Salve mi chiamo Maria e ho 25 anni ultimamente faccio abbuffate di cose dolci compromettendo i risul

24 risposte
Salve mi chiamo Maria e ho 25 anni ultimamente faccio abbuffate di cose dolci compromettendo i risultati della dieta..ho provato a distrarmi ma è più forte di me ne sento il bisogno ed inoltre sto passando un periodo di depressione sto prendendo le gocce da un paio di mesi (escitalopram sandoz) ma non noto cambiamenti..per favore mi dia un consiglio su come evitare nell'esagerare a mangiare la ringrazio di cuore
Dott.ssa Melania Filograna
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Lequile
Gentile signora, immagino che sia un comportamento che vorrebbe tenere più sotto controllo. L'impulso a mangiare è un vissuto che dura poco tempo, l'importante è riuscire a cavalcare "l'onda dell'impulso" senza cedere. Può sembrare facile, ma non sempre è così. Proprio per questo esistono programmi cognitivo-comportamentali per prevenire le abbuffate e imparare a gestire l'impulso e le emozioni ad esso associato. Può affiancare il lavoro del nutrizionista, con quello di uno psicoterapeuta per lavorare sulla regolazione emotiva e cognitiva.
Se ha bisogno di ulteriori delucidazioni, mi può contattare anche online.
Buona giornata
Dott.ssa Melania Filograna

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Buongiorno, ha sempre avuto la tendenza ad abbuffarsi? Oppure è un comportamento che ha assunto da poco? Quando ci sono disordini nel comportamento alimentare ci sono difficoltà psicologiche di diverso tipo. Le consiglio, se non è una novità, di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per scoprire ed affrontare le ragioni alla base di questi impulsi.
Resto a disposizione
Un saluto
Claudia m
Dott.ssa Raffaella Abate
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Napoli
Buongiorno, immagino che no sia semplice vivere tutto questo. Potrebbe certamente essere utile provare a iniziare un percorso, trovare uno spazio in cui esprimere anche semplicemente il suo sentire in merito alla situazione può essere già di grande sollievo.
un saluto
Dott.ssa Raffaella Abate
Dott.ssa Alessandra Petrachi
Psicologo, Psicologo clinico
Rimini
Buongiorno Maria,
Grazie per la sua condivisione.
Intanto sarebbe intereessante comprendre quando e' iniziayo tutto cio' conle abbuffate dii cui parla,da quanto tempo e in concomitanza a cosa? Cosa e' accaduto precedentemente ? Lei confida anche un perdiodo di depressione che immagino sia anche concomitante a questa relazione difficoltosa con il cibo .
Sinceramente non me la sento di darle consigli su come eviater le abuffate che certamente potrebbero essere un effetto collterale di un disagio sul piano emotivo- mentale , e di vissuti o situazioni di cui ancora probabilmente non ha cosapevolezza.
Diversamente la invito a poter intraprendre un percorso su di se per poter all interno di un setting trovare il suo spazio di accoglienza e cura di io' che e ' lei e di cio che sente per poter esprimere risorse bloccate che ancora non conosce .
Sono disponibile anche online, se necessita di ulteriori info , puo contattarmi.
Con l'augurio che possa ritrovarsi .
Dr.ssa Alessandra Petrachi
Dott.ssa Marina Costantini
Psicologo, Psicologo clinico
Colleferro
Buongiorno Maria, in questo momento difficile, non è detto che basti il consiglio di una persona esterna. Potrebbe trovare un suo spazio di colloquio per vedere quali sono le tematiche legate alle sue condotte che contemporaneamente la sostenga per attraversare questo periodo,
Cordialmente, M. C.
Dott.ssa Maria Carlei
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Lamezia Terme
Buongiorno Maria comprendo e capisco il suo bisogno di ricevere un feedback ,ma il rapporto con il cibo è legato allo stile relazionale di ciascuno di noi, parla delle nostre storie e di come siamo diventati ora , è nello sfondo e nelle trame relazionali che nascono i nostri vissuti corporeo-relazionali. Il cibo è la metafora dell'altro ,è un rimando all'altro, noi ci nutriamo con l'altro e dell'altro, non ci nutriamo da soli , il cibo ,rappresenta il primo contatto con il mondo e l'allattamento ne è un esempio non è solo nutrimento fisico ma anche relazionale. Da ciò capisce bene che deve far suo il bisogno di capire e non ingoiare le nostre ricette anche perchè non sappiamo se sono di suo gusto. Un percorso psicoterapico ,penso possa darle la consapevolezza di cosa desideri veramente per l'appagamento dei suoi veri bisogni nutritivi -affettivi. Cordiali saluti
Dott.ssa Glenda Nibbioli
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Salve gentile utente,
capisco la sua sofferenza e le consiglio di iniziare un percorso psicologico con uno specialista in cui approfondire tale argomento.
Sono a disposizione anche online.
Un caro saluto, dottoressa Nibbioli.
Dott.ssa Debora Calci
Psicologo, Psicologo clinico
Gallarate
Buongiorno, il miglior invito che posso farle è quello di valutare un percorso che la porti a conoscere meglio se stessa, il suo modo di stare nelle emozioni e in relazione con l'altro, a scoprire come dialoga internamente ed esternamente insomma. Ricette online sul come ridurre le abbuffate sarebbero un palliativo, ma non risolverebbero il problema, rischiando poi che altre criticità possano farle visita sotto diversa e nuova forma. Stesso discorso vale per i farmaci: è necessario che sia uno psichiatra a prescriverli e a monitorarne gli effetti, così come importante è che la sua cura venga affiancata da un clinico (psicologo, psicoterapeuta), così da lavorare sulla causa e non sul sintomo in sè. Spero di esserle stata di aiuto; cerchi un professionista nella sua zona o online per avviare un cammino insieme. Resto a sua disposizione, cordialmente.
Gentilissima buongiorno, le abbuffate sono solo il sintomo di un problema più vasto che ruota intorno alla eccessiva importanza data al peso e alla forma del corpo. Lei si piace? Se l'importanza che da' al suo aspetto fisico è così importante da condizionare il suo umore e l'opinione che ha di se' allora chiedere solo un consiglio non l'aiuterà a risolvere il problema, perchè quello delle abbuffate - insoddisfazione e senso di colpa- malessere- abbuffata consolatoria- insoddisfazione ecc. ecc. è un circolo vizioso difficile da inperrompere con un semplice consiglio. Chieda aiuto e vedrà che riuscirà ad uscirne. Resto a sua disposizione se lo desidera e la saluto cordialmente, dott.ssa Manuela Leonessa
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Ciao Maria, grazie per aver condiviso la tua esperienza. Sembra che tu stia affrontando una sfida significativa riguardo all'abbuffata di cibi dolci e che questa abitudine stia compromettendo i tuoi obiettivi dietetici. Mi dispiace anche sentire che stai attraversando un periodo di depressione e che non hai notato cambiamenti significativi dopo aver assunto l'escitalopram per un paio di mesi.

È comprensibile che tu ti senta frustrata e bisognosa di consigli su come gestire l'impulso di abbuffarti. Ti consiglio vivamente di cercare il supporto di un professionista della salute mentale, come uno psicologo o uno psichiatra, che possa valutare la tua situazione in modo approfondito e offrirti un supporto personalizzato.

Nel frattempo, ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarti a gestire l'impulso di abbuffarti:

1. Consapevolezza: Sii consapevole dei tuoi schemi alimentari e cerca di individuare i fattori scatenanti che portano alle abbuffate di cibi dolci. Potresti tenere un diario alimentare o registrare i tuoi pensieri ed emozioni correlati all'alimentazione. Questo può aiutarti a identificare eventuali schemi o trigger specifici.

2. Strategie di coping alternative: Cerca di trovare modi sani per gestire lo stress ed esprimere le tue emozioni senza ricorrere all'abbuffata di cibi dolci. Potresti considerare tecniche di rilassamento come la meditazione, lo yoga o la respirazione profonda. Inoltre, potresti trovare utile coinvolgerti in attività piacevoli o creative che ti distolgono dall'impulso di mangiare e ti aiutano a gestire il tuo stato d'animo.

3. Alimentazione equilibrata: Assicurati di seguire una dieta equilibrata ed evita restrizioni eccessive. Concentrati sull'includere una varietà di cibi nutrienti nella tua alimentazione quotidiana, tra cui proteine, carboidrati complessi, grassi sani e fibre. Mangiare regolarmente pasti bilanciati può aiutare a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue e ridurre la sensazione di fame incontrollabile.

4. Supporto professionale: Considera l'opportunità di cercare il supporto di uno psicologo specializzato nel trattamento dei disturbi alimentari. Un professionista può aiutarti a esplorare le dinamiche sottostanti che contribuiscono all'abbuffata e lavorare su strategie specifiche per affrontare tale comportamento.

Ti incoraggio vivamente a cercare il supporto di un professionista che possa fornirti un aiuto personalizzato e adeguato alle tue esigenze specifiche. La combinazione di una terapia mirata e di un sostegno nutrizionale può essere molto benefica nel gestire l'abbuffata e la tua salute mentale complessiva.

Spero che tu possa trovare il supporto di cui hai bisogno per affrontare queste sfide e raggiungere i tuoi obiettivi. Ricorda che sei una persona unica e che il tuo percorso di guarigione sarà individuale. Ti auguro il meglio nel tuo cammino verso il benessere e la serenità.
Dott.ssa Stefania Palmacci
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Roma
Buongiorno, lei ci scrive di varie problematiche che le stanno causando sofferenza in questo periodo della sua vita : problemi a sostenere un'alimentazione corretta, disturbi dell'umore e relativi farmaci che immagino le siano stati prescritti da uno psichiatra o dal suo medico curante.
Comprendo la richiesta da parte sua di un consiglio veloce che possa alleviare il suo malessere tuttavia dietro a queste problematiche si può celare ben altro che riguarda il suo rapporto con le emozioni e la relazione con l'altro. Per questo l'unico consiglio che mi sento di darle al momento, senza conoscere la sua storia e i suoi vissuti, è quello di intraprendere un percorso con un professionista che la aiuti a conoscersi meglio , anche rispetto alla modalità in cui si relaziona con sé stessa (internamente) e con l'altro (esternamente), e che si avvalga del supporto di un buon nutrizionista. Spesso il rapporto che abbiamo con il cibo è legato al nostro stile relazionale e alla nostra storia, che condizionano quello che siamo diventati nel presente e il modo il modo in cui ci accettiamo o meno.
Per quanto riguarda la terapia farmacologica e i suoi relativi effetti (dice che ancora non nota cambiamenti) dovrà confrontarsi con lo psichiatra o con il medico curante che sapranno valutare se è il caso di rivedere i dosaggi, tenendo presente che per cominciare a vedere gli effetti occorre un tempo. Cordialmente dott.ssa Stefania Palmacci
Dott.ssa Elisa Folliero
Psicologo, Psicoterapeuta
Spino d'Adda
Buongiorno, mi chiedo se stia seguendo una dieta prescritta da un nutrizionista. Infatti, spesso, tramite le diete "fai da te" si finisce per ingerire una quantità di calorie non sufficiente al nostro organismo, cosa che poi scatena le cosiddette abbuffate fisiologiche (cioè, è come se il nostro corpo reclamasse ancora cibo!). Sicuramente, inoltre, è consigliabile affiancare il percorso con il nutrizionista ad un percorso psicoterapico, così da comprendere meglio cosa porta al gesto dell'abbuffata (c'è anche il ruolo di fattori emotivi?)
Per quanto riguarda invece l'aspetto depressivo, se ha una cura farmacologica in atto sicuramente sarà seguita da uno psichiatra, parli con lui dell'inefficacia riscontrata fino ad oggi, oltre che ovviamente del gesto compulsivo delle abbuffate.

Sperando di essere stata d'aiuto,

Dott.ssa Elisa Folliero
Dott.ssa Sara Bachiorri
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Ciao Maria, capisco che sia frustrante per te fare abbuffate di dolci e vedere che ciò compromette i risultati della tua dieta.

Cerca di capire se esistono delle cause scatenanti che portano alle tue abbuffate di dolci. Potrebbero essere legate allo stress, all'ansia o alla depressione. Identificare queste cause può aiutarti a comprendere meglio il tuo comportamento alimentare e trovare strategie specifiche per gestirle. Assicurati di avere pasti bilanciati e nutrienti nel corso della giornata. Includi una varietà di cibi sani come frutta, verdura, proteine magre e carboidrati complessi. Seguire una routine regolare di pasti può aiutare a stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue e ridurre i desideri improvvisi di dolci.
Se hai voglia di dolci, cerca di controllare le porzioni e concediti una piccola quantità. Ad esempio, puoi optare per un pezzetto di cioccolato fondente invece di mangiare una barretta intera. Concedersi un po' di piacere moderato può aiutare a evitare sensazioni di privazione.

Esplora opzioni alternative per soddisfare la tua voglia di dolci. Ad esempio, puoi optare per frutta fresca, come le mele o le banane, che contengono naturalmente zuccheri. Altre opzioni potrebbero includere yogurt greco con un cucchiaino di miele o una tazza di tè dolcificato con un po' di miele o stevia.
Se stai lottando con la depressione, è importante cercare il supporto di un professionista qualificato, come uno psicologo o uno psichiatra. Possono aiutarti ad affrontare i sintomi depressivi in modo adeguato e sviluppare strategie per gestire il tuo benessere emotivo.
Ricorda che ogni persona è unica e ciò che funziona per una persona potrebbe non funzionare per un'altra. È sempre una buona idea consultare un professionista medico o un dietologo per ricevere un supporto personalizzato e consigli specifici in base alle tue esigenze individuali.
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Dott. Nicola Caruso
Psicoterapeuta, Psicologo
Napoli
Gentile utente, è possibile per lei pensare di rivolgersi regolarmente a uno psicoterapeuta? Se fosse così potrebbe dialogare sulle sue difficoltà, sia per quanto riguarda quello che lei chiama depressione, sia per quanto riguarda la sua difficoltà a mantenere una dieta. Ci pensi, sono a disposizione anche per una consulenza online
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Martina Orzi
Psicologo, Psicologo clinico
Collegno
Buongiorno.
I significati della fame incontrollata vanno compresi all'interno della sua storia di vita, ma soprattutto è importante cogliere i pensieri e le emozioni che precedono e accompagnano i momenti di abbuffata.
Qual'è la funzione e la sensazione che le lascia un abbuffata? spesso aiutano ad alleviare/anestetizzare temporaneamente il dolore, il senso di vuoto, l’impotenza collegata ad esempio a memorie traumatiche non elaborate e integrate.
Nell'abbuffata c’è sofferenza, perdita di controllo, ma spesso anche la ricerca di rassicurazione e sollievo.
Tutto ciò che si restringe diventerà oggetto dell'abbuffata successiva, per questo è importante che lei possa consultare uno psicoterapeuta e trattare i sintomi. L'obiettivo non è cercare di avere il controllo, bensì avere consapevolezza degli stati mentali che accompagnano le abbuffate per sperimentare modalità di regolazione emotiva più funzionali.
Un disturbo alimentare non è una questione di peso, anzi le cause sono multifattoriali (genetica, stress, traumi, giudizi negativi, legami familiari difficili ecc) ed è importante comprenderle all'interno della relazione terapeutica.
Ruota tutto intorno al cibo, anche le emozioni. Il cibo spesso è il mezzo migliore che la persona ha trovato per far fronte al proprio malessere psichico.
Il dolore va sentito e attraversato, compreso e accolto perchè solo così si può imparare a regolare le proprie emozioni ed elaborare ció si è vissuto.
La guarigione passa dalla relazione con sè e gli altri sviluppando consapevolezza, autocompassione e identificandosi con i propri valori e il loro scopo nel percorso di cura e di quotidianità.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Dott.ssa Martina Mari
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Cremona
Buongiorno caro utente, mi dispiace molto per il momento che sta attraversando. Leggendo il suo messaggio, le consiglio vivamente di affidarsi ad un professionista psicologo o psicoterapeuta che la possa aiutare ad esplorare i suoi vissuti emotivi di questo periodo, aiutando ad arginare così i comportamenti che mette in atto col cibo.
Rimango a disposizione. Dott.ssa Martina Mari.
Dott.ssa Adele Trezza
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Gentile utente, la ringrazio innanzitutto per la condivisione del suo vissuto. Questo tipo di comportamenti messi in atto con il cibo sono molto spesso la sintomatologia di un malessere, di un disagio più profondo che cerca di emergere forse perchè rimosso o ignorato. Ciò che le consiglierei, dunque, è quello di affidarsi ad uno psicologo o psicoterapeuta che possa aiutarla ad andare a fondo nella questione, e non solo ad arginare la sintomatologia delle abbuffate poichè, in tal caso, il malessere verrebbe fuori in altri modi. Cerchi dunque di capire cosa è alla base anche di quello che lei chiama "periodo di depressione" poichè non credo che le cose siano scollegate. Vedrà che capendone le origini, questi sintomi piano piano andranno via. Resto ovviamente a disposizione sia in presenza che online. Dott.ssa Adele Trezza
Dott.ssa Eleonora Bergami
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Bologna
Gentile utente, a volte il cibo può essere fonte di grande consolazione, un nutrimento ad una ferita profonda magari rimasta a lungo inascoltata. Potrebbe essere per lei prezioso intraprendere un percorso psicologico che possa aiutarla a comprendere la natura e le implicazioni di questo malessere. Comprendere il nostro stato è il primo passo per poterlo modificare. Un caro saluto. Dott.ssa E.B.
Buongiorno Maria, immagino che le gocce che prende siano state prescritte da un/a professionista. In tal caso le suggerirei di parlare con la persona a cui si è affidata e condividere anche questa condizione che vive in relazione al cibo. Insieme potrete valutare la sua situazione ed eventualmente il/la professionista potrebbe indicarle il percorso da seguire.
Dott.ssa Valeria Laganà
Psicoterapeuta, Psicologo
Guidonia Montecelio
Buongiorno, spesso la sofferenza è invisibile agli occhi degli altri ma le assicuro che, se ne parla con un professionista, non verrà mai in alcun modo giudicata ma altresì accolta e validata. La sofferenza psicologica è importante tanto quanto quella fisica ed è per questo che la invito a prendere appuntamento per intraprendere un percorso di psicoterapia per la risoluzione delle sue problematiche riportate. La attendiamo a braccia aperte. Un caro saluto e Le auguro buon tutto!
Dott.ssa Adriana Gaspari
Psicologo clinico, Sessuologo
Chieti
Gentilissima comprendo la sua situazione alquanto delicata. Le consiglio caldamente di rivolgersi al suo medico curante, riferire i suoi disturbi e fare una serie di accertamenti clinici (glicemia, tiroide..ecc).Se non dovessero risultare malattie organiche, puo' prendere un appuntamento con un neurologo o psichiatra, per i disturbi dell'umore che ha nominato. Le voglio dire inoltre che, i disturbi dell'umore si combattono sia con dei farmaci che con una psicoterapia.
Ed ancora se volesse fare un percorso di sostegno psicologico (prima della psicoterapia), sarei lieta di accompagnarla.
Resto a disposizione per qualsiasi aiuto o chiarimento e la saluto cordialmente
Dott.ssa Adriana Gaspari
Gentile Maria,
grazie per aver condiviso la tua esperienza. Le abbuffate, soprattutto di dolci, non sono semplicemente “mancanza di forza di volontà”, ma spesso rappresentano un modo per gestire emozioni difficili come tristezza, ansia o vuoto interiore. È comprensibile che in un periodo di depressione il cibo diventi una sorta di “rifugio” immediato, anche se poi porta sensi di colpa o frustrazione.
Il farmaco che stai assumendo può supportarti a livello biologico, ma per affrontare le abbuffate è importante lavorare anche sul piano psicologico ed emotivo. Alcuni primi passi che possono aiutare sono:
Riconoscere i trigger emotivi: chiederti “cosa sto provando prima di mangiare?” può aiutarti a distinguere la fame fisica da quella emotiva.
Creare alternative di conforto: trovare piccole strategie che ti danno sollievo (scrivere, camminare, respirare profondamente, ascoltare musica) prima di ricorrere al cibo.
Lavorare sulla gentilezza verso te stessa: non colpevolizzarti, perché il senso di colpa alimenta il circolo vizioso delle abbuffate.
Ti incoraggio a non affrontare questo percorso da sola: un supporto psicologico mirato può aiutarti a capire meglio le radici di questo comportamento e ad acquisire strumenti pratici per gestirlo in modo diverso.
Se desideri, nel mio percorso personalizzato lavoro proprio su queste tematiche (fame emotiva, abbuffate, gestione delle emozioni e rapporto con il cibo), aiutando passo dopo passo a ritrovare equilibrio e serenità.
Un caro saluto,
Dott.ssa Maria Amore – Psicologa Alimentare
Gentile utente, potrebbe prendere in considerazione di iniziare un percorso psicologico per capire quali strumenti possa utilizzare più adatti a lei per non "sfogare" le sue emozioni sulle abbuffate, siccome esse sono un piacere immediato e gradevole.

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