Salve, Scrivo per una problematica che mi sta creando troppi problemi da anni. Ho 16 anni e poco pi

21 risposte
Salve,
Scrivo per una problematica che mi sta creando troppi problemi da anni. Ho 16 anni e poco più, ed è da quando ne ho ricordo che sono estremamente perfezionista. Questo concetto, però, spesso è confuso con la semplice precisione, ma sono aspetti diversi. Il mio perfezionismo mi porta a condannarmi continuamente per ogni singolo minimo errore ed influenza notevolmente la mia vita in ogni ambito. Ciò, inoltre, non viene mai riconosciuto come un vero problema, in quanto viene scambiato per professionalità, determinazione o addirittura maturità. Un esempio molto banale è nell'ambito scolastico. Ho voti eccellenti, che molti miei compagni invidiano, eppure, appena non riesco a rispondere anche solo ad una domanda, continuo a ripensarci ed a pensare a quanto io sia stupida. Mi vergogno persino a dire che ci sono piccole figuracce a cui io non riesco a smettere di pensare. Ad esempio, oggi ho incontrato in strada un professore molto importante e severo che insegna nella mia classe, erano circa le 18 di pomeriggio ed ho detto "buongiorno" invece di "buonasera". Razionalmente so che è un evento che non ha alcuna importanza, ma ci ho riflettuto per tutto il giorno. Non riesco a perdonarmi la sconfitta e l'errore, portandomi ad avere abilità anche eccellenti, che le persone invidiano senza sapere davvero cosa ci sia dietro. Mi viene naturale comportarmi così, e fino a uno o due anni fa, non mi rendevo neanche davvero conto della situazione. Questo, inoltre, influisce anche nei rapporti personali, in quanto non riesco a mostrarmi debole e fragile, cercando costantemente di nascondere il mio malessere mentale, ma anche fisico (addirittura se dovessi avere mal di pancia, ma devo andare a mangiare con un'amica, non le direi niente ed a limite prenderei meno cibo). Questa difficoltà nell'espormi, mi impedisce anche di creare rapporti seri e duraturi, dato che le persone potrebbero avere la sensazione di non conoscermi abbastanza o che io sia "finta". Tante volte dei conoscenti mi hanno fatto notare questo, magari dicendo "ma tu non soffri mai?", "non ti ho mai vista piangere o stare male" "come fai ad avere voti così alti, sei un robot?". È, forse l'aspetto della mia vita che mi fa più male, in quanto non ne ho il controllo. Non decido io di pensare tutto il giorno ad una figuraccia o ad un mio errore, lo faccio in modo naturale. Ci sono diversi malesseri mentali che ho avuto o ho (specifico, che non ho avuto alcuna diagnosi, perciò li chiamo malesseri mentale, dato che non posso dargli un nome), ma penso che questo perfezionismo sia alla base anche di tanti altri. La mia famiglia ogni tanto pretende che io riesca a non sbagliare, ma neanche così tanto, (ad esempio io ho una media scolastica abbastanza alta, i miei genitori non hanno mai preteso un voto specifico, se la avessi anche leggermente più bassa non mi farebbero o direbbero niente, però comunque ogni tanto sono abbastanza severi). La problematica connessa a questo, sta nel fatto che gli altri (genitori, professori, amici, compagni di classe ecc...) non capiscono che tutto ciò non è un pregio, e perciò tendono ad incoraggiarmi ad andare avanti così ed a farmi notare quando sbaglio (ad esempio se un giorno prendessi un brutto voto i miei genitori mi chiederebbero subito il motivo, si allarmerebero e si giusticherebbero dicendo "ma ti stiamo chiedendo tutto ciò solo perché di solito vai sempre bene a scuola, se oggi sei andata male vorrei capire se c'è un motivo), ma questo alimenta ancora di più questo perfezionismo. Sento addosso il peso di delle alte aspettative, anche quando le persone non si aspettano niente. Vorrei capire se ci sono dei motivi che portano le persone a diventare/essere così, se esistono dei disturbi relativi a questo (non per fare diagnosi, ma perché se sapessi più o meno i nomi di alcuni disturbi, vorrei cercare di informarmi e vedere se riesco a fare qualcosa nello specifico) e, inoltre, come riuscire a fermare questo circolo che mi porta solo ad ansie, paure e insoddisfazioni (consapevoli del fatto che la scelta più opportuna sarebbe la terapia).
Vi ringrazio per eventuali risposte.
Buona giornata.
Salve,
Il modo in cui descrive il suo perfezionismo e il peso che questo ha nella sua vita, compreso il continuo giudizio su sé stessa per ogni errore, è qualcosa che può essere molto gravoso e faticoso da portare avanti. È comprensibile che chi la circonda, vedendo solo i suoi risultati eccellenti, possa non riconoscere la sofferenza che c’è dietro. Il perfezionismo, come ha intuito, non è semplice precisione o professionalità, ma può rappresentare una forma di controllo su sé stessi che spesso si trasforma in una costante auto-svalutazione.

Il desiderio di evitare l’errore a tutti i costi e la difficoltà a perdonarsi anche per piccoli sbagli come dire "buongiorno" al posto di "buonasera" possono indicare una forma di ansia che si manifesta attraverso il perfezionismo. Questa tendenza può essere legata a una condizione chiamata disturbo ossessivo-compulsivo di personalità (OCPD), che non va confuso con il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), o ad altre forme di ansia che si manifestano attraverso un bisogno di controllo e di non mostrare vulnerabilità.

È interessante il fatto che lei riconosca quanto questo la limiti anche nei rapporti personali, perché non riuscire a mostrare fragilità può effettivamente impedire di stabilire legami autentici. Nascondere il proprio malessere fisico o emotivo, come accennava, può alimentare la sensazione che gli altri la vedano come "perfetta", quando dentro si sente molto diversa.

Le dinamiche familiari che descrive, in cui i suoi genitori non le chiedono direttamente la perfezione ma, al tempo stesso, notano subito eventuali imperfezioni, possono aver contribuito a costruire in lei una pressione costante. Anche se le intenzioni dei suoi genitori non sono negative, il perfezionismo può essere alimentato proprio da queste aspettative implicite.

Esistono sicuramente tecniche che potrebbe esplorare per cercare di alleviare questo circolo vizioso, ma il fatto che abbia già preso in considerazione l’idea della terapia è un passo molto importante. Il supporto di un professionista potrebbe aiutarla a sviluppare una maggiore consapevolezza dei meccanismi che la portano a comportarsi in questo modo, e a imparare strumenti per gestire meglio le sue ansie e paure.

Se sente che il perfezionismo le sta creando un peso troppo grande, il passo successivo potrebbe essere valutare la possibilità di iniziare un percorso terapeutico che le consenta di affrontare più da vicino queste difficoltà e trovare il modo per sentirsi più libera e meno oppressa dalle aspettative, sia proprie che altrui.

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Carissima utente, hai trovato le parole perfette per esprimere il tuo disagio, evidenziando tutto il malessere che ne deriva e le conseguenze che esso porta. Prima di qualsiasi diagnosi è proprio questo il campanello di allarme: qualunque sia in nome della tua sofferenza, che è giusto venga dato da professionisti del mestiere una volta intrapreso un percorso, il motore che deve spingere la tua scelta in termini di richiesta di aiuto è proprio il tuo dolore e quanto questo comprometta la tua vita. Il rischio dell'"informarsi" senza gli strumenti per discriminare le informazioni raccolte, potrebbe portare a conseguenze poco simpatiche e sicuramente scarsamente utili nel tuo percorso di vita. Presumibilmente nel tuo assetto identitario l'altro rappresenta un canale di ancoraggio alla realtà e al tuo senso di te molto forte. Parli inoltre di un senso di perfezionismo che si associa ad un senso di inadeguatezza nei contesti sociali, aspetti che entrambi limitano il tuo senso di libertà nel quotidiano. La rigidità che applichi nel giudizio di te andrebbe analizzata nelle diverse esperienze di vita, smontandole insieme e cercando l'incipit di questo meccanismo e circolo vizioso. Qualora avessi voglia di intraprendere un percorso puoi contattarmi online direttamente da qua, entrando sul mio profilo: ricorda che in quanto minorenne, i tuoi genitori dovranno esprimere il loro consenso.
Buonasera, la caratteristica di perfezionismo porta con sè una alta dose di ansia, che sia accompagna anche ad una possibile ansia da prestazione. Infatti si cerca sempre di raggiungere un risultato migliore o superiore a quello precedente, arrivando però ad esserne alcune volte insoddisfatti e spingerci sempre oltre. E' plausibile pensare che alla base ci possa essere anche una scarsa autostima e per vincere la paura di essere "meno" degli altri ci si sforza di ottenere sempre il massimo per dimostrare di essere allo stesso livello. La competizione può essere un buon volano per migliorarsi ma è fondamentale che non diventi una battaglia contro noi stessi.
Mi pare di leggere che i giudizi hanno un peso importante per lei, ma credo che sia opportuno dare peso diverso a giudizi diversi. Siamo noi che per primi dovremmo sospendere il giudizio su noi stessi e iniziare a perdonarci anche quando le cose che facciamo o pensiamo non sono perfette come le vorremmo. Il perdono è un'arma potentissima per prendersi cura di noi stessi. Cerchi di allontanare con altri pensieri il rimuginio su ciò che fa o che sbaglia, partendo dal presupposto che gli errori hanno anche una valenza positiva.
Mi auguro che le cose possano andare meglio.
Un saluto.
Buongiorno gentile Utente, la sua descrizione mette in luce un disagio legato a un perfezionismo che, come giustamente ha evidenziato, va oltre la semplice precisione e dedizione. Questo tipo di perfezionismo può avere un impatto significativo su vari aspetti della vita, portando ad ansia, insoddisfazione e difficoltà nei rapporti personali.

È importante riconoscere che il perfezionismo può diventare problematico quando, invece di essere uno strumento per raggiungere l’eccellenza, diventa una fonte di stress e auto-condanna continua. Le aspettative, che sente provenire non solo dagli altri ma anche da se stessa, sembrano generare una pressione costante, anche quando gli altri magari non hanno richieste esplicite. Il fatto che questa tendenza venga spesso confusa con determinazione e maturità da parte di chi la circonda non aiuta a far capire il disagio che sta vivendo.

Come ha notato, il perfezionismo viene spesso valorizzato dalla società, specialmente in ambito scolastico o lavorativo, ma quando si trasforma in autocritica continua e incapacità di accettare anche i minimi errori, diventa un ostacolo. Non è insolito che chi ne soffre si senta intrappolato in un circolo vizioso di aspettative e frustrazione, tuttavia con specifici protocolli psicologici è possibile riconoscere ed interrompere questi circoli viziosi.

Il fatto che continui a rimuginare su piccoli errori o figuracce, come l'episodio del "buongiorno", è un segno che il perfezionismo sta diventando una forma di ansia. Si concentra su eventi che, razionalmente, sa essere insignificanti, ma che continuano a pesarle. Questo è un meccanismo comune nelle persone che lottano con il perfezionismo.

Anche se i suoi genitori o professori non le chiedono esplicitamente di essere perfetta, lei avverte comunque una pressione interna a mantenere certi standard. Questo può creare un senso di isolamento e una percezione di dover mantenere una "facciata" impeccabile, impedendole di mostrare vulnerabilità o debolezza.

Pur non potendo fare una diagnosi specifica, ci sono disturbi che possono essere collegati al tipo di perfezionismo che descrive. Uno di questi è il Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità (OCPD), caratterizzato da una preoccupazione eccessiva per l'ordine, il controllo e la perfezione, spesso a scapito della propria serenità. Tuttavia, anche l'ansia generalizzata può presentarsi con sintomi simili, dove le preoccupazioni eccessive si estendono a molti aspetti della vita.

Il primo passo per uscire da questo circolo è riconoscere che il perfezionismo, per quanto possa sembrare una qualità, sta avendo un impatto negativo sulla sua vita. Potrebbe cercare di sfidare i pensieri automatici che la portano a condannarsi per piccoli errori, ricordandosi che l’errore fa parte del processo di crescita e apprendimento. Inoltre, potrebbe trovare utile iniziare a lavorare su una maggiore accettazione di sé, anche nelle imperfezioni.

La terapia sarebbe certamente il passo più indicato, come ha già menzionato, poiché le offrirebbe uno spazio sicuro in cui esplorare queste dinamiche e sviluppare strategie più funzionali per affrontare l'ansia e il perfezionismo. Un terapeuta potrebbe aiutarla a riconoscere i pensieri distorti che alimentano il perfezionismo e a sviluppare un approccio più compassionevole verso se stessa.

Nel frattempo, potrebbe essere utile praticare piccole sfide quotidiane per ridurre il bisogno di perfezione, come accettare di fare qualcosa "abbastanza bene" piuttosto che "perfettamente", o riconoscere e celebrare i propri successi, anche se non impeccabili.

Spero che queste riflessioni possano esserle di aiuto, se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di intraprendere un percorso di supporto psicologico resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
Prenota subito una visita online: Colloquio psicologico clinico - 75 €
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Gentile utente, leggendo le sue parole ho sentito una profonda sofferenza.
Anche dalle sue parole si comprende che per lei questi aspetti sono fonte di malessere.
Si conceda di prendersi cura di sè stessa cercando il supporto di uno/una psicoterapeuta.
Ricevo anche online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Genoveffa Del Giudice
Buongiorno cara utente, vedo già che diverso colleghi hanno risposto e condivido tutto ciò che è stato detto, quindi sarò breve.
Si esiste un motivo a tutto questo, tutto ha un senso e bisogna trovarlo. In terapia individuale questo è possibile, tuttavia le consiglio un percorso di terapia familiare in concomitanza con quello individuale, semplicemente perché lei racconta di essere stata sempre così, e questa caratteristica viene alimentata all'interno delle dinamiche familiari quotidiane. Con l'aiuto della sua famiglia quindi sarà possibile arrivare a un punto in qualche seduta, per permettere poi di continuare il suo percorso individuale e finalmente a crescere. Immagino che i 16 anni sono un momento delicato e se questo perfezionismo e rimuginio blocca e ostacola questa fase di crescita diventa piuttosto grave e pesante. Però la strada credo fermamente quella che ho detto.
Prenota subito una visita online: Terapia familiare - 70 €
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Gentile utente, il modo in cui descrive il suo perfezionismo e il peso che questo ha nella sua vita, compresa la continua autocritica, lascia trapelare perfettamente il disagio e la condizione di malessere che prova. È comprensibile che chi la circonda, vedendo solo i suoi risultati eccellenti, possa non riconoscere la sofferenza che c’è dietro. Forse il suo tentativo di essere sempre "perfetta" le impedisce anche (pur non volendolo) di mostrarsi vulnerabile e fragile, motivo per cui gli altri non si rendono conto che in realtà questo eccessivo perfezionismo è fonte di sofferenza. Credo sia utile cominciare a parlarne senza paura di deludere le aspettative degli altri. La sua è un'eta delicata in cui si comincia ad esplorare la propria identità e allo stesso tempo si sente il bisogno di avere ad ogni costo l'approvazione dell'altro. Dunque, probabilmente, non riesce a rinunciare al suo "perfezionismo" perché rappresenta per lei una "corazza" necessaria per essere riconosciuta dalla sua famiglia, dai professori, dagli amici ecc. Cerchi di dare spazio ai suoi sentimenti più profondi, alle sue emozioni e sensazioni senza avere paura che gli altri possano giudicarla negativamente per questo. Credo fortemente che un percorso terapeutico possa aiutarla a riconoscere i suoi aspetti più nascosti. Per qualsiasi informazione non esiti a contattarmi (ricevo anche online). Un caro saluto Dott.ssa Martina Riolo
Gentile utente. Grazie per aver condiviso la sua situazione. Da quello che scrive e da come scrive si evince la sua precisone e attenzione ai particolari. Ha scritto che sente addosso il peso delle alte aspettative, anche quando le persone non si aspettano niente. Questo la appesantisce e la porta ad essere molto severa con se stessa al punto che non riesce a giustificare nemmeno un banale errore di confusione tra "buongiorno" e "buonasera". E' giusto sentirsi di poter eccellere quando le nostre capacità ce lo consentono, bisogna però anche perdonarsi nel momento in cui ciò non accade. Nella vita si cade e ci si rialza. Si perdoni le piccole cadute. Si goda anche i momenti di delusione e i suoi errori. Non sbagliare mai è impossibile ma pensare a dove si è sbagliato è positivo ed aiuta a correggere l'errore. Cerchi di non caricarsi troppo il peso delle piccole cadute, le apprezzi e riparta da queste per correggerle senza un peso eccessivo.
Spero di esserle stato di aiuto. La ringrazio. Un caro saluto. Dott. Stefano Recchia

Gentilissimo, se ti dico che hai scritto una lettera che descrive perfettamente la tua situazione, rinforzo il tuo perfezionismo, quindi non lo dirò. Ti dirò invece che ti meriti di stare bene ed essere felice come tutti. "Smontare" a volte è più difficile che "montare" perciò sarà necessario un lavoro per arrivare ogni tanto a “sbagliare” . Un percorso psicoterapeutico ti permetterà di approfondire queste tue caratteristiche, andando a cercarne le origini, ma al contempo lavorerà per trovare delle modalità che ti aiutino nel presente della tua vita quotidiana. Ti consiglio di non pensarci su, ma di agire perché la qualità della vita ha un grande valore a tutte le età e non è giusto che vivi con questa sofferenza. Ti do la mia disponibilità qualora volessi fare un percorso on line, in presenza se sei di Roma. Cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
Prenota subito una visita online: Consulenza online - 70 €
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Carissima Utente,
la ringrazio per aver condiviso con questa community un momento per lei così delicato e fonte di sofferenza. Già molti professionisti prima di me hanno risposto, cercherò quindi di non ripetere cose che, a questo punto, già ha potuto leggere. Posso immaginare la sua sofferenza, sopratutto in un momento così peculiare di crescita, come i 16 anni.
Le pongo una domanda: Cosa accadrebbe se all'improvviso, smettesse di essere "perfetta"?
Perché, da come lo racconta, questo modo di essere pare proteggerla da qualcos'altro e se è lì al suo posto da anni sicuramente ha le sue ragioni che tuttavia, forse, oggi sembrano star diventando un pò scomode.
Se ad un tratto sparisse, cosa si nasconderebbe dietro tutto questo?
Non solo, cosa significa per lei "essere perfetto" e al contrario "imperfetto"?
Esploriamo un pò di più il significato che queste parole hanno acquisito nella sua esperienza di crescita e di vita. Se non partiamo dal provare a dare colore a quello che stiamo vivendo, il rischio è di confondersi a mano a mano sempre di più. Oggi, questa modalità di funzionamento, che da sempre è andata "bene", sembra suggerirle di fermarsi un attimo, che forse c'è qualcosa che merita di essere attenzionato.
Le suggerirei di valutare la possibilità di iniziare un percorso individuale: un viaggio dentro di sé per comprendersi meglio e aiutarla, trovando il suo spazio sicuro, a emergere e crescere proprio nel suo arcobaleno di colori, apprezzandoli e equilibrandoli.
Talvolta si vede l'inizio di un percorso come "ultima spiaggia" poiché crediamo di dover o poter riuscire sempre da soli. Forse, invece, potrebbe essere un meraviglioso punto di inizio, a fronte del proprio perfezionismo, per accogliere l'idea che si, ce la si è sempre fatta da soli con standard molto elevati ma... non è una cattiva idea, talvolta, accettare un aiuto e provare a ridimensionare un pò.
Resto a sua disposizione per eventuali chiarimenti o domande e... forza!
Buona Gionata,
Dott.ssa Taddei Benedetta
Penso che sul "perfezionismo" può trovare del materiale anche su internet, ma è difficile e probabilmente impossibile uscire da certi "circoli mentali" da soli, senza l'aiuto di uno psicoterapeuta. Le consiglio perciò di intraprendere un percorso psicologico, seppur breve. Considerata la giovane età potrebbe essere necessario il coinvolgimento nel percorso dei genitori, ma con le tecniche della terapia della Gestalt che applico potrebbe non esserlo.
Il tuo perfezionismo, spesso collegato all’ansia, può manifestarsi come un bisogno eccessivo di controllare ogni dettaglio e di evitare errori. È comune sentirsi sopraffatti da aspettative alte, sia personali che esterne. Questa lotta può portare a sentimenti di inadeguatezza e isolamento. È importante esplorare questi sentimenti con un professionista, che potrà aiutarti a trovare strategie per gestirli. Rimango a disposizione. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Il perfezionismo può diventare problematico quando porta a un'auto-critica continua e un senso di inadeguatezza, come sembra accadere nel suo caso. È comune che chi ne soffre si senta sotto pressione per mantenere standard elevati, anche quando non è necessario. Questo può influire sulla qualità della vita, generando ansia e difficoltà nei rapporti con gli altri. È importante comprendere che non si tratta solo di precisione, ma di una tendenza che può causare stress. Un supporto psicologico potrebbe aiutarla a gestire meglio queste sensazioni e a trovare un equilibrio. Dott.ssa Cristina Borghetti Psicologa






Buongiorno gentile utente, grazie per la sua condivisione, non è mai semplice parlare di sé. Mi sembra che lei sia già consapevole di molte dinamiche che si muovono in lei, quali ad esempio il peso delle aspettative altrui. Come lei ha già intuito dietro al suo "perfezionismo" c'è molto di più di un voler eccellere. A volte accade di irrigidirsi in un ruolo o in un comportamento, quale ad esempio il perfezionismo, poiché quella è l' unica modalità a disposizione in alcuni momenti della propria vita. Dietro a ciò si possono nascondere tante paure come la paura di non essere accettata o amata, o ancora di non andar bene così come si è, o la paura di deludere l'altro e sé stesso e altre ancora. Questi sono solo esempi generali, non so quali possano essere le paure nel suo caso ma sarebbe importante scoprirlo in un percorso di psicoterapia. Mi pare di capire che lei abbia già una capacità introspettiva molto sviluppata, e questo la aiuterebbe molto in un eventuale percorso. Una psicoterapia la potrebbe aiutare a scoprire chi è davvero al di là delle etichette. Rimango a disposizione per domande o chiarimenti. Cordialmente, dott.ssa Chiara Tumminello.
Gentile utente,
trovo notevoli la consapevolezza e la ricchezza di parole con cui descrive il suo malessere dal punto di vista psicologico. Percepire in maniera così sottile e al contempo così forte il peso delle aspettative altrui non è cosa da nulla.
Certamente molti fattori possono aver contribuito al crearsi di questa condizione interna e dei suoi pensieri su di sé. Il fatto è che il nostro funzionamento, come persone, è un riflesso delle strategie che abbiamo trovato per gestire alcuni dolori, alcune paure che ci abitano. Molto spesso tali strategie funzionano bene e ci tengono al sicuro, ma altrettanto spesso si rivelano portatrici di malesseri come quello che ha descritto. Concordo con lei nel dire che valutare l’inizio di un percorso di psicoterapia possa essere una grande risorsa e che possa costituire uno spazio sicuro in cui esporsi quanto sente di poterlo fare, per stare meglio e per andare verso ciò che desidera.
Vivere nell’incertezza, di ciò che pensano gli altri di me, di ciò che accadrà, dell’essere apprezzati e visti o del sentirsi ancora totalmente invisibili, è talmente difficile che a volte l’unica soluzione che troviamo è quella di controllare il più possibile questi out come indesiderati. Tuttavia, potrebbero esistere strade alternative e potremmo arrivare a conoscere cose di noi, punti di forza, che non pensavamo potessero abitarci. Un saluto - Dott.ssa Paola Grasso
Ciao, comprendo bene quanto il perfezionismo di cui parli possa diventare fonte di ansia e insoddisfazione, nonostante dall’esterno possa essere scambiato per determinazione o professionalità. Il perfezionismo di cui "soffri", come tu asserisci, sembra però andare oltre la semplice precisione, assumendo un carattere più rigido e autocritico. Questo tipo di perfezionismo non ti permette di accettare errori o imperfezioni, portandoti a rimuginare anche su eventi insignificanti, come il fatto di aver detto “buongiorno” invece di “buonasera”. Si nota anche come questa tendenza influenzi negativamente le tue relazioni sociali, impedendoti di mostrarti vulnerabile e autentica, cosa che può creare una distanza emotiva tra te e gli altri. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, uno strumento utile per capire questo tipo di dinamica è la concettualizzazione LIBET (Life themes and plans Implications of biased Beliefs: Elicitation and Treatment). Nel tuo caso, il perfezionismo potrebbe essere interpretato come un piano semi-adattivo di tipo prescrittivo, ovvero uno stile di estremo controllo, che hai appreso probabilmente in giovane età e che ora governa gran parte del tuo comportamento. In altre parole, potresti aver sviluppato un sistema di regole interno del tipo “devo fare tutto perfettamente” o “non posso commettere errori”, che ora guida il tuo modo di vivere le esperienze quotidiane. Questo piano semi-adattivo potrebbe essere collegato a un tema di vita legato al valore personale o all’accettazione, in cui il concetto di valore è strettamente legato alla perfezione e all’assenza di errori. Da questo punto di vista, ogni errore o imperfezione potrebbe essere vissuto come una minaccia alla tua identità o al tuo valore personale, il che spiega perché anche piccoli errori ti portano a un livello elevato di ansia e rimuginazione. È possibile che questi schemi siano stati appresi nel corso del tempo, forse anche inconsciamente, attraverso esperienze familiari, scolastiche o sociali in cui la prestazione e il successo sono stati considerati centrali. Nonostante i tuoi genitori, come hai detto, non abbiano aspettative esageratamente severe, è possibile che nei momenti in cui si sono mostrati preoccupati per un tuo “insuccesso” abbiano rinforzato in te l’idea che il valore sia legato al risultato. Inoltre, quando le persone attorno a te sottolineano i tuoi successi, potrebbero, senza volerlo, alimentare ulteriormente il tuo perfezionismo, facendoti sentire sotto pressione per mantenere uno standard sempre altissimo. In termini di intervento, il primo passo che ti suggerirei è la consapevolezza. Diventare più consapevole di questi schemi rigidi e delle loro radici può essere un punto di partenza fondamentale, ma mi sembra che tu sia già su una buona strada. Una volta identificato il piano semi-adattivo, è possibile lavorare per modificarlo attraverso un processo di ristrutturazione cognitiva. Questo implica riconoscere i pensieri automatici disfunzionali (come “se faccio un errore sono un fallimento”) e sostituirli con pensieri più equilibrati e funzionali, ad esempio “fare un errore non compromette il mio valore personale”. Una strategia pratica potrebbe essere il lavoro sull'autocompassione, un’abilità che consiste nel trattarsi con gentilezza e comprensione di fronte agli errori, riconoscendo che l’errore è parte della condizione umana. In questo modo, potresti iniziare a ridurre l’autocritica distruttiva che alimenta la tua ansia. Un altro aspetto importante è l'esposizione graduale alla possibilità di errore o imperfezione. In una prospettiva c-c, potremmo parlare di esposizione graduale e desensibilizzazione. Ciò significa permettersi di fare errori (anche piccoli), rimanendo nel disagio che ne deriva senza cercare di correggerli o rimuginarci troppo. Con il tempo, l’ansia connessa all’imperfezione potrebbe diminuire. Un approccio come quello che ho descritto, si focalizza molto sull’intervento attivo e sul cambiamento dei pensieri e comportamenti che alimentano il disagio, e potrebbe essere particolarmente utile nel tuo caso. Spero che queste riflessioni possano darti qualche spunto su cui riflettere. Ti invito comunque a considerare la possibilità d intraprendere un percorso terapeutico strutturato, che possa aiutarti a lavorare su questi schemi in modo più approfondito e mirato. Ti auguro ogni bene. Dott. Andrea Boggero
Salve, innanzitutto mi dispiace molto per la sua sofferenza e mi congratulo con lei per la sua capacità di ragionamento e consapevolezza.
Per risponder alla sua domanda, spesso in psicologia si dice che i sintomi sono "Transdiagnostici" cioè appartenenti a diversi quadri diagnostici. I sintomi che riporta lo sono.
Non è possibile quindi fornire un nome alla sua sofferenza per diversi motivi:
1- Non è la sede adatta. Deontologicamente, in quanto psicologi, abbiamo dei limiti rispetto alle informazioni da poter o non poter dare.
2- Non ci sarebbero, in ogni caso, tutti gli elementi necessari per poter porre una diagnosi;
3- Non meno importante, nonostante la presenza di malessere, non sempre è presente una diagnosi.
Alla luce di tutto questo e alla luce del fatto che il suo malessere e lei, meritate rispetto e adeguata comprensione, consiglio di chiedere un consulto ad un professionista della salute mentale.
Dott.ssa Lucrezia Marletta
Buongiorno, leggendo la tua storia mi è arrivata forte tutta la fatica che devi provare nel portare avanti questo "perfezionismo" che sembra imprigionarti e nel non sentire uno sguardo altrui che sia accogliente e comprensivo di tutto ciò che sta dietro il tuo essere "perfetta".
Chiedi se ci sono motivi che portano a diventare/essere così, ti risponderei che ci sono sempre dei buoni motivi per cui siamo come siamo o ci comportiamo come ci comportiamo.
Come dici anche tu la cosa più opportuna sarebbe andare a vedere queste ragioni in un percorso di terapia, che ti possa aiutare a uscire da questo circolo di ansie, paura e insoddisfazione.
Prenota subito una visita online: Consulenza psicologica - 65 €
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Gent.ma utente, leggendo attentamente il suo racconto ho notato come lei stessa usi una terminologia appropriata, precisa e puntigliosa della sua situazione e del suo malessere.
All'interno di questo racconto capto un vero e proprio dolore.
Non bisogna mai dimenticare che questo perfezionismo di cui lei parla, può essere visto come un'automobile che traina con se una potenziale ansia da prestazione.
L'aspetto negativo è sicuramente il fatto che, chi la circonda, vedendo solo i suoi risultati eccellenti non riconosce la sofferenza che c'è dietro; ciò accade anche perchè difronte a lei ha messo una corazza difficile da penetrare.
Da qui mi permetto di darle il mio primo consiglio, ossia iniziare a parlarne con qualcuno e, al tempo stesso, cerchi di dare più spazio ai suoi sentimenti più profondi, a manifestare le sue emozioni; e non abbia paura di essere giudicata negativamente.
Difficilmente il perfezionismo ha un'accezione positiva, anzi, può diventare molto problematico laddove (e mi sembra il suo caso) porti a un'autocritica continua accompagnata da un senso di inadeguatezza.
Il concetto però che più mi ha colpito è leggere tra le sue parole una notevole e spiccata capacità introspettiva che l'aiuterebbe nell'affrontare nel migliore dei modi un percorso psicologico.
Rimango a Sua completa disposizione.
Dott. Michele Basigli
Gentile ragazza, ci sono sempre delle motivazioni dietro alla nostra sofferenza e ai nostri comportamenti, motivazioni che non sempre coincidono con delle diagnosi o dei disturbi conclamati.
Ciò non toglie che ogni sofferenza (anche se non incasellata in una categoria diagnostica) abbia una sua importanza e meriti il giusto ascolto, accoglienza e cura.
Hai scritto di un perfezionismo che influenza notevolmente la tua vita in ogni ambito, che ti porta a condannarti continuamente anche in risposta a quello che tu percepisci come "errore" o "figuraccia" e a pensarci continuamente.
Senti addosso il peso delle alte aspettative che gli altri hanno nei tuoi confronti.
Se le aspettative delle persone significative per noi sono molto alte, se sentiamo che gli altri pretendano da noi in qualche modo (esplicito o non esplicito) un certo risultato "giusto", se "i bravi bambini (e più avanti i bravi ragazzi e i bravi adulti) si comportano in un certo modo" potremmo imparare che il nostro valore dipende dai risultati che otteniamo e da quanto siamo brave/i, che per essere apprezzati/e, ben voluti/e e ben visti/e bisogna essere in un certo modo e non in un altro, che qualsiasi risultato diverso da "eccellente" sia un fallimento, che ci sia in generale un modo giusto e buono di stare al mondo: essere perfetti/e e dunque, necessariamente "finti/e" o "robot". La conseguenza dolorosa può essere quella di perdere la propria unicità e autenticità, di vivere e agire in funzione di ciò che gli altri si aspettano da noi e non seguendo i nostri valori, i nostri personali desideri e i nostri scopi.
Un percorso di supporto psicologico alla scoperta del proprio "Autentico sé" per approfondire la conoscenza personale e del proprio funzionamento potrebbe aiutare.
Rimango a disposizione anche online.
Un caro saluto
Dott.ssa C. Maccarrone

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati, richieste di una seconda opinione o suggerimenti in merito all'assunzione di farmaci e al loro dosaggio
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.