Salve,siamo in una situazione molto grave. Mia sorella ha una fascite necrotizzante ad una gamba. Do

4 risposte
Salve,siamo in una situazione molto grave. Mia sorella ha una fascite necrotizzante ad una gamba. Dopo un intervento chirurgico per asportare le necrosi è stata ricoverata nel reparto malattie infettive dove è stata contagiata anche dall'ACINETOBACTER e dall'Enterococco. é già stata portata in sala 11 volte per ripulire la gamba e fare cambi VAC, le manca mezza coscia, è rimasto solo muscolo e osso, parlano di fare una chirurgia plastica per coprire la ferita che però è ancora infetta. Tutto questo senza fare neanche una risonanza, programmata ma poi non ritenuta necessaria (?) Hanno anche dovuto sospendere gli antibiotici perché il fisico non li sopporta più e i valori della creatinina si sono alzati. . Abbiamo chiesto di provare a pulire la ferita con il metodo Ruffini ma non è di loro competenza. Siamo disperati, Sara ha 53 anni, tutti ci dicono di portarla a Bologna ma non sappiamo a chi rivolgerci e come muoverci. Spero in una vostra risposta. Grazie
Buongiorno. La fascite necrotizzante è un problema di gravità estrema, che si manifesta con distruzione della massa magra (muscoli), spesso shock settico, prevalentemente in pazienti diabetici.
Non esiste un trattamento meglio di altri; premesso che non so cosa sia il "Metodo Ruffini" (ma personalmente diffido sempre di tutte le terapie spacciate per miracolose che iniziano con la parola "metodo"), da quello che racconta i medici che stanno seguendo la paziente hanno sicuramente fatto tutto ciò che c'è da fare, ivi compresa la VAC, essenziale in questi casi.
Bene hanno fatto i medici a non far effettuare la risonanza, che non è assolutamente utile in queste situazioni: la presenza di quadro settico genera artefatti non interpretabili correttamente e non è sicuramente l'esame giusto per l'osso.
L'Acinetobacter richiede una consulenza specialistica infettivologica; ma sicuramente i medici del centro dove la paziente è ricoverata, ci avranno già pensato. Purtroppo si tratta di un agente infettivo estremamente aggressivo, contro cui abbiamo pochissime risorse. Ad ogni modo, data la situazione, lo sbrigliamento chirurgico effettuato è stato sicuramente efficiente nella gestione di questa problematica così grave, spesso esiziale nonostante le cure.
E, da quello che racconta, mi sembra che la gestione sia stata esemplare

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Sono d'accordissimo con il collega
d'accordo con il collega ma valuterei l'opportunità di trattare con ozono terapia sia in sacchettature sia via meso e sottocute in zona perilesiva
Buongiorno. Pur non conoscendo il caso e non sapendo se la paziente risulta ricoverata in T.I., ritengo che possa essere utile prendere in considerazione l'opportunità di una terapia iperbarica. In Emilia Romagna abbiamo due centri di eccellenza: il centro iperbarico di RAVENNA e quello di FIDENZA. Tale terapia ha effetti dimostrati in tutti i casi di gangrena dei tessuti molli.
In bocca al lupo.

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