Salve,mia figlia ,oramai adulta, quasi 30enne,usa costantemente bugie ( lavori inesistenti,malattie
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Salve,mia figlia ,oramai adulta, quasi 30enne,usa costantemente bugie ( lavori inesistenti,malattie infondate,..)e comportamenti particolarmente scorretti per coprire la sua negligenza ,ma anche per cercare approvazione e consenso o costante attenzione nei suoi confronti..la sua autostima è molto bassa ,ma rifiuta qualsiasi tipo di aiuto e consapevolezza ,perché i problemi non sono mai i suoi ,ma sono sempre la conseguenza di colpe altrui..non sappiamo più cosa fare,preoccupati dal fatto che ,quando si trova in situazioni di estrema difficoltà, sfiora lo sconforto piu totale.. Cosa suggerite?
Cara, comprendo la preoccupazione che nutre verso sua figlia. Potete aiutarla a vedere che ha bisogno di aiuto proprio nei momenti in cui cade in preda allo sconforto, esternando la vostra preoccupazione. Al di là di questo, che è già molto, la consapevolezza che non possiate fare altro spero allevi le vostre preoccupazioni. E' anagraficamente adulta e dunque responsabile delle sue azioni, della vita che sceglie di costruire e delle conseguenze dei comportamenti scorretti. Il mentire, cercare costanti attenzioni e approvazioni immagino che abbia la funzione di sollecitarvi ad occuparvi di lei e immagino che sia anche una fatica soddisfare questa richiesta essendo sua figlia adulta. In questo senso, per quanto capisco possa essere difficile, sarebbe più evolutivo lasciare che trovi la sua strada e non fornirle rassicurazioni. Se la rassicurate lei impara che può contare più su di voi che su se stessa e questo non facilita la crescita dell'autostima.
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Buon giorno a lei. Mi spiace per la situazione descritta ma come ha detto la collega sua figlia è anagraficamente adulta per essere responsabile dei suoi comportamenti. Potete però starle maggiormente proprio nei momenti di maggior sconforto e provare a ragionare con lei se può essere più o meno opportuno intraprendere un percorso di Psicoterapia. Ovviamente in quanto maggiorenne deve essere lei a decidere. A disposizione per eventuali chiarimenti. Cordialmente Gian Piero dott Grandi
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, capisco lo sconforto e il senso di impotenza di voi genitori. Vedere la propria figlia ormai adulta affrontare le difficoltà con strategie che non si condividono è molto doloroso. Ma se sua figlia non sente di avere un problema e non riconosce le sue strategie come inefficaci voi genitori purtroppo potete fare poco. Forse con il tempo potrà imparare a gestire le cose diversamente, o riconoscere di avere un problema, ma per farlo deve prima capire che i comportamenti attuali non sono funzionali e quindi passare per lo sconforto e il fallimento. La cosa migliore che potete fare voi genitori per accompagnarla in questa fase è non fare nulla, lasciare che sbagli, che si disperi e che impari dai suoi errori, assicurandole solo l'affetto e il supporto morale. Si tratta di un compito arduo, mi rendo conto, ma ora è l'unico modo.
In bocca al lupo
Dott.ssa Rossana Meloni
In bocca al lupo
Dott.ssa Rossana Meloni
Buongiorno, sicuramente sua figlia ha un disagio, che vive in prima persona, ma che coinvolge anche chi le sta intorno e le vuole bene.
Non si può costringere nè convincere nessuno ad intraprendere un percorso psicoterapico perchè la motivazione sta alla base del raggiungimento dei risultati.
E' però possibile, in questi casi, lavorare sul paziente designato attraverso la famiglia o qualcuno della famiglia. Si tratterebbe quindi di una psicoterapia indiretta che potrebbe sicuramente portare allo sblocco della situazione.
Ci pensi, io rimango a disposizione.
dott.ssa Nadja Pagliaro
Non si può costringere nè convincere nessuno ad intraprendere un percorso psicoterapico perchè la motivazione sta alla base del raggiungimento dei risultati.
E' però possibile, in questi casi, lavorare sul paziente designato attraverso la famiglia o qualcuno della famiglia. Si tratterebbe quindi di una psicoterapia indiretta che potrebbe sicuramente portare allo sblocco della situazione.
Ci pensi, io rimango a disposizione.
dott.ssa Nadja Pagliaro
Buongiorno,
È vero che sua figlia è anagraficamente adulta, ma è anche vero che questi comportamenti possono essere il risultato di dinamiche relazionali anche risalenti al passato. Le chiederei se sua figlia si comporta nello stesso modo anche negli ambiti lavorativo, affettivo, amicale.
In ogni caso, mi sembrano comportamenti che comunicano qualcosa, che forse potrebbe essere indagato in una terapia familiare, o comunque in un approccio sistemico-familiare.
Rimango a disposizione per eventuali delucidazioni e la saluto cordialmente
Dott.ssa Paola Materzanini
È vero che sua figlia è anagraficamente adulta, ma è anche vero che questi comportamenti possono essere il risultato di dinamiche relazionali anche risalenti al passato. Le chiederei se sua figlia si comporta nello stesso modo anche negli ambiti lavorativo, affettivo, amicale.
In ogni caso, mi sembrano comportamenti che comunicano qualcosa, che forse potrebbe essere indagato in una terapia familiare, o comunque in un approccio sistemico-familiare.
Rimango a disposizione per eventuali delucidazioni e la saluto cordialmente
Dott.ssa Paola Materzanini
Gentlle signora,
se sua figlia attribuisce agli altri colpe o responsabilità dei suoi problemi, sarebbe opportuno non solo stimolare i suoi sentimenti di auotefficacia, autostima, sicurezza e responsabilità, ma anche migliorare i rapporti interpersonali soprattutto con coloro verso i quali esprime maggiormente le sue recriminazioni. La psicoterapia è senz'altro indicata e dovrebbe presumibilmente muoversi in queste due direzioni. Se sua figlia non volesse recarsi dallo psicologo, ci vada lei, preferibilmente con il padre della ragazza, perché può ottenere ugualmente dei risultati importanti.
se sua figlia attribuisce agli altri colpe o responsabilità dei suoi problemi, sarebbe opportuno non solo stimolare i suoi sentimenti di auotefficacia, autostima, sicurezza e responsabilità, ma anche migliorare i rapporti interpersonali soprattutto con coloro verso i quali esprime maggiormente le sue recriminazioni. La psicoterapia è senz'altro indicata e dovrebbe presumibilmente muoversi in queste due direzioni. Se sua figlia non volesse recarsi dallo psicologo, ci vada lei, preferibilmente con il padre della ragazza, perché può ottenere ugualmente dei risultati importanti.
Buongiorno,
Suggerisco di andare a fondo al problema
Sicuramente c'è una motivazione latente e sarebbe opportuno avviare una psicoterapia individuale
Sono disponibile per altre informazioni in merito e per psicoterapia online.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Suggerisco di andare a fondo al problema
Sicuramente c'è una motivazione latente e sarebbe opportuno avviare una psicoterapia individuale
Sono disponibile per altre informazioni in merito e per psicoterapia online.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Buonasera, sua figlia è maggiorenne e comprendo non sia facile proporre a lei di rivolgersi a qualcuno se come dice non ha consapevolezza delle sue difficoltà. Potrebbe intanto però rivolgersi lei ad uno specialista per capire insieme come affrontare la situazione. Un caro saluto
Cari genitori, quello che avete descritto nella vostra richiesta di aiuto è una situazione di sofferenza e disagio di vostra figlia ed è quasi "naturale" che persone come lei abbiano difficoltà a chiedere aiuto perché temono di venire stigmatizzate e colpevolizzate per la loro sofferenza. Cosa potete fare? E' importante un approccio che eviti ogni stigmatizzazione. Soffrire, essere infelici, non è una colpa o un difetto. E ricercare un aiuto psicoterapeutico non è per correggere dei presunti difetti o inadempienze ma per fare emergere le proprie potenzialità e la propria forza. Potete consigliare a vostra figlia di "provare" con uno, due o tre terapeuti e poi scegliere quello con il quale si trova meglio. Iniziare una psicoterapia non è entrare una prigione da cui non si può scappare ma intraprendere un percorso che può portare pace interiore e da questo punto di vista ne vale sempre la pena. Ricordatevi di ribadire a vostra che la vita non è una prestazione in cui risultare bravi o primi o vincitori. Soffrire fa parte della nostra natura umana ma ci aiuta a crescere interiormente e questo porta pace interiore. Cordiali saluti. Carlo Bertorello
Gentilissima, da quello che racconta le sue preoccupazioni sono fondate. Considerato che sua figlia è adulta e ad oggi non ha ancora maturato un interesse a farsi aiutare, le suggerisco di iniziare lei un percorso psicologico finalizzato a meglio comprendere la sua modalità relazionale in rapporto a sua figlia. Senz'altro una sua maggiore consapevolezza potrà essere di aiuto ad entrambe. Il problema può essere affrontato solo da chi lo sente e in questo momento la domanda arriva da lei.
Gentile signora, probabilmente il comportamento di sua figlia, ormai giovane adulta, è il risultato, ottenuto nel tempo, di uno stile educativo permissivo che ha dato luogo ad una personalità immatura che utilizza sotterfugi e menzogne per sfuggire dalle proprie responsabilità. Se la ragazza “rifiuta qualsiasi tipo di aiuto e consapevolezza” potreste essere voi genitori, inizialmente, a chiedere aiuto per modificare una interazione familiare che rinforza i comportamenti disfunzionali della ragazza. Penso che in questo momento sia più utile!
Cordiali saluti
Maria Nasti
Cordiali saluti
Maria Nasti
Gentile Utente, mi rincresce il suo attuale stato di preoccupazione ma la situazione descritta necessita di una consulenza.
Resto a Sua disposizione per qualsivoglia eventuale integrazione e/o chiarimento e mi è gradita l'occasione per inviarLe i miei più cordiali saluti. Dott.ssa Giulia Marchiani
Resto a Sua disposizione per qualsivoglia eventuale integrazione e/o chiarimento e mi è gradita l'occasione per inviarLe i miei più cordiali saluti. Dott.ssa Giulia Marchiani
Gentile utente
potreste rassicurare vostra figlia quando ha un comportamento adeguato, ma nel contempo ignorare o contrastare i comportamenti problematici ( bugie, negligenza richieste di attenzioni egocentriche) per aumentare il senso di responsabilità della ragazza.
Magari sarebbe opportuno rivolgervi ad uno psicoterapeuta per capire come reagire in modo adeguato ai comportamenti di vostra figlia, per meglio responsabilizzarla, affinché si senta più sicura come soggetto adulto.
Cordialmente
Sara Chiara Pompili
potreste rassicurare vostra figlia quando ha un comportamento adeguato, ma nel contempo ignorare o contrastare i comportamenti problematici ( bugie, negligenza richieste di attenzioni egocentriche) per aumentare il senso di responsabilità della ragazza.
Magari sarebbe opportuno rivolgervi ad uno psicoterapeuta per capire come reagire in modo adeguato ai comportamenti di vostra figlia, per meglio responsabilizzarla, affinché si senta più sicura come soggetto adulto.
Cordialmente
Sara Chiara Pompili
Salve, anche se vostra figlia potrebbe trarre giovamento da una terapia, deve essere lei a sentirne l'esigenza. Voi potete farvi aiutare a starle vicino nonostante le sue difficoltà e le sofferenze che vi causa. Un supporto genitoriale potrebbe giovarvi.
Buonasera, quando ci si trova in casi nei quali un soggetto con pensiero rigido patologico rifiuta le cure, situazione purtroppo molto comune, è possibile ricorrere ad interventi terapeutici mediante terapia indiretta: lo specialista segue in questi casi i genitori dando indicazioni su come gestire la figlia in difficoltà, che cambierà progressivamente il proprio comportamento come effetto del cambiamento della relazione con i propri familiari. Molti interventi di Terapia Breve Strategica su adolescenti o giovani adulti in difficoltà vengono effettuati abitualmente in questo modo; di solito dopo i primi cambiamenti significativi i figli diventano maggiormente disponibili ad accettare ulteriore aiuto mediante una terapia tradizionale.
Un caro saluto.
Un caro saluto.
Buongiorno, capisco quanto sia difficile affrontare una situazione come quella che descrive, specialmente quando si tratta di una figlia a cui si tiene molto. Il comportamento di sua figlia sembra indicare un bisogno profondo di attenzione e di proteggere la propria autostima, che è evidentemente molto fragile. Le bugie e la tendenza a proiettare la colpa sugli altri possono essere meccanismi di difesa per evitare il dolore e la vulnerabilità.
Una prima cosa che potrebbe essere utile è cercare di evitare di confrontarla direttamente sulle bugie o sugli errori, poiché questo potrebbe farla reagire con ulteriore difesa e resistenza. Invece, è importante cercare di mantenere una comunicazione aperta e non giudicante. Potrebbe cercare di farla sentire ascoltata, riconoscendo i suoi sentimenti e mostrandole comprensione, senza insistere troppo sulla necessità di un aiuto immediato. Potrebbe essere utile parlare di quanto si preoccupa per lei e di quanto le voglia bene, senza focalizzarsi esclusivamente sui suoi comportamenti problematici.
Inoltre, potrebbe essere utile cercare di creare situazioni in cui sua figlia possa sperimentare piccoli successi e riconoscimenti autentici. Aiutandola a trovare attività che la interessano e in cui possa sentirsi competente, anche a piccoli passi, potrebbe gradualmente migliorare la sua autostima. È importante che questi successi siano percepiti come autentici e non come una forzatura.
In alcune situazioni, coinvolgere un terzo, come un familiare o un amico che sua figlia rispetta e di cui si fida, potrebbe anche aiutare ad avvicinarla all'idea di un supporto professionale, magari inizialmente con un approccio più informale e meno impegnativo.
Tuttavia, se i suoi comportamenti diventano troppo distruttivi, è fondamentale proteggere anche il proprio benessere e stabilire dei limiti chiari su ciò che si è disposti a tollerare e su come si può supportarla.
d.ssa Raileanu
Una prima cosa che potrebbe essere utile è cercare di evitare di confrontarla direttamente sulle bugie o sugli errori, poiché questo potrebbe farla reagire con ulteriore difesa e resistenza. Invece, è importante cercare di mantenere una comunicazione aperta e non giudicante. Potrebbe cercare di farla sentire ascoltata, riconoscendo i suoi sentimenti e mostrandole comprensione, senza insistere troppo sulla necessità di un aiuto immediato. Potrebbe essere utile parlare di quanto si preoccupa per lei e di quanto le voglia bene, senza focalizzarsi esclusivamente sui suoi comportamenti problematici.
Inoltre, potrebbe essere utile cercare di creare situazioni in cui sua figlia possa sperimentare piccoli successi e riconoscimenti autentici. Aiutandola a trovare attività che la interessano e in cui possa sentirsi competente, anche a piccoli passi, potrebbe gradualmente migliorare la sua autostima. È importante che questi successi siano percepiti come autentici e non come una forzatura.
In alcune situazioni, coinvolgere un terzo, come un familiare o un amico che sua figlia rispetta e di cui si fida, potrebbe anche aiutare ad avvicinarla all'idea di un supporto professionale, magari inizialmente con un approccio più informale e meno impegnativo.
Tuttavia, se i suoi comportamenti diventano troppo distruttivi, è fondamentale proteggere anche il proprio benessere e stabilire dei limiti chiari su ciò che si è disposti a tollerare e su come si può supportarla.
d.ssa Raileanu
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