Salve, scrivo qui nella speranza di ricevere altre opinioni e per capire se sono io quella che sta s

19 risposte
Salve, scrivo qui nella speranza di ricevere altre opinioni e per capire se sono io quella che sta sbagliando o meno.
Di tutto quello che leggerete ne ho già discusso con la mia attuale psicoterapeuta.
Vado in terapia dal 2016, tra varie sospensioni, chiusure e momenti di pausa sono stata sempre costante ad andare.
Ho portato tutto il mio dolore lì dentro, sono stata sincera con me stessa e con lei.
Non so quale sia la mia diagnosi, lei ritiene che non mi serva e io la penso più o meno allo stesso modo, in realtà avrei poi paura di etichettarmi con quella parola.
Soffro d'ansia che tendo a somatizzare, ne soffro dal 2012.
Le cause: timidezza, paura del giudizio delle persone, bullismo subito, ambiente e famiglia non proprio "salutari", paura e ansia sociale, paura di crescere, di avere responsabilità, del futuro in generale.
Questa situazione io credo mi abbia portato un pò di depressione (non mi sto diagnosticando nulla, è solo un pensiero, so bene che la diagnosi la fa un terapeuta o uno psichiatra). Perchè dico questo? Perchè da un paio d'anni mi capita spesso di non avere più voglia di vivere, letteralmente, ci sono periodi che possono durare una o più settimane in cui le passo stando a letto, non lavandomi, usando il cibo solo come valvola di sfogo, alternando il dormire con il passare ore e ore su internet, sentendomi sola, in colpa ed incompresa per tutta questa situazione.

Ora la mia terapeuta mi chiedeva di dover accettare questo dolore e di non "respingerlo" perchè sarebbe peggio, ma io non ce la faccio anzi il solo pensiero di dover accettare qualcosa che mi fa male mi fa stare peggio, voi accettereste mai di convivere con un dolore al braccio? O ad un dente? Certo che no.
Le ho chiesto di aiutarmi che nel frattempo io non posso stare così, vorrei sentirmi diversa, lei mi ha detto questo: "Entrambi facciamo ciò che si può fare adesso. Tu vieni alle sedute e parli io ti aiuto a capire. Credimi che non sei solo tu a soffrire perché non guarisci. Anche io soffro perché tu stai male ma per farti guarire devo rispettare i tuoi tempi.. Tu hai fretta ma non sei pronta a cambiare velocemente. Perché tu sei fatta così. Hai bisogno di lentezza. Per affrontare questi momenti puoi solo imparare ad ammettere che hai un problema e chiedere alla tua famiglia di sostenerti. Di aiutarti a non stare tutto il giorno in pigiama, di ricordarti di lavarti...queste cose sono compiti loro, non miei. Queste cose dipendono da te. Anche questo fa parte della terapia. Prenderti l'impegno di alzarti e lavarti, anche se non devi uscire.".

Quello di sforzarmi è una cosa che faccio da sola già ancor prima di iniziare questo percorso, mi sforzo di fare tutto il contrario di ciò che avete letto in precedenza, ci riesco a volte per un paio di giorni ma poi tutto ritorna come prima. La mia famiglia in questo non mi aiuta, anzi mi urla contro e non capisce il motivo dei miei comportamenti, nonostante io abbia provato un miliardo di volte a spiegare loro la mia situazione. Mi spronano utilizzando un modo tutto loro.
Io non so che spiegazioni dare ad amici e parenti che mi chiamano per sapere se tutto va bene, io non voglio vedere più nessuno, sono stanca e ogni volta che sto tra le persone ho dei sintomi che non riesco più a controllare e che mi impediscono di stare bene fisicamente. Molto probabile perderò questa mia amica, ma non riesco a dirle la verità del perchè non voglio uscire.
L'unico cambiamento importante che ho visto è l'essere riuscita a mostrarmi con tutti i miei difetti e malesseri, dato che non riesco ad esserlo con nessuno. Altri piccoli cambiamenti ci sono stati come il diploma, l'aver preso la patente anche se non guido da sola per paura. Mi fido molto della mia terapeuta è l'unica che sa ascoltarmi e capirmi però ogni tanto mi vengono dei dubbi.

Io non ce la faccio più, non so cosa sto facendo, cosa ci faccio ancora qui....
Ogni tentativo mi sembra inutile, mi fa solo stare peggio e allora mi dico che potrei far risparmiare questi soldi a mio padre, se poi la situazione rimane quella che è.
Ci vuole tempo, si ma nel frattempo io sto morendo a poco a poco e nessuno sembra notarlo.
Gentilissima, forse occorrerà domandarsi qualcosa di quel suo “mi fido molto della mia terapeuta”. E’ davvero così? Occorrerà domandarsi questo proprio nel contesto del suo prossimo colloquio con lei. Momenti di dubbio o non totale fiducia nella terapia sono fisiologici, e, se debitamente affrontati e dichiarati, possono essere, anziché un ostacolo, motivo di ulteriore progresso nel percorso. Mi sembra inoltre importante domandarsi qualcosa in merito alla sua considerazione finale dove si chiede se non sia meglio “far risparmiare questi soldi a suo padre”: se la terapia e’ affrontata con impegno e convinzione risulta efficace e risolutiva, dunque il tema del risparmio non avrebbe nemmeno motivo di essere posto. Il denaro ben speso e’ sempre risparmiato. O no? Resto a disposizione per dubbi e chiarimenti, un saluto, Marta Corradi.

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Buonasera, da quel che scrive mi sembra che la sua terapeuta sia molto preparata e corretta. Mi rendo conto che il paziente vorrebbe star bene presto e definitivamente, ma nel suo caso le conquiste sono piccoli passi; il paziente deve impegnarsi molto e anche la famiglia può dare il suo efficace contributo; il terapeuta è un facilitatore di percorso.La sua terapeuta ha mai parlato con loro?
Avere dubbi è normale e fisiologico, se vengono esplicitati in seduta sono motivo di crescita dell'alleanza terapeutica. Resto a disposizione per chiarimenti e la saluto. Dr.ssa Daniela Benvenuti
Buonasera. Mi sembra che la relazione che ha costruito con la terapeuta sia valida e credo che lei come.le hannk suggerito le colleghe dovrebbe approfondire con lei i suoi dubbi.
Cosa si nasconde davvero dietro a queste perplessità ;cosa sta cercando in lei e cosa di traverso sta cercando di comunicare alla sua famiglia. Credo che la sua serenità valga i soldi spesi. Continui ad affidarsi. I momenti apparentemente peggiori in una psicoterapia sono quasi sempre quelli preparatori ad un serio progresso. Cari saluti
Buonasera! Ciò che scrive credo sia uno sfogo più che una domanda esplicita. Non ho dubbi che lei si stia impegnando ma quando la sua terapeuta le dice di non respingere il dolore, non le sta chiedendo di conviverci per sempre ma di "metterci il naso", di attraversarlo e comprenderlo con il suo aiuto.
Sicuramente non è facile ma per arrivare dall'altra parte del fiume bisogna attraversare i mostri che sono in mezzo e che fanno paura e tanto male. Spero che questa metafora le sia di chiarimento.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera, mi trovo ad essere daccordo con le colleghe che le hanno risposto. La sua terapeuta si sta mostrando attenta alla sua condizione di malessere ed ha un'idea di come possa evolversi in positivo il lavoro psicologico. Ma questo prevede tempi non programmabili razionalmente, poiché lei deve sentirsi via via pronta a fare certi passaggi emotivi, superando le resistenze che agiscono in lei inconsapevolmente. Il rapporto con la sua famiglia ad esempio può suscitarle una certa resistenza a fare progressi più velocemente. Poiché si aspetta qualcosa dalla sua famiglia, più comprensione, che non riesce a ricevere. Pertanto esprime con i suoi comportamenti, messaggi impliciti al sistema familiare. Sarebbe utile un coinvolgimento familiare in una fase della psicoterapia, mediato dalla sua psicoterapeuta. Auguri
Dr. Cameriero Vittorio
Gentile utente di mio dottore,
Continui il percorso di psicoterapia intrapreso, e di affidi allo specialista scelto. Ascoltare altri pareri potrebbe amplificare la confusione del momento. È impossibile prevedere le durate delle terapie, ed inoltre concordo col collega che dice ognuno ha i suoi tempi per cambiare e trovare la forza per poter rompere degli equilibri che in qualche modo comunque appaiono essere rassicuranti.
Non demorda e vedrà che con l'aiuto del suo psicoterapeuta pian piano le cose andranno meglio.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buonasera. Questo suo agito, scrivere in un portale quanto la sua terapeuta le ha detto, ha un importante significato: lei ha" tradito" (nel.senso latino, quindi trasportato ), però con l'obiettivo di "tradurre" (quindi di rendere condiviso ) il significato della vostra comunicazione. Sicuramente dietro avrà le sue motivazioni, ma noi siamo degli emeriti sconosciuti e sappiamo molto meno di lei, di quanto nn sappia la sua terapeuta. Concordate insieme il da farsi, anche alla luce di questa sua dilagante sofferenza
Cara utente, forse dovrebbe riflettere sul motivo reale per cui ha scelto di scrivere qui. Mi spiego meglio, se la relazione con la sua terapeuta è così profonda, stabile e importante e ne ha piena fiducia, che motivazione ha di cercare altre risposte altrove? Ci pensi e cerchi di essere sempre aperta e chiara con la sua specialista. <le auguro il meglio.
Dott.ssa Federica Leonardi
Cara utente di mio dottore, concordo con i colleghi nel consigliarle di affrontare con la sua terapeuta questa sua necessità di cercare una conferma sul lungo e complesso lavoro che sta affrontando. Vedo in lei una persona forte e coraggiosa che nonostante le molte difficoltà, la fatica e il dolore sta cercando di trovare un modo di reagire. Purtroppo ottenere dei risultati richiede tempo e bisogna saper valorizzare anche il più piccolo passo in avanti. Faccia attenzione a non minimizzare le molte conquiste che è già riuscita ad ottenere! Anzi, cerchi di nutrirsi proprio di quegli ostacoli che ha già saputo superare. Se ha saputo farlo una volta vedrà che saprà farlo ancora, se saprà crederci. Ci saranno giorni più faticosi ma se è riuscita ad ottenere dei risultati evidentemente la strada da percorrere, anche se lunga e tortuosa, è quella giusta. Un caro saluto, Dott.ssa Perla Amodio
Buongiorno, trovo quanto scritto un grido di sofferenza più che un quesito. Appare piuttosto evidente l'impasse che caratterizza il momento storico della sua vita e, forse, questo spazio può essere stato percepito come un'amplificatore della richiesta d'aiuto non limitata ad un solo psicologo, ma ad un'indefinita quantità. Chiunque, in uno stato di disagio, vorrebbe sentire quanti più pareri possibili, ma il rischio sta nel potenziale caos che ne risulterebbe. La sua terapeuta si è posta in modo autentico e rispettoso e credo vada seguita anche in un momento buio. Nonostante ciò, potrebbe anche valutare di sostituire una "variabile" ed affidarsi ad altro collega in modo da sperimentare una nuova spinta. Ripartirebbe da un ottimo punto, fatto di tutti i risultati che comunque ha ottenuto in questo percorso. Le auguro ogni bene, Dott Serafino Parisi
Salve signora, lei ha scritto "Ci vuole tempo, si ma nel frattempo io sto morendo a poco a poco e nessuno sembra notarlo". Io le chiedo se è sicura di questa affermazione, nessuno sembra notare la sua sofferenza, perché, da quanto lei riportato, la collega mi sembra l'abbia notato. Rispetti i suoi tempi perché il cambiamento magico non è possibile. Cordialmente, dott. Leonardo Ricci
Buonasera, la invito a parlare con la sua terapeuta di ciò che qui esprime. Il rischio che corre nell'ascoltare troppi specialisti è che uno ammortizzi l'altro facendo prevalere o meglio trionfare solo le sue difese...coraggio!
Buonasera. Le parole che ha deciso di affidare a questo portale arrivano a me come estremo bisogno di tirare fuori la sua sofferenza, che arriva molto forte.
Lei scrive di soffrire di ansia e paura sociale, di paura di responsabilità e di crescere. Descrivere soprattutto i suoi stati d'animo e la sua sofferenza, che le pesa come un macigno e che è diventata per Lei anche tale da doversi rinchiudere in casa, perchè in questo modo forse si sente più protetta. Solo nelle ultime poche righe acccenna appena al raggiungimento di una serie di cambiamenti e di traguardi, che tuttavia sembrano non essere abbastanza. Prendere la patente, raggiungere il diploma e soprattutto mostrarsi per quello che si è con tutti i propri pregi e difetti forse non sono traguardi da considerare importanti?Pur sempre nella sue difficoltà e grazie al supporto della sua terapia, sta andando avanti alternando momenti sì e momenti no. Ora forse si trova in un momento no, in cui tutto sembra un buco nero. Il mio invito è quello di considerare anche ciò che è invece è riuscita a raggiungere. La terapia, soprattutto se ha fiducia nella sua terapeuta, mi pare uno spazio adeguato per lavorare su tutto ciò. Forza. Un caro saluto Dot.sa Demontis Maria Gonaria
Buongiorno,
Stai descrivendo una condizione di profondo disagio, dev'essere molto difficile per te in questo momento e hai ragione a desiderare di voler migliorare la tua condizione!
È vero le difficoltà a volte è necessario accettarle, ma anche affrontarle!
Stai seguendo anche una terapia farmacologica?
In attesa della tua risposta ti porgo un caro saluto. Santo La Monica
Gentile utente, situazioni di stallo durante il percorso terapeutico posso capitare e condividerlo con il proprio terapeuta le può tornare utile per rileggere insieme il suo disagio. Le indicazioni date sull'accettazione del dolore che sta attraversando non la deve intendere come "rassegnazione" ma avere la forza di guardare in faccia quello che sta vivendo senza respingerlo. Rispetti i suoi tempi. Un cordiale saluto Anna Rita Grimaldi
Buonasera. Della sua descrizione mi hanno colpito le sue domande: "Voi accettereste di <<convivere>> con un dolore ad un braccio, o ad un dente"? La mia risposta è : "Certo che no!" Ma per poter star meglio è fondamentale e necessario accettare che si ha proprio quel dolore, che si sente proprio in quel punto, in quel modo, in quei momenti e quanto altro è utile per identificarlo e conoscerlo, per farlo proprio in un certo senso, dopodiché si può scegliere e decidere cosa fare per migliorare il proprio benessere.
Accettare il suo dolore non significa che lei "è riducibile" a quel dolore, ma solo che "ha" quel dolore, che "sta soffrendo" per quel dolore, mentre lei è molto altro da quel dolore.
Nel rispetto dei suoi tempi, il mio feedback in definitiva è di condividere tutto quanto sente utile ed importante con la sua attuale terapeuta, avendo fiducia in lei ed in sé stessa allo stesso tempo, per poter continuare a crescere ed a migliorare la qualità della sua vita attraverso il percorso che state affrontando insieme.
I migliori auguri. Un caro saluto, Dott. Felice Schettini
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Lei descrive la sua situazione in modo chiaro e toccante. Accettare la propria sofferenza non vuol dire subirla e rassegnarsi ma vuol dire fare i conti con le "cause" più o meno inconsce del suo mal-essere. Le consiglierei di affiancare alla psicoterapia delle consulenze con un medico esperto in terapie innocue e naturali come la Floriterapia di Bach, l’Omeopatia Omotossicologica, la Nutraceutica, la Fitoterapia e la Psicoprobiotica che darebbero un impulso significativo al percorso che già sta facendo. Io sono medico specialista in psicologia clinica, psicoterapeuta omeopata ed esperto in terapie naturali e lavoro in questa maniera ottenendo ottimi risultati. Se le interessa approfondire sono a sua disposizione (telefonicamente o tramite messaggi) per ulteriori informazioni. Sono anche disponibile per consulenze on line. Cordiali saluti!
Salve. La sua terapeuta la sta sostenendo per aiutarla a stare a contatto col suo dolore. Lei ha sintetizzato molto bene la sua difficoltà nella frase: "mi spronano utilizzando un modo tutto loro". Forse il suo dolore è nella fatica di dover essere come le richiedono gli altri? Rispondere alle aspettative della società? Si lasci aiutare dalla sua terapeuta, rispettando i suoi tempi, a contattare il dolore, potrà trovare la fiducia in se stessa che le permetterà di vivere senza sforzarsi. Distinti saluti

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