Salve. Scrivo in quanto vorrei ricominciare la psicoanalisi. Un anno fa ho interrotto un percorso ps

19 risposte
Salve. Scrivo in quanto vorrei ricominciare la psicoanalisi. Un anno fa ho interrotto un percorso psicoanalitico durato quasi due anni poiché non ne percepivo più i benefici, stavo avendo dei problemi economici e la mia psicoanalista mi risultava "antipatica". A distanza di un anno ho una maggiore disponibilità economica e mi sono resa conto che l'antipatia che mi suscitava la mia psicoanalista era dovuta al mio non volere accettare e affrontare alcuni dei miei lati più oscuri che emergevano in terapia. Ciò mi ha fatto rendere conto che la terapia fosse in realtà efficace.
Mi domando se rivolgermi alla stessa psicoanalista, che conosce bene la mia storia e il mio vissuto e di cui mi fido, per quanto possa essermi risultata antipatica in passato, o rivolgermi a un/a altro/a psicoanalista?
Nel secondo caso mi sentirei di dover ricominciare tutto da capo ripetendo cose che ho già affrontato e dovendo instaurare un rapporto di fiducia da zero. Nel primo mi sentirei in difetto nei confronti della mia psicoanalista per aver interrotto il percorso.
Salve posso solo suggerirle di esplorare il panorama con più appuntamenti con diversi psicoterapeuti.
In questocmodo potrà selezionare un nuovo psicologo oppure tornare da chi la seguiva in precedenza.
Le lascio la mia disponibilità per un colloquio orientativo.
Saluti dott.ssa Sandra Petralli
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Buongiorno Gentile Utente, grazie per aver condiviso questo suo dubbio, spesso diffuso tra molti pazienti. L'evidenza scientifica ci mostra come il rapporto che abbiamo col terapeuta (alleanza terapeutica) sia fondamentale per raggiungere i migliori risultati, per cui se lei ha già sviluppato un buon legame di fiducia con la sua terapeuta fa molto bene a rivolgersi a lei, e con un buon rapporto terapeutico ha senso condividere ed esplorare le dinamiche che sono emerse nella relazione (il fatto che le sia apparsa per un periodo "antipatica"), il terapeuta è formato per gestire la propria emotività e accogliere tutto ciò che il paziente porta in seduta per una maggiore consapevolezza (che si tradurrà in una migliore gestione) delle dinamiche interiori al paziente.
Nell'eventuale scelta di un altro terapeuta le consiglio di valutare sempre come si sente in relazione, e nella scelta dell'approccio quello che l'evidenza scientifica suggerisce come più comprovato a livello di risultati.
Per ulteriori consigli o per intraprendere un percorso di supporto psicologico resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
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Gentilissima, la scelta che deve prendere è molto personale. Ciò che mi sento di dirle è che al di là della scelta che prenderà, lei si è resa conto e ha compreso il sentimento di antipatia provato verso la precedente psicoanalista, tanto da darle un'interpretazione diversa dopo qualche tempo; e questo è un aspetto molto importante. Inoltre, mi sentirei di dirle che quando si decide di iniziare un percorso terapeutico inevitabilmente ciò che si crea è una nuova relazione tra due persone, e in tutte le relazioni può succedere di avere delle incomprensioni o dei momenti di distacco. Se c'è però l'interesse e la voglia di rimettersi in gioco allora è possibile affrontare e superare l'intoppo che c'è stato e andare avanti. Dott.ssa Elisabetta Secci
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, mi sembra molto motivata ad intraprendere questo percorso di supporto psicologico. Ricordi che è molto importante la relazione terapeutica che si instaura tra terapeuta e paziente, quindi nella scelta le suggerirei non tanto di guarda l'orientamento ma quanto possa essere compatibile con lei.
Se volesse intraprendere un percorso di supporto psicologico, sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Le auguro il meglio!
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Gentile Utente, mi sento di dirle che l'aver interrotto la terapia non dovrebbe essere un problema per la sua ex-psicoterapeuta, che dovrebbe essere pronta a questa eventualità, in quanto nella realtà clinica capita frequentemente e spesso i motivi sono di natura economici per cui non si deve sentire in difetto per questo. Poi potrebbe valutare in corso di terapia se vi sono altri ostacoli che impediscono di continuare il percorso. Un cordiale saluto.
Dott.ssa Marina Bonadeni
Salve, il suo problema potrebbe essere facilmente trattato in un percorso psicologico per affrontare e superare le sue difficoltà. Se è questa è la sua intenzione, sono disponibile a fornirle il mio supporto professionale. Le porgo i miei saluti. Dr. Giacomi
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Buongiorno,
Non c'è una scelta più corretta tra queste due possibilità... Faccia ciò che ritiene meglio per lei
Dott. Marco Cenci
Gentile utente, grazie per la sua preziosa osservazione. Comprendo i suoi dubbi relativi alla scelta del/della professionista che la dovrà accompagnare nel percorso terapeutico e capisco il timore a cominciarne uno nuovo. Penso che ricominciare un percorso terapeutico interrotto in passato sia piuttosto comune, e che potrebbe giovarle proprio per il fatto che la professionista è già a conoscenza della sua storia, dei suoi vissuti e dei suoi "lati oscuri". Penso inoltre che in terapia sia necessario essere motivati e disposti ad affrontare le proprie difficoltà, tenendo conto che alla base di tutto ciò ci debba sempre essere una buona relazione terapeutica basata sull'empatia e sull'assenza del giudizio da parte del/della professionista
Si prenda del tempo per rifletterci, resto a disposizione.
Cordiali saluti,
Dott. Luca Demuro
Gentile utente, quello che espone è un dubbio assolutamente lecito. Naturalmente la decisione finale spetterà a lei, tuttavia è possibile esplorare le due alternative per avvicinarci ad una scelta più esaustiva. Da una parte c'è la sua psicoanalista dalla quale potrebbe ritornare, affrontare ed esplorare l'antipatia che stava sperimentando nei confronti e tante altre tematiche connesse anche al suo "lasciare la terapia", proseguendo e dando continuità ad un percorso terapeutico che le ha dato benefici. Dall'altra scegliere una/un nuovo terapeuta con il quale si creerà una configurazione relazionale probabilmente diversa dalla precedente, andando incontro quindi alla novità ed al cambiamento. Credo non esista un giusto o uno sbagliato, soltanto una scelta soggettiva e personale per la quale serve un pò di tempo e qualche riflessione.
Un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Buongiorno sicuramente non c’è una scelta del tutto corretta da poter prendere, poiché se riprenderà il percorso con la sua terapeuta avendo già creato una buona alleanza terapeutica a quanto pare aver compreso dal suo racconto, avrà modo di proseguire nel percorso con maggior scioltevolezza.
Se invece deciderà di intraprendere un percorso terapeutico con un nuovo professionista avrà modo di riprendere la sua narrazione, magari con una impostazione teorica diversa e con un nuovo punto di vista alla sua storia.
Decida lei dove pensa di potersi sentire più libera di esprimersi senza pregiudizi.
Cordialmente.
Dr.ssa Versari Debora.
Salve. Grazie per aver condiviso la sua esperienza e i suoi dubbi.

È normale avere sentimenti contrastanti riguardo alla ripresa della terapia, specialmente quando si tratta di tornare da una psicoanalista con cui ha avuto un rapporto complesso. La consapevolezza che l’antipatia fosse legata alla difficoltà di affrontare aspetti di sé stesso è un segno di crescita personale e di maturità.

Rivolgersi alla stessa psicoanalista potrebbe offrirle continuità e un senso di familiarità, dato che conosce già la sua storia e il suo percorso. Questo potrebbe permetterle di riprendere da dove aveva lasciato, senza dover ricominciare tutto da capo. Inoltre, il fatto che lei abbia riconosciuto l’efficacia della terapia potrebbe aiutarla a superare le difficoltà passate e a lavorare in modo più produttivo.

D’altra parte, scegliere un nuovo psicoanalista potrebbe offrirle una prospettiva fresca e diversa. Anche se potrebbe richiedere del tempo per instaurare un nuovo rapporto di fiducia, potrebbe essere un’opportunità per esplorare nuovi approcci e metodi terapeutici che potrebbero rivelarsi altrettanto efficaci.

Non c’è una risposta giusta o sbagliata, ma solo quella che sente più adatta a sé in questo momento. Potrebbe considerare di fare una sessione di prova con un nuovo psicoanalista per vedere come si sente, mantenendo aperta la possibilità di tornare dalla sua precedente psicoanalista se lo ritiene più opportuno.

L’importante è che lei prenda una decisione che la faccia sentire a suo agio e che le permetta di continuare il suo percorso di crescita personale. Se ha bisogno di ulteriori chiarimenti, siamo qui per aiutarla. Buona fortuna nel suo percorso!
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
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Gentile utente, la decisione spetta a lei. Lasci perdere "il difetto" nella valutazione e senta dentro di sè cosa le va di fare. Eventualmente quel difetto sarà un tema interessante su cui lavorare. Ha già fatto un bel lavoro! Buona continuazione. dott.ssa Silvia Ragni
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Salve, rispetto alla domanda che lei pone trovo che le sue riflessioni siano ragionevoli rispetto alla situazione. Ciò che posso dirle è di provare a portarle in seduta con la sua psicoanalista, potrebbe essere un buon materiale su cui lavorare con lei, visto il rapporto di fiducia che descrive.
Un saluto
Dott.ssa Stefania Rubiero
Gentile utente, ciò che condivide racchiude bene la difficoltà che comporta tale scelta. Tra due possibilità occorre inevitabilmente rinunciare a qualcosa e permanere nel dubbio di ciò che riservava l’altra. Non è possibile sapere quale sia la scelta più giusta perché metterà in atto quella che è necessaria in questo momento. Conservi con cura tali pensieri e li porti indipendentemente nello spazio vecchio o nuovo che sente possa appartenerla.
Un saluto Dott.ssa Elvira Prezioso
Gentilissima,
da normativa vigente, lei può in qualsiasi momento revocare il consenso informato firmato all'inizio del suo rapporto con la sua analista, anche senza alcuna spiegazione. Va da sé che è buona educazione comunicare l'interruzione e, se possibile, i motivi. Questo implica che non si deve assolutamente sentire a disagio, in colpa, responsabile o in difetto, perché le sue reazioni fanno parte della terapia, compresi i motivi per cui ha interrotto. Anzi, sono un fruttuoso materiale su cui lavorare con il suo analista e sarebbe importante e, se vuole, anche fondamentale condividere le motivazioni, modalità, pensieri ed emozioni che l'hanno portata ad interrompere e poi a riprendere l'analisi. Il passo dell'abbandono terapeutico, del ritardo continuo, del disaccordo con il terapeuta è importante da analizzare e comprendere. Si ricordi che noi siamo qui per aiutarvi a comprendere come star meglio e non per giudicare. La fiducia che si crea in terapia, si basa anche sul sentirsi compresi senza giudizio, e se ci si sente giudicati dal proprio psicologo/analista/psicoterapeuta forse (sempre dopo averlo esteriorizzato in terapia ed affrontato il tema) quello potrebbe essere il momento di cambiarlo.
Spero di averle dato un po' più di chiarezza, per qualsiasi cosa non esiti a contattarmi. Dott.ssa Tommasini
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso su questa piattaforma i suoi dubbi. Vorrei farle presente che il percorso terapeutico e la cura si basano sulla relazione che si costruisce tra psicologo e paziente. Avendo lei già seguito un percorso di due anni, può comprendere bene quanto possa essere complesso costruire e gestire questo tipo di relazione e riuscire a trovare un professionista di cui potersi fidare. Nel caso in cui decidesse di tornare dalla sua psicanalista le consiglierei di condividere con lei il motivo del suo ultimo abbandono, in modo tale da sciogliere eventuali nodi nella vostra relazione. Diversamente, potrebbe scegliere di rivolgersi ad un nuovo professionista che sente più adatto a lei in questo momento.
Dott.ssa Anna Asia Forino
Buonasera, ascolti ciò di cui ha bisogno.
Nella relazione terapeutica, che si basa sulla costruzione di fiducia, è possibile condividere anche emozioni attingendo al rapporto stesso.
Se sceglierà di riprendere il percorso con la sua terapeuta precedente quanto descrive può condividerlo. I non detti a volte creano rotture anche nella relazione con lo psicologo, proprio perché anche la relazione terapeutica è un incontro tra due persone che se pur con ruoli e competenze diverse, hanno un loro sentire.
Con lo psicologo si può parlare anche di questo, del proprio stare nella relazione terapeutica. Anzi, è fondamentale.
Quindi condividere questa lettura che ha dato a posteriori a dei suoi comportamenti e a delle sue sensazioni/emozioni sarebbe un momento molto prezioso.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi

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