Salve, regolarmente per le attività che svolgo, mi trovo a parlare in pubblico, e a tenere discorsi.

17 risposte
Salve, regolarmente per le attività che svolgo, mi trovo a parlare in pubblico, e a tenere discorsi. Sono stato sempre un timo emotivo, M sono sempre riuscito a parlare in maniera eloquente.( a detta di altri). Poi subito dopo una terapia a base di infiltrazioni di cortisone la mia agitazione è salita alle stelle. Mi è capitato di bloccarmi del tutto, mi si chiudeva la gola. Voce tremolante. Adesso è passato un mese dalla fine di quella terapia. Ma continuo a non riuscire a espormi come prima. Troppa agitazione e paura di bloccarmi e di conseguenza succede. Cosa posso fare per tornare come prima.
Buongiorno,
sta esponendo un problema che si è acutizzato, ma che era già presente prima di questa terapia, sebbene in maniera meno limitante.
Ciò che le consiglio è affrontare tale tematica con uno specialista, che possa aiutarla a comprendere la natura di tale disagio e possa fornirle gli strumenti opportuni. Vedrà che già dalle prime sedute troverà giovamento con esercizi mirati e si concederà un suo spazio per gestire la sua emotività.
Resto a disposizione

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Buongiorno, ritengo che sebbene questa sua difficoltà sia emersa successivamente alla terapia cortisonica probabilmente riguardava questioni che erano sopite internamente ma già presenti. La sua cura ha evidentemente aperto un vaso e sono emersi timori o difficoltà che aveva tenuto "sotto controllo" in passato. Ritengo che forse attraverso qualche colloquio potrebbe andare a lavorare su tale emotività che in questo momento è emersa, non per sopirla nuovamente ma per accoglierla e saperla maneggiare meglio. A disposizione.

Alessandra Domigno
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di approfondire la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla a identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto. Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso con la genesi della sofferenza in atto. Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, dott FDL
Salve, credo possa esserle utile rivolgersi ad un professionista che possa aiutarlo a superare questo blocco e a riprendere tranquillamente le sue attività. Ipotizzo ci sia una componente emotiva da elaborare. Un caro saluto
Buongiorno , mi dispiace per il il disagio che vive . Lei si descrive come un tipo emotivo , però prima di questa terapia riusciva a gestire la sua emotività . Spesso il problema è proprio la difficoltà a gestire le nostre emozioni. Sicuramente una psicoterapia la potrà aiutare a comprendere bene che cosa le è successo dopo la terapia , che significato gli ha dato e a gestire la sue emozioni in modo che può ritornare a parlare in pubblico tranquillamente. Le auguro una buona giornata . Dott.ssa Alessia Greco
Buonpomeriggio, grazie per la condivisione innanzitutto!
Credo che come hanno già esposto i colleghi, sarebbe per lei utile intraprendere un percorso o dei colloqui di terapia, in modo da esplorare le cause di questo blocco, per poterlo poi superare.
Resto a disposizione
AV
Buongiorno, mi sembra di capire che il confronto con l’altra persona la espone a sperimentare ansia sociale.
Lavorare su questo aspetto intraprendendo un percorso di psicoterapia le permetterà di gestire al meglio le sue emozioni.
Resto a disposizione.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Daniela Chieppa
Salve, sembrerebbe che le difficoltà che ha provato durante la cura cortisonica le hanno lasciato un imprinting negativo per cui adesso lei ha paura che tali episodi possano ripetersi. Però, questa può essere un’occasione per intraprendere un percorso psicoterapeutico che diversamente non avrebbe fatto e che può in maniera più strutturata e duratura dargli gli strumenti necessari a non vivere più questo tipo di disagio.
Resto a disposizione,
Cordialmente,
Sara Cotini
Gentile utente, capisco che avere difficoltà a parlare in pubblico possa generare frustrazione. Da quello che scrive questa difficoltà riusciva a gestirla molto bene. Per comprendere cosa ha precipitato la situazione, è utile valutare la sua condizione attraverso un colloquio psicologico. Le consiglio di rivolgersi ad un professionista per affrontare il suo disagio e arginarlo una volta per tutte.
In bocca al lupo e per altre domande mi può contattare anche online.
Buona giornata
Dott.ssa Melania Filograna
Caro utente, da quello che racconta mi pare di capire che ci sia un prima e un dopo. Prima probabilmente, anche se si descriveva come un tipo emotivo (e aggiugno per fortuna!), riusciva a contenere l'ansia che le procurava il fatto di parlare in pubblico. Se è vero che c'è una connessione tra mente e corpo mi verrebbe da pensare che forse la terapia con il cortisone le abbia recato dei sintomi fisici o una sensazione di essere più vulnerabile che l'ha reso più insicuro e perciò dopo si è ritrovato con minori risorse per gestire l'ansia. Credo che con un buon lavoro su di sè possa recuperare un sufficiente senso di fiduca nelle sue capacità e superare forse una associazione inconscia tra la vulnerabilità (forse più fisica) legata all'assunzione del cortisone e la sua fiducia nelle sue possibilità di gestire l'ansia. Anche io mi rendo disponibile. Cari saluti, Martina Veglio
caro utente la protrazione dell'uso del cortisone, riferiscono i pazienti, che da' un senso di tensione e disturbi del sonno con precoci risvegli e un senso di agitazione. Non riferisce quale malattia ha richiesto l'uso del cortisone, ma una malattia ci deve essere. Dunque il suo corpo è un bersaglio e di conseguenza sono avvenute delle modificazioni psicologiche, dato che corpo e mente sono un tutt'uno non stupisce. Se lei fosse un mio paziente, approfondirei lo stato di malattia, i cambiamenti personali, lavorativi, relazionali associati, e lavorerei sul corpo attraverso tecniche di rilassamento ma dove la parola, l'esplorazione di sè, avrebbe la priorità. Non trascuri il sintomo che le crea disagio, agisca prima che si consolidi in patologia.
Buongiorno, potrebbe essere utile parlare con qualcuno per comprendere meglio le.cause di questo blocco. Come mai è avvenuto per la terapia a base di cortisone e come mai rimanga tuttora. Capendo questo possiamo di conseguenza capire come aiutarla.
Buongiorno, sembrerebbe che il trattamento con il cortisone abbia acutizzato una difficoltà già presente, sarebbe molto interessante approfondire questo aspetto e comprenderne i significati e le connessione che implicitamente posso essere state fatte.
La invito a non tralasciare il sintomo ed approfondire quanto detto, magari attraverso una consulenza. Rimango a disposizione per eventuali chiarimenti
Buongiorno, credo che lei abbia colto molto bene che ciò che la mette in difficoltà è la paura di bloccarsi, dopo aver sperimentato che la cosa può succedere, anche se per cause esterne a lei, che tra l'altro ormai non ci sono più (la terapia cortisonica, infatti, è conclusa).
Per questo motivo ritengo che un supporto psicologico potrebbe sicuramente giovarle, dal momento che una base di emotività già c'era e probabilmente questo evento di vita ha acuito la sua sensazione di vulnerabilità, facendole credere di non avere più le risorse per affrontare i momenti di difficoltà.
In bocca al lupo
dott.ssa Federica Tessaro
Buonasera, Capisco che in questo momento ci sia una forte attivazione e preoccupazione per quanto riguarda la tematica del parlare in pubblico. Un primo passaggio è quello legato al comprendere più nello specifico la natura del problema. Un secondo passaggio sarebbe quello di individuare le situazioni più preoccupanti per lei, in quanto spesso la tensione e l'ansia possono inficiare negativamente sugli aspetti comunicativi creando tensione e senso di blocco alla respirazione. Molto utile èè una terapia cognitivo-comportamentale che le potrebbe aiutare, gradualmente, a riprendere una sua sicurezza e un miglioramento sulla gestione dell'ansia. Grazie comunque della condivisione, a presto Dott. Ciliberti
Salve,soprattutto sullo scalaggio del farmaco possono verificarsi i sintomi che lei descrive.
Si rechi da uno psicoterapeuta che pratica EMDR al fine di ridurre l’impatto di quello che è successo.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Salve, il cortisone può procurare degli effetti, acuire problemi che magari erano sotto soglia. Potrebbe essere l'occasione per affrontare aspetti di sè che non aveva ascoltato. Con l'aiuto di uno/una psicoterapeuta potrà lavorarci al fine di superare il blocco. Cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni

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