Salve. Non esco di casa da mesi, non ho amici, a volte ho pensieri suicidi e passo tutte le giornate

17 risposte
Salve. Non esco di casa da mesi, non ho amici, a volte ho pensieri suicidi e passo tutte le giornate allo stesso modo e sto sprecando la mia vita. Non so se non so interagire con le persone o se in realtà non provo il desiderio di voler interagire con esse. Inoltre provo spesso ansia o rabbia senza controllo. Anche se in generale vedo i miei comportamenti vicini al disturbo schizoide di personalità (ovviamente non si possono fare autodiagnosi). Molte persone mi consigliano da tempo di andare da uno psicoterapeuta ma non ci sono mai andato perché non saprei cosa dire, avrei paura di fare scena muta o mentire. Navigando un po' online ho visto (solo per curiosità perché al momento mi sembra improbabile andare concretamente da qualcuno a causa dei miei "blocchi") che vicino a me ci sono psicoterapeuti con diversi approcci. Ad esempio leggo alcuni che fanno terapia cognitivo comportamentale ed altri specializzati nell'analisi transazionale e gestalt. Quale sarebbe l'approccio più adatto ad un caso come il mio? Ci sono differenze sostanziali tra i due approcci?
Poi volevo sapere: ogni psicoterapeuta è in grado di fare delle, eventuali, diagnosi?
Egregio Utente, mi rincresce il suo attuale stato di salute ma la situazione descritta necessita di una consulenza per capire successivamente come aiutarla con un percorso di psicoterapia più un ausilio farmacologico se il caso lo richiede; qualsiasi psicoterapeuta al di là della sua specializzazione è in grado di fare diagnosi e aiutarla. Resto a Sua disposizione per qualsivoglia eventuale integrazione e/o chiarimento e mi è gradita l'occasione per inviarLe i miei più cordiali saluti. Dott.ssa Giulia Marchiani

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve, se i sintomi sono così invalidanti, l'approccio ottimale è in primo luogo una valutazione psichiatrica del disturbo con la possibilità di impostare una terapia farmacologica, che le dovrebbe dare sollievo nel breve periodo, e associare un percorso psicoterapico per un benessere nel lungo periodo
Gentile utente, grazie per aver condiviso il suo attuale disagio con noi specialisti
Chiedere aiuto è importante e, le sue domande, sono preziose, oltre che un primo passo importantissimo!
Non ci ha detto la sua età, ma presumo sia un* ragazzo/a giovane...
Viste le sue difficoltà del momento ad uscir di casa, le consiglio di trovare un* terapeuta della sua zona che faccia anche terapia online: iniziare online per poi, piano piano cominciare ad andare in studio.
Gli approcci in psicoterapia sono tanti, difficile poterle consigliare uno in particolare: in linea di massima, ci sono approcci che durano un po' di più ma che permettono di andare più in profondità (approcci psicodinamici) e poi ci sono approcci che agiscono ad un livello più comportamentale (breve strategico, cognitivo-comportamentale)...
Un'eventuale "diagnosi" viene fatta da qualunque specialista (con o senza l'ausilio di tests), che serve come linea guida per impostare il percorso terapeutico più adatto alla persona
Lasci perdere le autodiagnosi e il dottor Google: le etichette sono sempre pericolose!!!
Scelga il terapeuta che più la "ispira": e valuti l'idea che le difficoltà che sta attraversando possono essere viste sotto altri punti di vista, magari come opportunità per riflettere e, perché no, per crescere e maturare...
Spero di averle fornito qualche spunto di riflessione alternativo!
Resto a disposizione, anche online!
Un caro in bocca al lupo!
Dr E. Nola


Salve,
al di là delle autodiagnosi, che davvero non le sono d'aiuto, sicuramente trovare un professionista capace di aiutarla a capirsi meglio è indispensabile. Non ci sono giuste psicoterapie, quanto piuttosto giusti psicoterapeuti. Ora è possibile anche effettuare colloqui online stando comodamente a casa propria e valutando, senza grossi costi iniziali, il metodo e l'approccio del terapeuta scelto. Se poi non dovesse trovarsi bene, può interrompere immediatamente il rapporto, senza alcun vincolo di sorta.
Sono a disposizione per qualunque chiarimento.
Tengo le dita incrociate per lei.
Cordialmente
Dott.ssa Elena Rolfo

Buongiorno, la situazione di disagio e di ritiro sociale che vive potrebbe avere diverse cause che andrebbero esplorate insieme in un breve percorso di psicoterapia per poi comprendere come agire a livello terapeutico. Potrebbero esserci cause strutturali che nascono da una neurodivergenza a livello del Sistema Nervoso Autonomo, oppure potrebbero esserci cause legate alle relazioni precoci con le figure di riferimento oltrechè esperienze di vita che hanno contribuito a come si sente nel presente. Per questi motivi, più che all'approccio, mi indirizzerei all'esperienza del/della psicoterapeuta che vorrà scegliere. Rimango a disposizione anche per un consulto iniziale. Un saluto.
Dott.ssa Marina Bonadeni
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Buonasera, sì ogni psicoterapeuta può fare diagnosi, ciò che cambia è la "tecnica" che usa e soprattutto è importante la relazione che instaurerà con il professionista che la segue. Il fatto di sentirsi bloccato e fare scena muta non è così inusuale, accade a molti pazienti ma non è un ostacolo insormontabile.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve, come anche lei ha scritto evitiamo autodiagnosi e cure dettate dalle informazioni che si trovano in rete. Se la sua situazione di isolamento sociale è così forte , è necessario un contatto con uno psicologo per valutare il momento e nel caso decidere se sia necessario un breve percorso farmacologico da concordare con un medico per affrontare subito il momento. Non abbia nessun timore di parlare con uno psicologo, di fare scena muta o altro perché le assicuro che tutto andrà diversamente e meglio di come immagina. La ricerca di risposte in rete, cosa che deve prendere con assoluta leggerezza e senza dare un valore assoluto a ciò che trova, è già un passo importante che segnala la sua voglia di star meglio. Non esiti. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno, si facciamo diagnosi in quanto psicologi ma con la psicoterapia si cerca di aiutare la persona a superare blocchi e difficoltà. Se vuole cercare di capire e risolvere qualcosa dovrebbe provare a mettersi in gioco. In questo caso sconsiglierei la terapia a distanza in quanto favorirebbe le sue difese. Rifletta sul fatto che "non fare le cose per paura di" inconsapevolmente è un modo per mantenere tutto così com'è.
Buonasera per prima cosa sarebbe consigliato rivolgersi al servizio pubblico di appartenenza al fine di valutare un eventuale trattamento farmacologico .
In seguito sarebbe utile un percorso di psicoterapia sistemico familiare al fine di prendere in considerazione anche il contesto in cui si manifesta il suo disagio.
Buona giornata
Dott. Raffaello Di Monte
Dott.sa Luisa Anibaldi
Buongiorno lo psicoterapeuta può fare la diagnosi ed, in base alla sua specializzazione, utilizza un proprio approccio. Quello che mi sento di dirle è che, aldilà del metodo, fondamentale è la scelta del terapeuta "giusto" con cui poter instaurare una relazione terapeutica. La paura di fare scena muta la ritrovo in molti pazienti soprattutto inzialmente quando ancora non si è stabilito un rapporto di fiducia. Cordiali saluti Dott.ssa Francesca Gruosso
Gentile uente,
colgo la sua sofferenza, che sicuramente meriterebbe di essere accolta ed approfondita, e capisco la sua difficoltà ad aprirsi con uno specialista. Da quello che descrive percepisco che una parte di lei un aiuto lo desidera fortemente, ha scritto qui a noi ed è riuscio ad aprirsi...ma si sente per lo più bloccao dalla paura di non saper che dire, o di menire(?). Sul saper cosa dire, la rincuoro del fatto che non tutti quando decidono di rivolgersi ad uno specialista sanno bene di cosa parlare, ma soprattutto da dove iniziare. Quello che le suggerirei è di lasciarsi guidare dal momento ma anche lasciare che la persona che la accoglierà la metta nella condizione tale di farla aprire e sbloccare piano piano. Sul mentire invece, cercherei di capire cosa e perchè la preoccupa...ma questo sarebbe interessante sempre condividerlo con il professionista in questione.
Gli approcci sono tanti e sembrano tutti diversi, ma le assicuro che tutti hanno un unico obiettivo: il benessere del paziente. Quindi quando se la sentirà non abbia timore anche di sperimentare qualcosa, che sia un Cognitivo Comporamentale o qualsiasi altro approccio.
Sperando che possa trovare presto il suo equilibrio....cordialmene
Dr.ssa Noemi Carrieri - Firenze
Buongiorno,
ci tengo a dirle come premessa fondamentale che le diagnosi servono come comunicazioni tra clinici e non come descrizione della sua complessa personalità. La questione mi sembra, infatti, molto più complessa: quando ha iniziato ad avere questi blocchi? quanti anni ha? con chi le succede? cosa intende con "blocchi?"
Queste sono solo alcune delle diverse domande che vale la pena vagliare assieme per poter comprendere il senso dei suoi "blocchi" che per quanto dannosi un senso ce l'hanno ma non è stato forse compreso. Rispetto ai diversi approcci non mi sento di dirle che uno è più o meno valido di altri. Alcuni approcci funzionano meglio con alcune persone e/o patologie, altri meglio con altre. Credo che il punto di partenza sia scegliere per come lei si sente meglio e per come preferisce. A riguardo, infatti, vagli lei come e con chi si trova e chi preferisce e si fidi di quello che sente.
Il mio approccio è psicoanalitico e ha come obiettivo principale quello di diventare cnsapevoli dei nostri modi di funzionare che non sono solo consci e razionali , ma anche inconsci e inconsapevoli. La compresione del nostro mndo interno affettivo, infatti, permette di migliorare la qualità della nostra vita, di rispondere ai nostri bisogni e di migliorare relazioni affettive e sociali e di recuperare la realizzazione di sè.
Non chiuda quello che sente come qualcosa di sbagliato a priori perchè non renderebbe giustizia a delle parti preziose sue che meritano invece di essere accolte, comprese e bonificate.

Le auguro di trovare una soluzione che possa aiutarla a stare meglio e a ritrovare vitalità, che al momento sembra smarrita. Le mando un caro saluto.

Dott.ssa Digiesi

Salve, esiste anche l'orientamento transpersonale, ossia psicospirituale, che ho scelto di seguire come donna e come psicoterapeuta perchè fra tutti i vari approcci che ho studiato e sperimentato su di me (e non solo) ritengo sia in assoluto quello più completo. Noi psicologi transpersonali, partendo da elementi di psicologia degli archetipi, bioenergetica e gestalt, integriamo l'antica saggezza delle Tradizioni sacre del pianeta con le più moderne conquiste delle Neuroscienze (epigenetica, fisica quantistica ecc). Le consiglio vivamente una terapia di questo orientamento perchè la sua somiglia molto ad una crisi esistenziale, ad una perdita di senso, scopo e significato nella vita, un sentire purtroppo molto diffuso in questo periodo storico, ma paradossalmente un "buon disastro" da cui iniziare! Se vuole, possiamo conoscerci e mettere meglio a fuoco la sua 'domanda' tramite una consulenza on line. Auguri.
Gentile Utente, la scelta migliore che possa fare è affidarsi a uno specialista senza indugio. Esistono vari tipi di approcci in psicologia, tutti molto validi. Scelga quello che più sente affine alla sua persona. Dalla descrizione che fa del suo malessere sembrerebbe opportuno affiancare a un percorso terapeutico una terapia farmacologica.
Un caro saluto, Dott.ssa Ramona Borla
Buonasera. Lasci perdere questioni diagnostiche, di approccio tecnico o di orientamento teorico. Se pensa di vivere una condizione di sofferenza meritevole di attenzione, inizi a chiedere aiuto ad uno specialista. Solo così ci sarà la possibilità di capire come eventualmente procedere. SG
Buongiorno. Capisco la sua situazione. Nel suo caso, potrebbe essere particolarmente utile un approccio che predilige l'espressione dell'individuo, come lo psicodramma moreniano. Questa terapia favorisce l'esplorazione delle emozioni e delle dinamiche interne attraverso la rappresentazione e l'espressione attiva, permettendole di comprendere meglio le sue difficoltà e di trovare nuove vie per esprimersi.

In aggiunta, se preferisce un approccio più breve e mirato al cambiamento dei pensieri e comportamenti disfunzionali, la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) potrebbe essere un'opzione. Tuttavia, lo psicodramma potrebbe aiutarla a esplorare e comprendere meglio il significato delle sue emozioni, offrendole uno spazio per esprimere ciò che prova in un ambiente sicuro e supportivo.
d.ssa Raileanu

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