Salve,sono in una condizione di DOC da relazione,soffro di DOC e sono in terapia,sto con la mia comp
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Salve,sono in una condizione di DOC da relazione,soffro di DOC e sono in terapia,sto con la mia compagna da qualche mese ed inizialmente andava tutto bene,tutto perfetto..
Esco da una lunga relazione dolorosa ma ad oggi mi ritrovo ad avere questo problema,sto impazzendo,vorrei non perdere questa persona e sto seguendo tutte le linee guida della terapia cognitivo comportamentale,ma nonostante ciò mi ritrovo spesso ad avere angoscia e apatia in sua presenza,si può uscire da questo disturbo?si può ritrovare la spensieratezza e la naturalezza nonché il piacere di stare con questa persona?mi ritrovo ad avere dubbi..ad allontanarla,a volerle dare di più ma sto male,poi sto meglio,poi rivado in ansie ed agitazioni,mi chiedo sempre se sono attratto,ho compulsioni a riguardo e mi ritrovo a soffrire se vedo una bella ragazza per strada,nonostante a volte vada meglio la preoccupazione è quella che la mia mente abbia ormai “bruciato “questo rapporto,sono a pezzi
Esco da una lunga relazione dolorosa ma ad oggi mi ritrovo ad avere questo problema,sto impazzendo,vorrei non perdere questa persona e sto seguendo tutte le linee guida della terapia cognitivo comportamentale,ma nonostante ciò mi ritrovo spesso ad avere angoscia e apatia in sua presenza,si può uscire da questo disturbo?si può ritrovare la spensieratezza e la naturalezza nonché il piacere di stare con questa persona?mi ritrovo ad avere dubbi..ad allontanarla,a volerle dare di più ma sto male,poi sto meglio,poi rivado in ansie ed agitazioni,mi chiedo sempre se sono attratto,ho compulsioni a riguardo e mi ritrovo a soffrire se vedo una bella ragazza per strada,nonostante a volte vada meglio la preoccupazione è quella che la mia mente abbia ormai “bruciato “questo rapporto,sono a pezzi
Buonasera gentile utente, innanzitutto grazie per aver condiviso la sua sofferenza. Mi sembra di capire che è molto motivato a stare meglio e questo è molto importante. Sicuramente il trattamento cognitivo comportamentale è il più indicato e potrà esserle di aiuto. Le suggerisco di continuare nella sua terapia dandosi del tempo per vedere dei miglioramenti. Cordialmente, dr.ssa Melodia
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Buonasera, mi dispiace molto e comprendo la sua sofferenza e paura nel perdere una persona a cui lei è legato. Il percorso di psicoterapia che sta facendo associato, se è necessario, ad una terapia farmacologica è la strada giusta per iniziare ad avere una vita normale e ad avere maggior consapevolezza di ciò che avviene . Non si arrenda e continui così a prendersi cura di lei, giorno dopo giorno.
Un caro saluto.
Un caro saluto.
Buonasera, grazie per la sua condivisione. Mi dispiace molto per quello che le succede, posso solo immaginare quanto per lei possa essere invalidante vivere con questo problema. Insieme alla sua/suo terapeuta potrebbe valutare quali sono stati i fattori che abbiano contribuito al peggioramento e, se non è stato ancora considerato, valutare l'integrazione di un supporto farmacologico. La terapia cognitivo comportamentale si è dimostrata efficace nella riduzione dei sintomi, in percentuali che vanno dal 60% all'80% per questo tipo di problema. In molti casi si può imparare a convivere con il DOC, diventando esperti del proprio funzionamento per poter ritrovare un nuovo equilibrio. Nella speranza di esserle stata di aiuto la saluto cordialmente.
Salve,
la situazione che descrivi è certamente complessa e dolorosa, ma è importante sottolineare che non è insolito per chi soffre di Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC), in particolare di tipo relazionale. È positivo che lei sia già in terapia e stia seguendo le linee guida della terapia cognitivo-comportamentale, poiché si tratta di uno degli approcci più efficaci per il trattamento del DOC.
I sintomi che descriviamo – angoscia, apatia, dubbi ricorrenti, compulsioni, paura di perdere la relazione o di non essere più attratti dalla sua compagnia – sono tutti aspetti tipici del DOC da relazione. È importante sapere che, con il giusto supporto terapeutico, è possibile ridurre l'intensità di questi pensieri e sintomi e ritrovare una maggiore serenità, spensieratezza e naturalezza nei rapporti.
La guarigione richiede tempo, costanza e pazienza. Il fatto che lei sta alternando momenti di miglioramento a ricadute è normale: il percorso terapeutico non è mai lineare, ma ogni passo avanti, anche piccolo, rappresenta un progresso significativo.
La possibilità di uscire da questo distruttivo e di costruire una relazione appagante è assolutamente concreta, ma richiede un lavoro continuo su di sé. È importante mantenere un dialogo aperto con il suo terapeuta, condividendo ogni aspetto delle sue difficoltà e dei suoi progressi.
Per approfondire ulteriormente il suo caso e valutare le strategie più personalizzate, sarebbe utile e consigliato rivolgersi a uno specialista.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
la situazione che descrivi è certamente complessa e dolorosa, ma è importante sottolineare che non è insolito per chi soffre di Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC), in particolare di tipo relazionale. È positivo che lei sia già in terapia e stia seguendo le linee guida della terapia cognitivo-comportamentale, poiché si tratta di uno degli approcci più efficaci per il trattamento del DOC.
I sintomi che descriviamo – angoscia, apatia, dubbi ricorrenti, compulsioni, paura di perdere la relazione o di non essere più attratti dalla sua compagnia – sono tutti aspetti tipici del DOC da relazione. È importante sapere che, con il giusto supporto terapeutico, è possibile ridurre l'intensità di questi pensieri e sintomi e ritrovare una maggiore serenità, spensieratezza e naturalezza nei rapporti.
La guarigione richiede tempo, costanza e pazienza. Il fatto che lei sta alternando momenti di miglioramento a ricadute è normale: il percorso terapeutico non è mai lineare, ma ogni passo avanti, anche piccolo, rappresenta un progresso significativo.
La possibilità di uscire da questo distruttivo e di costruire una relazione appagante è assolutamente concreta, ma richiede un lavoro continuo su di sé. È importante mantenere un dialogo aperto con il suo terapeuta, condividendo ogni aspetto delle sue difficoltà e dei suoi progressi.
Per approfondire ulteriormente il suo caso e valutare le strategie più personalizzate, sarebbe utile e consigliato rivolgersi a uno specialista.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buona sera,
Capisco che la sua sofferenza è veramente molto forte nel non riuscire a creare delle relazioni vere e profonde.
Credo che prima di tutto è importante lavorare sulle sue emozioni e sulla reazione del suo corpo.
Da quanto racconta, sembra che in modo inconsapevole per lei supportare la vera vicinanza è difficile.
Con una terapia del modello strutturale integrato, si riesce a scoprire quali siano le reazioni del suo corpo e metterli in comunicazione con le sue emozioni per poi darle la capacità di entrare in relazione con se stesso per poi essere capace di amare veramente, senza paura.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento
Cordiali saluti
Dottoressa Monika Elisabeth Ronge
Capisco che la sua sofferenza è veramente molto forte nel non riuscire a creare delle relazioni vere e profonde.
Credo che prima di tutto è importante lavorare sulle sue emozioni e sulla reazione del suo corpo.
Da quanto racconta, sembra che in modo inconsapevole per lei supportare la vera vicinanza è difficile.
Con una terapia del modello strutturale integrato, si riesce a scoprire quali siano le reazioni del suo corpo e metterli in comunicazione con le sue emozioni per poi darle la capacità di entrare in relazione con se stesso per poi essere capace di amare veramente, senza paura.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento
Cordiali saluti
Dottoressa Monika Elisabeth Ronge
Buonasera, le consiglio vivamente di parlarne con il terapeuta che già la segue.
Cordiali saluti.
Cordiali saluti.
Buongiorno, mi spiace per le difficoltà che sta attraversando ma vorrei dirle che la sua decisione di seguire una terapia cognitivo comportamentale è un passo fondamentale e dimostra una grande consapevolezza e voglia di migliorare da parte sua. Con il giusto supporto da parte di uno/una specialista si può migliorare molto la propria condizione e vincere i pensieri disfunzionali che portano ai sintomi del DOC (disturbo ossessivo compulsivo) anche quei temi legati agli aspetti relazionali. È normale che il DOC si presenti con alti e bassi. Come in ogni momento di vita, anche in terapia si possono vedere dei passi avanti e dei “passi indietro” che si verificano quando i vecchi schemi di funzionamento riprendono il controllo. Con impegno e consapevolezza questi momenti si possono riconoscere e si può vedere che quei momenti di angoscia non rappresentano la realtà delle cose ma è il meccanismo doc che distorce la percezione. I pensieri intrusivi non rappresentano la realtà. Le compulsioni (come interrogarti costantemente sui tuoi sentimenti o confrontarti con altre persone) alimentano il ciclo del DOC. L'obiettivo della terapia è imparare a tollerare l'incertezza e a non dare seguito alle compulsioni, anche se questo richiede tempo. Le consiglio di proseguire la sua terapia anche con eventuali tecniche di esposizione, le quali risultano efficaci. Ne parli con il suo terapeuta e si affidi ai suoi consigli. Anch’io resto a disposizione.
Gentile utente di mio dottore,
la inviterei a parlare di questi dubbi e di queste sue preoccupazioni al suo terapeuta. Potrebbero essere un interessante spunto di riflessione su cui soffermarsi e da cui ripartire.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
la inviterei a parlare di questi dubbi e di queste sue preoccupazioni al suo terapeuta. Potrebbero essere un interessante spunto di riflessione su cui soffermarsi e da cui ripartire.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve! Grazie per aver condiviso apertamente ciò che sta attraversando. Il DOC da relazione può essere estremamente sfidante, soprattutto perché va a toccare aspetti così significativi della vita, come l’amore e la connessione con un’altra persona. È importante riconoscere che è possibile uscire da questo disturbo con il giusto supporto e un impegno costante nel percorso terapeutico.
Sta già facendo molto: essere in terapia cognitivo-comportamentale e seguire le linee guida è un passo fondamentale. È normale che il percorso di guarigione non sia lineare e che ci siano alti e bassi. Il disturbo può far emergere dubbi, angosce e compulsioni che sembrano compromettere il rapporto, ma è essenziale ricordare che questi pensieri non definiscono né i suoi sentimenti né il suo valore come persona.
La spensieratezza e la naturalezza possono essere ritrovate, ma richiedono tempo e lavoro. Parte di questo processo consiste nell’accettare che i pensieri intrusivi fanno parte del disturbo, senza attribuirvi un significato definitivo. Un aspetto cruciale della terapia è imparare a distinguere tra ciò che il DOC le fa provare e ciò che sente realmente per la sua compagna.
Non perda la speranza: il fatto che desideri preservare questa relazione dimostra quanto sia importante per lei. Con il supporto del terapeuta, continui a lavorare sull'accettazione, sull'esposizione e sulla gestione delle compulsioni, ricordando che la guarigione è un percorso e non un risultato immediato.
Se avesse bisogno di ulteriori chiarimenti o supporto, resto a disposizione.
Un caro saluto,
Dott. Nasti
Sta già facendo molto: essere in terapia cognitivo-comportamentale e seguire le linee guida è un passo fondamentale. È normale che il percorso di guarigione non sia lineare e che ci siano alti e bassi. Il disturbo può far emergere dubbi, angosce e compulsioni che sembrano compromettere il rapporto, ma è essenziale ricordare che questi pensieri non definiscono né i suoi sentimenti né il suo valore come persona.
La spensieratezza e la naturalezza possono essere ritrovate, ma richiedono tempo e lavoro. Parte di questo processo consiste nell’accettare che i pensieri intrusivi fanno parte del disturbo, senza attribuirvi un significato definitivo. Un aspetto cruciale della terapia è imparare a distinguere tra ciò che il DOC le fa provare e ciò che sente realmente per la sua compagna.
Non perda la speranza: il fatto che desideri preservare questa relazione dimostra quanto sia importante per lei. Con il supporto del terapeuta, continui a lavorare sull'accettazione, sull'esposizione e sulla gestione delle compulsioni, ricordando che la guarigione è un percorso e non un risultato immediato.
Se avesse bisogno di ulteriori chiarimenti o supporto, resto a disposizione.
Un caro saluto,
Dott. Nasti
Salve, mi dispiace molto per la sofferenza che sta attraversando, e voglio dirle innanzitutto che quello che descrive è qualcosa di comprensibile e che può essere affrontato. So che vivere con il Disturbo Ossessivo-Compulsivo, in particolare quando colpisce l'ambito delle relazioni, può essere estremamente destabilizzante. È naturale che si senta in difficoltà e confuso, ma è importante ricordare che il percorso che ha intrapreso in terapia è un passo fondamentale verso il recupero e il benessere. Il DOC da relazione è particolarmente difficile da gestire perché colpisce un aspetto della vita che solitamente associamo a gioia, leggerezza e connessione spontanea. Questo disturbo, però, tende a mettere in dubbio proprio ciò che per noi è importante, insinuando dubbi ossessivi che amplificano ansia e senso di colpa. Questi pensieri intrusivi non definiscono chi lei è né il suo legame con la sua compagna, ma rappresentano una manifestazione del disturbo. Mi chiede se si può uscire da questa situazione e la risposta è sì, con il tempo, il supporto adeguato e l'impegno nei confronti della terapia. Seguire le linee guida della terapia cognitivo-comportamentale è il punto di partenza più efficace per affrontare il DOC, perché offre strumenti per riconoscere e gestire i pensieri intrusivi e le compulsioni che ne derivano. Questo percorso richiede pazienza, ma i miglioramenti possono essere significativi e duraturi. Le emozioni che prova, come l'angoscia, l'apatia e la paura di aver "bruciato" la relazione, sono comuni in chi vive questa condizione. Spesso queste sensazioni derivano dall'iper-analisi del rapporto, che può portare a perdere di vista il presente e le emozioni autentiche. Il DOC alimenta un ciclo di dubbi e compulsioni, ad esempio il bisogno di "verificare" se prova attrazione o se la relazione è giusta per lei, ma questo ciclo non fa altro che rinforzare il disturbo. Il lavoro terapeutico può aiutarla a ridurre questi comportamenti e a lasciare che i pensieri intrusivi perdano la loro presa emotiva. È importante anche ricordare che il DOC non ha il potere di determinare il futuro della sua relazione. Ciò che conta è la volontà di costruire qualcosa insieme, nonostante le difficoltà. Si dia il permesso di non cercare risposte immediate a ogni dubbio che emerge e si concentri sul vivere il momento presente con la sua compagna, senza aspettarsi che ogni istante sia perfetto o privo di ansia. La spensieratezza e la naturalezza non si "recuperano" in un singolo passo, ma possono tornare gradualmente, a mano a mano che impara a convivere con i suoi pensieri senza esserne sopraffatto. Anche il fatto di soffrire quando vede una ragazza attraente per strada rientra nelle dinamiche del disturbo, che tende a innescare dubbi sulla fedeltà dei propri sentimenti o sulla propria attrazione. Ma questi pensieri non definiscono la realtà, sono semplicemente un sintomo del DOC. Imparare a non reagire con compulsioni (come analizzare il significato del pensiero o cercare rassicurazioni) può aiutare a ridurne l’impatto. Le consiglio di parlare apertamente con il suo terapeuta di ciò che sta provando, anche delle emozioni più difficili e dei momenti di scoraggiamento. La terapia è uno spazio sicuro in cui può esplorare queste esperienze e trovare strategie personalizzate per affrontarle. Nel frattempo, si ricordi che è normale avere alti e bassi, e che il fatto di continuare a lottare e a cercare soluzioni dimostra la sua forza e il suo impegno verso se stesso e la sua relazione. Non è solo in questo percorso e può trovare sollievo e benessere, un passo alla volta. Cari saluti, Dott. Andrea Boggero
Buongiorno e grazie per la sua condivisione. Comprendo quanto questa situazione possa essere difficile e dolorosa per lei. Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo da relazione può essere estremamente impegnativo da gestire, specialmente perché tende a intaccare le emozioni e i legami con la persona amata, generando angoscia, dubbi e comportamenti compulsivi. Il fatto di essere in terapia è già un passo significativo verso la guarigione, e seguire le linee guida della terapia cognitivo-comportamentale rappresenta una base solida per affrontare il problema.
Sì, è possibile uscire dal DOC da relazione e ritrovare la spensieratezza e il piacere nella relazione, ma è un percorso che richiede tempo, pazienza e lavoro costante. Accettare che i dubbi e le incertezze fanno parte della vita e delle relazioni può essere un passo verso la riduzione dell’ansia. È altrettanto importante evitare di alimentare le compulsioni, come cercare costantemente rassicurazioni o analizzare ossessivamente i propri sentimenti, poiché questo tende a rafforzare il ciclo ossessivo-compulsivo. Nonostante i momenti di difficoltà, presti attenzione ai piccoli miglioramenti che sta facendo grazie alla terapia. Se lo ritiene opportuno, comunichi in modo aperto con la sua compagna, spiegandole le sue difficoltà. Questo può aiutarla a sentirsi meno isolato e a rafforzare il legame.
Le consiglio di continuare il percorso terapeutico con fiducia, eventualmente approfondendo con il suo terapeuta tecniche specifiche. Un supporto costante e il tempo necessario per lavorare su se stesso le permetteranno di affrontare questa sfida e di ritrovare serenità.
Sì, è possibile uscire dal DOC da relazione e ritrovare la spensieratezza e il piacere nella relazione, ma è un percorso che richiede tempo, pazienza e lavoro costante. Accettare che i dubbi e le incertezze fanno parte della vita e delle relazioni può essere un passo verso la riduzione dell’ansia. È altrettanto importante evitare di alimentare le compulsioni, come cercare costantemente rassicurazioni o analizzare ossessivamente i propri sentimenti, poiché questo tende a rafforzare il ciclo ossessivo-compulsivo. Nonostante i momenti di difficoltà, presti attenzione ai piccoli miglioramenti che sta facendo grazie alla terapia. Se lo ritiene opportuno, comunichi in modo aperto con la sua compagna, spiegandole le sue difficoltà. Questo può aiutarla a sentirsi meno isolato e a rafforzare il legame.
Le consiglio di continuare il percorso terapeutico con fiducia, eventualmente approfondendo con il suo terapeuta tecniche specifiche. Un supporto costante e il tempo necessario per lavorare su se stesso le permetteranno di affrontare questa sfida e di ritrovare serenità.
Mi dispiace davvero tanto sentire quanto stai soffrendo. Il DOC da relazione può essere estremamente doloroso, soprattutto quando il tuo cuore e la tua mente sono in conflitto. È importante riconoscere che il disturbo ti sta influenzando e che la sofferenza che provi è una manifestazione del DOC, non dei tuoi veri sentimenti per la tua compagna. Questi dubbi e angosce sono una parte del disturbo, e non riflettono la realtà del tuo rapporto.
È possibile uscire da questa condizione, anche se il percorso richiede pazienza e impegno. La terapia cognitivo-comportamentale è un ottimo strumento, e con il tempo, imparando a gestire i pensieri ossessivi e a coltivare la consapevolezza, potrai ritrovare la spensieratezza e il piacere di stare con la tua compagna. I momenti di miglioramento, anche se non costanti, sono un segno che sei sulla strada giusta. Non sei solo in questo cammino, e con il supporto giusto, potrai trovare una maggiore serenità.
È possibile uscire da questa condizione, anche se il percorso richiede pazienza e impegno. La terapia cognitivo-comportamentale è un ottimo strumento, e con il tempo, imparando a gestire i pensieri ossessivi e a coltivare la consapevolezza, potrai ritrovare la spensieratezza e il piacere di stare con la tua compagna. I momenti di miglioramento, anche se non costanti, sono un segno che sei sulla strada giusta. Non sei solo in questo cammino, e con il supporto giusto, potrai trovare una maggiore serenità.
Buongiorno, ne parli con la sua terapeuta altrimenti prenda in considerazione di approcciarsi verso una terapia dinamica
Dott, Francesca R Casinghini
Dott, Francesca R Casinghini
Gentile utente, forse affrontare ancora il tema con la sua terapeuta è la condizione necessaria. Si sente quanto sia angosciato, allo stesso tempo preoccupato per se. Forse oltre a mettere in pratica delle strategie e linee guida è significativo approfondire pian piano le ragioni del suo sintomo. Senza dubbio c'è qualcosa di profondo che i pensieri intrusivi nascondono. Un saluto, GDV
Caro paziente, comprendo bene le sue difficoltà. Vivere costantemente con un giudicatore interno che mette in discussione l’affetto che proviamo per una persona cara è estremamente faticoso. Voglio però rassicurarla: è una condizione su cui la psicoterapia ha effetti benefici e comprovati.
È fondamentale evitare di mettere in atto le compulsioni, anche se può sembrare complicato o persino impossibile. Le compulsioni, infatti, alimentano il disturbo, impedendole di ottenere risultati e portandola in una spirale di tristezza che ostacola poi il piacere di vivere la relazione.
Le ricordo che anche i controlli interni, come chiedersi continuamente “Sono attratto? Non lo sono?” e atti mentali correlati sono considerati compulsioni. Questi comportamenti, seppur comprensibili, finiscono per rinforzare preoccupazioni spesso infondate.
È fondamentale evitare di mettere in atto le compulsioni, anche se può sembrare complicato o persino impossibile. Le compulsioni, infatti, alimentano il disturbo, impedendole di ottenere risultati e portandola in una spirale di tristezza che ostacola poi il piacere di vivere la relazione.
Le ricordo che anche i controlli interni, come chiedersi continuamente “Sono attratto? Non lo sono?” e atti mentali correlati sono considerati compulsioni. Questi comportamenti, seppur comprensibili, finiscono per rinforzare preoccupazioni spesso infondate.
Salve nel rapporto di fidanzamento può accadere di non stare più bene con l'altro/a o pensare di desiderare altre ragazze, sono pensieri e sentimenti che fanno parte di noi anche se proviamo un sentimento più forte verso un'altra persona, ma questo se dovesse succedere dobbiamo cercare di normalizzarlo perché noi non possiamo avere controllo sui nostri sentimenti e pensieri, ma possiamo scegliere di agire seguendo i nostri valori e come vogliamo essere e quindi come vorremmo comportarci con l'altra persona, nonostante possa avere un pensiero per un'altra persona. La fretta è cattiva consigliera, ognuno ha il proprio tempo e bisogna saperlo riconoscere.
Salve,
grazie per aver condiviso la sua esperienza. È evidente quanto tenga a questa relazione e quanto stia lottando per affrontare il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) da relazione. Voglio innanzitutto rassicurarla che il fatto stesso di essere consapevole delle dinamiche del disturbo e di impegnarsi attivamente in un percorso di terapia è un passo fondamentale e importante verso il miglioramento.
Il DOC da relazione può essere molto doloroso e disorientante perché mette in discussione aspetti profondamente significativi della vita, come i sentimenti verso il partner. Tuttavia, è importante sapere che è possibile uscirne e ritrovare la serenità e la naturalezza all'interno di una relazione. Questo richiede tempo, pazienza e un lavoro costante, ma molte persone riescono a superare questo tipo di difficoltà con successo.
La fluttuazione tra momenti di angoscia e di sollievo, i dubbi costanti, le compulsioni e le emozioni contrastanti che descrive sono caratteristiche comuni del DOC. Non è la relazione in sé a essere “bruciata”, ma piuttosto il modo in cui il disturbo filtra e distorce le sue emozioni e pensieri. È normale che il percorso di terapia richieda tempo e possa sembrare difficile, ma continui a seguire le indicazioni del suo terapeuta e a lavorare sulle strategie apprese: sono strumenti essenziali per ridurre l'impatto del DOC e recuperare la serenità.
È importante anche accogliere con gentilezza e senza giudizio le proprie emozioni e i momenti di difficoltà. Provi a concedersi il permesso di non essere perfetto, né verso se stesso né verso la relazione. Spesso, l’accettazione delle proprie sensazioni, anche quelle più scomode, può ridurre l’intensità del disagio e aprire la strada al cambiamento.
Le consiglio di condividere apertamente con il suo terapeuta i dubbi e le difficoltà che sta incontrando, incluse le sensazioni di apatia e angoscia. Potrebbe essere utile esplorare eventuali fattori sottostanti, come la paura di ripetere esperienze dolorose del passato o il bisogno di perfezione nella relazione.
Infine, non perda di vista il fatto che il DOC può mettere alla prova la sua mente, ma non definisce né lei come persona né la sua capacità di costruire una relazione significativa. Con il giusto supporto e il tempo necessario, può trovare un equilibrio e vivere la relazione con maggiore leggerezza e autenticità.
Le auguro tanta forza e serenità nel suo percorso.
grazie per aver condiviso la sua esperienza. È evidente quanto tenga a questa relazione e quanto stia lottando per affrontare il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) da relazione. Voglio innanzitutto rassicurarla che il fatto stesso di essere consapevole delle dinamiche del disturbo e di impegnarsi attivamente in un percorso di terapia è un passo fondamentale e importante verso il miglioramento.
Il DOC da relazione può essere molto doloroso e disorientante perché mette in discussione aspetti profondamente significativi della vita, come i sentimenti verso il partner. Tuttavia, è importante sapere che è possibile uscirne e ritrovare la serenità e la naturalezza all'interno di una relazione. Questo richiede tempo, pazienza e un lavoro costante, ma molte persone riescono a superare questo tipo di difficoltà con successo.
La fluttuazione tra momenti di angoscia e di sollievo, i dubbi costanti, le compulsioni e le emozioni contrastanti che descrive sono caratteristiche comuni del DOC. Non è la relazione in sé a essere “bruciata”, ma piuttosto il modo in cui il disturbo filtra e distorce le sue emozioni e pensieri. È normale che il percorso di terapia richieda tempo e possa sembrare difficile, ma continui a seguire le indicazioni del suo terapeuta e a lavorare sulle strategie apprese: sono strumenti essenziali per ridurre l'impatto del DOC e recuperare la serenità.
È importante anche accogliere con gentilezza e senza giudizio le proprie emozioni e i momenti di difficoltà. Provi a concedersi il permesso di non essere perfetto, né verso se stesso né verso la relazione. Spesso, l’accettazione delle proprie sensazioni, anche quelle più scomode, può ridurre l’intensità del disagio e aprire la strada al cambiamento.
Le consiglio di condividere apertamente con il suo terapeuta i dubbi e le difficoltà che sta incontrando, incluse le sensazioni di apatia e angoscia. Potrebbe essere utile esplorare eventuali fattori sottostanti, come la paura di ripetere esperienze dolorose del passato o il bisogno di perfezione nella relazione.
Infine, non perda di vista il fatto che il DOC può mettere alla prova la sua mente, ma non definisce né lei come persona né la sua capacità di costruire una relazione significativa. Con il giusto supporto e il tempo necessario, può trovare un equilibrio e vivere la relazione con maggiore leggerezza e autenticità.
Le auguro tanta forza e serenità nel suo percorso.
Salve gentile Utente, mi dispiace molto per la sofferenza che sta vivendo e capisco quanto possa essere difficile affrontare un disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) in una relazione, soprattutto quando si desidera profondamente mantenere un legame significativo con la propria compagna. È importante sottolineare che il DOC da relazione è una condizione conosciuta e affrontabile, e il fatto che stia seguendo una terapia cognitivo-comportamentale è un ottimo passo verso il miglioramento.
Le altalene emotive che descrive, tra momenti di angoscia e di maggiore serenità, sono tipiche di questa condizione. Il DOC tende infatti a creare dubbi costanti e irrazionali su aspetti fondamentali della relazione, spingendo verso pensieri intrusivi che mettono in discussione i suoi sentimenti, l'attrazione o la possibilità di stare bene con la persona che ama. Questo non significa che il rapporto sia "bruciato" o compromesso, ma che il disturbo sta influenzando la sua percezione e amplificando le sue paure.
La buona notizia è che si può uscire da questa condizione. La terapia cognitivo-comportamentale è una delle strategie più efficaci per affrontare il DOC, ma è importante darle tempo e spazio per fare il suo corso. Imparare a riconoscere i pensieri ossessivi come parte del disturbo e non come verità assolute è un elemento cruciale del processo di guarigione. È altrettanto importante ridurre le compulsioni, come il bisogno costante di analizzare i suoi sentimenti o confrontarli con altri, perché queste azioni alimentano il circolo vizioso del disturbo.
La spensieratezza e la naturalezza che desidera non sono obiettivi irraggiungibili, ma per raggiungerli potrebbe essere utile lavorare sulla tolleranza verso l’incertezza. Una parte del DOC è proprio la difficoltà di accettare che l’amore e le relazioni possano essere imperfetti, mutevoli e non sempre accompagnati da sensazioni euforiche. Consentirsi di vivere momenti di dubbio senza reagire con ansia o senso di colpa è un passo importante verso il recupero.
Il suo desiderio di mantenere questa relazione, nonostante le difficoltà, dimostra quanto tenga alla sua compagna. È normale sentirsi a pezzi in un momento come questo, ma continui a dare fiducia al percorso terapeutico e, se sente il bisogno di ulteriore supporto, potrebbe essere utile condividere alcune delle sue preoccupazioni con la sua compagna, in modo da sentirsi meno solo in questa sfida. Tuttavia, è fondamentale che la condivisione non sia un modo per cercare rassicurazioni continue, ma un momento di autenticità e connessione.
Non è un percorso facile, ma con il giusto supporto e impegno, può ritrovare serenità e soddisfazione sia dentro di sé che nella relazione. Se ha la possibilità, continui a lavorare con il suo terapeuta per affrontare i pensieri intrusivi e imparare strategie che la aiutino a liberarsi dal peso di questo disturbo. Lei non è definito dal DOC, e il fatto che stia affrontando tutto questo con determinazione è già un segnale di grande forza e volontà di migliorare.
Dott. Luca Vocino
Le altalene emotive che descrive, tra momenti di angoscia e di maggiore serenità, sono tipiche di questa condizione. Il DOC tende infatti a creare dubbi costanti e irrazionali su aspetti fondamentali della relazione, spingendo verso pensieri intrusivi che mettono in discussione i suoi sentimenti, l'attrazione o la possibilità di stare bene con la persona che ama. Questo non significa che il rapporto sia "bruciato" o compromesso, ma che il disturbo sta influenzando la sua percezione e amplificando le sue paure.
La buona notizia è che si può uscire da questa condizione. La terapia cognitivo-comportamentale è una delle strategie più efficaci per affrontare il DOC, ma è importante darle tempo e spazio per fare il suo corso. Imparare a riconoscere i pensieri ossessivi come parte del disturbo e non come verità assolute è un elemento cruciale del processo di guarigione. È altrettanto importante ridurre le compulsioni, come il bisogno costante di analizzare i suoi sentimenti o confrontarli con altri, perché queste azioni alimentano il circolo vizioso del disturbo.
La spensieratezza e la naturalezza che desidera non sono obiettivi irraggiungibili, ma per raggiungerli potrebbe essere utile lavorare sulla tolleranza verso l’incertezza. Una parte del DOC è proprio la difficoltà di accettare che l’amore e le relazioni possano essere imperfetti, mutevoli e non sempre accompagnati da sensazioni euforiche. Consentirsi di vivere momenti di dubbio senza reagire con ansia o senso di colpa è un passo importante verso il recupero.
Il suo desiderio di mantenere questa relazione, nonostante le difficoltà, dimostra quanto tenga alla sua compagna. È normale sentirsi a pezzi in un momento come questo, ma continui a dare fiducia al percorso terapeutico e, se sente il bisogno di ulteriore supporto, potrebbe essere utile condividere alcune delle sue preoccupazioni con la sua compagna, in modo da sentirsi meno solo in questa sfida. Tuttavia, è fondamentale che la condivisione non sia un modo per cercare rassicurazioni continue, ma un momento di autenticità e connessione.
Non è un percorso facile, ma con il giusto supporto e impegno, può ritrovare serenità e soddisfazione sia dentro di sé che nella relazione. Se ha la possibilità, continui a lavorare con il suo terapeuta per affrontare i pensieri intrusivi e imparare strategie che la aiutino a liberarsi dal peso di questo disturbo. Lei non è definito dal DOC, e il fatto che stia affrontando tutto questo con determinazione è già un segnale di grande forza e volontà di migliorare.
Dott. Luca Vocino
È comprensibile sentirsi angosciati e confusi quando il DOC tocca un’area così importante come la relazione. È un disturbo che può far vivere alti e bassi, ma un percorso di terapia cognitivo-comportamentale ben seguito è la chiave per uscirne. Con costanza e pazienza, è possibile recuperare la serenità e riscoprire il piacere di stare con la propria compagna. I dubbi, le compulsioni e l’ansia non significano che la relazione sia “bruciata”: fanno parte del meccanismo del DOC, non della verità su ciò che provi davvero. Continua a lavorare in terapia, confrontandoti con il tuo terapeuta sui momenti di difficoltà, perché solo così potrai gradualmente ridurre l’angoscia e costruire la stabilità emotiva che desideri. Non sei solo, e con l’impegno e il supporto giusto puoi ritrovare la spensieratezza che cerchi.
Buongiorno,
Le consiglio di rivolgere queste stesse domande al suo terapeuta. Si apra con lui/lei con sincerità, riferisca i suoi dubbi e timori in seduta, sono sicuramente un aspetto importante su cui riflettere insieme al terapeuta e su cui lavorare in terapia. Si dia tempo e dia tempo alla sua terapia di procedere verso lo stato di maggiore benessere e stabilità che desidera.
Le consiglio di rivolgere queste stesse domande al suo terapeuta. Si apra con lui/lei con sincerità, riferisca i suoi dubbi e timori in seduta, sono sicuramente un aspetto importante su cui riflettere insieme al terapeuta e su cui lavorare in terapia. Si dia tempo e dia tempo alla sua terapia di procedere verso lo stato di maggiore benessere e stabilità che desidera.
Salve, mi dispiace per la situazione che vive. Il dubbio nasce dall'ansia, quindi la invito a continuare a confrontarsi con il collega che la segue e lavorare sull'origine dell'ansia e come si manifesta, solamente dopo come gestirla.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buona giornata.
Dott. Fiori
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