Salve. Mio figlio di 20 anni è da 5 mesi che strizza gli occhi.... Da cosa può dipendere e come poss
19
risposte
Salve. Mio figlio di 20 anni è da 5 mesi che strizza gli occhi.... Da cosa può dipendere e come posso aiutarlo. È un ragazzo chiuso e parla poco in famiglia. Grazie in anticipo
Salve, immagino che da mamma sia preoccupata, lo capisco. Potrebbe essere un tic generato da una situazione esistenziale di disagio che sta attraversando suo figlio? Potrebbe parlare con lui sull'eventualità di rivolgersi ad uno psicologo e/o psicoterapeuta. Immagino che sentire l'appoggio di una madre, è sempre una risorsa importante per un figlio. Sono sicura che troverà il giusto modo per parlare apertamente con suo figlio e nel caso chiedere l'aiuto di un professionista.
In bocca al lupo, per dubbi e domande sarà mia premura risponderle.
Buona giornata
Dott.ssa Melania Filograna
In bocca al lupo, per dubbi e domande sarà mia premura risponderle.
Buona giornata
Dott.ssa Melania Filograna
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per il ragazzo convivere con questa situazione riportata.
Ritengo importante inizialmente rivolgersi al proprio medico curante per escludere eventuali cause organiche.
Ritengo comunque importante che lui possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli ed elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione da lei riportata e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Ritengo importante inizialmente rivolgersi al proprio medico curante per escludere eventuali cause organiche.
Ritengo comunque importante che lui possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli ed elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione da lei riportata e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, sarebbe importante capire per prima cosa se vi è una spiegazione organica di questo comportamento. Consiglio di rivolgersi al medico di base in modo da fare opportuni controlli. Una volta stabilito che non vi siano cause di natura medica si potrebbe chiedere un consulto psicologico per approfondire la natura di questo sintomo.
Essendo lui maggiorenne ritengo sarebbe di valore che tutti i passaggi detti fossero frutto di una sua decisione a voler capire cosa gli sta succedendo piuttosto che una cosa "detta dall'alto" del genitore preoccupato.
Riconoscergli che può decidere e che lei gli sta semplicemente facendo una proposta (fare dei controlli) perchè gli vuole bene e c'è un po' di preoccupazione dietro quel sintomo potrebbe ridurre la sua tendenza a minimizzare la situazione, visto che già di suo è restio a condivere i propri vissuti.
Spero di esserle stato utile, mi contatti pure se ha ancora dubbi o se necessita di altro.
Dottor Mauro Simonetti
Essendo lui maggiorenne ritengo sarebbe di valore che tutti i passaggi detti fossero frutto di una sua decisione a voler capire cosa gli sta succedendo piuttosto che una cosa "detta dall'alto" del genitore preoccupato.
Riconoscergli che può decidere e che lei gli sta semplicemente facendo una proposta (fare dei controlli) perchè gli vuole bene e c'è un po' di preoccupazione dietro quel sintomo potrebbe ridurre la sua tendenza a minimizzare la situazione, visto che già di suo è restio a condivere i propri vissuti.
Spero di esserle stato utile, mi contatti pure se ha ancora dubbi o se necessita di altro.
Dottor Mauro Simonetti
Gentile utente, potrebbe essere un tic nervoso. Ciò detto sarebbe bene fare una chiacchierata con suo figlio per approfondire la questione. A maggior ragione se è un ragazzo chiuso potrebbe essere utile parlare con qualcuno che ha delle tecniche e delle conoscenze specifiche in termini di comunicazione.
Mi rendo disponibile.
Cordialmente
Alice Gasparri
Mi rendo disponibile.
Cordialmente
Alice Gasparri
Buon pomeriggio,
per prima cosa le consiglio di parlare con suo figlio di questa problematica che ha notato e valutare la possibilità di svolgere accertamenti medici per escludere cause organiche in un secondo momento considerare di fare dei colloqui psicologici per vedere se questa manifestazione dipende magari da qualche evento particolare che ha vissuto suo figlio. il
Resto a disposizione per dei colloqui online o ulteriori necessità.
Cordialmente
Dott. Michele Arnaboldi
per prima cosa le consiglio di parlare con suo figlio di questa problematica che ha notato e valutare la possibilità di svolgere accertamenti medici per escludere cause organiche in un secondo momento considerare di fare dei colloqui psicologici per vedere se questa manifestazione dipende magari da qualche evento particolare che ha vissuto suo figlio. il
Resto a disposizione per dei colloqui online o ulteriori necessità.
Cordialmente
Dott. Michele Arnaboldi
Gentile utente, dalla breve descrizione sembrerebbe un tic, e la preoccupazione che lei prova è comprensibile. Le consiglierei una visita dal suo medico per escludere una causa organica, poi un eventuale colloquio psicologico. Resto disponibile anche per una consulenza online. Cordialità. Dott. Roberto Lasagna
Buongiorno signora, potrebbe essere una relazione allo stress, manifesta un disagio.
Suggerisco un consulto con uno psicoterapeuta. Saluti Dott ssa Silvana Zito
Suggerisco un consulto con uno psicoterapeuta. Saluti Dott ssa Silvana Zito
Prenota subito una visita online: Colloquio psicologico online
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Buonasera signora, come prima cosa sarebbe opportuno accertarsi che non vi sia una causa organica del sintomo che riporta, rivolgendosi al suo medico di base che saprà indicarle eventuali controlli. Se non emergesse nulla, allora potrebbe richiedere un consulto psicologico per meglio capire quale sia la natura di questo sintomo e eventualmente per lavorare sulla chiusura che riferisce. Inoltre, comprendo la sua preoccupazione in quanto madre ma essendo suo figlio maggiorenne sarebbe opportuno che si occupasse lui stesso di tutti i passaggi necessari per indagare il suo stato di salute (ciò non esclude che lei possa supportarlo e indirizzarlo).
Resto a disposizione
Saluti
Resto a disposizione
Saluti
Buongiorno, per prima cosa potrebbe chiedere a suo figlio se si è accorto di questo aspetto e se ne risulta infastidito. Bisogna escludere cause organiche per parlare di un eventuale tic nervoso. Potreste, se suo figlio è d'accordo, richiedere delle visite specialistiche tramite il medico curante. Se il "fastidio"persiste per mesi, e in assenza di esami organico positivi, potrà proporre a suo figlio una visita da uno psicoterapeuta presentandola come opportunità di un luogo esterno alla famiglia in cui parlare ed esprimere i suoi pensieri e vissuti.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera, non è semplice dare una risposta definitiva tramite un portale. Mi sento però di suggerirle di provare a parlarne con suo figlio e nel caso proporgli di rivolgersi ad uno psicologo. A volte dietro queste problematiche è presente dell'ansia ma non è ovviamente un'equazione. Mi faccia sapere un caro saluto
Gentile utente di mio dottore,
le manifestazioni da lei descritte possono rappresentare un sintomo ansioso. Cerchi di parlare con suo figlio e di capire se c'è qualcosa che non va in questo momento della sua vita. Nel caso, un percorso di sostegno psicologico potrebbe aiutarlo ad aprirsi e a risolvere ciò che non va in questo momento specifico della sua vita.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
le manifestazioni da lei descritte possono rappresentare un sintomo ansioso. Cerchi di parlare con suo figlio e di capire se c'è qualcosa che non va in questo momento della sua vita. Nel caso, un percorso di sostegno psicologico potrebbe aiutarlo ad aprirsi e a risolvere ciò che non va in questo momento specifico della sua vita.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve per prima cosa è doveroso rappresentarle che la sintomatologia che descrive può essere legata a molti fattori. Pertanto è opportuno sia valutare l'aspetto organico che quello psicologico, ovvero sono utili sia un consulto con un medico che con uno psicoterapeuta. In ogni caso vista l'età di suo figlio dovrebbe essere lui a chiedere questi consulti o delegarli volontariamente. Riassumendo parli con suo figlio di quanto ha notato invitando a comprendere le cause di questo sintomo che molto probabilmente possono avere un concausa di tipo psicologico ma le rammento la necessità di escludere o valutare la componente organica. Un cordiale saluto
Salve. Il sintomo che suo figlio riporta potrebbe essere collegato con una situazione di stress emotivo. Le posso suggerire di valutare le condizioni mediche generali di suo figlio e poi sondare con lui l'opportunità di un piccolo percorso psicologico. Troverà certamente assieme a suo figlio il bandolo della matassa. La saluto cordialmente. E. G.
Buongiorno Signora, è comprensibile la sua preoccupazione. Potrebbe essere una reazione a una particolare fase di disagio o stress che suo figlio sta attraversando. Ne parli direttamente con lui, facendogli notare con tatto questo comportamento. Un primo passo per "rompere il ghiaccio" potrebbe essere anche una necessaria valutazione medica. Un caro saluto.
Dott.ssa Alessandra Morosinotto
Dott.ssa Alessandra Morosinotto
Buonasera
Le consiglio di parlare con suo figlio per rivolgersi al suo medico curante ed eventualmente ad uno psicoterapeuta .
Saluti
Dott.ssa Claudia Castellani
Le consiglio di parlare con suo figlio per rivolgersi al suo medico curante ed eventualmente ad uno psicoterapeuta .
Saluti
Dott.ssa Claudia Castellani
Buon pomeriggio, mi spiace per la sua situazione, deve essere molto preoccupata per suo figlio. Le cause dei "tic" nervosi, quale può essere quello di suo figlio, sono scatenati solitamente da stress, nervosismo, ansia, troppa caffeina, occhi stanchi (per esempio per troppo lavoro al computer o per uso intenso dei dispositivi digitali), pressione alta o mancanza di sonno. Chiaro che, il tutto possa essere esacerbato dall'introversione che, per un ragazzo di 20 anni non deve essere facile.
Credo possa essere utile un dialogo sincero con suo figlio per dirgli della sua preoccupazione e vedere se magari lui possa essere interessato ad un percorso individuale che possa aiutarlo ad individuare alcuni blocchi emotivo-relazionali.
Resto a disposizione, saluti Dott.ssa Marasco
Credo possa essere utile un dialogo sincero con suo figlio per dirgli della sua preoccupazione e vedere se magari lui possa essere interessato ad un percorso individuale che possa aiutarlo ad individuare alcuni blocchi emotivo-relazionali.
Resto a disposizione, saluti Dott.ssa Marasco
Mi dispiace sentire che tuo figlio sta affrontando questo problema con lo strizzare gli occhi. È importante sottolineare che non sono un medico, ma posso darti alcune informazioni generali che potrebbero aiutarti a comprendere meglio la situazione.
Lo strizzare gli occhi può avere diverse cause, e sarebbe importante consultare un medico o un oftalmologo per una valutazione più approfondita del problema di tuo figlio. Alcune possibili cause potrebbero includere:
Stress o ansia: Lo strizzare gli occhi potrebbe essere una manifestazione di ansia o stress. Se tuo figlio è chiuso e parla poco in famiglia, potrebbe essere utile cercare di stabilire una comunicazione aperta e rassicurante per scoprire se ci sono eventi o preoccupazioni che lo stanno mettendo sotto pressione.
Problemi visivi: Potrebbe trattarsi di un problema visivo, come la miopia o l'astigmatismo, che causa disagio o affaticamento degli occhi. Un esame oculistico può aiutare a escludere o diagnosticare eventuali problemi visivi.
Disturbi neurologici: In alcuni casi, lo strizzare gli occhi potrebbe essere associato a disturbi neurologici o tic. Un medico specialista potrebbe escludere questa possibilità.
Abitudini comportamentali: Alcuni individui sviluppano abitudini comportamentali involontarie, come lo strizzare gli occhi, che possono essere scatenate da vari fattori. Un professionista della salute mentale o uno psicologo potrebbe essere in grado di aiutare a comprendere e gestire queste abitudini.
La cosa più importante in questo momento è prendersi cura del benessere di tuo figlio. Puoi iniziare cercando di creare un ambiente in cui si senta a suo agio a condividere le sue preoccupazioni e a parlare dei suoi sentimenti. Se il comportamento continua o peggiora, è fondamentale consultare un professionista medico o un terapeuta per una valutazione approfondita e per discutere delle opzioni di trattamento o supporto appropriati.
Ricorda che la comprensione e il supporto familiare possono essere cruciali nel gestire le sfide che tuo figlio sta affrontando.
Lo strizzare gli occhi può avere diverse cause, e sarebbe importante consultare un medico o un oftalmologo per una valutazione più approfondita del problema di tuo figlio. Alcune possibili cause potrebbero includere:
Stress o ansia: Lo strizzare gli occhi potrebbe essere una manifestazione di ansia o stress. Se tuo figlio è chiuso e parla poco in famiglia, potrebbe essere utile cercare di stabilire una comunicazione aperta e rassicurante per scoprire se ci sono eventi o preoccupazioni che lo stanno mettendo sotto pressione.
Problemi visivi: Potrebbe trattarsi di un problema visivo, come la miopia o l'astigmatismo, che causa disagio o affaticamento degli occhi. Un esame oculistico può aiutare a escludere o diagnosticare eventuali problemi visivi.
Disturbi neurologici: In alcuni casi, lo strizzare gli occhi potrebbe essere associato a disturbi neurologici o tic. Un medico specialista potrebbe escludere questa possibilità.
Abitudini comportamentali: Alcuni individui sviluppano abitudini comportamentali involontarie, come lo strizzare gli occhi, che possono essere scatenate da vari fattori. Un professionista della salute mentale o uno psicologo potrebbe essere in grado di aiutare a comprendere e gestire queste abitudini.
La cosa più importante in questo momento è prendersi cura del benessere di tuo figlio. Puoi iniziare cercando di creare un ambiente in cui si senta a suo agio a condividere le sue preoccupazioni e a parlare dei suoi sentimenti. Se il comportamento continua o peggiora, è fondamentale consultare un professionista medico o un terapeuta per una valutazione approfondita e per discutere delle opzioni di trattamento o supporto appropriati.
Ricorda che la comprensione e il supporto familiare possono essere cruciali nel gestire le sfide che tuo figlio sta affrontando.
Gentilissima utente, il comportamento di strizzare gli occhi potrebbe essere un sintomo di un disagio o di un problema emotivo che il tuo figlio sta vivendo. Potrebbe essere un modo per esprimere ansia, stress, frustrazione o disconoscimento di sé.
Inoltre, il fatto che sia un ragazzo chiuso e che parli poco in famiglia potrebbe indicare una difficoltà nella comunicazione intrafamiliare e una mancanza di spazi aperti per esprimere emozioni e pensieri.
Per aiutarlo, potresti iniziare ad instaurare un dialogo aperto con lui, dando spazio e ascolto alle sue esigenze e alle sue emozioni. Potresti anche considerare l'opportunità di proporre un percorso psicologico, per aiutarlo a esplorare le sue emozioni e a trovare strumenti per gestirle in modo più sano.
È importante anche cercare di capire se ci sono eventi specifici o situazioni stressanti che potrebbero aver scatenato questo comportamento, per cercare di affrontarle insieme e trovare soluzioni.
In ogni caso, è importante ricordare che ogni individuo è unico e può reagire in modo differente alle situazioni, quindi potrebbe essere utile consultare un professionista della salute mentale per un supporto più specifico e personalizzato. Rimango a sua diposizione per un eventuale colloquio di consultazione.
Dott. Cordoba
Inoltre, il fatto che sia un ragazzo chiuso e che parli poco in famiglia potrebbe indicare una difficoltà nella comunicazione intrafamiliare e una mancanza di spazi aperti per esprimere emozioni e pensieri.
Per aiutarlo, potresti iniziare ad instaurare un dialogo aperto con lui, dando spazio e ascolto alle sue esigenze e alle sue emozioni. Potresti anche considerare l'opportunità di proporre un percorso psicologico, per aiutarlo a esplorare le sue emozioni e a trovare strumenti per gestirle in modo più sano.
È importante anche cercare di capire se ci sono eventi specifici o situazioni stressanti che potrebbero aver scatenato questo comportamento, per cercare di affrontarle insieme e trovare soluzioni.
In ogni caso, è importante ricordare che ogni individuo è unico e può reagire in modo differente alle situazioni, quindi potrebbe essere utile consultare un professionista della salute mentale per un supporto più specifico e personalizzato. Rimango a sua diposizione per un eventuale colloquio di consultazione.
Dott. Cordoba
Salve, capisco la sua preoccupazione per il comportamento di suo figlio. Il fatto che da 5 mesi strizzi gli occhi in modo ripetuto potrebbe indicare una serie di possibili cause, e sarà importante esplorarle con attenzione. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, è possibile che questo comportamento rientri nella categoria dei cosiddetti "tic", che sono movimenti ripetitivi e involontari, spesso legati a tensione o ansia. I tic possono essere scatenati o esacerbati da situazioni di stress, anche se il ragazzo non ne parla apertamente. Dal momento che descrive suo figlio come una persona chiusa e poco incline a comunicare, potrebbe essere utile considerare se ci sono stati cambiamenti o fattori di stress nella sua vita negli ultimi mesi (ad esempio legati allo studio, al lavoro, o alle relazioni personali), anche se lui non ne parla direttamente. Uno degli obiettivi del trattamento cognitivo-comportamentale, nel caso si trattasse di un tic nervoso o di un comportamento legato all’ansia, sarebbe quello di aiutare suo figlio a diventare più consapevole del comportamento e a riconoscere eventuali pensieri o emozioni che potrebbero scatenarlo. Si potrebbero poi introdurre tecniche specifiche per gestire l’ansia o lo stress sottostante, e per ridurre la frequenza del tic attraverso esercizi di rilassamento o tecniche di "esposizione e prevenzione della risposta". Dal momento che suo figlio tende a essere chiuso, potrebbe non essere semplice per lui esprimere ciò che prova o parlare apertamente della situazione. In questo senso, uno degli obiettivi potrebbe essere aiutarlo a sviluppare strategie di comunicazione e sentirsi più a suo agio nel condividere le proprie preoccupazioni, senza sentirsi giudicato. Un ambiente familiare accogliente e non giudicante può fare una grande differenza nel facilitare l’apertura. Le suggerisco di considerare anche una visita medica, magari consultando un neurologo o un oculista, per escludere eventuali cause fisiche o neurologiche che possano contribuire al comportamento. Se il tic dovesse essere legato a una condizione di ansia o stress, un percorso di terapia cognitivo-comportamentale può aiutarlo a capire meglio la situazione e a trovare strumenti per gestire questi sintomi in modo più efficace. Resto a disposizione. Vi auguro il meglio. Dott. Andrea Boggero
Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.