Salve o lepicondilite da molti anni,le terapie non funzionano, quando faccio le infiltrazioni di cor
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Salve o lepicondilite da molti anni,le terapie non funzionano, quando faccio le infiltrazioni di cortisone mi passa per poi ripresentarsi dopo un paio di mesi ,ultimame le infiltrazioni non fanno un granché, può parsi che non do tempo e riposo al gomito lavorando nel mondo della ristorazione,,vorrei chiedervi se e possibile dopo l'infiltrazione passando 24 ore posso mettere il tutore , grazie
Buongiorno, dopo le infiltrazioni può mettere tranquillamente il tutore. Sarebbe però importante che si occupi del suo problema rivolgendosi a un fisioterapista che la valuterà e possa individuare i motivi per cui il suo disturbo è ricorrente. Il professionista saprà sicuramente indirizzarla verso un percorso di recupero per ridurre gli episodi annui e migliorare la capacità di carico, quindi la capacità di eseguire movimenti ripetuti e sopportare pesi, del suo gomito.
Spero di esserle stata di aiuto.
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Buongiorno
Le infiltrazioni non rappresentano sicuramente una controindicazione all'utilizzo del tutore. Se le dà sollievo indossarlo non ci vedo nulla di male. Tuttavia, come detto già da altri miei colleghi, occorre lavorare in modo più completo. Un buon fisioterapista potrebbe aiutarla tramite esercizi appositi, consigli su ergonomia e gestione dell'attività lavorativa, tecniche di trattamento attive e passive.
Le infiltrazioni non rappresentano sicuramente una controindicazione all'utilizzo del tutore. Se le dà sollievo indossarlo non ci vedo nulla di male. Tuttavia, come detto già da altri miei colleghi, occorre lavorare in modo più completo. Un buon fisioterapista potrebbe aiutarla tramite esercizi appositi, consigli su ergonomia e gestione dell'attività lavorativa, tecniche di trattamento attive e passive.
Salve
Avrei necessità di avere maggiori informazioni. Potrebbe inviarmi il suo numero di telefono da questo sito?Senza impegno economico.
grazie
Avrei necessità di avere maggiori informazioni. Potrebbe inviarmi il suo numero di telefono da questo sito?Senza impegno economico.
grazie
Buongiorno, il tutore può essere indossato senza problemi dopo aver effettuato infiltrazione. Tuttavia, come già consigliato dai miei colleghi, sarebbe opportuno affidarsi ad un fisioterapista per stilare un programma di esercizi di rinforzo e allungamento adatto alla sua condizione e al carico che il gomito subisce quotidianamente a causa del suo lavoro. Solo in questo modo, con la corretta educazione all'esercizio e al movimento, è possibile ottenere risultati e far sì che il dolore e la problematica non si ripresenti.
Spero di esserle stata utile nella risposta, per qualsiasi informazione o chiarimento non esiti a contattarmi.
Cordialmente
Dott.ssa Giuliana Napoletano
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Cordialmente
Dott.ssa Giuliana Napoletano
Buongiorno, sicuramente il sintomo doloroso dell'epicondilite trova giovamento con riposo e antinfiammatori (infiltrazione o assunti oralmente). Tuttavia per risolvere il problema sul lungo periodo andrebbe valutato lo stato dell'articolazione del gomito, lo stato muscolare di estensori e flessori del gomito e del polso, la forza di questi muscoli e come si comportano durante il lavoro. Potrebbe essere che la posizione statica o contro resistenza di polso e gomito durante il lavoro portano a degli squilibri muscolari, ma le mie sono solo supposizioni che devono essere confermate durante la visita con uno specialista che sicuramente le saprà indicare la strada da percorrere in seguito al miglioramento del sintomo legato all'assunzione di antinfiammatori.
Gentile Utente, sicuramente come già detto non c'è nessuna controindicazione nell'utilizzare il tutore dopo l'infiltrazione. Comunque dopo una prima visita medico- specialista, le consiglio una visita posturale informazionale, così da evidenziare gli eventuali inneschi compensatori disfunzionali in atto. Inoltre pensare ad un'approfondimento personale, in quanto il corpo è lo specchio del nostro stato interiore.
A disposizione
Dott. Maurizio Di Benedetto
A disposizione
Dott. Maurizio Di Benedetto
Buondì, l'utilizzo del tutore non è controindicato, ma è fondamentale rivolgersi ad un fisioterapista che possa individuare la causa del suo problema.
E' probabile che si tratti di una tendinopatia: nella maggior parte dei casi la terapia manuale, sommata all'esercizio corretto, può essere risolutiva.
Saluti
E' probabile che si tratti di una tendinopatia: nella maggior parte dei casi la terapia manuale, sommata all'esercizio corretto, può essere risolutiva.
Saluti
Buonasera, grazie per aver condiviso il suo dubbio con noi. L'utilizzo di terapie passive potrebbe non essere il mezzo più efficace per ciò che riguarda la sua condizione, la quale è solitamente benigna. In ogni caso un fisioterapista preparato dovrebbe seguirla per via della durata del suo sintomo ed indicare il percorso più corretto per lei prendendosi in carico la sua persona oltre che la sua patologia. In ogni caso le auguro una buona giornata e le mando un saluto.
Salve,
Non c'è controindicazione per l'utilizzo del tutore, quindi se desidera può utilizzarlo tranquillamente. Mi preme comunque specificare che il tutore dà sollievo e certamente aiuta la zona a disinfiammarsi, tuttavia questo potrebbe non risultare risolutivo se l'articolazione viene giornalmente esposta a movimenti di rotazione e stress. Si rischia di creare un circolo vizioso. Per questo motivo le consiglierei di intraprendere un percorso di fisioterapia con lo specialista più vicino a lei.
Saluti
Non c'è controindicazione per l'utilizzo del tutore, quindi se desidera può utilizzarlo tranquillamente. Mi preme comunque specificare che il tutore dà sollievo e certamente aiuta la zona a disinfiammarsi, tuttavia questo potrebbe non risultare risolutivo se l'articolazione viene giornalmente esposta a movimenti di rotazione e stress. Si rischia di creare un circolo vizioso. Per questo motivo le consiglierei di intraprendere un percorso di fisioterapia con lo specialista più vicino a lei.
Saluti
Gentilissimo, la questione che ci pone è abbastanza delicata. Indubbiamente, continuando a svolgere un lavoro che mette sotto sforzo e continua sollecitazione il distretto sul quale avviene l'inserzione ossea della muscolatura estensoria dell’avambraccio e del polso, diventa difficile indicarle delle terapie, che, seppure non risolutive , possano darle un margine di sollievo più duraturo nel tempo. Infatti, la continua e ripetuta sollecitazione, alla quale la sua attività lavorativa sottopone l'unità funzionale gomito-polso, non le consente di beneficiare di qualsivoglia cura e/o terapia, andando a neutralizzarne l'effetto terapeutico.
Il suo quesito è se indossare o meno il tutore dopo l'infiltrazione. L'infiltrazione richiede riposo assoluto almeno per le 24h successive. Il tutore compressivo non può considerarsi come una soluzione al problema, specialmente quando il sintomo è cronicizzato. Se le allevia il dolore, lo indossi pure, magari dopo 2/3 gg dall'infiltrazione, ma, a questo punto, è l'infiltrazione che non ha più senso, vista l'inefficacia, rilevata da lei stesso...
Ad ogni buon conto, intuendo che non possa, per ora, modificare e/o cambiare le modalità della sua attività lavorativa, provo a canalizzare la sua attenzione su qualche opportunità terapeutica che le consentirebbe di beneficiare di un margine di recupero di più lunga durata. Proverò ad esporle benefici e svantaggi, essendo obiettiva. Infatti, non ho a disposizione altri dati anamnestici, legati alla sua condizione patologica e alla sua vita, che mi consentirebbero anche di indirizzarla con certezza verso un percorso terapeutico adeguatamente promettente per lei, invece di un altro.
Come trattamento conservativo, potrebbe prendere in considerazione infiltrazioni con PRP, cioè con derivati piastrinici. Il Platelet Rich Plasma (PRP) è un gel piastrinico prelevato dallo stesso paziente, trattato e reiniettato a livello dell’epicondilo con lo scopo di rigenerare i tessuti e curarli a livello della lesione. I margini di riuscita sono legati ad alcuni fattori, come età e grado di compromissione patologica. Lo svantaggio risiede nel fatto che come terapia è molto costosa e non tutte le assicurazioni ne assicurano il rimborso seppure parziale dei costi. Di contro, può offrire un risultato a lungo termine, ma meno immediato delle classiche infiltrazioni di cortisone, ecco perché anche i pazienti non la prediligono.
Un'altra opportunità sempre valida e consigliabile è di intraprendere, in ogni caso, un percorso rieducativo, volto al riequilibrio dell'atto che coinvolge l'unità funzionale integrata "spalla-rachide cervicale- braccio-avambraccio-polso". Infatti, l'uso non corretto del polso e/o dell’avambraccio, per la presenza della sintomatologia dolorosa, può determinare alterazioni funzionali del gesto, compensazioni e problematiche a carico delle strutture anatomiche adiacenti. Inoltre, vi sono approcci in riabilitazione che possono, nel caso di dolore anche cronico, fornire al paziente un accesso diverso al sintomo doloroso, attraverso percorsi di consapevolizzazione del valore informativo del sintomo (Riabilitazione Neurocognitiva - RNC) o di concettualizzazione del dolore stesso (Pain Neuroscience Education - PNE). Entrambi i percorsi sono da ritenersi validi aiuti per il paziente che si trova a dover affrontare/gestire il sintomo doloroso nella sua vita e/o attività lavorativa, come nel suo caso.
Se lo desidera sono disponibile anche online con un primo consulto gratuito, che mi consentirebbe di fornirle supporto e/o maggiori informazioni a riguardo. Il mio consiglio è di provare a conoscere meglio almeno una di queste due proposte terapeutiche (RNC e PNE) che potrebbero fornirle delle strategie interne di gestione del sintomo.
A disposizione,
cordialità,
Alessia C
Il suo quesito è se indossare o meno il tutore dopo l'infiltrazione. L'infiltrazione richiede riposo assoluto almeno per le 24h successive. Il tutore compressivo non può considerarsi come una soluzione al problema, specialmente quando il sintomo è cronicizzato. Se le allevia il dolore, lo indossi pure, magari dopo 2/3 gg dall'infiltrazione, ma, a questo punto, è l'infiltrazione che non ha più senso, vista l'inefficacia, rilevata da lei stesso...
Ad ogni buon conto, intuendo che non possa, per ora, modificare e/o cambiare le modalità della sua attività lavorativa, provo a canalizzare la sua attenzione su qualche opportunità terapeutica che le consentirebbe di beneficiare di un margine di recupero di più lunga durata. Proverò ad esporle benefici e svantaggi, essendo obiettiva. Infatti, non ho a disposizione altri dati anamnestici, legati alla sua condizione patologica e alla sua vita, che mi consentirebbero anche di indirizzarla con certezza verso un percorso terapeutico adeguatamente promettente per lei, invece di un altro.
Come trattamento conservativo, potrebbe prendere in considerazione infiltrazioni con PRP, cioè con derivati piastrinici. Il Platelet Rich Plasma (PRP) è un gel piastrinico prelevato dallo stesso paziente, trattato e reiniettato a livello dell’epicondilo con lo scopo di rigenerare i tessuti e curarli a livello della lesione. I margini di riuscita sono legati ad alcuni fattori, come età e grado di compromissione patologica. Lo svantaggio risiede nel fatto che come terapia è molto costosa e non tutte le assicurazioni ne assicurano il rimborso seppure parziale dei costi. Di contro, può offrire un risultato a lungo termine, ma meno immediato delle classiche infiltrazioni di cortisone, ecco perché anche i pazienti non la prediligono.
Un'altra opportunità sempre valida e consigliabile è di intraprendere, in ogni caso, un percorso rieducativo, volto al riequilibrio dell'atto che coinvolge l'unità funzionale integrata "spalla-rachide cervicale- braccio-avambraccio-polso". Infatti, l'uso non corretto del polso e/o dell’avambraccio, per la presenza della sintomatologia dolorosa, può determinare alterazioni funzionali del gesto, compensazioni e problematiche a carico delle strutture anatomiche adiacenti. Inoltre, vi sono approcci in riabilitazione che possono, nel caso di dolore anche cronico, fornire al paziente un accesso diverso al sintomo doloroso, attraverso percorsi di consapevolizzazione del valore informativo del sintomo (Riabilitazione Neurocognitiva - RNC) o di concettualizzazione del dolore stesso (Pain Neuroscience Education - PNE). Entrambi i percorsi sono da ritenersi validi aiuti per il paziente che si trova a dover affrontare/gestire il sintomo doloroso nella sua vita e/o attività lavorativa, come nel suo caso.
Se lo desidera sono disponibile anche online con un primo consulto gratuito, che mi consentirebbe di fornirle supporto e/o maggiori informazioni a riguardo. Il mio consiglio è di provare a conoscere meglio almeno una di queste due proposte terapeutiche (RNC e PNE) che potrebbero fornirle delle strategie interne di gestione del sintomo.
A disposizione,
cordialità,
Alessia C
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