoi farlo senza che l'altro se ne vada o si giri dell'altra parte
Sarebbe utile approfondire il tema delle emozioni che dici di non riuscire a sentire e imparare qualche tecnica di respirazione che possa aiutarti nei momenti di panico.
La tua situazione non rimarrà tale se avrai voglia e modo di lavorarci, spero di esserti stata d'aiuto.
Salve Marta,
capisco che ti trovi in un momento molto difficile, in cui ti senti sopraffatta da emozioni intense e da un senso di vuoto e di solitudine. È doloroso sentirsi fraintesa e non supportata, soprattutto quando si tratta dei propri genitori e delle persone vicine. La frustrazione che provi per non riuscire a far percepire agli altri il tuo disagio è sicuramente estenuante, e il fatto che cerchi risposte che sembrano irraggiungibili amplifica ancora di più questa sensazione di smarrimento.
La diagnosi di disturbo borderline può aggiungere una complessità ulteriore alle emozioni che provi. Il sentirsi "fuori posto", l’ansia crescente in situazioni quotidiane come la scuola o la danza, e l'attrazione verso relazioni difficili o impossibili sono caratteristiche che possono fare parte di questa condizione. Il senso di vuoto e la ricerca di emozioni forti, anche attraverso comportamenti dannosi o relazioni tossiche, sono tentativi comprensibili di riempire quel vuoto e cercare di sentire qualcosa.
Tuttavia, anche se in questo momento tutto può sembrare confuso e senza speranza, è importante ricordare che ci sono dei modi per affrontare e migliorare la situazione, anche se può sembrare incredibilmente difficile da credere ora. Ciò che stai provando non definisce chi sei, e soprattutto non è una condizione immutabile. Il percorso che stai intraprendendo con la tua psicologa, per quanto possa sembrare frustrante a volte, è un passo importante verso la comprensione di te stessa e delle tue emozioni. Il fatto che tu stia cercando di ottenere aiuto è già una grande dimostrazione della tua forza interiore.
Se senti che la tua psicologa non riesce a offrirti il supporto di cui hai bisogno in questo momento, potrebbe essere utile rivedere insieme il tipo di percorso terapeutico. Potresti esprimere come ti senti rispetto al tipo di aiuto che ti viene dato e cercare di capire se esistono approcci alternativi, magari più orientati a lavorare sulle tue emozioni e sul vuoto interiore che stai affrontando.
In momenti di crisi, come quelli in cui ti senti sopraffatta dall'ansia o dal desiderio di "non esserci più", è davvero importante che tu non affronti tutto questo da sola. Anche se pensi di non avere il coraggio di fare del male a te stessa, il solo fatto di sentirti così disperata merita attenzione e supporto immediato. Se senti che il senso di vuoto e il dolore sono insopportabili, chiedere aiuto diventa fondamentale, anche se potrebbe sembrarti difficile o scomodo.
Non dimenticare che ci sono persone e servizi che possono aiutarti, come centri di ascolto e numeri di emergenza dedicati al supporto emotivo. Anche il pronto soccorso o il 118, nonostante possa sembrarti estremo, sono risorse a cui puoi rivolgerti in caso di urgenza emotiva.
Il dolore che provi ora non è una condizione permanente, e anche se può sembrare che non ci siano soluzioni, continuare a cercare e a sperimentare diverse vie per affrontarlo è la strada giusta. Ti incoraggio a non arrenderti, e a considerare il fatto che il tuo benessere merita tutta l’attenzione e il supporto necessario, anche quando sembra che nessuno capisca.
Un caro saluto,
Dott.ssa Pinella Chionna
capisco che ti trovi in un momento molto difficile, in cui ti senti sopraffatta da emozioni intense e da un senso di vuoto e di solitudine. È doloroso sentirsi fraintesa e non supportata, soprattutto quando si tratta dei propri genitori e delle persone vicine. La frustrazione che provi per non riuscire a far percepire agli altri il tuo disagio è sicuramente estenuante, e il fatto che cerchi risposte che sembrano irraggiungibili amplifica ancora di più questa sensazione di smarrimento.
La diagnosi di disturbo borderline può aggiungere una complessità ulteriore alle emozioni che provi. Il sentirsi "fuori posto", l’ansia crescente in situazioni quotidiane come la scuola o la danza, e l'attrazione verso relazioni difficili o impossibili sono caratteristiche che possono fare parte di questa condizione. Il senso di vuoto e la ricerca di emozioni forti, anche attraverso comportamenti dannosi o relazioni tossiche, sono tentativi comprensibili di riempire quel vuoto e cercare di sentire qualcosa.
Tuttavia, anche se in questo momento tutto può sembrare confuso e senza speranza, è importante ricordare che ci sono dei modi per affrontare e migliorare la situazione, anche se può sembrare incredibilmente difficile da credere ora. Ciò che stai provando non definisce chi sei, e soprattutto non è una condizione immutabile. Il percorso che stai intraprendendo con la tua psicologa, per quanto possa sembrare frustrante a volte, è un passo importante verso la comprensione di te stessa e delle tue emozioni. Il fatto che tu stia cercando di ottenere aiuto è già una grande dimostrazione della tua forza interiore.
Se senti che la tua psicologa non riesce a offrirti il supporto di cui hai bisogno in questo momento, potrebbe essere utile rivedere insieme il tipo di percorso terapeutico. Potresti esprimere come ti senti rispetto al tipo di aiuto che ti viene dato e cercare di capire se esistono approcci alternativi, magari più orientati a lavorare sulle tue emozioni e sul vuoto interiore che stai affrontando.
In momenti di crisi, come quelli in cui ti senti sopraffatta dall'ansia o dal desiderio di "non esserci più", è davvero importante che tu non affronti tutto questo da sola. Anche se pensi di non avere il coraggio di fare del male a te stessa, il solo fatto di sentirti così disperata merita attenzione e supporto immediato. Se senti che il senso di vuoto e il dolore sono insopportabili, chiedere aiuto diventa fondamentale, anche se potrebbe sembrarti difficile o scomodo.
Non dimenticare che ci sono persone e servizi che possono aiutarti, come centri di ascolto e numeri di emergenza dedicati al supporto emotivo. Anche il pronto soccorso o il 118, nonostante possa sembrarti estremo, sono risorse a cui puoi rivolgerti in caso di urgenza emotiva.
Il dolore che provi ora non è una condizione permanente, e anche se può sembrare che non ci siano soluzioni, continuare a cercare e a sperimentare diverse vie per affrontarlo è la strada giusta. Ti incoraggio a non arrenderti, e a considerare il fatto che il tuo benessere merita tutta l’attenzione e il supporto necessario, anche quando sembra che nessuno capisca.
Un caro saluto,
Dott.ssa Pinella Chionna
Buonasera Marta, leggendo quello che ha condiviso con noi si percepisce molta sofferenza e stanchezza per le difficoltà che sta vivendo. Premesso che la sua diagnosi di borderline, come l'ha definita, immagino sia stata fatta da professionisti della salute mentale e che purtroppo non si hanno informazioni sufficienti nel comprendere la complessità di quello che vive, mi colpisce molto il suo modo di vivere la relazione con la sua psicologa. Lei descrive gli altri, in generale, come poco interessati ad aiutare e ascoltare le difficoltà delle persone, come poco disponibili, poco attenti ai suoi bisogni e soprattutto a come si sente (e, in questo caso, è assolutamente comprensibile la sua rabbia e il suo disagio) e allo stesso modo vive e sente la psicologa anche lei lontana, non attenta al suo dolore, come se lo sminuisse. E' difficile valutare da qui non conoscendola ma deve sapere che a volte noi viviamo la relazione terapeutica allo stesso modo in cui vediamo le persone al di fuori della psicoterapia, pensiamo che anche la psicologa possa ferirci o non poterci aiutare. Il mio consiglio è quello di continuare ad aprirti con lei, dicendole esattamente quello che scrivi qui o quello che ti senti di dirle, senza forzarti. Ma non ti chiudere, perché sono sicura che continuando il lavoro su te stessa incontrerai delle persone che ti staranno a fianco e con cui ti sentirai a tuo agio e mai fuori posto! Questo stato non sarà così per sempre, le cose sono in continuo cambiamento e anche noi lo siamo.
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