Salve, mi servirebbe una delucidazione, ma perché ad oggi psichiatri più che altro anche se li psico

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Salve, mi servirebbe una delucidazione, ma perché ad oggi psichiatri più che altro anche se li psicoterapeuti lo dicono di meno, ad oggi perché si sentono ad esempio psichiatri che dicono che quando si parla di disturbi mentali (sofferenza psicologiche) dicono che non è un termine giusto il "GUARIRE" cioè tanti medici dicono che guarigione si tende ad usarlo nelle malattie del corpo dove ad esempio io prendo un infezione e con un antibiotico il microbo muore e allora qui è esser guarito nel senso che la patologia non fa più parte di me. però quando si parla di mente come mai dicono tanti specialisti dicono che nella mente è diverso dalle sofferenze fisiche e non può chiamarsi "guarigione totale" e i sintomi possono solo essere tenuti sotto controllo e essere resi non invalidanti ma guarire in psicologia, psichiatria perché non è un termine giusto? Io mi era venuta questa domanda perché ad esempio non è essere guariti il fatto che una persona con dei farmaci o psicoterapia superi una patologia psichica tipo depressione, ansia, doc, attacchi di panico, fobie, traumi? Dal momento che per la mente viene applicata una cura psicofarmacologica o psicoterapica e la persona smette di stare male e ritorna a una vita normalissima, senza sintomi e appunto come si dice ad esempio che un antidepressivo dopo tot settimane porta a una riduzione fino alla completa scomparsa dei sintomi in questo caso non è guarigione Quando i sintomi di una sofferenza psicologica spariscono? perché in psichiatria è non usato e così discusso il termine guarigione a differenza delle condizioni fisiche?
Attendo delucidazioni
Grazie.
Buongiorno Utente. Se ho capito bene la sua domanda, la motivazione per la quale non si parla di guarigione totale rispetto ad una problematica di natura psicologica risiede nel fatto che una buona fetta delle manifestazioni psicologiche non hanno una base biologica (oppure non solamente). Detto in altre parole, ci sono alcuni disturbi per cui, facendo diversi studi, è possibile notare un cambio fisiologico sul corpo (per esempio attraverso la minore o maggiore secrezione di alcuni neuro-trasmettitori), mentre ci sono altre in cui notare una ricaduta sul corpo è più difficile dal punto di vista medico. In generale le problematiche psicologiche sono complesse, si formano a partire dalla combinazione di diversi fattori: quelli biologici (del corpo e i geni che i i genitori trasmettono ad un figlio), psicologici (quello che è la persona, con le sue caratteristiche, le sue abitudini) e il suo ambiente vissuto (le relazioni che si creano con gli altri, parenti, amici, colleghi di lavoro ecc..). Di conseguenza, non è detto che a fronte di una cura farmacologica o di un intervento terapeutico la sintomatologia sparisca per sempre. La psicoterapia, consapevole di questo dato, cerca infatti di lavorare sull'individuo, sulla sua sintomatologia e sul favorire la creazione di un contesto per il suo paziente in cui esso possa vivere al meglio. Spero di essere stato chiaro, un saluto.

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Gentile utente, la sua domanda è legittima e molto interessante. Ciò che mi sento di dirle è che il concetto di guarigione in psicologia è molto più complesso e articolato rispetto che nella medicina che cura patologie organiche. Prima tra tutti il fatto che la sofferenza psicologica arriva da diversi fattori: biologici, psicologici, contestuali/sociali. Inoltre il concetto di guarigione può essere molto soggettivo da individuo ad individuo. Questo soprattutto perchè non andiamo a trattare un virus, o un batterio o una malattia di qual si voglia natura organica; ma lla psichiatria, la psicologia e la psicoterapia lavorano un una sofferenza molto più complessa e non circoscritta.
In terapia ognuno trova il suo significato di guarigione, o meglio ognuno trova la strada verso il suo benessere personale.
Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buongiorno, dal punto di vista psichiatrico il ragionamento ha senso, come ha senso per la maggior parte delle cure farmacologiche, ad esclusione di antibiotici e penicillina, perché sono appunto "sintomatici" cioè eliminano il sintomo ma non la malattia che fa comunque il suo corso. Analogamente prendere un ansiolitico o un antidepressivo senza lavorare dal punto di vista psicologico sugli schemi mentali o dinamiche sottostanti (a seconda dell'orientamento teorico) vuol dire poter sviluppare nuovamente gli stessi sintomi una volta sospeso il farmaco.
Gentile utente di mio dottore,
il malessere psicologico risulta essere un qualcosa di ben più complesso rispetto a quelli che solitamente sono i disturbi di natura organica. L' equilibrio psichico di ciascuno risulta esser cosa assai delicata per tanto a differenza di ciò che accade in medicina poter fare ad esempio una previsione rispetto ad una eventuale prognosi risulterebbe cosa assai difficile. In diversi casi( non tutti) ad esempio la possibilità di star bene dipende anche dalla motivazione del paziente a fare all' interno di un percorso psicoterapico una serie di cambiamenti non sempre semplici. Lo sforzo in alcuni casi può sembrare impossibile, o comunque la possibilità di mettersi in gioco può sembrare ardua.
Nella speranza di aver orientato la sua domanda nella maniera più chiara possibile.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile Amica o Amico,

in realtà anche per alcune condizioni fisiche non possiamo parlare di guarigione, ma solo di cura: il diabete, ad esempio... Ci sono allo stesso modo alcuni disturbi, come il disturbo bipolare o la schizofrenia, che possono essere curati efficacemente e mantenuti sotto controllo (come il diabete con l'insulina) ma per ora non si può fare in modo che una persona con schizofrenia o disturbo bipolare non debba assumere più farmaci ...
Per altri tipi di sofferenza, è utile considerare che a differenza delle malattie fisiche che hanno una causa, quelle psicologiche hanno una motivazione. dipendono da come noi osserviamo il mondo e interpretiamo la nostra esperienza. Per questo un disagio psicologico può essere solo l'esacerbazione di un aspetto della nostra comune esperienza di esseri umani, e la terapia non deve mirare a eliminarlo, ma a inquadrarlo come una parte della vita. Penso all'ansia, alla tristezza, alla rabbia, alla sessualità e all'amore, e a molti altri temi. Per questi non c'è guarigione per nessuno - perché non sono malattie - ma tutti dobbiamo curarli, come una pianta preziosa in un giardino.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Salve direi che in psicologia non possiamo genalizzare o meglio ci sono delle condizioni psicologiche che ci causano sofferenza da cui si può guarire facendo una psicoterapia ed altre forme di psicopatologia da cui non si guarisce perché sono condizioni strutturali della persona o perché c'è una componente biologica per cui con la psicoterapia o con la farmacoterapia si tengono solo sotto controllo ma non c'è una guarigione completa. Ad esempio da condizioni di stress o di ansia si può guarire se correttamente trattati.
Un caro saluto
Buonasera,
concordo su come, effettivamente, sia un termine poco usato quello di "guarigione" nel campo della salute mentale e il motivo non è di facile spiegazione.
In altre parole, considerando innanzitutto come a determinare uno stato di sofferenza psicologica vi sia il contributo di molteplici fattori di natura diversa (biologica, psicologica, ambientale), solitamente non si tratta nemmeno di una causa rintracciabile esclusivamente nel passato prossimo della persona (come potrebbe essere appunto un batterio o un virus, se vogliamo rimanere sulla metafora della malattia fisica).
Dunque, quando si parla di elaborare uno stato di sofferenza mentale si parla di sbrigliare quel nodo di conflitti che si sono cumulati nella mente della persona, fino ad arrivare ad uno stato di sofferenza appunto.
Si può elaborare un certo tipo di conflitto, ma è difficile che si rimanga immuni poi per tutta la vita dalla nuova comparsa di quello o altri conflitti.
Possiamo forse affermare che il nostro fisico è stato progettato meglio della mente, intendendo così affermare che uno stato di ricadute nella sofferenza mentale è considerabile normale in quanto esseri umani.

Sperando di esserle stata d'aiuto,
Dott.ssa Elisa Folliero
Buongiorno le ho risposto facendole un video che potrà trovare sul mio canale youtube dal titolo "Perchè alcuni psichiatri e anche psicologi dicono che non si guarisce dai disturbi psichici? ".
Spero possa trovarne giovamento. Cordialmente Amico Colaianni
Buongiorno, diverse risposte esaurienti sono già state esposte, per cui mi sentirei di aggiungere solo un'ulteriore considerazione: uno dei motivi per cui non si usa frequentemente il termine "guarigione" nel settore "psic", tra gli altri, può essere il concetto di "quantità rispetto al concetto di qualità" di un sintomo. Ad esempio è la quantità cioè l'intensità eccessiva di ansia, che produce dei sintomi disfunzionali, non la sua qualità, cioè la sua semplice presenza. Un po' di ansia infatti è funzionale, ad esempio può essere utile per evitare azioni stupide o controproducenti, mentre ansie eccessive possono essere inibenti ed invalidanti. Un po' (mi raccomando un po') di "sano" senso di colpa può essere alla base di condotte riparatorie, quando ad esempio ci rendiamo conto di aver commesso un errore nei confronti di un partner, familiare, amico, collega, ecc. ecc.. Se invece il vissuto di colpa è eccessivo ed immotivato può essere (come spesso capita) disfunzionale, opprimente e alla base di vissuti depressivi. Sempre a titolo di esempio, lei cita il "doc", ma un po' (sempre un po', mi raccomando) di "doc" può consentire un certo ordine funzionale alla nostra vita nella nostra abitazione o sul posto di lavoro. Al contrario, se i sintomi che caratterizzano il disturbo ossessivo compulsivo sono invadenti e pervasivi, allora incidono pesantemente sia sulla qualità della vita dell'individuo, sia sulla qualità delle sue relazioni. Pertanto dal punto di vista clinico, ad esempio, spesso più che "guarire" dai vissuti d'ansia o dai vissuti di colpa, si punta ad una migliore gestione di questi vissuti. Non è un obbiettivo clinico infatti cancellare totalmente l'ansia o il senso di colpa, non può essere infatti un obiettivo clinico, trasformare un individuo in un incosciente discontrollato o in uno psicopatico antisociale privo di empatia (cosa tra l'altro tecnicamente molto improbabile dal punto di vista psicoterapico), ma piuttosto ci si pone l'obiettivo di un miglior governo, di una migliore gestione dei vari vissuti psichici. Spero di esserle stato utile.
Buona giornata.
M.M.
Buongiorno, la sua domanda è legittima. In realtà bisogna distinguere con quale accezione si usa il termine "guarigione". Ci sono patologie psichiatriche gravi in cui si può agire sui sintomi facendoli diminuire o estinguerli con l'uso di farmaci. Si tratta di disturbi che andranno trattati con medicine per tutta la vita. Ci sono altri disturbi mentali che invece possono modificarsi e arrivare ad una percezione di benessere desiderata dal paziente e conquistata con la cura psicoterapica, che in caso contrario non avrebbe ragione di esistere.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, non si usa il termine guarigione nelle sofferenze psichiatriche, perché se si sospendono le terapie farmacologiche i sintomi ricompaiono. Si dice allora che sono patologie curabili piuttosto che guaribili.
Un caro saluto
Dott.ssa Cristina Villa
Gentile utente, il termine “guarigione” fa riferimento al ritorno ad uno stato di salute preesistente all’insorgere della patologia: solitamente questa terminologia si applica nel caso di problematiche di tipo fisico che occorre risolvere ed eliminare tramite l’utilizzo dei farmaci. Nel caso invece della sofferenza mentale, se questa viene affrontata solo dal punto di vista farmacologico, si può parlare di una riduzione o remissione dei sintomi, che però potrebbero in futuro ripresentarsi. Al contrario nel momento in cui la sofferenza mentale è affrontata dal punto di vista psicoterapeutico, si può giungere non solo e non tanto alla guarigione del sintomo che ha condotto in terapia, ma ad un cambiamento profondo e definitivo della persona che la conduce al benessere psicologico da tutti i punti di vista.
Cordiali saluti
Gentile utente, in modo moto genuino riporta un tema che spesso affrontiamo con i nostri pazienti in terapia. Possiamo paragonare i sintoni più che a dei virus o dei batteri a dei "messaggeri", ci parlano di una storia, quella del nostro corpo e della nostra anima, ma lo fanno con un lingiaggio diverso da quello che siamo abituati ad usare. I sintomi sono parte della storia delle persone e come tali non possiamo eliminarli ma imparare a comprenderli e lavorare su ciò che li ha prodotti e sulla sofferenza che generano. La terapia farmacologica e la psicoterapia possono essere utilizzate in parallello per lavorare sulla sofferenza che i sintomi producono.
Caro utente, a mio avviso, una buona psicoterapia, la buona volontà del paziente e la sua disponibilità al cambiamento, rendono possibili non solo la guarigione, ma la vera e propria trasformazione delle difficoltà personali in risorse creative e opportunità evolutive. Pensi ad esempio al regista americano Woody Allen: se è diventato uno dei più amati e apprezzati registi riconosciuti a livello internazionale lo deve moltissimo al buon esito del suo percorso di guarigione, l'ha detto lui stesso molte volte. Le auguro di riuscire a trasformare le sue difficoltà in qualcosa di unico, nuovo e creativo, e la sua stessa vita in un'opera d'arte! Se lo desidera, potrei aiutarla proprio in questo cammino, anche on line.
Buongiorno, la sua domanda è comprensibile. Il concetto di guarigione in psicologia va oltre l'aspetto medico, la sofferenza psicologica arriva da diversi fattori: biologici, psicologici, sociali. Inoltre il concetto di guarigione può essere molto soggettivo da individuo ad individuo. ognuno di noi lo percepisce in maniera differente perchè non siamo tutti uguale, per quanto apparentemente simili viviamo le cose in maniera differente l'uno dall'altro. la psicologia e la psicoterapia lavorano un una sofferenza molto più complessa e non circoscritta. In terapia ognuno trova il suo significato di guarigione, o meglio ognuno trova la strada verso il suo benessere personale.
Buongiorno, ci sono malattie sul versante fisico che sono inguaribili, altre guaribili. Ci sono malattie sul versante psichico che sono inguaribili. Tutte si possono curare, se diamo a questo termine l'accezione di prendersene cura, lavorare sulla qualità della vita della persona con tutto quello che abbiamo a disposizione: farmaci, psicofarmaci, psicoterapia, cambio dello stile di vita ( interruzione relazioni tossiche, cambio di residenza, lavoro ecc, alimentazione.
Spero di esserle stata utile, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
Salve,

Comprendo la sua riflessione e la domanda che si pone è importante. Da una prospettiva psicodinamica, il concetto di "guarigione" in campo psicologico e psichiatrico va considerato in un modo diverso rispetto a quello applicato alle malattie fisiche. La mente non è un’entità separata, ma è strettamente intrecciata con la nostra identità, le nostre esperienze e le dinamiche inconsce che ci guidano.

In psicodinamica, il termine "guarigione" non si riduce a un semplice "superamento" dei sintomi, come accade con un'infezione che viene debellata da un farmaco. Piuttosto, si parla di trasformazione, integrazione e comprensione di ciò che i sintomi rappresentano per la persona. I sintomi psicologici non sono entità estranee che possono essere semplicemente "rimosse", ma espressioni di conflitti interni, di emozioni e di vissuti che cercano un modo per emergere e farsi riconoscere. La loro scomparsa non coincide necessariamente con una risoluzione completa, poiché spesso ciò che li ha originati rimane parte dell’esperienza della persona, influenzando inconsciamente la sua vita.

Quando si parla di depressione, ansia o altri disturbi psicologici, il processo di cura non consiste semplicemente nel far sparire i sintomi, ma nel dare significato a quei sintomi, nel comprendere cosa la mente stia cercando di comunicare. L'assenza di sintomi può essere una tappa del percorso, ma il vero cambiamento avviene quando la persona diventa più consapevole di sé, delle proprie emozioni e dei propri conflitti, e quando impara a gestire in modo più sano le dinamiche interne che hanno portato alla sofferenza.

Ecco perché molti psichiatri e terapeuti evitano il termine "guarigione" in senso stretto: non si tratta solo di eliminare i sintomi, ma di un percorso di crescita personale e di trasformazione. Questo non significa che non si possa stare meglio o vivere una vita piena dopo aver affrontato una sofferenza psicologica, ma la "guarigione" in senso psichico implica un processo più complesso e profondo rispetto alla semplice sparizione dei sintomi.

Se sente che questo tema risuona profondamente con lei, potrebbe essere utile esplorarlo più a fondo in un contesto di consulto psicodinamico, per comprendere meglio il significato della sua domanda e il rapporto che ha con il concetto di guarigione e di cambiamento. Ogni percorso è unico e merita di essere trattato con attenzione e cura.

Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
M.G.
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