Salve, mia sorella 60enne sta vivendo un periodo mediolungo di stress emotivo, affronta tutto con an

19 risposte
Salve, mia sorella 60enne sta vivendo un periodo mediolungo di stress emotivo, affronta tutto con ansia e dietrologia, come uno stato di alert permanente.. ultimamente sta avendo crisi nella defecazione.. fecalomi importanti e continui, dolori, che sblocca con perette.
Il problema qual è? Che non assume alcun farmaco, nemmeno quelli blandi per ammorbidire le feci perché ha terrore delle controindicazioni, solo camomilla.. Qualsiasi cosa le si consiglia dice di no. Due farmacisti e un medico generico le hanno consigliato prodotti simili a quelli consigliati da me ma ovviamente non li assume.
Poi visto che non passa, si spaventa ulteriormente e peggiora la situazione anche con la perdita di sonno.
Ho consigliato a mia madre e anche a lei di farsi aiutare da un/a vostro collega per imparare ad approcciare diversamente ai problemi della vita ma lei sostiene che non è un problema psicologico ma fisico..
Non sappiamo più come convincerla prima che possa degenerare la situazione della defecazione e creare problemi fisici seri.
So benissimo che per rivolgersi da uno specialista ne deve essere convinta la diretta interessata altrimenti sarebbe tempo perso.
Ho pensato anche a proporle il gioco opposto, ovvero chiederle di NON assumere farmaci né calmanti, per vedere se così otteniamo una reazione differente..
Avete qualche consiglio?? Grazie Mara
Io credo che la cosa più saggia sia quella di astenersi da dare consigli non richiesti. Sua sorella è una donna adulta e responsabile delle proprie scelte.

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Gentile Mara, comprendo il dolore e la fatica nel vedere una familiare che fa qualcosa che causa danno a se stessa e alle persone attorno a lei, e quindi l'urgenza di cambiare la situazione. Tuttavia, consiglierei di lavorare sul problema in maniera indiretta e non "frontalmente", tanto più se la persona non lo riconosce come tale (perlomeno la componente di malessere psicologico), altrimenti rischia di diventare un braccio di ferro senza via d'uscita. A volte conviene partire da noi stessi, se ne siamo in grado, non dal problema concreto: cosa significa ad esempio per lei convivere con sua sorella e con le sue problematiche? Com'è e come è stata la sua relazione con lei? Che cosa la spaventa rispetto al futuro? Parlare con un professionista di questi argomenti può aiutarla ad alleggerire il proprio carico emotivo e chissà, forse sbloccare la situazione con sua sorella, proprio perché potrà affrontarla con uno spirito e una consapevolezza nuove. Un saluto
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve. Capisco che la situazione sia molto complessa da gestire; non è mai facile stare accanto ad una persona che sta affrontando un malessere e che non sembra avere uno spazio interno sufficientemente ampio per potersi fare aiutare; queste situazioni comportano un grande carico emotivo, caratterizzato, fra le altre cose, da vissuti di forte impotenza e frustrazione. E' comprensibile che lei voglia aiutare sua sorella, d'altro canto diventa molto difficile e, nel lungo termine, estenuante assumersi la responsabilità rispetto ad una situazione che riguarda il benessere di un'altra persona, su cui non esercitiamo di fatto alcun controllo. In questi casi la cosa migliore potrebbe essere farsi supportare a propria volta; trovare uno spazio di ascolto potrà permetterle di gestire emozioni e vissuti connessi alla situazione familiare, ridimensionando ruoli e responsabilità, contribuendo in primis al proprio benessere e di conseguenza, auspicabilmente, a quello dell'altro. Sono a disposizione se sentisse il bisogno di effettuare un consulto, e le auguro di poter stare meglio!
Buongiorno capisco la sua preoccupazione ma credo che trovare una soluzione sia più una sua esigenza che di sua sorella. Se una persona cara sta male e chiede supporto abbiamo il dovere di esserci ma, se come nel suo caso, si fa carico di prevenire eventuali complicazioni di salute di sua sorella allora le suggerirei di parlarne con un esperto. Potrebbe partire dal suo bisogno e concentrarsi sul suo benessere in attesa che anche sua sorella acquisisca consapevolezza e coraggio per affrontare le sue paure. Il legame tra sorelle è unico e indissolubile ma spesso nasconde dinamiche che necessitano di approfondimento. Sono a disposizione per necessità. Un caro saluto Dott.ssa Anna Verrino
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Cara Mara, capisco la sua preoccupazione, ed è segno di affetto preoccuparsi di una sorella di 60 anni, ma non è così semplice risolvere questa situazione. Sua sorella è grande di età e si sta avviando verso l'età matura. Lavorando anche in questo ambito osservo che il problema della defecazione, dell'intestino diventa un aspetto portante nella vita di queste persone, quasi un'ossessione. Chi lo vuole realmente risolvere cerca e trova rimedi. Altri ci convivono come fosse una necessità e sostanzialmente non l'affrontano. Sua sorella preferisce pratiche fastidiose piuttosto che prendere qualcosa. Lungi da me fare interpretazioni, ma mi sembra che sua sorella se lo voglia tenere questo disturbo, per quale motivo non so. Come sarebbe la sua
vita senza questo disturbo?Sicuramente richiama l'attenzione, ha qualcosa di cui lamentarsi, ecc A questo punto, come suggerito da altre colleghe, mi sento di dirle di non sollecitarla più sull'argomento, nè rispondere se si lamenta. Osservi e se fosse realmente in percolo intervenga. Ha detto che ultimamente è comparso questo disturbo. Da quanto? Concomitante a qualche evento? E poi c'è molto nervosismo. Sa che è successo ultimamente? Non ci ha detto nulla della vita di sua sorella, ci sono altri familiari con cui potrebbe parlare per confrontarsi? Quello che potrebbe proporre a sua sorella è di fare insieme delle passeggiate regolari. Camminare attiva l'intestino e di avere un'alimentazione con molta frutta e verdura. Se poi la sua preoccupazione continua, potrebbe rivolgersi lei ad uno psicologo per aiutare se stessa, essere sostenuta ed elaborare insieme al terapeuta delle strategie per essere d'aiuto a sua sorella. La saluto cordialmente, resto a disposizione, dott.ssa Silvia Ragni
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Gentile utente, credo che sia importante per sua sorella intraprendere un percorso di supporto psicologico.
Se dovesse avere delle domande, può scrivermi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Gentile Mara, e' evidente che questa situazione di disagio che sta vivendo sua sorella, la preoccupa e le causa sofferenza. Sua sorella probabilmente necessita di un supporto psicologico ma che non accetterebbe facilmente.
Per qualsiasi dubbio o chiarimento, resto a disposizione
Dott.ssa Zikos De Santis

Salve Mara,
è evidente che lo stress emotivo e l'ansia stiano avendo un impatto significativo sulla sua salute fisica, specialmente sulla funzione intestinale.
La sua frustrazione è comprensibile, soprattutto considerando i tentativi falliti di convincerla a seguire i consigli medici.
Prima di tutto, è importante che sua sorella si senta compresa e non giudicata. Riconoscere le sue paure riguardo alle controindicazioni dei farmaci e lo stress che sta vivendo può aiutare a ridurre la sua resistenza a cercare aiuto. Può dirle, ad esempio: "Capisco che sei molto preoccupata per le controindicazioni dei farmaci e che lo stress ti sta mettendo a dura prova". Questo tipo di validazione può farla sentire ascoltata e meno sola.
Un altro passo importante è educarla delicatamente su come lo stress possa influire sulla salute fisica e come il supporto psicologico possa essere utile. Fornire articoli o risorse che collegano stress e problemi gastrointestinali potrebbe aiutarla a vedere il legame. Può anche essere utile iniziare con piccoli passi, come tecniche di rilassamento o meditazione guidata, per vedere se queste possono ridurre il suo stress.
Continuare a offrire un ambiente familiare supportivo e non giudicante è cruciale. Anche se sua sorella è riluttante a prendere farmaci, incoraggiarla a seguire una dieta ricca di fibre e a mantenere un'adeguata idratazione può aiutare. Suggerire attività fisica leggera, come passeggiate quotidiane, può anche migliorare la motilità intestinale.
Proporre di consultare uno specialista, come un gastroenterologo, potrebbe essere una buona idea. Un esperto può fornire una valutazione completa e rassicurarla riguardo ai trattamenti sicuri ed efficaci per i suoi problemi intestinali. A volte, sentire il parere di uno specialista può fare una grande differenza.
Riguardo alla sua idea del "gioco opposto", potrebbe essere interessante, ma va fatta con molta cautela. Potrebbe essere presentata come un esperimento temporaneo per vedere come reagisce il suo corpo senza alcun intervento, ma con la chiara condizione che, se la situazione non migliora, si prenderanno in considerazione altre opzioni.
Infine, potrebbe essere utile proporle un approccio integrato, dove il supporto psicologico sia visto come complementare al trattamento medico. Consultare uno psicologo specializzato in disturbi psicosomatici potrebbe aiutarla a capire come lo stress influisce sulla sua salute fisica.
È essenziale continuare a essere presenti e supportivi, rispettando i suoi tempi e le sue paure. A volte, vedere che chi le sta intorno è preoccupato ma non invadente può fare la differenza nel decidere di cercare aiuto.
Spero che queste riflessioni possano esserle utili. Rimango a disposizione per ulteriori domande o per approfondimenti.
Cordialità,
Dott.ssa Pinella Chionna
Buongiorno,
Penso di comprendere la difficile situazione che sta vivendo, tuttavia, la invito a considerare, come forse ha già iniziato a fare, il "potere relativo" che può avere rispetto alla presa in carico di sua sorella. Per cui, si tratta di capire che, a volte, può essere più utile "tirarci indietro", che continuare ad insistere, pena il rischio di far irrigidire ancora di più, nella propria posizione, la persona che stiamo cercando di aiutare.
Se sua sorella è, attualmente più orientata alla ricerca di un aiuto in termini fisici più che psicologici, lasci che sia un professionista in questo campo che, eventualmente, suggerisca a quest'ultima la necessità di rivolgersi ad un professionista di tipo diverso (salute mentale).
A volte, il modo migliore per far comprendere ad una persona "bloccata" (in termini di accettazione del giusto aiuto) la necessità di rivolgersi ad un professionista di altro tipo è quello di comunicare, in modo chiaro e diretto, i ridotti benefici che trarrebbe, dal continuare a cercare aiuti non realmente proficui, nel suo caso.
Dunque, accettando che sia un professionista della salute ad indirizzare sua sorella verso il giusto aiuto (ad esempio un gastroenterologo è spesso chiarificatore rispetto a quanto le problematiche intestinali siano frequentemente connesse ad aspetti emotivi/psicosomatici), da parte sua lei può garantire a sua sorella il costante supporto e comprensione nel contesto familiare.

Sperando di esserle stata d'aiuto,
Dott.ssa Elisa Folliero

Cara Mara,

Mi dispiace molto per la situazione difficile che tua sorella sta affrontando. Il problema che descrivi sembra complesso, poiché coinvolge sia aspetti fisici che emotivi. Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarvi ad affrontare la situazione:

1. Approccio Graduale e Non Conflittuale
Cercate di evitare un approccio conflittuale. Potrebbe essere utile affrontare la situazione in modo graduale e delicato, cercando di non farla sentire forzata. Parlatele con empatia, facendole capire che capite il suo disagio e le sue paure.

2. Coinvolgere un Terapeuta con un Approccio Olistico
Anziché presentare la questione come un problema psicologico, potreste considerare di coinvolgere un terapeuta con un approccio olistico che integri aspetti fisici, mentali ed emotivi. Un professionista del genere potrebbe essere percepito come meno minaccioso e più accettabile per tua sorella.

3. Educazione e Informazione
Spesso, la paura delle controindicazioni è dovuta alla mancanza di informazioni. Cercate di fornire informazioni accurate e rassicuranti sui farmaci consigliati, magari con l'aiuto del medico o del farmacista. Potrebbero spiegare a tua sorella in modo chiaro e dettagliato i benefici e i rischi, rassicurandola sui loro effetti.

4. Tecniche di Rilassamento e Gestione dello Stress
Incoraggiate tua sorella a praticare tecniche di rilassamento come la respirazione profonda, la meditazione o lo yoga, che possono aiutare a ridurre l'ansia e migliorare la digestione. Anche la camomilla è utile, ma potrebbe beneficiare di un approccio più ampio.

5. Modifiche alla Dieta
Una dieta ricca di fibre, frutta, verdura e una buona idratazione possono aiutare a migliorare la regolarità intestinale. Potreste coinvolgere un nutrizionista per creare un piano alimentare che favorisca la salute intestinale in modo naturale.

6. Supporto Sociale
Assicuratevi che tua sorella non si senta sola. Un forte supporto familiare e sociale può fare la differenza nel farla sentire compresa e sostenuta.

7. Considerare Trattamenti Alternativi
A volte, le persone sono più aperte a trattamenti alternativi come l'omeopatia, la fitoterapia o l'agopuntura. Questi approcci possono offrire un sollievo senza i timori associati ai farmaci convenzionali.

8. Monitoraggio e Supporto Medico
Continuate a mantenere il contatto con il medico curante di tua sorella per monitorare la situazione e adattare l'approccio secondo necessità. Potrebbe essere utile avere un piano di emergenza nel caso in cui la situazione peggiori.

9. Consultare uno Specialista Gastroenterologo
Se non l'ha già fatto, considerate la possibilità di consultare uno specialista gastroenterologo per un parere più approfondito sui problemi intestinali.

10. Discussione Aperta e Trasparente
Infine, cercate di avere una discussione aperta e trasparente con tua sorella sui suoi timori e preoccupazioni. Ascoltare attivamente e offrire sostegno emotivo può essere molto utile.

Spero che questi suggerimenti possano aiutare tua sorella a trovare un po' di sollievo e a migliorare la sua qualità della vita. Non esitate a chiedere ulteriore supporto o informazioni se necessario.

Un caro saluto,
Dr.ssa Jessica Sesti
Buongiorno! Bisogna accettare l'impotenza rispetto a scelte effettuate da altri, sui quali non possiamo né dobbiamo avere il controllo. Ma siccome questa accettazione può essere molto difficile, le consiglierei di farsi aiutare in questo da uno psicoterapeuta.
Salve, si può dire che lei ha un'ottima dose di ragione dalla sua parte, ma le dico anche che le psicoterapie per procura non funzionano facilmente. È altresi evidente che sua sorella è probabilmente ostinata nellopporsi ad ogni tipo di trattamento trattamento,
Può provare a mettersi d'accordo con il medico perché la possa stimolare nel modo migliore a cercare aiuto.
Per contro, se sua madre è sua sorella sono alleate nel negare il problema, allora lei può fare ben poco.
Provi ad utilizzare la strategia di cui ha parlato, ma se dovesse fallire non si cruccio ulteriormente, purtroppo non dipende da lei l'esito dell'azione.
Saluti, sott.ssa Sandra Petralli
La resistenza al trattamento medico potrebbe derivare da una paura profonda. Potresti suggerire un approccio delicato, evidenziando l'importanza di affrontare il problema per prevenire complicazioni fisiche. Esplorare le radici emotive di questa resistenza potrebbe rivelare nuove soluzioni. Mostrare empatia e offrire supporto potrebbero aiutarla ad aprire la mente a nuove possibilità. Rimango a disposizione. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Buongiorno, mi dispiace per ciò che sta provando, assistere alla sofferenza di un familiare non deve essere semplice. Purtroppo però sua sorella è adulta e per iniziare un percorso psicologico è necessaria la sua volontà e motivazione. Le suggerirei di starle vicino ed ascoltarla nella sua sofferenza cercando, allo stesso tempo, di tutelare la proprio salute mentale. Buona giornata.
Dottoressa Lucrezia Marletta Psicologa
Cara Mara,
sarebbe facile dirle che sua sorella è adulta, ma in realtà si comporta come una bambina....basterebbe mangiare più frutta e verdura e vivere una vita "regolare"... ma anche qui sono sicura che il suo medico, di sua sorella intendo, sarà intervenuto dando "banali" suggerimenti.
Ovviamente c'è sempre un risvolto psichico in una situazione così radicata, ma credo che la cosa interessi e possa giovare più a lei che a "chi non vuol sentire".
Un caro saluto
Lavinia
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Buongiorno la situazione che vive è difficile. Potrebbe iniziare lei un percorso psicologico per gestire le sue emozioni, le sue sensazioni e gli stati di frustrazione che derivano dal contesto familiare. Questo le potrebbe essere utile per rivalutare la sua relazione con la sorella e gli altri membri della famiglia, capire cosa è sbagliato e quello che invece va bene, le potrebbe mostrare un nuovo approccio da adottare con sua sorella per poterla aiutare. Per ulteriori chiarimenti ci possiamo sentire per un consultorio. Dott.ssa Chiara Angelucci
Buongiorno, capisco la sua preoccupazione, sicuramente sua sorella avrebbe necessità di un consulto con uno specialista, queste resistenze possono derivare da molteplici ipotesi e sarebbe bene indagarle con un professionista.
La sua idea di consigliarle il contrario, rappresenta una tecnica del paradosso in terapia.. potrebbe anche funzionare.. ma a patto che sia il terapeuta ad utilizzarla in sede di seduta e con il giusto modo e la giusta tempistica.
Cordialmente. Dr.ssa Versari Debora.
Buongiorno, come oramai avrà letto da molti dei miei colleghi le consiglierei di lavorare su di se per meglio gestire questa situazione stressante per lei. Per quanto riguarda la sorella vedrà che nel momento in cui non si sentirà pressata dalla sue o altrui preoccupazioni autonomamente deciderà di farsi aiutare o fisicamente o mentalmente. Purtroppo in questo momento sua sorella si trova in uno stato oppositivo, e avendo 60 anni è giusto che scelga per se stessa, cosa che sta già facendo tramite le perette e la camomilla. Lei si faccia da parte e pensi alla sua vita, chiaramente la sorella dovrà fare altrettanto e non utilizzare lei per risolvere i problemi causati dai dolori che in questo momento ha. Lei quello che poteva dire/fare lo ha fatto ovvero consigliare un dottore o uno psicoterapeuta. I problemi sono stati individuati, ma non sempre le persone attorno a noi vogliono risolverli quando vogliamo noi.

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