Salve, sono Giovanna mamma di un ragazzino di 16 anni che ultimamente mi sta creando parecchi proble

24 risposte
Salve, sono Giovanna mamma di un ragazzino di 16 anni che ultimamente mi sta creando parecchi problemi.Tutto è cominciato in seguito all’ennesima discussione sul fatto che non riordina mai la sua camera; io gli ho detto che potrebbe mettere a posto da solo visto che non è più un bambino.Da allora un vero incubo perché ha cominciato veramente a fare il bambino.Si fa la pipì e soprattutto la cacca addosso apposta; la prima volta che l’ha fatto gli ho dato due ceffoni e gli ho ordinato di pulirsi, ma niente anzi si strusciava per terra sporcandosi ancora di più.Allora capendo che non lo avrebbe fatto da solo l’ho portato in bagno e l’ho pulito io.
Aiutatemi perché non so veramente cosa fare anche perché ultimamente ho notato delle eccitazioni quando lo pulisco o quando gli faccio il bidè
Cara Giovanna, è comprensibile che un genitore di un figlio adolescente possa incontrare alcune difficoltà, è un periodo difficile e particolare per entrambi. Sicuramente giusto cercare di responsabilizzare suo figlio per la camera, come risposta adolescenziale possiamo aspettarci un no, un atteggiamento di distacco, un dispetto o una reazione forte ma ciò che lei racconta va al di là di questo. Sarebbe importante capire quali sono gli altri "problemi" che le crea, riprendo dalle sue parole, e se prima d'ora siano mai accadute situazioni simili. A 16 anni è nel pieno della crescita emotiva, fisica ma anche sessuale e questo è il motivo per cui ha notato delle eccitazioni, potrebbe riflettere se sia il caso di continuare ad occuparsi dell'igiene intima di suo figlio in questo momento, a quest'età.
Le consiglio di rivolgersi il prima possibile ad uno psicoterapeuta che possa aiutarla a gestire la situazione nel miglior modo possibile.
Rimango a sua disposizione se ha bisogno.
Dott.ssa Federica Leonardi

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Cara mamma, dalle sue parole sembra che suo figlio "adolescente" stia attraversando un momento di crisi tipico della sua età . I cambiamenti che un adolescente deve affrontare a livello di maturazione e crescita mette spesso a dura prova sia i ragazzi che i genitori. Comprendo la sua voglia di responsabilizzarlo rispetto al riodino della stanza, ma evidentemente questo richiamo ha scatenato in lui un vissuto poco chiaro e messo in difficoltà il vostro legame. Le informazioni che ci fornisce sono poche per comprendere a pieno quali potrebbero essere le cause. Parlare con un psicoterapeuta potrebbe aiutarvi a comprendere meglio quello che sta succedendo. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti, Floriana Guccione
Gentile mamma,
l'adolescenza è un periodo "costoso" in termini emotivi per i ragazzi, perché presenta un conflitto di crescita che spinge ad allontanarsi e contemporaneamente preme per mantenere la vicinanza con le figure di riferimento. Da ciò che racconta è ipotizzabile che abbiate un rapporto nel quale i confini siano stati finora sfumati, ed ora che lei lo sta richiamando a delle responsabilità che appartengono ai suoi 16 anni, il ragazzo protesta con gli strumenti che conosce, e che rimandano ad una posizione più infantile. E preserva l'equilibrio. E' consigliabile che si rivolga ad uno psicoterapeuta per capire come riportare questo rapporto madre-figlio sui binari giusti, e quali siano le dinamiche che hanno portato alle difficoltà di quest'ultimo periodo. Un caro saluto
Andrò contro-corrente rispetto al parere espresso dai colleghi non nominando l'adolescenza come causa del comportamento di suo figlio: ciò che mi ha colpito del suo racconto è l'inizio "mi sta creando parecchi problemi", così carico di significati e al tempo stesso di risposte che consiglio di esplorare tramite una psicoterapia.
Buonasera Giovanna, il messaggio che ci ha inviato riassume probabilmente solo una piccola parte di quello che sta accadendo nella sua vita e in quella di suo figlio. È davvero difficile fornire interpretazioni valide o dare consigli pertinenti con così pochi elementi: il mio invito è quello di rivolgersi ad uno Psicoterapeuta per un primo colloquio. Solo così, una volta approfondita e compresa la situazione, sarà possibile ricevere indicazioni ed intraprendere un percorso lungo il quale muoversi al fine di innescare il cambiamento. Cordiali saluti, Ilaria Sartori
Gentile utente, l'episodio che lei descrive sembra essere emblematico di alcune difficoltà ("parecchi problemi", lei li definisce) che sta affrontando in senso più ampio nel rapporto con suo figlio. Sembra che, al di là delle sue richieste comprensibili di responsabilizzare suo figlio, tra voi siano presenti alcune difficoltà nella comunicazione dei bisogni e delle necessità di ciascuno. Mi chiedo se i comportamenti così eclatanti messi in atto da suo figlio non possano essere letti come una comunicazione nei confronti dei genitori. Come è la relazione di vostro figlio con voi? Con i pari? Con il contesto scolastico? Non è possibile sbilanciarsi su valutazioni specifiche, ma queste sono domande da porsi per aprire una possibilità di comprensione e cambiamento. Dott.ssa Salustri
Buongiorno. È una richiesta la sua sicuramente dolorosa. Immagino ci siano in gioco dinamiche profonde legate all'identita', al potere e all'aggressività. Concordo con i colleghi che sarebbe opportuno interpellare un terapeuta, probabilmente di area sistemico-familiare in modo da guardare nel complesso la scena attuale e inserirla anche con quella passata.
Buongiorno Giovanna.
Mi immagino dal suo racconto il dolore e la rabbia e anche il timore nel traversare uma situazione di questo tipo con suo figlio.
Le suggerirei di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per approfondire i suoi vissuti, le dinamiche relazionali con suo figlio, altri membri della famiglia? Questo per comprendere e scegliere che direzione di lavoro intraprendere, individuale, familiare, consulenza genitoriale, etc.
Penso che un primo supporto in questo senso potrebbe già portarle un po' di orizzonti possibili verso cui muoversi.
Un caro saluto e coraggio
lorenzo lucidi
Buongiorno Giovanna, come molti colleghi hanno scritto l'adolescenza è un periodo di transizione che porta genitori e figli ad affrontare diverse difficoltà e a più livelli. Qualora queste difficoltà si manifestino con comportamenti non adeguati all'età dell'adolescente, è opportuno rivolgersi ad uno psicologo o psicoterapeuta per esplorare insieme tali difficoltà e superarle. Buone cose. Un saluto caro. Dott.ssa Sara Strufaldi
Reagire ad una manifestazione di disagio con dei ceffoni è quanto di più sbagliato. L'adeguatezze delle risposte comportamentali e cognitive di un ragazzo in fase evolutiva dipende per il 95% dall'adeguatezza delle cure genitoriali. un'adolescente non è un adulto:se agisce tali comportamenti non in linea con l'età, bisogna terner presente che si tratta al momento della strategia più efficace che con i suoi strumenti da non adulto è risucito a mettere in campo per relazionarsi con lei.
Risulta piuttosto significativo il passaggio in cui lei si esprime a proposito di suo figlio dicendo " mi sta creando diversi problemi". capisco si tratti a volte di frasi costruite senza pensarci troppo su ma contengono significati che le consiglio di esplorare.
Concordo quindi con i colleghi nel consigliare di contattare un terapeuta per evitare di complicare ulteriormente la situazione, facendosi sostenere nell'elaborare il significato della genitorialità e di quali caratteristiche abbiano adeguate cure genitoriali. Questo aumenterà le possibilità di aiutare realmente suo figlio.
cari saluti
Gentile Giovanna,
Comprendo la difficoltà che sta incontrando nel rapporto con suo figlio: l’adolescenza è un periodo faticoso della vita, sia per i figli che per i genitori. I ragazzi sono impegnati nel processo di abbandonare l’identità di bambini bisognosi di cure e dipendenti e di costruire un’identità adulta più autonoma. In certi casi questo passaggio può non essere così lineare e possono sorgere delle difficoltà. Mi pare di capire che l’episodio che racconta, insieme ad altri cui accenna soltanto, l’abbia messa comprensibilmente a dura prova. Tuttavia, ciò che scrive non basta per avere un quadro completo della situazione: per questo sarebbe necessario che contattasse uno psicologo che aiuti lei e suo figlio a comprendere meglio ciò che sta accadendo dentro ciascuno di voi e tra voi.
I migliori auguri,
Dott Carrera
Gentile Giovanna, ci sono alcuni passaggi della sua domanda che potrebbe esserle utile indagare in sede di psicoterapia. Ad esempio, non sapere come rivolgersi a suo figlio se come ad un bambino, ad un ragazzino (o ragazzo aggiungo io, data l'età); il sentire parecchi problemi nella gestione del vostro rapporto (che potrebbero essere normali durante l'adolescenza ma che, qui, mi pare possano sfociare in altro e, in aggiunta, non è chiaro se già ne aveste): l'uso di modalità costrittive anziché del dialogo, che poi si trasformano in modalità estremamente accudenti. Le informazioni riportate sono troppo esigue per poterla aiutare ulteriormente: le consiglio di contattare uno psicoterapeuta per esporre la problematica in modo più dettagliato, sia a livello relazionale che individuale. Il/la collega saprà sicuramente poi valutare assieme a lei se è il caso di indirizzare anche suo figlio verso un aiuto di questo tipo. Mi contatti pure qualora necessitasse maggiori informazioni. Un caro saluto
Cara Giovanna, è del tutto normale che un genitore possa incontrare alcune difficoltà con un figlio adolescente. L' adolescenza è un periodo molto difficile e l'adolescente vive
tra il desiderio di separazione dai genitori e di dipendenza allo stesso tempo. Ci si può aspettare un no o un atteggiamento provocatorio rispetto alla sua richiesta di riordinare la camera, ma ciò che lei scrive pare che vada aldilà di questo. Sarebbe interessante ed importante sapere quali sono gli altri "problemi" che le crea suo figlio, che avendo 16 anni sta attraversando cambiamenti emotivi, fisici e sessuali. Solitamente a 16 anni, gli adolescenti vivono una sensazione di pudore e provvedono da soli alla loro pulizia intima, sarebbe importante approndire cosa sta alla base di questo comportamento inadeguato di suo figlio. Le consiglio di rivolgersi il prima possibile ad uno psicoterapeuta che possa aiutarla a gestire la situazione nel miglior modo possibile. Resto a sua disposizione. Saluti. Dottoressa Barbara Gizzi
Cara mamma, comprendo la difficoltà di crescere un figlio adolescente ma i comportamenti che descrive vanno oltre. Non dice nulla in merito al padre e alla vita familiare che vivete. Sarebbe opportuno rivolgersi ad uno psicoterapeuta per valutare la situazione. L'adolescenza è un'età difficile ma evidentemente ci sono dinamiche irrisolte passate che ora riemergono in modo forte. Complimenti per la lucidità con cui descrive l'accaduto e la lungimiranza nel chiedere aiuto e supporto.
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile Giovanna,
L’aiuto che cerca potrebbe trovarlo all’interno di una psicoterapia. Quello che mi viene da consiglialrle è una terapia, almeno inizialmente, familiare (uno o due colloqui), nei quali lo psicoterapeuta valuterà la direzione da prendere per la vostra situazione. Le dico questo perché quello che lei solleva, soprattutto all’età di suo figlio, riguarda il contesto familiare nel suo insieme. Purtroppo le informazioni che fornisce non sono sufficienti per ipotizzare qualsiasi tipo di valutazione, in quanto andrebbero presi in considerazione molto fattori che solo all’interno del setting di terapia possono emergere.
Vi auguro di trovare o ri-trovare la vostra serenità. Cordialmente. Dr.ssa Marta Fuscá
Sono messaggi forti quelli che suo figlio le manda, e che lei manda a suo figlio e che sono oltre la turbolenza emotiva di un adolescente. Ritengo fondamentale, e non posso che concordare con i colleghi, che chieda aiuto e supporto ad un psicoterapeuta. Quello che state vivendo e provando va contenuto ed esplorato.
Dott.ssa Monica D'Ettorre
Buongiorno. L'età di suo figlio è certamente delicata. Si creano in questa fase dinamiche famigliari piuttosto complesse. Sono d'accordo con i colleghi nell'interpellare un terapeuta per evitare che queste relazione prendano il sopravvento.

Cordialità

Massimiliano Trossello
Buon giorno, sicuramente non è una situazione facile da gestire per un genitore, suo figlio con tali comportamenti sta manifestando un disagio. Chiedete aiuto ad uno psicologo o psicoterapeuta per gestire al meglio questa situazione. Essere genitori è il mestiere più difficile e farsi aiutare e sostenere da professionisti è importante. Concordo con la collega, che responsabilizzare suo figlio vuol dire anche non aiutarlo nell'igiene personale, in quanto ha anche un età che può farlo tranquillamente da solo. Le auguro buona giornata
Gentile Giovanna, è fondamentale che si rivolga ad un terapeuta per farsi aiutare ad affrontare la situazione e per capire quali dispositivi sono i più adatti per sostenere il ragazzo. La scena che descrive è forte, i meccanismi di difesa messi in atto sono arcaici. Non dubito del fatto che ci siano state e che ci siano altre manifestazioni. Nel frattempo, se possibile, coinvolga un elemento terzo, della famiglia o della vostra rete sociale, che possa inserirsi per decomprimere il rapporto tra lei e suo figlio.Non attenda!
Daniela Bianchi
Gentile Giovanna, da quello che racconta emerge un rapporto complesso tra madre e figlio. Durante l'adolescenza i conflitti genitori figli sono all'ordine del giorno e possono essere anche sani per un naturale tentativo di affermazione dell'identità da parte di un ragazzo, quello che mi colpisce è invece è il rapporto tra di voi che appare di difficile svincolo in cui il sintomo regressivo viene contenuto con una risposta altrettanto regressiva, in altri termini un ragazzo di 16 anni in via di sviluppo fisico e sessuale si fa i bisogni addosso e la madre lo accudisce come un bambino piccolo. E' possibile che non abbiate trovato altre modalità relazionali ed una psicoterapia di tipo familiare sarebbe quella più opportuna per voi. Bisognerebbe capire il ruolo del padre se esiste. Saluti.
Buonasera Giovanna, comprendo il desiderio di vedere una stanza sistemata, e il bisogno di regole e la difficoltà di essere madre di un'adolescente, ma se lei lo tratta come un bambino (dicendogli quello che deve fare con le sue cose e occupandosi della sua igiene intima) in un'età in cui è un ragazzo a tutti gli effetti, rischia che lui si comporti come un bambino. Ma bambino non è. Lui potrebbe ipoteticamente associare il fatto di diventare grande a doversi assumere responsabilità che non ha ancora voglia di prendersi (è un'età molto "borderline") e ritenere che forse tutto sommato è meglio non crescere...Questa è solo una fantasia, un'ipotesi. Ma non conoscendo niente del vostro contesto abitativo e familiare non posso esprimere una valutazione.
Forse per affrontare questa fase delicata potrebbe chiedere un consulto. Gioverebbe sia a lei che a lui se si facesse aiutare.
Cordiali saluti
Buonasera signora, certamente è una situazione non facile, e la fase di suo figlio è certamente critica, piena di ribellione ed emozioni forti. La reazione di suo figlio mi sembra esagerata e probabilmente dettata da un disagio presente. Sarebbe importante conoscere ulteriori informazioni circa i rapporti familiari, la figura paterna, gli altri problemi che dice avere con suo figlio. Contatti uno psicologo per raccontare in maniera approfondita la vostra storia e valutare così il percorso da intraprendere.
Resto a disposizione, un caro saluto, dott.ssa Paola De Martino
Salve, questa età è delicata in quanto vengono a formarsi delle interazioni complesse nella mente e nella fisiologia dei ragazzi. Le consiglio di rivolgersi ad un professionista che possa indagare sulle motivazioni di tali gesti.
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo che sta attraversando. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

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