Salve, scusate l'orario in cui scrivo, mezzanotte inoltrata. Sono un ragazzo di quasi 29 anni. Purtr

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Salve, scusate l'orario in cui scrivo, mezzanotte inoltrata. Sono un ragazzo di quasi 29 anni. Purtroppo non ho mai lavorato finora, ho avuto una buonissima "carriera" scolastica, diplomato al liceo scientifico con 87 oramai 10 anni or sono. Sono molto introverso caratterialmente, ma ciò non mi ha mai impedito(a parte discussioni, per motivi seri, con determinate persone che si sono rivelate false e mere approfittatrici) di coltivare rapporti sani di amicizia e stima con gli altri. Ho la mia cerchia stretta di amici, come è classico che sia, per tutti. Ho una famiglia (madre e padre, "anziani",almeno per i criteri di un tempo..sono entrambi verso la settantina di anni) che mi ama e ha sempre sostenuto. Veniamoci alla nota dolente:so che scrivere qui probabilmente non risolverà il problema, ma almeno mi sarò sfogato. Mi iscrissi, appena diplomato, ad ingegneria, nella speranza di riuscirci. Riuscii a dare i primi esami,seppur zoppicando, ma poi mi accorsi che era una strada troppo intricata e per la quale molto probabilmente non sono portato. Tentai di salvare il salvabile(ma feci peggio)in periodo pandemico, passando a matematica(col senno soprattutto di ora mi prenderei a testate sul muro e ancora mi chiedo come mi sia venuto in mente di farlo): alla fine ho buttato tutto, essendo passato, come si suol dire, dalla padella nella brace. Nel frattempo, come tantissimi altri giovani, ho tentato parecchie selezioni in ferrovia(e siamo stati scartati in parecchi, ogni volta). Un'altra selezione, pubblica, per vigili urbani, fatta ovviamente per ripiego e almeno per provarci ("perso per perso", come si dice), seccato anche lì. Ho tentato di studiare tecniche della prevenzione negli ambienti e luoghi di lavoro (professioni sanitarie)da novembre scorso, rimettendomi in gioco, ma le cose si sono rivelate più difficili del previsto e mi sto rendendo conto che anche questa sia una cosa più grande di me. Ora mi sento totalmente perso. A parte le opportunità di lavoro che, purtroppo, oggigiorno sono scarse per moltissimi, è un po' di tempo che mi sento inadeguato, come se partissi sconfitto sin da subito nel fare qualsiasi cosa e con la maledetta paura di sbagliare per l'ennesima volta perdendo altro tempo. Detta in parole povere, ho voglia(e necessità, come tutti) di far qualcosa per il mio futuro, per campare, detta papale papale, ma non so che pesci prendere. Perdonatemi per lo sfogo e Vi ringrazio anticipatamente.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Salve sicuramente le consiglio di iniziare un percorso di psicoterapia anche semplicemente come sostegno nel periodo di ricerca di una strada lavorativa. In bocca al lupo! Rossella Chiusolo


Grazie per aver condiviso la tua storia. Non sei solo in questa esperienza, molti giovani attraversano periodi di incertezza e difficoltà simili. Vorrei offrirti qualche riflessione che potrebbe aiutarti a orientarti in questo momento.
1) Ogni esperienza, anche quelle che sembrano fallimenti, può insegnarci qualcosa di prezioso. Hai già dimostrato una grande determinazione e capacità di adattamento cercando diverse strade per trovare la tua vocazione. Anche se queste esperienze non hanno portato ai risultati desiderati, ti hanno comunque fornito delle lezioni importanti su te stesso e su ciò che vuoi o non vuoi fare.

2) La paura di sbagliare e di perdere altro tempo è comune, ma è importante non lasciare che questa paura ti paralizzi. Ogni passo che fai, anche quelli che sembrano piccoli o insignificanti, ti avvicina a una maggiore comprensione di te stesso e delle tue capacità.

3) Dedica del tempo a riflettere su ciò che ti appassiona davvero e su quali siano le tue abilità naturali. Puoi farlo attraverso esercizi di autovalutazione, conversazioni con amici fidati o con un consulente di orientamento professionale.

4) Parla con un professionista. Uno psicoterapeuta può aiutarti a gestire l'ansia, la paura di fallire e a trovare una maggiore chiarezza sul tuo percorso futuro.

5) Impara tecniche di Mindfulness e Ipnosi: la mindfulness può aiutarti a vivere nel presente e a ridurre l'ansia legata al futuro, l'ipnosi a esplorare e ristrutturare pensieri negativi e potenziare la tua autostima.

6) Condividi i tuoi sentimenti con la tua famiglia e i tuoi amici.

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Buonasera, per uscire da questa impasse dove si sente perso può essere utle rivolgersi ad uno psicoterapeuta per lavorare sul ritenersi inadeguato e la paura di sbagliare, nel contempo esistono servizi pubbllici che erogano gratuitamente percorsi di orientamento formativo e professionale al fine di trovare la strada più adatta a lei. Un caro saluto. Dr.ssa Lorena Ferrero
Buongiorno, mi spiace per ciò che ha vissuto e sta vivendo. In questi casi potrebbe essere utile un ciclo di psicoterapia come strumento per capire veramente ciò che vuole, alimentare la stima verso di sè e le sue spinte motivazionali, capire quali bisogni sono frustrati e se ve ne siano alcuni ipo/iperstimolati. A volte può essere troppo attivato il sistema del "rango", che può tradursi in un bisogno di apprezzamento come unica via per alimentare un senso di amabilità verso di sè. Per capire ciò che desidera, quali sono le cause precise del suo malessere e qual è la via che vorrebbe intraprendere, potrebbe essere necessario un intervento terapeutico.
Ad ogni modo, anche se non volesse cogliere questa opportunità, le auguro il meglio. Resto a disposizione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Lo Re
Psicologa Psicoterapeuta
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Buongiorno, il lavoro e l'autonomia economica è sicuramente tra gli aspetti più importanti per il benessere psicologico. Per questo credo che sia importante che si rivolga ai servizi pubblici esistenti sulla ricerca del lavoro, come base materiale ed emotiva della sua progettualità futura. Un sostegno psicologico (che potrà trovare anche in questi servizi) le potrebbe essere d'aiuto. Un cordiale saluto
Salve, come dire, se proprio si deve giungere qualcosa sembra che le sue ricerche siano assolutamente non lineari.
La sua introversione probabilmente limita anche il raggio d’azione che lei sente di potersi permettere.
Un bel percorso con uno psicologo psicoterapeuta potrebbe aiutarla a scoprire le sue risorse reali e a iniziare così un processo di potenziamento.
La psicoterapia umanistica in questo caso è la più indicata, unitariamente ad un percorso EMDR, questi due strumenti la aiuterebbero a rimuovere gli ostacoli e a potenziare il senso di auto efficacia.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno, credo che possa esserle utile rivolgersi ad un ente di orientamento sulla scelta della facoltà di studi universitari, se come ho capito, ha ancora voglia di studiare e mettersi in gioco. Sarebbe poi interessante capire il perché ha abbandonato ingegneria, se perché non le piaceva o per dubbi su se stesso. In quest'ultimo caso sarebbe opportuno intraprendere un percorso di sostegno o di psicoterapia per valutare la percezione che ha di sé.
Non si arrenda.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, comprendo quanto possa essere difficile e doloroso vivere la situazione che descrive, specie in una cultura che tende a "misurare" gli individui sulla base della performance lavorativa. Come hanno consigliato anche i colleghi, un percorso volto all'esplorazione della propria identità e del proprio mondo emotivo può senz'altro essere d'aiuto. Le auguro di riuscire a imboccare la strada che più si adatta a lei. Cordiali saluti, Dott. Alessandro Di Caro
Buongiorno, i fallimenti ci insegnano sempre qualcosa ma per lei sembrano diventare motivi di arresto. Chi è passato attraverso selezioni pubbliche, come il sottoscritto, sa quanto sia frustrante e che di certo entrare al primo tentetivo non è la regola ma l'eccezione. Credo che beneficerebbe di un percorso di psicoterapia per riflettere meglio su se stesso e sulla strada che vuole intraprendere.
Salve, grazie della sua franca lettera. Fino alla Maturità la sua carriera di studi è stata brillante. La famiglia è presente, ha una cerchia di amici. L'impasse si presenta con la scelta universitaria. Più tentativi, cambi, la situazione non decolla. Ho voluto riassumere per focalizzarmi su alcuni aspetti. Non ha incontrato un ambito nel quale sia andata bene, ma questo non vuol dire che non lo troverà. Le sue capacità sono comprovate, è una questione di trovare qualcosa che le piaccia veramente. La spinta all'autonomia è propria della sua età. Molti giovani si trovano nella sua stessa situazione, anche a causa di una società che costruisce i suoi valori sull'apparenza, la competitività, la velocità. cerchi di riconquistare la fiducia in se stesso, non si dia addosso, non parli di fallimenti. Ha bisogno di incoraggiamento, non di critiche. Si faccia sostenere da un percorso psicoterapeutico, investa su di sè e vedrà che poi le si chiariranno le idee su cosa fare da grande. Ricordi che si può studiare anche da grandi, lavorare e studiare allo stesso tempo ecc. Le soluzioni si trovano quando si è chiarito il cammino. In bocca al lupo dott.ssa Silvia Ragni
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Buongiorno, a volte non si riesce ad andare oltre perchè c'è qualcosa che ci blocca, di solito una convinzione, radicata nel tempo, nei discorsi famigliari o con gli amici, una credenza fondata anche sulle nostre esperienze, che l'hanno confermata e continuano a confermarla. Quando non si sa cosa fare, quindi, spesso c'è una nostra convinzione che lavora in senso contrario. Capita molto frequentemente. Prima di capire cosa ci piace fare, che strada percorrere e in che cosa impegnarci, per mia esperienza dovremmo ricercare questa convinzione e pian piano trovare delle alternative ad essa, sostenute nel tempo da nuove esperienze che andranno a convalidare una nuova credenza, più efficiace e positiva per il nostro benessere. Ciò si può provare a fare da soli, ma senza paura di chiedere aiuto se poi non ce la si fa. Chiedere aiuto, magari a un professionista, non è segno di debolezza ma di coraggio e forza (dove coraggio significa cor abeo = aver cuore/seguire il proprio cuore e forza è tutta l'energia che serve per farlo).
Buon percorso di vita! ...e se ne sentirà il bisogno, io sono qua. Barbara Bellini
Gentile utente, capisco il suo disagio e la ringrazio per averlo condiviso con noi.
mi pare di capire che ci sia una difficoltà interna ad avere un proprio progetto di vita e temo che le difficoltà della nostra realtà di studio/lavoro contribuisca ad amplificarle. Credo che un percorso di psicoterapia possa aiutarla a chiarirle i pensieri.
resto a disposizione e le auguro buone cose, PF
Gentile utente di mio dottore,

le diverse strade intraprese e poi mollate restituiscono l' idea di quanto per lei sia più semplice lasciar perdere anziché perseverare. Mi chiedo da dove nasca questo suo desiderio di lasciare andare in fretta le cose prima di esplorarle un pochino più approfonditamente, magari prendendosi un pochino più sul serio. Alla base di queste sue difficoltà andrebbero esplorate alcune premesse e quelle che potrebbero esser eventuali insicurezze che non le consentono di andare avanti nella vita. Oggi è qui a chiedere aiuto in quanto si sente bloccato a differenza di altri suoi coetanei nel trovare una qualche collocazione all'interno di questo mondo.
Nel caso volesse approfondire il discorso all'interno di uno spazio più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle, sarei disponibile ad accogliere la sua richiesta di aiuto.
Ricevo anche on-line.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso qui il suo malessere,
purtroppo è una situazione che crea non poche difficoltà a molte persone, e mi rendo conto che il continuo tentare senza ricevere possa far scattare pensieri di inadeguatezza; ed è possibile che sia proprio su questa tipologia di pensieri e di idee che sarebbe importante lavorare, in quanto il modo in cui ci percepiamo è anche ciò che poi rilasciamo nel mondo, per cui capita che il fatto che noi pensiamo a noi stessi in un certo modo, fa in modo che agiamo( anche inconsciamente) in modo tale da confermare quella credenza, anche se non è un nostro desiderio. Ci sono tanti sistemi che si attivano, e le idee che abbiamo su noi stessi hanno delle origini più profonde che forse vale la pena indagare per sconfiggere alcune paure e modificare alcuni pensieri disfunzionali che ci tengono ancorati in zone che non funzionano per noi.
Un caro saluto, Dott.ssa Carmen Tedeschi
Salve,

Comprendo quanto possa essere difficile sentirsi smarrito dopo diversi tentativi che non hanno portato ai risultati sperati. Hai mostrato determinazione nel rimetterti in gioco più volte, e questo è un segno di grande resilienza. Forse potrebbe essere utile riflettere su come le aspettative, tue e delle persone intorno a te, influenzino le tue scelte e il modo in cui percepisci i successi e gli insuccessi.

A volte, il timore di deludere gli altri o se stessi può creare una pressione che rende più difficile individuare la propria strada. Potrebbe valere la pena esplorare cosa realmente ti appassiona, al di là dei percorsi che hai già intrapreso. Considera anche come le tue relazioni e il contesto sociale possano offrire spunti o opportunità che magari non hai ancora valutato.

Non sei solo in questa situazione, e confrontarti con le persone a te vicine o con un professionista potrebbe aiutarti a vedere le cose da una prospettiva diversa.

Un saluto,
Dott. Marco Di Campli, psicologo psicoterapeuta
Buonasera,

grazie per aver condiviso la sua storia, comprendo quanto possa essere frustrante sentirsi bloccato in questo momento della vita. Ha cercato di rimettersi in gioco più volte, con coraggio, ma ogni tentativo che non è andato come sperato può aver contribuito a far crescere quel senso di inadeguatezza che descrive. Questa sensazione di "partire sconfitto" è comune quando ci si sente ripetutamente delusi dalle proprie aspettative e dal contesto lavorativo, che sappiamo essere complesso e difficile per molti giovani.

Ciò che emerge chiaramente dal suo racconto è la sua tenacia: nonostante le difficoltà, non ha mai smesso di provare. Questo è già un segno di grande forza, anche se in questo momento la percezione del fallimento sembra pesare di più.

Un percorso di orientamento o supporto psicologico potrebbe aiutarla a fare chiarezza su cosa vuole realmente e su quali siano le sue risorse, permettendole di costruire un futuro professionale che si adatti meglio a ciò che è e a ciò che desidera. È normale avere incertezze, ma la chiave è non lasciarsi definire dagli errori o dalle strade interrotte. Piuttosto, questi possono essere punti di partenza per capire meglio sé stessi e cosa davvero le interessa.

A volte, sentirsi perso può essere un segnale che è il momento di rallentare e riflettere, senza la pressione di dover trovare una soluzione immediata. Può fare la differenza anche aprirsi con qualcuno, magari un professionista, che possa aiutarla a vedere i suoi punti di forza da un’altra prospettiva.

Non perda di vista che il suo valore non è legato solo ai traguardi raggiunti, ma anche alla resilienza che ha dimostrato nel continuare a cercare il proprio percorso.

Un caro saluto,

D.ssa Violeta Raileanu

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