Salve, mio marito è stato colpito da ictus nel 1999 la parte sinistra era rimasta paralizzata e non

4 risposte
Salve, mio marito è stato colpito da ictus nel 1999 la parte sinistra era rimasta paralizzata e non parlava.Poi si è ripreso e ha fatto una vita quasi normale fino a inizio giugno 2017, si è ripresentato l'ictus, e dopo avere fatto ospedale e riabilitazione si era ripreso. Ma a fine Luglio sempre 2017 si è ripresentato nonostante fosse coperto da LIXIANA 60 . Ictus cerebellare e stavolta ha colpito molto la parte cognitiva. Chiedo cosa si può fare, e se si può fermare sopratutto per la parte cognitiva,perchè credo sia degenerativa.Adesso mio marito cammina molto lentamente con bastone.Mio marito ha 80 anni. Grazie a tutti.
Da quello che descrive suo marito è stato colpito nel 1999 da un ictus ischemico cerebrale che ha interessato l'emisoma sinistro. Ritengo che abbia fatto allora gli esami strumentali necessari per escludere una stenosi della carotide interna destra. In caso di assenza di una patologia stenotica carotidea bisogna valutare quale sia stata la genesi dell'ictus (a partenza cerebrale?, cardiaca?). Purtroppo l'ictus è una patologia che può ripresentarsi. Il fatto che suo marito assume il Lixiana puo' indicare che soffra di una fibrillazione atriale complicata da trombosi atriale. L'ictus cerebellare che purtroppo ha colpito suo marito nel 2017 potrebbe avere una genesi tromboembolica. E' ovvio che tutte queste sono ipotesi non potendo leggere le lettere di dimissioni e la documentazione clinica. Per quanto riguarda la ripresa deambulatoria e cognitiva bisogna valutare l'entità dell'ischemia cerebrale e cerebellare (suo marito ha avuto complessivamente tre episodi ischemici). Per questi aspetti ritengo che il neurologo sia in grado di darle più approfondite spiegazioni. Dal punto di vista vascolare è necessario che suo marito continui la terapia anticoagulante ritengo prescritta dal cardiologo.

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vi sta seguendo qualcuno? quella è la cosa da fare
Gentile Signora,
purtroppo l'ictus è una patologia complessa, che si può ripresentare nel tempo e i cui esiti possono andare a coinvolgere diverse abilità ed apparati. Per questo è importante essere presi in carico da diversi professionisti. Al momento siete seguiti da qualcuno?
Per quanto riguarda la parte cognitiva, che è quella di mia competenza, posso dirle che i tempi e le possibilità di ripresa dipendono da diversi fattori. Come prima cosa, se ancora non lo avete fatto, vi consigliere di effettuare una valutazione neuropsicologica, allo scopo di andare ad individuare le funzioni lese e quelle preservate, programmare un eventuale percorso riabilitativo ed ottenere delle indicazioni sul come facilitare il più possibile la gestione della quotidianità. Posso inoltre immaginare che quello che è successo non abbia cambiato solo la vita di suo marito, ma anche quella di voi famigliari, che ogni giorno gli siete accanto. Sappia quindi che anche per voi famigliari esistono tanti servizi che possono essere d'aiuto per affrontare al meglio questo delicato momento (non è sola ad affrontare questa situazione). Per qualunque domanda o necessità non esiti a contattarmi. Le auguro una buona giornata.
In presenza di esiti di ictus è utile sottoporsi a una valutazione neuropsicologica, un esame che permette di definire qual'è lo stato del funzionamento cognitivo e rilevare eventuali deficit.
Qualora ci fossero deficit significativi il clinico le potrà proporre un intervento riabilitativo e darle utili indicazioni per la gestione quotidiana delle difficoltà emerse.
Questo esame viene prescritto dal medico di base o dal neurologo.
Per qualunque domanda o necessità non esiti a contattarmi.

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