Salve. Questa è, probabilmente, una domanda anomala ma può essere per me un ottimo spunto di partenz

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Salve. Questa è, probabilmente, una domanda anomala ma può essere per me un ottimo spunto di partenza per riflettere su me stesso. Ovviamente la domanda è rivolta ad un dottore in psicologia.
Conosco la definizione di "gelosia". Capisco che mia moglie possa piacere ad un altro uomo e lo accetto (male... ma lo accetto). NON sono (molto) geloso se mia moglie dimostra interesse verso un altro uomo, ovviamente fino a che non comincia ad assumere atteggiamenti che posano essere confusi con una specie di "Flirtaggio".
Comincio ad agitarmi, e anche parecchio, invece, quando mi si insinua il pensiero che qualcuno la immagini nuda. Cioè, più precisamente: soffro più del sospetto di un eventuale tradimento, di cui per il momento mi illudo di non temere, dell'idea che qualcuno si accorga che lei è una donna, che ha i seni... ecc ecc.
Questo comporta liti per scegliere cosa lei debba indossare, per accettare l'idea di farle mettere il costume d'estate o di farle andare da un medico anche per un semplice elettrocardiogramma.

Vorrei conoscere il nome di questo fastidioso atteggiamento mentale, di cui non riesco a liberarmi ma che è, evidentemente, fonte di stress per lei, per la coppia... ma anche per me stesso.

Nel tentativo di placare queste angoscia, insieme a lei, abbiamo cominciato in amicizia a frequentare coppie "libertine", con le quali sto cercando di espormi gradatamente (ma non posso dire senza piacere) a questa mia problematica". Sono riuscito ad accettare che mia moglie si facesse palpare il seno nudo da un altro marito (forse perchè ero distratto dalla stessa cosa che io facevo con la di lui moglie?) ma anche in questo caso sento un pesante blocco psicologico che non mi consente neanche solo di immaginare di proseguire oltre (ne mi attenua le angosce con persone al di fuori di questi giri "open").

Riepilogando: io non riconosco nella mia condizione un qualcosa che possa essere semplicemente etichettata come "gelosia"... quale può essere, dunque, l'etichetta giusta? E, secondo voi, un approccio di "lenta esposizione" come quello descritto potrebbe risolvere o causare più danni?

Ringrazio chiunque voglia soddisfare questa mia curiosità.
Salve.
Il problema non è trovare un'etichetta in cui collocare il suo vissuto.
Se vive una situazione di malessere può farsi aiutare a fare chiarezza da uno psicoterapeuta che possa sostenerla nell'individuare le cause del suo malessere, altrimenti, che senso ha?
Distinti saluti

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Caro utente,
Le consiglio un approccio meno traumatico per affrontare ciò che lei avverte essere un problema. Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla a comprendere la sua reale domanda e a fare chiarezza sulle difficoltà che percepisce nel rapporto con sua moglie.
Buona serata

Salve, sono d'accordo con la collega, a cosa può servirle etichettarsi? Sarebbe forse più interessante indagare la natura della sua angoscia e l'agitazione di cui accenna, per non parlare del disagio che tali sentimenti le procurano in termini relazionali: liti e discussioni con sua moglie.
Cordiali saluti,
Rosella Pettinari
Caro utente, a prescindere dalla gelosia vi consiglierei come coppia o come singolo di esplorare con un* professionista il malessere riportato in questo portale.
Difficile darle dei spunti di riflessioni senza conoscere la sua storia.
Cordialmente. Dott.ssa Francesca Tardio
Gentile Signore, fermo restando che è possibile trovare un nome a questa situazione, sicuramente può essere molto più utile per lei valutare la possibilità di modificare il disagio che prova. Può facilmente trovare un esperto in psicoterapia da contattare anche su questo sito e valutare con lui la situazione e stabilire le eventuali attività. In merito alle strategie che sta utilizzando per superare la situazione le rammento che sono presenti resoconti analoghi a quelli che lei accenna che non hanno prodotto risultati utili. Pertanto una buona prassi è sicuramente quella di contattare un esperto per un consulto. Un cordiale saluto
Buonasera.
Lei sta alla ricerca di una categoria e questa ricerca la porta a decisioni il cui intento e’ mettersi alla prova con soluzioni che potrebbero confondere ancora di più i suoi stati d’animo.
La soluzione e soprattutto le motivazioni che la portano a provare questo disagio legato ai sentimenti di gelosia e altro non può che trovarle dentro di se’.
Sarebbe utile un percorso di psicoterapia, come già le hanno consigliato i colleghi.
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Le etichette con cui classificare una persona le trovo inutili perché non realistiche. Lei, parlando di se stesso, usa parole come agitazione, sofferenza, angoscia etc.; sono queste le parole che contano e che "meriterebbero " da parte sua un'attenzione tale da prendere in considerazione di intraprendere una psicoterapia. Cordiali saluti.
Buonasera! Non credo che un'etichetta possa aiutarla e penso che questo agire graduale che sta praticando non le sarà di aiuto, in quanto le radici del suo malessere stanno altrove. In qualcosa di più profondo e inaccessibile alla sua coscienza. Dovreste consultare uno psicoterapeuta per risalire all'origine del suo malessere. Capisco che culturalmente si creda che agire modifichi, ma purtroppo ciò non è sempre valido e non si riesce sempre ad uscire da una difficoltà da solo.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente di mio dottore,

andrebbe approfondito da dove nascono le sue insicurezze in merito a sua moglie e alla vostra relazione. Le fantasie legate alla possibilità che sua moglie possa esser considerata e o toccata da qualcun altro in fondo hanno a che fare con la vostra relazione. Ha provato a chiedersi da dove nascano queste sue esgigenze di controllo? Ritengo che i pensieri descritti e le sue preoccupazioni siano fonte di enorme malessere ed in virtù di ciò sono a raccamondarle di contattare uno specialista a cui potersi affidare e con cui intraprendere un percorso di psicoterapia con l'obiettivo di poter vivere in maggior serenità il rapporto con sua moglie e le relazioni in generale.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online

Buongiorno, mi colpisce molto il suo bisogno di sentirsi etichettato, di avere un nome. Perché è così importante? Cercherei piuttosto di capire cosa genera tutto questo, il miglior modo è chiedendo un consulto da uno psicoterapeuta, ancor meglio se anche sessuologo.
Saluti,
Dott.ssa Federica Leonardi
Gentile utente
credo che il suo sia davvero un sintomo da prendere seriamente in considerazione, in quanto spia di un disagio sottostante.
Non credo che cercare di risolvere il sintomo frequentando "coppie libertine" possa aiutarla.
Cordiali saluti.
Dr.ssa Marina Fregni
Salve, è particolare come per rispondere a quella che sembra un'ossessione abbia deciso di esporsi oltre che esporre sua moglie che è l'oggetto della sua gelosia. Le consiglierei di interrogarsi meglio sulla questione, se è per lei problematica, più che scegliere una sorta di messa alla prova che probabilmente non avrà nessun effetto sulla questione reale, a meno che le cose non stiano diversamente da come lei pensa in questo momento. Provi a rifletterci su. Un saluto, Marina Montuori.
Buongiorno, concordo anche io che sarebbe più funzionale farsi aiutare da un professionista come singolo o anche come coppia per andare alle origini del suo problema, per capire cosa realmente sta esprimendo la sua psiche attraverso questa disfunzionale modalità. Per vedere cosa si cela dietro tali pensieri. Comprendo il bisogno di dare un nome a ciò che Lei sta vivendo (la nostra mente brama per essere soddisfatta nelle spiegazioni) ma spesso l'etichetta imbriglia e imprigiona.
Forse il tentativo dell'esposizione graduale è "troppo" per lei in questo momento. Le chiedo se ciò che vive, lo vive solo con sua moglie oppure le e successo anche in relazioni precedenti? E in ogni caso, quando è stato l'esordio di questa sofferenza nella vostra relazione? che momento di vita era?
La saluto cordialmente e se ritiene, resto a disposizione per un ulteriore confronto.
Buongiorno, la necessità di etichettare il suo vissuto rimanda al bisogno di attribuirgli un senso così da poterlo gestire. Le consiglio dunque di intraprendere una Psicoterapia Psicodinamica che potrebbe guidarla alle origini del suo sentire, origini che si può supporre siano infantili; le suggerisco di esplorare in Psicoterapia l'immagine materna interiorizzata.
Un caro saluto
Dott.ssa Marina Bellomo
Salve, sono d'accordo con lei sul fatto che parlare di gelosia sia riduttivo. Da quello che dice colgo che ci sono più fattori che rendono complessa la comprensione della situazione. Mi sembra di capire che davanti a questa complessità lei vada avanti per tentativi ed errori, sperando di trovare un assetto della relazione di coppia nella quale possa adattarsi senza disagio. Al di là dell'etichetta, le suggerirei di iniziare un ciclo di psicoterapia che la aiuti a comprendere ciò che realmente desidera, piuttosto che comprendere a quale situazione può adattarsi. Dr.ssa ClotildeMarinacci
Salve, spesso il voler necessariamente dare una etichetta alle cose nasce dal voler dare loro un significato e quindi comprenderle e accettarle, tuttavia non sempre questo risulta utile se non accompagnato da un lavoro più profondo. La modalità con cui sta affrontando il problema probabilmente non le darà i risultati sperati poiché non le permette quanto detto prima. Un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutarla a comprendere e a dare quel significato che sta cercando e di conseguenza gli strumenti per lavorarci e stare meglio.
Per qualunque informazione o approfondimento sono a disposizione.
Buona giornata, Dott.ssa Federica Turrà
Salve, mi sembra che lei sia già a un buon punto nel voler modificare pensieri ed emozioni che le provocano disagio e malessere. La "terapia d'urto"che sta utilizzando, seppure graduale come la definisce, non penso però sia una strategia utile a stare meglio e i suoi vissuti credo glielo confermino. Anche cercare un nome a questa condizione è una cosa che le consiglierei di fare in un contesto protetto come quello psicologico o psicoterapeutico. Avrebbe così la possibilità sia di comprendere il motivo dei suoi pensieri e vissuti, ma anche di affrontare la situazione in modo più funzionale, soprattutto nel rispetto dei suoi bisogni. Buone cose, dottoressa Claudia Chiucini
Gentile utente comprendo che trovare una definizione al suo disagio possa essere tranquillizzante ma farlo in un percorso di psicoterapia potrebbe essere molto più utile. L'aiuterebbe a comprendere meglio i suoi vissuti che probabilmente andrebbero collocati in una dimensione relazionale e nello specifico nel rapporto con sua moglie.
In tal senso le consiglio di valutare la possibilità di un percorso di coppia.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Dott.ssa Anna Tomaciello

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