Salve , mi trovo a gestire una situazione familiare veramente pesante e alla quale non riesco a trov
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Salve , mi trovo a gestire una situazione familiare veramente pesante e alla quale non riesco a trovare nessuna soluzione. Ho lasciato il padre di mio figlio che adesso ha 3 anni circa un anno fa, non eravamo sposati ma convivevamo. L ho lasciato perché non avevo più la forza di stare con lui, mi faceva stare troppo male, mi ha causato un Bell esaurimento nervoso con problemi anche fisici, non riuscivo più né a mangiare né a dormire. In seguito grazie ad un terapeuta ho avuto modo di rendermi conto che la nostra era una relazione tossica, tra noi c è un incastro perfetto , lui è una persona fortemente immatura, invischiatissimo con la famiglia d origine in particolare modo con la madre, (anche sua madre mi ha succhiato l anima durante tutta la nostra relazione standomi addosso come una piovra, inondandomi di una marea di attenzioni, regali , consigli non richiesti, invasioni nelle decisioni importanti della vita familiare e del bambino). Credo che quest' uomo abbia trovato in me un altra madre che si prendesse cura di lui e che colmasse il suo enorme vuoto affettivo, sin dall inizio della nostra relazione si è aggrappato a me con tutte le sue forze, nutrendosi di me e di tutte le mie energie, sono diventata il suo centro, una volta conosciuta me non aveva più tanta voglia di frequentare gli amici, voleva stare sempre con me, appiccicato. Inoltre sia lui che la sua famiglia sono di un ignoranza paurosa, mentalità chiusa e retrograda nonché razzisti. Tra noi non c'è mai stato un vero scambio emotivo da persone adulte, nessun dialogo appagante e costruttivo, solo cene, pranzi, regali a casa di sua madre, tutto basato sull esteriorità e nessuna sostanza, mi sentivo risucchiata, in una gabbia dorata , lui non sopportava tra l altro i miei amici, non l ha mai ammesso ma voleva anche allontanarmi dalla mia famiglia ed era estremamente geloso. in breve ho perso me stessa .Io dal canto mio ho anch'io i miei problemi, sono sempre stata non esattamente felice, non ero mai riuscita ad avere una relazione appagante con un uomo, (io e lui ci siamo conosciuti a 40 anni). Son caduta tra le sue braccia perché prima di allora non ero, mai stata "voluta" desiderata così fortemente. Quando l ho lasciato sono stata costretta a chiedere aiuto ai miei genitori che aimé vivevano in altra regione perché ero disoccupata senza un centesimo e con un bambino piccolo da accudire, lui quando l ho lasciato si è rifiutato di collaborare magari solo per il bene del bambino lasciandomi addirittura senza casa. Ho dovuto fare il sacrificio di tornare nella mia regione d origine dopo ben 15 anni dove comunque ho trovato delle condizioni di vita accettabili e ho iniziato una psicoterapia. Dopo la mia partenza si è scatenato l inferno legale. Lui si è aggrappato al bambino come un forsennato facendomi un sacco di denunce per incapacità genitoriale ma non è riuscito a cavare un ragno dal buco, il giudice ha decretato che io restassi la dove ero col bambino con diritto di vista del padre e tutto quanto. Recentemente, dopo qualche mese dalla sentenza ho commesso il secondo errore: io ogni mese porto il bambino su dal padre, dapprima lui si è dichiarato pentito di aver scatenato l inferno legale, poi ha cercato un rapporto civile con me per il bene del bambino poi via via ha cominciato a provarci, mi ha parlato col cuore in mano, ha detto di essere disposto a tutto per cambiare, mi ha proposto una terapia di coppia e ha puntato moltissimo sulla sua paternità, non si può togliere il padre ad un bambino, soffrirà le pene dell inferno ecc ecc. (Io sono già di mio molto addolorata del fatto che mio figlio ha il padre lontano) Per farla breve mi ha proposto un tentativo di tornare insieme anche se non subito ma al prossimo anno scolastico del bambino in modo tale che non perde l anno di scuola. Io pian pianino ho cominciato a cedere anche perché mi ha risvegliato il mio mii secolare sogno di poter essere finalmente amata. Da lì durante la sua visita al bambino giù da me siamo stati due settimane insieme durante le quali, dopo i primi due giorni, sono stata sommersa da una stanchezza addirittura fisica indicibile, sentivo un enorme bisogno di riposare, insomma ho rivissuto tutto quello che mi ha portato a scappare da lui e a un certo punto non vedevo l ora che se ne andasse. Queste due settimane mi hanno fatto molto male perché mi rendo conto di essermi messa a sognare come una deficiente e inoltre provo tanta pena per lui perché anche se ama in maniera distorta in fondo non ha colpa di essere quello che è. Anche per quanto riguarda il bambino io mi rendo conto che non è semplicemente interessato a salvaguardare il suo rapporto con lui cioè a dargli un padre, è il bambino che deve soddisfare i suoi bisogni anche perché ha una concezione dei legami di sangue tutta sua, i legami di sangue sono sacri, i figli appartengono ai genitori e bisogna stare stretti stretti, vicini, vicini, la qualità del rapporto non è importante. Per farla breve ho tirato il freno a mano e gli ho chiesto infinitamente scusa. Dapprima lui si è infuriato come una bestia. Mi ha detto che se non porto il bambino su per lui sono morta, mi ha detto che il bambino saprà tutto "che gli dirà ogni cosa" , che sto facendo del male al bambino, che gli sto togliendo il padre ecc ecc. Allora io gli ho proposto delle soluzioni pratiche e organizzative per poter venire più spesso a trovarlo ma lui non ha voluto sapere dicendo: ma pensi che io mi accontento dei weekend? Io voglio vederlo tutti i giorni. Dopo qualche giorno al telefono mi ha proposto di salire su senza tornare insieme e mi ha promesso tutto l aiuto del mondo, ma io non mi fido molto. Inoltre tutto quello che io posso fare è: babisitting, assistenza anziani e pulizie cioè quello che ho sempre fatto nella vita anche perché ho ormai 46 anni, sono tutti lavori che oggi ci sono e domani no(in ogni caso ho già distribuito curriculum in tutta la città su da lui). Poi c è anche un altro problema: io gli ho già detto che pretenderei una rigida regolamentazione del diritto di visita per il bambino ma mi chiedo: sarà possibile? I miei genitori non si trasferiscono con me, io dovrò lavorare questo è sicuro perché non posso stare alle sue dipendenze, ciò significa che il bambino starà spesso e volentieri con lui e soprattutto sua madre. Così come non voglio che il bambino perda il padre non voglio neppure che venga risucchiato da quell' ambiente vuoto, manipolativo falso e mieloso da cui sono scappata. Viceversa se rimango qui dove sono corro seri rischi con mio figlio che verrebbe manipolato, potrebbe pensare che sua madre è un mostro, suo padre e nonni sono molto ammalianti, lo riempirebbero di ogni bontà, quando è con loro il bambino sarebbe nel paese dei balocchi. E solo un bambino non può capire. Per concludere: non so assolutamente come risolvere la faccenda, e soprattutto sono preoccupata per mio figlio, come farò a gestire la situazione con lui quando crescerà? Soprattutto nell ipotesi che decido di restare
cosa gli dirò? In ogni caso la mia versione sarebbe sempre diversa da quella di suo padre. ho davvero bisogno di consigli.Scusate la lunghezza
cosa gli dirò? In ogni caso la mia versione sarebbe sempre diversa da quella di suo padre. ho davvero bisogno di consigli.Scusate la lunghezza
Dott.ssa Maria Carla del Vaglio
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Santa Maria Capua Vetere
Buon pomeriggio,
comprendo profondamente la complessità e il peso emotivo della sua situazione. Sta affrontando una sfida che intreccia aspetti personali, relazionali e genitoriali, e l’incertezza su quale sia la strada migliore è del tutto comprensibile. Cercherò di offrirle alcune riflessioni che possano aiutarla a orientarsi.
Innanzitutto, il fatto che lei abbia scelto di allontanarsi in passato è stato un atto di protezione per sé stessa e per suo figlio. La relazione che descrive con il padre del bambino ha avuto un impatto importante sulla sua salute mentale e fisica, e il suo malessere, riemerso anche nelle recenti settimane trascorse insieme, suggerisce che la dinamica disfunzionale non sia cambiata in modo significativo. Il desiderio di tornare insieme può nascere sia da una speranza legittima di stabilità e amore, sia da un desiderio inconscio di colmare un vuoto affettivo, ma è importante chiedersi se questa relazione possa davvero offrirle ciò di cui ha bisogno per stare bene.
Per quanto riguarda suo figlio, è naturale preoccuparsi del suo benessere emotivo e del rapporto con il padre. Tuttavia, un legame sano con un genitore non dipende dalla vicinanza fisica o dalla quantità di tempo trascorso insieme, ma dalla qualità della relazione. È possibile preservare questo legame senza sacrificare la stabilità e la serenità che ha trovato nel luogo in cui vive ora.
Se decide di restare, sarà essenziale trovare modi per spiegare a suo figlio la situazione in modo adeguato alla sua età e alla sua capacità di comprensione, sottolineando sempre che entrambi i genitori lo amano e che il vostro obiettivo comune è il suo benessere. Quando sarà più grande, potrebbe essere utile coinvolgere un professionista che la aiuti a gestire i momenti in cui le versioni dei genitori della realtà si scontrano.
Se invece considera l'ipotesi di trasferirsi, è fondamentale che le condizioni siano chiare e che le permettano di mantenere la sua autonomia e il controllo sulla situazione. Una regolamentazione precisa del diritto di visita e l’indipendenza economica saranno indispensabili per evitare di ricadere in dinamiche oppressive o manipolative. È altrettanto importante considerare quanto sia realistico aspettarsi un cambiamento duraturo nel comportamento del suo ex compagno e nel contesto familiare che descrive.
Infine, ricordi che la priorità è il suo benessere, perché un genitore sereno è il punto di riferimento più importante per un bambino. Continui a lavorare su di sé con il supporto della terapia, che potrà aiutarla a rafforzarsi ulteriormente, a chiarire i suoi desideri e i suoi confini, e a costruire una vita stabile e appagante per lei e suo figlio.
Se avesse bisogno di ulteriore supporto o un confronto più approfondito, non esiti a contattarmi.
Un caro saluto.
comprendo profondamente la complessità e il peso emotivo della sua situazione. Sta affrontando una sfida che intreccia aspetti personali, relazionali e genitoriali, e l’incertezza su quale sia la strada migliore è del tutto comprensibile. Cercherò di offrirle alcune riflessioni che possano aiutarla a orientarsi.
Innanzitutto, il fatto che lei abbia scelto di allontanarsi in passato è stato un atto di protezione per sé stessa e per suo figlio. La relazione che descrive con il padre del bambino ha avuto un impatto importante sulla sua salute mentale e fisica, e il suo malessere, riemerso anche nelle recenti settimane trascorse insieme, suggerisce che la dinamica disfunzionale non sia cambiata in modo significativo. Il desiderio di tornare insieme può nascere sia da una speranza legittima di stabilità e amore, sia da un desiderio inconscio di colmare un vuoto affettivo, ma è importante chiedersi se questa relazione possa davvero offrirle ciò di cui ha bisogno per stare bene.
Per quanto riguarda suo figlio, è naturale preoccuparsi del suo benessere emotivo e del rapporto con il padre. Tuttavia, un legame sano con un genitore non dipende dalla vicinanza fisica o dalla quantità di tempo trascorso insieme, ma dalla qualità della relazione. È possibile preservare questo legame senza sacrificare la stabilità e la serenità che ha trovato nel luogo in cui vive ora.
Se decide di restare, sarà essenziale trovare modi per spiegare a suo figlio la situazione in modo adeguato alla sua età e alla sua capacità di comprensione, sottolineando sempre che entrambi i genitori lo amano e che il vostro obiettivo comune è il suo benessere. Quando sarà più grande, potrebbe essere utile coinvolgere un professionista che la aiuti a gestire i momenti in cui le versioni dei genitori della realtà si scontrano.
Se invece considera l'ipotesi di trasferirsi, è fondamentale che le condizioni siano chiare e che le permettano di mantenere la sua autonomia e il controllo sulla situazione. Una regolamentazione precisa del diritto di visita e l’indipendenza economica saranno indispensabili per evitare di ricadere in dinamiche oppressive o manipolative. È altrettanto importante considerare quanto sia realistico aspettarsi un cambiamento duraturo nel comportamento del suo ex compagno e nel contesto familiare che descrive.
Infine, ricordi che la priorità è il suo benessere, perché un genitore sereno è il punto di riferimento più importante per un bambino. Continui a lavorare su di sé con il supporto della terapia, che potrà aiutarla a rafforzarsi ulteriormente, a chiarire i suoi desideri e i suoi confini, e a costruire una vita stabile e appagante per lei e suo figlio.
Se avesse bisogno di ulteriore supporto o un confronto più approfondito, non esiti a contattarmi.
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Salve, la forza che ha avuto ad uscire da quella relazione non solo tossica ma anche abusante Le permetterà di proteggere il suo bambino.
La versione del padre sarebbe diversa anche se tornasse a vivere con lui.
Un caro saluto
La versione del padre sarebbe diversa anche se tornasse a vivere con lui.
Un caro saluto
La ringrazio per aver condiviso una parte così intima della sua vita. Comprensibilmente al suo stato emotivo che coinvolge anche il benessere di suo figlio, il lavoro psicoterapeutico potrebbe seguire le coordinate di:
- riconoscere i suoi bisogni e i suoi confini, interrogando la natura delle relazioni interpersonali che intrattiene;
- lavorare la questione della fiducia e dei cambiamenti che la vita le propone;
- lavorare la questione delle "pressioni emotive" che le causerebbero sensi di colpa o "manipolazioni";
- lavorare la comunicazione con suo figlio prediligendo una narrazione sincera ma adeguata alla sua età.
Potremmo valutare di lavorare la questione della genitorialità attraverso un percorso psicoterapeutico mirato che possa volgere lo sguardo anche alla possibilità di un supporto legale con un esperto in diritto di famiglia.
Cari saluti
- riconoscere i suoi bisogni e i suoi confini, interrogando la natura delle relazioni interpersonali che intrattiene;
- lavorare la questione della fiducia e dei cambiamenti che la vita le propone;
- lavorare la questione delle "pressioni emotive" che le causerebbero sensi di colpa o "manipolazioni";
- lavorare la comunicazione con suo figlio prediligendo una narrazione sincera ma adeguata alla sua età.
Potremmo valutare di lavorare la questione della genitorialità attraverso un percorso psicoterapeutico mirato che possa volgere lo sguardo anche alla possibilità di un supporto legale con un esperto in diritto di famiglia.
Cari saluti
Salve,
La situazione che descrive è complessa e carica di implicazioni emotive, familiari e pratiche. È evidente che sta cercando di proteggere se stessa e il benessere di suo figlio, ma anche di mantenere un equilibrio tra i suoi bisogni personali e il rapporto padre-figlio. La sua consapevolezza rispetto alla dinamica tossica della relazione con il padre di suo figlio e l'impatto che questa ha avuto su di lei è un passo fondamentale. Tuttavia, è altrettanto comprensibile che la pressione emotiva e le circostanze difficili la portino a dubitare delle sue scelte ea sentirsi in trappola.
Alcuni punti che potrebbero aiutarla a riflettere:
Priorità al benessere psicologico suo e di suo figlio : È importante che lei si sente stabile e serena, perché il suo benessere si riflette direttamente su suo figlio. Se tornare in una relazione o in un ambiente che l'ha ferita profondamente compromette questa stabilità, è necessario riflettere attentamente prima di intraprendere una decisione.
Il rapporto tra padre e figlio : Coltivare questo legame è importante, ma non deve avvenire a scapito della serenità del bambino o del suo sviluppo psicologico sano. Cercare una regolamentazione chiara attraverso le vie legali e mantenere una comunicazione rispettosa, se possibile, è essenziale.
Il suo ruolo genitoriale : Lei è il punto di riferimento principale per suo figlio. Essere sinceri con lui, adattando il linguaggio alla sua età e sensibilità, lo aiuterà a comprendere la situazione senza sentirsi schiacciato dalle dinamiche degli adulti.
Supporto professionale continuo : È fondamentale continuare il suo percorso di psicoterapia per aiutarla a gestire i sentimenti di colpa, dolore e pressione, così come per rafforzare la sua autostima e capacità decisionale. La proposta di una terapia di coppia può essere valutata, ma solo se entrambe le parti sono realmente motivare il cambiamento e supportate da uno specialista.
Le sue preoccupazioni sono legittime, ma è importante ricordare che non è sola. Data la complessità della situazione, sarebbe utile e consigliato approfondire ulteriormente la questione con uno specialista, che può aiutarla ad esplorare le opzioni disponibili e a trovare una soluzione che tuteli il suo benessere e quello di suo figlio.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
La situazione che descrive è complessa e carica di implicazioni emotive, familiari e pratiche. È evidente che sta cercando di proteggere se stessa e il benessere di suo figlio, ma anche di mantenere un equilibrio tra i suoi bisogni personali e il rapporto padre-figlio. La sua consapevolezza rispetto alla dinamica tossica della relazione con il padre di suo figlio e l'impatto che questa ha avuto su di lei è un passo fondamentale. Tuttavia, è altrettanto comprensibile che la pressione emotiva e le circostanze difficili la portino a dubitare delle sue scelte ea sentirsi in trappola.
Alcuni punti che potrebbero aiutarla a riflettere:
Priorità al benessere psicologico suo e di suo figlio : È importante che lei si sente stabile e serena, perché il suo benessere si riflette direttamente su suo figlio. Se tornare in una relazione o in un ambiente che l'ha ferita profondamente compromette questa stabilità, è necessario riflettere attentamente prima di intraprendere una decisione.
Il rapporto tra padre e figlio : Coltivare questo legame è importante, ma non deve avvenire a scapito della serenità del bambino o del suo sviluppo psicologico sano. Cercare una regolamentazione chiara attraverso le vie legali e mantenere una comunicazione rispettosa, se possibile, è essenziale.
Il suo ruolo genitoriale : Lei è il punto di riferimento principale per suo figlio. Essere sinceri con lui, adattando il linguaggio alla sua età e sensibilità, lo aiuterà a comprendere la situazione senza sentirsi schiacciato dalle dinamiche degli adulti.
Supporto professionale continuo : È fondamentale continuare il suo percorso di psicoterapia per aiutarla a gestire i sentimenti di colpa, dolore e pressione, così come per rafforzare la sua autostima e capacità decisionale. La proposta di una terapia di coppia può essere valutata, ma solo se entrambe le parti sono realmente motivare il cambiamento e supportate da uno specialista.
Le sue preoccupazioni sono legittime, ma è importante ricordare che non è sola. Data la complessità della situazione, sarebbe utile e consigliato approfondire ulteriormente la questione con uno specialista, che può aiutarla ad esplorare le opzioni disponibili e a trovare una soluzione che tuteli il suo benessere e quello di suo figlio.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buongiorno,
potrebbe insieme col suo ex compagno chiedere aiuto ad uno specialista al fine di poter seguire un percorso orientato alla genitorialità. Una figura neutra e imparziale potrà aiutarvi nel costruire un perimetro di regole all' interno delle quali muovervi; questo affinché nessuno rinunci al proprio spazio e alla propria serenità, nemmeno il bambino.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
potrebbe insieme col suo ex compagno chiedere aiuto ad uno specialista al fine di poter seguire un percorso orientato alla genitorialità. Una figura neutra e imparziale potrà aiutarvi nel costruire un perimetro di regole all' interno delle quali muovervi; questo affinché nessuno rinunci al proprio spazio e alla propria serenità, nemmeno il bambino.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
La situazione è complessa, non sei innamorata di quest' uomo è chiaro, quindi non puoi ritornare con un uomo che neanche stimo, pur essendo il padre di tuo figlio. Proprio perché hai iniziato un percorso psicoterapeutico e riconosci i benefici, vedrei la possibilità di proporre insieme ad un terapeuta di famiglia un percorso per stabilire i confini necessari rispettando i bisogni di ognuno, quello del bambino prima di tutto. Sarebbe altresì importante il percorso per fare un'escursus generazionale sulla storia familiare di entrambi, proprio a cognitivamente e affettivamente a rendervi conto delle reciproche mancanze e come reagite con diverse modalità a queste. Da questo percorso potrebbe venire fuori una chiarezza su come procedere e fare degli accordi scritti da rispettare entrambi i genitori e consegnare tramite avvocati in Tribunale per i Minorenni a garanzia dell'accordo. Le auguro di affrontare nel migliore modo possibile questo problema.
Mi dispiace tanto per la situazione che sta vivendo. Ha provato a contattare la sua terapeuta per farsi aiutare in questo momento? Glielo chiedo perchè la collega l'ha aiutata a svincolarsi da questa brutta situazione e magari più facilmente può avere le idee chiare. Io l'unica cosa che mi permetto di dirle è questa: pur capendo tutte le sue perplessità per suo figlio, se per lei questa relazione è tossica fa bene a tenersi a distanza di sicurezza. Magari quando suo figlio sarà grande potrà spiegargli il suo punto di vista e i motivi per cui ha preso queste decisioni così difficili. Inoltre sono sicura che a suo figlio non farà piacere vedere la propria madre incastrata in dinamiche così sgradevoli. Per amore dei figli si è disposti a tutto, ma per prendersi realmente cura di loro è necessario che i genitori stiano bene. Da come lo ha raccontato se torna vicino il suo ex marito si espone ad una situazione di precarietà economica, bisognosa del sostegno di lui e della sua famiglia, cosa che al momento almeno le procura sofferenza. Quindi lei sarebbe in difficoltà e suo figlio esposto agli schemi del padre e alla famiglia di lui, a mio umile parere non la situazione migliore. Ricontatti la collega che l'ha seguita
Buongiorno, ho letto il tuo messaggio. Dal tuo racconto, traspare che quello che ti è successo nella relazione con il padre di tuo figlio sembra da attribuirsi a un problema di confini tra la vostra famiglia e la famiglia d'origine di lui. E' una situazione molto delicata che necessita di un impegno condiviso in una terapia di coppia. Se provi dei sentimenti per quest'uomo vi consiglio vivamente di intraprendere questo percorso. Nel caso in cui vorrai definire la vostra relazione solo sul piano genitoriale, non ti preoccupare del fatto che il bambino possa essere catturato "dal paese dei balocchi", di sicuro questo non sostituirà l'amore di sua madre che è disposta a correre dei rischi per lui per assicurargli la presenza del padre nella sua vita. Ti abbraccio, ciao
Piuttosto che consigli ( sono sempre troppo facili e troppo difficili, a seconda come si guarda...), qualche riflessione insieme, a partire da quello che scrivi. Mi pare chiaro che la scelta di lasciare il tuo compagno e tornare col bimbo nel tuo luogo di origine è stata molto importanteper te. Evidentemente hai ripreso a lavorare e hai anche iniziato una terapia ( direi che se ne vedono i segni dal modo in cui parli della tua esperienza, anche quando metti in luce i punti difficili). Credo che anche al casa tua tu debba far ricorso all'aiuto dei tuoi genitori, ma immagino che il rapporto con loro sia molto migliore di quello con i tuoi suoceri. I sintomi fisici che hai provato quando hai ripreso la coabitazione col tuo ex dicono in modo molto chiaro quanto è forte il tuo rifiuto di quel mondo. Capisco che le parole del tuo ex compagno, quando ti parla del vincolo di paternità,abbiano molto impatto sul tuo cuore di mamma....D'altronde vedi molto chiaramente quali sarebbero le tue difficoltà se torni a vivere nella sua città. Proviamo un po' a pensare nell'altra direzione. Tuo figlio ha tre anni e credo che sia molto legato a te e man mano che cresce potrà capire che tu e suo papà non avete più vissuto assieme perchè proprio non andavate d'accordo. Oggi essere figli di genitori separati non è una cosa strana. Credo che quando tuo figlio andrà alla scuola materna e poi a quella elementare troverà diversi suoi compagni che vivono una situazione simile, e questo gli renderà più facile vivere la sua. Sento dalla tua lettera che hai cercato di discutere col tuo ex tutte le possibilità per permettere al padre di vedere il bambino con una certa frequenza, e questo mi sembra un segno notevole di tua disponibilità, dato che da quel che capisco ci sono un po' di chilometri di distanza.
Spero che questi spunti di riflessione ( non ricette, naturalmente...) ti possano essere utili.
Spero che questi spunti di riflessione ( non ricette, naturalmente...) ti possano essere utili.
Buongiorno, la situazione non è certo semplice. Credo che in questi casi non ci sia mai la scelta giusta, vero è però che lei dovrebbe scegliere ciò che è meglio per lei e suo figlio da un punto di vista di serenità emotiva. Il suo ex potrà svolgere la sua funzione paterna, se è questo quello che veramente vuole, raggiungendo vostro figlio ogni qual volta abbia possibilità. Mi sembra doveroso e necessario soprattutto fintanto che vostro figlio non avrà l'età giusta per poter lui stesso raggiungere il padre.
Dottoressa Marika Fiori
Dottoressa Marika Fiori
Salve, la sua situazione è dolorosamente complessa e la scelta che prenderà avrà in ogni caso delle conseguenze, alcune prevedibili e altre meno.
Conclude scrivendo che ha bisogno di consigli, ma difficilmente seguirebbe i “consigli” di terapeuti sconosciuti su questo importantissimo bivio che deve affrontare. Mi sembra più opportuno, invece, che lei trovi uno spazio in cui poter maturare in maniera chiara la sua scelta.
Potrebbe ricontattare la psicoterapeuta che già l’ha seguita in passato? Così da potersi far accompagnare nella scelta da una professionista che conosce già la sua storia passata e le dinamiche relazionali che si innescano tra lei e il padre di suo figlio.
Cordialmente,
dott.ssa Onorato
Conclude scrivendo che ha bisogno di consigli, ma difficilmente seguirebbe i “consigli” di terapeuti sconosciuti su questo importantissimo bivio che deve affrontare. Mi sembra più opportuno, invece, che lei trovi uno spazio in cui poter maturare in maniera chiara la sua scelta.
Potrebbe ricontattare la psicoterapeuta che già l’ha seguita in passato? Così da potersi far accompagnare nella scelta da una professionista che conosce già la sua storia passata e le dinamiche relazionali che si innescano tra lei e il padre di suo figlio.
Cordialmente,
dott.ssa Onorato
Buongiorno, innanzitutto mi sembra importante sottolineare che il passo più difficile l'ha già fatto, cioè porre fine a una relazione che sicuramente le ha dato quello di cui aveva bisogno in quel momento e che ha provato a portare avanti finchè le è stato possibile. Il tentativo di riavvicinamento, andato negativamente, sembra che confermi l'impossibilità di pensare a una ripresa della relazione, ma anche determinati atteggiamenti del suo ex compagno che erano già emersi. Si è trasferita per allontanarsi da lui e dalla sua famiglia e allo stesso tempo per ricostruirsi una vita differente con il suo bambino, con una sentenza che ha legittimato la sua scelta. Forse potrebbe valutare di riprendere un percorso psicologico, in modo da affrontare tutti gli aspetti che la preoccupano e le creano confusione; potrebbe anche considerare di rivolgersi ad un centro antiviolenza che possa sostenerla e aiutarla a gestire i comportamenti aggressivi e minacciosi del suo ex partner così come le comunicazioni da dare a lui in merito alla sua decisione di restare dove si trova.
Resto a disposizione
Roberta Dallera
Resto a disposizione
Roberta Dallera
Buongiorno, la sua condivisione fa emergere molti elementi della situazione in cui lei si trova, i dubbi e conflitti che vive, in particolare la scelta del luogo dove suo figlio possa vedere il padre con continuità come le viene richiesto con modalità non adeguate o cosa possa comportare per lei rimanere nella sua regione di origine con suo figlio. I dubbi che lei riporta andrebbero esaminati nella stanza di psicoterapia, per affrontare quello che teme, quanto sia pericoloso per suo figlio stare a contatto col padre, un vissuto che per lei è stato negativo nella sua relazione. Sarebbe importante che lei potesse parlare del suo sentire con un professionista, con cui comprendere insieme anche come possa vivere anche il suo bambino le decisioni che verranno prese. Riprendere un percorso che la sostenga nella scelta può aiutarla in questo momento di difficoltà, sia per affrontare sia quanto vive emotivamente e sia per stare sul piano delle decisioni, maturando quanto sia meglio per voi.
Buongiorno.
La narrazione attenta di cui parla racconta di una storia densa il cui filo comune mi sembra la complessità delle relazioni umane attraverso le quali dimostra sensibilità e attenzione e forte preoccupazione. Il sostegno potrebbe mirare ad utilizzare meglio la sua capacità di analisi per prendere le decisioni adeguate per Lei e le persone che ama riconoscendosi qualità proprie che sembrano essere offuscate.
La confusione diventa allora l'occasione per mettere ordine per quanto possibile ai suoi pensieri per utilizzarli con libertà e forza.
Cordiali saluti.
Dr ssa Fabiana Mazzoni
La narrazione attenta di cui parla racconta di una storia densa il cui filo comune mi sembra la complessità delle relazioni umane attraverso le quali dimostra sensibilità e attenzione e forte preoccupazione. Il sostegno potrebbe mirare ad utilizzare meglio la sua capacità di analisi per prendere le decisioni adeguate per Lei e le persone che ama riconoscendosi qualità proprie che sembrano essere offuscate.
La confusione diventa allora l'occasione per mettere ordine per quanto possibile ai suoi pensieri per utilizzarli con libertà e forza.
Cordiali saluti.
Dr ssa Fabiana Mazzoni
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