Salve, nell'ultimo anno e mezzo la malattia di mio padre è peggiorata gravemente, tant'è che purtrop

17 risposte
Salve, nell'ultimo anno e mezzo la malattia di mio padre è peggiorata gravemente, tant'è che purtroppo un mese fa è venuto a mancare. In questo periodo sono stato sottoposto a fortissimi stress e ansia, e da circa un anno iniziato a percepire una sensazione di debolezza e stanchezza alle gambe persistente. Una dinamica che si presenta anche senza che io compia particolari sforzi (basta cominciare a camminare o scendere le scale. Scendere le scale è diventato un vero e proprio problema, specie se sono senza corrimano). Ho fatto le analisi del sangue ed è tutto a posto, sto prendendo integratori (sali minerali, potassio e magnesio), faccio esercizi per attivare la circolazione (squat soprattutto) e cerco di camminare il più possibile (finché almeno il fastidio non è troppo). A quanto posso capire si tratta di una dinamica psicosomatica, e questo in parte mi rassicura. Ci sono delle tecniche cognitive che potrebbero aiutarmi a distogliere l'attenzione da questo problema alle gambe? Fino a due anni fa riuscivo a fare camminate anche di 9-10 km senza stancarmi. Ho 36 anni, vorrei togliermi questo peso una volta per tutte. Grazie mille
Salve a Lei,

L'espressione fisica del malessere psichico è una cosa estremamente complessa poiché la relazione causale tra il vissuto e il sintomo spesso non segue la logica che ci aspetteremmo. E' dunque un terreno abbastanza scivoloso. Ma a prescindere da questo è importante per Lei intuire che la "soluzione" a questo presunto sintomo psicosomatico non passa dal "distrarsi" da esso.
Nelle somatizzazioni il corpo vicaria la necessità di rappresentazione del malessere psichico che non trova una modalità espressiva nel comportamento o nel pensiero.
Quindi il corpo è una "tela" in cui il malessere può trovare espressione.
Non è consigliabile nascondere questa tela alla propria coscienza, come in Dorian Gray, ma è importante prenderne consapevolezza.
Questo è il percorso che permette, lavorandoci sopra, di trasformare la somatizzazione in pensiero e quindi risolvendo l'aspetto sintomatico incarnato.

Come può vedere la risposta è molto particolare così come lo è l'argomento delle somatizzazioni.

Spero che le possa dare un punto di vista diverso attraverso il quale re-interpretare il suo problema.

Un caro saluto.

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Buongiorno e grazie per la condivisione, mi dispiace molto per ciò che sta vivendo, è difficile vivere con un corpo che sembra voglia tradirci. Ha consultato degli specialisti? Ci sono farmaci che intervengono anche sulle somatizzazioni, riducendo molto i sintomi. Un percorso di psicoterapia potrà aiutarla per mettere in campo tutte le risorse per fronteggiare questa condizione. Con l’impegno e il sostegno giusto riuscirà a riappropriarsi della sua vita. Resto a disposizione per qualsiasi informazione, sono disponibile anche per terapie online. Un caro saluto, D.ssa Cristina Sinno
Gentilissimo,
Il sintomo, soprattutto nei disturbi psicosomatici, è una metafora..probabilmente nel suo caso ha somatizzato un lutto importante che deve essere elaborato affinché le sue “gambe” tornino a correre… bisogna dare parola ai suoi sentimenti. Un percorso psicologico che unisca sia delle tecniche più pratiche come quelle cognitive comportamentali insieme ad un ascolto attivo affinché possa elaborare il vissuto traumatico potrà sicuramente esserle d’aiuto… il corpo accusa sempre il colpo, anche quando ci sentiamo sufficientemente pronti a sorreggere.
Resto a disposizione, anche online.
Dott.ssa Teresa Colaiacovo
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, sicuramente un percorso cognitivo-comportamentale potrebbe aiutarla a sviluppare delle strategie di focalizzazione attentiva, ma anche sviluppare maggior consapevolezza su i suoi pensieri ed emozioni. Ha attraversato un anno intenso e un lutto importante, il suo corpo le sta dicendo qualcosa credo possa essere importante per lei dare voce e senso a ciò che le sta accadendo. Valuti la possibilità di ritagliarsi uno spazio per elaborare tali vissuti. Rimango a disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buongiorno,
sintomo psicosomatico come lei dice significa che il corpo le sta mandando dei messaggi che forse lei non ha ascoltato abbastanza, da quanto racconta mi verrebbe da pensare che il lutto debba ancora essere elaborato. Utilizzare qualche tecnica di distrazione non so se basterebbe a risolvere il tutto quindi le consiglierei di affrontare un percorso di psicoterapia per andare a fondo. Provi nel mentre a fermarsi un attimo e a restare in ascolto della sua stanchezza
tanti auguri
Buongiorno, considerando il difficile e lungo periodo difficile che sta vivendo direi che il suo corpo sta dando dei segnali anche precisi. La stanchezza delle gambe è una efficace rappresentazione del 'peso' che porta con sè. Eliminare il sintomo è uguale a non ascoltare cosa capita dentro di lei. Il mio consiglio è quello di intraprendere un percorso di psicoterapia che possa aiutarla a trasformare in parole i messaggi del suo corpo.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti, cordialmente dott.ssa Gabriella Pringigallo
Gentile utente, sembra che i sintomi fisici di cui parla siano iniziati proprio quando le condizioni di suo padre sono peggiorate e che, a seguito della sua perdita, lo stress emotivo sia aumentato al punto da provocarle ansia. Questo lascia supporre che abbia un sistema di coordinate centrate sul corpo, e che quindi il suo senso di stabilità personale coincida con la stabilità dei segnali corporei, la cui alterazione, sia chiaro, rimanda sempre a qualcosa di altro, che è evidentemente accaduto nella sua vita, e che non riesce ad integrare in un senso di continuità personale. Un percorso terapeutico sarebbe opportuno, per andare ad approfondire la sintomatologia, trovarne l'origine nell'esperienza vissuta e magari "togliere questo peso una volta per tutte".
Cordialmente, Dott.ssa Antonella Cramarossa
Buonasera. Quando perdiamo una persona cara, il nostro organismo è sottoposto a notevole stress: il percorso del lutto è un processo di elaborazione doloroso ma, allo stesso tempo, è fondamentale che venga elaborato, affinché il trauma possa avere una nuova narrazione che possa offrire un significato di ciò che è successo. Da qui, ripercussioni sul corpo, se nella fase iniziale di elaborazione, sono fisiologici. Tuttavia, come ho scritto sopra, affinché lo stress acuto non diventi cronico o un lutto complicato, le suggerisco di rivolgersi a uno psicoterapeuta. Sulle specifiche tecniche cognitive, non posso pronunciarmi in quanto il mio Approccio è umanistico - rogersiano.
Buona vita
Dottoressa Francesca Carubbi
Carissimo utente, occuparsi di un genitore malato per tanto tempo e poi affrontarne il lutto, mentre la sua vita lavorativa e famigliare continua a scorrere, è sicuramente un qualcosa di molto impegnativo, non solo dal punto di vista fisico, ma soprattutto dal punto di vista emotivo. Per poter essere forte ed essere di supporto a suo padre è come se avesse messo il pilota automatico trascurando completamente il costo che tutto ciò potesse avere sulle sue emozioni. Nel momento in cui è venuto a mancare suo padre, anche tutte le richieste di accudimento sono venute meno e quindi il suo vissuto emotivo ha avuto spazio per farsi ascoltare. Spesso quando si parla di psicosomatica, si parla proprio di questo: attraverso sintomi fisici, le nostre emozioni si fanno avanti chiedendo una maggiore attenzione. Io le suggerirei di farsi aiutare da uno specialista per l'elaborazione del lutto e per poter dare spazio alle sue emozioni, per poterle riconoscere, prenderne atto e lavorare affiché vengano rilasciate. Lei si è occupato di suo padre con dedizione, lasci che qualcun altro ora possa occuparsi del suo mondo interiore. Le auguro ogni bene.
Buonasera. Mi dispiace molto quello che lei sta vivendo. Le consiglio un breve percorso per elaborare il lutto del papà. La terapia EMDR è molto mirata e lavora molto in profondità sui traumi. Gliela consiglio caldamente. Mi può contattare se ne ha bisogno.
Buonasera, se è una manifestazione psicosomatica potrebbe essere conseguenza del periodo che ha vissuto e del lutto da elaborare. Ci sono tecniche anche cognitive ma in ogni caso dovrebbe seguire un percorso che valuti e che stabilisce il percorso più proficuo per lei.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve,
la mia indicazione è quella di iniziare un percorso di psicoterapia al fine di poter meglio esplorare il suo malessere che in qualche modo blocca anche il suo corpo. Potrebbe esserci un legame tra questo e la perdita di suo padre.
Cordialmente
Dott. Diego Ferrara
Salve,
capisco il suo profondo dolore. Come saprà, il nostro corpo e la nostra mente sono strettamente collegati.
Lei si descrive fermo, arranca quasi non avesse la forza per andare avanti.
E' una manifestazione che esprime tutta la difficoltà di elaborare il suo lutto.
Parlarne Le servirebbe molto a sbloccare quella tensione che oggi sente tutta concentrata nei suoi arti inferiori.
Potrebbe esserle utile parlare del ruolo che suo padre aveva nella sua vita e sicuramente di quello che ancor oggi riveste dentro di lei; cosi anche del ruolo che oggi lei potrebbe avere nei nuovi equilibri familiari verso la famiglia di origine. Molti contenuti correlati alle relazioni, alle emozioni, alle voci interne andrebbero verbalizzate e ridiscusse.
Tenga conto delle forti potenzialità che avrebbe per lei una terapia in questa fase così delicata.
Resto a disposizione per ogni altro chiarimento.
Dott.ssa Licia Cutaia
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Buongiorno, la situazione che lei racconta, al netto degli esami che escludano la presenza di una componente fisica, è compatibile con una sintomatologia psicosomatica. Lei racconta di un periodo molto complesso e doloroso, durante il quale si è verificata una perdita importante. Chiede comprensibilmente di trovare delle tecniche per "distogliere l'attenzione" dal problema alle gambe. Mi chiedo se questo non possa essere invece il momento per porre l'attenzione su qualcosa di più profondo, sulle sue emozioni legate alla perdita e sul suo vissuto di "pesantezza" che il corpo sembra esprimere al posto della mente. Da questo punto di vista, una consulenza con un'esperto potrebbe essere un modo per capire se un percorso psicoterapeutico sia appropriato per lei. Cordiali saluti, Dott.ssa Salustri
Salve, se gli esami medici sono negativi allora può ragionevolmente iniziare una psicoterapia, molto probabilmente è ancora provata dal lutto vissuto.
Le gambe sono il nostro mezzo di azione ed efficacia nella vita.
Camminare in modo affaticato ha una gamma di interpretazioni psicosomatiche che lei potrebbe elaborare.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli

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