Salve, nello specifico è per chi fa emdr, ma ora vale per tutti. Avevo fiducia nella psicoterapia no

19 risposte
Salve, nello specifico è per chi fa emdr, ma ora vale per tutti. Avevo fiducia nella psicoterapia nonostante brutti precedenti fallimentari. Ho riprovato tre mesi fa, con chi usa emdr. Fatta due volte dopo aver raccolto le info necessarie, ma dopo la seconda di lunedì, il terrore che mi porta ad avergli scritto disperata e non è l effetto di una psicoterapia che sappiamo possa smuovere ma molto peggio e vi sintetizzo partendo dalla sua risposta data ieri.
Il mio terapeuta è tornato dall estero e dopo aver letto come sto, mi ha detto di andare gratis per riparare allo sbaglio. Ha parlato di incidente di percorso. Che facendo emdr si è aperto il vaso di pandora e credeva che la mia fobia di morire, e le paure venissero su piano. Invece no. E che ora invece di lavorare sul lutto devo farlo sul mio pericolo, su ciò che ora percepisco. Io gliel ho detto provo rabbia verso lui e scapperei. La cosa brutta che se hai paura del buio, puoi riuscire ad accendere la luce ma la morte esiste e non puoi fuggire e allora oggi dopo ciò che mi ha fatto emergere, io che avevo fiducia nella psicoterapia, nell emdr, mi chiedo a che serva fare psicoterapia qualunque se tanto devo morire? Quando si dice se ne esce dai vissuti dolorosi avevo fiducia. Oggi sono terrorizzata e con un nucleo depressivo che non avevo o se presente non cosi forte. Ora mi chiedo pure il più bravo terapeuta non mi impedirà di morire ovviamente... Ma come potrò vivere senza più questa fobia? Ripeto è mia non me l ha messa lui ma mi ha fatto uscire troppo. Come si può sbagliare così dopo anni di esperienza? Io oggi ci andrò ma lo vivo male... Molto male. Non ho mai provato così tanta sfiducia. Ripeto so che si muore ma fino a lunedì una parte di me conteneva, ora invece non più. Dove sta il buono di cio? Non lo vedo. Stavo lavorando sul lutto di mamma e si il dolore ero pronta ad affrontarlo e probabilmente, accettando il lutto accetti l'ineluttabilita della morte, per cui pure la propria. Ma forse non si dovrebbe partire da questa prima di lavorare sul lutto altrui? Ora io non voglio più fare emdr, sono traumatizzata. Come se non bastassero già quelli che ho. Oggi è dura andar da lui che in parte lo temo come l uomo nero.
Gentilissima, in linea teorica e’ proprio col suo terapeuta che occorrerebbe affrontare le questioni che ci pone, non ultima quella stessa sfiducia che è nata nei confronti di lui e della sua terapia. Tuttavia, come si coglie bene anche nella conclusione del suo messaggio, se lei teme il suo terapeuta come teme “l’uomo nero” non so quanto quanto da me detto sopra sia possibile e opportuno. Questo suo vissuto con lui puo’ essere dovuto a diverse ragioni, perfino ad un possibile riattivarsi di questioni inconsce che si trovano ad essere solo proiettate sul suo terapeuta. E’ chiaro in ogni caso che il malessere che vive ora, malessere che appare evidentemente di intensità significativa, merita ora un ascolto e un contenimento. Per dubbi e chiarimenti resto a disposizione. Un saluto, Marta Corradi.

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Salve. Se prima degli avvenimenti descritti riponeva fiducia nel suo terapeuta penso che ora dovrebbe continuare ad affrontare con lui ciò che sta vivendo interiormente, partendo proprio dalla ricostruzione di una relazione di fiducia. Il suo terapeuta ha il dovere etico e morale di accogliere i suoi sentimenti, pensieri e vissuti emotivi, per consentirne l'esplorazione e permettere la riparazione delle ferite emozionali, che possono avvenire all'interno di un percorso terapeutico, e anzi spesso permettono, attraverso un lavoro di approfondimento, di stimolare movimenti evolutivi nel paziente. Manifesti perciò liberamente - ovviamente nel rispetto della sua professionalità - i suoi vissuti al suo terapeuta per ricostruire insieme un setting all'interno del quale lei possa sentirsi al sicuro e proseguire il suo percorso. In tal modo riuscirà a ritrovare quel contenitore emozionale che prima le permetteva di tollerare l'angoscia di morte che l'attanaglia. Cordialmente, Dott. Gualazzi.
Intanto grazie di avere ancora un po' di fiducia nella categoria se si rivolge ancora a noi che facciamo questo mestiere perché forse è l'unico che ci lascia essere quello che siamo o quello che ci piacerebbe diventare.
Non mi permetto di entrare in valutazioni su cose che non conosco e le frasi a caso forse creano un po' d confusione e di confusione ce n'è già abbastanza.
Lavoro con pazienti oncologici, spesso terminali, quindi mi permetto di credere che un po' ne ho avuta esperienza, della morte insomma.
Anche a me inquieta ogni giorno di più e sa per cosa di più?
Certo il dolore, il senso di vuoto insomma tutto quello che capita e che sentono tutti.
Ma essendo per me una esperienza ripetuta che insomma per dirla tutta riguarda la maggior parte delle persone che incontro ( e mi affeziono a tutte tanto per cominciare). La morte mi fa impressione più di tutto per la sua banalità.
Il dolore e lo strazio, la disperazione la rabbia se ci sono è un bene, sembra che riempiano il vuoto di una banalità altrimenti invincibile.
Dico banalità per dire insensatezza, come una semplicità invincibile contro cui sembra non ci si possa fare niente.
Eppure così come ogni volta che finisco in questi pensieri mi si drizzano i peli sulla schiena, allo stesso modo sento qualcosa come un calore più grande nel petto, davvero lo descriverei così. Due sensazioni potentissime, fisiche, autentiche e fuori ogni dubbio.
Posso scegliere ogni volta ora l'una ora l'altra, basta pochissimo per passare di qua o di là.
L'effetto ogni volta è sempre più potente e sa qual'è il vero problema? E' che dopo il mondo mi appare un po' diverso, sempre di più. Cambiano le gerarchie, le cose che sembrano tanto importanti diventano ridicole e quelle ridicole davvero importanti.
Dopo la banalità dell'esperienza della morte c'è qualcosa di assolutamente magnifico. Non posso garantire che capiti anche a lei, posso solo dire che è quello che capita a me.
Sarebbe bello sapere com'è andata la terza seduta.
Le tecniche sono tante e l'EMDR ha solo qualche decina di anni di sperimentazione. L'idea è interessante.
Stia bene
Buonasera,
la terapia d'elezione per il trattamento delle fobie è la psicoterapia cognitivo comportamentale. L'EMDR è una tecnica, di recente sperimentazione, che sta dimostrando buona efficacia.
Le consiglio pertanto di parlare con il suo terapeuta di quanto successo e risolvere con lui la questione: abbia fiducia nella relazione!
Mi spiace per quanto sta vivendo.
Resto a disposizione, se ha bisogno di ulteriore supporto mi scriva in privato.
dott Tealdi
Buongiorno! Mi rendo conto che vivere tutto questo dolore che straripa non è facile e forse non lo aveva neanche immaginato. Vedrà che il suo terapeuta la aiuterà ad uscire da questa empasse. Anche dopo anni di esperienza possono capitare percorsi più difficili ed eventi inattesi. L'emdr non coincide con la psicoterapia ma è una delle più nuove tecniche. Infine purtroppo le dico che se si vuole cambiare, la tappa obbligata è attraversare i nostri mostri interiori. Le auguro di racimolare tutte le forze in tal senso. Forza!
Salve sono terapeuta EMDR, tecnica utilizzata in Italia da 20 anni e ideata da Francine Shapiro nel 1987, quindi non così nuova. La tecnica è evidence based (cioè la sua efficacia è provata da ricerche scientifiche). La tecnica è efficace e sicura, ma è solo una tecnica che va integrata in una psicoterapia. E' il terapeuta che decide su cosa e quando lavorare e che gestisce gli eventuali momenti difficili, così come in qualsiasi terapia. Non basta muovere gli occhi per superare i traumi! In questo caso sarà il terapeuta, da solo o con una supervisione, che dovrà capire cosa è successo e come continuare a lavorare. Le consiglio di avere fiducia in lui e continuare con l'EMDR per elaborare completamente il ricordo da cui siete partiti e gli eventuali ricordi ed emozioni emerse con l'obiettivo di non lasciarle così attivate.
Resto a disposizione per eventuali altre domande.
Cordiali saluti
Gentile Utente,

Arriva con grande chiarezza il dolore e lo smarrimento che il contatto con la paura di morire le ha generato, e la sensazione di essere di fronte a qualcosa di troppo grande da gestire. Da sola. L'EMDR smuove tanto della nostra mente, e ciò che emerge è spesso materiale complesso che necessita di essere gestito insieme, paziente e terapeuta. Ha scritto che c'è stata una distanza obbligata tra voi (il suo terapeuta è andato e tornato dall'estero), e forse è in questo spazio che le sue paure hanno trovato intensità, e mancato di supporto. Ciononostante, i timori che oggi ha non le impediscono di tornare da lui, il che significa che c'è una parte di lei che sente questa relazione solida e meritevole di una seconda possibilità. Parli con fiducia al suo terapeuta di ciò che ha vissuto, e sono certo saprete dare insieme un significato nuovo, e più incoraggiante, alle paure che ha condiviso con noi.
Un caro saluto
Salve, sono d'accordo con i precedenti colleghi che hanno risposto alla sua domanda. La terapia EMDR, come le ho già scritto in una precedente risposta, è una terapia valida e non molto giovane è stata attentamente sperimentata in questi 30 anni. Infatti si applica quando ci sono traumi importanti con la T maiuscola ed anche in traumi minori con t minuscola, e nelle catastrofi naturali come incendi, terremoti, alluvioni etc. Nell'elaborazione dei lutti è l'ideale perchè è un trauma importante, non conoscendola bene non sappiamo cosa sia successo forse il fatto che il suo terapeuta sia partito lei si è sentita sola in un momento importante, sono emersi dei ricordi che non ha forse saputo gestire e che l'hanno fatta stare particolarmente male. Si confidi con il suo psicoterapeuta e vedrà che elaborerete insieme l'accaduto e sicuramente troverà il modo come aiutarla a superare le sue paure, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Tutto va chiarito con il suo terapeuta, poi eventualmente deciderà lei, e solo lei, se l'alleanza terapeutica che avete instaurato sia sufficiente a proseguire con lui. La tecnica EMDR è coadiuvante nel percorso psicoterapeutico ma non vi attribuisca più importanza di quello che riveste. Pertanto le consiglio in ogni caso di chiarire e approfondire le paure emerse col suo terapeuta, sono certa che sia la cosa più opportuna. Cordiali saluti. Dr.ssa Daniela Benvenuti
Buona sera, concordo con i miei colleghi rispetto alla lunga e scientificamente fondata tradizione della tecnica EMDR, evidenziando ulteriormente la necessità che venga utilizzata all'interno di una cornice più ampia, quella della psicoterapia. Questo per dire che tutto ciò che emerge in modo quasi diretto ed immediato, così come traspare dalle sue parole, possa poi trovare spazio di comprensione ed elaborazione nella relazione terapeutica.
Non mi sento di dire altro se non aggiungendo un piccolo ma credo fondamentale dettaglio. Lei ha citato il mito del vaso di Pandora, le vorrei allora ricordare che quando il vaso venne scoperchiato la prima volta vennero liberati tutti i mali del mondo. Fu solo la seconda volta che ne uscì l'unica cosa che vi era rimasta; la SPERANZA (Elpis). Le auguro di cuore che dando fiducia al suo terapeuta, ed alla vostra relazione (una seconda volta appunto) tutto possa con il tempo risolversi.
Dott.ssa Silvia Findanno
Salve, durante un percorso di psicoterapia possono emergere paure che risiedono nel profondo, e l'EMDR può in certi casi accellerare questo processo.Ma finchè la paure più nascoste non emergono, seppur spaventando, noi terapeuti non abbiamo la possibilità di aiutarvi ad elaborarle. Il tema del lutto e della perdita nonché della morte. evento ineluttabile per ognuno di noi, è un percorso importante che affronterà con il suo terapeuta, abbia fiducia, ci vuole tempo per elaborare un lutto. Ora lei e il suo terapeuta avete del materiale importante su cui lavorare, e anche se prima giaceva nell'inconscio era pur sempre presente nella sua psiche interferendo sul suo benessere e qualità di vita.
Il suo nemico non è la persona alla quale si è affidata, ma le sue paure non elaborate.
Le faccio i miei migliori auguri, anche se è dura, con impegno ne potrà uscire.
Dott. Panzera
Gentile Signore,

non ritengo che l'EMDR sia adeguata; o, almeno, sufficiente, da sola, nel Suo caso.

è chiaro che i diversi problemi psicologici dei quali parla sono propriamente non un disturbo, ma i sintomi di un disturbo, che riguarda chiaramente tutta la personalità, nel presente come nella Sua storia personale.

È possibile che, con un approccio specifico alla problematica, che potremmo presumibilmente chiamare psico-educativo, si potrebbe ottenere in tempi non lunghi sia una risoluzione della problematica in questione, sia un miglioramento, di riflesso, del più complessivo stato generale d’ansia e di insicurezza.

In tal senso, una focalizzazione strategica sul sintomo e una rieducazione psicologica appaiono senz’altro adeguati.

In alternativa, una soluzione più radicale sarebbe – su tempi più lunghi - affrontare una terapia del ‘profondo’, che risolva le radici dell’ansia e della depressione e, di conseguenza, anche i suoi sintomi.

Tale approccio potrebbe in tal caso essere valido per ristrutturare le parti immature e ancora infantili della Sua personalità ed eliminare dai suoi ‘meccanismi’ quei granelli che – per così dire – ne ostacolano il corretto e felice funzionamento in direzione della crescita personale e dello sviluppo adulto della Sua identità, oltre ogni psicopatologica insicurezza e disistima.

In attesa di eventuali domande o di richieste di chiarimenti e approfondimenti, Le invio cordiali saluti.

prof. Roberto Pasanisi
(psicologo clinico e psicoterapeuta, Ordine degli Psicologi della Campania; direttore dei Dipartimenti e docente, Polo Universitario "Principe di Napoli"; Direttore, CISAT)
Gent. non sempre le risposte terapeutiche sono adeguate alle esigenze del paziente. Le consiglio di rivolgersi ad un altro specialista psicoterapeuta, in questo caso sarebbe indicato un approccio cognitivo comportamentale oppure una psicoterapia ipnotica. L'ipnosi in particolare aiuta il paziente a liberarsi dalle sue fobie e a lavorare ad un livello più profondo, imparando a gestire le proprie emozioni diventa più rapido il percorso di cura. Cordiali saluti dott.ssa MGrazia Messaglia
Buongiorno. Sono uno psicoterapeuta ad indirizzo psicodinamico, ad indirizzo adleriano. Per me viene prima la relazione col paziente, poi viene la "tecnica". non sono in grado di dirle se l'EMDR funzioni, ma se ci fosse stata una buona relazione, anche le inevitabili imperfezioni, gli incidenti di percorso, sarebbero stati risolti nella "coppia". Se è stato scoperto il vaso di Pandora e ora il terapeuta non riesce più a porre rimedio, vuole dire che non ha più la sua fiducia. il nostro lavoro, quello di terapeuti, non è facile ma molto appassionante. trovi uno psicoterapeuta più appassionato, che non si nasconda dietro la tecnica ma che sia più concreto nella relazione con lei. un saluto. Enrico Piccinini
Buongiorno, sono terapeuta EMDR e prima di poter utilizzare questa approccio terapeutico (non è una tecnica, ma un approccio terapeutico che solo chi è psicoterapeuta può utilizzare, con formazione specifica) occorre fare prima un lavoro di raccolta di informazioni precisa e puntuale e la strutturazione di quello che viene chiamato piano terapeutico, ovvero una condivisione di obiettivi e di temi che si intendono, insieme, affrontare.
Senza questi passaggi non si può usare l'emdr, è rischioso perchè non si conosce il paziente e le probabili reazioni/difese che può avere.
Parli con il suo terapeuta esprimendo le sue paure e ascolti, con la mente e con la pancia le sue risposte; in questo modo, potrà comprendere dentro di sè come procedere.
Le auguro il meglio!
Salve, concordo con chi mi ha preceduto sulla necessità di parlare di questi suoi stati d’animo, così pesanti, con il suo terapeuta.
Marta Calderaro
Buongiorno,
sono una psicologa psicoterapeuta EMDR e, come già indicato da altri colleghi, la parte di rielaborazione con la stimolazione bilaterale è solo una parte del percorso terapeutico. La psicoterapia con EMDR necessita di tre elementi fondamentali: 1) prima di tutto la costruzione di un valido rapporto di fiducia tra terapeuta e paziente, 2) una buona raccolta della storia personale per poter costruire un piano di lavoro efficace e 3) quasi sempre, il rinforzo delle risorse personali prima di affrontare i traumi del passato. Credo che nel suo caso abbia senso fare un passo indietro e recuperare anzitutto il rapporto con il suo psicoterapeuta, confrontandosi con lui su ciò che sta vivendo e trovando insieme a lui il modo di abbassare il suo livello di attuale attivazione emotiva.
Resto comunque a sua disposizione per eventuali chiarimenti.
Manuela Aloni
Salve,
credo che queste sue sensazioni, questi pensieri e queste emozioni lei debba portarli in terapia, durante il percorso possono esserci degli intoppi, perchè i fattori che intervengono possono essere tanti, ma la relazione terapeutica si può riaggiustare e si può rimediare.
Saluti.
Si, certo il chiarimento con il terapeuta è imprescindibile. Di lì, vedrà opportunità di scelta. Anch'io concordo che nel suo caso è meglio una terapia di stampo cognitivo comportamentale che l'Emdr, ma tutto va apporfondito in consulenza diagnostica, dopo il chiarimento. Resto a disposizione lb

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