Salve, mi chiamo Giulia. Non saprei effettivamente come spiegare ciò che vorrei dire, ma cercherò d

16 risposte
Salve, mi chiamo Giulia.
Non saprei effettivamente come spiegare ciò che vorrei dire, ma cercherò di essere più chiara possibile. Dopo anni, sono arrivata alla conclusione che non riesco a pensare, o almeno, ci riesco ma per una durata davvero breve, proprio per questo vivo le mie intere giornate con una sorta di indifferenza (poiché appunto non riesco a pensare per più di pochi secondi). Quando mi sforzo, o ad esempio cerco di arrivare a delle conclusioni, non riesco, perché è come se la mia mente rifiutasse di ripercorrere tutto ciò che succede, o addirittura, non riesce a focalizzare le immagini di eventuali ricordi (neanche di ciò che é accaduto poche ore prima). Non so se sia collegato, ma non riesco a ricordare neanche la mia intera infanzia. Quando ad esempio chiudo i rapporti con persone esterne, é come se non l’avessi fatto, riesco sempre a percepire questa indifferenza. Come per i ricordi, le emozioni sono veramente momentanee, durano per pochi secondi e poi vanno via. Spero davvero di essermi spiegata, vorrei veramente capire se ciò possa essere risolvibile. Grazie in anticipo
Salve Giulia, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Quello che descrivi è un aspetto della tua intera persona, ed è importante a volte fermarsi per rendersi conto di qualcosa che non va o non ci piace di noi (che è già molto). Sta a noi poi decidere se vogliamo provare a farci qualcosa, come ad esempio cambiarle perché disfunzionali, oppure lasciarle stare così.
Buonasera Giulia, sembra che lei viva sempre con un livello difensivo piuttosto alto: rimuove i ricordi e tiene lontane le emozioni. Questi sintomi sono spesso associati a traumi che abbiamo vissuto in passato, più probabilmente nell'infanzia quando la nostra mente non era pronta ad elaborare certi accadimenti troppo dolorosi . Ovviamente ci vorrebbero ulteriori elementi per comprendere la vera origine di ciò che racconta e se lo desidera un lavoro psicoanalitico potrebbe fare luce su i suoi vissuti. Un caro saluto
Dott.ssa Villa
Buongiorno, ciò che descrive sembra uno scollamento fra mente ed emozioni. Un lavoro su di sé, di tipo psicologico, potrebbe aiutarla a fare da "cerniera". L'origine può risiedere nella sua storia personale. Se invece ha dubbi su qualcosa di organico, può rivolgersi ad un neuropsichiatra. Molto dipende da ciò che desidera fare e su quanto, questo aspetto influisca, o meno, sulla sua vita quotidiana.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile Giulia, immagino quanto possa essere faticosa la giornata vissuta con indifferenza (...) in una sorta di limbo dove non c'è differenza e stimolo alcuno tra l'oggi ed il domani. Il fatto che ne senta il peso e che questo la disturbi è positivo perché intende risolvere questa sorta di "stand by". Un percorso di terapia personale può permetterle di prendersi cura di queste parti di sé, con molta probabilità difensive, in uno spazio sicuro. Un caro saluto Giulia e a disposizione anche on line, Maria dr. Zaupa
Gentile Giulia,
Per risolvere la situazione che descrive occorre capire l'origine di tali sintomi. Ci può essere un'origine neurobiologica, come un disturbo dell'apprendimento o dell'attenzione, oppure una emotiva dovuta ad esperienze pregresse e/o traumi.
Se è interessata ad un'indagine del primo tipo, può rivolgersi ad un neuropsichiatra, invece se vuole approfondire questioni inerenti alla sfera emotiva può contattare un terapeuta. Entrambe le vie possono essere percorse, una non esclude l'altra, anzi spesso i due percorsi uniti danno risultati importanti.
Può contattarmi in caso di bisogno
Un caro saluto
D.ssa Simona Torrente - Torino
Carissima Giulia, mi sembra che abbia focalizzato le sue difficoltà con molta chiarezza e ciò non può che essere il frutto di un pensiero attento. Per qualche ragione, probabilmente, la sua mente ha bisogno di non permettere ad alcuni pensieri di andare oltre, di essere veramente pensati...
In ciò un percorso terapeutico potrebbe aiutarla a capire da dove nasce questo blocco e a superarlo.
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Salve. Il suo meccanismo di difesa è così elevato che ha bloccato la vitalità, anestetizzando sensazioni, emozioni e, anche pensieri vivendo tutto con indifferenza. Un buon percorso psicoterapeutico, nel suo caso di tipo corporeo, può aiutarla a recuperare sensazioni ed emozioni, con rispetto dei propri limiti, con micromovimenti che possono riattivare la vitalità, senza forzature. Sono disponibile per approfondimenti. Distinti saluti
Gentile utente,

la problematica di cui parla potrebbe essere risolvibile attraverso l'ausilio della psicoterapia. Nel caso, resto disponibile ad accogliere la sua domanda di aiuto, fornisco la possibilità di effettuare colloqui anche on-line.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dalle sue parole posso dedurre che non riesce a pensare ad alcune questioni che la riguardano, ad esempio le separazioni e i ricordi infantili. Non so se ci siano dei nessi tra queste due difficoltà, di certo sente a qualche livello cosciente che ha difficoltà a stare con le sue emozioni e con i suoi pensieri. Credo che un percorso di psicoterapia possa aiutarla a mettere insieme mente e cuore e in parte già ha iniziato a pensarci, visto che sta qui chiedendo un consiglio in merito alla sua difficoltà.
Buongiorno, le consiglio di contattare il medico di base per escludere sempre qualcosa di organico, anche se non credo sia questo.
Posso ipotizzare si possa trattare di ansia, difficoltà a contattare certi tipi di pensieri o situazioni, una difesa della sua psiche che la porta a rimanere nel presente. Le consiglio pertanto di iniziare una psicoterapia in modo da poter, pian piano, essere supportata nel ricordo e nella rielaborazione di quanto è stata ed è lei nel presente.
Le auguro lei possa decidere di intraprendere questa possibilità.
Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti
Gentile utente, ha spiegato bene quello che le accade però per fornire un'accurata restituzione al suo disagio occorre prima effettuare una valutazione psicologica. Mi sembra di capire che attua una strategia di evitamento cognitivo per quello che le succede, è una sorta di difesa che le persone adottano, di solito, quando quel contenuto ha delle forti ripercussioni emotive. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per comprendere bene quello che le sta accadendo.
Se ha bisogno di ricevere altre risposte, mi può contattare anche online.
In bocca al lupo!
Buona giornata
Dott.ssa Melania Filograna
Buongiorno,
Quello che descrive potrebbe essere una difficoltà ad elaborare la sua vita emotiva.
Sarebbe opportuna una consulenza con uno psicoterapeuta per approfondire questo aspetto e perché lei possa capirne il significato e la storia. Saluti. Lavelli
Cara Giulia, da quello che scrive è più che evidente che lei sia in grado di pensare e di esprimere ciò che prova. Probabilmente sottopone però i suoi pensieri a una forzatura, vorrebbe controllarli e dirigerli in una direzione evitando di farli fluire in modo disorganizzato e spontaneo. Per questo si viene a creare una sorta di paradosso per cui le sembra di non pensare in modo adeguato e di non provare le emozioni giuste. Naturalmente il problema andrebbe indagato meglio e con cura ma si può risolvere. Un cordiale saluto, Erika Console Psicologa Psicoterapeuta Breve Strategica
Salve, credo che l'inaccessibilità di pensieri e ricordi, così come l'impossibilità di provare emozioni dipendano da una vita trascorsa in solitudine. Qualcosa l'ha turbata e le ha impedito l'accesso alla sua interiorità. Cerchi un bravo psicoterapeuta e ripercorra con lui le fasi della sua vita cercando di focalizzarsi sulle emozioni, quelle presenti e quelle rimosse. Vedrà che le gioverà.
Salve Giulia, la sua attenta lettura di alcuni suoi meccanismi cognitivi ed emotivi è molto significativa, ma ha bisogno di approfondimenti per poterle dire qualcosa di plausibile. Dalla sua descrizione non si evince da quanto tempo si sente così e se siano state fatte indagini e/o psicoterapia. Visto che lei ha scritto qui, e questo è un gran bene perchè sta esternando un suo problema, e desidera risolverlo, potrebbe intraprendere un percorso psicoterapeutico. All'interno di questo, approfondendo con lo psicoterapeuta potreste vedere se è il caso o meno di consultare un neuropsichiatra. E' importante che lei non rimanga sola ad affrontare questa problematica che ci ha esposto. Le faccio tanti auguri, rimango a disposizione e la saluto cordialmente, dott.ssa Silvia Ragni
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