Salve, premetto che ho uno splendido rapporto con i miei genitori ma non posso negare che hanno una

19 risposte
Salve, premetto che ho uno splendido rapporto con i miei genitori ma non posso negare che hanno una “preferenza” con mia sorella più grande. Diciamo che lei avendo una bambina di quasi 2 anni si è ritrovata con il fidanzato ad affrontare diversi problemi sia di gestione che economici e quindi la aiutano in tutti i modi anche più del dovuto alle volte secondo me. Il problema sorge qua, con lei sono sempre disponibili e molto comprensibili con me, soprattuto mio padre non mi ascolta quasi mai ( io e mia sorella abbiamo quasi 4 anni di differenza è io ne ho 22) ci scontriamo tante volte soprattutto perché abbiamo un carattere molto molto simile. L’ultima discussione è stata riguardo il mio futuro è il fatto che mi piacerebbe vedere di prendere magari una casa, a me non mi considera proprio mentre con mia sorella va a vedere le case etc. Anche con la bimba per lamor del cielo la amo però mi sento sempre la terza ruota del carro tutti vengono sempre prima di me e questa cosa mi fa stare male al punto che vorrei andare a vivere da sola con il mio ragazzo quantomeno per evitare sempre le solite discussioni e per evitare di vedere queste scene. Cosa devi fare o pensare ?
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo importante che voi possiate instaurare un dialogo schietto e sincero affinché possiate scambiare pareri e opinioni in merito alla situazione da lei riportata e trovare soluzioni che possano soddisfare le esigenze di tutti.
Ritengo importante che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Resto eventualmente a disposizione per dei colloqui online.
Dott. Michele ArnaboldiQuello che ti posso consigliare è di cercare un dialogo con loro rispetto a queste tue sensazioni e vissuti.
Resto naturalmente a disposizione per dei colloqui online Buon pomeriggio,
Penso che soprattutto in questo momento il motivo per cui i tuoi genitori tendono ad aiutare di più tua sorella anche se è più giovane è dovuto al fatto che ha una famiglia già costituita, una bambina piccola a cui pensare quindi si trova in un momento di maggiore bisogno.
Inoltre in conseguenza di questo probabilmente c’è l’aspettativa che esca di casa prima rispetto a te.
Quello che ti posso consigliare di cercare un dialogo con loro rispetto a queste tue sensazioni
Penso che soprattutto in questo momento il motivo per cui i tuoi genitori tenore aiutare di più tua sorella
Buongiorno, la prima cosa che mi sento di dirle è che l'opzione " andare a vivere da sola con il mio ragazzo quantomeno per evitare sempre le solite discussioni e per evitare di vedere queste scene" sarebbe una semplice fuga, mentre per iniziare una convivenza la motivazione dev'essere il piacere di vivere con l'altra persona.
Il dialogo con i suoi genitori, ed in particolare con suo padre, magari con l'aiuto di un mediatore, mi sembra lo strumento migliore per poter esprimere il suo malessere e ascoltare le motivazioni dei suoi genitori.
Buona giornata,
dott. Christian Padoan
Buonasera,
la preferenza verso sua sorella è relativa a questo periodo in cui è diventata mamma? In genere con la nascita di un figlio/nipote gli equilibri all'interno della famiglia cambiano e può sentirsi messa in secondo piano.
Se sono più di lunga data è possibile che lei senta di avere dei 'crediti' con i suoi familiari e si aspetta che questi vengano 'saldati'. Alcune delle difficoltà che vengono riportate dalle persone che seguo hanno questa medesima dinamica. Il rischio è di fare scelte 'reattive', volte a mostrare che che ci siamo anche noi, ma queste non sempre sono basate sul fatto che siano quelle che effettivamente ci fanno stare meglio.

Le auguro una buona serata,
Gianpolo Bocci
Buonasera, mi dispiace per la sofferenza che sta attraversando.
Le scrivo qui di seguito alcune riflessioni dalle quali potrebbe partire: come mai è così importante per lei ricevere la medesima considerazione da parte dei suoi genitori? Mi spiego meglio, è comprensibile che lei desideri ricevere attenzioni e cura da parte dei genitori nella stessa modalità con cui loro si relazionano a sua sorella, ma come mai è così importante per lei notare e soffermare l'attenzione sulle mancanze e sulle differenze? Non c'è una risposta giusta o sbagliata, provi solo ad osservare quello che lei pensa in merito a questa domanda.
L'amore, a volte, si manifesta in modalità diverse con i figli, non perchè uno migliore o peggiore dell'altro, semplicemente perchè sono relazioni diverse.
Provi a chiedersi: di cosa avrei bisogno da parte dei miei genitori? Ho comunicato loro il mio bisogno? Ho condiviso con loro il mio vissuto rispetto a questo?
A volte capita, che diamo per scontato che l'altro sappia esattamente il nostro pensiero e per questo sentiamo fatica o dolore per il fatto che l'altra persona non assecondi questo nostro desiderio.
Non sempre succede, ma accade che, anche solo comunicando all'altro come ci sentiamo e di cosa avremmo bisogno, l'altro inizia a fare qualche piccolo passo verso la nostra direzione.
Spero di averle fornito qualche riflessione utile.
Intanto un saluto
Dott.ssa Giulia Bertozzi
Buonasera. Probabilmente è entrata nel meccanismo della profezia che si auto avvera. Provo a spiegarglielo. Lei sa già che suo padre la considera e l'aiuta meno rispetto a come fa con sua sorella. E questa è la profezia. Con questa consapevolezza (che può anche essere incoscia) lei si comporta proprio in modo per far sì che questa profezia si avveri. E così ha sempre delle conferme su ciò che pensa del rapporto con suo padre. Ha provato ad analizzare il modo in cui lei si pone con suo padre? Come gli parla? Quali termini utilizza? Come diceva Einstein, se vogliamo cambiare il risultato di un insieme di elementi, dobbiamo inserire un nuovo elemento o eliminarne uno già presente. Se ci aspettiamo un risultato diverso mantenendo lo stesso insieme di elementi, siamo dei folli. Lei deve fare proprio questo. Deve cambiare il modo di relazionarsi. Questo provocherà un cambiamento anche nel modo in cui gli altri si relazioneranno con lei. Per qualsiasi chiarimento, rimango a disposizione
Gentile Ragazza, sentire di essere destinatari di un affetto “diverso” è sicuramente doloroso, e capisco abbia tanto a cuore la questione. Il punto non è che i suoi genitori diano attenzioni a sua sorella perché più “bisognosa”, ma il fatto che a lei riservino un atteggiamento che trova assente e disinteressato. L’ideale sarebbe poter affrontare apertamente con loro la questione, facendo arrivare il dolore che prova per questa mancanza di considerazione, che desidera, chiamandoli ad una riflessione. Alle volte i genitori adottano le soluzioni peggiori, con le migliori intenzioni, ma ciò non toglie che i figli ne soffrano. Ritiene sensato pensare a questa soluzione? Un caro saluto
Gentile Utente, grazie per essersi esposta e aver condiviso con noi questi vissuti. Dal suo racconto, sembra che non sia ben chiara la sua domanda, nel senso che la Sua richiesta si riferisce al desiderio di migliorare alcune dinamiche familiari o all'effettivo desiderio di iniziare un percorso con il Suo partner, sulla base di una scelta di condivisione consapevole, che non sia legata solamente alla volontà di non vivere questi vissuti parentali?
Per continuare a indagare quale sia la Sua domanda o se ha il desiderio di iniziare un percorso psicologico, resto a disposizione. Un saluto, Dott.ssa Alessandra Pace
Salve, dalle sue parole mi sembra di capire di non sentirsi considerata dai suoi genitori quanto Lei vorrebbe. Mi dispiace per questo. Per un figlio avere il sostegno della famiglia è una cosa importante; rappresenta quella che viene definita una “base sicura” su cui costruire il proprio futuro. Nel suo caso, allontanarsi di casa appare l’unica alternativa e non una scelta ponderata e libera.
Penso che sia importante per Lei avere un confronto aperto e diretto con i suoi genitori in cui riuscire a comunicare il proprio dolore ed essere ascoltata con comprensione e fiducia. In questi casi si parla di assertività, ovvero, la capacità di una persona di riconoscere le proprie esigenze e di esprimerle all’interno del proprio ambiente. E’ un’abilità sociale che abbiamo tutti e che può essere migliorata per gestire le nostre relazioni e stare bene con se stessi. Mi auguro di esserLe stato utile.
Gentile Utente, mi dispiace molto per la situazione e posso solo immaginare ciò che prova. Dato che inizia dicendo che ha uno splendido rapporto con i suoi genitori, cosa ne pensa di poter parlare con loro e dire ciò che sta provando? Potrebbe scoprire una lettura diversa da quella che ha scritto....
Se non se la sente al momento potrebbe iniziare un percorso psicologico per affrontare lei i suoi pensieri, emozioni, vissuti.
Rimango a disposizione Elisabetta
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Buongiorno,
Provi a raccontare quello che ha raccontato a noi alla sua famiglia.
Salve, la ringrazio per aver utilizzato questo portale per porre la sua questione.
Il disagio che sta vivendo merita di approfondimento. Non è possibile dare risposte generiche, ogni difficoltà è collegata e nasce all’interno di una storia di vita del tutto personale e unica. Quello che le posso suggerire è di aprire un dialogo con i suoi genitori sulle tematiche che ci ha descritto. L'altra direzione l'ha già intravista, ovvero quello di farsi accompagnare in questo momento difficile da uno psicologo/a.
Un buon percorso di psicoterapia in genere migliora la condizione di disagio che ci ha descritto e permette di valutare come proseguire per rimettere in moto la propria esistenza in una direzione più soddisfacente.
Se ha necessità di approfondimento non esiti a contattarmi o scrivermi.
Qualora decidesse di fare un percorso psicologico le sedute possono avvenire anche online.
Un saluto
Dott.ssa Camilla Ballerini
Salve, il mio consiglio è di prenderti del tempo per te stessa tu per prima, inizia un tuo percorso personale con un esperto che ti aiuti a guardare al di là di queste dinamiche familiari. Distaccarti in modo sano ti permetterà di compiere scelte più consapevoli e non di fuga e, chi lo sa, potrai comprendere meglio anche i tuoi familiari e le motivazioni che li spingono ad agire in un certo modo. Un caro saluto, Elisa Cantone
Salve, la ringrazio intanto per aver condiviso qua la sua storia e per essersi data la possibilità di esprimere quella che, a primo avviso, sembra essere una certa rabbia e frustrazione per non essere "vista" da parte del suo nucleo familiare. Forse sarebbe il caso di esplorare, all' interno di un percorso psicologico, da dove nascono tali sentimenti ed emozioni che porterebbero, eventualmente, a percorrere la strada di una possibile convivenza (altro passo fondamentale nel ciclo di vita di una persona).
Le consiglio di chiedere un consulto ad uno psicologo, in modo da poter comprendere ed vagliare meglio, tali dinamiche.
Rimango a disposizione per eventuali chiarimenti o approfondimenti.
Saluti, dott.ssa Angela Peronace.
Gentile utente, grazie per la domanda. Capisco che una sorella si può sentire a volte diversa rispetto un altro figlio. Immagino che i suoi genitori stanno affrontando una situazione nuova e improvvisa. Spesso il primo passo fondamentale è comunicare con le persone, tralasciando orgoglio e risentimento (sono emozioni che non sono sempre utili, anzi). Sono sicura che i suoi genitori non sono consapevoli che i loro comportamenti la stanno deludendo e si sta sentendo messa da parte. Perciò le consiglio di comunicarlo in modo autentico, senza accusarsi, ma enfatizzando come si sente e di cosa avrebbe bisogno.
Spero di averle dato uno spunto di riflessione, per dubbi e domande sarà mia premura rispondere.
Buona serata
Dott.ssa Melania Filograna
Buonasera,
io credo che la problematica relazionale che si sta manifestando adesso tra lei ed i suoi genitori e sua sorella sia in realtà una problematica che sta semplicemente riemergendo dal passato ed è li che io focalizzerei un eventuale percorso psicologico e terapeutico .Inoltre, ritengo che una mediazione con uno specialista tra lei e la sua famiglia sarebbe sicuramente più efficace che la fuga dalla situazione, anche se la opzione di andare a vivere altrove si avverte più che comprensibile data la sua età e il desiderio assolutamente accettabile di emancipazione.
Resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento in merito , mi trova anche online.
Buona serata a lei
Dr.ssa Cristina Mitola
Buonasera, da quanto scrive i suoi genitori hanno solo attenzioni per sua sorella e le sue difficoltà, mentre sembrano non vedere il suo di disagio. Non riescono a percepirlo.
Mi sto chiedendo se lo ha mai espresso o vi scontrate senza ascoltarvi?
Un saluto
Gentile utente, l'arrivo di un bambino sposta molto gli equilibri familiari, molta attenzione viene spostata sul bambino e la madre e questo significa che meno attenzione viene data ad altro (e ad altri).
La cosa principale del discorso tuttavia non penso sia questa ma bensì il suo vissuto di "terza ruota".
Ha avuto modo di condividere questa sensazione con i suoi genitori? Con sua sorella invece? Sua sorella condivide il pensiero di essere la preferita? Se la risposta è no, cosa pensa invece? Ci sono altre persone testimoni di queste dinamiche che lei riporta con cui confrontarsi?
Tutte queste domande hanno come scopo l'allargare la prospettiva, naturalmente i suoi vissuti sono frutto della sua prospettiva specifica, entrare in contatto con altri punti di vista potrebbe portarle nuovi elementi per vivere in maniera diversa questa difficile situazione. La cosa è chiaramente reciproca, anche portare la sua prospettiva agli altri potrebbe far cambiare loro modo di vedere e quindi di agire.
A prescindere da tutto questo è chiaro che la situazione fino ad ora le abbia causato una sofferenza, la invito a non sottovalutare gli effetti che potrebbe avere avuto nel suo modo di percepirsi e di vedere le cose attorno a lei.
Un percorso psicologico, anche breve, potrebbe permetterle di esplorare sè stessa e fare maggiore chiarezza su quali siano state le parti di lei più sofferenti e quali strategie siano utili per gestirle.
Spero di esserle stato utile, mi contatti pure se ha ancora piacere di parlare.

Dottor Mauro Simonetti
Salve gentile utente, grazie per aver condiviso la sua situazione. È chiaro che il suo rapporto con i genitori è importante per lei, ma la percezione di una preferenza verso sua sorella può essere dolorosa e creare frustrazione. È comprensibile sentirsi trascurata, soprattutto quando si confronta il suo desiderio di autonomia e riconoscimento con il supporto che sua sorella riceve.

La dinamica familiare, specialmente in presenza di responsabilità come un bambino, può influenzare le attenzioni e le risorse disponibili. Tuttavia, è fondamentale che lei esprima i suoi sentimenti, in particolare al suo papà. Potrebbe essere utile avere una conversazione aperta e sincera, spiegando come si sente trascurata e desiderosa di maggiore supporto e considerazione per il suo futuro.

Inoltre, l’idea di andare a vivere da sola con il suo ragazzo potrebbe rappresentare una valida opportunità per affermare la sua indipendenza e il suo valore. Questo potrebbe anche aiutarla a stabilire confini più chiari e ridurre il senso di competizione con sua sorella. Consideri di esplorare ulteriormente queste emozioni e, se necessario, di parlare con un professionista per supporto.

Per ogni eventuale approfondimento sono a sua disposizione, anche online, in primo colloquio è gratuito. Un caro saluto, Dott. Mauro Terracciano

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